La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Dalla Rivoluzione francese al periodo napoleonico

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Dalla Rivoluzione francese al periodo napoleonico"— Transcript della presentazione:

1 Dalla Rivoluzione francese al periodo napoleonico
Diana Dragoni – A.S

2 L'Europa alla metà del XVIII secolo

3 Rivolte e insurrezioni in Europa - seconda metà del XVIII sec.

4 Le origini della Rivoluzione
ASSOLUTISMO «Lo Stato sono io» (Luigi XIV – il Re Sole) SITUAZIONE SOCIALE Fame Iniquità Intolleranza verso i privilegi nobiliari ILLUMINISMO Vi è un solo autentico sovrano: il popolo (Rousseau) SITUAZIONE POLITICA Crisi finanziaria Nel Settecento, in Francia tre quarti della popolazione abitava in campagna e solo un quarto in città; la Francia era il paese più popolato di Europa - quasi ventotto milioni di persone. Gia' da tempo dal punto di vista economico Francia era in crisi. Il pane era il cibo principale per la maggior parte della popolazione - si consumava quasi 1 Kg al giorno - e per acquistarlo una famiglia spendeva dal 50 % all'80 % del reddito. Luigi XIV, per la costruzione della Reggia Di Versailles si ispirò al Palazzo Pitti di Firenze. Gli sprechi della Reggia Di Versailles erano pagati con le tasse dei poveri; agli sprechi si sommavano anche le spese per la guerra con la Inghilterra. RIVOLUZIONE Viene dai borghesi e contadini (non dai pezzenti), cioè coloro che hanno già coscienza della propria dignità e ha già visto consolidarsi il frutto del proprio lavoro

5 La Rivoluzione francese
GIURAMENTO della PALLACORDA (20 giu 1789) ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE Convocata l’ASSEMBLEA degli STATI GENERALI ASSEMBLEA NAZIONALE Il Re cerca di arrestare la Rivoluzione sciogliendo con la forza l’Assemblea Il popolo di Parigi (Terzo stato = categorie minori) reagisce La borghesia reagisce Nel 1788, con lo scopo di trovare un modo per superare la crisi, viene convocata l'Assemblea Degli Stati Generali (il clero, la nobilta' guerriera e il "Terzo Stato" che indicherebbe i lavoratori); la riunione si tiene a Versailles il 05 Maggio il concetto fondamentale che fiorisce é il desiderio di libertà. All'assemblea pero', al Terzo Stato non e' permesso di partecipare e quindi esprimere i propri punti di vista così i rappresentanti si riuniscono tra di loro in una palestra dove normalmente si pratticava la pallacorda e decidono di far scattare una rivoluzione con lo scopo di dare alla Francia una nuova costituzione. L'inizio della rivoluzione francese si ha il 14 Luglio 1789 con l'assalto alla fortezza Bastiglia per procurarsi armi e munizioni; qui le guardie si uniscono ai rivoluzionari francesi. La presa della Bastiglia avviene lo stesso giorno e il giorno seguente, 15 Luglio 1789, viene smontata pietra dopo pietra essendo così cancellata dalla storia. nuovo MUNICIPIO ESERCITO BORGHESE agli ordini di La Fayette PRESA DELLA BASTIGLIA (14 lug 1789)

6 DICHIARAZIONE dei DIRITTI dell’UOMO e del CITTADINO
(1789) COSTITUZIONE del 1791 GIUDIZIARIOa Magistrati elettivi La Francia diventa da Monarchia assoluta, MONARCHIA COSTITUZIONALE LEGISLATIVO a un’Assemblea legislativa Divisione dei poteri ESECUTIVO al Re Dopo la presa della Bastiglia si proclama la liberta' di culto e la liberta' di stampa. In questo periodo viene redata la "Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino". La Costituzione francese del 1791 seguiva di poco la Dichiarazione dei diritti dell'Uomo e del Cittadino. Fu redatta da un apposito Comité de Constitution e votata da un’Assemblea nazionale costituente. Tale documento propose un sistema di monarchia parlamentare costituzionale ed una separazione dei poteri: il potere esecutivo era affidato al Re, allora Luigi XVI (il Re ebbe anche il potere di porre il veto alle leggi votate dall’assemblea), il potere legislativo al Parlamento o Assemblea Legislativa (ma vennero riconosciuti come elettori solo coloro che possedevano una determinata ricchezza, ed eleggibili coloro che avevano una ricchezza maggiore), il potere giudiziario fu indipendente e la garanzia della sua indipendenza era affidata all’elettività della carica. Abolizione privilegi feudali Il Re e la corte sia trasferirono da Versailles a l palazzo delle Tuileries Furono nazionalizzati i beni del Clero Fu emanata la Costituzine civile del Clero (nomina elettiva di vescovi e preti)

7 Dalla Costituzione del 1791 alla guerra d’Austria
A meno di 1 anno di distanza dal passaggio a Monarchia Costituzionale, la Francia subisce un altro radicale mutamento a Repubblica Democratica. Perché? DIVERSE ASPIRAZIONI e TENDENZE POLITICHE I Nobili fuggiti all’estero incitano l’Imperatore d’Austria e il Re di Prussia a spegnere la Rivoluzione DICHIARAZIONE DI PILLNITZ (Ago 1791): Austria e Prussia contro la Francia GIACOBINI Sostengono gli interessi della borghesia ricca CORDIGLIERI Accentuatamente democratico Luigi XVI non accettando le restrizioni imposte dalla rivoluzione francese cerca di fuggire dagli austriaci, fuga che però fallisce. Piu' tardi, Luigi Sedicesimo firmerà lui stesso la dichiarazione di guerra contro l'Austria; Luigi XVI sperava tanto che la Francia perdesse e con essa anche i rivoluzionari francesi. Imprigionato nell'Assemblea Nazionale, Luigi Sedicesimo non riesce ad evitare di essere accusato e processato. Luigi Sedicesimo verrà giudicato da un tribunale rivoluzionario. Uccidendo il re, i rivoluzionari francesi si troverebbero a lottare contro tutte le altre potenze europee perciò per prendere questa difficile e delicata decisione di una eventuale uccisione del re si vota: 360 persone votano per risparmiare la vita al re e 361 persone votano per la sua morte, quindi per un solo voto di differenza Luigi XVI è condannato alla ghigliottina. La ghigliottina (in francese "guillotine") fu proposta come macchina da usare per l'uccisione delle persone da un deputato di nome Joseph-Ignace Guillotin, da dove appunto ha preso il nome; la morte istantanea che provocava applicava i concetti illuministi secondo quali l'essere umano non deve essere torturato. Luigi Sedicesimo, ora condannato alla ghigliottina, in passato era stato proprio lui a suggerire un perfezionamento della ghigliottina stessa in modo che decapitasse meglio le persone. (Che ironia della sorte!) L'esecuzione di Luigi Sedicesimo avviene il 21 Gennaio 1793 e la sua testa fu mostrata all'esercito e ai sanculotti. I Girondini proclamano che la Rivoluzione doveva essere difesa dalle minacce esterne con la guerra, dalle interne con provvedimenti straordinari GIACOBINI GIRONDINI Luigi XVI dichiara guerra all’Austria

8 Il periodo della Convenzione
Si inaugura la nuova assemblea: la CONVENZIONE (21 Sett. 1792) Vittoria di Valmy contro i Prussiani (20 Sett 1792) Deposizione del Re (10 Ago 1792) Il Re viene ghigliottinato Sinistra MONTAGNARDI estremisti decisi a portare avanti una politica ultrarivoluzionaria e ultrademocratica Destra (conservatori): GIRONDINI Tutta l’Europa si coalizza contro la Francia Dopo la decapitazione di Luigi Sedicesimo, più tardi, anche la regina Maria Antonietta viene giudicata e condannata a morte con richiesta che la sua decapitazione avvenga nella Piazza Della Rivoluzione; la ghigliottinazione di Maria Antonietta avviene il 16 Ottobre 1793. La psicosi di tradimento portò ad accusare tantissime persone. Il tribunale rivoluzionario escludeva dal suo metodo la presunzione di innocenza fino a prova contraria. In questo periodo di terrore circa persone vengono decapitate, tante anche innocenti. Georges Danton, considerato uno dei "padri" della rivoluzione francese, viene anche lui accusato con prove false e poi, nell'Aprile 1794, ghigliottinato. Un altro personaggio principale della rivoluzione francese che viene decapitato è il leader giacobino Robespierre. Pian piano, la rivoluzione francese inizia a spegnersi e poi, nel 1796, emergerà la figura di Napoleone Bonaparte. Il TERRORE: Condannati a morte i Girondini Leggi penali straordinarie per perseguire nobili, preti refrattari Tribunale speciale Comitato di salute pubblica SAINT JUST ROBESPIERRE

9 La fine della Rivoluzione
Robespierre vuole raggiungere il Regno della virtù attraverso il regno del GRANDE TERRORE REAZIONE DI TERMIDORO Robespierre e i suoi amici vengono ghigliottinati (27 lug 1794) Il CENTRO dei moderati repubblicani prende il potere NUOVA COSTITUZIONE 1795 POTERE LEGISLATIVO a 2 ASSEMBLEE POTERE ESECUTIVO a un DIRETTORIO di 5 membri La reazione contro il terrore provoca il ritorno al governo dei moderati (Direttorio del 1794); ma la corruzione del Direttorio e l'abbandono degli ideali rivoluzionari produce una crisi economica e uno scontento politico sui quali Napoleone, "salvatore della patria", potrà contare. Consiglio dei Cinquecento Consiglio degli Anziani

10 La profezia Il suo professore di storia lo giudicò acutamente e profeticamente così: «Corso di nazione e di carattere, egli andrà lontano, se le circostanze lo favoriranno». «Le cattive prove che diede di sé il Direttorio fecero sì che il prestigioso generale apparisse al popolo francese l’uomo adatto a ridonare alla fRancia ordine e pace. E ciò egli fece, imponendo però ai Francesi il prezzo del proprio dispotismo. E’ quel che è quasi sempre avvenuto ogni volta che una nazione, non sapendo trovare in se stessa la soluzione dei propri problemi, si è rimessa completamente nelle mani di un solo uomo» (GIULIETTI, 1975, p. 289)

11 Napoleone inizia la sua spettacolare carriera
Ajaccio (Corsica) 1769 Accademia mil. fino a 16 anni Nel 1793, con il grado di capitano, riconquista Tolone che era stata presa dagli Inglesi → premiato a generale Sposa Giuseppina→ entra nell’alta società Il Direttorio (impresa progettata dal Carnot) gli affida il compito secondario di tenere impegnate le forze austro-sarde in Italia. Nato ad Aiaccio, in Corsica nel 1769, Napoleone Bonaparte fu protagonista di una rapidissima carriera militare. L'amicizia con Augustin Robespierre e il commissario politico Saliceti danno un improvviso impulso alla sua carriera. La caduta di Maximilien Robespierre provoca una improvvisa battuta d'arresto. A soli 17 anni venne nominato Generale dell’Armata d’Italia. Giunto al comando in età così giovane, Napoleone rivoluzionò in breve tempo la vita delle truppe, imponendo ordine e disciplina, e trasformò totalmente la concezione del “fare la guerra”. Rapidità nelle manovre, anche grazie a lunghe marce notturne, attacchi fulminei, il procedere per linee interne per ingannare il nemico e la tattica di avvolgimento del fianco, sono le cifre che segnarono l’innovazione bellica di Napoleone. L’Inghilterra, l’Austria e il Re di Sardegna continuavano la guerra contro la Francia. La distinzione che si era procurato come ufficiale e le influenti relazioni di cui godeva, spinsero il Direttorio ad affidargli un ruolo nell’impresa militare ideata da Lazzaro Carnot per concludere vittoriosamente la guerra: all’interno del piano principale di attaccare a fondo l’Austria, Carnot affidò a Napoleone il compito secondario di tenere impegnate le forze austro-sarde in Italia.

12 La prima campagna in Italia
"Soldati! Voi siete nudi e malnutriti; la Francia vi deve molto, ma non può darvi nulla. La pazienza e il coraggio che avete dimostrato tra queste rocce sono ammirevoli, ma non vi hanno dato gloria; nemmeno un'ombra ne ricade su di voi. Io vi condurrò nelle più fertili pianure della terra. Province ricche, città opulente, cadranno in vostro potere; vi troverete ricchezze, onori e gloria. Soldati dell'Armata d'Italia! Vi lascerete mancare il coraggio e la perseveranza?" (discorso di Napoleone a Nizza, alla rassegna delle truppe 27 marzo 1796) «Gli ostacoli erano enormi; all’epoca Bonaparte aveva solo 26 anni, i generali a lui sottoposti ne invidiavano la psizione, e dubitavano delle sue capacità. I soldati erano stanchi, mal nutriti, mal pagati e pieni di risentimento. Come motivarli a combattere contro l’esercito austriaco? Preparandosi ad attraversare le Alpi per entrare in Italia, Napoleone rivolse alle truppe un discorso che avrebbe segnato il punto di svolta della sua carriera come della sua vita. Il discorso ebbe un effetto profondo. Pochi giorni più tardi, dopo aver faticosamente valicato le montagne, quei soldati si trovarono a contemplare la vallata del Piemonte» (ROBERT GREENE, L'arte della seduzione, Baldini Castoldi Dalai, 2008)

13 Entra in Italia dal Passo di Cadibona
Spezza in due l’esercito austro-sardo a Cairo Montenotte (Savona) Batte separatamente Piemontesi Austriaci PACE DI PARIGI (1796) PASQUE VERONESI (17-21 Apr 1797) Napoleone ottiene dal Direttorio l’incarico di scendere in Italia dove sconfigge: i piemontesi, costretti all’armistizio di Cherasco col quale cedono alla Francia Nizza e Savoia, gli austriaci con la Battaglia di Lodi e la conseguente occupazione di Milano (gli Austriaci si chiusero allora in Mantova che cadrà solo nel Febbraio del 1797) che si vedono costretti a firmare la Pace di Campoformio nel 1797 con il quale, Napoleone confermò la conquista della Lombardia, dell’Emilia e del Belgio. Tuttavia Napoleone volle dare all’Austria un compenso, nella speranza di annullare qualunque desiderio di rivincita,: il compenso fu Venezia, l’Istria e la Dalmazia, mettendo fine alla lunga e gloriosa storia della Serenissima. PACE DI CAMPOFORMIO (1797)

14 I Veronesi, irritati per il comportamento scorretto e prepotente dei Francesi (durante il loro soggiorno vi furono confische di beni ai cittadini e complotti per tentare di rovesciare l'amministrazione locale), insorsero contro di loro, assalendone e uccidendone un centinaio. L'insurrezione terminò con l'accerchiamento della città da parte di soldati: le conseguenze a cui la città e i cittadini dovettero far fronte furono principalmente il pagamento di ingenti somme e le razzie di opere d'arte e di beni. Delle Pasque veronesi e di altri e meno gravi episodi Napoleone approfittò per fare di Venezia oggetto di mercato con l’Austria.

15 La campagna d'Italia - 1796-97 - 1800
Nella cartina intitolata si illustra la situazione italiana nel biennio delle prime campagne d'Italia. L'arrivo delle truppe rivoluzionarie francesi aveva fatto sperare i patrioti italiani nella possibilità di creare una repubblica unitaria, ma ciò evidentemente non rientrava nei programmi francesi. Se osservi con attenzione la cartina potrai notare che la suddivisione dei nuovi Stati italiani grosso modo rimarca la conformazione storica dei tradizionali Stati della penisola. Che cosa è cambiato, allora, dall'arrivo di Napoleone in Italia? I nuovi Stati sono repubbliche ora, certamente, ma perché non viene promosso un processo di unificazione nazionale? Se poni mente al fatto che Napoleone cedette il territorio della Repubblica di Venezia all'Austria in cambio della pace, siglata con il trattato di Campoformio, puoi comprendere come in questo frangente l'Italia fu considerata, sostanzialmente, alla stregua di una semplice merce di scambio da parte del futuro imperatore francese. Il mantenimento di Stati separati, in questo contesto, tornava utile alla politica francese: come le pedine di una scacchiera, da muoversi a seconda delle esigenze internazionali. Lo dimostrano chiaramente le vicende della Repubblica Partenopea, abbandonata al proprio destino dalle truppe francesi, quando richiamate su un altro fronte di scontro.

16 Un genio militare Con la campagna d’Italia Napoleone mette in luce le sue straordinarie doti militari, in particolare egli possedeva: RAPIDITA’ NEGLI SPOSTAMENTI: il suo esercito percorreva fino a 90 km al giorno, contro i del nemico CAPACITA’ ORGANIZZATIVA DA STRATEGA: schierava sempre gli eserciti in punti diversi del territorio in modo tale che il nemico non sapesse mai prevedere da dove sarebbe arrivato l’attacco CONOSCENZA E DIMESTICHEZZA CON L’ARTIGLIERIA PESANTE: ciò gli permise di sfruttare i cannoni meglio di chiunque altro per coprire le azioni della fanteria

17 Egli inoltre fu l’interprete più geniale di alcune radicali trasformazioni introdotte da Robespierre: Nuova composizione degli eserciti Gli eserciti settecenteschi erano per lo più formati da professionisti pagati e disciplinati provenienti dalle più diverse nazionalità. I comandanti supremi venivano dalle file dell’alta aristocrazia e spesso erano imparentati con i loro colleghi dell’esercito nemico Napoleone oppose a questi militari dell’ancien regime la furia rivoluzionaria dell’armata francese ottenuta con la leva di massa

18 2) Obiettivi I soldati delle altre nazioni venivano pagati, qualunque fosse l’esito della battaglia. Napoleone invece prometteva ai suoi soldati laceri, affamati e male armati, un bottino senza limiti fatto di razzie e furti nelle nazioni vinte 3)Motivazioni I Francesi combattevano per la propria patria minacciata e credevano fermamente che avrebbero portato a tutte le popolazioni oppresse dalla monarchia, i principi di libertà e uguaglianza della loro Costituzione.

19 Itinerario napoleonico

20 Cosa offriva Napoleone?
In realtà le speranze degli Italiani erano opportunistiche e illusorie: "Cosa offriva Napoleone agli stati che soggiogava? La libertà? La forza? La ricchezza? No; era lui, sempre lui, dal quale bisognava ripartire, in cambio di tutti i beni di questo mondo. Gli Italiani, per la speranza confusa di essere finalmente riuniti in un solo Stato, con gli sfortunati Polacchi che chiedevano di ridiventare una Nazione, erano i soli che servissero volontariamente l'Imperatore." MADAME DE STAËL, Considérations sur la Révolution Française, Paris, Delaunay, 1818.

21 L’Italia all’arrivo di Napoleone

22 Bonaparte liberatore o conquistatore?
Musei, biblioteche, chiese, monti di pietà: dappertutto Bonaparte confiscò ricchezze d’ogni genere e opere d’arte, spendendole in Francia; a Venezia arrivò a far asportare i bronzei cavalli sovrastanti la chiesa di S. Marco! Unì quelli che prima erano cittadini di stati diversi → LE REPUBBLICHE GIACOBINE Dal controllo francese l’Italia ottenne: La Costituzione del ’95 Una serie di riforme che abolirono i dazi, soppressero i privilegi del clero, iniziarono la vendita dei beni ecclesiastici Una nuova bandiera: il tricolore ispirato a quello francese, che divenne subito il simbolo di un mondo libero e aperto …ma anche l’Italia pagò imposte straordinarie, poiché per la Francia essa rimaneva uno stato satellite da cui attingere denaro per risolvere la crisi economica. Fu depredata di grandi opere d’arte, oro e gioielli che andarono ad arricchire musei e case francesi.

23 Repubblica Cispadana Stato estense Stato papale
Napoleone favorì le prime parziali esperienze di quella che più tardi sarà la vita unitaria del nostro stato nazionale. Il 18 nevoso (7 gennaio) 1797 a Reggio Emilia nella sala dell’archivio ducale (oggi detta sala del Tricolore) il congresso della Repubblica Cispadana adotta il Tricolore non più come vessillo militare, ma come bandiera di valore politico: nella faretra, che sovrasta i segni della vittoria, le frecce rappresentano le quattro province che si sono unite. Non abbiamo un esemplare di questa bandiera, che fu ricostruita dal massimo storico del Tricolore, Ugo Bellocchi, nel corso del secolo XX (Corriere.it).

24 Terre veneziane a ovest dell’Adige
Repubblica Cispadana Terre veneziane a ovest dell’Adige Repubblica Cisalpina Milano ed altre terre Nel maggio 1797, le terre veneziane ad occidente dell’Adige, unite a Milano, alla Cispadana e ad altri territori formarono la Repubblica Cisalpina, con capitale Milano, naturalmente organizzata con una costituzione di tipo francese e vassalla della Francia. Il 2° Reggimento Usseri della Repubblica Cisalpina adotta uno stendardo con la berretta rivoluzionaria sopra un fascio, che per tutto l’Ottocento rimarrà un simbolo dell’unione popolare: il retro di queste bandiere portava motti politici, come quello che dice “La sicurezza consiste nel concorso di tutti per assicurare i diritti di ciascuno”.

25 REGIONE DELL’OLTREGIOGO
ISOLA DI CAPRAIA Repubblica Ligure LIGURIA Nel giugno 1797 veniva «democratizzata» anche Genova (vale a dire la Liguria, l'isola di Capraia, e la regione dell'Oltregiogo) che prese più tardi il nome di Repubblica Ligure, essa pure vassalla della Francia. La Repubblica Ligure usò la tradizionale bandiera genovese, una croce rossa in campo bianco.

26 La spedizione d’Egitto

27 La Repubblica Romana

28 La Repubblica Partenopea

29 Le Repubbliche giacobine

30 DICHIARAZIONE DEI DIRITTI
DELL’UOMO E DEL CITTADINO 28 agosto 1789 I Rappresentanti del Popolo Francese, costituiti in Assemblea Nazionale, considerando che l’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti dell’uomo sono le sole cause delle sfortune pubbliche e delle corruzione dei governi, hanno deciso di esporre, in una solenne Dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri dell’uomo, affinché questa Dichiarazione, costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, ricordi ad essi i loro senza posa i loro diritti e i loro doveri; affinché gli atti del Potere legislativo e quelli del Potere esecutivo, potendo essere in ogni momento confrontati coi fini di tutte le istituzioni politiche, vengano maggiormente rispettati; affinché i reclami dei cittadini, fondati d’ora in poi su princìpi semplici ed incontestabili, siano sempre rivolti al mantenimento della Costituzione ed alla felicità di tutti. In conseguenza, l’Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, alla presenza e sotto gli auspici dell’Essere supremo, i seguenti Diritti dell’Uomo e del Cittadino. 1. Articolo primo. Gli uomini nascono e rimangono liberi ed eguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune. 2. Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza, e la resistenza all’oppressione.

31 3. Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione
3. Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo, nessun individuo può esercitare un’autorità che non emani espressamente da essa. 4. La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri: così, l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo non ha confini se non quelli che assicurano agli altri membri della società il godimento dei medesimi diritti. Questi confini non possono essere determinati che dalla Legge. 5. La Legge non ha diritto di vietare se non le azioni nocive alla società. Tutto ciò che non è vietato dalla Legge non può essere impedito, e nessuno può essere costretto a fare ciò che essa non ordina. 6. La Legge è l’espressione della volontà generale. Tutti i cittadini hanno il diritto di concorrere di persona, o mediante loro rappresentanti, alla sua formazione. Essa deve essere la stessa per tutti, sia che protegga, sia che punisca. Tutti i cittadini essendo eguali ai suoi occhi, sono egualmente ammessi a tutte le dignità, posizioni ed impieghi pubblici, secondo la loro capacità, e senza altre distinzioni che quelle delle loro virtù e dei loro talenti. 7. Nessun uomo può essere accusato, arrestato o detenuto se non nei casi determinati dalla Legge, e secondo le forme che essa ha prescritto. Coloro che sollecitano, spediscono, eseguono o fanno eseguire ordini arbitrari, debbono essere puniti; ma ogni cittadino chiamato o arrestato in virtù della Legge, deve obbedire istantaneamente: egli si rende colpevole se oppone resistenza. 8. la Legge non deve stabilire se non pene strettamente ed evidentemente necessarie, e nessuno può essere punito se non in virtù di una legge stabilita e promulgata anteriormente al delitto, e legalmente applicata.

32 9. Poiché ogni uomo si presume innocente finché non sia stato dichiarato colpevole, se si sia giudicato indispensabile arrestarlo ogni rigore che non sarà necessario per assicurarsi della sua persona dev’essere severamente represso dalla Legge. 10. Nessuno dev’essere molestato per le sue opinioni, anche religiose, purché la loro manifestazione non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla Legge. 11. La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo: tutti i cittadini possono dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge. 12. La garanzia dei diritti dell’uomo e del cittadino necessita di una forza pubblica; questa forza è dunque istituita a vantaggio di tutti, e non per l’utilità particolare di coloro ai quali essa è affidata. 13. Per il mantenimento della forza pubblica, e per le spese dell’amministrazione, una contribuzione comune è indispensabile: essa dev’essere egualmente ripartita fra tutti i cittadini, in ragione delle loro facoltà. 14. Tutti i cittadini hanno il diritto di constatare, da loro stessi o mediante loro rappresentanti, la necessità della contribuzione pubblica, di consentirla liberamente, di seguirne l’impiego e di determinarne la quantità, la ripartizione, l’esazione e la durata. 15. La società ha il diritto di chieder conto a tutti gli agenti pubblici della loro amministrazione. 16. Ogni società nella quale la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri fissata, non ha una Costituzione. 17. Poiché la proprietà è un diritto inviolabile e sacro, nessuno può esserne privato, se non quando la necessità pubblica, legalmente constatata, lo esiga in modo evidente, e sotto la condizione di una giusta e previa indennità.

33 Luigi XVI di Borbone (1754-1793)
Luigi XVI di Borbone, detto il Desiderato, fu re di Francia dal 1774 al 1791; dal 1791 al 1792 regnò con il titolo di «re dei Francesi». Artista: Antoine-François Callet

34 Testamento di Luigi XVI in attesa dell'esecuzione
UNIONE E OBLIO In nome della SS. Trinità, del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Oggi 25° giorno del Dicembre 1792 io, Luigi XVI, Re di Francia, essendo da più di quattro mesi rinchiuso con la mia famiglia nella Tour du Temple a Parigi, da coloro che erano miei sudditi, e privato di qualsiasi comunicazione, dall'11 di questo mese, anche con la mia famiglia; di più: implicato in un processo, del quale è impossibile prevedere la via d'uscita, a causa delle passioni degli uomini, e del quale non si trova alcun pretesto né fondamento in alcuna legge esistente; non avendo che Dio a testimone dei miei pensieri, al quale io possa indirizzarmi, dichiaro qui, in sua presenza, le mie ultime volontà e i miei sentimenti. Lascio la mia anima a Dio [...]. ULTIME PAROLE DI LUIGI XVI Perdono ai miei nemici e a coloro che sono la causa delle mie sventure. Desidero che la mia morte salvi la Francia. Muoio innocente. Nato il 23 agosto Morto il 21 Gennaio 1793

35 Marie-Joseph La Fayette (1757-1834)
Marie-Joseph La Fayette, generale e politico francese, fu protagonista della rivoluzione americana e della rivoluzione francese. Artista: Joseph-Desirè Court.

36 Maximilien Robespierre (1758-1794).
Maximilien Robespierre, politico e rivoluzionario francese, presidente del club dei giacobini, capo del comitrato di salute pubblica. Fu il più noto e uno dei più controversi protagonisti della Rivoluzione Francese e del Terrore. Artista: Louis-Leopold Boilly.

37 La Francia di Napoleone

38 Fonti GIOVANNI GIULIETTI, Loro e Noi, Minerva Italica, 1795.
ROBERT GREENE, L'arte della seduzione, Baldini Castoldi Dalai, 2008.


Scaricare ppt "Dalla Rivoluzione francese al periodo napoleonico"

Presentazioni simili


Annunci Google