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Classi II A e II B.  Le parole del viaggio   La nostra scuola ha una lunga tradizione multiculturale. Partendo dall’etimologia della parola VIAGGIO.

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1 Classi II A e II B

2  Le parole del viaggio

3   La nostra scuola ha una lunga tradizione multiculturale. Partendo dall’etimologia della parola VIAGGIO nella lingua italiana, abbiamo confrontato le nostre lingue sullo stesso lemma e ci siamo interrogati a lungo sulle nostre origini, scoprendo che tutti, anche le prof, siamo stati accolti dalla città di Milano e che le nostre storie familiari e personali cominciavano da lontano. Partiamo?  Abbiamo deciso così di portarvi nel nostro viaggio intorno al mondo, raccontando ciascuno la propria esperienza di migrazione o quella della propria famiglia … Partiamo? Premessa

4  Il nostro mondo è ricco e colorato, partiamo per un viaggio … un po’ spericolato!!

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6  Iniziamo dalla Grande Madre Russia

7  Поездка [poyezdka] Viaggio inteso come spostamento e giro del mondo.

8   Mi chiamo Vasilisa, sono nata in Russia, a Mosca. Sono stata adottata dai miei genitori italiani quando avevo 7 anni: mio padre è genovese e mia madre milanese.  All’inizio è stata veramente dura: a scuola mi sentivo imbarazzata perché ero l’unica russa e non capivo niente dell’Italia, neanche il cibo che mangiavo!!  Poi, per fortuna, ho incontrato tante maestre che mi hanno aiutato a capire e ad imparare, ho cominciato a frequentare l’oratorio per il catechismo ed ho stretto nuove amicizie, così ho imparato a stare in Italia e, devo dire, mi piace!!! … e conosciamo la storia di Vasilisa, per noi «Lisa»

9  Dopo i rigori nordici, scendiamo verso più calde latitudini …

10  … ed atterriamo in Egitto

11  رحلة ( réħla) f. La parola viaggio è stata introdotta nella lingua egiziana nel 910 d. C. circa dopo le invasioni delle popolazioni arabe. All'inizio si pronunciava [RAHHALA, رحالة ] e veniva dato questo nome ai mercanti che viaggiavano nel deserto per portare le merci o per venderle, invece ora si dice [REHLA, رحلة ].

12   Mi chiamo Mohamed e sono nato a Milano, ma i miei genitori sono originari del Nord Africa: mia madre è marocchina, mentre mio padre è egiziano. Vi racconto la storia di mio padre Said. Mio padre, che oggi ha 62 anni, arrivò in Italia nel 1982 con un suo amico, in cerca di lavoro. Prima che giungesse a Milano, pensava che questa città non sarebbe stata bella e che sarebbe andato lì solo per lavorare. Andare a Milano è stata una scelta casuale: non avevano nessuno da raggiungere. Arrivato in Italia, trovò subito lavoro come cuoco in un ristorante. All’inizio non si sentiva a suo agio, ma poi la situazione migliorò: incominciò a imparare l’italiano e fece molte amicizie. In un ristorante incontrò mia madre e si sposarono nel 1992. Nel 1995 nacque mio fratello Bellal e nel 1998 mio fratello Omar, mentre nel 2004 nacqui io. I miei due fratelli frequentarono le stesse scuole materna ed elementare, mentre io ne ho frequentate altre. Ecco le storie di tre nostri amici egiziani e delle loro famiglie

13  Mi chiamo Robert e sono di origini egiziane.  Il mio papà è nato il 25 febbraio del 1967 in Egitto, al Cairo. Viveva la sua vita di tutti i giorni fino a quando, un giorno, un suo amico che viveva in Italia, anche lui egiziano, lo chiamò. Gli disse che gli aveva trovato un lavoro in Italia, a Milano. Avevano parlato, infatti, della crisi del lavoro in Egitto, cioè che si guadagnava poco, così papà, dopo aver sentito quella notizia, fu felice. Visto che lavorava insieme a suo fratello, cioè mio zio, girò la proposta anche a lui, ma rifiutò, perché si doveva prendere cura di sua mamma, cioè la mia nonna paterna.  Mio padre partì la settima successiva, senza aver salutato prima amici e parenti. In aereo pensava a Milano: gli sarebbe piaciuta? Avrebbe potuto incontrare amici, a parte quello che gli aveva trovato il lavoro? Pensava anche al clima che avrebbe incontrato, perché il suo amico di Milano gli aveva detto che questa città aveva un tempo variabile, quindi non era come quello dell’Egitto. Aveva paura anche di non saper imparare la lingua italiana, perché secondo lui era difficile passare dall’arabo all'italiano. Quando arrivò a Milano, il suo amico lo ospitò volentieri a casa sua, finché non affittò casa. Incominciò a lavorare e a guadagnare soldi. Incominciava anche a memorizzare alcune parole usate per le necessità di tutti i giorni. Dopo un po’ di tempo trascorso a Milano, ritornò in Egitto. Ritornato, conobbe mia mamma. Passò molto tempo, si conobbero bene, si sposarono in Egitto e ritornano insieme a vivere a Milano. Dopo un po’ di anni trascorsi a Milano, comprarono una casa e nacqui io.  Oggi il mio papà continua a lavorare come operaio specializzato, ha quarantanove anni, parla abbastanza bene l’ italiano, si trova a Milano da diciassette anni e ogni tre anni andiamo in Egitto.

14 . Io mi chiamo Ibrahim e vengo dall’Egitto. Mio padre si chiama Khalil, è nato in Egitto, dove lavorava presso una fabbrica di prodotti alimentari, ma guadagnava poco. Visto che stava per sposarsi ed aveva bisogno di trovare un lavoro più remunerativo, mio zio gli parlò dell'Italia e gli disse che lì avrebbe potuto trovare un lavoro. Allora mio padre iniziò a fare i documenti che gli servivano per arrivare in Italia e entro due anni riuscì a finirli. Lui e mia mamma si sposarono qualche mese prima che lui partisse. Arrivò in Italia ai primi di gennaio e, da quello che mi ha raccontato mia mamma, mio padre quando la chiamava le diceva che faceva molto freddo e addirittura nevicava, cosa che in Egitto era impossibile: noi vedevamo la neve solo nei film! Mia mamma era veramente stupita e meravigliata da quello che le raccontava mio padre, perché il clima era molto diverso da quello che c’è in Egitto! Dopo qualche mese dalla partenza di mio padre mia mamma scoprì di essere incinta e questo rese molto felice mio padre. Mio padre rimase presso i miei zii per tre mesi, dopo di che trovò un lavoro in una ditta che cercava un tecnico: mio padre da piccolo aveva imparato il mestiere da mio zio, ma all'inizio ebbe un po' di problemi, poi diventò un abile tecnico. Passarono due anni, io nel frattempo ero già nato e mio padre voleva tornare il più presto possibile per vedermi. Così nel 2005 tornò in Egitto: io ero sotto casa ad aspettarlo, ma lui non mi aveva mai visto e non poteva riconoscermi, allora, dopo che ebbe portato i bagagli in casa con l'aiuto di mio zio, chiese a lui chi fosse quel bambino che continuava a fissarlo. Mio zio gli rispose: « Khalil, è tuo figlio!». Subito mio padre mi prese in braccio e mi baciò ripetutamente ed io fui molto felice del suo ritorno. Trascorremmo insieme tre mesi, che passarono velocissimi. Purtroppo lui doveva ritornare in Italia e a me dispiaceva tantissimo lasciarlo: la notte in cui partì non riuscii a dormire pensando a lui e piangevo. Negli anni successivi, nei tre mesi di vacanze, lui veniva a trovarci e questo mi rendeva veramente felice. Nel 2008 mio padre iniziò a fare i documenti per portare anche noi in Italia e nel 2010 li finì, così io e mia mamma partimmo il 14 febbraio del 2010 e arrivammo in Italia. Anche io mi stupii per il clima che trovai, perché era molto ma molto diverso da quello che avevo lasciato, proprio come ci aveva raccontato mio padre! Per me era tutto diverso: in Italia c’era una lingua diversa e vedevo persone diverse, anche per l’abbigliamento. A settembre iniziò la scuola e cominciai a frequentarla, ma lì non mi trovavo per niente bene, perché quando parlavano i maestri io non capivo niente e non mi sentivo molto accolto dai miei compagni perché nessuno mi faceva giocare. Dopo due anni di scuola sapevo più o meno parlare l'italiano, ma non ero molto bravo: in quel periodo cominciai a stringere qualche amicizia perché avevo imparato a parlare italiano e riuscivo a comunicare con i miei coetanei. Dopo quattro anni di studio, avevo perfezionato molto l'italiano, ma lo ho affinato quando sono arrivato alle medie, perché ho trovato professori fantastici e molto gentili che mi hanno sempre aiutato a superare le difficoltà: mi hanno aiutato a risolvere i miei problemi e a capire i miei errori e mi sono stati sempre vicino. Ho avuto anche dei compagni fantastici, che mi hanno accolto tra di loro e mi hanno aiutato: devo dire che mi trovo veramente bene tra di loro.

15  Percorriamo il Mar Rosso e poi giù giù fino all’Oceano Indiano …

16  … fino ad approdare nello Sri Lanka …

17 [ganana] La parola è stata introdotta nel linguaggio singalese nel XIV secolo, con l’arrivo sull’isola dell’esploratore marocchino Ibn Battuta.

18   Mi chiamo Dewmi, ho 12 anni e sono nata a Milano da genitori srilankesi. Dopo la materna sono andata a vivere per alcuni anni in Sri Lanka e poi sono di nuovo ritornata in Italia nel 2011. Quando sono ritornata mi aspettavo che i paesaggi fossero più rigogliosi e che facesse più freddo. Anche se non è come mi ricordavo, mi “ritrovo” bene a Milano, anche come è attualmente. Quando sono ritornata sono stata molto bene, anche perché ho potuto parlare di nuovo con la mia migliore amica della materna, Arianna, che mi ha aiutato a ricordare l’italiano: mi ha aiutata molto e apprezzo con tutto il cuore quello che ha fatto per me. … dove conosciamo la storia di Dewmi e della sua famiglia

19  Facciamo rotta verso l’Estremo Oriente …

20  … e andiamo in Cina!

21  旅 [Iv yóu] 旅 I commercianti fenici furono i primi a viaggiare. La parola 旅 è entrata in uso nella lingua cinese tra il 441 e il 513 d. C., utilizzata in principio dai mercanti.

22   Ciao! Mi chiamo Alessandra e quest'anno ho compiuto 14 anni. Io sono nata in Italia, a Milano, ma i miei genitori sono arrivati dalla Cina nel 1998. I miei genitori sono venuti in Italia per il lavoro e anche per avere una vita migliore. A me piace tanto stare in Italia, perché qui ci sono tante persone gentili e per bene, però mi sarebbe piaciuto restare in Cina, perché ci sono tante cose che mi sono rimaste in mente. Nel 2002 i miei genitori mi hanno portato in Cina, perché io ero troppo piccola, avevo solo pochi mesi e i miei genitori dovevano lavorare. All’età di 3 anni, poi, i miei genitori hanno deciso che potevo ritornare in Italia. Ho frequentato la scuola italiana dalla prima fino alla quarta elementare, poi nel 2011 i miei genitori hanno deciso che dovevo ritornare in Cina a studiare cinese, perché non conoscevo ancora il cinese. Così sono rimasta in Cina e il 18 giugno 2013 sono partita con mia cugina per tornare in Italia. Io avevo due bagagli: il primo bagaglio erano i cibi cinesi e tante cose dei miei genitori, il secondo erano i miei vestiti. All'aeroporto di Milano, quando sono uscita dalla porta, ho visto la mia mamma che stava aspettando fuori: ero molto contenta, soprattutto perché adesso abbiamo una vita migliore. Una volta la mia mamma ha comprato tante medicine per mia nonna che ha la pressione alta e poi gliele ha spedite, perché tante persone dicono che qui in Italia i prodotti sono molto buoni. MI PIACE L’ITALIA, PERCHÉ IN ITALIA C'È LA MIA STORIA! IN ITALIA CI SONO I MIEI RICORDI! Ecco le storie di otto amici cinesi e delle loro famiglie

23  Io sono Lu Jing Cinzia, sono nata a Milano e sono andata per la prima volta in Cina a 4 anni, per studiare. Di quel viaggio non mi ricordo quasi niente. Sono stata in Cina alcuni anni: andavo a scuola e mi piaceva tanto. Quando compii 10 anni i miei genitori decisero di tornare in Italia. A me piaceva molto la Cina e non volevo venire, allora i miei genitori per convincermi dissero che era solo per poco tempo, però sono ancora qui. Il mio paese si chiama Daxue e si trova nella regione dello Zhejiang: lì c'è un fiume lungo e bello lungo il quale in estate, dopo cena, si faceva la passeggiata e poi si tornava a casa a dormire. Abbiamo tante montagne lì: una che mi piaceva di più era vicina a casa mia e lì passeggiavo con i miei amici e miei compagni di classe. Al mattino mi alzavo alla 6:00 per andare a scuola a studiare il cinese. Fuori dalla mia scuola c’erano tanti negozi di spuntini e negozi che vendevano la colazione. Il viaggio per venire a Milano dalla mia città è stato molto lungo, circa 12 ore di aereo. Il mio volo è stato diretto. Sono partita con mia sorella, mio fratello e il papà: avevamo tanti bagagli, che abbiamo consegnato all'aeroporto. Atterrati a Milano, sono venuti a prendermi dei lontani cugini, siamo andati a casa loro a dormire un sera e il giorno dopo siamo andati via. Per convincermi, i miei genitori mi avevano detto che la scuola in Italia era più bella e più facile, ma ora vedo che non è proprio così, perché in Italia si fanno meno compiti scritti, ma c'è di più da studiare. Appena sono arrivata sono rimasta delusa, perché l’Italia non era bella come avevo pensato. La prima cosa che ho pensato è stata che non c'erano le cose buone da mangiare come in Cina. Adesso so che alcuni cibi tradizionali cinesi ci sono anche in Italia, ma sono rari e costosi. Mi mancano tanto la mia scuola, i miei amici, ma soprattutto la famiglia che vive in Cina. La cosa che mi rende triste è che non so quando potrò ritornare di nuovo nella mia terra.

24   Mi chiamo Giulia, sono nata a Milano, ma sono di origine cinese. La mia mamma ha 36 anni. Nel mese di febbraio del 1998 è arrivata in Italia. Quando è arrivata all’aeroporto di Malpensa, aveva paura perché non conosceva nessuno, non sapeva la lingua e non aveva parenti. Una volta arrivata a Milano, ha trovato lavoro prima come baby sitter e poi come cameriera. Era sola, senza l’aiuto di nessuno, poi ha conosciuto papà e si sono sposati. Col passare del tempo ha imparato la lingua italiana e ha conosciuto nuovi amici. Dopo il matrimonio sono nata io e poi mio fratello e le mie sorelle.  Io mi chiamo Valerie, ho 14 anni, sono nata in Francia: mia madre è cinese, ma in quel periodo viveva in Francia. Quando avevo un anno sono arrivata in Italia, a Milano, dove sono rimasta per cinque anni. Successivamente sono andata in Cina e il 24 luglio 2014 sono tornata a Milano: sono arrivata in Italia per raggiugere mia madre e ho viaggiato in aereo per tredici ore.  Ero molto spaventata delle cose nuove e mi mancavano tanto i miei amici e parenti. Prima io non capivo l’Italiano: andavo a scuola, però non capivo niente e non avevo amici. Tutti i giorni ero triste: la mattina, quando mi svegliavo pensavo: «Perché c’è la scuola? Perché devo andare a scuola?». Il pomeriggio tornavo a casa e piangevo: volevo tornare in Cina!  Adesso mi piace la scuola, perché i miei compagni sono tutti buoni, mi aiutano tanto ed ho anche dei professori molto bravi. A scuola posso imparare le nuove lingue, così quando diventerò grande potrò fare il giro del mondo. Adesso mi sono già abituata a Milano: per me Milano è molto bella!

25  Mi chiamo Wang Shen Shen, sono nata a Milano e sono andata in Cina a quattro anni per imparare il cinese. A dieci anni sono venuta in Italia di nuovo, perché non mi piaceva la scuola in Cina. Quando mia madre disse che partivamo per ľItalia, io ero contenta, ma anche un po’ triste, perché così facendo avrei perso tutti gli amici che avevo in Cina. In Cina ho frequentato la scuola elementare: in una scuola fino alla terza, poi ho cambiato scuola e sono andata in una scuola molto più severa, la stessa che aveva frequentato mio padre quando era piccolo. Anche se questa scuola era severa, era molto bella. Insegnano molto bene lì, ma sono troppo severi per me. In questa scuola c'era anche un corso che durava oltre l’orario scolastico. Prima si andava a scuola, poi c'era un ľintervallo lungo, nel quale dover fare i compiti, mentre certi studenti dovevamo fare il corso. Dopo di che, si doveva pranzare. Dopo il pranzo iniziava di nuovo la scuola. Ogni giorno si doveva cambiare persona nel pulire la classe, le finestre, la lavagna, i pavimenti e poi di nuovo il corso ed infine si tornava a casa. Io abitavo a Zhe Jian, dove ci sono un fiume lungo e le montagne. A Zhe Jian non ci sono tram, mentre a Milano sì, mentre a Milano non c'è un fiume. Mi mancano i miei nonni e i cugini: voglio tornare in Cina.  Io mi chiamo Huhuiming, il mio nome italiano è Giulia, ho 12 anni e sono nata in Italia, a Milano.  Sono andata in Cina per la prima volta quando avevo 2 o 3 anni, e ho quasi conosciuto i miei  Cugini: dico quasi, perché ero troppo piccola per ricordarmene. Dopo 2 anni sono tornata in Cina, poi ancora verso i 6 o 7 anni e ho visto i miei nonni, i genitori del mio papà. I miei nonni abitavano in una casa un pochino vecchia e io ci sono stata per 1 anno. L’ultima volta che sono andata in Cina era quando andavo in 2° elementare: sono andata a Wenzhou per studiare cinese, ho studiato 2 anni cinese, poi sono tornata in Italia.  Tutte le volte che torno in Italia sono un po’ triste, perché ogni volta devo lasciare qualcuno o qualcosa, ma quando sono in aereo sono un po’ felice perché sull’aereo c’è uno schermo dietro la poltrona davanti alla mia, così posso vedere dei film e distrarmi: sono rasserenata da questa cosa e perché sto con la mia famiglia.  Ci sono cose che mi piacciono dell’Italia: pasta al pomodoro, pizza, ecc.  Mi piace l’Italia, ma anche la Cina: non so quale scegliere tra questi due Paesi!

26  Io sono JiaJia Ye, ho 14 anni, sono nata in Cina e sono venuta in Italia nel 2012. Prima di partire per l'Italia andavo a scuola nel mio paese. La scuola lì non mi piaceva, perché era molto difficile e c'era molta disciplina.  Prima abitavo con la mia insegnante e tornavo a casa quando qualcuno mi veniva prendere sabato o domenica, perché la scuola era lontana. Mi piaceva molto andare a casa della mia nonna, che abitava sull'isola (non so come si chiama quell'isola) e dall’altra mia nonna che abitava nel montagna. Sono partita nel 2012 insieme a mio fratello minore e mia mamma, perché il mio papà era già venuta in Italia: lui prima abitava a casa dei miei zii che hanno due figlie. Anche noi prima abitavamo insieme con loro, poi abbiamo cambiato casa tre volte. La prima volta che abbiamo cambiamo casa, siamo andati a casa di altri miei zii che hanno una figlia e un figlio: abbiamo abitato lì un anno. La seconda volta siamo andati ad abitare in via Negrotto, ed anche lì abbiamo abitato solo un anno. La terza volta è la casa in cui viviamo attualmente. Prima non mi piaceva l'idea di venire in Italia, perché non potevo stare vicino ai miei amici e ai nonni, però adesso mi piace stare in Italia, perché qui ho conosciuto tante persone e ho tanti amici, qui ci sono anche i miei zii, miei cugini e cugine.

27  Io sono Lin Davide, ho tredici anni e nel 2013 sono venuto in Italia. A quel tempo io avevo dieci anni e mia sorella aveva un anno, così i miei genitori mi lasciarono venire in Italia insieme a mio fratello di undici anni e mia cugina di otto.  Siamo partiti alle sette, con un’auto fino a Shanghai, dopo siamo arrivati in l’aeroporto. Alle 19 dovevo arrivare l’aereo, ma il volo era ritardo, così dopo una giornata abbiamo preso l’aereo. Eravamo tre ragazzini: non c’erano adulti con noi. Sull’aereo c’era la televisione davanti ad ogni sediolino, così non ci annoiammo. Dopo diciassette ore di volo arrivammo in Italia.  Io e i miei genitori non ci vedevamo da tanto tempo. Ricordo che mia mamma teneva mia sorella in braccio: la prima volte che vidi mia sorella ero sorpreso, perché era troppo carina! Poi vidi i miei zii, che erano venuti a prendere mia cugina. Dopo noi ritornammo a casa: era la casa in Italia! Sulla strada vidi un sacco di cose che non ci sono in Cina. Quando arrivai, notai che la casa era un po’ piccola, ma non importava, perché era bella.  L’Italia è bella: le persone di qui sono molto gentili. A differenza della Cina qui c’è il tram: quando vidi per la prima volta questa grande macchina, rimasi stupito e felice allo stesso tempo. Sono felice che anche qui ci sono cinesi: essi fanno grandi sacrifici in Italia, ma la Cina è un Paese povero, perché troppe persone non riescono a trovare lavoro, così molti cinesi vanno in altri Paesi per trovarne uno.  Ho cominciato a imparare l’italiano quando sono andato in quinta elementare.  Fino ad ora ho passato due anni e mezzo in l’Italia ed ho sperimentato tante cose interessanti.

28  Scendiamo verso il Sud Est asiatico …

29  … e andiamo nelle Filippine

30 Biyahe Parola introdotta nel tagalog dalla dominazione spagnola

31   Mi chiamo Kristen, sono nata a Milano, ma sono di origini filippine. Mia madre si chiama Jasmin, ha 38 anni ed è filippina. A causa dei pochi soldi che avevano i genitori e la numerosa famiglia da mantenere, non ha potuto completare gli studi ed è arrivata solo alla fine delle medie. All'età di 19 anni, nel 1996, è andata in Spagna, a Siviglia, da suo zio, a lavorare come domestica. A quei tempi, pur avendo suo zio, le mancava la sua famiglia; intanto che era lì non ha visitato nessun posto, perché il suo unico intento era quello di lavorare e aiutare la suo famiglia.  Dopo essere stata 2 anni in Spagna, nel 1998, a maggio, ha raggiunto una delle sue sorelle maggiori in Italia, a Milano. Le era mancata tanto e ha preferito andare da lei piuttosto che rimanere da suo zio. Inizialmente ci ha messo un po' ad abituarsi al clima: a differenza delle Filippine, dove c'è un clima tropicale, qua in Italia può anche nevicare. La prima volta che mia madre aveva visto la neve, ne era rimasta meravigliata, perché la vedeva solo in TV. Diversamente dal nostro Paese, dove si mangia sempre riso (accompagnato da carne, pesce o verdura), qua si mangiano cose meno pesanti, e inizialmente aveva sempre fame, ma ci ha fatto l'abitudine. Ha conosciuto mio padre qui, si sono sposati e sono nata io: spese in più. Una grande parte dei suoi guadagni li manda ai parenti o compra del cibo e lo manda comunque alla sua famiglia nelle Filippine. Ora è felice qua con noi: pur non essendo ricca è lo stesso felice.  Ecco le storie dei nostri amici filippini e delle loro famiglie

32 Mi chiamo Gliedi e sono nato a Milano, ma i miei genitori sono originari delle Filippine. Sono arrivati in questo Paese per lavorare nel 1971. Prima sono stati a Roma, dove c’era la sorella di mio padre, e hanno lavorato come domestici. Successivamente arrivarono in Italia anche i miei fratelli, così la mia famiglia si trasferì a Milano. I miei genitori pensavano che Milano fosse una città calda, invece faceva proprio freddo!!  I miei fratelli hanno finito la scuola in Italia e hanno trovato lavoro al Mc Donald, mentre i miei genitori a Milano Tre come domestici da venticinque anni e sono riusciti a comprarsi una Ford!!  Io sono Hailie e ho 12 anni. Sono nata a Milano, ma ho origini filippine.  La prima volta in cui sono andata nelle Filippine era il 2013 o il 2014, non mi ricordo bene. Non mi ricordavo che il viaggio in aereo fosse così noioso! Quando arrivammo nelle Filippine il caldo era asfissiante: sapevo che faceva molto caldo, ma era peggio di quello che mi aspettassi!  Dopo qualche giorno andammo in un’isola delle Filippine che si chiama Boracay. Io me l’aspettavo solo con qualche mercatino e che la sua sabbia fosse bianca, invece c’erano molti bancali: credo che fossero uno di fianco all’altro, e di sera credevo che c’era solo qualche lucina, invece c’erano molte luci, ma soprattutto c’erano i danzatori di fuoco. Sembrava tutto così romantico! Il resto delle Filippine me lo aspettavo così come era.  È stata una cosa indimenticabile e non vedo l’ora di ritornare lì.

33   Io sono Dustie e sono nato a Milano da genitori filippini. I miei genitori sono venuti a Milano nel 1989 per motivi di lavoro e pensavano che a Milano facesse piú freddo. Appena arrivati, sono stati ospitati a casa di un'amica per un mese circa. Dopo due settimane dall'arrivo mia madre aveva già trovato un lavoro e dopo il primo stipendio i miei affittarono una casa. Un paio di mesi dopo pure mio padre trovò un lavoro e nel 1998 fecero arrivare anche mio fratello dalle Filippine.  Dopo quattro anni sono nato io e mia madre si è abituata a stare qui, quindi andiamo nelle Filippine solo per le vacanze.

34  Ora navighiamo sempre verso Occidente fino a gridare: «Terraaaa!» con i marinai di Colombo …

35  … ed approdiamo in Ecuador e Santo Domingo

36 Viaje La parola viaje ha la terminazione in –aje che appartiene alle molte parole che in spagnolo sono state commutate dal francese. Nello specifico, questa parola deriva dal catalano, che è un misto tra castigliano e francese, viatge, corruzione del latino viaticum, che deriva da via.

37   Mi chiamo Daniela, ho 13 anni, sono nata a Santo Domingo, ma dal 6 luglio 2010 vivo in Italia con la mia famiglia.  I miei genitori hanno deciso di trasferirsi in Italia perché avevano bisogno di lavorare e sono partiti prima di noi figli.  Quando sono arrivata, pensavo che Milano fosse noiosa, che non avrei fatto amicizia con nessuno, che non avrei mai imparato la lingua e che facesse caldo come nel mio Paese.  Alla fine ho scoperto che venire a Milano è stata una grande idea: mi piace vivere in Italia! Avevo sbagliato su molte cose, compreso il clima: qui fa molto freddo, troppo rispetto al mio Paese! Quando facevamo le videochiamate con i miei genitori, li vedevamo sempre con sciarpa, cappello e giubbotti e pensavamo che scherzassero, invece era tutto vero!! Ecco le storie di due nostre amiche sudamericane e delle loro famiglie.

38  Mi chiamo Luisa e sono nata a Milano da genitori ecuadoriani.  Parlo di mia mamma, che si chiama Tatiana ed ha 46 anni. Lei è partita dall’Ecuador il 27 giugno del 2001 ed è atterrata all’aeroporto di Malpensa. Dall’Ecuador all’Italia ci vogliono 12 ore di volo. Stava male solo a pensare di lasciare il suo Paese, la sua terra di origine, la sua casa, i suoi parenti, il clima: il caldo che c’è in Ecuador sicuramente non è come quello a Milano! Ma è andata via dal suo Paese, perché c’è stato un periodo di povertà e aveva bisogno di soldi per vivere lei e i miei tre fratelli maggiori. I miei fratelli sono nati in Ecuador: mio fratello Alessandro ha 28 anni e mia sorella Andrea ne ha 25 anni. Non sono proprio i miei fratelli, perché sono i figli di un altro papà, comunque dico sempre che sono i miei fratelli. C’è anche un’altra mia sorella, Ingrid, che ha 20 anni ed è nata in Ecuador: lei è mia sorella, figlia del mio papà. Il mio papà e la mia mamma si sono conosciuti nel 1990, poi mia mamma è arrivata a Milano e la stava aspettando una sua cara amica: era sicura di avere un posto dove mangiare e soprattutto dove dormire C’erano però due problemi per mia mamma: uno trovare lavoro e l’altro imparare la lingua. Dopo un mese, mia mamma trovò lavoro: era molto brutto perché doveva andare a pulire una discoteca dalle 5:30 alle 8:30 del mattino e dopo andava da un’anziana a pulirle la casa. Nel primo periodo la mia mamma ha sofferto molto: quasi tutte le sere piangeva perché le mancavano i miei tre fratelli maggiori. Piangeva anche perché dormivano in una stanza in 15 con i letti a castello, c’era una cucina per tutte quelle persone e solo un bagno. Spesso non mangiava neanche, perché le mancava il cibo del suo Paese e non si abituava a stare a Milano: voleva ritornare in Ecuador. Piano piano ha trovato un lavoro migliore, le hanno fatto un contratto e soprattutto aveva tutti i documenti necessari per vivere. Si è poi trovata una casa per conto proprio e nel 2002, quando mia madre si era sistemata, ha portato dall’Ecuador i miei tre fratelli. Dopo alcuni mesi è arrivato anche mio padre e si sono sposati, poi sono nata io nel 2003 e mio fratello minore Daniele nel 2007.  Dopo la nascita di mio fratello, ci sono stati dei problemi tra la mia mamma e il mio papà, così si sono separati. Io e i miei fratelli abbiamo sofferto molto. Ormai quello è il passato, adesso è più importante guardare al futuro.

39  Infine prendiamo di nuovo l’aereo per atterrare a Malpensa …

40  … e ritornare così in Italia, a Milano!

41  Viaggio Viaggio s. m. [sec. XIII] – trasferimento da un luogo all’altro, itinerario. PRESTITO DA ALTRE LINGUE ROMANZE: dall’occitano viatge, latino viaticu(m) “l’occorrente per il viaggio”, neutro sostantivo dell’aggettivo viaticus “relativo alla via, al viaggio” (da cui VIATICO), derivato di via “strada, cammino”. Francese voyage, catalano viatge, da cui spagnolo viaje e portoghese viagem.

42 Sì, perché anche noi italiani siamo stati emigranti, non solo all’estero (Francia, Svizzera, Germania, Belgio, America), ma anche dal Sud verso il Nord Italia … e Milano è stata «la città delle opportunità» per molti: adesso leggeremo le storie dei nostri amici italiani e delle loro famiglie.

43  Mi chiamo Michael, ho 14 anni e vivo dal 2012 a Milano. Vivevo a Rozzano, poi ho conosciuto i miei nuovi genitori e sono venuto a stare da loro a Milano.  Al mio arrivo ero molto contento, perché avrei avuto un fratello grande e simpatico. La cosa che mi era piaciuta di più era stata la casa con il terrazzo, perché era molto spazioso e ci potevi fare quello che volevi. Io subito mi sono messo a giocare a calcio e tentavo di rompere i vetri … e infatti ho rotto una lampada giocando in casa con mio fratello!  Appena arrivato, notai il campo di calcio sotto casa e pensai subito di iscrivermi: ancora vado lì a giocare, infatti il mio compleanno l’ho festeggiato al campo da calcio con i miei amici.  Mi chiamo Davide, sono nato a Milano, ma la mia famiglia è originaria dell’Emilia. Ora vi racconto la storia di mia nonna Graziella, che oggi ha 62 anni.  Mia nonna arrivò a Milano nel 1957, all’età di 4 arrivò, da Guardamiglio, un paesino vicino a Piacenza. Mia nonna pensava di trovare una città simile al suo paese, solo con più gente, più negozi e più bambini con cui giocare. A Milano c’erano più negozi, più gente e più bambini con cui giocare, ma non era simile al suo paese: lì si poteva andare i giro per tutto il paese con la bici, mentre a Milano c’erano macchine e tram per andare in giro; nel suo paese abitava in una casa con un cortile e una piccola fattoria, invece a Milano abitava in un palazzo di 8 piani senza cortile. Mi ha anche raccontato che da piccola aveva paura di andare in ascensore, perché nel suo paese non c’era e allora obbligava suo padre a salire dalle scale. Appena arrivata le mancava già giocare con i suoi vecchi amici nel suo cortile, ma pian piano se li è fatti anche qui e si è abituata.  Ora un po’ le manca vivere nel suo paese, nel “verde” di Guardamiglio, ma ha detto che ormai si trova benissimo a vivere a Milano.

44  Io mi chiamo Alessandro, sono nato a Milano, ma mio padre è nato in Sardegna, ad Alghero nel 1967. Mio padre decise di venire a Milano dopo che tutti i suoi fratelli vi si erano già trasferiti ed avevano trovato lavoro. L'anno in cui giunse qui a Milano era il 1985. Quando era ad Alghero mio padre pensava che Milano fosse una città molto grande e da scoprire e ne ebbe la conferma giunto qui.  Mi chiamo Christian, sono nato a Milano, ma la mia nonna paterna è emiliana. Ora vi racconto la sua storia.  Mia nonna Luisa, che oggi ha 83 anni, nel 1959 è andata via da un paese in provincia di Ferrara perché non c’era lavoro, e avendo già una figlia di un anno, non sarebbe riuscita a mantenerla con il lavoro nei campi. Ha scelto Milano perché da qualche anno viveva già suo fratello, che le aveva trovato casa e lavoro. Si aspettava una vita migliore, sia per lei che per la famiglia, e la grande città le dava questa possibilità. Siccome mio nonno non aveva la macchina, sono arrivati in treno. Arrivata a Milano, iniziò subito a lavorare e dopo cinque anni nacque il mio papà.  Ora, lei e mio nonno sono in pensione e si godono la loro casa, tornando ogni tanto al loro paese di origine.

45  Mi chiamo Alessia, sono nata a Milano, ma mia mamma viene dalla Sardegna. Ora vi racconto la sua storia.  Mia mamma Daniela è nata a Sassari nel 1971 da genitori entrambi siciliani e ha vissuto a Porto Torres, una piccola cittadina affacciate sul mare, per venticinque anni. Ha studiato a Sassari e dopo la laurea in giurisprudenza si è traferita a Milano, dove ha svolto la pratica notarile ed ha raggiunto le sue sorelle minori, che già frequentavano l’università a Milano. Per lei Milano era una città tutta da scoprire. All’inizio aveva nostalgia del mare e del clima mite, non essendo abituata agli inverni rigidi ed alle estati calde ed afose. Infatti, mi ha raccontato che quando era in Sardegna aveva visto la neve solo una volta, dato che aveva nevicato a Porto Torres ed era stata colpita dall’effetto della neve a contatto con l’acqua del mare che creava una sorta di vapore. Ma in compenso a Milano non soffia il maestrale, che alcune volte le impediva di aprire persino la portiera dell’auto, talmente spira forte in Sardegna!  Dopo un breve periodo a Milano, mamma si è trasferita a Novara con le sue sorelle, dove avevano comprato casa i miei nonni materni: lì ha vissuto per cinque anni perché, dopo essersi sposata con mio padre, si è trasferita a Vanzago, dove nel 2004 sono nata io.  Quando ho iniziato a frequentare la scuola elementare, ci siamo trasferiti a Milano per avvicinarmi ai nonni paterni.  Mia mamma non ha avuto problemi ad ambientarsi, anche perché è molto socievole e chiacchiera un po’ con tutti; ha tantissimi amici, conosciuti la maggior parte durante gli spostamenti in treno per raggiungere il posto di lavoro.  Ora mia mamma conosce Milano come se ci fosse nata, perché i primi anni in cui vi ha vissuto, durante il week-end andava in centro a visitare le chiese e le vie dello shopping. A lei piaceva, e piace tutt’ora, spostarsi con i mezzi di trasporto di superficie, perché così può ammirare maggiormente il paesaggio, soprattutto la sera quando è tutto illuminato.  Per mia mamma non è stato difficile abituarsi alla vita frenetica della città, anche perché lei già di carattere è alquanto frenetica!  Mia mamma non si sente legata ad una città in particolare, dato che i suoi, pur abitando in Sardegna, hanno una cultura ed una tradizione siciliana. A lei piace conoscere gente di città diverse e Paesi stranieri, perché ciò permette uno scambio culturale e di tradizioni che arricchisce le nostre conoscenze.  A me piace avere una mamma così, perché da quando sono nata, mi ha insegnato molte cose e sono sicura che in futuro anche io emigrerò in Sardegna, anche perché li ho moltissimi amici.

46  Mi chiamo Ernesto e sono nato a Milano, ma i miei genitori sono originari della Campania. Vi racconto la storia della mia nonna materna, Maria, e della storia di emigrazione della sua famiglia.  Mia nonna materna si chiama Maria, ha 69 anni ed arrivò in Italia dalla Croazia nel 1949, quando aveva 3 anni e andò ad Avellino, dove vive ancora adesso.  Arrivò in Italia con difficoltà, perché la Croazia era molto povera e erano tempi di guerra.  Lei e la sua famiglia riuscirono a scappare dalla Croazia, ma non sa come fecero, non si ricorda bene perché era piccola e quindi non me lo ha raccontato. Mi ha raccontato, però, che quando arrivarono ad Avellino avevano già una casa e un negozio di alimentari, che era del mio bisnonno. Il mio bisnonno era originario di Avellino, dove aveva conosciuto e sposato la mia bisnonna, prima poi di trasferirsi in Croazia, dove ebbero mia nonna.  La nonna ha fatto le scuole in Italia: conosceva sia l’italiano che il croato. Una cosa bella che ricorda è che andava d’accordo con tutti, anche se era croata.  Lei non vuol tornare in Croazia, dice che è un luogo povero e brutto: sta meglio in Italia.  Questo è tutto quello che so di mia nonna e del suo viaggio per arrivare in Italia.  Io mi chiamo Elisabetta, sono nata a Milano, ma mio nonno paterno ha origini lucane. Adesso vi racconto del viaggio di nonno Salvatore.  Mio nonno è nato a San Paolo Albanese, un paesino della Basilicata, dove si parla un dialetto albanese e hanno la religione ortodossa. Nel 196, all’età di 12 anni, mio nonno è arrivato qui a Milano da solo: era piccolo ed era venuto qui a Milano perché nel suo paese c’era povertà e i suoi genitori non avevano soldi per dargli da mangiare. Trovò subito un lavoro in panetteria, dove il proprietario gli dava da mangiare e da dormire. La sua esperienza all’inizio fu traumatica, perché non sapeva l’italiano, poiché nel suo paesino parlava il dialetto; in più non sapeva dove andare e non conosceva nessuno. Piano piano imparò dove andare, la lingua, iniziò a conoscere qualcuno e ancora oggi abita qui a Milano, a casa mia con mia nonna, perché i miei genitori si svegliano presto al mattino per andare a lavorare e allora i nonni ci accompagnano a scuola durante la settimana.

47  Mi chiamo Arianna, sono nata a Milano, ma mio padre ha origini venete, mentre mia madre pugliesi. Ho intervistato i miei nonni materni e questa è la loro storia.  I miei due nonni materni, Anna e Agostino, entrambi ottantunenni, provengono da Polignano a Mare, un paese in provincia di Bari. Poco dopo il matrimonio decisero di partire per Milano e vi si trasferirono perché Agostino, grazie a degli zii di Milano, aveva trovato lavoro presso un ufficio di assicurazioni e anche perché erano stanchi della vita di paese. Partirono in treno: conoscevano già Milano e l’avevano trovata accogliente e piena di opportunità; fortunatamente non vissero il razzismo che c’era verso molti meridionali al Nord!  Volevano avere una famiglia e Agostino doveva finire l’ultimo anno dell’università. Era l’anno 1963 quando arrivarono a Milano, non avevano un posto in cui alloggiare e per un po’ vennero ospitati dagli zii e poco dopo trovarono una casa, la stessa in cui alloggiano tutt’ora. Tra la famiglia e il lavoro Agostino non riuscì a laurearsi, ebbero due figlie e si trovarono molto bene a Milano.  La mancanza della Puglia, del mare e delle molte amicizie la sentono tutt’ora, ma ci tornano per l’estate. Mi hanno detto che per la vecchiaia gli sarebbe piaciuto tornare, ma non vogliono allontanarsi dalla loro famiglia e secondo me sono troppo abituati al ritmo frenetico della città: i tempi, le abitudini e gli atteggiamenti del paese da cui provengono potrebbero stancarli. Io personalmente sono felice di poter vedere i nonni e che siano rimasti qua!  Mi chiamo Daniele, sono nato a Milano, ma mio padre Matteo è originario della Puglia. Nel 1968 è venuto a Milano con i suoi genitori, perché non c’era lavoro. Appena arrivato, ha trovato lavoro come apprendista in una vetreria e ha affittato un appartamento a Quarto Oggiaro, poi dopo due anni andò a lavorare in fonderia e dal 1974 all’Esselunga.  Quando era arrivato si è trovato un po’ a disagio perché non conosceva nessuno, poi, dopo un po’ di tempo, si è trovato degli amici.

48  Io mi chiamo Antonino, ho 12 anni e sono arrivato a Milano nel settembre del 2009. quando i miei genitori sono partiti per Milano da Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria, io ero piccolo: avevo 7 anni appena compiuti. Il motivo per cui i miei genitori si sono spostati è perché erano alla ricerca del lavoro, poi c’era anche mio zio che si era trasferito da poco a Milano. Quando arrivammo a Milano eravamo disorientati, perché non sapevamo dove andare. Mio padre quando era più giovane era venuto a Milano per il servizio militare, però le strade se le ricordava a mala pena.  Dunque, arrivati a Milano i miei zii ci ospitarono a casa loro: siamo rimasti con loro una settimana circa, perché dovevamo cercare casa e poi a settembre iniziava la scuola e quindi dovevo andarci. Ero molto spaventato, perché a Milano era tutto molto strano: è una città molto grande rispetto a Bova Marina da dove vengo io. Ero molto sorpreso perché c’erano delle cose nuove come i tram, i pullman dell’ Atm, molti più negozi, grattacieli e tanto altro. È stata veramente un’avventura per me, perché a spostarsi da una cittadina con 10000 abitanti a una città con 1 milione c’è una grande differenza!!  Mi chiamo Andrea, sono nato a Milano, ma i miei genitori sono siciliani. Vi racconto la storia di mia madre Salvina.  La mia mamma si è trasferita da un piccolo paesino in provincia di Agrigento nell’ottobre del 1999. Per alcuni mesi ha abitato a Pavia, dove ha provato a fare un corso per infermieri, che poi ha lasciato. Successivamente si è spostata a Milano (nel 2000), dove abitava anche il mio papà, che lei aveva conosciuto nell’agosto del 1999 mentre lui era in vacanza dai parenti.  All’inizio non si trovò molto bene, perché non era abituata ad una città così grande, ad un traffico così intenso, ai mezzi pubblici; a Campobello di Licata, il suo paese d’origine, ci si spostava a piedi, oppure in macchina ed è stato faticoso per lei abituarsi.  Nonostante le difficoltà, ha cercato e trovato lavoro, ha imparato a spostarsi coi mezzi pubblici e, grazie anche all’aiuto di papà, a guidare nel traffico cittadino.  Un poco alla volta tutto quello che sembrava un ostacolo insormontabile è diventato semplice e abitudinario.  Ora per mamma Milano è diventata la sua città e non andrebbe a vivere in nessun altro posto, tanto le piace stare qui!

49  Sono Samuele, sono nato a Milano, ma la mia famiglia ha origini siciliane. Ora vi racconto la storia di mio padre Sergio.  Nel gennaio del 1992 mio padre vinse un concorso pubblico a Palermo, ottenendo un lavoro da funzionario presso l'Agenzia dell'Entrate a Milano. Pur essendo molto felice, prima di trasferirsi fu molto timoroso e preoccupato per il clima rigido che lo avrebbe accolto a Milano ed era molto dispiaciuto e triste di non poter rivedere in breve tempo il cielo azzurro e la temperatura mite della propria città; inoltre si dispiaceva per l'allontanamento dai propri cari e dalla sua fidanzata (la mia mamma). I primi giorni furono molto difficili per mio padre, poiché Milano era coperta prevalentemente dalla neve e soffrì il freddo rigido, inoltre per alcune settimane visse in un albergo vicino l'ufficio fino a quando non riuscì a trovare in affitto un piccolo appartamento. Col passare del tempo, però, riuscì ad abituarsi, infatti conobbe tanti nuovi colleghi, con i quali ancora oggi intrattiene delle sincere amicizie, iniziò ad apprezzare il suo nuovo lavoro ed ad abituarsi ai ritmi frenetici della città di Milano.

50 Created by II A & II B with their teachers: Giuseppina Acerbo, Milena Preti


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