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DAL RICICLAGGIO ALLO SMALTIMENTO

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Presentazione sul tema: "DAL RICICLAGGIO ALLO SMALTIMENTO"— Transcript della presentazione:

1 DAL RICICLAGGIO ALLO SMALTIMENTO
I RIFIUTI DAL RICICLAGGIO ALLO SMALTIMENTO ok Alessio Fidanza Di Pancrazio Matteo Flocco Andrea Neviconi Simone Norscia Francesco Riccardo Squeo

2 Ma cosa sono i rifiuti? I rifiuti sono tutto quanto risulta di scarto o avanzo alle più svariate attività umane. La Comunità europea, con la Direttiva n.2008/98/Ce del 19 novembre 2008 (Gazzetta Ufficiale Europea L312 del 22 novembre 2008) li definisce sottoprodotti, e, in particolare, qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l'intenzione o l'obbligo di disfarsi. ok

3 La classificazione dei rifiuti
I rifiuti urbani i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di prima, assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità; i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua; i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; i rifiuti provenienti da esumazioni nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale. Da rifare

4 I rifiuti speciali i rifiuti da attività agricole e agro-industriali;
i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavo; i rifiuti da lavorazioni industriali, i rifiuti da lavorazioni artigianali; i rifiuti da attività commerciali; i rifiuti da attività di servizio; i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi; i rifiuti derivanti da attività sanitarie; i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti; i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti; il combustibile derivato da rifiuti; i rifiuti derivati dalle attività di selezione meccanica dei rifiuti solidi urbani.

5 Il decreto Ronchi Il decreto Ronchi è il primo decreto in materia di rifiuti. Uscito il 22 febbraio 1997 esso stabilisce: la prevenzione; la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti; il recupero dei rifiuti mediante riciclo, il reimpiego, il riutilizzo o ogni altra azione intesa a ottenere materie prime secondarie; L’uso di rifiuti come fonte d’energia. Inoltre punta su: puntare all'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani negli ambiti territoriali ottimali; minimizzare i movimenti di rifiuti; utilizzare le tecnologie più idonee per garantire la protezione dell'ambiente e la salute pubblica. Adesso però dobbiamo adattarci alle normative europee ok

6 Lo smaltimento dei rifiuti
Il sistema di smaltimento dei rifiuti solidi più diffusamente utilizzato in Europa è quello del confinamento in discariche controllate nelle quali viene trasportato l’88% dei rifiuti solidi urbani e l’82% di quelli industriali. Il resto dei rifiuti solidi prodotti viene in gran parte bruciato negli inceneritori, mentre solo una minima parte viene inviata negli impianti di compostaggio e riciclaggio . La scelta della tecnologia di smaltimento si basa quasi unicamente su valutazione relative ai costi di istallazione e di gestione degli impianti. In Italia attualmente solo il 7% dei rifiuti prodotti viene riciclato. Recentemente, una serie di leggi ha imposto alle amministrazioni locali di provvedere a raccolte differenziate dei rifiuti, così da incoraggiare il riciclaggio. ok

7 Le discariche La discarica di rifiuti è un luogo dove vengono depositati in modo non selezionato i rifiuti solidi urbani e tutti i rifiuti provenienti dalle attività umane (detriti di costruzioni, scarti industriali, eccetera) che non si è voluto o potuto riciclare, inviare al trattamento meccanico-biologico (TMB) eventualmente per produrre energia tramite bio-ossidazione a freddo, gassificare o, in ultima ratio, bruciare ed utilizzare come combustibile negli inceneritori (inceneritori con recupero energetico o termovalorizzatori). ok La normativa italiana col Dlgs. 36/2003 recepisce la direttiva europea 99/31/CE che prevede tre tipologie differenti di discarica: discarica per rifiuti inerti discarica per rifiuti non pericolosi (tra i quali gli RSU, Rifiuti Solidi Urbani) discarica per rifiuti pericolosi (tra cui ceneri e scarti degli inceneritori).

8 un terreno di fondazione e sottofondo della discarica;
Per compiere efficacemente il suo compito, e cioè limitare tali emissioni nocive e non diventare sorgente di inquinamento per il suolo o per l'idrosfera, una discarica deve essere progettata in modo adeguato e secondo tutte le relative norme di legge. Le discariche moderne devono essere costruite secondo una struttura a barriera geologica in modo da isolare i rifiuti dal terreno, rispettare gli standard igienici e la biosfera, riutilizzare i biogas prodotti come combustibile per generazione di energia. La struttura in genere è del tipo a "deposito sotterraneo", costituita dal basso verso l'alto nel seguente modo: un terreno di fondazione e sottofondo della discarica; una barriera di impermeabilizzazione sul fondo e sui fianchi costituita da geomembrane per impedire la fuoriuscita del percolato; un sistema di drenaggio del percolato; l'ammasso dei rifiuti in strati compattati; le coperture tra i vari strati; un sistema per la captazione del biogas; la copertura finale provvista di piante. Ok

9 L’ecomafia La parola ecomafia è un termine coniato da Legambiente per indicare le organizzazioni criminali che commettono reati arrecanti danni all'ambiente. I reati possono avvenire ad ogni livello del ciclo dei rifiuti: produzione, trasporto e smaltimento. Il produttore può dichiarare il falso sulla quantità o sulla tipologia di rifiuti da smaltire, oppure incaricare dell'operazione imprese che lavorano sottocosto, essendo a conoscenza del fatto che utilizzeranno metodi illegali. A livello di trasporto, possono venire manomessi i documenti di classificazione della merce, nelle operazioni di smaltimento infine la maggior possibilità che avvengano truffe: finte trasformazioni, bancarotte fraudolente degli impianti di trasformazione con il risultato di abbandonare sul posto i materiali, trattamenti inadeguati, abbandono di rifiuti in discariche abusive. Ecomafia

10 Gli inceneritori Gli inceneritori sono impianti principalmente utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura (incenerimento) che dà come prodotti finali un effluente gassoso, ceneri e polveri. Negli impianti più moderni, il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia elettrica o come vettore di calore (ad esempio per il teleriscaldamento). Questi impianti con tecnologie per il recupero vengono indicati col nome di inceneritori con recupero energetico, o più comunemente termovalorizzatori. ok

11 Un’alternativa a discariche ed inceneritori
Il riciclaggio Un’alternativa a discariche ed inceneritori Per riciclaggio dei rifiuti si intende l'insieme di strategie volte a recuperare materiali dai rifiuti per riutilizzarli invece di smaltirli. Possono essere riciclate materie prime, semilavorati, o materie di scarto derivanti da processi di lavorazione, da comunità di ogni genere (città, organizzazioni, villaggi turistici, ecc), o da altri enti che producono materie di scarto che andrebbero altrimenti sprecate o gettate come rifiuti. Il riciclaggio previene lo spreco di materiali potenzialmente utili, riduce il consumo di materie prime, e riduce l'utilizzo di energia, e conseguentemente l'emissione di gas serra. Il riciclaggio è un concetto chiave nel moderno trattamento degli scarti ed è un componente insostituibile nella gerarchia di gestione dei rifiuti. Riguardare spazio tra le frasi altrimenti ok

12 Il riciclo della carta Il processo di riciclo della carta avviene in diversi punti: Vengono accumulati grandi mucchi di carta da macero; La carta viene introdotta in una vasca di acqua calda attraverso dei nastri trasportatori. L’acqua trasforma la carta in poltiglia; inoltre una calamita attrae gli oggetti metallici; Portato da un nastro trasportatore, la poltiglia viene fatta passare attraverso dei vibrovagli in acciaio con maglie sottili; Ridotto in pasta, il materiale viene spruzzato su un altro nastro che lo porterà su un gran feltro, prendendo così la forma di un foglio; ok Una serie di rulli riscaldati comprimono il materiale per farne uscire l’acqua e per asciugarlo; Dopo aver controllato la qualità del cartone, esso è asciutto e pronto per essere utilizzato

13 Il riciclo dell’alluminio
L'alluminio è il metallo più utilizzato dopo l'acciaio. Attualmente un quarto dei fabbisogni di alluminio dell'Europa è soddisfatto utilizzando metallo di seconda fusione che può essere a sua volta riciclato indefinitamente. Lo stesso metallo potrebbe essere coperchio di un contenitore di yoghurt per due mesi, riapparire come componente di un motore d'automobile per molti anni, ritornare disponibile per una terza volta. Considerato che riciclare l'alluminio significa risparmiare il 95% dell'energia necessaria per produrlo dal minerale, la maggior parte dei paesi industrializzati continua a sviluppare sistemi di raccolta dei rottami che oggi recuperano sino al 70% di tutti i componenti di alluminio nelle automobili. Dato che l'impiego dell'alluminio nei trasporti, negli elettrodomestici, nell'imballaggio ed in altri settori è in fase di crescita, la raccolta ed il riutilizzo del metallo rivestono sempre maggiore interesse.

14 Il riciclo del vetro La prima lavorazione consiste in una cernita manuale, volta ad eliminare i corpi estranei di grosse dimensioni Successivamente, il vetro viene vagliato per suddividerlo in 2 o 3 frazioni che vengono sottoposte ad una nuova cernita manuale per rimuovere frammenti di ceramica, porcellana, pietre, corpi metallici, plastica, ecc. Nella fase successiva avviene la frantumazione delle frazioni grossolane su impianti che devono operare senza produrre eccessive quantità di polvere di vetro e garantendo la completa assenza di frammenti di grosse dimensioni Quindi, il materiale viene trattato con elettrocalamite e/o con magneti al neodimio per rimuovere i corpi magnetici presenti. Il rottame viene quindi sottoposto ad una ulteriore selezione tramite aspirazione per allontanare i corpi leggeri (carta, alluminio, legno, ecc.) che vengono raccolti ed abbattuti da un ciclone Il materiale viene poi ulteriormente selezionato da macchine automatiche capaci di individuare e scartare i corpi metallici non ferrosi(alluminio, piombo, rame) i corpi opachi presenti, consentendo quindi lo scarto di prodotti non fusibili quali ceramica, porcellana, sassi, ecc. L'ultima fase del processo è una definitiva cernita manuale per eliminare i piccoli residui di ceramica, pietre e metalli ancora presenti malgrado le precedenti operazioni

15 Il riciclo della plastica
Perché riciclare la plastica? Non è biodegradabile e alcune tipologie di plastica contenenti cloro producono diossina quando bruciate. È necessario quindi riciclarla il più possibile. Ma siccome esistono diversi tipi di plastica, non possono essere miscelati tra loro. Esistono tuttavia impianti che permettono di separare automaticamente le varie tipologie di plastiche in tempi rapidi e quindi economicamente vantaggiosi, e sono già stati adottati in diversi paesi; la maggior parte di essi opera in più stadi separando le diverse tipologie di materie plastiche per densità. Si opera con liquidi di differente densità che discriminano tra i diversi tipi di plastiche attraverso il galleggiamento o l'affondamento. Il principio è quello della spinta di Archimede che dipende anche dalla densità del liquido in cui è immerso il materiale. Si può operare ad esempio con alcol, soluzioni acquose, alcoliche, acqua, ecc..

16 FINE ok


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