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Capitolo V Scattering e+e-  f f; la risonanza Z0; il bosone di Higgs auto-interazione dei bosoni intermedi; Bibliografia: - F.Halzen, A.D.Martin , “Quarks.

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1 Capitolo V Scattering e+e-  f f; la risonanza Z0; il bosone di Higgs auto-interazione dei bosoni intermedi; Bibliografia: - F.Halzen, A.D.Martin , “Quarks & leptons”, Wiley & Sons, 1984 cap. 13 e 15; - P. Renton, “Electroweak interactions”, Cambridge Univ.Press ,1990 cap. 10; W.E. Burcham, M.Jobes, “Nuclear and Particle Physics, Longman 1995, cap. 13.

2 Scattering e+e-  f f : QED
Abbiamo studiato il processo di QED di diffusione ef ef (ad es. e-m- e-m-, e-e- e-e- ); abbiamo visto, per questo processo (I), che la sez. d’urto differenziale e’ data [cfr. eq.(1.16’’)]: pe p’e g f f pf pf’ (5.1) media sugli spin degli elementi di matrice La sez. d’urto di QED per il processo (II) di annichilazione e+e- m+m- si orriene dalla (9.1) scambiando t  s in Mif. (II) e- m- (5.2) e+ g m+

3 Scattering e+e-  f f : QED
Ricordando le definizioni delle variabili di Mandelstam: q e- e+ (5.2’) La QED prevede una distribuzione simmetrica dell’ angolo polare q di produzione del fermione rispetto alla direzione dell’ elettrone incidente

4 Scattering e+e-  f f : QED
La “asimmetria avanti-indietro” (“forward-backward”): (5.3) dove: e’ nulla. Questa situazione, come vedremo, e’ modificata dall’ interazione di corrente neutra mediata dal bosone massivo, che diventa non trascurabile quando l’ energia del CM si avvicina alla massa del bosone. [Burcham-Jobes, Fig.14.6]

5 Scattering e+e-  f f (5.5) [cfr. Es.5.1; , ] Integrando la (5.2)
sull’ angolo solido: dW=2psinqdq= = -2pd(cosq) (5.4) 0.87 nb dove si e’ introdotta la costante (che ha le dimensioni di una sez.d’urto x energia2): (5.5) e si sono reintrodotte le unita’ del S.I. [ Halzen-Martin, Fig.6.6] [cfr. Es.5.1; , ]

6 Collisori e+e- ?  6 km Energia Large Electron Positron collider
(Cern) Pioneer e+e- machines in Frascati  6 km anno

7 “Rapporto R” g Il processo e.m. e+e- qq  adroni e-
e’ stato estensivamente studiato a diversi collisori elettrone-positrone [Adone (Frascati), DM2 (Orsay), PEP (SLAC), PETRA (Amburgo), Tristan (Giappone)] nell’ intervallo di energia e- e+ g La predizione di QED + modello a partoni con carica di colore da’ quindi: =3 (numero di colori) (5.6) 2 Il “rapporto R” vale: 10/3 11/3 [ nota: la QCD modifica leggermente tale predizione: ; ad es., as(q2=(30GeV)2) 0.2 ]

8 “Rapporto R” 10/3 [PDG, 1994: Phys.Rev. D 50, (1994), 1173] 2 11/3
Va sottolineato che in assenza del “colore” dei quarks (NC=1) la predizione per R sarebbe ben lontana dai risultati sperimentali.

9 Scattering e+e-  f f : QEWD
La presenza dell’ interazione debole mediata da un bosone massivo modifica fortemente, per energie che si avvicinino alla massa del bosone, la predizione di QED. Possiamo scrivere quest’ultima [eq. (5.2)] nella forma: (5.7) dove nella definizione dell’ ampiezza: e’ stata assorbito l’ accoppiamento e.m. (la carica elettrica e). In QEWD, all’ ampiezza per lo scambio del fotone va aggiunta quella per lo scambio del bosone massivo Z0 con accoppiamento debole, che nel Modello Standard e’ (g2+g’2)1/2=g/cosqW [cfr. eq.(4.15) e (4.16)]: e- g e+ + e- (5.8) e+ Z0

10 Scattering e+e-  f f : QEWD
L’ ampiezza MfiZ e’ calcolata analogamente a quanto fatto per l’int.e.m. [cfr. la derivazione di (1.13)]; ricordiamo che: (5.9) (gmn tensore metrico) dove le correnti e.m. sono: In maniera analoga: (5.10) dove la corrente debole neutra e’: (5.11)

11 Scattering e+e-  f f : QEWD
Il calcolo del propagatore del bosone massivo da’ [per una discussione dettagliata, si veda ad es. Atchinson-Hey, cap. 10] : (5.12) (M=massa del bosone; per M=0 si ha il propagatore del fotone) dove, analogamente alla (5.11), la corrente debole neutra del muone e’: (5.11’) Va notato che avere le stesse costanti gV,A nella corrente del elettrone e del muone e’ a priori una semplificazione rispetto ad un caso piu’ generale; cio’ e’ quel che si verifica in natura ( “universalita’ leptonica” dell’ interazione) ed e’ esplicitamente previsto dal Modello Standard [cfr. eq. (4.21) ].

12 Scattering e+e-  f f : QEWD
Inserendo il propagatore massivo (5.12) nell’ ampiezza di transizione (5.10) e procedendo nel calcolo della sezione d’ urto (5.8), si ottiene alla fine (al primo ordine perturbativo, detto “Born level”: sono stati considerati solo i grafici di Feynman di ordine piu’ basso in e2, g2 ), mediando sulla polarizzazione iniziale dei fasci e+,e- [ per maggiori dettagli, si veda Halzen-Martin, cap.13] : (5.13) con: termine di asimmetria avanti-indietro (5.14) QED termine risonante: MZ massa del bosone GZ : larghezza intrinseca

13 Scattering e+e-  f f : QEWD
Integrando sull’ angolo solido: (5.15) Per s=MZ2 la funzione risonante vale: , Allora : (trascurando il termine 1 entro parentesi quadra) =Ge,m / MZ

14 Scattering e+e-  f f : QEWD
Si dimostra che per un bosone intermedio con accoppiamento al vertice fermionico: Z0 la larghezza parziale di decadimento nello stato ff e’ data da [vedi Halzen-Martin, esercizio 13.2]: (5.16) Pertanto, la sezione d’urto al picco della risonanza e’ esprimibile nella forma: (5.17) dove si sono indicate le larghezze parziali nei leptoni e, m: ,

15 Scattering e+e-  f f : QEWD
Possiamo ora calcolare il valore di s0Born predetto dal Modello Standard . Si ha, dalla (5.16): MW=MZcosqW (5.18) [eq. (4.18)] Per i neutrini (gA=gV=1/2), la larghezza parziale vale: (5.19) dove si e’ usato: G= GeV-2 (dal decadimento del m) e MZ=91.2 GeV per la massa osservata sperimentalmente del bosone Z (che e’ in accordo, come vedremo, con la predizione del Modello Standard)

16 Scattering e+e-  f f : QEWD
Per f =e, m : quindi: 2Gn Per sin2qW=0.230 : (5.20) In maniera analoga, si vede che per Z uu, dd si ha: (5.21) [ si noti il fattore 3 dovuto al colore dei quark]

17 Scattering e+e-  f f : QEWD
Vi sono 3 quarks di tipo “down” : d,s,b con massa mq<MZ/2 per cui il decadimento Z dd e’ cinematicamente possibile , e 2 quark di tipo “up” : u, c (il quark top ha massa mt 175 GeV > MZ , scoperto recentemente al Tevatrone di FNAL, Chicago); pertanto, la larghezza totale di decadimento del bosone Z e’ : (5.22) [ il fattore 3 davanti a Gn,e tiene conto delle 3 famiglie leptoniche e,m,t ; come vedremo, la (5.22) insieme alla predizione dello S.M. (9.19) e alle misure sperimentali di Ge, Gu,d permette di stabilire che il numero di famiglie di neutrini (con massa < MZ/2) e’ 3 ] Inserendo questi valori nella (5.17): si ottiene infine [es. 5.2]: (5.23)

18 Scattering e+e-  f f : QEWD
E’ interessante confrontare questa sezione d’urto con la sezione d’urto di QED all’ energia corrispondente; dall’ eq. (5.4): la sezione d’ urto alla risonanza e’ circa 200 volte maggiore di quella prevista dalla QED. La sezione d’urto Z  adroni e’  4000 volte maggiore (40 nb)

19 Scattering e+e-  f f : QEWD
La ”sezione d’urto adronica” per il processo Z adroni e’: (5.24) essendo:

20 La risonanza e+e-  Z Nella prima meta’ degli anni ’90 il processo
di produzione risonante: e’ stato studiato in grande dettaglio con 4 esperimenti dedicati (ALEPH, DELPHI, L3, OPAL) al LEP ( “Large Electron Positron collider”, CERN, Ginevra) e all’ acceleratore Lineare SLC (“Stanford Linear Collider, con fasci polarizzati) negli USA LEP, CERN SLC, Standford (USA) L3 DELPHI OPAL ALEPH rivelatore SLD

21 LEP: il collisore ed i rivelatori
SPS SPS L3 DELPHI OPAL LEP ALEPH 4 punti di interazione (=> esperimenti) Circonferenza: km Energy range: 20 – GeV Fasci iniettati a 22 GeV dall’ SPS (vecchio anello del Super Proto Sincrotrone)

22 LEP collider Perdita di energia per radiazione di swincrotrone per giro : Esempio : ad Ebeam= 104 GeV ~ 3% dell’ energia del fascio Largo raggio di curvatura. Tuttavia: Vrf ~ 3.6 GV a 104 GeV. il maggior sistema RF nel mondo

23 LEP collider 1280 cavità RF 160 MWatt : potenza
fornita alla massima energia (104 GeV) ( E0=0.511 MeV ) LEP1: cavità in rame LEP2: cavità superconduttrici

24 Rivelatori a LEP 4 rivelatori “omni-purpose” nei punti di interazione
ALEPH, DELPHI, L3, OPAL Simile struttura a “layers”: Raggio(m) Rivelatori muoni Calorimetri adronici Calorimetri elettromagnetici Rivelatori di tracce (+ identificazione particelle) Rivelatori “microvertici” Beam pipe 5. 2-3 0.1 0.

25 Rivelatori a LEP Esempio: DEtector with Lepton Photon Hadron Identification [N.I.M. A303 (1991),233 “ A378(1996), 57] enfasi sulla identificazione di particelle: rivelatore dedicato: Ring ImagingCHerenkov [N.I.M. A323 (1992),351]

26 Rivelatori a LEP ALEPH L3 OPAL [N.I.M. A294 (1990),121] [N.I.M. A289
(1990),35] L3 ha la più grande TimeProjection Chamber mai costruita enfasi sulla misura di precisione dei leptoni: Calorimetro e.m. ad elevate prestazioni (cristalli di BGO), spettrometro in aria per i muoni [N.I.M. A305 (1991),275] OPAL

27 Rivelatori a LEP Evento ee WW  4jets in ALEPH (s=161 GeV) TPC ECAL
HCAL

28 Rivelatori a LEP Il Ring Imaging CHerenkov
(RICH) per l’identificazione di particelle in DELPHI: principio di funzionamento (nella TPC) Dati di simulazione MonteCarlo

29 Rivelatori a LEP Dati reali Dati di simulazione MonteCarlo

30 Rivelatori a LEP I rivelatori di microvertice e la misura dei decadimenti secondari degli adroni: Vertici secondari Misura dei vertici secondari resa possibile dal boost di Lorentz; a LEP, tipicamente, per il quark b: g  Eb/mb  35 GeV / 5 GeV  7; gct  7· 300mm  2 mm

31 La risonanza e+e-  Z s0 e+e- adroni e+ e-
Quando lo stato finale e’ quark-antiquark (f =u,d,s,c,b) il processo fisico osservato e’ : e+e-  adroni a causa del processo di adronizzazione dei quark q e- e+ sBorn(s) s0 sezione d’urto osservata per il processo: e+e- adroni e+ e- La sezione d’urto di Born va significativamente modificata per descrivere i risultati sperimentali

32 La risonanza Z Le correzioni radiative modificano significativamente le predizioni al “livello albero”: Correzioni fotoniche (pura QED) : Radiazione di stato iniziale (effetto importante: abbassa la sezione d’ urto totale di 30% spostamento del picco (0(100) MeV) Z*, g Z*, g g “polarizzazione del vuoto”: a => a(q2) g g f g Z*, g g g g interferenza tra rad.di stato iniziale e finale + diagrammi “a box” di pura QED (5.25) funzione di radiazione di stato iniziale (calcolabile in pura QED)

33 La risonanza Z + + + “IMPROVED BORN APPROXIMATION”:
Correzioni non fotoniche (dipendenti dal modello teorico): Z Z H + W,Z + Z Z + W,Z sensibili a nuova fisica, e ai parametri “incogniti” del modello, e.g. Mtop, MHiggs effetti piccoli (dell’ ordine del %) “IMPROVED BORN APPROXIMATION”: Le correzioni fotoniche ai vertici e di polarizzazione del vuoto + le correzioni NON fotoniche sono riassorbite in sBorn(s,MZ,a,GZ, Gf) con le sostituzioni: a  a(MZ2) = a /(1-D a)  a = 1/128 G  G(s) = sG/ MZ2 Gf(gV,gA)  Gf =a(MZ2) MZ2(gV 2+ gA 2)/3 ~ ~ Costanti di accoppiamento “efficaci”, calcolabili nell’ ambito di un particolare modello

34 Modello Standard: correzioni radiative
Nel Modello Standard: asimmetria al picco : s=MZ2 (5.26) “angolo di Weinberg efficace” LEP :  1+Dr (1+Dr/tan2qW)sin2qW e.g. (5.27) t H Da(MZ) Dmt

35 Processi e+e- Z  ff a LEP
e+e- m+m- Processi e+e- Z  ff a LEP e+e-e+e- e+e- t+t- Massa Invariante del sistema ff Numero di particelle e+e- adroni

36 Misure di precisione a LEP
I fits alle “misure di precisione” sulla risonanza forniscono una determinazione molto accurata di MZ, della larghezza totale GZ , delle larghezze parziali Ge,m,t,quarks e delle asimmetrie e, con esse, delle costanti di accoppiamento della teoria gVf,gAf. “Ingredienti”: i) conteggio degli eventi adronici e leptonici alta statistica ii) calcolo preciso degli effetti radiativi (stato iniz., QED, stato finale, QCD) ( dspeak=30%, dMZ  200 MeV) iii) luminosità relativa tra i diversi punti iv) energia dei fasci teoria ottimi “luminometri” Misura precisa col metodo della “depolarizzazione risonante”

37 Misura della luminosità e luminometri
La determinazione della luminosità della macchina è fondamentale per la misura delle sezioni d’ urto dei processi osservati: Luminosità integrata sul tempo di presa dati efficienza (trigger+ricostruzione +selezione) Gli esperimenti si sono dotati di speciali calorimetri elettromagnetici posti a piccolo angolo polare rispetto ai fasci ( “luminometri” ) per la misura di precisione della luminosità ( => sL / L  0.1% )

38 Misura della luminosità a LEP
Basata sul conteggio degli eventi di diffusione Bhabha a piccolo angolo: e- e+e-  e+e- q e- e+ Completamente dominato dallo scambio di un fotone in “canale t” [cfr.eq.(1.16)]: e+ (“canale s”, come per e+e- m+m- [cf. eq.(9.13)] : e+ Z*, g g e- q (deg) regione usata dai luminometri: 10-60 mrad efficienza (trigger, conoscenza dell’accettanza geometrica, selezione....) Luminosità integrata

39 Misura della luminosità a LEP
Esempio di luminometro: Small Angle Tile Caloremeter (“STIC”, DELPHI) Sampling Pb-scintillatore + wavelength shifting fibers

40 Misura della luminosità a LEP
L’ incertezza teorica è legata al calcolo perturbativo di sQED (“completo” fino al 2o ordine in a) ed alla valutazione dell’ interferenza elettrodebole tra i diagrammi: canale t canale s e e Z0 e e s(s)/sQED(s) 1.004 dal confronto di diversi calcoli teorici e dei diversi gradi di approssimazione perturbativa (=> includendo/escludendo termini “leading-logs” in a3): pura QED calcolo al 1o ordine 1. 0.996 dsQED/ sQED  0.1 % 2o ordine s

41 Misura dell’ energia dei fasci a LEP
Tecnica della “depolarizzazione risonante” sfrutta la naturale polarizzazione trasversale dei fasci che si stabilisce negli anelli di accumulazione (“effetto Sokolov-Ternov”, Sov.Phys.Dokl.8 (1964) 1203) Valori tipici: - <PT>  % - tempo di polarizzazione tpol  300 min (ad E= 45 GeV) (=> processo lento) La frequenza di precessione dello spin per singola orbita, “spin tune” n, è legata all’ energia del fascio ed al momento magnetico anomalo dell’elettrone g-2 dalla relazione: (ad es. : n = per Ebeam=45.64 GeV)

42 Misura dell’ energia dei fasci a LEP
Depolarizzazione risonante: La polarizzazione viene distrutta da un campo radiale oscillante con la frequenza di precessione (=> induce una rotazione dello spin intorno all’ asse radiale che si somma coerentemente ad ogni orbita [ 104 volte al secondo, 2pRLEP=27 km, v=c] ) B  B LEP s e

43 Misura dell’ energia dei fasci a LEP
La misura della polarizzazione [Phys.Lett. B270 (1991), 97] sfrutta la dipendenza dallo spin dell’ elettrone dello scattering Compton della luce polarizzata circolarmente: g angolo di diffusione dipendente dallo spin del fascio di e- q e- d  3mrad fotoni da un laser pulsato (polarizzati circolarmente) i fotoni diffusi vengono rivelati da un calorimetro di tungsteno ( 250 m dal punto di interazione) con strips di silicio Lo spostamento verticale rispetto al piano di LEP della distribuzione di fotoni rivelati dipende dal grado di polarizzazione; tipicamente ( P  10% ) => <Dy> = 400 mm -4. 0. 4. Dy(mm)

44 Misura dell’ energia dei fasci a LEP
polarizzatore Phys.Lett. B270 (1991), 97 Interazione (scattering g-e) calorimetro

45 Misura dell’ energia dei fasci a LEP
depolarizzazione polarizz.lineare polarizz.circolare depolarizzazione polarizzazione dei fotoni invertita

46 Misura dell’ energia dei fasci a LEP
Al punto di interazione dello scattering Compton: DEsyst = 1.1 MeV (CERN-PPE /95-10) E’ necessario “trasportare” questa misura al punto di interazione degli esperimenti; l’ energia non è costante lungo la circonferenza di LEP: perdita di energia per radiazione : DEsync.rad. = 125 MeV/giro, rimpiazzata dalle cavità risonanti DEint.point  2 MeV

47 Misura dell’ energia dei fasci a LEP
Con la precisione ottenuta si è in grado di correlare l’ energia osservata alla deformazione di LEP prevista dalle “maree della crosta terrestre” (+ altri effetti: variazioni della pressione idrostatica del lago di Ginevra,...) Small changes of energy accurately measured (energy change from 1mm circumference change)

48 Sezioni d’urto adroniche e leptoniche a LEP I
 30 nb SM fit E. Phys. J. C16(2000)371 interf. tra rad.di stato iniziale e finale(QED) interf.gZ pura QED  1.4 nb

49 Asimmetrie leptoniche a LEP I
A0FB (sF-sB)/s sF = 10ds/d(cosq)dcosq, sB = 0-1ds/d(cosq)dcosq dati da eventi fortemente radiativi: e+e- m+m- g

50 Determinazione del numero di neutrini
Dalla misura delle larghezze totale e parziali della Z: Ginv = GZ – Ghad - 3Glept - 3Gn (assumendo, dallo SM:  vedi es. 5.3 )

51 Universalità leptonica
Nel fit ai dati non si assume l’ uguaglianza delle costanti di accoppiamento della Z ai fermioni; tale “universalità”, prevista dallo S.M., è verificata dai risultati del fit: Variazione delle predizione dello SM in dipendenza dei valori assunti per MH, Mtop entità dell’ errore sistematico dovuto all’ incertezza teorica su aQED(MZ2)  1/128

52 Z  bb, cc Di grande interesse sono le misure legate agli stati finali con quark pesanti; in particolare, la larghezza parziale Gb di decadimento Z  bb ha una dipendenza da Mtop diversa dalle altre larghezze adroniche. Ciò perchè i diagrammi: Z (trascurabili per gli altri quarks per la piccolezza degli elementi della matrice di mixing di Cabibbo-Kobaiashi-Maskawa [vedi seguito] : Vqt << Vtb ) inducono dei termini che tendono a cancellare la dipendenza di Gb introdotta dalle altre correzioni radiative (es. Z Z ) b W b t Z t W W t b b t Il rapporto Rb=Gb/Ghadr è sensibile alla massa del top; inoltre, misurata con sufficiente precisione Mtop, eventuali scostamenti di Rb dal valore previsto possono mettere in evidenza l’ esistenza di diagrammi legati a processi di nuova fisica

53 b-tagging mB  5 GeV “lunga” vita media (tB  10-12 s)
“tagging degli eventi basato sulle caratteristiche del quark b: - alto pT dei prodotti di decadimento (in particolare: leptoni) maggior pL nei jets - maggior sfericità delgi eventi mB  5 GeV “lunga” vita media (tB  s) vertici secondari rilevabili (a LEP : Lorentz boost  7 ) tracce con elevato parametro di impatto rispetto al vertice primario Nota: le tecniche di b-tagging saranno di grande importanza anche per la ricerca del bosone di Higgs (che ha un accoppiamento elevato con i quarks di massa maggiore)

54 b-tagging: variabili cinematiche
pT del leptone rispetto all’ asse del jet frazione dell’ energia del jet associata a vertici secondari

55 b-tagging: variabili legate ai vertici di decadimento
“Parametro d’impatto con segno”, d : jet traccia vertice primario d > 0 jet traccia d < 0 S=d/sd

56 b-tagging: metodi combinati
lifetime+ variabili cinematiche nell’ evento Tipico punto di lavoro: efficienza 40%, reiezione  500 lifetime+ variabili cinematiche nel jet

57 Z  bb, cc Sensitività ad Mtop:
Non vi sono scostamenti dal valore previsto dallo Standard Model; la massa del top e’ predetta (nel 1993) ad un valore compatibile con la successiva scoperta al Tevatrone (m=175  5 GeV)

58 Misura dell’ asimmetria “left-right” a SLD (SLAC)
La misura dell’ asimmetria nella sezione d’urto di produzione ee  ff (al picco della risonanza Z) con fasci polarizzati: ALR = (sL-sR) / (sL+sR) sezione d’urto totale con fascio polarizzato ‘left-handed’: eL-e+  ff sezione d’urto totale con fascio ‘right-handed’: eR-e+  ff da’ una informazione complementare a LEP: (cfr. a LEP: ) dipendenza lineare da Ae - maggiore sensibilità a sin2qWeff

59 Stanford Linear Collider
2 Mile Long Linear Accelerator Operation Polarized Electrons Small and Stable IP SLC LEP (Z0) “Circumference” 3 km 27 km Beam Size IP 3x1 μm 400x16 μm e-/bunch 4x1010 30x1010 Crossing Rate 120 Hz 45 kHz Z/day/experiment 3,000 30,000 e- polarization 75 % Rivelatore SLD Per una luminosità accettabile, è necessaria una sezione trasversale del fascio molto piccola: sxy 2-3mm

60 Rivelatore SLD [Phys.Rev.Lett. 70 (1993),2515]
Precision CCD Vertex Detector Central Drift Chamber (CDC) Cherenkov Ring Imaging Detector (CRID) Liquid Argon Calorimeter (LAC) Warm Iron Calorimeter (WIC) Compton Polarimeter

61 Misura dell’ asimmetria left-right a SLD (SLAC)
Gli osservabili allo Stanford Linear collider Detector: Born Level cross-section Electroweak Observables Initial State Coupling: Final State Couplings: (tipicamente: Pe 70 %) new (come a LEP) new (come a LEP)

62 Asimmetria L-R a SLD - La polarizzazione del fascio di e- viene invertita alla frequenza di crossing (120 Hz) => la stessa luminosità viene “vista” per eL ed eR esperimento di conteggio; selezione degli eventi simile a quella operata a LEP si misura : Am = (NL-NR) / (NL+NR) L’ asimmetria left-right è data da: ALR = Am/ Pe eventi prodotti con eL eventi prodotti con eR polarizzazione media del fascio (mediata sul tempo di misura) è cruciale la misura precisa di Pe

63 Misura della polarizzazione
Utilizza lo scattering Compton della luce polarizzata dipendente dallo spin (come in LEP pre la calibrazione di energia col metodo della depolarizzazione risonante): Compton Polarimeter σ<Pe> = 0.5 % Quartz Fiber Polarimeter and Polarized Gamma Counter – run on single e- beam + crosschecks <Pe+> = % Luce polarizzata Circolarmente (YAG Laser, 532 nm) elettroni diffusi rivelatore Cerenckov

64 Misure di asimmetria a SLD
Al per lo stato finale ( ) Combinate con A0LR

65 La predizione di MHiggs
L’insieme delle misure di precisione, attraverso la dipendenza (logaritmica: cfr. eq.(5.26)) degli osservabili sperimentali da MHiggs, permette di predirne il valore: ovvero: mH < 196 GeV (95% CL) [ con il top ha funzionato…: 1993: mtopEW= 166  18  20 GeV 1994: mtop = 174  GeV però: Drtop=f(mt2/mZ2) …. mH=60-700 LEP, EPS Marseille CDF, ICHEP Glasgow ricerche dirette (vedi seguito) oggi: 2001: mtopEW=  10.0 GeV mtop =  GeV ] Grande successo dello SM ! [nota: nel fit riportato sono incluse anche le misure di MW, Mtop (vedi dopo)]

66 Oltre la Z: la fisica di “LEP2”
Nella seconda fase (“LEP2”) del suo programma sperimentale [ ], il LEP e’ stato significativamente modificato, portandolo (gradualmente) ad un raddoppio dell’ energia dei fasci (ed a un leggero aumento della luminosita’) Lo scopo principale era duplice: - superare la soglia di produzione di 2 bosoni W 2MW  160 GeV e studiare in dettaglio l’ auto-interazione dei bosoni, tipica della struttura non abeliana della teoria di gauge elettrodebole - spingere alle massime energie possibili la ricerca del bosone di Higgs

67 Produzione di WW a LEP2 Test significativo dell’ auto-interazione dei bosoni prevista dalla struttura non- abeliana della teoria di gauge: Z,g W+ W-

68 MW a LEP II LEP: mW(4q) = 80.448  0.043 GeV
mW(2qln)=  GeV Statistca; va inoltre inclusa la sistematica: correl.B-E, QCD (ricomb.di colore)

69 Produzione di WW a LEP2 + rad.corr. + +
Anche ben al di sopra del picco della Z, lo S.M. non mostra smagliature: e+ W+ W+ W+ Z* + g + rad.corr. + n e- W - W - W - Le cancellazioni previste dalla teoria di gauge sono state verificate al livello dell’ 1 %. sWW Asimmetrie leptoniche Inoltre: no Z ’ (m Z’ > 0.8 TeV)

70 Misura delle masse dei bosoni intermedi a LEP
LEP I LEP II (vedi seguito) Mz MW macchina ! DMZ/MZ  DMW/MW  dati MZ,GF, aQED(MZ) , dipende da Mtop , MHiggs (cfr. dGF/GF  , daQED(MZ) /aQED  )

71 Correzioni radiative a MW
La relazione a livello albero: costante di Fermi (dal decadimento del muone) n g l W G che dà ( ) : l n g =0.228  dalle sezioni d’urto di nN scattering (rapporto CC /NC, vedi Halzen,Martin ; Burcham Jobes) [ (  ) 10-5 GeV-2 dal decadimento del muone: ] è modificata dalle correzioni radiative.

72 Correzioni radiative a MW
correz. al propagatore correz. di vertice n g “box diagrams” l W W + + + + u,c,t l n g Z,W Z,W + + Carica elettrica rinormalizzata: a(q2=MW2) + n loops (n> 1)..... “one loop diagrams” 1/137 g g g = + + +.... W W =1/128 0.06

73 Correzioni radiative a MW
La relazione: diviene: Dr (mt,mH) [Burgers, Jegerlehener, Phys.LEP vol I, CERN 89-08] Correzione elettrodebole: (nel 1983, scoperta del W a UA1) (80.385 0.030) (oggi: Dr=0.031, mt=174 GeV, per mH=114 GeV )

74 Produzione di ZZ a LEP2

75 Misure di MW ai collisori adronici
Parallelamente (e anche precedentemente) a LEP, la massa del bosone intermedio W e’ stata misurata, con sempre maggior precisione, ai collisori adronici (dove fu scoperto, nel 1983, al SppS del CERN; esperimento UA1): MW Il metodo di misura si basa sulla ricostruzione della “massa trasversa” MT: CDF W anno

76 Misure di MW ai collisori adronici
In generale l’ incertezza sistematica sulla scala di energia dei calorimetri limita la precisione finale raggiungibile su MW. Metodi alternativi sono in studio per le “misure di precisione” a LHC (obbiettivo: DMW ~ MeV)

77 Misure di MW ai collisori adronici
Idea generale per LHC: considerare gli eventi Z   rimuovere un  , simulando Z   ““ mZ =  2.1 MeV nota Ricostruire MT in questi eventi, riscalando ad una massa Mx e confrontando la distribuzione ottenuta con quella degli eventi reali Wmn Un precisione DMW ~ 15 MeV (~1/3 dell’ errore attuale) potrebbe mettere in evidenza l’ esistenza di una discrepanza nel Modello Standard, con la necesita’ di introdurre nuova fisica (nuovi stati) che intervenga nelle correzioni radiative.

78 La predizione di MHiggs e la consistenza del Modello Standard
DM t= 5.2 GeV DMW= 39 MeV Misure dirette consistenza?! 80.385 Misure di precisione Dipendenza da mt, mH nello SM

79 Es. 5.1 Calcolare spointQED Si ha: 1 J = 0, eV [ si ricordi: ]

80 Esercizio 5.2 Calcolare s0Born(ee mm) Si ha: essendo [vedi (5.20)]:
Inoltre: 1 nb = cm2 = m2

81 Esercizio 5.3 Dimostrare che nel Modello Standard: Si ha: 0.232


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