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DSA INCONTRO SCUOLA E FAMIGLIA FUNZIONE STRUMENTALE PROF

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Presentazione sul tema: "DSA INCONTRO SCUOLA E FAMIGLIA FUNZIONE STRUMENTALE PROF"— Transcript della presentazione:

1 DSA INCONTRO SCUOLA E FAMIGLIA FUNZIONE STRUMENTALE PROF
DSA INCONTRO SCUOLA E FAMIGLIA FUNZIONE STRUMENTALE PROF.SSA MARTINELLI MARIA PALMINA

2 I REFERENTI - programmazione di indagini di screening;
Figure di sistema capaci di svolgere un ruolo strategico rispetto a: - richieste di counseling interno alla scuola in cui operano; - programmazione di indagini di screening; - valutazione rispetto alla effettiva necessità di invii ai Servizi Sanitari; - comunicazioni tra scuola, famiglia, servizi sanitari; - promozione di azioni di formazione-aggiornamento; - comunicazioni tra AID, Uffici Scolastici Regionali, CSA, MIUR, Servizi Sanitari. - Forniscono informazioni e ricercano materiali didattici. - Mettono a disposizione della scuola la normativa di riferimento.

3 - Organizzano una mappatura degli allievi con Disturbo Specifico
d’Apprendimento. - Sono a disposizione dei Consigli di Classe/ Team per impostare il Percorso Didattico Personalizzato, individuare gli strumenti compensativi e le misure dispensative e le strategie metodologiche didattiche più idonee ai singoli. - Predispongono monitoraggi periodici per studiare l’evoluzione e l’efficacia delle iniziative programmate. - Organizzano, nell’ambito degli incontri di continuità, il passaggio delle informazioni degli allievi che si iscrivono ad altra scuola. - In caso di trasferimento dell’alunno,predispongono la documentazione necessaria e incontrano gli insegnanti della scuola che accoglie l’allievo. -Supportano i colleghi per attuare adeguati criteri valutativi

4 SPESSO NON RICONOSCIUTA O TROPPO TARDI
IERI SPESSO NON RICONOSCIUTA O TROPPO TARDI I BAMBINI SONO CONSIDERATI SVOGLIATI O POCO INTELLIGENTI IN ITALIA 4% POPOLAZIONE SCOLASTICA DISLESSIA La dislessia riguarda in Italia circa il 4% della popolazione scolastica. Molto spesso però non è riconosciuta o la diagnosi avviene solo tardivamente. I bambini dislessici, perciò, vengono a lungo considerati dai loro genitori e a volte anche dagli insegnanti come svogliati, pigri, se non, addirittura, poco intelligenti. Negli ultimi anni, però, l'attenzione al problema è cresciuta notevolmente e forme di collaborazione fra scuola, professionisti e genitori si vanno sempre più affermando Nonostante l'incremento di interesse e di attenzione che si è sviluppato in questi ultimi anni intorno al tema dislessia, sono convinta che non se ne parla mai abbastanza. E questo per almeno due motivi. Il primo è che la dislessia è il problema più diffuso e più frequente che il bambino può incontrare in età scolare e dunque non ci sono insegnanti, genitori o pediatri che possano ancora ignorarlo. Il secondo motivo è che la dislessia, e con essa anche gli altri D.S.A. che frequentemente vi sono associati, è un problema subdolo perché non ha un'identità propria. È una diversità senza diversità. Il comportamento del bambino con dislessia assomiglia infatti a quello del bambino svogliato, pigro, capriccioso, riluttante all'impegno e questa sua somiglianza fa sì che si scelgano sempre le spiegazioni più semplici e più a portata di mano. Anche perché, fuori dalla scuola questo bambino si comporta esattamente come gli altri: vivace, socievole, allegro. Il fatto che la dislessia non abbia una propria identità sociale fuori dalla scuola viene utilizzata come rafforzativo della spiegazione semplicistica dell'evi-tamento dell'impegno (il bambino quando è ora di leggere e di scrivere mostra la sua pigrizia, si rifiuta, ecc.) invece di essere considerata la conferma della "specificità" del problema, Solo in classe, di fronte al compito scritto, il bambino mostra tutte le sue difficoltà e questa tipicità, invece che essere considerata un campanello di allarme, un indicatore che accende un'ipotesi, viene valutata come una conferma del disimpegno e viene rinfacciata ripetutamente ".. quando è ora di giocare sei sempre pronto, mentre adesso che devi leggere...". LO SI CONSIDERA DI PIU’ MA E’ UN PROBLEMA SUBDOLO PERCHÉ NON HA UN'IDENTITÀ PROPRIA. OGGI

5 CHE COS’E’ È un disturbo specifico dell’apprendimento che si rileva in bambini con intelligenza nella norma o brillante, in assenza di problemi neuro-sensoriali e a prescindere dall’ambiente socio-culturale di appartenza. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità classifica la dislessia e gli altri disturbi specifici di apprendimento come disabilità, per cui non è possibile apprendere la lettura, la scrittura o il calcolo aritmetico nei normali tempi e con i normali metodi di insegnamento

6 QUANDO SI MANIFESTA Già dalla scuola dell'infanzia è possibile effettuare una valutazione dei prerequisiti per l'abilità di lettura, in modo da poter intervenire precocemente e rafforzare delle competenze eventualmente carenti La diagnosi, però, di dislessia può essere fatta solo in classe seconda o terza della scuola primaria, i segnali del disturbo possono essere colti molto prima (quando il bambino affronta l'apprendimento della lettura e della scrittura) ed è opportuno intervenire subito; aspettando, la difficoltà aumenta. I maschi tendono a esternare di più un problema rispetto alle femmine che cercano di celarlo.

7 COME SI MANIFESTA Esistono difficoltà oggettive nella lettura, nella scrittura e a volte nel calcolo, difficoltà che sono riconducibili ad una parziale o addirittura mancata AUTOMATIZZAZIONE nella conversione dei segni/simboli in suoni e viceversa. Questa difficoltà può essere più o meno intensa e circoscritta alla lettura, alla scrittura, oppure, sebbene più raramente, al calcolo, ma più spesso investe più ambiti. In generale si parla, infatti, di D.S.A. (disturbo specifico di apprendimento) che può comprendere dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia...

8 CHE COSA SUCCEDE PERCHE’ NON SI FORMANO LE IMMAGINI NELLA SUA MENTE
NON RICONOSCE LE PAROLE E’ COME SE FOSSE SEMPRE LA PRIMA VOLTA. IL BAMBINO CHE LEGGE I RISULTATI NON SONO ADEGUATI ALL’IMPEGNO, NON SONO ACCETTABILI UTILIZZA UNO SFORZO NOTEVOLE E NON COMPRENDE IL TESTO Quando legge, ogni lettera, ogni sillaba, ogni parola è una grande difficoltà da superare, dato che l’automatismo visivo, la parola scritta globale non c’è nella sua mente….. è come se il bambino dislessico vedesse ogni parola e la successione di sillabe per la prima volta. Questo comporta un impegno considerevole, un enorme sforzo senza risultati accettabili, ma con grande affaticamento e frustrazione. Ne consegue, ovviamente, che il bambino avrà un pessimo rapporto con i testi scritti e sarà molto lento nella lettura e/o nella scrittura, persino nel copiare dalla lavagna. Le difficoltà di codifica/decodifica comprometteranno la comprensione del testo e l’acquisizione delle conoscenze nella maggior parte delle materie, dato che nella nostra cultura la parola scritta ha un ruolo predominante. COMPORTANDO GRANDE AFFATICAMENTO E FRUSTAZIONE

9 Come si comporta nello studio
SI STANCA FACILMENTE HA BISOGNO DI MOLTA PIÙ CONCENTRAZIONE Può leggere un brano correttamente e non cogliere il significato Può avere grosse difficoltà con le cifre (tabelline), la notazione musicale o qualsiasi cosa che necessita di simboli da interpretare Può avere difficoltà nella lettura e/o scrittura di lingue straniere (es. inglese, latino, greco, ecc..) Può scrivere una parola due volte o non scriverla Può avere difficoltà nel memorizzare termini specifici, non di uso comune Può avere difficoltà nello studio (storia, geografia, scienze, letteratura, problemi aritmetici) quando questo è veicolato dalla lettura e si giova invece dell'ascolto (es. registratori, adulto che legge, libri digitali) * Non prende bene gli appunti perché non riesce ad ascoltare e scrivere contemporaneamente Quando si distrae da ciò che sta leggendo o scrivendo ha grosse difficoltà a ritrovare il punto

10 Oltre a questi grandi problemi, i bambini dislessici possono avere altre difficoltà, concomitanti a quelle già citate: *Disturbi nell’organizzazione dello spazio *Disturbi del linguaggio *Disturbi nella coordinazione motoria *Disturbi nell’esecuzione di procedure *Disturbi nella memoria di lavoro *Disturbi dell’attenzione e iperattività *Disturbi del comportamento e della condotta

11 CONSEGUENZE PSICOLOGICHE
perdita della propria autostima, in quanto è duramente minacciata dagli insuccessi e dalla consapevolezza che NONOSTANTE i loro sforzi, non riescono a raggiungere i risultati attesi... forme di depressione o ansia, crisi d'identità e molto spesso tende a rigettare in toto il mondo della scuola, rinunciando in questo modo a molte possibilità che la loro capacità di memoria standard invece consentirebbe. egli si trova a far parte di un contesto (la scuola) nel quale vengono proposte attività per lui troppo complesse e astratte; osserva però che la maggior parte dei compagni si inserisce con serenità nelle attività proposte ed ottiene buoni risultati; sente su di sé continue sollecitazioni da parte degli adulti (“stai più attento!”, ” Impegnati di più!”, “hai bisogno di esercitarti molto”…); si percepisce come incapace e incompetente rispetto ai coetanei; inizia a maturare un forte senso di colpa sentendosi responsabile delle proprie difficoltà; ritiene che nessuno sia soddisfatto di lui, né gli insegnanti né i genitori; ritiene di non essere all’altezza dei compagni e che questi non lo considerino membro del loro gruppo a meno che non vengano messi in atto comportamenti particolari (ad esempio quello di fare il buffone di classe); per non percepire il proprio disagio, mette in atto meccanismi di difesa che non fanno che aumentare il senso di colpa, come il forte disimpegno (“Non leggo perché non ne ho voglia!”, “Non eseguo il compito perché non mi interessa”…) o l’attacco (aggressività);

12  Legge n. 170 dell’8 ottobre NUOVE NORME IN MATERIA DI DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO IN AMBITO SCOLASTICO

13 Art.1 RICONOSCIMENTO: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia quali «DSA» ● in presenza di capacità cognitive adeguate, ● in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali. I DSA possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. DEFINIZIONE Dislessia: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, decifrazione dei segni, correttezza e rapidità della lettura. Disgrafia: disturbo specifico di scrittura che si manifesta nella difficoltà nella grafia. Disortografia: disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà neiprocessi linguistici di transcodifica. Discalculia: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri. Dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia possono sussistere separatamente o insieme.

14 Garantire il diritto all’istruzione.
FINALITA’ Art.2 Garantire il diritto all’istruzione. Favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto. Garantire una formazione adeguata Promuovere lo sviluppo delle potenzialità. Ridurre i disagi relazionali ed emozionali. Adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti.

15 Art.2 Preparare gli insegnanti e sensibilizzare
FINALITA’ Art.2 Preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA; Favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi; Incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione; Assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale.

16 compito di evidenziare persistenti difficoltà
DIAGNOSI Art.3 Servizi specialistici del SSN Diagnosi Specialisti o strutture accreditate(impossibilità SSN) Comunicata dalla famiglia alla scuola compito di evidenziare persistenti difficoltà Scuola comunicazione alla famiglia compito di individuare casi sospetti di DSA

17 FORMAZIONE NELLA SCUOLA
Art.4 Destinatari: docenti e dirigenti Problematiche relative ai DSA Acquisizione di competenze per l’individuazione precoce Capacità di applicare strategie didattiche, metodologiche e valutative adeguate.

18 Misure educative e didattiche di supporto
Art.5 Diritto a fruire di provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel percorso di istruzione-formazione e università. Garanzie delle istituzioni scolastiche: didattica individualizzata e personalizzata secondo le peculiarità (bilinguismo) mediante strategie educative adeguate. introduzione strumenti compensativi, mezzi di apprendimento alternativi, tecnologie informatiche. misure dispensative da prestazioni non essenziali per l’apprendimento di concetti. lingua straniera: strumenti compensativi per la comunicazione verbale per un apprendimento graduale. lingua straniera: possibilità di esonero. Valutazione dell’efficacia delle azioni messe in atto.

19 Misure educative e didattiche di supporto
Art.5 Diritto a fruire di provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel percorso di istruzione-formazione e università. Garanzia di adeguate forme di verifica e valutazione Durante gli esami di Stato Ammissione all’università Durante gli esami universitari.

20 Art.6 Riconosciuto solo per il primo ciclo di istruzione
Misure per familiari Art.6 Diritto a usufruire di orari di lavoro flessibili. Riconosciuto solo per il primo ciclo di istruzione Modalità da definire nei CCLN No oneri per lo Stato.

21 OBIETTIVO DELLA SCUOLA: garantire il diritto allo studio
Valorizzare i punti di forza Minimizzare i punti di debolezza insegnamento significativo ed efficace didattica inclusiva predisporre le condizioni favorevoli all’apprendimento OBIETTIVO DELLA SCUOLA: garantire il diritto allo studio Gli studenti dislessici hanno un diverso modo di imparare, ma comunque possono imparare, per favorire il loro successo formativo è necessario “abilitarli” all’apprendimento attraverso strumenti compensativi e strategie didattiche e di studio che abbiano l’obiettivo di: - Valorizzare i punti di forza - Minimizzare i punti di debolezza - Promuovere la qualità dell’istruzione, attraverso un insegnamento significativo ed efficace, predisponendo le condizioni favorevoli all’apprendimento, per promuovere inclusione e rispondere a bisogni complessi. - Garantire il diritto allo studio e la riduzione della dispersione scolastica per gli studenti con dislessia o DSA, favorendo il successo formativo corrispondente alle loro aspettative e alle loro potenzialità cognitive. - Tutelare gli studenti dislessici evitando la loro discriminazione rispetto ai pari.

22 Le scelte educative: della scuola
scelte metodologiche e didattiche specifiche progetto didattico personalizzato e individualizzato Le scelte educative: della scuola organizzazione dell’orientamento Personalizzazione La personalizzazione dell’insegnamento promuove l’apprendimento e i comportamenti degli alunni nel rispetto: dei loro ritmi di crescita delle loro specifiche intelligenze dei loro ambienti di provenienza delle loro aspettative personali e familiari. Riguarda la peculiare modalità di apprendimento che caratterizza ogni persona. Riguarda i modi di acquisizione degli obiettivi, gli stili di apprendimento, l’utilizzazione che l’alunno fa delle proprie risorse personali. Individualizzazione Promuove il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati. Riguarda la definizione degli obiettivi, che vanno commisurati alla possibilità che l’alunno ha di raggiungerli. E’ riferibile al diritto di ogni persona a raggiungere i traguardi ritenuti indispensabili quali che siano i condizionamenti di partenza. rapporti con le famiglie

23 Il concetto di personalizzazione sposta il focus dal piano dei contenuti di apprendimento
a quello delle modalità messe in atto dall’alunno. L’attenzione dell’insegnamento si sposta dall’oggetto di insegnamento alla persona “apprendente” con le sue caratteristiche e peculiarità. APPRENDIMENTO:interazione tra più elementi Caratteristiche individuali dell’alunno ( abilità cognitive e metacognitive, conoscenze precedenti, stili cognitivi, motivazioni, aspettative, …) ▪ Attività di apprendimento (processi cognitivi messi in atto e strategie utilizzate in un determinato compito) ▪ Caratteristiche del materiale da apprendere (testi più o meno complessi, presenza/assenza di schemi, domande, immagini, tempo a disposizione, …) ▪ Qualità dell’istruzione (scelte metodologiche, comunicazione educativa, ritmo della lezione, aiuti e facilitazioni, …)

24 INTERVENTO ABILITAZIONE STRATEGICO METACOGNITIVO STRUMENTI
POTENZIAMENTO STRATEGICO METACOGNITIVO STRUMENTI COMPENSATIVI MISURE DISPENSATIVE GRADUALITA’ MEDIATORI DIDATTICI

25 SCELTE METODOLOGICHE Processi cognitivi e metacognitivi Utilizzare strategie esplicite d’insegnamento Creare aspettative e stimolare le anticipazioni Sollecitare i saperi naturali. Stimolare le conoscenze pregresse Attivare schemi e script Porre domande. Stimolare le ipotesi. Strategie e materiali che sostengono l’attenzione, la concentrazione, la memoria 25

26 Supporto dei processi cognitivi e metacognitivi
Suddividere la lezione in step Suddividere la consegna in step Scrivere alla lavagna le parole chiave Utilizzare i materiali visivi Strategie e materiali che sostengono l’attenzione, la concentrazione, la memoria 26

27 Intervento sul materiale di studio
Alleggeriamo il carico informativo Procediamo alle semplificazioni testuali Introduciamo gli apparati grafici Predisponiamo materiali per il recupero veloce di formule, sequenze, elenchi,….. Strategie e materiali che riducono l’affaticabilità, stimolano il recupero dell’informazione 27

28 STRUMENTI COMPENSATIVI
Tabella dei mesi Tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri Tavola pitagorica Tabella delle misure Tabella delle formule Calcolatrice Registratore Cartine geografiche e storiche Tabelle delle memorie di ogni tipo Uso degli strumenti informatici Videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocale Programmi adeguati e commisurati alle difficoltà del singolo caso. (programmi informatici di videoscrittura (C.A.R.L.O.), scanner, programmi con sintesi vocale o libro parlato per lo studio

29 MISURE DISPENSATIVE Dispensa da alcune prestazioni : lettura a voce alta scrittura veloce sotto dettatura lettura di consegne uso del vocabolario studio mnemonico delle tabelline Dispensa dello studio delle lingue straniere almeno in forma scritta Tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio, mediante una adeguata organizzazione degli spazi ed un adeguato e flessibile raccordo tra gli insegnanti- Assegnazione di compiti a casa in misura sicuramente ridotta

30 Organizzazione, almeno per i dislessici, di interrogazioni programmate
Possibilità d’uso di testi ridotti non per contenuto,ma per quantità di pagine Utilizzo, per lo studio, di cassette registrate (dagli insegnanti, dagli alunni, e/o allegata ai testi )- Richiesta alle case editrici di produrre testi anche ridotti e contenenti audiocassette

31 IL RECUPERO Il tutoraggio: utilizza i compagni di classe più preparati e pazienti; ne traggono vantaggio entrambi, poiché anche il bambino bravo acquisisce una maggiore sicurezza e consapevolezza nella materia. Utilizzo ore per insegnare un metodo di studio (lettura e organizzazione di mappe concettuali e schemi, sottolineature del testo, uso del registratore) o per affiancare i bambini in classe. Si organizza momenti per il recupero nelle varie discipline, da attuarsi con un numero di alunni limitato, al massimo quattro o cinque, poiché a volte i bambini con D.S.A. presentano disturbi dell'attenzione

32 LE VERIFICHE Prove scritte:
Matematica: dare più tempo nelle verifiche scritte o diminuire il numero di esercizi; far usare la calcolatrice; fornire formulari con assortimenti di figure geometriche, formule e procedure o algoritmi. Inglese: per le verifiche scritte somministrare esercizi di completamento o a risposte multiple. Italiano: per il compito di italiano far utilizzare, ove è possibile, il computer con il correttore automatico, nelle prove di grammatica fare consultare schede specifiche. Per tutte le altre materie, qualora si facciano delle verifiche scritte, dare più tempo oppure un minor numero di domande e permettere l'uso del computer. Prove orali: Programmare le interrogazioni specificando gli argomenti che saranno chiesti e ridurre il numero delle pagine. Avvisare 10 minuti prima di interrogare, per dare il tempo di prepararsi psicologicamente e di ripassare. Durante l'interrogazione fare utilizzare sussidi cartacei quali: Tabelle (date, eventi, nomi, categorie grammaticali, ecc.) Linea del tempo, cartine geografiche fisiche, politiche, grafici e strumenti di calcolo come calcolatrice, linea dei numeri relativi, formulari di figure geometriche e algoritmi.

33 una valutazione differenziata ai sensi della circolare del 5 ottobre 2004, prot. 4099/A/4 validata dalla legge 170 dell’8 ottobre una valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma LA VALUTAZIONE La valutazione che aiuti gli alunni a diventare consapevoli delle proprie capacità e dei propri miglioramenti. una valutazione in rapporto alle capacità e alle difficoltà del bambino

34 D.S.A POSSONO ESSERE REDARGUITI?
D.S.A POSSONO ESSERE BOCCIATI possono essere bocciati, qualora esista una programmazione individualizzata per tutte le materie e non siano stati raggiunti gli obiettivi prefissati e nel corso dell'anno siano state utilizzate tutte le strategie di cui sopra dipende dalla "sensibilità dell'insegnante" che dovrà capire fino a che punto il bambino si approfitta di questa situazione di agevolazione o si trova davvero in difficoltà.

35 A.I.D ASSOCIAZIONE ITALIANA DISLESSIA
PIANO EDUCATIVO PERSONALIZZATO

36 Grazie per l’attenzione MARIA PALMINA MARTINELLI


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