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Vedere le politiche pubbliche

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Presentazione sul tema: "Vedere le politiche pubbliche"— Transcript della presentazione:

1 Vedere le politiche pubbliche

2 ma anche 1. Prime definizioni Che cosa sono le politiche pubbliche?
Il concetto di ‘politica pubblica’ non è né pacifico, né evidente. Non è pacifico, perché è traversato da una tensione tra due definizioni: le politiche pubbliche sono risposte a problemi di rilevanza collettiva ma anche decisioni vincolanti per la collettività

3 1. Prime definizioni Che cosa sono le politiche pubbliche?
1 definizione: l’elemento centrale è un problema di rilevanza collettiva, pubblica. Le politiche pubbliche sono tentativi messi in atto per fronteggiare un problema collettivo mobilitando risorse pubbliche e/o private per avviarne la soluzione. 2 definizione: l’elemento centrale è la decisione vincolante per la collettività. Con le loro scelte, le autorità pubbliche possono assegnare le poste in gioco tra i diversi contendenti, ridurre o esasperare i conflitti rinviare o mettere la sordina a un problema ....

4 1. Prime definizioni Che cosa sono le politiche pubbliche?
problema pubblico soluzione intenzionalità finalizzazione a un obiettivo autorità pubblica decisione vincolante molteplicità di interessi e idee conflitti compromessi politica pubblica

5 Italia, idea di politica assoluta:
1. Prime definizioni Italia, idea di politica assoluta: “L’azione politica, essendo intesa come il solo tipo di azione capace di trasformare la società, è anche il solo attraverso cui la vita dell’umanità, o di una nazione, può essere migliorata in vista di un dato ideale” (Pizzorno, 1993)

6 1. Prime definizioni La politica che manca all’italiano
l’italiano ha un unico termine per identificare due diversi campi di azione di rilevanza collettiva. "in politica sono i voti che contano" "la politica pensionistica pesa troppo sul deficit pubblico“ inglesi e americani utilizzerano due termini diversi: politics nel primo caso, policy nel secondo “Il termine policy è libero da molte delle indesiderabili connotazioni collegate alla parola political, che spesso è considerata sottintendere ruoli partigiani e corruzione.” (Lasswell, 1951) Corriere della sera, 17 febbraio, 2004 Pag. 015 La «cura Blair»: via 80 mila statali, largo ai computer di Alessio Altichieri DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA - Che bella la politica vera, che riguarda le tasche dei cittadini, i loro legittimi interessi, e non le fumose ideologie, i pregiudizi e le false promesse. La lingua inglese ha anche parole diverse per indicare queste due politiche: politics è la politica in generale, l' arte del governare, mentre policy indica gli indirizzi, le scelte concrete: politica politicante, quindi, o politica come amministrazione.

7 1. Prime definizioni La politica che manca all’italiano
Il termine ‘politica’, da solo, non permette di discriminare le notizie di policy da quelle di politics

8 1. Prime definizioni Ancora oggi, molti giornalisti pongono il termine ‘politiche ‘ tra virgolette, come si fa per le espressioni strane o esotiche, e per evitare che sia confuso con ‘le donne che fanno politica’: “L’inconsistenza della cultura politica nazionale è l’autentica cifra del centro******; ne condiziona la capacità di dar vita al cambiamento promesso, e mai attuato, e di produrre «politiche» davvero modernizzatrici. “ (Piero Ostellino, Uno spettacolo desolante, Corriere della sera, 24 settembre 2010)

9 la differenza politics/policy non è
1. Prime definizioni La politica che manca all’italianoQuestioni di vocabolario la differenza politics/policy non è la differenza tra politica e amministrazione (v. oltre) l’aggettivo (politica) ‘pubblica’ non è un rinvio al diritto pubblico pubblico: cfr pragmatismo americano una tensione e a un impegno che ci coinvolgono in quanto individui non completamente liberi di disporre delle nostre vite, perché legati ad altri da quella comune avventura che è la convivenza entro una stessa epoca e una stessa società. Questo legame è dotato di una tenacia più forte delle formule politico-istituzionali in cui si concretizza.

10 1. Prime definizioni Differenze tra fare politiche e fare leggi: politiche senza leggi, leggi senza politiche Anche se molte politiche pubbliche hanno alla base una legge, soprattutto in Italia, possono esistere politiche senza leggi, e leggi senza politiche. Sono diversi i ventagli di risorse. Per le politiche, contano anche ruolo dell’informazione e della persuasione la collaborazione dei destinatari... L’esempio che segue mostra l’importanza della comunicazione, anche in assenza dell’approvazione di documenti giuridicamente vincolanti.

11 1. Prime definizioni Differenze tra fare politiche e fare leggi
Effetti annuncio (...)Nell'allegato alla presente ministeriale si illustrano quindi i principi e i contenuti generali degli interventi che questo Dicastero intende attuare, al fine di conseguire questi obiettivi (la Tabella finale riassume gli interventi e gli strumenti previsti). L'effettiva attuazione di tali interventi richiederà tempi differenziati in relazione allo strumento normativo o amministrativo che dovrà essere utilizzato al riguardo. Le Università, peraltro, possono fin d'ora mettere a punto l'offerta formativa per l'a.a. 2010/2011 tenendo presenti gli obiettivi qui esposti, anche valutandone attentamente le implicazioni per quanto riguarda la prosecuzione dell'attività nelle sedi decentrate. “

12 1. Prime definizioni Differenze tra fare politiche e fare leggi
Politiche senza leggi, leggi senza politiche L’implementazione di una politica è cosa diversa dall’applicazione di una legge. La prima cerca di contenere le difficoltà che si verificano strada facendo. Esempi: v. leggi sull’immigrazione, talvolta ridefinite con circolari ministeriali.. v. tv digitale terrestre: ”Digitale terrestre: il calendario dei passaggi 2010 in Nord Italia (LC, 21 Gen 2010) - Le elezioni regionali e il campionato mondiale di calcio previsti questa primavera hanno consigliato il Comitato Nazionale Italia Digitale (CNID) di programmare per il prossimo autunno il definitivo passaggio al digitale terrestre nelle regioni interessate dall'operazione quest'anno. “ In realtà tutti e due gli eventi erano prevedibilissimi. Ma all’inizio non ne avevano tenuto conto.

13 1. Prime definizioni Differenze tra fare politiche e fare leggi
Leggi senza politiche Web: tollerare 'furti' giovanissimi Urbani: tollerare che i ragazzi scarichino dalla rete (ANSA) - ROMA, 14 SET -'Bisognera' avere un occhio di riguardo per i giovanissimi che scaricano cose da internet per uso personale e privato', cosi' Urbani. Nel suo intervento agli Stati Generali dell'editoria, il ministro ricordando la legge sulla pirateria ha sottolineato che 'sempre di furto si tratta, ma in una societa' mammista come la nostra possiamo chiudere un occhio'. 14/09/ :33 © Copyright ANSA Tutti i diritti riservati  INTERNET da

14 Politiche pubbliche e public management
1. Prime definizioni Politiche pubbliche e public management es: università management: aumento della produttività delle segreterie studenti policy: individuazione e valutazione di strategie per aumentare il successo dei laureati sul mercato del lavoro, o per avvicinare la ricerca al mondo produttivo..

15 Differenza tra policy e management
1. Prime definizioni Differenza tra policy e management Abu Ghraib: Mismanagement, not policy Tuesday, May 11, 2004; 2:28 PM washingtonpost.com > Politics > In Congress Transcript : Taguba, Cambone on Abu Ghraib Report General Taguba, based on your investigation, who gave the order to soften up these prisoners, to give them the treatment? Was this a policy? Who approved it? TAGUBA: Sir, we did not find any evidence of a policy or a direct order given to these soldiers to conduct what they did. I believe that they did it on their own volition. I believe that we did collaborate it with several M.I. interrogators at the lower level, based on the conveyance of that information through interviews and written statements. August 25, 2004 Fay-Jones Commission Report: Failure of Management - Not Policy - Led to Abu Ghraib Abuses The sharply critical commission report calls the situation at Abu Ghraib prison chaotic. Still, the commission says the abuses, described as sadistic, were not policy but rather the freelance work of a few. )

16 2. L’affermazione del paradigma
Negli ultimi 50 anni, è stata prodotta un’enorme mole di studi definiti con termini quali public policy, policy studies, policy sciences, policy analysis, policy evaluation. La crescita continua anche negli ultimi anni. Google Google “policy analysis” “policy studies” “policy sciences” 25.400 “policy evaluation” 76.600

17 2. L’affermazione del paradigma  Una storia americana
”Nonostante alcuni sforzi nella direzione opposta (...), le policy sciences sono ancora per la maggior parte basate sugli Stati Uniti per quanto riguarda la cultura, i valori impliciti ed espliciti, le assunzioni e le ortodossie” (Dror, 1994) “In Giappone e in Europa è stata legittimata la competizione tra i partiti (alla stregua di gerarchie rivali), ma non ancora la competizione tra idee di policy che provengono dall’esterno dei partiti o della burocrazia” (Wildavsky, 1992)

18 2. L’affermazione del paradigma  Una storia americana
”Nonostante alcuni sforzi nella direzione opposta (...), le policy sciences sono ancora per la maggior parte basate sugli Stati Uniti per quanto riguarda la cultura, i valori impliciti ed espliciti, le assunzioni e le ortodossie” (Dror, 1994) “In Giappone e in Europa è stata legittimata la competizione tra i partiti (alla stregua di gerarchie rivali), ma non ancora la competizione tra idee di policy che provengono dall’esterno dei partiti o della burocrazia” (Wildavsky, 1992)

19 2. L’affermazione del paradigma  Una storia nella scienza politica  L’orientamento pragmatico della prima scienza politica americana L’interesse per le politiche pubbliche deve molto ”..al pragmatismo e al movimento progressista dell’inizio del ventesimo secolo, e precisamente alle figure di John Dewey e di Charles Merriam: questa storia continua tra molte sfide, fino a condurre ai tre contributi di Harold Lasswell, di Herbert Simon e di Charles Lindblom, che mirano a plasmare l’orientamento verso le politiche pubbliche; questa storia culmina, ma non finisce, negli attuali tentativi di creare un orientamento che sappia evitare e sfidare una impostazione tecnocratica” (Torgerson, 1995)

20 Le buone politiche sono quelle che danno buoni risultati
2. L’affermazione del paradigma  Una storia nella scienza politica  L’orientamento pragmatico della prima scienza politica americana Pragmatismo ”Le risposte della mente pragmatica operano senza il sostegno di una teoria generale del bene. Vanno incontro alle esigenze pubbliche considerando gli specifici elementi di una particolare situazione. Il pragmatismo è particolarista e orientato alla situazione nella sua etica. A differenza dell’utilitarismo o della deontologia, non muove da una teoria ideale e non cerca di derivare da essa le proposte di policy” (Heineman et al., 1990, p. 175) Le buone politiche sono quelle che danno buoni risultati  raccolta di dati  sperimentazione scientifica anni '20 e '30: molte università decidono di incoraggiare la ricerca nei settori della pianificazione territoriale e della lotta contro l’emarginazione urbana.

21 Movimento progressista (fine ‘800-inizio ‘900) Woodrow Wilson
2. L’affermazione del paradigma  Una storia nella scienza politica  L’orientamento pragmatico della prima scienza politica americana Movimento progressista (fine ‘800-inizio ‘900) Woodrow Wilson linee guida di una scienza progressiva della politica: a un parlamento preda del compromesso e della corruzione, occorreva contrapporre una presidenza forte e un’amministrazione professionale. nei corsi universitari di scienza politica, tre criteri guida: competenza efficienza efficacia

22 2. L’affermazione del paradigma  Una storia nella scienza politica  L’orientamento comportamentalista Comportamentalismo B.F. Skinner

23 2. L’affermazione del paradigma Il caso italiano
Italia. Indicatori del ritardo le grandi trasformazioni degli anni ‘60 e ’70 l’avvio e la crisi della programmazione economica, l’espansione dell’industria di stato l’intervento nel Mezzogiorno sono state studiate non dai politologi, ma da studiosi con altre specializzazioni. Il primo posto spetta ai giuristi il vero ponte tra riflessione scientifica e attivo coinvolgimento nella soluzione di problemi di rilevanza collettiva in Italia è stato costruito e piantonato dalle discipline giuridiche Predieri, Amato, Cassese, Cammelli, Bassanini, Rotelli, Rodotà, Biagi, Treu, …

24 2. L’affermazione del paradigma Il caso italiano
Da:  YYY, Data:  Ven Apr 16, 2004  2:59 pm Oggetto:  Fare l'analista a Lucca... La Provincia di Lucca ha bandito il seguente concorso: CONCORSO PUBBLICO PER TITOLI ED ESAMI PER LA COPERTURA DI N. 1 POSTO PROFILO SPECIALISTA IN ANALISI E SVILUPPO DELLE POLITICHE PUBBLICHE CATEGORIA D - POSIZIONE ECONOMICA D1 La scadenza per presentare la domanda è quella del 3 maggio Affrettatevi!Il bando lo trovate a questo indirizzo: Saluti P.S.Il bando sembrerebbe riservato ai soli laureati in economia e giurisprudenza... Da:  KKK, Data:  Lun Apr 19, 2004  8:44 am Oggetto:  Re: [comap] Fare l'analista a Lucca... E' un vero problema, che non riguarda solo la laurea in Scienze Politiche, ma anche in Sociologia, Statistica, ecc. Meriterebbe una qualche azione di tipo legale (ricorso al TAR?), ma soprattutto un bel dibattito sulla cultura della PA. Un caro saluto Da:  XXX Data:  Lun Apr 19, 2004  9:19 am Oggetto:  Re: [comap] Fare l'analista a Lucca... Mi ero fatta anche io la stessa domanda leggendo il testo del bando così questa mattina ho chiamato l’ufficio personale dell’Ente ponendo la questione. Pare che per i laureati in scienze politiche (qualsiasi indirizzo) non ci sia proprio speranza; sebbene la laurea sia equipollente a quella in giurisprudenza non è ammissibile al concorso perché la dicitura “altre lauree equipollenti” non è espressamente specificata nel bando. La beffa è raddoppiata per gli “scienziati politici” con diploma di master in analisi delle politiche pubbliche… Viene un po’ da ridere…. o da piangere….

25 2. L’affermazione del paradigma  Il ruolo delle organizzazioni internazionali
Dalla newsletter CittaliaEuropa: bollettino da Bruxelles ■ n.7 29/09/2010 ATTUALITA' POLITICA EUROPEA Sostegno finanziario UE agli enti locali per progetti di energie rinnovabili ed efficienza energetica La nuova strategia quinquennale per la parità fra uomo e donna Risoluzione del Parlamento Europeo sulla “Strategia europea per lo sviluppo economico e sociale delle regioni di montagna, delle isole e delle zone scarsamente popolate”. Sintesi riunione commissione ENVE del CdR - 22 settembre 2010 CONSULTAZIONI APERTE Consultazione sui programmi dell’UE post 2013 : istruzione e formazione, politiche giovanili e cooperazione internazionale in materia d’istruzione superiore e dello sviluppo umano Consultazione sul futuro programma UE per la cultura dopo il 2013 Consultazione sulla futura strategia dell'UE a tutela della biodiversità EVENTI Giornate europee per lo sviluppo Città europee contro la povertà ed esclusione BANDI APERTI Invito a presentare proposte per azioni di informazione riguardanti la politica agricola comune

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27 2. Uno spaccato della disciplina

28 Uno spaccato della disciplina
Le politiche pubbliche sono molto complicate: raramente hanno un andamento lineare Colpi di scena e incongruenze sono molto probabili sono partite giocate tra molti attori Talvolta collaborano. Talvolta si ostacolano a vicenda sono governate dalle leggi Ma anche dalle circolari, dagli accordi, dagli articoli di giornale...

29 Uno spaccato della disciplina
2 fonti di complessità la pubblicità dei problemi sono pubblici i problemi che non possiamo risolvere da soli ricorrendo al mercato ricorrendo alla sfera delle relazioni primarie (famiglia..) problemi di coordinamento problemi di allocazione dei costi e dei benefici .... la molteplicità degli attori i poteri di veto sono distribuiti tra molte categorie è improbabile che le preferenze o le percezioni coincidano Nei sistemi democratici, le politiche pubbliche devono fare i conti con entrambe queste fonti di complessità

30 Uno spaccato della disciplina
La soluzione Per dare conto di un fenomeno complesso, è utile analizzarlo da molti punti di vista diversi. Disporre di molte prospettive aiuta a capire i problemi: v. applicazioni in fotogrammetria

31 Uno spaccato della disciplina
Disporre di molte prospettive diverse aiuta a capire i problemi

32 Uno spaccato della disciplina  le tante dimensioni rilevanti
Disporre di molte prospettive diverse aiuta a capire i problemi: v. applicazioni in medicina

33 Uno spaccato della disciplina
Molteplicità dei metodi di studio Le politiche pubbliche possono raccontare storie molto diverse a seconda del metodo con cui sono studiate, della lente con cui sono analizzate Esempio: le politiche per la sicurezza dei cittadini possono essere studiate da un economista per i loro costi e benefici monetari: prevenire costa meno che reprimere? possono essere studiate da un politologo per il loro impatto sul consenso elettorale dei vari partiti: quanti voti porta la prevenzione? e la repressione? possono essere studiate da un sociologo per i ruoli sociali che i diversi attori interpretano: come reagiscono le varie componenti della società a un rafforzamento della prevenzione o della repressione?

34 Uno spaccato della disciplina
La scena è sempre la stessa. Ma le interpretazioni possono essere diverse, a seconda degli occhi con cui la si guarda

35 Uno spaccato della disciplina
La crescita dell’interesse per l’analisi delle poliche pubbliche Negli ultimi 50 anni, è stata prodotta un’enorme mole di studi definiti con termini quali public policy, policy studies, policy sciences, policy analysis, policy evaluation. La crescita continua anche negli ultimi anni. Google Google “policy analysis” “policy studies” “policy sciences” 25.400 “policy evaluation” 76.600

36 Uno spaccato della disciplina  le tante dimensioni rilevanti
Per lo studio delle politiche pubbliche, due dimensioni sono particolarmente rilevanti le finalità della ricerca i metodi politica pubblica

37 Uno spaccato della disciplina  una mappa con due coordinate
Le finalità della ricerca Il polo prescrittivo Il polo descrittivo Studiare per migliorare le capacità di intervento: Progettisti di politiche Valutatori all’interno dei ministeri o degli assessorati negli studi professionali nelle organizzazioni di categoria nelle organizzazioni internazionali Studiare per capire come funzionano i centri di governo: Ricercatori Studenti all’interno delle università nei centri di ricerca

38 Uno spaccato della disciplina  una mappa con due coordinate
I metodi della ricerca Dalla raccolta dei dati alla formulazione delle ipotesi Esempi: ricerca su fonti statistiche in sociologia o in biologia Nello studio delle politiche pubbliche, è il modo di ragionare della sociologia, della scienza politica, della psicologia Il polo induttivo Dalla formulazione degli assunti alla verifica empirica Esempi: dimostrazioni geometriche Nello studio delle politiche pubbliche, è il modo di ragionare dell’economia Il polo deduttivo

39 Uno spaccato della disciplina  una mappa con due coordinate
FINALITA’ prescrittive descrittive METODI induttivi deduttivi analisi razionale delle politiche pubbliche (rational policy analysis) scelta pubblica (public choice) Come gli attori razionali sfruttano a loro vantaggio le situazioni di scelta pubblica? Che cosa si deve fare per indurre attori razionali a perseguire l’interesse comune? Logica dell’homo oeconomicus

40 Uno spaccato della disciplina  una mappa con due coordinate
Logica dell’attore sociale Che cosa si può fare per indurre gli attori sociali a perseguire fini collettivi? Come si muovono gli attori sociali nei processi che generano politiche pubbliche? FINALITA’ prescrittive descrittive METODI induttivi policy inquiry politiche pubbliche (public policy) deduttivi analisi razionale delle politiche pubbliche (rational policy analysis) scelta pubblica (public choice)

41 Uno spaccato della disciplina  una mappa con due coordinate
sociologia psicologia sociale antropologia scienze cognitive FINALITA’ prescrittive descrittive METODI induttivi policy inquiry politiche pubbliche (public policy) deduttivi analisi razionale delle politiche pubbliche (rational policy analysis) scelta pubblica (public choice) scienza politica sociologia politica storia politica pubblica scienza delle finanze management sciences teoria delle decisioni microeconomia game theory

42 Uno spaccato della disciplina  una mappa con due coordinate
Esempio: controllo dell’immigrazione clandestina FINALITA’ prescrittive descrittive METODI induttivi policy inquiry Quali risorse possono essere attivate per raggiungere un accordo sostenibile? es: interessi organizzati es; risorse informali (badante di Sirchia) politiche pubbliche (public policy) Gli attori sono molto sensibili agli interessi in gioco: I politici sono attenti agli umori dei loro elettorati Le organizzazioni non vogliono perdere consenso I burocrati coprono le inefficienze dell’amministrazione deduttivi Quali sono i costi e i benefici della regolarizzazione? Costi: amministrativi, finanziari .. Benefici: riduzione dei passaggi alla clandestinità analisi razionale delle politiche pubbliche (rational policy analysis) scelta pubblica (public choice)

43 3 L’analisi razionale delle politiche

44 Analisi razionale delle politiche pubbliche prime definizioni
Metodo ‘deduttivo’, ‘scientifico’, ‘razionale’, ‘economico’ Finalità prescrittive La domanda “che cosa ha senso fare davanti a un problema di policy?” è riformulata in questi termini: “quali procedure logiche occorre adottare per massimizzare le probabilità di successo e minimizzare i rischi di fallimento?” 2 tratti distintivi: l’accento sulla razionalità delle procedure l’importanza delle misurazioni

45 Analisi razionale delle politiche pubbliche  prime definizioni
l’accento sulla razionalità delle procedure All’inizio sta il problema Poi seguono una serie di operazioni per risolverlo in modo razionale

46 Analisi razionale delle politiche pubbliche  prime definizioni
2. l’importanza delle misurazioni “Se non puoi misurare una cosa, non puoi migliorarla” Lord Kelvin, primo presidente della International Electrotechnical Commission (1906) e inventore della

47 Analisi razionale delle politiche pubbliche
Le fasi dell’analisi delle politiche Dunn, 1981, p. 48

48 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
Fase Interrogativi 1. Comprensione del problema Qual è il problema? Come si manifesta il disagio? Chi lo manifesta? 2. Raccolta delle evidenze Che cosa si sa delle cause e delle conseguenze del problema? Quali variabili possono influire sugli esiti? 3. Individuazione delle finalità, degli obiettivi e delle alternative Quali sono le finalità generali? Quali sono gli obiettivi specifici? Quali sono le realistiche alternative di policy? 4. Valutazione ex ante Quali vantaggi e quali svantaggi presentano le varie alternative? 5. Monitoraggio e valutazione in itinere Le cose vanno realmente secondo le linee approvate? 6. Valutazione ex post Col ‘senno di poi’ che cosa si può dire? 7. Chiusura del ciclo E adesso che si fa?

49 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
La comprensione del problema Obiettivi dare maggiore precisione, concretezza e chiarezza a un problema scomporlo nei suoi multiformi aspetti darne una prima quantificazione proteggerlo dall'influenza delle mode, dei pregiudizi, della propaganda. Rilevanza è più grave sbagliare problema che sbagliare soluzione Strumenti spie del disagio (stampa, internet.) Interviste di gruppo, Focus group, Braistorming..

50 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
L’economia dà importanti spunti per capire l’origine di molti problemi di rilevanza collettiva I fallimenti del mercato Esternalità Beni pubblici Monopoli Asimmetrie informative Squilibri distributivi

51 Beni pubblici e esternalità
Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi Beni privati ed efficienza del mercato Beni privati escludibili e rivali: scarpe, case.. è logico attendersi che i mercati funzionino in modo efficiente nel procurare questi beni Rivali Non-rivali Escludibili Beni privati Monopoli naturali Non-escludibili Risorse comuni Beni pubblici e esternalità

52 Beni pubblici e esternalità
Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi Risorse comuni, beni pubblici, esternalità ed efficienza del mercato Beni pubblici non escludibili e non rivali: la difesa nazionale, la lotta alle epidemie... Risorse comuni rivali, ma non escludibili: pascoli, bacini per la pesca.. i mercati sono inefficienti quando sono in gioco questi beni, perché non riescono a garantire la loro produzione ottimale Rivali Non-rivali Escludibili Beni privati Monopoli naturali Non-escludibili Risorse comuni Beni pubblici e esternalità

53 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
Risorse comuni, beni pubblici, esternalità ed efficienza del mercato: iI problema del free rider Quando sono in gioco risorse comuni, beni pubblici o beni con esternalità, è razionale per ciascun individuo godere di quel bene senza pagare i costi necessari alla sua produzione o senza curarsi delle conseguenze per gli altri La tragedia dei commons Quando non è possibile escludere i consumatori, la tendenza è uno sfruttamento eccessivo del bene comune, fino ad arrivare alla sua distruzione

54 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
La tragedia dei commons d/d6/Water_pollution.jpg

55 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
Asimmetrie informative Nei mercati competitivi, il prezzo di mercato è un indicatore sintetico delle informazioni rilevanti per le parti coinvolte nelle transazioni. Se le informazioni rilevanti per lo scambio sono asimmetricamente distribuite tra le parti, allora una di esse gode di un vantaggio conoscitivo sull’altra parte. La consapevolezza del vantaggio conoscitivo può dar luogo ad un comportamento opportunistico da parte del contraente che gode del vantaggio conoscitivo. I comportamenti opportunistici possono generare equilibri inefficienti.

56 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
Asimmetrie informative 6/lapBand.html

57 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
Asimmetrie informative ANSA.it In Italia e' record di parti cesarei In ospedali Sud 60%, toccando addirittura 78% con i privati 31 agosto 2010 ROMA, 31 AGO - I parti cesarei, in costante aumento in Italia, nel hanno raggiunto il 38% delle nascite. L'Italia e' cosi' ai vertici (in negativo) della classifica europea. E con gli ospedali del Sud che sfiorano il 60%, toccando addirittura il 78% nelle strutture private. E' quanto afferma Onda, l'Osservatorio Nazionale sulla salute della donna, secondo la quale la percentuale dei parti cesarei arriva al 60,5% in Campania e al 52,4% in Sicilia.

58 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
Squilibri distributivi Nel modello ideale, il mercato competitivo e il meccanismo dei prezzi aumentano il benessere degli attori perché permettono loro di migliorare la loro posizione iniziale. Questo a patto che coloro che entrano nelle transazioni di mercato abbiano una dotazione minima di beni da scambiare. Ma non è sempre così.

59 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
17 ottobre 2008 L'annuncio esposto all'ospedale Molinette di Torino «Vendo rene e midollo». Disoccupato cerca i soldi per tornare in Puglia Immigrato 57enne, da tre anni senza lavoro: «Voglio tornare in campagna, è un paradiso rispetto a questa città»

60 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
2. La raccolta delle evidenze Obiettivi costruzione di un modello con le principali variabili: come evolve il sistema in assenza di interventi? su quali variabili occorre intervenire per riportarlo a equilibri accettabili? quale influenza possono esercitare le varie soluzioni sul tappeto? Rilevanza un quadro delle relazioni tra cause e effetti

61 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
3. Individuare finalità, obiettivi, alternative Finalità generali Obiettivi strumentali Opzioni alternative di policy Finalità 1 ridurre i costi di produzione di un laureato Obiettivo A ridurre del 5% in 3 anni l’abbandono degli studi universitari Politica 1 eliminazione dei vantaggi legati all’immatricolazione Politica 2 migliore informazione sui corsi di studio Politica 3 creazione di due diversi tipi di laurea Finalità 2 ridurre il gap con gli altri paesi europei ?? Finalità 3 avere laureati più rispondenti alle esigenze del mercato del lavoro Obiettivo B ridurre del 20% in 5 anni il tempo di attesa tra laurea e prima occupazione Politica 4 favorire gli stages con incentivi per le imprese Politica 5 favorire gli stages con incentivi agli studenti Finalità 4 ridurre i costi per le famiglie Obiettivo C accorciare del 20% in 5 anni i tempi medi di laurea Politica 6 aumentare le tasse per i fuoricorso Politica 7 penalizzare le facoltà con molti fuoricorso Politica 8 controllare i carichi didattici dei corsi Finalità 5 utilizzare in modo più intensivo le risorse degli atenei

62 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
4. La valutazione ex ante Obiettivi: anticipare gli effetti positivi e negativi orientare la scelta tra politiche alternative Rilevanza decisiva: da questa fase le alternative escono ordinate dalla più preferibile alla meno preferibile Strumenti 4 “e”: Misure di economicità Economy Misure di efficienza Efficiency Misure di efficacia Effectiveness Misure di equità Equity

63 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
Economicità cioè, fare in modo che le risorse necessarie abbiano i costi più bassi e siano disponibili nei tempi più appropriati stimare correttamente i costi, e ridurli il più possibile Efficienza cioè, individuare la soluzione con il miglior rapporto tra le risorse assorbite e i prodotti erogati

64 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
Misure di efficienza

65 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
Misure di efficienza L’analisi costi benefici (ACB o CBA) Individuazione di tutte le conseguenze - negative e positive - derivanti dall’adozione di un'alternativa di policy 2. Quantificazione dei costi e dei benefici in termini monetari e individuazione dell'orizzonte temporale. 3. Riduzione dei valori futuri al loro valore attuale 4. Stima delle probabilità e calcolo delle conseguenze attese 5. Confronto tra i risultati

66 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
Misure di efficienza L’ACB richiede che: una politica pubblica abbia un chiaro, singolo obiettivo, e un unico criterio per misurare il suo raggiungimento: l’uso più efficiente possibile delle risorse le risorse e le conseguenze delle diverse linee di policy siano monetizzabili Ma non sempre è così. Le politiche pubbliche possono avere obiettivi molteplici, valutabili con parametri che includono l’efficienza, ma anche altri criteri (appropriatezza, precauzione..) avere risorse e conseguenze non esprimibili in termini monetari richiedere una valutazione non solo quantitativa, ma anche qualitativa In questi casi, si ricorre ad altri strumenti, quali l’analisi multicriterio

67 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi

68 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
Misure di efficacia L’efficacia è la capacità di una politica pubblica di raggiungere i risultati per i quali era stata disegnata. Per sapere ex ante se una politica pubblica sarà o no efficace, si può ricorrere a questi strumenti: Valutazione sperimentale Analisi secondaria dei risultati conseguiti in altri contesti..

69 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
IL METODO SPERIMENTALE Tempo t1 Tempo t2 Esposizione alla policy Gruppo sperimentale Gruppo di controllo Differenza tra e = effetti policy

70 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
In molti settori di policy, un vero e proprio metodo sperimentale è difficile da adottare: i diritti non possono essere assegnati ad alcuni e negati ad altri, ecc. Ma si possono adottare provvedimenti in via sperimentale, a termine, e si possono studiare delle clausole valutative per vedere se i risultati ci sono stati o no

71 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
    Misure di equità uguaglianza dei punti di arrivo? uguaglianza delle risorse? Oggi, oltre che alle diseguaglianze economiche, sono considerati altri tipi di diseguaglianze: Age Dependants/caring responsibilities Disability Gender Race Religious Belief Transgender or transsexual Sexual Orientation

72 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
Il monitoraggio e la valutazione in itinere Obiettivi prevedere i requisiti per una corretta messa in opera sorvegliare la concreta attuazione della politica Rilevanza Le storie dell’implementazione come storie dell’orrore L’approccio top-down Strumenti L’analisi dell’input L’analisi del processo L’analisi degli esiti

73 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
L’analisi dell’input quali risorse sono davvero assorbite dal programma? L’analisi del processo ha funzionato il coordinamento tra le varie componenti? L’analisi degli esiti Prodotto (output) Risultato (outcome) Impatto

74 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
La valutazione ex post Obiettivi sistematico approfondimento e rielaborazione dei dati sui risultati e l’impatto confronto con i dati attesi nella valutazione ex ante l‘obiettivo è formulare una teoria delle cause dei successi o dei fallimenti, per proporre il riaggiustamento del programma o la sua soppressione

75 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
La valutazione ex post Se esistono strutture per il costante monitoraggio dei programmi, il compito del valutatore ex post è facilitato Es: Expect More, della Presidenza Usa Se sono state previste clausole valutative già nel disegno della politica, il compito del valutatore ex post è facilitato.

76 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi

77 Analisi razionale delle politiche pubbliche  le fasi
La chiusura del ciclo tre possibili scelte: 1. la prosecuzione della politica, giudicata tutto sommato soddisfacente la sua consistente modifica, con il ritorno all’inizio dello stesso percorso che abbiamo seguito, a partire da una diversa strutturazione del problema, capace di inglobare le difficoltà emerse nella fase di implementazione; la sua conclusione, perché gli obiettivi hanno perduto rilevanza, oppure sono stati conseguiti, o, all’opposto, si sono rivelati irraggiungibili anche con una profonda revisione dell’intervento

78 La vulnerabilità politica Il conflitto con i principi democratici
Analisi razionale delle politiche pubbliche  questioni aperte La vulnerabilità politica Il conflitto con i principi democratici La tendenza ai risultati negativi La sottovalutazione dei fallimenti del pubblico L’ignoranza dei costi politici Logica economica e logica politica non coincidono il caso della scelta di un programma di derattizzazione budget disponibile: euro costo per trattamento % di successo trattamenti finanziabili n. casi risolti metodo A 100 90% 90 metodo B 40 50% 250 125 metodo C 20 10% 500 50 rielaborato da Stokey e Zeckhauser, 1978

79 4. La policy inquiry

80 Dove siamo FINALITA’ METODI prescrittive induttivi deduttivi
Contributo delle scienze sociali: Sociologia Scienza politica Psicologia sociale Antropologia Teoria delle organizzazioni... FINALITA’ prescrittive descrittive METODI induttivi policy inquiry politiche pubbliche (public policy) deduttivi analisi razionale delle politiche pubbliche (ARP) (rational policy analysis) scelta pubblica (public choice)

81 Finalità prescrittive
La policy inquiry  Prime definizioni Metodo Finalità prescrittive Induttivo, ‘empirico’, ‘socio-psicologico’, ‘bottom-up’ I policy makers come attori sociali 2 tratti distintivi l’accento sulla complessità dei processi l’importanza delle rielaborazioni sociali: raccontare deduttivo, ‘scientifico’, ‘razionale’, ‘economico’ I policy makers come attori razionali 2 tratti distintivi: l’accento sulla razionalità delle procedure l’importanza delle misurazioni: contare Problem solving

82 Finalità prescrittive
La policy inquiry  Prime definizioni Metodo Finalità prescrittive Induttivo, ‘empirico’, ‘socio-psicologico’, ‘bottom-up’ I policy makers come attori sociali “quali processi sociali occorre avviare per raggiungere risultati accettabili?” La domanda “che cosa ha senso fare davanti a un problema di policy?” È formulata in termini diversi: deduttivo, ‘scientifico’, ‘razionale’, ‘economico’ I policy makers come attori razionali “quali procedure logiche occorre adottare per massimizzare le probabilità di successo e minimizzare i rischi di fallimento?”

83 Perché il termine inquiry
La policy inquiry  Prime definizioni Perché il termine inquiry Questo approccio, poco conosciuto in Italia, potrebbe essere chiamato ‘Analisi sociale delle politiche pubbliche’ o, meglio, ‘Analisi delle politiche pubbliche come costrutti sociali’. Ma la lingua inglese ha un termine che riassume bene lo spirito di questo approccio: ‘inquiry’.

84 La policy inquiry  Prime definizioni
Perché il termine inquiry ‘Inquiry’ è un termine difficilmente traducibile: è andare alla scoperta dell’ignoto per risolvere un problema

85 La policy inquiry  Prime definizioni
Perché il termine inquiry ‘Inquiry’ è un termine molto usato e molto amato dai pragmatisti americani Dewey, intitola una delle sue opere maggiori ‘Logic: the Theory of Inquiry’ (1938) Termini collegati: scoperta, esperienza, apprendimento collaborativo

86 La policy inquiry  Prime definizioni
Perché il termine inquiry

87 La policy inquiry  Prime definizioniPerché il termine policy inquiry
Inquiry è un modo di insegnare e di imparare da

88 Perché il termine policy inquiry
La policy inquiry  Prime definizioni Perché il termine policy inquiry Nel manuale è stata scelta questa etichetta per raggruppare tutti gli approcci che partono da un dato: le politiche pubbliche sono fatte – progettate, implementate, godute – da uomini e donne, che pensano e agiscono non in isolamento, ma come attori sociali.

89 Le origini: La nuova scienza dell’amministrazione
La policy inquiry  le origini Le origini: La nuova scienza dell’amministrazione 1947: Herbert Simon pubblica il suo rivoluzionario lavoro The Administrative Behavior: i principi del scientific management sono vaghi, contradditori, continuamente smentiti dalla pratica 1948: Dwigtt Waldo pubblica il volume, The Administrative State: le pretese della Progressive Era sono utopistiche 1954: Norton Long riassume in questi termini il risultato di tante evidenze empiriche: “Per quanto possa essere attraente un’amministrazione che riceve i suoi valori da policy makers legittimati politicamente, quest’idea ha un difetto fondamentale: non si accorda con i fatti della vita amministrativa”

90 Il disincanto La policy inquiry le origini
Anni ’70, Usa: riflessione sui limiti della prima generazione di ARP e sulle sue promesse mancate. Dalle grandi speranze alle grandi delusioni “Verso la fine degli anni sessanta stava diventando chiaro che le decisioni vanno distinte nettamente e sistematicamente dai loro effetti sociali. La strada verso la catastrofe sociale può essere lastricata delle migliori intenzioni. Leggi (o assegnazioni autoritarie) emanate per ridurre la povertà, per impedire l’inquinamento, o per alleviare le tensioni razziali possono finire in realtà per aggravare proprio quelle situazioni che erano dirette a migliorare” (Easton, 1971, p. 403 trad. it.) “Le notizie erano spaventose. Niente sembrava funzionare come doveva. I programmi lanciati con grandi speranze e suon di fanfare si rivelavano incapaci di raggiungere il loro obiettivo di cambiare la vita della povera gente” (C. Weiss, 1987, p. 41)

91 Reinventare il governo
La policy inquiry Reinventare il governo Impostazione anti o post manageriale, oggi spesso definita ‘Management 2.0’: Peter Drucker (1969 e 1985) Edwards Deming (1986) Tom Peters e Robert Waterman (1982) “In Out of the Crisis, page 101, Dr. Deming states the following as one of the seven deadly diseases: Evaluation of performance, merit rating, or annual review... The idea of a merit rating is alluring. the sound of the words captivates the imagination: pay for what you get; get what you pay for; motivate people to do their best, for their own good. The effect is exactly the opposite of what the words promise.” da

92 Reinventare il governo
La policy inquiry  l’affermazione del paradigma Reinventare il governo L’esperimento americano del 1992 “Gran parte di quello che definiamo management consiste nel rendere difficile alle persone svolgere il proprio lavoro” (National Performance Review, p. 42 trad. it.) “Nel tentativo di controllare praticamente qualsiasi cosa, siamo diventati talmente ossessionati dal dettare come le cose dovrebbero essere fatte - regolamentazione del processo, controllo degli input - al punto da ignorarne l’esito, i risultati (...). Nel pubblico, la teoria aziendale non è sufficiente” (Osborne e Gaebler, 1992, p. 47 e p. 55 trad. it.) “Sono le persone che lavorano accanto ai problemi che possono sapere meglio di chiunque altro come risolverli” (National Performance Review, 1993, p. 38 trad. it.). “Chi lavora in prima linea conosce meglio il lavoro e il modo di renderlo più efficiente dei manager che stanno a Washington” (National Performance Review, 1997, p. 2)

93 Le politiche come costrutti sociali
La policy inquiry Riferimenti teorici e metodologici 4 prospettive in larga parte complementari come conoscenze in uso Le politiche come costrutti sociali come ‘bidoni della spazzatura’ come interazioni tra molti attori come processi complicati

94 La policy inquiry  riferimenti teorici e metodologici
Le politiche come conoscenze in uso Per le scienze sociali, alla base delle politiche pubbliche stanno idee che riescono a farsi strada perché considerate plausibili, socialmente accettabili. 50 anni fa, bocciare i bambini di prima elementare era considerato un modo efficiente di garantire qualità all’istruzione pubblica. Oggi non più. Oggi è considerato un errore. Per uno scienziato sociale, è importante capire: come ci formiamo le idee dei problemi sociali come ci convinciamo delle cause che li provocano come ci affezioniamo a determinate soluzioni Insomma, per uno scienziato sociale il modo in cui si sviluppa la conoscenza dei fatti sociali è un tema di ricerca fondamentale per capire come nascono le politiche pubbliche e come si può intervenire per modificarle.

95 Questa impostazione è spesso etichettata come ‘razionalità sinottica’
La policy inquiry  le politiche come conoscenze in uso L’approccio alla conoscenza delle scienze economiche e manageriali tradizionali dà per scontato che la conoscenza sia: oggettiva, perché è sempre possibile distinguere i fatti dai valori sistematica, ‘naturalmente’ tendente alla completezza universalmente riconoscibile disponibile, priva di costi e di controindicazioni facilmente dominabile dalla mente umana Questa impostazione è spesso etichettata come ‘razionalità sinottica’

96 Capacità di riferire i dati ai contesti sociali in cui nascono
La policy inquiry  Le politiche come conoscenze in uso Per la policy inquiry, fondamentale per migliorare l’intervento nel policy making è ragionare non in termini di informazioni e di dati, ma di conoscenze: Capacità di riferire i dati ai contesti sociali in cui nascono Capacità di vedere i condizionamenti che influenzano la nostra percezione dei problemi sociali Capacità di avere un forte orientamento all’azione e di cogliere le possibilità di cambiamento

97 Non tutti i problemi di policy sono dello stesso tipo
La policy inquiry  Le politiche come conoscenze in uso Non tutti i problemi di policy sono dello stesso tipo ELEMENT STRUCTURE OF PROBLEM Well structured Moderately Structured Ill Structured Decision maker(s) One or few Many Alternatives Limited Unlimited Utilities (values) Consensus Conflict Outcomes Certainty or risk Uncertainty Unknown Probabilities Calculable Incalculable da PPA 691 – Seminar in Public Policy Analysis ,

98 La policy inquiry  Le politiche come conoscenze in uso
I problemi, le soluzioni, le tecniche, i destinatari, sono socialmente definiti e devono essere socialmente accettati per poter generare una politica pubblica. Il lavoro minorile I danni dell’ubriachezza La sicurezza sui luoghi di lavoro Lo spreco di energia I diritti dei conviventi Il diritto alla privacy in ambito sanitario sono tutti esempi di problemi percepiti in modo molto diverso nei diversi decenni e nei diversi gruppi sociali. 50 anni fa, che un bambino non desse una mano nell’officina del padre o nel negozio della madre era considerato un comportamento negativo. In alcune zone d’Italia, il grappino prima di andare a lavorare è considerato un modo corretto di iniziare la giornata. mettere il casco in molti cantieri edili è considerato poco virile. Ecc

99 La policy inquiry Le politiche come conoscenze in uso
i diversi significati evocati dal binomio sicurezza/città (ricerca del )

100 pratica sociale riflessiva
La policy inquiry  linee di ricerca Se la politica pubblica è analizzata come conoscenza in uso L’analisi diventa pratica sociale riflessiva

101 La plasmabilità dei frames
La policy inquiry  l'analisi come pratica sociale riflessiva La plasmabilità dei frames Il compito dell’analista di policy è: portare alla luce i frame impliciti, mostrare il loro radicamento nei ruoli sociali interpretati dalle diverse categorie di policy makers, agevolare il loro scongelamento, in modo da migliorare l'adattamento reciproco Attenzione: è un compito di grande responsabilità, che rischia di sconfinare nella manipolazione

102 La policy inquiry  l'analisi come pratica sociale riflessiva
L’importanza della sperimentazione "Le politiche non devono essere considerate come verità eterne, ma come ipotesi soggette a modifica e sostituzione da altre migliori, che a loro volta saranno rimpiazzate" (Wildavsky, 1992, p.16). Il pregiudizio a favore dell'azione Tom Peters: "salta prima di guardare" Le verità provvisorie Il senso comune "Lo studioso che nel suo lavoro volga le spalle agli argomenti del senso comune e al rapporto che quest'ultimo ha con gli impegni attivi del vivere, lo fa a proprio rischio" (Dewey e Bentley, 1945)

103 La policy inquiry  l'analisi come pratica sociale riflessiva
L’esperienza diretta è una straordinaria fonte di conoscenza, sia per i policy makers, sia per i policy takers

104 La policy inquiry  l'analisi come pratica sociale riflessiva
Da dove viene la conoscenza: impostazione top down impostazione bottom up

105 La policy inquiry  l'analisi come pratica sociale riflessiva
Seconda risorsa: l'apprendimento Imparare a imparare "Gli analisti dovrebbero valutare le politiche prendendo a riferimento il grado di apprendimento che consentono, la facilità con cui portano a identificare gli errori, e le motivazioni a correggerli prodotte dagli incentivi organizzativi" (Wildavsky, 1992, p. 392)

106 La policy inquiry  l'analisi come pratica sociale riflessiva
Terza risorsa: la riflessività Vedersi giocare "Noi sosteniamo che gli esseri umani possono fare oggetto di riflessione e di apprendimento il gioco del policy making anche mentre lo stanno giocando; più precisamente, durante l'azione essi sono capaci di riflettere sui conflitti tra i frame su cui si basano le controversie, in modo da scalfire la loro intrattabilità” (Schön e Rein, 1994). Re-framing

107 La policy inquiry  l'analisi come pratica sociale riflessiva
La scena è sempre la stessa. Ma le interpretazioni possono essere molte

108 La policy inquiry  l'analisi come pratica sociale riflessiva
Terza risorsa: la riflessività L’analista come professionista riflessivo ”L'ultimo principio raccomandato dalle policy sciences avanzate è di essere riflessivi, cioè consapevoli, autocritici, e capaci di autotrasformazione" (Dror, 1994). La capacità di mettersi nei panni degli altri come requisito per condurre una buona analisi L’analisi come mestiere e come arte "portare avanti la valutazione è un emozionante esercizio di immaginazione" (Cronbach, 1982)

109 La policy inquiry  l'analisi come pratica sociale riflessiva
Esempio di Learning Organization/Organizational Learning in campo profit

110 2. Le politiche come interazioni
La policy inquiry 2. Le politiche come interazioni I presupposti teorici: che cosa sostiene la teoria democratica pluralista “Risorse e bisogni esistono, in pratica, solo per il fatto che c’è qualcuno che ne è al corrente; a questo proposito, tutti gli interessati, presi nel loro complesso, ne sapranno sempre infinitamente di più di quanto ne potrà mai sapere l’autorità più competente” (Hayek, 1952, p. 207 trad. it.). ”Soltanto chi ha un interesse di parte è affidabile perché, proprio in quanto autointeressato, porterà alla luce ogni fatto e ogni argomento a sostegno del suo interesse” (Lindblom, , p. 35). “Le affermazioni sui bisogni ‘oggettivi’ delle persone stanno solo ad indicare le opinioni di qualcuno su ciò che gli altri dovrebbero desiderare” (Hayek, 1952, p. 148 trad. it.)

111 aggiustamento reciproco tra interessi di parte
La policy inquiry se la politica pubblica è analizzata come interazione l’analisi diventa aggiustamento reciproco tra interessi di parte

112 DUE STILI ALTERNATIVI DI ANALISI DELLE POLITICHE
La policy inquiry  ll’ aggiustamento reciproco tra interessi di parte DUE STILI ALTERNATIVI DI ANALISI DELLE POLITICHE Ponderazione intellettuale (cfr ARP) Interazione sociale Istituzioni Pianificazione Mercati e politica Calcoli Onnicomprensivi Parziali Calcolatori Decisione onnicomprensiva di una mente unitaria Molte menti che interagiscono Processo decisionale Inclusione e decisione Scambio e contrattazione Errore Prevenzione Correzione Criteri Il bene L’accordo Amministrazione Per ordini Per reazioni Tratta da Wildavsky, 1992, p. 123

113 La policy inquiry  l’ aggiustamento reciproco tra interessi di parte
Perché partigiano “L’analista rinuncia all’irrealizzabile obiettivo di trascendere gli interessi di parte, e impara a contenerne gli effetti col bilanciare quelli degli uni con quelli degli altri” (Fox, 1990). Perché reciproco La negoziazione e il compromesso che stanno alla base del processo democratico hanno un fondamento non solo pragmatico, ma anche normativo: “I programmi sono soluzioni, le soluzioni sono compromessi, e i compromessi sono più spesso fattibili anziché ottimali, soddisfacenti anziché perfetti, tollerabili anziché desiderabili" (Wildavsky, 1992). Perché aggiustamento “Anziché proporsi 'soluzioni' che possano essere giudicate con gli standard della razionalità, il policy making persegue accomodamenti, riconciliazioni, aggiustamenti e accordi che possono essere valutati solo provvisoriamente alla luce di standard quali l'onestà, l'accettabilità, l'apertura alla riconsiderazione e la rispondenza a una varietà di interessi" (Lindblom, 1980).

114 L’intervento in positivo: la valorizzazione dei networks
La policy inquiry  ll’ aggiustamento reciproco tra interessi di parte L’intervento in positivo: la valorizzazione dei networks "Le politiche pubbliche sono formulate in misura crescente in infrastrutture politiche informali, al di fuori di canali convenzionali quali le organizzazioni legislative, esecutive e amministrative. Gli attuali processi di policy emergono da complesse costellazioni di attori e da interdipendenze delle risorse, e le decisioni sono spesso prese in modo molto decentralizzato e informale" (Kenis e Schneider, , p. 27).

115 3. Le politiche come processi
La policy inquiry 3. Le politiche come processi ”Noi consideriamo il policy making come un processo estremamente complesso, senza un inizio o una fine, con confini che rimangono in gran parte incerti” (Lindblom, 1980, p. 5) ”Il governo è un continuo via vai di attività, con gente in vari ruoli che s’imbatte in problemi, nuove condizioni, regole discordanti, richieste di servizi senza precedenti e proclami di altri uffici. Sbrigando il suo lavoro giornaliero, questa gente avanza per piccoli passi da diverse direzioni, senza una piena consapevolezza che le sue azioni stanno spingendo una politica lungo una certa strada, precludendo altre risposte (..). Con l’andare del tempo, questa serie di piccoli atti fissa la direzione di quella politica, e anche i suoi limiti. La gente diventa consapevole del fatto che è stata fatta una politica pubblica solo retrospettivamente” (Weiss, 1982, p. 25)

116 La policy inquiry  le politiche come processi
“La formulazione del problema è più vicina alla fine che all’inizio dell’analisi” (Wildavsky, 1992) La prospettiva top-down: dalla definizione dei fini alla scelta dei mezzi per la concreta implementazione La prospettiva bottom-up: dai mezzi per la concreta implementazione all’interpretazione dei fini

117 La circolarità del policy making
La policy inquiry  le politiche come processi La circolarità del policy making Ogni momento del policy making può essere visto come chiusura di un percorso, o come inizio di un altro, come implementazione di una precedente scelta, o come irruzione di un nuovo problema

118 gestione dell’incrementalismo sconnesso
La policy inquiry se la politica pubblica è analizzata come processo l’analisi diventa gestione dell’incrementalismo sconnesso

119 L’implementazione come momento della verità
La policy inquiry  l’incrementalismo sconnesso L’implementazione come momento della verità ”La tesi è che non c’è politica pubblica finché l’azione dei governi non produce conseguenze che sono percepite dai vari pubblici e che sono da loro considerate significative” (Lynn, 1987, p. 31). ‘La verità non può essere separata dal processo della sua implementazione. Lo ripetiamo: la 'verità' è la conoscenza che si acquisisce attraverso il processo di implementazione" (Churchman e Mitroff, 1998, p. 117) 1973: Pressman e Wildavsky, Implementation sottotitolo: ”Come le grandi aspettative a Washington sono infrante a Oakland; ovvero, perché sarebbe sorprendente che i programmi federali funzionassero veramente, in questa saga dell’amministrazione dello sviluppo economico raccontata da due osservatori simpatetici, che cercano di costruire una morale su una base di speranze crollate”.

120 La policy inquiry  l’incrementalismo sconnesso
L’implementazione come momento della verità A Milano L'antivirus sfida il Tribunale «Troppo pesante, rete in tilt» Bloccati i pc del Riesame MILANO - È la cancelleria dell'ufficio giudiziario competente sui detenuti di 12 carceri lombarde: eppure in questi giorni i computer del Tribunale di Sorveglianza di Milano lavorano alla moviola quando va bene, si fermano quando va male. Rallentati. A singhiozzo. Qualche volta proprio «impallati». Perché nessuno li nutre? Al contrario: perché sono nutriti «troppo» bene. Protetti, da qualche giorno, da un antivirus molto efficace: un software che però, per funzionare, richiede una quantità di memoria ram che la maggior parte dei vetusti computer delle cancellerie non possiedono. È l'ultimo dei tanti paradossi della digitalizzazione della giustizia, tanto sbandierata a parole quanto ancora velleitaria nei fatti. (..) Luigi Ferrarella 15 ottobre 2010

121 Il ribaltamento del rapporto mezzi/fini
La policy inquiry  l’incrementalismo sconnesso Il ribaltamento del rapporto mezzi/fini “(Il policy making) è un processo di approssimazioni successive a qualche obiettivo desiderato, dove anche ciò che è desiderato è continuamente sottoposto a riconsiderazione” (Lindblom, 1959, 86). “Noi scopriamo i nostri obiettivi e l’intensità che assegniamo loro solo quando consideriamo politiche o programmi specifici. Articoliamo i nostri fini quando valutiamo i nostri mezzi” (Schultze, 1968, p. 38) “Fini e mezzi sono scelti insieme, e ciò che la vita ha unito, la policy analysis non separi” (Wildavsky, 1992, p. 27)

122 La policy inquiry  l’incrementalismo sconnesso

123 L’opzione a favore della linea del fronte
La policy inquiry  l’incrementalismo sconnesso L’opzione a favore della linea del fronte Lipsky, 1980: “Le decisioni dei burocrati a livello di strada, le routine che adottano e i marchingegni che inventano per fronteggiare le incertezze e le pressioni del lavoro, diventano le politiche pubbliche effettivamente attuate” National Performance Review, 1993: “I dipendenti pubblici di prima linea, vale a dire coloro che lavorano giornalmente a contatto con i clienti, sono spesso i più adatti ad indicare soluzioni e strategie atte a promuovere il servizio. Giorno dopo giorno, essi sono il punto di riferimento delle più disparate lamentele e delle più ragionevoli richieste; giorno dopo giorno, essi registrano immediatamente la soddisfazione che manifestano i clienti quando le loro aspettative sono soddisfatte. Non vi è dubbio alcuno che, una volta interpellati i clienti per identificare i servizi richiesti, siano poi proprio i front-line workers a poter indicare il modo migliore per fornirli”

124 La policy inquiry  l’incrementalismo sconnesso
E’ nei particolari che si nasconde il diavolo

125 La policy inquiry  l’incrementalismo sconnesso
L’incrementalismo e la responsabilità sociale Pressman e Wildavsky “Si fanno meno promesse quando si ha una più chiara consapevolezza degli ostacoli per rispettarle: ma se ne mantengono di più” Vincent Ostrom: “La tirannia in piccolo non è più giustificata di quella in grande” 1992 – Wildavsky: “E’ da irresponsabili sia impiegare le risorse per finalità secondarie, reprimendo le potenzialità degli altri, sia promuovere obiettivi che non possono essere perseguiti, quanto meno a costi accettabili” National Performance Review: “Una delle regole basilari del servizio al cliente è quella di non promettere più di quanto possa essere concretamente mantenuto; al limite, è preferibile promettere prestazioni più limitate ed eventualmente riservare motivo di sorpresa con un risultato superiore (...) Del resto, anche la Disney procede con lo stesso criterio: lungo i percorsi di attesa posiziona cartelli che precisano il tempo necessario per raggiungere un’altra destinazione, come il Monte Space o i Pirati dei Caraibi”

126 La policy inquiry  l’incrementalismo sconnesso
A Chiaverano, comune del Torinese, nasce una nuova figura Dal guasto al problema personale, in giunta c'è chi risponde L'assessore che risolve solo le Piccole cose dal nostro inviato JENNER MELETTI CHIAVERANO (Torino) - Dice di non essere invidioso degli altri assessori. (...) Lui, Nicola Moscato, anni 33, professione artigiano giardiniere, è "Assessore alle Piccole Cose". "All'inizio - ammette - ci sono rimasto male. Quando il sindaco mi ha consegnato questo assessorato, con un nome che può anche fare ridere, ho pensato: allora conto davvero poco. Poi ho scoperto una cosa importante: in un Comune che ha pochi soldi, si riescono a fare solo le piccole cose. Altra osservazione: le piccole cose riguardano ogni branca del Comune. Conclusione: mi sono accorto di essere, forse, l'assessore più importante". La repubblica.it 24 novembre 2009

127 4. Le politiche come bidoni della spazzatura (garbage can)
La policy inquiry 4. Le politiche come bidoni della spazzatura (garbage can) Dubbi sulla razionalità economica "Primo, in politica gli individui vedono ciò che si deve vedere (..) Secondo, in politica agli individui piace ciò che deve loro piacere (..) Terzo, in politica gli individui vedono quello che si aspettano di vedere (..) Quarto, in politica gli individui preferiscono quello che si aspettano di preferire (..) Quinto, in politica gli individui vedono quello che ci si aspetta che loro vedano e, Sesto, preferiscono ciò che ci si aspetta che loro preferiscano" (March e Olsen, 1989, pp )

128 Impossibile non dirci creduloni
La policy inquiry  Le politiche come bidoni della spazzatura Dubbi sulla razionalità economica v. Corriere della Sera, 12 novembre Impossibile non dirci creduloni La mente umana è istintivamente frettolosa nel trarre conclusioni e tende sempre a considerare come vero quello che le piace di più “(..) Alla nostra innata approssimazione e frettolosità di giudizio si aggiunge anche l' universale propensione a credere a ciò che ci fa più piacere credere. Già Terenzio dice: «Tu credi in ciò che speri ardentemente», e gli fa eco Francesco Bacone: «L' uomo preferisce credere ciò che preferisce sia vero». Soprattutto si crede vero ciò di cui si è convinti. Le nostre convinzioni, o credenze - come le chiama l' autore - sono tra le cose alle quali siamo più affezionati e senza le quali, per dir la verità, non sapremmo vivere.” Boncinelli Edoardo (recensione al libro di Lewis Wolpert, Sei cose impossibili prima di colazione,Codice Edizioni)

129 La policy inquiry  Le politiche come bidoni della spazzatura
Path dependency “dove si va a finire dipende da dove si viene” (Bowles and Gintis, 1993) Gli esiti delle decisioni sono condizionati dalla strada imboccata al momento della prima biforcazione tra due scelte alternative. Effetto A percorso A politica x percorso B politica x Effetto B

130 La policy inquiry  Le politiche come bidoni della spazzatura
Path dependency: Dato che azzerare le condizioni di partenza può essere molto costoso, le alternative che sopravvivono agli aggiustamenti per prova-errore possono non essere quelle in astratto più efficienti

131 I resoconti come giustificazione ex post
La policy inquiry  Le politiche come bidoni della spazzatura I resoconti come giustificazione ex post "Posti davanti alla confusione dell'ambiguità, dell'incertezza, del conflitto e dell'impotenza, gli attori politici (political) cercano di imporre un ordine e un senso al mondo intorno ad essi. E così sviluppano storie coerenti di esperienze e teorie circa il perché il mondo va come va" (March e Olsen, p. 202) "L'uso dei resoconti per spiegare, giustificare e scusare l'azione è una caratteristica fondamentale del discorso civilizzato. L'azione umana deve essere interpretata come comprensibile, valutata, collocata nell'intelaiatura delle aspettative normali e giudicata come appropriata”. “La responsabilità politica è piena di ambiguità, ambivalenze e contraddizioni (...). Per molti aspetti, dunque, considerare qualcuno responsabile, o corresponsabile, è un atto di ingiustizia" (March e Olsen, ) Molteplicità degli attori Complessità delle cause Oscurità degli standard di valutazione

132 La policy inquiry  Le politiche come bidoni della spazzatura
La concomitanza temporale 1976: March e Olsen (1976) chiamano il loro approccio 'bidone della spazzatura‘ è il fattore tempo a determinare l'amalgama di quel miscuglio di problemi, soluzioni e attori che pomposamente definiamo scelte. Analisi razionale modello causa-effetto Garbage can  criterio della concomitanza temporale "Nel processo a bidone della spazzatura, si assume che gli arrivi delle occasioni di scelta, dei problemi, delle soluzioni e dei decisori siano esogeni e regolati dal tempo. Problemi e soluzioni sono attaccati alle scelte, e quindi tra di loro, non da qualche collegamento mezzi-fini, ma per la loro vicinanza temporale. Al limite, ad esempio, una qualunque soluzione può essere associata a un qualunque problema, purché entrambi siano evocati nello stesso tempo (...). Le occasioni di scelta mettono insieme decisori, problemi e soluzioni" (March, 1994, p. 200).

133 La policy inquiry  Le politiche come bidoni della spazzatura
opportunità di scelta

134 La dissociazione tra processo decisionale e decisione
La policy inquiry  Le politiche come bidoni della spazzatura La dissociazione tra processo decisionale e decisione Le decisioni sono quel che si produce quando un’opportunità di scelta crea un cortocircuito tra gli attori, le soluzioni e i problemi in quel momento sulla scena

135 stare in bilico sul caos
La policy inquiry  linee di ricerca se la politica pubblica è analizzata come bidone della spazzatura l’analisi diventa stare in bilico sul caos

136 La policy inquiry  in bilico sul caos
I limiti della sperimentazione e dell'apprendimento: "Spesso gli eventi sono difficili da osservare con precisione o da capire interamente. Nello stesso momento succedono molte cose tra loro collegate, e la loro informazione è incompleta e deformata. Le organizzazioni sono complessi miscugli di individui con interessi, competenze, identità e sentimenti tutti diversi. Persone diverse imparano cose diverse dalla stessa ambigua storia" (March, 1994, p. 82) “I decisori raccolgono informazioni e non le usano; ne chiedono ancora di più e le ignorano; prima decidono, poi cercano le informazioni cruciali; raccolgono ed elaborano una gran massa di informazioni che hanno poca o nessuna diretta rilevanza per le loro decisioni" (March, 1994) “hot-stove effect” (March): il gatto che salta su una stufa bollente poi non ci salta più. Così perde l’occasione di saltarci su quando è fredda

137 La policy inquiry  in bilico sul caos
La nuova visone ‘on the edge of chaos”: il caos come opportunità per il management "Sia la teoria del caos, sia il Total Quality Management danno forza all'idea che quando i sistemi abbandonano i loro normali parametri operativi, allora si dischiudono occasioni per nuovi processi e nuove soluzioni ai problemi" (Kiel, 1997) ”Un corpo in buona salute è un corpo caotico” (Gleick, )

138 La policy inquiry  in bilico sul caos
Ordine, complessità, caos "Una goccia d'acqua che si spande nell'acqua, le fluttuazioni delle popolazioni animali, la linea frastagliata di una costa, I ritmi della fibrillazione cardiaca, l'evoluzione delle condizioni meteorologiche, la forma delle nubi, la grande macchia rossa di Giove, gli errori dei computer, le oscillazioni dei prezzi Sono fenomeni apparentemente assai diversi, che possono suscitare la curiosità di un bambino o impegnare per anni uno studioso, con un solo tratto in comune: per la scienza tradizionale, appartengono al regno dell'informe, dell'imprevedibile dell'irregolare. In una parola al caos. Ma da due decenni, scienziati di diverse discipline stanno scoprendo che dietro il caos c'è in realtà un ordine nascosto, che dà origine a fenomeni estremamente complessi a partire da regole molto semplici." (J.Gleick, Chaos)

139 La policy inquiry  in bilico sul caos
Complessità: i sistemi non lineari

140 La policy inquiry  in bilico sul caos
Sistemi non lineari e sensibilità alle condizioni iniziali: cfr. Path dependency

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Sistemi non lineari «È come essere dentro un videogame: arriva un mostro, lo batti, e mentre tiri il respiro ne arriva un secondo, diverso. E poi un terzo, ancora più grande, e un quarto. Il primo mostro sono stati i mutui, ed in qualche modo sono stati gestiti. Ora sta arrivando il secondo, le carte di credito, che in America sono carte di debito, e anche questo potrebbe essere gestito. Si sta avvicinando il terzo mostro, i finanziamenti alle imprese, inclusi i corporate bond in scadenza. E sullo sfondo si profila il supermostro, i "derivati"». Che nessuno sa che forma abbia...” dall’intervista del ministro Tremonti al ‘Corriere della sera’, 9 novembre 2008

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