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La conoscenza sociale cognizioni giudizi rappresentazioni.

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Presentazione sul tema: "La conoscenza sociale cognizioni giudizi rappresentazioni."— Transcript della presentazione:

1 La conoscenza sociale cognizioni giudizi rappresentazioni

2 Domande di partenza Come conosciamo il mondo (sociale)?
Come percepiamo gli altri? Come ci comportiamo con loro? La conoscenza come “motivazione” fondamentale La formazione di impressioni “Thinking is for doing”

3 La cognizione sociale Enfatizza il livello cognitivo di analisi in psicologia sociale Esiste una cognizione non sociale? La cognizione sociale ha un carattere interpersonale, intersoggettivo e riflessivo (Higgins, 2000) Cognizione della psicologia sociale Cognizione sociale Psicologia sociale della cognizione

4 Come conosciamo il mondo?
La percezione umana non “riproduce” semplicemente la realtà esterna, ma la “ricostruisce” (Bartlett, 1932; Koffka, 1935) attraverso l’utilizzo di schemi: strutture cognitive che rappresentano un oggetto di conoscenza, includendo i suoi attributi e i loro legami. Influenzano la codifica delle informazioni nuove, il ricordo di informazioni già acquisite e le inferenze relative ai dati mancanti

5 Categorizzazione Gli schemi si basano su una iniziale categorizzazione degli stimoli sociali in base ad alcune caratteristiche possedute. I prototipi e le categorie sfocate (“fuzzy”) L’organizzazione gerarchica Funzioni: Semplificazione e classificazione; utilizzo dell’esperienza; coerenza; amplificazione dell’informazione

6 Elaborazione dell’informazione
a) Top-down: applicazione di conoscenze già presenti a stimoli nuovi. Accorciano il processo, ma possono indurre a “errori” b) Bottom-up: si basano sui dati “raccolti” nella situazione in atto. Più accurati, ma dispendiosi

7 Tipi di schemi Schemi di persona:
Contengono le informazioni utilizzate per descrivere le persone in base a tratti di personalità (simpatico, aggressivo) o altre caratteristiche che le distinguono (studente di psicologia) 2. Schemi di sé: Contengono le informazioni relative a se stessi. Schemi di ruolo: Organizzano le conoscenze relative ai comportamenti attesi da una persona che occupa una determinata posizione nella struttura sociale. Ruoli acquisiti (es. medico) vs. ascritti (es. femmina) 4. Schemi di eventi: Includono conoscenze relative alle sequenze di azioni appropriate in un determinato contesto, comprese le aspettative sul modo in cui si comporteranno gli altri (copioni)

8 Le euristiche strategie o “scorciatoie” di pensiero semplificate che permettono alle persone di giungere rapidamente a giudizi sociali Simili ai “processi automatici” messi in atto nella vita quotidiana Euristica della rappresentatività es. Stefano fa il bibliotecario perché timido, introverso… Euristica della disponibilità es. stimo quante persone convivono sulla base di quante ne conosco Ancoraggio e aggiustamento es. giudico il costo del biglietto aereo per il Perù sulla base di quello per il Brasile

9 Schemi di tipizzazione della personalità (Salvini)
Attribuzioni categoriali di tipo valutativo, diagnostico e prognostico, utilizzati nell’attribuire set di disposizioni ad individui accomunati da qualche aspetto distintivo Funzioni pragmatiche: descrittivo-nosografiche eziologiche inferenziali (conoscenza indiziaria) di senso comune

10 Errori attribuzionali:
Errore fondamentale di attribuzione Correlazione illusoria Letteralismo e reificazione Circolarità descrizione-spiegazione Confusione tra norme costitutive e descrittive Contaminazione costrutti esplicativi e interpretativi Contiguità semantica Impressione di costanza Ricerca di conferma

11 L’attribuzione causale
Tendenza a spiegare gli eventi sociali “Personologia ingenua” es. perché non capisco la lezione del docente? La psicologia del senso comune (Heider, 1958): le persone attribuiscono la causa del comportamento a fattori interni di personalità (motivazione o abilità) o esterni (situazionali)

12 La teoria dell’inferenza corrispondente (Jones e Davis, 1965):
Scopo dell’attribuzione causale è compiere inferenze corrispondenti, ossia giungere alla conclusione che il comportamento di una persona riflette disposizioni interne (qualità stabili).

13 Il modello della covarianza di Kelley (1967)
Per effettuare un’attribuzione causale le persone valutano la covarianza di tre elementi: Distintività della persona Coerenza nel tempo Consenso tra persone Se alto consenso, alta coerenza e alta distintività attribuzione interna

14 Tendenze sistematiche nei processi di attribuzione
Errore fondamentale di attribuzione: sovrastimare fattori disposizionali e sottostimare fattori situazionali Discrepanza attore-osservatore: attribuire le cause del proprio comportamento a fattori situazionali e quelle del comportamento altrui a fattori disposizionali Self-serving bias: attribuire propri successi a cause interne e insuccessi a cause esterne

15 Dall’attribuzione causale alla responsabiltà
Cosa attribuisco? causa responsabilità colpa disposizioni Esempio: Qual è la causa del mio male? Chi ne risponde? E’ colpa del medico I medici ignorano i malati

16 Gli atteggiamenti Cosa sono? Disposizioni (“attitude”)
nei confronti di qualcuno o qualcosa che orientano l’azione + aspetto valutativo

17 Tre componenti cognitiva: informazioni e credenze verso un oggetto affettiva: reazione emotiva verso l’oggetto comportamentale: azioni di avvicinamento o allontanamento dall’oggetto Ma studiata prevalentemente la componente cognitiva/valutativa!

18 Storia… Anni ’30 Scale di misura
1918 Studi sui contadini polacchi in USA di due sociologi (Thomas e Znaniecky) Anni ’30 Scale di misura Thurstone: opinione di giudici per valutare gli item da includere e l’ordine scalare degli item; ma lungo e dispendioso Likert: valutazione su una scala a intervalli dell’accordo/disaccordo con un’affermazione Esempio: La mia famiglia dovrebbe eliminare la carne dalla dieta Totale disaccordo Pieno accordo

19 Limiti delle scale di misura (Schwartz, 1999)
attestazione su valori centrali (la domanda proposta limita la gamma di risposta); ancoraggio alle domande precedenti (che ostacolano o favoriscono accessibilità in memoria delle informazioni successive) desiderabilità sociale (tendenza a offrire immagine positiva di sé) Ricerca sul tempo che le persone dichiarano di passare davanti alla televisione

20 Altre misure… Differenziale semantico (Osgood, Suci e Tanenbaum, 1957)
valutazione dell’atteggiamento su coppie di aggettivi bipolari Esempio: Come giudica il conformismo? Buono ___ ___ ___ ___ ___ ___ Cattivo Bello ___ ___ ___ ___ ___ ___ Brutto Tre fattori: Valutazione Potenza Attività Misure indirette Risposta elettrogalvanica Attività dei muscoli del viso Tempo di latenza nell’espressione della risposta

21 Teorie: rapporto atteggiamento-comportamento
Prima ricerca sugli atteggiamenti (La Piere, 1934) Viaggio in America in compagnia di una coppia di cinesi. Se dalle risposte a un questionario inviato sei mesi dopo gli albergatori mostravano un atteggiamento negativo verso i cinesi nei comportamenti rari esempi di discriminazione Discrepanza comportamanto-atteggiamento!

22 Modello aspettative-valore (Fishbein, 1967):
atteggiamento=Σapettativexvalore Teoria dell’azione ragionata (Fishbein e Ajzen, 1975) Credenze circa le conseguenze del comportamento Atteggiamento (valutazione del comportamento) Credenze circa le norme sociali Percezione delle aspettative degli “altri significativi” intenzione comportamento Teoria del comportamento pianificato (Aizen, 1990) aggiunge previsione di auto-efficacia (Bandura) Il comportamento sembra sotto il completo controllo dell’individuo che calcola costi e benefici

23 Cambiamento di atteggiamento
Teoria della dissonanza cognitiva (Festinger, 1957): se cognizioni attinenti incoerenti disagio emotivo e ricerca di coerenza Esperimento dei “20 dollari per una menzogna”: se compito noioso e dico che è divertente e non lo faccio per la ricompensa (un dollaro invece di 20) il cambiamento di atteggiamento serve a ridurre la dissonanza.

24 Da una visione dell’atteggiamento individualistico cognitivo-razionale
lineare-bipolare alla teoria dell’azione situata (Suchman, 1987) atteggiamento come “presa di posizione” in una situazione controversa” (Billig, 1987): sociale (dipendente da cultura) “caldo” (componente emotiva) meno conscio (agito più che pensato)

25 Metodi di ricerca Analisi della conversazione e del discorso
in situazioni specifiche Es. atteggiamento verso il pasto (Pontecorvo, Fasulo, Ochs, 1997) negli Stati Uniti (come nutrimento, bene materiale, ricompensa) e in Italia (come piacere)

26 Le rappresentazioni sociali
Forme di conoscenza pratica socialmente elaborate e condivise. Due aspetti fondamentali: orientano l’azione; sono costruite socialmente Teoria elaborata da Moscovici dal 1961 (pubblicazione della ricerca sulla psicoanalisi) a partire dalla nozione di “rappresentazioni collettive” di Durekheim (1898): religione, morale, diritto, mito, scienza… collettive per origine, oggetto e perché comuni.

27 Come si formano le r.s.? Ancoraggio: Oggettivazione:
es. rapporto terapeutico come confessione Oggettivazione: idee astratte rese concrete e accessibili mediante selezione e decontestualizzazione di elementi naturalizzati ontologizzazione es. la libido come un fluido figurazione es. l’inconscio come una stanza personificazione es. Freud per la psicoanalisi

28 Ambiti di studio delle r.s.
Salute e malattia: mentale vs. fisica pericolosa no Infanzia e educazione: maternità e infanzia su binomio natura vs. cultura Corpo: fisico vs. psicologico Vita quotidiana e professionale : soddisfazione e rapporto contenuto-contesto Nuove tecnologie: costruite e costruttive di rappresentazioni sociali


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