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PubblicatoLisa Palma Modificato 10 anni fa
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Montesquieu La nuova classificazione delle forme di governo
Repubblica Monarchia Dispotismo Una volta superata la distinzione classico-aristotelica, per ciascuna forma di governo occorre distinguere tra: Specifica natura (= «ciò che la fa essere tale», vale a dire la struttura o forma costituzionale); Principio regolatore (= «ciò che la fa agire», vale a dire «le passioni umane che la fanno muovere»).
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Distinzione rispetto alla natura
Governo repubblicano (democratico o aristocratico) -> quello in cui tutto il popolo o una parte di esso ha il potere sovrano; Governo monarchico -> quello in cui il potere sovrano appartiene ad uno solo, che però lo esercita attraverso leggi fisse e stabili; Governo dispotico -> quello in cui la volontà e il capriccio di uno solo sono legge, nel senso dell’assenza assoluta di leggi e limiti.
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Distinzione rispetto al principio
Nella repubblica democratica -> La virtù La virtù politica risiede nel popolo e si manifesta nell’amore per le istituzioni e per le leggi (virtù civica di matrice repubblicana). Nella repubblica aristocratica -> La moderazione Si tratta di un particolare genere di virtù che deve animare i nobili, nel senso di escludere l’estrema diseguaglianza tra di loro, e tra loro e i governati.
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Nella monarchia -> L’onore
Esso si fonda sull’esistenza di una nobiltà originaria e di gerarchie sociali. È «il pregiudizio relativo a ogni persona e a ogni condizione che fa muovere tutte le parti del corpo politico [in maniera tale che] ciascuno, credendo di agire per i propri interessi privati, agisca per il bene comune» (III, 7). Nel governo dispotico -> La paura Si spegne ogni ambizione di distinguersi ed ogni desiderio di ribellione, ed il potere necessita per il suo esercizio di minaccia e violenza.
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Il cambiamento della forma di governo
«La corruzione di un governo comincia quasi sempre dalla corruzione del suo principio» (VIII, I). E ancora: «Uno stato può cambiare in due maniere: o perché la costituzione si corregge, o perché si corrompe. Se ha conservato i suoi principi, e la costituzione cambia, è segno che si corregge; se ha perduto i suoi principi, quando la costituzione viene a cambiare, è segno che si corrompe».
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La libertà politica Per assicurare la libertà politica, la moderazione delle forme di governo non basta. Ecco allora il discorso sui limiti costituzionali per prevenire o arrestare l’abuso di potere. Occorre infatti che «per la disposizione delle cose, il potere arresti il potere» (XI, 4).
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Il mito della separazione dei poteri
La Costituzione inglese nel Libro XI, cap. 6 (modello del governo gotico tacitiano). Volontà riformista al fondo dell’analisi (la destinataria delle riforme è la Monarchia francese) Potere legislativo (= «il potere di fare le leggi per qualche tempo o per sempre e di emendare o abrogare quelle già esistenti»); Potere esecutivo (in senso stretto = «delle cose che dipendono dal diritto delle genti», vale a dire guerre, alleanze…); Potere giudiziario (esecutivo in senso lato = «delle cose che dipendono dal diritto civile», vale a dire punire i delitti e giudicare le liti tra privati»). I tre poteri sono al tempo stesso separati (= assegnati ad organi distinti) e in equilibrio (= ciascuno esercitato da un gruppo sociale diverso)
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Società e politica La politica dipende dalla società netta divisione fra vita politica e sociale In modo grossolano distingue le società per dimensione territoriale Grande= dispotismo Piccole= repubblica Spirito generale della nazione
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Filosofo? Sociologo? Mancano due elementi
Guarda ad aspetti storici più che attuali Manca l’attenzione alla società il suo interesse è politico
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