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Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani Definizioni di ECONOMIA POLITICA CLASSICA: Pag. 1 a)Definizione.

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1 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani Definizioni di ECONOMIA POLITICA CLASSICA: Pag. 1 a)Definizione di DENIS PATRICK O’BRIEN (The Classical Economists, Oxford University Press, New York, 1975; trad. it. Gli economisti classici, Il Mulino, Bologna, 1984). b)Definizione di JOSEPH ALOIS SCHUMPETER (History of Economic Analysis, Oxford University Press, New York, 1954; trad. it. Storia dell'analisi economica, Boringhieri, Torino, 1982). c)Definizione di JOHN MAYNARD KEYNES (The general theory of employment, interest and money, Macmillan, London, 1936 – Chapter 2: The Postulates of the Classical Economics; trad. It. Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, UTET, Torino, 2006).

2 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani Definizioni di ECONOMIA POLITICA CLASSICA: Pag. 2 d)Definizione di KARL MARX [Das Kapital. Kritik der Politischen Ökonomie, 1867 (vol. I), 1893 (vol. II), 1894 (vol. III); trad. it. Il Capitale. Critica dell'Economia Politica, Editori Riuniti, Roma, 1964]. e)Definizione di WILLIAM J. BARBER (A History of Economic Thought, Penguin Books, Harmondsworth, 1967; trad. It. Storia del pensiero economico, Feltrinelli, Milano, 1971)

3 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani DEFINIZIONE DI D.P. O’BRIEN Pag. 3 CRITERIO CRONOLOGICO Periodo classico A. Smith, An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations, 1776 J.S. Mill, Principles of Political Economy, 1848 La lista di O’Brien include persino D. Hume, J.E. Cairnes, S. Bailey e W.F. Lloyd, ma esclude K. Marx.

4 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani DEFINIZIONE DI J.A. SCHUMPETER Pag. 4 CRITERIO FORMALE «abbiamo innanzitutto una nuova attività che lotta fiduciosamente contro il passato; poi le cose si sistemano e abbiamo la tipica situazione classica, sintetizzata dall’opera tipicamente classica di John Stuart Mill, il quale sottolinea il fatto con il suo modo di parlare dall’alto di verità stabilite. Segue poi il ristagno: uno stato universalmente considerato di maturità se non di decadenza della scienza; uno stato in cui "coloro che sanno" sono sostanzialmente d’accordo»

5 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani DEFINIZIONE DI J.M. KEYNES Pag. 5 CRITERIO SOSTANZIALE, MA TROPPO PERSONALE Keynes considera come classici tutti gli economisti che a suo avviso accettano LA LEGGE DI SAY. La sua lista include nel novero dei classici economisti come A. Marshall e A.C. Pigou ed esclude R. Malthus e K. Marx. Tale criterio è scelto da Keynes per differenziare la sua economia da quella di coloro che egli critica.

6 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani LA LEGGE DI JEAN-BAPTISTE SAY ("LEGGE DEGLI SBOCCHI") Pag. 6 «Un prodotto terminato offre da quell'istante uno sbocco ad altri prodotti per tutta la somma del suo valore. Difatti, quando l'ultimo produttore ha terminato un prodotto, il suo desiderio più grande è quello di venderlo, perché il valore di quel prodotto non resti morto nelle sue mani. Ma non è meno sollecito di liberarsi del denaro che la sua vendita gli procura, perché nemmeno il denaro resti morto. Ora non ci si può liberare del proprio denaro se non cercando di comperare un prodotto qualunque. Si vede dunque che il fatto solo della formazione di un prodotto apre all'istante stesso uno sbocco ad altri prodotti.» (Traité d'économie politique, 1803, Libro I, Cap. XV, pp. 141-142).

7 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani Pag. 7 o In regime di libero scambio, non sono possibili crisi prolungate, poiché i prodotti si pagano con i prodotti e non con il denaro, che è solamente merce rappresentativa. La moneta è semplicemente un mezzo di scambio. Il COMMERCIO si riduce essenzialmente al BARATTO. o Il denaro ricavato dalla vendita è destinato ad essere immediatamente speso. Il venditore è sempre anche un compratore e, con ciò, offre uno SBOCCO alle produzioni altrui. o In un’ECONOMIA DI BARATTO, l’eccesso di offerta di un bene comporta necessariamente un eccesso di domanda per un altro bene. LA LEGGE DI JEAN-BAPTISTE SAY ("LEGGE DEGLI SBOCCHI")

8 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani Pag. 8 o Una carenza di domanda in un settore si accompagna sempre ad un’abbondanza di domanda in un altro settore. Di conseguenza, i lavoratori espulsi dal settore in contrazione possono essere occupati nel settore in espansione. Non ci può essere disoccupazione involontaria. Il mercato, lasciato a se stesso, tende a raggiungere L’EQUILIBRIO DI PIENA OCCUPAZIONE. o Poiché il mercato del lavoro tenderebbe spontaneamente a realizzare la piena occupazione del fattore lavoro grazie alla flessibilità del saggio di salario, non solo il sistema economico raggiungerà spontaneamente una situazione di pieno impiego, ma tenderà anche a mantenerla. LA LEGGE DI JEAN-BAPTISTE SAY ("LEGGE DEGLI SBOCCHI")

9 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani Pag. 9 o Queste implicazioni discendono dall’assunzione che i PREZZI (soprattutto quei particolari prezzi che sono rappresentati dal salario e dal tasso di interesse) siano PERFETTAMENTE FLESSIBILI: nell’ambito della legge del Say, la flessibilità del salario permette al mercato del lavoro di riassorbire la disoccupazione e recuperare il pieno impiego, mentre la flessibilità del tasso di interesse permette al mercato dei fondi prestabili di garantire che la domanda di beni sarà uguale all’offerta anche in pieno impiego. o Il rimedio alle crisi non deve ricercarsi tanto in misure restrittive all’importazione, quanto nell’incremento di quelle produzioni che contribuiscono ad aumentare le esportazioni, e cioè ad AUMENTARE GLI SBOCCHI PER LA PRODUZIONE NAZIONALE. LA LEGGE DI JEAN-BAPTISTE SAY ("LEGGE DEGLI SBOCCHI")

10 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani Pag. 10 In sintesi: o L’offerta crea da sé la propria domanda. Ogni produzione trova sempre UN NATURALE SBOCCO SUL MERCATO. o Il mercato, lasciato a se stesso, tende a raggiungere L'EQUILIBRIO DI PIENA OCCUPAZIONE. A livello aggregato non si possono realizzare CRISI DI SOVRAPPRODUZIONE. Corollari della legge: o ogni PRODUZIONE genera un REDDITO di importo equivalente. o tutto il REDDITO viene sempre INTERAMENTE SPESO (direttamente o indirettamente). LA LEGGE DI JEAN-BAPTISTE SAY ("LEGGE DEGLI SBOCCHI")

11 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani Pag. 11 Limiti alla validità della legge di Say: o In un sistema in cui la moneta svolge un ruolo essenziale come riserva di valore, la tesi di Say non è valida ed è possibile che si verifichino crisi da insufficienza della domanda aggregata. o In un’economia monetaria, l’uguaglianza tra domanda aggregata e offerta aggregata non è affatto garantita proprio per via della possibilità di tesaurizzazione della moneta (TEORIA MARXIANA DELLA CRISI). La LEGGE DI SAY vale solo nel caso particolare in cui non c’è tesaurizzazione della moneta. LA LEGGE DI JEAN-BAPTISTE SAY ("LEGGE DEGLI SBOCCHI")

12 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani Pag. 12 Limiti alla validità della legge di Say: o Il livello del prodotto (e quindi dell’occupazione) dipende dal livello della domanda aggregata. Non è la domanda che si adegua all’offerta, come sostenuto da Say, bensì è l’offerta che si adegua alla domanda (PRINCIPIO KEYNESIANO DELLA DOMANDA EFFETTIVA). LA LEGGE DI JEAN-BAPTISTE SAY ("LEGGE DEGLI SBOCCHI")

13 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani DEFINIZIONE DI K. MARX Pag. 13 CRITERIO SOSTANZIALE «Per ECONOMIA POLITICA CLASSICA io intendo tutti gli studi economici da W. Petty in poi, i quali hanno indagato il nesso interno dei rapporti borghesi di produzione, in contrasto con l’ECONOMIA VOLGARE; quest’ultima si aggira soltanto entro il nesso apparente.» (Das Kapital. Kritik der Politischen Ökonomie, 1867-1894; trad. it. Il Capitale. Critica dell'Economia Politica, cura e traduzione di Delio Cantimori, Editori Riuniti, Roma, 1964, p. 113)

14 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani Pag. 14 CRITERIO SOSTANZIALE o L’ECONOMIA POLITICA CLASSICA ricerca, sotto il velo dei fenomeni di mercato, i rapporti umani che emergono dal processo di produzione e di scambio della società capitalistica. I rapporti di classe costituiscono l’aspetto più rilevante della ricerca degli economisti classici e la crescita della ricchezza è il fenomeno centrale nel cui contesto essi osservano il comportamento delle classi sociali. o L’ECONOMIA VOLGARE analizza i rapporti di scambio tra le cose così come si manifestano nel mercato e spiega i prezzi delle merci in termini di costi di produzione/prezzi dei fattori. DEFINIZIONE DI K. MARX

15 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani DEFINIZIONE DI WILLIAM J. BARBER Pag. 15 CRITERIO FORMALE E SOSTANZIALE o LA LETTERATURA ECONOMICA PRECLASSICA si era rivelata incline a giudicare i fenomeni economici più che ad analizzarli. Le discussioni economiche del Medioevo, per es., erano state largamente influenzate da problemi etici: che cos’è il giusto prezzo? l’usura (cioè il prestito a interesse) può essere giustificata sul piano morale? o L’IMPOSTAZIONE DEI CLASSICI impresse un nuovo orientamento alla discussione economica. Gli economisti classici compirono uno sforzo cosciente per scindere le loro argomentazioni dalla propria posizione personale, che li portava a favorire l’interesse di gruppi particolaristici.

16 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani Pag. 16 CRITERIO FORMALE E SOSTANZIALE o La linea di sviluppo delle ricerche degli economisti classici era funzionale rispetto alle esigenze di una crescente industrializzazione. Da questo punto di vista, la disponibilità di un «SOVRAPPIÙ» che consentisse l’ACCUMULAZIONE DI CAPITALE era evidentemente un problema cruciale. Per questo, essi ripresero l’indagine dei loro predecessori sulle ORIGINI E sulla NATURA DI UN «SOVRAPPIÙ» ECONOMICO, dandogli però un’interpretazione diversa. DEFINIZIONE DI WILLIAM J. BARBER

17 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani LA QUESTIONE DEL «SOVRAPPIÙ» Pag. 17 SECONDO I MERCANTILISTI o Tra la metà del XV secolo e la metà del XVIII (epoca del CAPITALISMO MERCANTILE o MERCANTILISMO), la creazione di un «SOVRAPPIÙ», nella forma di UN’ECCEDENZA DELLE ESPORTAZIONI SULLE IMPORTAZIONI (e cioè di una BILANCIA COMMERCIALE ATTIVA) era considerata da sovrani e governi come una condizione indispensabile per acquisire potenza, ricchezza; oppure l’una e l’altra. Solo di rado, tuttavia, i meccanismi attraverso cui tali risultati potevano essere raggiunti vennero definiti in modo esplicito ed articolato.

18 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani LA QUESTIONE DEL «SOVRAPPIÙ» Pag. 18 SECONDO I MERCANTILISTI o In un’epoca in cui la moneta circolante era costituita pressoché esclusivamente da metalli preziosi, i paesi sprovvisti di giacimenti adeguati o sfruttabili di oro o argento erano costretti ad attingere a rifornimenti stranieri. Un saldo attivo dei conti con l’estero era quindi condizione preliminare e necessaria per un ampliamento sostanziale della quantità di moneta richiesto da un’economia prospera ed in espansione.

19 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani LA QUESTIONE DEL «SOVRAPPIÙ» Pag. 19 SECONDO I MERCANTILISTI o L’accumulazione di riserve monetarie, a sua volta, permetteva di favorire l’interesse dello Stato in due modi diversi: –esaltando l’abilità dei sovrani nel disporre degli uomini e degli eserciti; –impoverendo le riserve di altri Stati (gioco a somma zero) e migliorando parallelamente la posizione, sia relativa che assoluta, del paese in attivo.

20 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani LA QUESTIONE DEL «SOVRAPPIÙ» ESPONENTI PIÙ ILLUSTRI DELLA DOTTRINA MERCANTILISTA Pag. 20 –Antoine de Montchrétien (economista francese; 1576-1621) –Antonio Serra (economista e filosofo italiano; poco si conosce della sua vita; anche gli estremi biografici non si conoscono con precisione) –Philipp W. Von Hornick (economista austriaco; 1638-1712) –Johan Joachim Becher (economista tedesco; 1635-1682) –Thomas Mun (economista inglese; 1571-1641)

21 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani LA QUESTIONE DEL «SOVRAPPIÙ» LE POLITICHE PUBBLICHE ISPIRATE DALLA DOTTRINA MERCANTILISTA Pag. 21 Il perseguimento degli obiettivi mercantilistici comportò in notevole misura l’intervento dello Stato nell’attività economica. Al fine di ridurre le spese connesse alle importazioni, infatti, gran parte degli Stati europei di quel tempo favorì iniziative volte ad ottenere l’autosufficienza nazionale e, in questa logica, i governi compirono sforzi per far crescere e proteggere le industrie locali: –INGHILTERRA → LEGGI SUL GRANO (CORN LAWS); –FRANCIA → Politica volta a favorire la nascita e lo sviluppo dell’INDUSTRIA MANIFATTURIERA.

22 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani LA QUESTIONE DEL «SOVRAPPIÙ» Pag. 22 SECONDO I FISIOCRATICI Secondo la dottrina fisiocratica, l’AGRICOLTURA era il solo settore dell’economia veramente produttivo (mentre la manifattura era considerata «sterile») e generatore di un «sovrappiù» dal quale tutti gli altri settori dipendevano: «L’agricoltura è la fonte di ogni ricchezza dello Stato e della ricchezza di tutti i cittadini» (François Quesnay, Maximes Générales du Gouvernement Economique d'un Royaume Agricole, 1758).

23 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani LA QUESTIONE DEL «SOVRAPPIÙ» Pag. 23 ESPONENTI PIÙ ILLUSTRI DELLA DOTTRINA FISIOCRATICA –François Quesnay (economista, medico e naturalista francese; 1694-1774) –Anne-Robert-Jacques Turgot (economista e filosofo francese; 1727-1781) –Pierre-Samuel du Pont de Nemours (economista e uomo politico francese; 1739-1817)

24 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani LA QUESTIONE DEL «SOVRAPPIÙ» IMPLICAZIONI FISCALI DELLE TEORIE DEI FISIOCRATICI Pag. 24 o Se sostenere ed incoraggiare l’agricoltura è l’unico modo per accrescere il benessere nazionale, le imposte che gravano sull’agricoltura non devono essere eccessive. Il comportamento del Fisco non deve essere né vessatorio né capriccioso verso questo settore. Da tale moderazione dipende la salvaguardia del produit net e la prosperità dell’agricoltura e della nazione. o Dal momento che tutti coloro che sono impegnati in occupazioni diverse dall’agricoltura non producono nessuna ricchezza, essi non dovrebbero pagare alcuna imposta. Tutte le tasse finirebbero per gravare su quella che è la fonte ultima della ricchezza (sotto forma di prezzi più bassi pagati agli agricoltori e di costi più elevati dei beni necessari alle attività agricole). La cosa migliore: tassare direttamente il signore della terra o l’agricoltore proprietario.

25 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani LA QUESTIONE DEL «SOVRAPPIÙ» IMPLICAZIONI FISCALI DELLE TEORIE DEI FISIOCRATICI Pag. 25 HENRY GEORGE E LA SINGLE TAX («IMPOSTA UNICA») o Secondo H. George, la TERRA, così come ogni elemento che si trova in natura, appartenendo a tutta l’umanità, non può apportare benefici solo a coloro che la possiedono, ma la ricchezza ricavata da tale bene comune deve essere sfruttata a beneficio dell’intera comunità. In pratica, ciascuno ha diritto di proprietà su ciò che costruisce con il proprio lavoro, mentre ciò che già esiste in natura non può divenire patrimonio di nessuno: la terra in primis. o Lo straordinario incremento dei prezzi della terra dell’Ovest (e la speculazione che lo accompagnava) – seguito alla crescita della popolazione, alla costruzione delle ferrovie e allo sviluppo economico generale – solo in piccola parte poteva essere attribuito ad un qualsiasi sforzo del proprietario della terra. Tale incremento era stato prodotto da fattori sociali. Di conseguenza, esso spettava alla società. Da qui l’idea di una IMPOSTA UNICA SUL VALORE FONDIARIO che assorbisse tutto l’incremento non guadagnato (meritato).

26 Introduzione alla SCIENZA DELLE FINANZE e allo studio degli ECONOMISTI CLASSICI – S. Villani LE QUESTIONI CLASSICHE Pag. 26 a)L’uso che l’uomo fa delle risorse b)Controllo e conflitto per il controllo delle risorse c)Modi per far fronte alle esigenze di una popolazione in crescita d)Origini e natura del «sovrappiù» economico e)Il problema dello sviluppo economico f)Il modo in cui la crescita influenza i rapporti di classe g)Il modo in cui i rapporti di classe reagiscono alla crescita h)Interdipendenza tra crescita e distribuzione i)Limiti alla crescita j)Misurazione del valore delle merci k)Ottima imposta


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