La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Cenni storici.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Cenni storici."— Transcript della presentazione:

1 Cenni storici

2 LO STRUTTURALISMO: cosa e come sono i processi mentali
Psicologia = scienza Wundt fonda il primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia nel 1879. Per capire come si formano le percezioni complesse (che ci danno la rappresentazione del mondo esterno) si devono analizzare le sensazioni elementari causate dall’esperienza immediata. Metodo introspezione: guardare dentro alla propria mente, la raccolta dei dati avviene attraverso il resoconto verbale delle sensazioni dei soggetti (addestrati al compito).

3 studio della struttura della mente
LO STRUTTURALISMO: Titchener definisce questo approccio strutturalismo studio della struttura della mente Limiti di strutturalismo e introspezione: Non tutti i soggetti sono in grado di riferire verbalmente le proprie sensazioni; Mancanza di considerazione dell’attività inconscia; L’esperienza della sensazione elementare stimolata da stimolazione sensoriale è assolutamente soggettiva.

4 IL COMPORTAMENTISMO psicologia stimolo-risposta (Watson 1913)
Input Output Scatola nera Oggetto di studio della psicologia è il comportamento manifesto e non la mente (scatola nera).

5 IL COGNITIVISMO Oggetto di studio:
Processi cognitivi implicati nell’elaborazione delle informazioni. Tutto quello che sappiamo della realtà è stato mediato non solo dagli organi di senso, ma da sistemi complessi che interpretano continuamente l’informazione fornita dai sensi [Neisser, 1967]. Questi sistemi complessi non possono essere “visti” dallo sperimentatore, possono essere solo “inferiti”.

6 COMPORTAMENTISMO COGNITIVISMO Input Output Scatola nera Input Output
Forma delle lettere Suono Significato della parola LUMACA /lumaka/ Output

7 LA CRONOMETRIA MENTALE
Input Quanto più numerosi e/o complessi gli stadi, tanto più aumenta il tempo di elaborazione dello stimolo: TR = Tempo di Reazione LUMACA /lumaka/ Output

8 PSICOLOGIA SCIENTIFICA
PSICOLOGIA INGENUA E PSICOLOGIA SCIENTIFICA Teorie ingenue: Fondate sull'esperienza personale Teorie scientifiche: Fondate su controlli sperimentali

9 ESEMPIO DI TEORIA PSICOLOGICA INGENUA
Un bambino corre in una stanza perlustrando ogni angolo e nascondiglio. Spiegazione basata sul senso comune cioè basata sulla personale esperienza dell’osservatore: TEORIA Un comportamento di questo tipo (esplorazione) si associa ad una data situazione (perdita di un oggetto) e ad un particolare stato mentale (irritazione, ansia o depressione).

10 L’USO DELLA TEORIA INGENUA
La teoria ingenua viene usata per spiegare il comportamento del bambino. Osservando il comportamento del bambino la teoria ingenua può essere: Confermata, ad esempio, se subito dopo avere scoperto il suo giocattolo preferito, il bambino si rilassa e smette di cercare. Respinta, ad esempio, se entra un amico e vi rendete conto che stavano facendo un gioco.

11 PSICOLOGIA SCIENTIFICA
PSICOLOGIA INGENUA E PSICOLOGIA SCIENTIFICA La differenza tra una teoria ingenua e una teoria scientifica sta nel metodo di controllo delle spiegazioni. Per le teorie scientifiche il metodo di controllo elettivo è il metodo sperimentale

12 Dallo scetticismo alla verità scientifica
Il famoso caso del cavallo Hans, del proprietario von Osten e dello psicologo Pfungst (1911). Controllando una serie di fattori si dimostra la fallacia delle conclusioni basate su osservazioni condotte acriticamente! Pfungst dimostrò che la teoria era FALSA fornendo una spiegazione ALTERNATIVA

13 IL METODO SPERIMENTALE
Permette di comprendere i fenomeni naturali legandoli alle cause che li hanno determinati. Fasi: 1. Individuazione e descrizione del problema 2. Formulazione di una ipotesi 3. Esecuzione dell’esperimento: osservazione e misurazione degli effetti della manipolazione della v.i. sulla v.d. 4. Raccolta dei dati e elaborazione dei risultati: conferma o falsificazione dell’ipotesi.

14 IL METODO SPERIMENTALE
Individuazione e descrizione del problema. Carenza di sonno causa diminuzione capacità MBT Formulazione di una ipotesi. Hp1: diminuzione di ore di sonno decadimento proporzionale MBT Hp2: diminuzione di ore di sonno decadimento standard 3. Esecuzione dell’esperimento: osservazione e misurazione degli effetti della manipolazione della v.i. sulla v.d. 4. Raccolta dei dati e elaborazione dei risultati: conferma o falsificazione dell’ipotesi.

15 IL METODO SPERIMENTALE
Aspetto centrale del lavoro sperimentale è la 2. Formulazione di una ipotesi in cui si prevede una possibile relazione di causa-effetto tra due variabili-eventi variabile indipendente (manipolata) variabile dipendente (misurata)

16 IL METODO SPERIMENTALE
TIPI DI VARIABILI Variabile dello stimolo o soggettiva Variabile comportamentale VARIABILI INDIPENDENTI VARIABILI DIPENDENTI - tipo di apprendimento numero di parole ricordate - frequenza della parola tempo di lettura - difficoltà del percorso tempo per uscire dal labirinto - età numero parole conosciute - tipologia di occupazione punteggio al test dell’ansia

17 IL METODO SPERIMENTALE
MANIPOLABILI NON MANIPOLABILI variabili soggettive! tipo di apprendimento frequenza della parola difficoltà del percorso età tipologia di occupazione

18 IL METODO SPERIMENTALE
Individuazione e descrizione del problema. Carenza di sonno causa una diminuzione capacità MBT Formulazione di una ipotesi. Hp1: diminuzione di ore di sonno decadimento proporzionale MBT Hp2: diminuzione di ore di sonno decadimento standard 3. Esecuzione dell’esperimento: osservazione e misurazione degli effetti della manipolazione della v.i. sulla v.d. Traduzione delle ipotesi in condizioni sperimentali. Manipolate le ore di sonno. Gruppo privato di 4 ore e gruppo privato di 7 ore Effetti test memoria breve termine

19 IL METODO SPERIMENTALE
Individuazione e descrizione del problema. Formulazione di una ipotesi. 3. Esecuzione dell’esperimento: osservazione e misurazione degli effetti della manipolazione della v.i. sulla v.d. Traduzione delle ipotesi in condizioni sperimentali.Manipolate le ore di sonno. Gruppo privato di 4 ore e gruppo privato di 7 ore Effetti test memoria breve termine Raccolta dei dati e elaborazione dei risultati: Conferma o Falsificazione dell’ipotesi. Le differenze sono statisticamente significative o sono dovute al caso?

20 SIGNIFICATIVITÀ E INFERENZA STATISTICA
I risultati possono essere dovuti al caso. I metodi di inferenza statistica hanno lo scopo di misurare questo possibile errore. L’inferenza statistica calcola la probabilità di ottenere gli stessi risultati attesi anche quando la nostra ipotesi di ricerca è errata. Più basso è questo valore, più alte sono le probabilità che l’ipotesi di ricerca sia corretta.

21 LA SIGNIFICATIVITÀ STATISTICA
I risultati di una ricerca sono definiti statisticamente significativi quando la probabilità di sbagliare (cioè ritenere che i dati ottenuti sono l’effetto della manipolazione della v.i quando in realtà sono dovuti al caso) è minore o uguale a 5% Risultato con un livello di significatività del 5% significa che con una probabilità del 95% quella variazione osservata è stata causata dalla manipolazione della v.i.

22 IL TEST DI SIGNIFICATIVITÀ STATISTICA
Parametri su cui si basa il test di significatività: L’ampiezza dell’effetto ottenuto; Il numero dei soggetti studiati; La distribuzione dei risultati, cioè il livello di variabilità I risultati di un esperimento possono contenere variabilità: - tra gruppi - nei gruppi

23 IL LIVELLO DI VARIABILITÀ
Parametro di riferimento per i test di significatività statistica. Caso 1 gruppo A: 300, 302, 298, 307, 293, 300, 301, 299; media 300 gruppo B: 320, 322, 318, 320, 320, 316, 324, 320; media 320 BASSA VARIABILITÀ dei dati ALTA VARIABILITÀ dei dati: Caso 2 gruppo A: 360, 320, 400, 280, 200, 150, 450, 240; media 300 gruppo B: 420, 220, 400, 240, 520, 120, 100, 540; media 320 Se il gruppo “A” ha un media di 300 e il gruppo “B” di 320, la differenza di 20 può o meno risultare significativa a seconda della variabilità dei valori all’interno dei due gruppi.

24 Si può rispondere attraverso il seguente esperimento
Esempio:I maschi differiscono dalle femmine nella capacità di risolvere problemi matematici? Si può rispondere attraverso il seguente esperimento Due gruppi di soggetti sperimentali (50 M e 50 F) Variabile indipendente: Variabile dipendente: accuratezza delle risposte (percentuale problemi risolti) sesso (maschio o femmina)

25 Diamo 60 minuti per riconsegnare il compito...
10 problemi 10 problemi 01. Problema 1 02. Problema 2 03. Problema 3 04. Problema 4 05. Problema 5 06. Problema 6 07. Problema 7 08. Problema 8 09. Problema 9 10. Problema 10 01. Problema 1 02. Problema 2 03. Problema 3 04. Problema 4 05. Problema 5 06. Problema 6 07. Problema 7 08. Problema 8 09. Problema 9 10. Problema 10 50 studentesse [F] 50 studenti [M] Diamo 60 minuti per riconsegnare il compito...

26 Correggiamoli quindi tutti...
10 problemi 10 problemi 01. Problema 01 OK 02. Problema 02 NO 03. Problema 03 NO 04. Problema 04 OK 05. Problema 05 OK 06. Problema 06 OK 07. Problema 07 OK 08. Problema 08 NO 09. Problema 09 NO 10. Problema 10 OK 01. Problema 01 OK 02. Problema 02 OK 03. Problema 03 OK 04. Problema 04 NO 05. Problema 05 OK 06. Problema 06 OK 07. Problema 07 NO 08. Problema 08 NO 09. Problema 09 NO 10. Problema 10 OK es. 1 F es. 1 M

27 Correggiamoli quindi tutti...
10 problemi 10 problemi 01. Problema 01 OK 02. Problema 02 NO 03. Problema 03 NO 04. Problema 04 OK 05. Problema 05 NO 06. Problema 06 OK 07. Problema 07 OK 08. Problema 08 NO 09. Problema 09 NO 10. Problema 10 NO 01. Problema 01 NO 02. Problema 02 NO 03. Problema 03 NO 04. Problema 04 NO 05. Problema 05 NO 06. Problema 06 NO 07. Problema 07 NO 08. Problema 08 NO 09. Problema 09 NO 10. Problema 10 OK es. 2 F es. 2 M

28 F M XF = 5.0 XM = 5.4 C’e’ una lieve differenza tra XF e XM...
Al termine... F somma dei punteggi XF = ; n° dei punteggi (50) XF = 5.0 M somma dei punteggi XM = ; n° dei punteggi (50) XM = 5.4 C’e’ una lieve differenza tra XF e XM...

29 Come essere certi che la differenza di punteggio tra i due gruppi indichi una differenza reale nelle capacità matematiche? Per rispondere bisogna tenere conto del fatto che la variazione nei punteggi può discendere da due fonti Variabilità tra i gruppi, indotta dalla variabile indipendente Variabilità entro ciascun gruppo, dovuta alle differenze individuali L’analisi statistica calcola il rapporto tra le due fonti di variabilità: rapporto critico.

30 F M Un altro modo per rappresentare i punteggi F e M... n° individui
1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° risposte corrette n° individui 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° risposte corrette Grafici della distribuzione della frequenza dei punteggi

31 Un altro modo per rappresentare i punteggi F e M...
Grafici della distribuzione della frequenza dei punteggi

32 Ampiezza curva = variabilità punteggi entro il gruppo
Picco curva =media n° individui n° risposte corrette

33 Variabilità media Variabilità alta Variabilità bassa

34 Ampiezza curva = variabilità punteggi entro il gruppo
Variabilità intergruppo Variabilità intragruppo Picco curva =media Ampiezza curva = variabilità punteggi entro il gruppo n° individui n° risposte corrette

35 differenze tra le condizioni sperimentali
(Variabilità tra i gruppi) Rapporto critico =_______________________________ variazione casuale tra i punteggi (Variabilità interna ai gruppi) Quanto più è alto è il rapporto critico tanto più è probabile che ci sia una differenza tra i gruppi sperimentali causata dalla variabile indipendente manipolata dallo sperimentatore. Si usa la statistica per controllare se il rapporto critico è significativo.

36 GLI STUDI CORRELAZIONALI
Come negli studi sperimentali viene considerata la relazione tra due o più variabili. Diversamente dagli studi sperimentali le variabili studiate non vengono manipolate sistematicamente Esempio: C’è una relazione tra autostima e successo negli studi universitari? Si può rispondere a questa domanda misurando l’autostima di un gruppo di studenti e confrontandola con la media dei voti negli esami

37

38 LA MISURA DELLA CORRELAZIONE
Il coefficiente di correlazione: misura l’intensità della correlazione, cioè la forza di coesione tra due variabili (tanto più si avvicina al valore massimo 1) indica la direzione della correlazione espressa in valori che possono oscillare da +1 a –1 Coefficiente di correlazione: +1: correlazione positiva massima tra 2 variabili -1: correlazione negativa massima. 0: variabili non correlate.

39

40 STUDI DI CORRELAZIONE Metodo sperimentale: la variazione della v.d. è
causata dalla manipolazione della v.i. Studio correlazionale: Lo sperimentatore non manipola la v.i. Due variabili sono in rapporto di correlazione quando al variare di una varia anche l’altra. Non è possibile stabilire un rapporto causale tra le due variabili

41 STUDI DI CORRELAZIONE Se all’aumentare dell’autostima aumenta anche la media dei voti la correlazione è positiva Se all’aumentare dell’autostima la media dei voti diminuisce la correlazione è negativa Limiti degli studi correlazionali Non danno alcuna indicazione sull’esistenza di una relazione causale tra due variabili Vantaggi degli studi correlazionali Possono essere utili per la comprensione di un fenomeno perché se la correlazione è certa, la presenza di una ci permette di predire la presenza dell’altra.

42 ESEMPIO DI ESPERIMENTO
Un santone cura 18 malati: 12 sono guariti e 6 no. Il santone sa che la sua cura non funziona sempre ma il fatto che ci riesca due volte su tre lo incoraggia Il pubblico, nel giudicare l’efficacia, si basa su: Rapporto tra guariti e non guariti I primi sono molti di più dei secondi e quindi è facile convincersi che la cura è la causa della guarigione le guarigioni vengono “spiegate” dalla somministrazione della cura

43 Procedere correttamente
Cosa succede a coloro che non si sottopongono alla cura del santone? Cura del santone No Guariti A:12 B:6 C:6 D:3 La cura è irrilevante. La percentuale di guariti è sempre di due terzi (6 su 9 equivale a 12 su 18, cioè due terzi) Il senso comune non si preoccupa di questi valori


Scaricare ppt "Cenni storici."

Presentazioni simili


Annunci Google