La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Letteratura Italiana Corso di laurea in Beni Culturali A.A. 2015/2016 Michela Zompetta.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Letteratura Italiana Corso di laurea in Beni Culturali A.A. 2015/2016 Michela Zompetta."— Transcript della presentazione:

1

2 Letteratura Italiana Corso di laurea in Beni Culturali A.A. 2015/2016 Michela Zompetta

3 Programma  Introduzione  Il testo verbale e i suoi requisiti principali  Parlare e scrivere: analogie e differenze  Il linguaggio orale: codici sussidiari e informazioni paralinguistiche  Il processo di scrittura  Le principali tipologie testuali  La riduzione del testo: esercitazione

4 dott.ssa Michela Zompetta3 Il testo verbale Che cos’è il testo Se un parlante italiano legge o ascolta un passo della sua lingua più lungo di una frase, normalmente può decidere senza difficoltà se esso forma un tutto unificato o se invece è solo un insieme di frasi sconnesse. La parola testo si usa in linguistica per indicare ogni porzione di lingua, parlata o scritta, di qualsivoglia lunghezza che costituisca effettivamente un tutto unificato. In linea di massima, noi sappiamo se un esemplare della lingua che parliamo costituisce o meno un testo. Naturalmente questo non significa che non ci possano essere delle incertezze. Distinguere un testo da un insieme di frasi sconnesse è di solito una questione di “gradi” e si possono sempre dare casi per cui si può essere incerti – un fatto del tutto noto a molti insegnanti quando leggono le composizioni dei loro studenti. Ciò non toglie peso all’osservazione generale per cui noi siamo sensibili alla distinzione tra ciò che è un testo e ciò che non lo è. Questo fa pensare che esistano alcuni criteri oggettivi coinvolti, che debbano insomma presentarsi aspetti che sono tipici dei testi e che non si possono rintracciare al di fuori di essi. E così è in effetti. Vale anche per il testo quello che vale per altri fenomeni linguistici: ci sono cose che il parlante di una lingua conosce già, anche se non sa di saperle.

5 dott.ssa Michela Zompetta4 Il testo verbale Un testo può essere parlato o scritto, in prosa o in versi, un dialogo o un monologo. Può essere un breve e fulminante proverbio o un’intera rappresentazione teatrale, un momentaneo grido d’aiuto o una discussione d’affari che dura una giornata intera. Il testo è un’unità linguistica colta nel suo uso. Non è soltanto una semplice unità grammaticale; e non è definito dalla sua forma. Talvolta, il testo viene considerato come una sorta di super-frase, semplicemente un’unità grammaticale maggiore di una frase, esattamente nello stesso senso in cui una frase complessa è maggiore di una frase semplice, questa del gruppo verbale, il gruppo verbale della singola parola e così via: la lingua è ricca di costituenti composti da unità più ampie a loro volta composte da unità più piccole. Ma questo può essere fuorviante per il testo. Il testo non è una frase linguistica soltanto più grossa; è qualcosa che differisce profondamente dall’idea di frase. Il testo va considerato come una unità semantica, cioè come una unità non solo formale ma soprattutto “di significato”. Il che vuol dire che un testo si traduce in una serie di frasi non tanto per effetto della forma, quanto per effetto della sua realizzazione, vale a dire della sua capacità di rispondere a bisogni simbolici e comunicativi. Il testo non consiste dunque di frasi, ma è realizzato (codificato) da frasi. Se lo consideriamo da questo punto di vista, non dobbiamo aspettarci di trovare per il testo le stesse relazioni che valgono all’interno della frase. L’unità del testo è un’unità di tipo diverso. (citato in Dario Corno, Scrivere e comunicare. Teoria e pratica della scrittura in lingua italiana, Mondadori, Milano, 2002, pp. 27-28).

6 dott.ssa Michela Zompetta5 I requisiti principali del testo verbale  Coesione  Coerenza  Informatività  Intenzionalità  Accettabilità  Situazionalità  Intertestualità logica semantica stilistica

7 dott.ssa Michela Zompetta6 Coesione e Coerenza La parola testo deriva dal participio passato del verbo latino texere (intrecciare), già usato da Cicerone nel senso di «comporre», da cui textus (tessuto). Un testo è infatti un insieme di elementi linguistici strettamente connessi fra di loro attraverso relazioni morfo-sintattiche (coesione) e semantiche (coerenza). COESIONE: rispetto delle, relazioni formali tra le varie parti del testo (rapporti di coordinazione e subordinazione per mezzo delle congiunzioni e dei modi verbali, uso dei segnali discorsivi, ecc.); COERENZA: l'insieme dei procedimenti logici e semantici che consentono di produrre un senso continuo e accettabile per mezzo di testi (capacità di assegnare un tema coerente alla comunicazione e, all'occorrenza, di svilupparlo adeguatamente; capacità di produrre un testo riconoscibile, a seconda dei casi, come una domanda, un ordine, un racconto o un qualsiasi altro tipo testuale; corretto riconoscimento della completezza o dell'incompletezza logica di un testo, ecc.). [L. Serianni, Grammatica italiana]

8 dott.ssa Michela Zompetta7 La coesione testuale COESIVI TESTUALI - forme grammaticali - sostituzioni lessicali CONNETTIVI TESTUALI RELAZIONI COESIVE: - Esoforiche anaforiche - Endoforiche cataforiche

9 dott.ssa Michela Zompetta8 Parlato-scritto: schema

10 dott.ssa Michela Zompetta9 GLI ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA COMUNICAZIONE  Mittente  Destinatario  Messaggio  Codice  Canale  Referente

11 dott.ssa Michela Zompetta10 Parlato-scritto: differenze

12 I segnali non verbali dell’uomo “Noi parliamo con gli organi vocali, ma conversiamo con tutto il corpo” -Contatto fisico -Prossimità -Orientamento -Aspetto -Postura -Cenni del capo -Espressione del volto -Gesti -Sguardo

13 dott.ssa Michela Zompetta12 Comunicare La società continua a esistere non solo per mezzo della trasmissione, per mezzo della comunicazione, ma si può dire giustamente che esiste nella trasmissione, nella comunicazione. Vi è un legame più che verbale fra le parole comune, comunità e comunicazione. Gli uomini vivono in comunità in virtù delle cose che possiedono in comune. E la comunicazione è il modo con cui sono giunti a possedere delle cose in comune. Ciò che devono avere in comune per poter formare una comunità o società sono gli scopi, le credenze, le aspirazioni, la conoscenza e un comune modo di intendere, o la medesima mentalità come dicono i sociologi. Queste non son cose che si possono trasmettere fisicamente dall’uno all’altro, come i mattoni; non possono dividersi materialmente, come si divide una torta in pezzi. La comunicazione che assicura la partecipazione a un comune modo di intendere è tale da assicurare disposizioni emotive e intellettuali simili, o simili maniere di rispondere alle aspettative e alle necessità. Un certo numero di persone non diventano società perché vivono fisicamente vicine, come un uomo non cessa di essere socialmente influenzato per il fatto che vive tanti metri o chilometri lontano da altri. Un libro o una lettera può costituire un’associazione più intima fra esseri umani che distano migliaia di chilometri l’uno dall’altro di quella fra conviventi sotto lo stesso tetto. Gli individui non compongono un gruppo sociale nemmeno perché lavorano tutti per un fine comune. Le parti di una macchina lavorano con un massimo di cooperazione, per un risultato comune, eppure non formano una comunità.

14 dott.ssa Michela Zompetta13 Comunicare Però, se fossero tutte consce di questo fine comune e vi fossero tutte interessate in modo da regolare la loro attività specifica verso di esso, allora esse formerebbero una comunità. Ma questo richiederebbe la comunicazione. Ognuno dovrebbe sapere ciò che l’altro intende, e dovrebbe in qualche modo tenere l’altro informato dei propri scopi e progressi. Il consenso esige la comunicazione. Non solo la vita sociale si identifica con la comunicazione, ma ogni comunicazione (e perciò ogni genuina vita sociale) è educativa. Ricevere una comunicazione significa avere un’esperienza allargata e diversa. Si partecipa di quel che un altro ha pensato e sentito, e il proprio atteggiamento ne è modificato in modo più o meno profondo. E nemmeno colui che comunica rimane inalterato. Provate l’esperimento di comunicare a qualcuno con pienezza e accuratezza qualche vostra esperienza, specialmente se è alquanto complicata, e vi accorgerete di cambiare atteggiamento verso la vostra esperienza. Altrimenti farete ricorso a giaculatorie e a esclamazioni. L’esperienza deve essere formulata per essere comunicata. Per formularla è necessario portarsi all’esterno di essa, vederla come un altro la vedrebbe, considerare quali punti di contatto ha con la vita di un altro per poterla esporre in una forma che gli permetta di valutarne il significato. A meno che non si abbia a che fare con frasi fatte o banalità, si deve, con l’immaginazione, assimilare qualcosa dell’esperienza di un altro per potergli parlare intelligibilmente della propria esperienza. Ogni comunicazione è come l’arte. Si può perciò ragionevolmente dire che ogni ordinamento sociale, che rimane vitalmente sociale, o vitalmente condiviso, è educativo per quelli che vi partecipano.

15 dott.ssa Michela Zompetta14 Il processo di scrittura

16 dott.ssa Michela Zompetta15 Il processo di scrittura sociale (collaboratori e pubblico) LIVELLO ESTERNO: l’ambiente fisico (testo fin qui prodotto, supporto) LIVELLO INTERNO: l’individuomemoria a lungo termine, motivazioni, inclinazioni

17 La pianificazione del testo DEFINIZIONE DI:  Argomento  Scopo  Destinatari  Vincoli di spazio e di tempo  Tipologia RACCOLTA DELLE IDEE:  Lista disordinata  Grappolo associativo  Flusso di scrittura ORGANIZZAZIONE DELLE IDEE:  Mappa delle idee  Scaletta DOCUMENTAZIONE:  Fonti di tipo scritto, ‘umano’ ed elettronico

18 dott.ssa Michela Zompetta17 TIPOLOGIA DEI TESTI CATEGORIECATEGORIE INTERMEDIETIPI SPECIFICI FONDAMENTALIE LORO FUNZIONE Testi con discorsoTesti scientifici:Dimostrazioni scientifiche molto vincolantefunzione conoscitiva, fondata su (specialmente se di materia dimostrazioni rigorosamente sottoposte che consente trattamento al criterio di “vero o falso”quantitativo dei dati) Testi normativi:Leggi, decreti, regolamenti funzione prescrittiva, fondata su una e altri testi assimilabili manifestazione di volontà e rispondente(sentenze, atti amministrativi al criterio di coerenza interna e con giudiziari, notarili e simili) principi generali enunciati espressamente Testi tecnici: Istruzioni per l’uso (di sostanze funzione regolativa, basata sull’adesioneapparecchi e altro) del destinatario ad indicazioni (non modificabili) fornite dall’emittente

19 dott.ssa Michela Zompetta18 TIPOLOGIA DEI TESTI CATEGORIECATEGORIE INTERMEDIETIPI SPECIFICI FONDAMENTALIE LORO FUNZIONE Testi con discorsoTesti espositivi:Trattati e manuali di studio mediamente funzione esplicativa, basata sull’intenzionesaggi critici, enciclopedie vincolantedi “spiegare a chi non sa” a fini di istruzione Testi informativi:Saggi divulgativi e di funzione informativa, fondata sull’intenzione informazione comune di mettere genericamente a disposizione (giornalistica e simile) (divulgare) informazioni Testi con discorsoTesti letterari:Opere letterarie: in prosa poco vincolantefunzione espressiva, basata sul bisogno (narrativa, prosa descrittiva dell’emittente di esprimere, in relazione a temi in genere; testi teatrali) e in esistenziali, il proprio “modo di sentire” e di poesia metterlo a confronto, potenzialmente, con quello di qualsiasi altro uomo.

20 dott.ssa Michela Zompetta19 I TESTI SCRITTI “scritti per sé” TESTI “scritti per altri” “TESTI SCRITTI PER SÉ” (maggiormente spontanei e meno controllati) - scritti personali con vari scopi, ad esempio per lo studio “TESTI SCRITTI PER ALTRI” (maggiormente controllati) - scrittura pubblica (richieste, proteste, avvisi, ecc.) - scrittura creativa (elaborata per sé ma indirizzata anche ad altri) - scrittura sociale (lettere, avvisi, telegrammi, ecc.) - scrittura istituzionale (realizzata in quanto facenti parte di una specifica categoria istituzionale)

21 dott.ssa Michela Zompetta20 I testi regolativi Esempi: norme, prescrizioni, istruzioni, regole di comportamento e d’uso (istruzioni per il funzionamento di apparecchiature, per compilare moduli, per l’assunzione di medicinali, ricette di cucina, regolamenti di biblioteche, scuole ecc.) Forme verbali che rendono il tono imperativo: - infinito - imperativo in seconda persona sia singolare che plurale - presente indicativo in costruzioni impersonali - congiuntivo esortativo - futuro indicativo (in associazione con le altre forme verbali) Forme espressive (dipendenti dal rapporto tra emittente e destinatario) che determinano un’istruzione: - informale - formale burocratica

22 dott.ssa Michela Zompetta21 I testi informativo-espositivi - Esempi: informazioni, dati, notizie e spiegazioni (inviti, annunci, articoli giornalistici privi di commenti, illustrazioni di fenomeni, relazioni di esperienze, ecc.) - Taglio prevalentemente obiettivo e impersonale dell’esposizione - Coefficiente di informatività verificabile attraverso la regola delle “cinque wh-” - Chiarezza nella presentazione degli argomenti analitica Esposizione sintetica

23 dott.ssa Michela Zompetta22 I testi descrittivi Esempi: illustrazione delle proprietà di persone, animali, oggetti, luoghi, situazioni, fenomeni, stati d’animo, ecc. oggettive (dizionari, manuali, enciclopedie, ecc.) soggettive (racconti, fiabe, romanzi, ecc.) DESCRIZIONI parziali organolettiche Forme verbali prevalenti: - presente indicativo - imperfetto indicativo

24 dott.ssa Michela Zompetta23 I testi argomentativi Esempi: articoli di commento, di divulgazione scientifica, recensioni, testi di saggistica, di ricerca scientifica, tesi di laurea, tema scolatico, ecc. Elementi che determinano rilevanti differenze: - scopo comunicativo - formato - tono discorsivo - destinatari Categorie argomentative: - tema - tesi - argomentazione - affermazioni, prove e dati a sostegno della tesi - antitesi - conclusione - tecniche argomentative (analogia, utilizzo di argomenti pragmatici, deduzione, induzione, argomentazione semplice, complessa, celata, cooperativa, formale ecc.)

25 dott.ssa Michela Zompetta24 I testi narrativi Esempi: in linea molto generale ogni testo, scritto o orale, nel quale un narratore racconta una storia Elementi caratterizzanti: - Personaggi che dialogano tra loro, agiscono ed esprimono pensieri - Processo di modificazione che da una situazione iniziale porta ad una conclusione finale delle vicende attraverso l’organizzazione e il collegamento tra le azioni, i pensieri e i dialoghi - Finalità/intendimento da parte dell’autore FABULA: insieme degli avvenimenti narrati così come li può ricostruire il lettore nella loro successione di tempo INTRECCIO: disposizione dei passi narrativi, delle situazioni e degli eventi così come l’autore li vuole presentare al lettore

26 Scrivi pure ma in breve A tutti, prima o poi, capita di dover scrivere per motivi di lavoro: una lettera, una relazione, una circolare. Ma pochi lo sanno fare bene: nella maggior parte dei casi il risultato è un'accozzaglia di espressioni involute, di frasi fatte e di paroloni difficili. Insomma, «un modo splendido per rendere difficile il facile attraverso l'inutile», come diceva Oscar Wilde. La scrittura semplice e chiara è frutto di due accorgimenti: parole brevi e frasi brevi. Brevità uguale leggibilità: una parola corta, con poche sillabe, è più leggibile di una lunga; e una frase corta, con poche parole, è più leggibile di una lunga. Esiste una formula matematica per calcolare la leggibilità di un testo: la formula di Rudolph Flesch, dal nome dell'americano che la espose nel 1946 nel suo libro The art of readable writing, l'arte di scrivere in modo leggibile. Eccola. -, Leggibilità = 206 - (P + 0,6 S), dove P è il numero medio di parole per frase e S il numero medio di sillabe in 100 parole. Quando più il numero finale è alto, tanto più il testo risulta facile. Al contrario, un risultato basso equivale a un testo complicato. Quindi, estremizzando, 100 = testo facilissimo e 0 = testo incomprensibile. Un brano viene considerato leggibile sopra 50, e oscuro sotto quel livello. Sopra 80 è uno scritto per bambini, sotto 20 risulta indecifrabile. Lo stile chiaro, leggibile, può essere paragonato a un tempio greco: semplice, lineare, ma nel contempo elegante nella sobrietà delle forme. Lo stile da evitare è quello «gotico», come il duomo di Milano, aggrovigliato in una selva di guglie e pinnacoli, cioè di frasi lunghe, contorte e complesse. Un esempio di frase «a tempio greco»: «La mamma fa la spesa con i bambini». Esempio di frase «gotica»: «La mamma che è bionda e ha 33 anni fa la spesa con i bambini suoi e della sua amica Stefania; che stamattina è andata a insegnare nella scuola di Gorgonzola».

27 La riduzione del testo  Comprensione  Ricerca delle informazioni  Gerarchia delle informazioni (regola 5 “Wh”, “argomento centrale e divisione in sequenze”, ecc) - fondamentali - importanti - secondarie  Selezione delle informazioni (generalizzazione: frase sintesi, iperonimo, nominalizzazione, ecc.)  Rielaborazione  Revisione

28 TIPOLOGIE TESTUALI E LORO RIASSUMIBILITA’ CATEGORIECATEGORIE INTERMEDIETIPI SPECIFICI FONDAMENTALIE LORO FUNZIONE Testi facilmente Testi narrativi e descrittivi:romanzi, novelle, fiabe, riassumibili testi che raccontano o descrivono qualcosaracconti, biografie, articoli di e dove le informazioni fondamentali sono cronaca relativamente poche Testi mediamente Testi informativi, espositivi ed argomentativi: trattati e manuali di studio, riassumibilitesti che informano, spiegano o dimostrano testi filosofici, o scientifici, qualcosa e che contengono molte informazioni articoli di commento, ecc. fondamentali legate tra loro da complessi rapporti logici Testi difficilmenteTesti regolativi e prescrittivi: Leggi, decreti, ricette di Riassumibilitesti che contengono norme, regole o cucina, istruzioni,regolamenti, prescrizioni che hanno solo informazioni ecc. fondamentali

29 Riduzione di un testo: esercitazione  Effettuare una lettura critica del romanzo Come donna innamorata di Marco Santagata per giungere a una completa comprensione del suo contenuto, del suo scopo e del suo significato.  Procedere ad una riduzione del testo attraverso una rielaborazione dello stesso in massimo 300 parole.  Inviare (almeno una settimana prima dell’esame) il testo ridotto all’indirizzo e_mail: michela.zompetta@uniroma2.it


Scaricare ppt "Letteratura Italiana Corso di laurea in Beni Culturali A.A. 2015/2016 Michela Zompetta."

Presentazioni simili


Annunci Google