La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Johan Heinrich Pestalozzi Zurigo 12 gennaio 1746 Brugg 17 febbraio 1827.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Johan Heinrich Pestalozzi Zurigo 12 gennaio 1746 Brugg 17 febbraio 1827."— Transcript della presentazione:

1 Johan Heinrich Pestalozzi Zurigo 12 gennaio 1746 Brugg 17 febbraio 1827

2 Contesto Clima romantico Rivoluzione francese - Napoleone Rivoluzione industriale

3 Orfano di padre, medico chirurgo, a 5 anni Educato dalla madre e dalla domestica Babeli; Vacanze dal nonno, pastore evangelico e dallo zio medico Colpito dalle condizione di povertà e di ignoranza dei contadini.

4 “Mio padre morì ben presto; e dall’età di sei anni mancò intorno a me tutto ciò che a quest’età è così urgentemente necessario per formare il vigore virile. Sotto la guida dell’ottima fra le madri io crebbi per questo lato come un vero figlio di mammà, attaccato alle gonnelle femminili, come difficilmente se ne sarebbe potuto trovare un altro sotto tutti i riguardi ”(Cigno).

5 “Vivevo da mattina a sera in un ambiente adatto ad avvivare ed attirare fortemente il mio cuore. Mia madre, con completa abnegazione di se stessa e privandosi di tutto ciò che avrebbe potuto avere delle attrattive data la sua giovane età e il suo ambiente, si sacrificava per l’educazione dei suoi tre figli, e nella sua nobile devozione era sorretta da una persona (Babeli) di cui conserverò eterno ed incancellabile ricordo”.

6 “Mio nonno, parroco d’un villaggio, si compiaceva ancora di conservare con diligenza i resti già mezzo morti dell’ottima scuola antica,e voleva che i maestri di scuola da lui dipendenti insegnassero le rigide forme del leggere, scrivere, imparare a memoria le preghiere, i detti biblici, i quesiti del catechismo”.

7 “Io amavo il popolo della campagna. Mi rincresceva l’errore e l’inabilità, in cui si trovava senza riparo la sua forza naturale ancora viva, e molto presto nei miei anni giovanili sorse in me il pensiero che avrei potuto rendermi capace di portare il mio contributo al miglioramento dell’educazione rurale.

8 semplificare Già nella prima gioventù mi pareva evidente che tale miglioramento dovesse avviarsi nei riguardi dell’arte col semplificare al massimo i mezzi didattici consueti delle scuole rispetto al leggere, allo scrivere, al far di conto”.

9 “Il mio carattere giovanile era assai sentimentale, e suscettibile di esser fortemente attratto da ogni fenomeno del momento. Io vedevo il mondo soltanto nell’ambito ristretto della casa materna e in quello altrettanto angusto della mia vita scolastica; e la vita reale degli uomini mi era così estranea, come se io non mi fossi affatto trovato nel mondo, nel quale pure vivevo.

10 Credevo che tutti fossero almeno altrettanto di buon cuore e sinceri quanto ero io. In tutti i giuochi di ragazzi io ero sempre il più maldestro e incapace fra tutti i miei compagni di scuola, e tuttavia volevo sempre in certa maniera esser dappiù degli altri: ciò che dava spesso occasione ad alcuni di loro di canzonarmi.

11 “Ma i più mi volevano bene per il mio buon cuore e per il mio carattere servizievole, pur riconoscendo in generale la mia unilateralità e goffaggine, come pure la mia trascuratezza e irriflessibilità in tutto ciò che non m’interessava molto”.

12 Giovane patriota: Società elvetica: “Indipendenza, autonomia, beneficenza, abnegazione e amor di patria erano le parole d’ordine cui s’informava la nostra educazione pubblica”. Si avvicina a filosofi e a Rousseau. Apprendistato in agricoltura per poter diventare agricoltore e imprenditore agricolo.

13 1769 Sposa Anna Schulthess nasce Jacqueli (1770-1801) : educato secondo Rousseau.

14 Con Rousseau “Appena comparve il suo Emile, il mio sentimento sognatore e in massimo grado non pratico fu conquistato entusiasticamente da questo libro altrettanto sognatore.

15 Io paragonai l’educazione, che mi veniva data nel cantuccio della mia casa materna e anche nell’aula scolastica da me frequentata, con ciò che Rousseau esigeva per l’educazione del suo Emilio: e l’educazione domestica, come pure l’educazione pubblica di tutti i paesi e di tutte le classi sociali, mi apparve quale una figura deforme”

16 “La verità non è unilaterale”. “La libertà è un bene e anche l’obbedienza lo è. Dobbiamo unire ciò che Rousseau ha separato. Convinto che mettere un ostacolo che avrebbe sminuito il genere umano fosse tutt’altro che saggio, non trovava nessun limite alla libertà” (Diario, 1774).

17 Prima esperienza: NEUHOF: 1769-1779 Nel villaggio di Birr (Canton Argovia) 25 Km da Zurigo - Cortenuova: 1769-1779 istituto per fanciulli poveri, insegnamento a coltivare il terreno e a tessere. Coltivazione della robbia.

18 “Volevo che il mio podere diventasse il saldo punto centrale delle mie iniziative pedagogiche e agricole, per amor delle quali avevo abbandonato la mia città natale”.

19 Pestalozzi contadino Vuole diventare contadino; come Rousseau e i Patrioti ama la vita naturale, virtuosa e libera. La vita di città gli sembra corrotta ed artificiale. Oggi Neuhof è un istituto di educazione e formazione professionale per giovani disadattati.

20 Diventa povero Scrive nel 1802 alla moglie: “Per trent’anni la mia vita è stata un’irrefrenabile confusione economica e una lotta contro un’infuriante e difficile situazione di estrema povertà… Non sapevi che verso i trent’anni mi mancava la necessità della vita? …

21 Non lo sai che per strada sono lo zimbello del popolo, perché vado in giro come un mendicante? Non lo sai che mille volte non sono stato in grado di pranzare e all’ora di pranzo, quando anche tutti i poveri sedevano ai loro tavoli, consumavo il mio pezzo di pane con rabbia sulle strade!”.

22 “Adesso, essendo io stesso misero, imparai a conoscere la miseria del popolo e le sue origini sempre più profondamente, come non le conosce nessun uomo felice. Soffrii quello che soffrì il popolo, e il popolo mi si mostrò com’era e come non si mostrava a nessuno.

23 Per tanti anni mi sedetti tra di loro come il gufo tra gli uccelli. Ma in mezzo alle risate di scherno delle persone che mi buttavano via, in mezzo alle loro forti grida: Poveretto! Sei capace ad aiutare te stesso meno che il peggiore dei braccianti, e credi di poter aiutare il popolo?”.

24 Cos’è la povertà? Un grado accettabile: condizioni modeste; non negativa, ma positiva. Una grado di povertà totale: miseria. “Nella palude della miseria l’uomo non diventa uomo”.

25 Il senso della vita non sta nel possedere sempre di più. Una volta soddisfatte le necessità di base, l’uomo può occuparsi di compiti essenziali: sviluppo del proprio essere uomo nel senso della moralizzazione e del servizio alla società.

26 Educare i poveri: non è educazione dalla povertà al benessere, ma sempre “educazione alla povertà”: “Il povero deve essere educato alla povertà”. Con: risparmio, attività prudente e lavoro regolato professionalmente. Educazione al lavoro e tramite il lavoro, non solo la mano ma anche cuore e intelletto.

27 1780-1798 Periodo di successi letterari La veglia di un solitario, 1780 Sulla legislazione e l’infanticidio, 1783

28 Gli anni della riflessione - Leonardo e Geltrude, 1781-87: “La storia mi uscì dalla penna non so neppur come, e si sviluppò da sé, senza che io ne avessi minimamente in testa il disegno o neppure pensassi a formarmene uno. In poche settimane il libro era lì bell’è fatto, senza che io propriamente sapessi come la cosa mi era venuta fatta”. “Il libro fu pubblicato, e suscitò generalmente tanto nella mia patria che in Germania un notevolissimo interessamento”.

29 L’essenza dell’idea dell’educazione elementare’ (metodo), “per quel tanto ch’essa può attuarsi nell’umile popolo comune tra la mancanza di tutti i necessari mezzi dell’arte, e quale io la recavo già sin d’allora in me stesso, pur senza saperla ancora esprimere verbalmente è rappresentata nella sua compiutezza dalla figura di Geltrude”.

30 1792 ottiene a Parigi la cittadinanza francese. Arrivo delle truppe napoleoniche nel 1798; Nasce la Repubblica svizzera, divisa in cantoni e distretti. Pestalozzi si mise al servizio con una petizione al governo “per un miglioramento sostanziale dell’educazione e delle scuole per il popolo semplice”.

31 Scritto: Sì o no? (non pubblicato):si dice dalla parte del popolo; approvava alcune idee rivoluzionarie: la libera concorrenza, la libertà di stampa e di religione, il miglioramento dell’istruzione del popolo; aborriva la violenza e la sanguinarietà. Ma giudicava male l’alta aristocrazia europea come causa della rivoluzione (es. Luigi XIV).

32 - Le mie ricerche sul corso della natura nello sviluppo del genere umano, 1797.

33 STANS (1798-1799) Seconda esperienza: STANS (1798-1799) Stans (1798): per orfani; 80 bambini; alcuni mesi in un antico convento femminile.

34 “I fanciulli insegnavano ai fanciulli; i fanciulli imparavano di buon grado da altri fanciulli; e i fanciulli più progrediti mostravano volentieri e bene ai meno progrediti ciò ch’essi conoscevano e sapevano far meglio. Per piccolo che fosse il fanciullo, se egli conosceva anche soltanto qualche lettera di più, si metteva fra altri due, li cingeva con le due braccia attorno al collo,e mostrava con affetto fraterno ciò che sapeva più di loro.

35 Allora nessuno parlava ancora di einsegnement mutuel: ma il suo vero spirito originario si sviluppava nei suoi elementi più delicati attorno a me fra i miei fanciulli ”(Cigno).

36 Lettera ad un amico sul proprio soggiorno a Stans. “Molti di essi arrivavano affetti da scabbia così inveterata da poter appena camminare, molti con le teste piagate, molti con stracci carichi di insetti, molti magri scheletriti, gialli, ghignanti, con occhi pieni d’angoscia e con fronti cariche di rughe della diffidenza e della preoccupazione, alcuni pieni di audace sfrontatezza, abituati alla mendicità, all’ipocrisia e ad ogni falsità, altri oppressi dalla miseria, pazienti ma sospettosi, incapaci di amare e timorosi”.

37 “Prima che il sole primaverile avesse sciolto la neve dei nostri monti, i miei ragazzi non si riconoscevano più”. Aiutato da un donna di casa. “Più erano istruiti e colti gli uomini che avrei potuto scegliere come collaboratori, meno mi capivano e meno si mostravano capaci di intendere, anche solo teoricamente, il punto di partenza cui cercavo di risalire”.

38 “Li urtavano soprattutto l’idea e la possibilità di non ricorrere a nessun mezzo artificiale e di adoperare unicamente come mezzo di educazione la natura che circondava i ragazzi, i loro bisogni giornalieri e a loro attività sempre desta”.

39 “Col mio tentativo io volevo per l’appunto dimostrare, che i vantaggi dell’educazione domestica devono essere presi a modello dall’educazione pubblica e che soltanto se questa l’imita ha un valore per il genere umano.

40 Un insegnamento scolastico che non abbraccia l’intero spirito, quale esige l’educazione dell’uomo, e non è costruito sopra la totalità vivente delle condizioni domestiche, non conduce, a mio avviso, che ad un metodo che intristisce artificialmente gli uomini”.

41 “Ogni buona educazione esige che l’occhio materno legga, al focolare, con sicurezza, giorno per giorno, ora per ora, ogni mutamento nello stato d’animo del figlio, nel suo occhio, sulla sua bocca e sulla sua fronte. Essa esige in sostanza, che la forza dell’educatore non sia che la forza paterna pura, animata dalla presenza dell’intero ambito delle relazioni domestiche”.

42 “Su questo io costruivo. I miei ragazzi dovevano vedere sulla mia fronte e cogliere sulle mie labbra, ad ogni istante, dal primo mattino alla tarda sera, che il mio cuore era per loro, che la loro felicità era la mia felicità, la loro gioia la mia gioia”.

43 “Anzitutto volevo e dovevo cercare di guadagnare la confidenza dei ragazzi e il loro affetto. Se vi pervenivo, potevo attendere che tutto il rimanente venisse da sé.

44 Io ero quasi solo fra loro da mattina a sera. Tutto il bene che veniva fatto al loro corpo ed alla loro anima proveniva dalle mie mani. Ogni aiuto, ogni assistenza nel bisogno, ogni sapere che essi ricevevano ero io e io solo a procurarglielo. La mia mano era nella loro mano; i miei occhi riposavano nei loro occhi.

45 Le mie lacrime scorrevano insieme con le loro, e il mio sorriso si confondeva col loro. Essi erano fuori del mondo, essi erano fuori di Stans, essi erano con me, ed io con loro. Il loro pasto era il mio, la loro bevanda la mia.

46 Io non avevo nulla, non avevo focolare, non amici, non persona di servizio, avevo essi soltanto. Se erano sani vivevo fra di loro, se erano malati stavo al loro capezzale. Dormivo fra loro. Ero l’ultimo ad andare a letto la sera, il primo ad alzarmi la mattina. Pregavo con loro e li istruivo anche da letto fino a che si addormentavano; erano essi che lo volevano.

47 Esposto ogni momento al pericolo di un duplice contagio, curavo la quasi invincibile sporcizia dei loro abiti e delle loro persone. Ma solo a questo patto veramente fu possibile che questi ragazzi a poco a poco si affezionassero a me”.

48 “Nel 1799 avevo circa 80 ragazzi”. Voleva farne un “grande comunità familiare”. “Nella mia condotta muovevo allora da questo principio: procura innanzitutto di allargare il cuore dei tuoi ragazzi e, mediante l’appagamento dei loro bisogni giornalieri, cerca di ispirare amore e carità ai loro sentimenti, alle loro esperienze ed al loro operare, radicandoli ben saldi nel loro interno,

49 Educazione morale in cammino a tre livelli: “Poi insegna loro molte abilità in modo che possano esercitare largamente e a fondo questa benevolenza nella loro cerchia. Solo per ultimo provvedi ai pericolosi segni del bene e del male che son le parole:

50 e connettile ai casi giornalieri della casa e dell’ambiente, che le parole si basino unicamente su di essi, per chiarire ai tuoi ragazzi che cosa accade in loro e intorno a loro e far nascere con esse un modo giusto e onesto di concepire la loro vita e le loro relazioni sociali. Ma se tu dovessi vegliare intere notti, per dire in due parole quel che altri dicono con venti, non rimpiangere le tue notti insonni”.

51 Legame fra sentimenti (cuore), azione (mano) e pensiero (mente): intenzione di radicare il comportamento etico principalmente non nell’ottica razionale (come nel pensiero illuminista), ma nella SFERA EMOZIONALE.

52 “Secondo la mia esperienza tutto dipende da questo, che ogni principio si presenti da sé come vero, attraverso la coscienza intuitiva di esperienze ancorate alle relazioni reali”.

53 “Io stesso imparavo con loro. L’intera istituzione poggiava su basi così semplici, così poco artificiose, che non avrei trovato maestro che non considerasse troppo umiliante insegnare e apprendere a mio modo”.

54 “Il mio scopo era di condurre tanto innanzi la semplificazione di tutti i mezzi didattici, che l’uomo più comune potesse pervenire egualmente ad insegnare ai suoi figli, di modo che a poco a poco diventassero quasi superflue le scuole per i primi elementi”.

55 “Due mie esperienze. In primo luogo, che è possibile e agevole di insegnare contemporaneamente, conducendoli molto avanti, a un gran numero di ragazzi, anche di età molto diversa; in secondo luogo che, per molte cose, si può istruire questa massa di ragazzi durante il loro stesso lavoro”.

56 Terza esperienza: insegnante a BURGDORF :1800-1804 1798, vicino a Berna; nel castello scuola per ragazzi, una pensione per studenti esterni, con seminario per insegnanti e un orfanotrofio/scuola per i poveri. Visitatori. Scrive: Il metodo, 1800; L’ABC dell’intuizione, 1801; Libro delle madri, 1803.

57 Come Geltrude istruisce i suoi figli, 1801: lo rende famoso come educatore e rinnovatore della scuola popolare. Burgdorf diventa una fermata obbligatoria per i viaggi di formazione, di moda allora.

58 Da Come Geltrude istruisce i suoi figli “Le nostre scuole coi loro procedimenti antipsicologici non sono che un sistema artificioso per isterilire quella forza e quell’esperienza a cui la natura stessa ha dato vita ai fanciulli… Fino ai cinque anni si concede ai fanciulli il libero godimento della natura, si lascia che ogni impressione che da essa deriva agisca su di essi …

59 ad un tratto si toglie loro dagli occhi l’intera natura, si frena tirannicamente il processo impulsivo della loro infrenata libertà, si rinchiudono a schiere in una stanza appestata, si costringono per ore, giorni, settimane, mesi ed anni interi, senza pietà, a contemplare le misere aride ed uniformi lettere dell’alfabeto, li si condanna a un modo di vita che contrasta con quello precedente, a segno di farli impazzire”.

60 1802: inviato a Parigi per la nuova costituzione svizzera. Il cantone appena nato di Vaud ottenne il castello come sede del governo, il 1 luglio 1804.

61 Quarta esperienza: YVERDUN (1804-1825) Dopo una breve parentesi a Munchenbuschsee; Istituto di Yverdun (1805-1825); Direzione in una commissione formata da Pestalozzi e quattro collaboratori. “Un’Europa in piccolo”; fama mondiale. Dalle elementari alle superiori, scuola per maestri, convitto.

62 1807-1809: 165 allievi, 31 insegnanti e assistenti, 32 seminaristi, 10 membri della famiglia Pestalozzi con domestici, in tutto circa 250. Vicino al castello: un istituto per ragazze. Accoglieva anche gratuitamente o con poca spesa: quasi un terzo degli studenti non pagavano niente.

63 Lezioni Sotto forma di lavori e lezioni di gruppo. Chi capiva doveva insegnare agli altri. 60 ore alla settimana di lezione. Una scuola sperimentale con ginnastica, canto.

64 Collaborazione intensa con genitori. Ogni giorno visitatori. Non voleva che i bambini venissero confrontati fra di loro, ma solamente in base alle loro forze e al loro talento.

65 Gite: non c’erano vacanze, ma gite di settimane. Preparate con descrizioni dei luoghi. Lezioni all’aperto. Lavori di giardinaggio e manuali. Sega, pialla, tornio, lavori domestici, tipografia, legatoria, falegnameria, meccanici, orologiai, allevatori conigli. Sport e giochi, imparare a nuotare.

66 Libertà per gli educatori, mangiavano coi ragazzi e vivevano con loro. D’estate i ragazzi scalzi e senza cappello. “Padre Pestalozzi” Accesi diverbi con i professori. Poca capacità direttiva.

67 Così lo descrive un insegnante nel 1809 “Quando osservo l’Indimenticabile mi sembrava come un bambino cresciuto con tutta la bellezza della natura infantile, ma anche con le sue debolezze ed imperfezioni. … Nonostante i suoi grandi ideali rivolti all’umanità nel suo complesso non aveva le capacità e il talento nemmeno per dirigere una piccola scuola di paese”.

68 Ritiro a Neuhof: 1825-1827 A 79 anni, nel marzo abbandona con gli ultimi quattro alunni Yverdun, e progetta ancora una scuola professionale, una biblioteca, un museo d’arte popolare a Neuhof; Muore il 17 febbraio 1827.

69 “Non è per me cosa da poco, data tutta la mia debolezza, l’esser rimasto uguale a me stesso per tutta la vita in tutto l’ambito delle mie iniziative e l’essere sempre rimasto fedele allo scopo originario di esse, consistente nel cercare di portare nelle abitazioni del popolo i mezzi essenziali di un’educazione e di un’istruzione conformi a natura ”(Cigno).

70 Sul suo monumento “Salvatore dei poveri al Neuhof, Predicatore del popolo in Leonardo e Geltrude, A Stans padre degli orfani, a Burgdorf e Munchenbuschsee Fondatore della nuova scuola popolare, Uomo, cristiano, cittadino, Tutto per gli altri, nulla per sé, Bendetto sia il suo nome!”.

71 La sua antropologia “L’unico libro che studio da anni è l’uomo; su di lui e sull’esperienza con e riguardo a lui, fondo tutta la mia filosofia ”(Eremita). -Natura umana non qualcosa di completamente uniforme, ma tensione e contraddizione.

72 Due facce della natura umana: sensuale o animale e superiore; convivono. La natura superiore è ciò che rimane invariato e indistruttibile, la natura sensuale è provvisoria e transitoria. Processo a tre piani: dallo stato naturale, allo stato sociale fino allo superiore (morale).

73 Tramite la socializzazione l’uomo si procura un mondo che non esiste nel mondo animale: diritti, doveri, leggi, istituzioni: cioè civilizzazione.

74 L’uomo morale riconosce che deve adempiere un compito di vita: la propria realizzazione. Questa è da raggiungere solamente rinunciando all’egoismo e con lo sviluppo superiore di forze morali e di cuore:

75 amore, fiducia, gratitudine, senso per la comunità, senso per la bellezza, responsabilità, creatività, religiosità, libera volontà per il bene. Tramite la realizzazione della moralità l’uomo diventa “opera di se stesso” ed è veramente libero.

76 Diritto e stato Il potere non può regnare in modo autocratico, ma deve essere correlato al diritto. Il diritto non è fine a se stesso e neanche privo di valore, è semplicemente il mezzo per un’esistenza umana dignitosa.

77 Il diritto ha bisogno del potere per imporsi. Il potere è quindi discordante: se si lega al diritto per far regnare la giustizia, sicurezza e benessere del popolo, è sacro. Se invece è strumento dell’arbitrio, allora è crudele e deleterio. Diritto e potere dipendono l’uno dall’altro: “Senza potere il diritto non ha effetto, senza diritto il potere è brutale”.

78 Lo stato può adempiere ai suoi compito (sicurezza, protezione della proprietà, assicurazione di spazio libero per l’autonomia del cittadino, cura per una giusta soddisfazione delle necessità ed educazione, legislazione adeguata) basandosi esclusivamente sul potere legato alla legge.

79 Educatore e pedagogista Genesi: Fattore personale: sensibilità, ambiente; “Io amavo il popolo della campagna … Già nella prima gioventù mi pareva evidente che tali miglioramento dovesse avviarsi nei riguardi dell’arte col semplificare al massimo i mezzi didattici consueti delle scuole rispetto al leggere, allo scrivere, al far di conto”.

80 In Leonardo e Geltrude propone un modello alternativo alla società: mostra la vita in un villaggio di contadini e la forza positiva dell’educazione familiare e scolastica.

81 Problema fondamentale L’Educazione del popolo e del povero, intesa come educazione elementare, formazione professionale, strettamente connessa con l’educazione intellettuale e morale attenta ai valori e ai contenuti culturali tipici del popolo.

82 Evoluzione dell’idea A Neuhof: addestramento capacità pratico-professionali con formazione morale e religiosa; A Stans: istruzione elementare; povero non deve essere educato ad accettare la miseria; Saggi 1805-07: formazione professionale come educazione integrale: intelletto, cuore, mano.

83 A Stans “I vantaggi dell’educazione domestica devono essere presi a modello dell’educazione pubblica I miei ragazzi dovevano vedere … che il mio cuore era per loro, che la loro felicità era la mia felicità, la loro gioia la mia gioia;

84 “Il mio intento era anzitutto quello di affratellare i ragazzi … di fondare la casa nel semplice spirito di una grande comunità familiare”.

85 Il bambino bocciuolo “Il fanciullo è un essere fornito di tutte le facoltà della natura umana, nessuna delle quali tuttavia è il lui sviluppata: è come un bocciuolo non ancora dischiuso. Quando il bocciuolo si apre, ogni petalo si spiega, e non uno rimane indietro.

86 Simile deve essere il corso dell’educazione. Tutte le facoltà della natura umana debbono venir trattate con la medesima attenzione; giacché solo la cooperazione di esse può far sicuro il successo”.

87 “Le facoltà dell’uomo vanno curate in guisa che nessuna di esse predomini a spese delle altre, e che invece ognuna venga eccitata al giusto grado. Questa condizione d’equilibrio costituisce la natura spirituale dell’uomo”.

88 Cos’è l’educazione Scopo non già “quello di perfezionare le nozioni scolastiche, bensì quello di preparare alla vita; non di dare l’abito dell’obbedienza cieca e della diligenza comandata, ma di preparare all’agire autonomo.

89 Dobbiamo tener presente che l’allievo, a qualunque ceto sociale egli appartenga e a qualunque professione sia destinato, partecipa di certi elementi della natura umana, che sono comuni a tutti e costituiscono il fondamento delle forze umane. Noi non abbiamo alcun diritto di limitare a qualsiasi uomo la possibilità di sviluppare tutte le proprie facoltà” (Madre). Preparare l’essere umano all’uso libero e integrale di tutte le facoltà”.

90 Educazione è: abilitare l’uomo all’uso integrale di tutte le sue facoltà orientandole al suo perfezionamento etico. Sviluppo difficile e non lineare dallo stato di natura alla vita morale attraverso la fase sociale.

91 Metodo educativo Metodo naturale: scoprire l’ordinamento psicologicamente elementare e graduale dell’educazione così da sviluppare in modo armonico tutte le facoltà del singolo soggetto educando, dando all’educazione i caratteri della elementarità, gradualità, integrità: equilibrio (mente, mano, cuore).

92 Importanza della intuizione: il bambino coglie l’oggetto nel suo insieme. In seguito attraverso l’istruzione e l’attività conoscitiva imparerà a distinguere forma, numero e nome.

93 Famiglia L’ambiente più naturale per il fanciullo. Alla madre il ruolo fondamentale: “Nel primo periodo della vita infantile non è concepibile alcun’opera formativa elementare e conforme a natura senza una madre ”(Cigno).

94 “Il nostro grande intento è lo sviluppo dell’anima infantile, e il nostro grande mezzo l’azione della madre”. “Amore pensoso”; Madre responsabile”; “Amore e fermezza”. (Madre e figlio)

95 Il luogo dove “la vita stessa educa” Scuola educativa se continua ed integra la famiglia.

96 “Io credo di dover sostenere che l’amore materno rappresenti la forza principale e l’affetto il movente originario nel campo della prima educazione” (Madre).

97 Amore e fiducia: “Ma l’amore non si suscita se non con l’amore, e la fiducia non si acquista se non con la fiducia: il suono che dà il cuore della madre deve trovar la sua eco nel cuore del figlio” (Madre)

98 “Essa s’accorgerà allora che l’educazione non può consistere in una serie d’ammonizioni e di punizioni, di ordini e di norme, che si susseguono senza unità di sforzo né vivacità di esecuzione.

99 Vedrà che invece l’educazione dovrebbe rappresentare una catena ininterrotta di provvedimenti, derivanti da un principio identico, dal riconoscimento delle immutabili leggi della nostra natura; di provvedimenti, dettati da identico spirito, dallo spirito della benevolenza e della tenerezza, e che mirano all’identico scopo, quello di elevare l’uomo alla vera dignità di essere spirituale” (Madre)

100 “La prima regola per la madre dev’esser quella di insegnare più con le cose che con le parole. Al bambino debbono nominarsi quanto meno è possibile oggetti, che non gli si possano fra vedere. Se si bada a questo, il nome si trasmetterà alla memoria insieme col ricordo dell’impressione, che l’oggetto ha sui sensi” (Madre).

101 “La cosa che più fa piacere allo stesso fanciullo è fargli acquistar presto la convinzione, che non è possibile senza sforzi possedere un sapere ben fondato. Ma egli non dovrebbe essere abituato a vedere in tali sforzi un male necessario: quindi si deve accuratamente evitare di spronare lo zelo col timore. Questo distruggerebbe ogni vero interessamento,e provocherebbe senz’altro al ripulsione” (Madre)

102 L’educazione della donna Non sono necessari grandi studi per una donna per educare: istinto educativo; “E’ pregiudizio quello di credere che nella donna l’apprendimento del sapere e l’educazione dell’intelletto non debbano aver molto profondità e ampiezza, perché la natura femminile altrimenti finirebbe col perdere facilmente la sua semplicità e tutto ciò che la rende veramente amabile” (Madre).


Scaricare ppt "Johan Heinrich Pestalozzi Zurigo 12 gennaio 1746 Brugg 17 febbraio 1827."

Presentazioni simili


Annunci Google