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Preparazione, concimazione irrigazione

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Presentazione sul tema: "Preparazione, concimazione irrigazione"— Transcript della presentazione:

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2 Preparazione, concimazione irrigazione
Il terreno Preparazione, concimazione irrigazione Dott. Cintoni Carlo

3 Definizione e caratteristiche del suolo
Il suolo è lo strato più superficiale della crosta terrestre E’ un insieme di sostanze organiche e minerali ( 50% del volume)  E’ un sistema complesso, eterogeneo di tre fasi: solida, liquida e gassosa.  E’ un compartimento di un ecosistema più generale, è un sistema aperto con un continuo scambio energetico interno ed esterno  E’ una interfaccia molto delicata dell’ecosfera, difficile e costosa da rinnovare  E’ un importante filtro biologico  E’ la parte esplorata dalle radici e nella quale operano i microrganismi

4 Definizione e caratteristiche del suolo
 Viene suddiviso in: Strato attivo (eluviale) cm Cosiddetto perche l’acqua presente è di tipo percolante Strato inerte (illuviale) Cosiddetto perche l’acqua presente è di tipo risalente Sottosuolo

5 Il suolo La Pedologia (dal greco pedon, pedon, suolo e logos, logos, discorso) è la scienza che studia i suoli come corpi naturali, considerandone la genesi, la natura, la distribuzione e la classificazione. Il termine Pedologia fu coniato da Fallou nel 1862, prima ancora che questa assurgesse al rango di scienza autonoma. Ed in effetti, la Pedologia come scienza è relativamente giovane: il suo anno di nascita si fa coincidere con quello della pubblicazione nel 1883 da parte di Vassili Vassilievich Dokuchaev considerato il fondatore della Pedologia, di un libro sui “Chernozem della Russia”, particolari suoli che caratterizzano l’ampia steppa russa.

6 Ecosistema suolo Introduzione
Il suolo è una struttura dinamica che ha una origine una vita una fase terminale La qualità del suolo è definita come l’insieme delle proprietà fisiche, chimiche e biologiche che forniscono un substrato per la crescita delle piante regolano e ripartiscono l’acqua nei diversi comparti del sistema ambientale governano le trasformazioni di composti potenzialmente nocivi per l’ambiente. La qualità e lo stato di “salute” del suolo sono vitali per la sostenibilità della vita sulla terra: determinano la produzione alimentare la qualità dell’ambiente l’equilibrio globale le molteplici funzioni degli ecosistemi e come conseguenza, la vita di piante, animali, uomo.

7 Il suolo Il suolo è il risultato di processi di alterazione che interessano roccia e materiali organici: ha origine dall’azione combinata di diversi fattori, che interagiscono tra loro in infinite combinazioni, dando luogo infine ad una tipologia pedologica ben determinata.

8 Fasi della formazione di un suolo
I. Il basamento roccioso inizia a disintegrarsi per azione dei cicli di gelo e disgelo, della pioggia e di altri fattori ambientali II. La roccia si trasforma in materiale incoerente, che a sua volta si decompone in particelle minerali più fini III. I microrganismi presenti contribuiscono alla formazione del suolo favorendo la degradazione della materia organica e la differenziazione del suolo in orizzonti IV. Infine si raggiunge lo stadio in cui il suolo può sostenere una fitta vegetazione

9 Orizzonti (profilo pedologico)
 Profilo del suolo è una sezione trasversale di un suolo maturo.  Orizzonte è ogni strato nel profilo, individuato dal cambiamento del colore e dell’aspetto generale. O Organico suddiviso in O1 = lettiera O2 = residui decomposti A Attivo humus, organico-minerale E Transizione particelle minerali B Inerte processi anaerobici, radici C Substrato pedogenetico alterato R Roccia madre

10 Campionamento del suolo
Sul suolo si possono effettuare numerose analisi per definire le sue qualità fisiche chimiche e biologiche In base alla finalità, le analisi del suolo vengono raggruppate in: 1. Analisi di caratterizzazione 2. Analisi di controllo 3. Analisi di diagnostica comparativa Al fine di ottenere un campione omogeneo e rappresentativo è necessario: 1. Definire l’epoca del campionamento 2. Individuare la zona di campionamento 3. Definire il numero e la ripartizione dei campioni (sub-campioni) 4. Stabilire la profondità e le modalità di esecuzione del prelievo 5. Formare il campione globale (campione mediato) da sottoporre ad analisi

11 Attrezzatura per il prelievo dei campioni
Lo strumento più idoneo utilizzato per il prelievo del terreno è la trivella a sonda o carotatrice Inoltre sono necessari: Secchi per riporvi i campioni Telo di plastica Sacchetti di nylon Etichette

12 2. Individuazione della zona di campionamento
1. Epoca del campionamento varia in funzione delle finalità delle analisi. Es. Per valutare la fertilità del suolo ai fini della concimazione, è preferibile prelevare i campioni almeno 4 mesi dopo l’ultimo apporto di concimi o ammendanti oppure nel periodo successivo la raccolta del prodotto 2. Individuazione della zona di campionamento La scelta della zona da campionare è finalizzata al tipo di analisi Legenda: 1) Zona di campionamento 2) Area da non campionare 3) Bordi 4) Aree da non campionare 5) Unità di campionamento 6) Campione elementare  Analisi di caratterizzazione la zona da campionare deve avere caratteristiche il più possibile omogenee nell’aspetto fisico, rispetto alle fertilizzazioni e alla copertura vegetale spontanea o coltivata  Analisi di controllo le zone da campionare devono aver subito delle perturbazioni o alterazioni

13 3. Numero e ripartizione dei campioni elementari o sub-campioni
Il numero dei campioni deve essere tale da poter effettuare un’analisi statistica in grado di fornire informazioni sull’accuratezza dei dati ottenuti nelle analisi Esistono diverse modalità di campionamento: Campionamento sistematico Campionamento non sistematico a X o a W Campionamento irregolare o random Legenda 3) Bordi 4) Aree da non campionare 5) Unità di campionamento 6) Campione elementare Campionamento sistematico La zona da campionare viene suddivisa idealmente in unità di campionamento secondo un reticolo di maglie di dimensione opportuna in relazione alla superficie da campionare. Il prelievo deve essere evitato lungo i bordi della zona di campionamento e nelle zone che presentano anomalie A) Suddivisione della zona da campionare B) Reticolo di dimensioni opportune C) Unità di campionamento D) Prelevamento casuale del campione

14 Campionamento non sistematico a X o a W
I prelievi dei campioni elementari si effettuano lungo un percorso tracciato sulla superficie da investigare, ponendo delle immaginarie lettere X o W Legenda 3) Bordi 4) Aree da non campionare 6) Campione elementare I risultati ottenuti da questo tipo di campionamento sono meno dettagliati in quanto la superficie del campionamento è meno estesa Campionamento irregolare o random I prelievi si effettuano in aree scelte secondo numeri ricavati dalla tabella dei numeri casuali, riportata nei manuali di statistica. I numeri devono corrispondere a precise sezioni numerate della zona da campionare suddivisa in unità di campionamento

15 4. Profondità e modalità di esecuzione del prelievo
La profondità del prelievo dipende dalle caratteristiche del terreno Nei terreni arativi è preferibile effettuare il prelievo alla massima profondità di lavorazione del suolo Nei terreni a prato o a pascolo il prelievo deve essere effettuato alla profondità interessata dalla maggior parte delle radici 5. Formazione del campione globale (campione mediato) da sottoporre ad analisi Per analisi di caratterizzazione, i campioni prelevati devono essere miscelati in modo da rendere il terreno omogeneo Per analisi di controllo, i campioni prelevati devono essere mantenuti e analizzati separatamente Il campione mediato finale viene posto in sacchetti di nylon, chiusi ed etichettati. Nell’etichetta devono essere riportate tutte le informazioni riguardanti il campione: la data del prelievo, la profondità, i riferimenti geografici della zona campionata, etc…..

16 Il colore del suolo Il colore ha sempre rappresentato, fin dall’antichità, un criterio diagnostico molto importante per il riconoscimento e la valutazione dei suoli. Esso infatti può essere considerato espressione di diverse variabili e condizioni del terreno; tra le più importanti: quantità di sostanza organica; natura dei minerali presenti; ossidazione e riduzione del ferro; porosità.

17 Il colore del suolo Un colore nero, per esempio, è tipico dell’accumulo di sostanza organica in cui predominano gli acidi umici. Tuttavia, non sempre c’è una correlazione tra un colore scuro e il contenuto di sostanza organica. Per esempio, in alcuni ambienti forestali, l’humus in cui predominano gli acidi fulvici conferisce ai suoli un colore bruno chiaro rossastro.

18 Il colore del suolo Nei suoli con un cattivo drenaggio, il colore scuro può essere conferito dai solfuri di ferro e dagli ossidi di manganese. Il colore castano è invece frequente nei terreni dove la sostanza organica è saturata da ioni calcio. I composti del ferro nel suolo possono esistere in forma ossidata, di colore rosso, oppure sotto forma di ossidi idrati, di colore giallo. Suoli con questi colori sono frequenti nelle zone umide temperate e in quelle calde;

19 Il colore del suolo Il colore del suolo è anche un rilevatore delle sue condizioni di drenaggio. In suoli ben drenati, il colore di un orizzonte è abbastanza omogeneo e prevalgono le colorazioni brune. La presenza di falde permanenti, come nel caso di suoli sommersi, determina fenomeni di riduzione del ferro: in tali suoli prevalgono, uniformemente, i colori grigio, verdastro e bluastro. Nei nostri ecosistemi il colore dominante dei suoli il bruno.

20 Come si determina il colore del suolo?
Inizialmente il colore del suolo era attribuito in modo molto soggettivo usando nomi come bruno, rosso, grigio o bruno scuro ecc., senza che vi fosse alcuna convenzione nell’uso di questi termini. Dal 1954 tutti i colori del suolo sono determinati per confronto con le tavole colorimetriche create appositamente

21 Il colore del suolo La metodologia corrente per classificare il colore di un suolo consiste nel rimuovere un aggregato di terreno, compararlo con i colori contenuti nelle tavole Munsell e assegnargli quindi un valore corrispondente

22 Il colore del suolo Il colore è dunque la prima caratteristica del suolo da interpretare e che, insieme ad altre, consente il riconoscimento e la delimitazione delle unità di suolo rappresentative di una determinata area, permettendo anche la comprensione delle proprietà utili al loro corretto utilizzo.

23 PROPRIETA’ DEL TERRENO AGRARIO
Il suolo agrario presenta delle caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche che determinano il grado di fertilità di un terreno e influenzano tutte le pratiche agronomiche. PROPRIETA’ FISICHE Dal punto di vista fisico, il suolo è una mescolanza di particelle minerali, di sostanza organica in trasformazione, di aria e di acqua. Quando le particelle sono soprattutto frammenti rocciosi, il solo è ghiaioso o sabbioso; quando prevalgono le componenti colloidali, il suolo è argilloso: fra questi estremi possono esistere tutte le gradazioni intermedie. La sostanza organica agisce come un ponte fra particelle minerali favorendo le aggregazioni. Consideriamo prima di tutto due proprietà fisiche: la tessitura e la struttura Esse determinano altre proprietà fisiche con grande influenza o sulle lavorazioni o sulla presenza dell’aria o dell’acqua nel terreno.

24 Il terreno Le percentuali di sabbia, limo e argilla presenti in un campione di terreno possono essere misurate mediante una specifica analisi di laboratorio (detta “granulometrìa”). L’analisi granulometrica, di per sé, non offre, però, molte informazioni sulle caratteristiche agronomiche del suolo. Occorre, allora,correlare i dati analitici tra loro (mediante appositi diagrammi), così da ricavare indicazioni sulla “tessitura”.

25 Esame granulometrico Legenda 1. Sabbia: particelle distinguibili (20% in volume) 2. Sabbia fine: particelle poco distinguibili (30% in volume) Strato omogeneo: limo o argilla (50%in volume) 4. Sottile strato di surnatante organico (humus)  Sospendere 100 g di terreno in 500 ml di acqua ed omogenizzare con una bacchetta di vetro  Lasciare decantare per 24 ore a temperatura ambiente in un cilindro graduato chiuso con parafilm, per evitare l’eventuale evaporazione dell’acqua  Valutare gli strati granulometrici esprimendo le frazioni sedimentate come percentuale in volume

26 Il terreno La percentuale delle diverse frazioni granulometriche determina diversi tipi di terreno. Gli studiosi del suolo, per conoscerlo meglio, suddividono le particelle in gruppi secondo la loro dimensione attraverso l’analisi granulometrica che ci fornisce una prima idea generale delle proprietà fisiche di un suolo. La TESSITURA, vale a dire la proporzione di ogni gruppo di particelle secondo la loro dimensione, non può essere modificata e viene considerata una proprietà di base di ogni suolo.

27 Il terreno Legenda 1. Sabbia: particelle distinguibili (20% in volume)
2. Sabbia fine: particelle poco distinguibili (30% in volume) Strato omogeneo: limo o argilla (50%in volume) 4. Sottile strato di surnatante organico (humus)

28 Il terreno La “tessitura” è un parametro che permette di attribuire il campione di terreno ad una “classe agronomica” caratterizzata da specifiche proprietà riguardanti la capacità di trattenere l’acqua, l’efficienza degli scambi gassosi, la capacità di far sgrondare l’acqua in eccesso ecc. Quando, p. es., un terreno risulta avere tessitura “franca” (anche detta “di medio impasto”), si può prevedere che la presenza equilibrata di sabbia, limo e argilla renda ottimali sial’immagazzinamento dell’acqua sia la circolazione dell’aria a livello delle radici.

29 Il terreno Da un terreno classificato come “sabbioso” (vale a dire caratterizzato da un eccesso della frazione sabbiosa) ci si attende che gli scambi gassosi siano facilissimi, ma che la capacità di trattenimento idrico risulti scarsa; mentre le definizioni “argilloso” e “limoso” sono associate a condizioni di asfissia per le radici delle piante, elevata capacità di trattenere l’acqua e difficoltà di drenaggio.

30 Il terreno Oltre che con il tradizionale e complesso metodo analitico di laboratorio, è possibile valutare, in modo rapido ed efficace, la tessitura mediante lo schema qui appresso riportato.

31 Il terreno Prendere un cucchiaio di terreno (possibilmente setacciato a 2 mm circa, in modo da escludere la presenza di scheletro) ed inumidirlo pian piano con acqua fino a quando è il più possibile modellabile e, in alcuni casi, anche appiccicoso. Se occorre, aggiungere di tanto in tanto altra acqua, ma non arrivare allo sgocciolamento o alla fluidificazione.

32 Il terreno Durante l’impasto, il terreno, tra le dita, dà la sensazione di essere: granuloso 1 setoso o pastoso 3 appiccicoso 7 nessuna di queste 1

33 La struttura del terreno

34 Che cosa è la struttura del suolo?
Per struttura del suolo si intende il modo in cui le sue particelle primarie, cioè sabbia, limo, argilla, si uniscono tra loro in particelle composte denominate aggregati. La struttura del suolo influenza alcuni importanti fattori per la crescita delle piante: l’areazione, cioè la porosità del terreno; la permeabilità e la conducibilità idraulica; i regimi di temperatura e umidità del terreno; la crescita delle radici; l’attività biologica; la lisciviazione delle basi e dell’argilla; la resistenza dei suoli all’erosione.

35 I principali tipi di struttura

36 I principali tipi di struttura
Il contenuto in acqua e l’aerazione di un terreno sono largamente determinati dalla grandezza delle sue particelle. Questo disegno schematizza una struttura tipica dei suoli sabbiosi

37 I principali tipi di struttura
Questo schema invece rappresenta un terreno tipicamente argilloso

38 I principali tipi di struttura
Questo è lo schema di un terreno franco ove sono presenti sia l’argilla che la sabbia ma anche sostanze cementanti che favoriscono l’aggregazione fra le varie componenti. Si formano così dei pori che favoriscono gli scambi gassosi ed evitano pericolosi ristagni idrici

39 Struttura del suolo risultato dell’organizzazione spaziale delle particelle elementari e degli spazi vani (pori). Distinguiamo una: MICROSTRUTTURA ( µm): generata da FLOCCULAZIONE + CEMENTAZIONE MACROSTRUTTURA ( > 2 mm): generata da INUMIDIMENTO E DISSECCAMENTO DEL TERRENO e DINAMICA ARGILLA E RADICI

40 I principali tipi di macrostruttura
La varia interazione degli agenti fisici, chimici e biologici che intervengono nel processo di formazione della struttura, origina aggregati di forma e dimensioni diverse. In base alla forma degliaggregati si distinguonoi seguenti tipi di struttura: • Granulare • Grumosa • Poliedrica angolare • Poliedrica subangolare • Prismatica • Sfenoidale • Colonnare • Lamellare

41 I principali tipi di struttura
Gli aggregati di suolo che costituiscono la struttura possono avere forma e dimensioni diverse. Tuttavia, la struttura di un suolo è riconducibile essenzialmente a quattro forme: granulare: gli aggregati ricordano delle sfere. Questo tipo di struttura è tipica degli orizzonti superficiali di molti suoli coltivati ed è quella che gli agricoltori cercano di ottenere con le lavorazioni. lamellare: l’aggregazione ricorda foglietti sovrapposti. La struttura lamellare è generalmente ereditata dal materiale roccioso di partenza (ad esempio sedimenti lacustri). prismatica: gli aggregati si dispongono nell’orizzonte con un orientamento verticale e tale struttura è comune soprattutto negli orizzonti profondi. Quando la parte superiore degli aggregati è arrotondata, questo tipo particolare di struttura prismatica si definisce colonnare. poliedrica: gli aggregati ricordano un blocco. Quando le facce del blocco sono ben identificate, con spigoli vivi, la struttura è definita poliedrica angolare mentre, se facce e spigoli sono smussati, gli aggregati sono chiamati poliedrici subangolari. Anche la struttura poliedrica è comune negli orizzonti profondi.

42 I principali tipi di struttura
A volte il suolo non presenta alcuna struttura. Si può trattare di suoli sciolti o incoerenti, cioè costituiti da sabbie molto grosse, tenute insieme soltanto dalla tensione superficiale dell’acqua. Oppure si tratta di suoli troppo compatti, definiti a struttura massiva, caratterizzati da cementi colloidali poco efficaci. Questi si spezzano in masse che possono essere facilmente sbriciolate.

43 I principali tipi di struttura
La struttura può essere considerata una proprietà dinamica del suolo. Infatti anche gli aggregati più resistenti sono suscettibili di disgregazione a causa di agenti fisici, chimici e biologici. D’altra parte si può affermare che spesso i fattori di genesi e distruzione della struttura del suolo coincidono.

44 Il deterioramento della struttura
Tra questi fattori possiamo annoverare: l’acqua la temperatura le lavorazioni del terreno

45 Il deterioramento della struttura
L’azione battente delle gocce di pioggia, demolisce gli aggregati superficiali; le particelle fini e i microaggregati, che vengono liberati, si infiltrano e vanno a intasare gli spazi vani (infilling), formando un sigillo superficiale (soil sealing). Il successivo essiccamento, favorito dall’accentuazione dei fenomeni capillari, provoca la formazione della crosta, che ostacola la germinazione dei semi, limita lo sviluppo delle piante e riduce gli scambi gassosi suolo-atmosfera.

46 Il deterioramento della struttura
Le lavorazioni sono tra i mezzi agronomici che maggiormente modificano lo stato strutturale del suolo. All’azione di suddivisione, che origina i grossi elementi (macrostrutture) sui quali andranno ad agire gli agenti atmosferici, si accompagna un’azione di compressione operata dalle ruote e dagli organi lavoranti. Se tali azioni avvengono in condizioni critiche di umidità (suolo allo stato plastico), conducono alla distruzione della struttura. Effetti altrettanto negativi sono provocati dalla eccessiva frammentazione (polverizzazione) operata da attrezzi per la preparazione del letto di semina (erpici rotanti).

47 Come si determina la struttura di un suolo?
In campagna si descrive invece la macrostruttura, che prevede l’apertura di un profilo. I caratteri esaminati sono la forma e le dimensioni degli aggregati. Inoltre si distinguono gli aggregati naturali da quelli artificiali (zolle). I primi si formano per frammentazione, ad opera dell’alternanza di inumidimento e disseccamento, delle radici, del ghiaccio e per aggregazione, dovuta a fenomeni di coesione ed adesione. Le zolle sono invece il risultato delle lavorazioni primarie (arature, scassi, dissodamenti) e secondarie (fresature, sarchiature ecc.). La microstruttura di un suolo, cioè la disposizione delle particelle elementari e la loro composizione, è effettuata in laboratorio con l’uso del microscopio.

48 Struttura del suolo

49 L’acqua nel terreno

50 Contenuto d’acqua nel terreno Capacità di campo
F F F G G G Capacità di campo: massima altezza d’acqua capillare trattenuta da un dato suolo in assenza di percolazione.

51 Acqua nel suolo

52 La porosità È il rapporto tra il volume non occupato dalle componenti solide del terreno ed il volume del terreno stesso: in altre parole, quando le particelle del terreno si aggregano, si vengono a formare degli spazi vuoti chiamati «pori». La porosità è dunque strettamente legata al concetto di struttura. I pori possono essere occupati da aria e/o da acqua (in cui sono disciolti molti principi nutritivi).

53 Porosità del suolo Le particelle primarie differiscono per forma, dimensione, orientamento, e si legano fra loro nella maniera più varia. modello cubico modello tetraedrico 47,6% di porosità ,9% di porosità La struttura del suolo è instabile nel tempo e nello spazio, essendo fortemente influenzata dai fattori climatici, dall’attività biologica e dalle pratiche agricole.

54 Porosità del suolo Gli spazi vani hanno una grande importanza funzionale, poiché dal volume dei pori, dalla loro forma e orientamento, dal loro grado di connettività e tortuosità dipendono molte importanti proprietà del suolo (conducibilità idraulica, scambi gassosi ecc.). È importante sottolineare come i pori derivino non soltanto dal vario accostamento delle singole particelle (porosità primaria o tessiturale) ma anche, soprattutto nei suoli strutturati, dalla disposizione reciproca degli aggregati (porosità secondaria o strutturale).

55 Macroporosità Sabbia Aggregati colloidali Macropori Macropori

56 Micropori + Flocculazione Aggregazione Porosità interna Micropori

57 Porosità e permeabilità
La porosità è la misura degli spazi vuoti del suolo La permeabilità è una funzione della grandezza delle particelle del suolo, dei pori. La porosità rappresenta la riserva della capacità idrica di un suolo. La permeabilità è come l’acqua circolerà attraverso il suolo Pori dritti e larghi, aumentano la permeabilità. L’argilla tende a ridurre la porosità e la permeabilità del suolo, dovuta a presenza di microporosità. In generale, gli orizzonti superficiali hanno una porosità più larga rispetto agli orizzonti profondi.

58 Valutazione della permeabilità
 Prendere una bottiglia di plastica, privarla del fondo ed appoggiarla capovolta in un treppiede  Chiudere l’imboccatura con una garza ripiegata due volte e fissata con un elastico  Mettere il terreno nella bottiglia fino a raggiungere un’altezza di 15 cm  Versare 200 ml d’acqua nella bottiglia e raccogliere per gocciolamento l’acqua gravitazionale in una capsula Petri posta sotto la bottiglia  Calcolare la differenza tra il volume d’acqua versata e quello d’acqua filtrata. Il volume ottenuto (acqua capillare) rappresenta percentualmente la capacità di campo: maggiore è la capacità di campo, più basso è il grado di permeabilità del campione del terreno

59 PROPRIETA’ CHIMICHE DEL SUOLO
Si dicono proprietà chimiche quelle che il terreno possiede in virtù della sua composizione chimica. Sono: LA REAZIONE DEL SUOLO IL POTERE ASSORBENTE.

60 LA REAZIONE DEL SUOLO La prima proprietà chimica da considerare è LA REAZIONE DEL SUOLO. Quando un suolo è acido lo è perché esso fornisce una reazione acida; un suolo neutro fornisce una reazione neutra ed un suolo alcalino fornisce una reazione alcalina. Tutti i suoli ricadono in una di queste tre classi; i suoli acidi sono talvolta definiti "aspri" mentre quelli alcalini sono chiamati "suoli dolci".

61 IL pH Il pH rappresenta la misura dell’acidità e dell’alcalinità nel suolo o, più propriamente, della reazione del suolo suolo. Sulla base di valori convenzionalmente attribuiti, si individuano le seguenti classi di pH del suolo:

62 IL pH Il pH del suolo è una proprietà fondamentale in grado di influenzare molti processi fisici, chimici e biologici.

63 IL pH Il pH influenza la solubilità degli elementi nutritivi e l’attività dei microrganismi responsabili della decomposizione della sostanza organica e della maggior parte delle trasformazioni chimiche che avvengono nel suolo. Il pH regola, pertanto, la disponibilità di molti nutritivi per le piante.

64 IL pH Per valori di pH intorno ad 8,0 il calcio ed il magnesio sono abbondanti; anche il molibdeno è disponibile, se presente nella frazione minerale del suolo. Per contro, alti valori di pH possono determinare una inadeguata disponibilità di ferro, manganese, rame, zinco e, specialmente,di fosforo e boro. I suoli che hanno un pH inferiore a 5,5 generalmente hanno una bassa disponibilità di calcio, magnesio e fosforo; presentano, invece, un’alta solubilità dell’alluminio,del ferro e del boro, mentre risulta bassa per il molibdeno.

65 IL pH Molti metalli pesanti diventano più solubili in condizioni di acidità e, muovendosi nel suolo con l’acqua possono arrivare alle falde, nei fiumi e nei laghi. Nel suolo, risultano influenzati dal pH: la dispersione delle argille, la distribuzione degli aggregati, la compattazione, la riduzione della permeabilità dell’acqua, la contrazione del volume per essicamento.

66 IL pH L’acidità e l’alcalinità dei suoli deriva da numerose e differenti fonti. Nei suoli posti in sistemi naturali, il pH è influenzato dalla mineralogia, dal clima e dai processi di formazione del suolo. Nei suoli coltivati, il pH è influenzato dall’uso dei fertilizzanti e dai processi di assimilazione degli elementi nutritivi (in particolare potassio, calcio e magnesio) da parte delle piante. Pertanto, il pH di un suolo dovrebbe essere sempre misurato prima di attuare pratiche che possono influenzarlo.

67 IL pH Sono disponibili molti tipi di kit e di strumenti utilizzabiliper determinare il pH in campo: cartine al tornasole, reagenti chimici, elettrodi. È bene tenere presente che il pH di un suolo varia nel corso dell’anno. Esso, infatti, dipende dalle condizioni di temperatura e di umidità (aumenta nella stagione invernale e diminuisce nella stagione estiva), e può variare anche di molte unità durante il periodo di crescita delle piante. Il pH viene generalmente registrato come un intervallo di valori per selezionate profondità del suolo

68 Acidità del suolo  Mettere 20 g di terreno in un bicchiere da 100 ml, aggiungere 50 ml di acqua e agitare per 30 minuti. Lasciare depositare il terreno, misurare il pH sul liquido sovrastante con una cartina indicatrice o con un pHmetro, preferibilmente dopo 24 ore. Cartina tornasole H2O

69 IL pH Il pH del suolo può essere modificato aggiungendo determinati composti chimici: i «correttivi». La calcitazione è il metodo più comune per incrementare il pH: implica l’aggiunta al suolo di ioni calcio La correzione dei suoli acidi è una pratica da compiere periodicamente, poiché le cause che concorrono a far divenire un suolo acido non possono essere rimosse.

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71 IL pH I suoli che hanno un pH tra 7,5 e 8,5 sono considerati calcarei, in quanto hanno un alto contenuto in carbonato di calcio. Il pH di questi suoli non cambia fino a quando il carbonato di calcio non viene rimosso. Il ricorso a correttivi acidi potrebbe sortire buoni risultati, ma il loro costo elevato ed i forti quantitativi richiesti per neutralizzare il calcare rendono questa pratica non economica.

72 Determinazione del calcare
L’analisi del calcare totale ha lo scopo di determinare la quantità di tutti i carbonati presenti nel terreno (calcio, magnesio, potassio, e sodio), anche se impropriamente il risultato viene espresso come carbonato di calcio. Il metodo si basa sulla misura dalla quantità di CO2 che si libera dalla decomposizione dei carbonati in seguito all’ aggiunta di un acido forte al campione terreno.

73 Determinazione del calcare
Effervescenza, CO2 HCl 1N(10%) In un piccolo recipiente (vaschetta di ceramica, plastica o vetro) mettere 3-5 grammi di terreno. Lasciar cadere sul terreno alcune gocce di acido cloridrico al 10%. Lavorare in silenzio per poter udire il rumore dell’eventuale effervescenza.

74 Determinazione del calcare

75 Determinazione del calcare
Il calcare totale è rappresentato da elementi grossolani del terreno. I materiali calcarei, se presenti in eccesso, inibiscono l’assorbimento del ferro e del fosforo rendendoli insolubili e innalzano il pH del suolo. Se presenti in giusta quantità sono costituenti importanti del terreno: forniscono calcio e magnesio neutralizzano l’ acidità gli ioni calcio hanno un ruolo importante nel mantenimento della struttura del terreno

76 POTERE ASSORBENTE Tra la soluzione circolante e la fase solida del terreno avvengono in continuazione degli scambi ionici; alcuni ioni vengono mobilitati, altri invece vengono trattenuti; questa caratteristica, che varia da terreno a terreno, è la capacità di scambio ionico. La proprietà che ha il terreno di fissare determinati ioni prende il nome di potere assorbente. Il potere assorbente dipende soprattutto dalla presenza dei colloidi organici e minerali contenuti nell'humus e nei complessi argillosi.

77 POTERE ASSORBENTE Il potere assorbente non viene esercitato in ugual misura nei confronti di tutti gli ioni; alcuni vengono trattenuti saldamente e per lunghi periodi, altri invece non vengono affatto trattenuti e rimangono all'interno della soluzione circolante. Tra gli anioni trattenuti assumono notevole importanza quelli riguardanti il fosforo essendo uno degli elementi fertilizzanti più usati.

78 POTERE ASSORBENTE La conoscenza del comportamento dei diversi elementi nei confronti del potere assorbente è molto importante per una corretta applicazione delle tecniche di concimazione. Infatti i concimi a pronto effetto, come ad esempio i nitrati, non vengono trattenuti dal potere assorbente e devono essere distribuiti quando le piante sono già in grado di utilizzarli, mentre quelli a lento effetto vengono trattenuti e ceduti gradatamente alla soluzione circolante e quindi dovranno essere somministrati con anticipo come riserva fertilizzante.

79 riassumiamo Granulometria particelle grossolane = sabbia grossa   0,2 mm sabbia fine 0,2 mm  0,02 mm particelle fini = limo ,02 mm   0,002 mm particelle finissime = argilla   0,002 mm Tessitura percentuale delle diverse frazioni granulometriche Struttura come sono legate tra loro le particelle e come sono disposti i pori Porosità volume dei pori compreso tra 40 e 60% Permeabilità volume d’acqua defluito da un volume noto di suolo nell’unità di tempo. pH quantificazione dell’acidità o basicità del terreno calcare quantificazione del contenuto nel terreno

80 1 Se si cerca fare una pallina, rotolando il terreno tra le palme delle mani (senza usare le dita): la pallina non “tiene” TERRENO SABBIOSO la pallina “tiene”, ma con difficoltà TERRENO SABBIOSO FRANCO la pallina “tiene” facilmente 2

81 2 Se si schiaccia la pallina tra il pollice e l’indice:
la pallina si sbriciola TERR. FRANCO SABBIOSO la pallina si appiattisce bene o abbastanza bene 3

82 3 Se si rifà la pallina e poi si cerca di farne un cilindretto allungato prima più grande ( circa 1cm) e poi più sottile ( circa 0,5 cm): non si forma nemmeno il cilindretto più grande SABBIOSO FRANCO si forma soltanto il cilindretto più grande FRANCO SABBIOSO si formano entrambi i cilindretti 4

83 4 Se si cerca, pian piano, di piegare il cilindretto a ferro di cavallo: il cilindretto si spezza 5 il cilindretto non si spezza 6

84 5 Se si fa scorrere il terreno tra le dita, la sensazione è che sia:
ruvido e granuloso FRANCO abbastanza setoso FRANCO LIMOSO molto setoso LIMOSO appiccicoso, ruvido e granuloso 6

85 6 Se, dopo aver rimpastato il terreno, si fa un cilindretto molto sottile (lungo circa 8 cm e con di circa 3 mm) e lo si piega fino a formare un cerchio del diametro di circa 2,5 cm: il cilindretto non si spezza 7 il cilindretto si spezza 9

86 7 Se si modella il terreno a forma di pallina e si strofina la pallina tra il pollice e l’indice fino a produrre un disco sottile con la superficie liscia: la superficie è regolare, ma con piccole sporgenze granulose ARGILLOSO SABBIOSO la superficie è liscia con appena qualche irregolarità 9 la superficie è liscia con pochissime o nessuna irregolarità 8

87 8 Se si manipola il terreno tra le dita
il terreno è liscio come sapone e lucente ARGILLOSO il terreno è setoso e opaco ARGILLOSO LIMOSO

88 9 Se si forma una nuova pallina e la si manipola:
il suolo risulta molto ruvido FRANCO SABBIOSO ARGILLOSO il suolo risulta abbastanza ruvido FRANCO ARGILLOSO il suolo risulta pastoso e liscio FRANCO LIMOSO ARGILLOSO

89 10 Biosfera atmosfera biosfera geosfera idrosfera
insieme di tutti gli ambienti naturali esistenti sulla Terra e di tutti gli organismi viventi che li popolano. atmosfera La biosfera (o ecosfera) comprende la superficie terrestre, con il sottosuolo fino a poche decine di metri di profondità, biosfera geosfera idrosfera gli oceani, mari, fiumi, laghi... l'atmosfera fino a qualche migliaio di metri di quota.


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