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IL DECOLLO INDUSTRIALE DELL’INGHILTERRA Lavoro di Claudia Zola, Lara Monterenzi e Luca Castellani.

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Presentazione sul tema: "IL DECOLLO INDUSTRIALE DELL’INGHILTERRA Lavoro di Claudia Zola, Lara Monterenzi e Luca Castellani."— Transcript della presentazione:

1 IL DECOLLO INDUSTRIALE DELL’INGHILTERRA Lavoro di Claudia Zola, Lara Monterenzi e Luca Castellani

2 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: UN’ESPRESSIONE COMPLESSA Il termine rivoluzione venne usato nella storia per descrivere gli eventi politici francesi. E’ possibile che il termine Rivoluzione industriale sia stato coniato per imitazione dell’espressione Rivoluzione francese per segnalare che la fabbrica moderna aveva portato innovazioni radicali e irreversibili. Per mezzo del termine rivoluzione lo storico riesce subito a segnalare che il mutamento avvenuto fu profondo e potentissimo.

3 AUMENTO DELLA POPOLAZIONE E INNOVAZIONE AGRICOLA La popolazione inglese nel corso del ‘700 aumentò notevolmente grazie alla diminuzione della mortalità associata all’aumento della natalità. L’agricoltura inglese seppe affrontare con successo la sfida dell’incremento demografico attraverso delle innovazioni. Venne introdotto il MODERNO SISTEMA DI ROTAZIONE (rotazione quadriennale), dove il maggese venne sostituito con il trifoglio. Si diffusero sempre di più le RECINZIONI, che poi vennero anche estese dai signori alle terre comuni. Le terre gestite dagli agricoltori erano in genere organizzate secondo il sistema dei CAMPI APERTI.

4 IL GRANDE COMMERCIO INTERNAZIONALE Londra aveva preso il posto di Amsterdam come centro degli scambi internazionali e del commercio a lunga distanza. Intorno all’Inghilterra gravitava ormai un vastissimo sistema economico, che si estendeva fino all’India. Il punto di forza del sistema di scambi inglesi era il cosiddetto COMMERCIO TRIANGOLARE, che aveva come vertici l’Inghilterra, l’Africa e l’America. Tra le merci provenienti dall’India, un posto sempre più rilevante avevano assunto i TESSUTI DI COTONE.

5 Il commercio triangolare I vascelli partivano dai porti britannici carichi di merci inglesi da vendere sulle coste africane in cambio di schiavi neri. Questi venivano poi condotti fino in Giamaica e scambiati con le tipiche mercanzie coloniali prodotte in America.

6 LE INNOVAZIONI NELL’INDUSTRIA TESSILE La prima importante attività economica inglese investita dall’innovazione tecnica fu la produzione di tessuti di cotone. Nel 1733 John Kay introdusse un importante miglioramento del telaio, che venne dotato della cosiddetta SPOLETTA VOLANTE e facilitava l’intreccio della trama orizzontale attraverso l’ordito verticale. Un solo operaio poteva svolgere il lavoro che in precedenza necessitava di due o più individui. Tra gli anni 1764-1767 James Hargreaves inventò la JENNY, che permise a una sola persona di filare sei o sette fili alla volta. Il filato era sottile e utilizzato per la trama dei tessuti. Nel 1768 Richard Arkwright inventò il FRAME, una macchina che produceva un filato robusto e resistente per l’ordito.

7 LA RIVOLUZIONE DEL COTONE Samuel Crompton nel 1785 costruì un nuovo macchinario, chiamato MULO, che sembrava combinare elementi della JENNY e del FRAME. Il filo realizzato era uniforme e utilizzato per la trama e per l’ordito. Per alimentare i muli venne impiegata la macchina a vapore. Nel 1784 Edmund Cartwright inventò un telaio meccanico che poteva essere azionato mediante cavalli, ruote ad acqua o motori a vapore. Il successo di tutte queste rivoluzioni fu completo quando la stessa India dovette rinunciare a essere un grande esportatore di manufatti di cotone e trasformarsi in uno dei più fiorenti mercati dell’industria inglese.

8 FERRO, VAPORE E CARBONE Nel corso del ‘600 l’estrazione del carbon fossile aveva acquistato un’importanza economica considerevole. Thomas Newcomen creò la MACCHINA ATMOSFERICA AUTOMATICA. James Watt ideò e perfezionò la sua MACCHINA ROTATIVA A DOPPIO EFFETTO. L’impiego della macchina a vapore ebbe il suo primo utilizzo nell’industria siderurgica. La completa vittoria del carbone naturale ebbe luogo per merito di Henry Cort che ideò due sistemi di LAVORAZIONE DELLA GHISA chiamati puddellaggio e laminazione.

9 LA NASCITA DELLA FERROVIA George Stephenson, l’inventore della locomotiva a vapore, sperimentò i suoi primi prototipi nel 1825. La locomotiva venne perfezionata dal figlio, Robert e utilizzata nella linea che collegava Manchester e Liverpool. Anche l’industria delle ferrovie richiedeva l’investimento di enormi quantità di capitali, che venne quasi interamente finanziata con denaro privato. La costruzione della rete ferroviaria offrì lavoro a un numero elevatissimo di operai.

10 IL RITARDO DEI PAESI CONTINENTALI I governi dei diversi Stati europei compresero più tardi i vantaggi dell’industrializzazione. Progressivamente ci si concentrò anche sui danni dell’industrializzazione come il degrado della moralità degli operai, la diffusione dell’alcolismo, lo sfruttamento del lavoro femminile e minorile. Nella costruzione della ferrovia la Francia andò a rilento. Il primo paese a imitare la Gran Bretagna fu il Belgio. Nel 1834 fu progettato un nuovo sistema ferroviario. Il Belgio riuscì ad evitare la drammatica urbanizzazione, che aveva invece accompagnato l’industrializzazione inglese.

11 L’ESPANSIONE ECONOMICA NEGLI ANNI 1850-1870 La Gran Bretagna continuava ad essere all’avanguardia. Nel 1880 le ferrovie inglesi si estendevano per 25000 km. Lo sviluppo economico dell’Inghilterra trascinò l’intera Europa. La navigazione subì più lentamente del trasporto terrestre i mutamenti provocati dall’industrializzazione, i battelli a vapore vennero collaudati nel 1807. 1836-1837 invenzione del telegrafo. Simbolo dell’espansione economica europea furono le esposizioni universali, che si tennero a Londra (1851 e 1862) e a Parigi (1855 e 1867).

12 ECONOMIA E SOCIETA’ NELL’EUROPA CENTRO-ORIENTALE La Russia era il paese più arretrato dell’intera Europa. La quasi totalità della popolazione era costituita da contadini. Nel 1861 la servitù della gleba nell’impero zarista fu abolita, ma la situazione della popolazione non migliorò. L’impero austriaco si mosse lentamente in direzione della modernità. L’impero asburgico fece notevoli sforzi di sviluppo economico in particolare in Austria e in Boemia. La crescita maggiore si ebbe in Prussia e nell’intera area tedesca. Una crescita industriale così forte non significò una diminuzione del prestigio degli Junker, aristocratici prussiani. Gli Junker detenevano il monopolio delle alte cariche amministrative e militari.

13 IL PENSIERO ECONOMICO DI ADAM SMITH La cultura britannica fu influenzata dalla nascita della moderna scienza economica, il fondatore fu Adam Smith. Smith sostiene che l’umanità viva in un cosmo retto da leggi a sostegno del benessere dell’uomo. Prima di lui anche altri ritenevano la ricerca dell’interesse personale non un peccato, bensì uno strumento che permetteva all’intero meccanismo della natura di funzionare. Smith osserva che solo per desiderio di profitto gli individui offrono ad altre persone il frutto del lavoro. Lo Stato non deve assolutamente intervenire, deve smettere di adottare provvedimenti mercantilisti.

14 Lo stato deve astenersi dall’interferire nell’economia, la quale deve essere governata solo dalla legge della domanda e offerta. Esse determineranno il costo delle singole merci, che aumenterà quando la richiesta sarà superiore all’offerta. E diminuirà quando l’offerta sarà alta, ma la richiesta debole. Questa è una delle basi del liberismo. Libero scambio significa rinuncia da parte dei governi ad ostacolare con dazi doganali. Secondo Smith il protezionismo è uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo di un grande ordine economico internazionale, che si deve basare sulla divisione del lavoro.

15 liberismoliberalismo DefinizioneDottrina economica: lo stato non deve intralciare la dinamica dell’economia Dottrina politica: lo stato deve garantire i diritti dell’uomo Figura di riferimentoAdam SmithJohn Locke Punto di incontroRuolo centrale attribuito da proprietà privata e iniziativa entrambe le dottrine a del singolo individuo

16 LE LEGGI SUI POVERI E LE LEGGI SUL GRANO Modificazione delle leggi sui poveri. I poveri dovevano essere aiutati da istituzioni pubbliche e non da privati. Nel 1834 fu approvato un provvedimento che privava i miserabili di sussidi pubblici. Le persone dalla campagna cominciarono a trasferirsi in città in cerca di lavoro. Cambiò la concezione medievale, secondo cui aiutare i poveri era un dovere. Nel 1842-1849 abolizione delle Corn Laws (leggi sul grano). Abolizione del protezionismo.

17 Il potere del capitalismo industriale era ormai superiore a quello dei proprietari terrieri, prima tutelati dalle Corn Laws. Nel momento di arrivo del grano a basso costo dall’estero gli agrari avrebbero dovuto diminuire i prezzi dei loro prodotti. Per gli industriali significava contendere i salari, poiché il costo degli alimenti tendeva al ribasso. Secondo Smith un’economia di libero scambio presuppone una ramificata divisione internazionale del lavoro.

18 IL PENSIERO DI THOMAS R. MALTHUS (1766-1834) Thomas Malthus sviluppò le intuizioni di Adam Smith occupandosi di demografia ed economia politica. Analizzò l’aumentare della popolazione britannica nei primi decenni dell’800. Malthus sosteneva che lo Stato non dovesse farsi carico dei poveri, che dovevano ridurre la loro capacità riproduttiva. Nei primi dell’800 ci fu un aumento di natalità. Thomas Malthus dunque sosteneva la posticipazione del matrimonio ed escludeva l’intervento dello Stato a favore dei poveri. Malthus fu il primo a capire che l’economia moderna è soggetta a periodiche crisi di sovrapproduzione.

19 MARX: BORGHESI E PROLETARI La lotta tra classi è sempre esistita nella storia della civiltà, una costante lotta tra oppressori e oppressi. Questa costante lotta è sempre finita o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la rovina comune delle classi in lotta. La società borghese, sorta dopo quella feudale, ha sostituito le classi in lotta, le condizioni di oppressione e le forme di lotta. La società ormai si divisa in due fazioni nemiche: borghesia e proletariato. La borghesia ha ottenuto il potere politico grazie all’espansione della grande industria. La borghesia non può esistere senza rivoluzionare costantemente gli strumenti di produzione.

20 Differenzia profondamente l’epoca borghese dalle precedenti, poiché in passato si manteneva immutato il vecchio sistema di produzione. La borghesia con il suo mercato mondiale trascina tutte le altre civiltà, anche le più barbare, nel proprio sistema, “ricreandole” a propria immagine e somiglianza. Perché ci sono crisi economiche e come le supera la borghesia? Le crisi ci sono poiché la società e troppo vitale, ci sono troppi mezzi di sussistenza, troppa industria, troppo commercio. Le forze produttive sono ormai troppo potenti per la civiltà borghese scatenando così lo scompiglio generale. Al borghese per superare la crisi non resta altro da fare se non distruggere una gran quantità di forze produttive, usando quelle presenti in nuovi mercati e sfruttando più intensamente i mercati già esistenti.

21 Le armi che la borghesia ha usato per abbattere il feudalesimo si rivolgono ora contro di loro e oltre alla creazione di queste armi la borghesia ha anche generato gli uomini che impugneranno quelle armi: i proletari. Il lavoro manuale richiede abilità e sforzo senza una specializzazione, a tal punto che il lavoro dell’uomo può essere svolto anche da donne e bambini. I proletari non difendono i loro interessi presenti ma quelli futuri. Questo è il primo movimento autonomo della stragrande maggioranza nell’interesse di quest’ ultima. Il proletariato non può ergersi in piedi senza far saltare in aria l’intera sovrastruttura degli strati che costituiscono la società ufficiale. Il proletariato col rovesciamento violento della borghesia conquista il suo dominio. Per poter sfruttare una classe bisogna almeno garantire a quest’ultima delle condizioni che le permettano di condurre la sua misera vita servile, ma la borghesia non riesce ad assicurare al proletariato queste condizioni facendo cadere l’operaio moderno sempre più in basso, anche al di sotto delle condizioni minime di vita. Così appare chiaro che la borghesia non essendo in grado di rimanere al dominio è destinata a cadere.

22 PROLETARI E COMUNISTI I comunisti non costituiscono un partito particolare rispetto agli altri partiti operai I comunisti non hanno interessi diversi dagli interessi dei proletari. I comunisti rappresentano sempre l’interesse del movimento complessivo, in pratica costituiscono la parte più risoluta. Il comunismo desidera l’abolizione della proprietà privata: - la proprietà del piccolo borghese o del contadino che ha preceduto la proprietà borghese, - la moderna proprietà privata borghese. Nella società contemporanea la proprietà privata è soppressa per nove decimi dei suoi membri, essa esiste proprio per il fatto che per nove decimi non esiste. Il comunismo non toglie a nessuno il potere di appropriarsi di prodotti sociali, esso toglie solo il potere di soggiogare il lavoro altrui mediante questa appropriazione. I borghesi accusano i comunisti di volere la comunanza delle donne.

23 Per i più progrediti in linea di massima le misure saranno le seguenti: 1) espropriazione della proprietà terriera e impiego della rendita fondiaria per spese statali; 2) imposta fortemente progressiva; 3) abolizione del diritto di successione; 4) confisca delle proprietà dei ribelli; 5) accentramento dei crediti nelle mani dello stato; 6) potere sui mezzi di trasporto esclusivo dello stato; 7) aumento del numero delle fabbriche nazionalizzate; 8) uguale obbligo di lavoro per tutti; 9) attuazione di misure per diminuire l’antagonismo tra campagna e città (quindi tra industria e agricoltura); 10) istruzione gratuita e pubblica per tutti i bambini e abolizione del lavoro infantile.


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