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Alcune figure centrali Scopo Ripercorrere attraverso l’analisi del pensiero e dell’attività di alcuni bibliotecari i nodi fondamentali della storia delle.

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Presentazione sul tema: "Alcune figure centrali Scopo Ripercorrere attraverso l’analisi del pensiero e dell’attività di alcuni bibliotecari i nodi fondamentali della storia delle."— Transcript della presentazione:

1 Alcune figure centrali Scopo Ripercorrere attraverso l’analisi del pensiero e dell’attività di alcuni bibliotecari i nodi fondamentali della storia delle biblioteche italiane dopo l’Unità, ma anche capire meglio il contributo che il versante professionale ha offerto. Scelta Due personaggi che possono collocarsi temporalmente all’inizio e all’apice della storia del movimento del biblioteche popolari, Antonio Bruni ed Ettore Fabietti. Desiderio Chilovi, a mio giudizio una figura centrale nella storia delle biblioteche italiane della seconda metà dell’Ottocento.

2 Alcune figure centrali: Antonio Bruni Antonio Bruni viene considerato il fondatore della prima biblioteca popolare, a Prato nel 1863, anche se in qualche occasione si è tentato di accreditare la primogenitura ad altri istituti. Di fatto, al di là della coincidenza cronologica, l’esperienza pratese di Antonio Bruni è sicuramente importante e sul piano pratico, dei risultati raggiunti, e su quello più ampio per capire qual’era il contesto di questa prima stagione.

3 Alcune figure centrali: Antonio Bruni Le fonti che possiamo utilizzare per ricostruire questa figura, il suo pensiero e la sua proposta, sono essenzialmente l’alto numero di scritti, di appelli, di pubblicistica, di cui lo stesso Bruni fu autore e che condensò nei sette numeri dell’Annuario usciti dal 1869 al 1886. Agisce in Toscana, e più precisamente a Prato, e la sua proposta è decisamente precoce rispetto ad un fenomeno che si svilupperà molto più diffusamente nei decenni seguenti e raggiungerà la piena maturità a cavallo dei due secoli. Le ragioni della precocità vanno forse ricercate nel contesto esterno, ovvero la situazione della Toscana.

4 Alcune figure centrali: Antonio Bruni Il tasso di analfabetismo è più basso che quello nazionale, ma soprattutto era molto più alta la percentuale di persone che capivano e si esprimevano in italiano. Altri elementi favorevoli  forte presenza di biblioteche (è sicuramente una delle regioni che vanta il maggior numero di biblioteche);  contesto letterario e intellettuale: tutta la generazione risorgimentale italiana si era concentrata sul concetto di popolo e sul rapporto “intellettuali-popolo”, ma questo è particolarmente vero per gli intellettuali borghesi toscani che vedono nell’impegno educativo delle classi popolari un elemento politico identificante

5 Alcune figure centrali: Antonio Bruni Bruni opera a Prato che in questo momento sta iniziando il percorso che la porterà ad essere uno dei principali poli industriali toscani, per cui la sua attenzione è rivolta non tanto alle campagne (tradizionalmente centro d’interesse degli intellettuali toscani), quanto piuttosto ai ceti, non ancora ben connotati sociologicamente, che vivono nelle città e che sperimentano la fase pre- capitalista.

6 Alcune figure centrali: Antonio Bruni La visione che Bruni ha del popolo è decisamente moderata: il popolo deve essere guidato verso le buone letture, perché ritenuto incapace di scegliere. All’intellettuale, alla classe dominante spetta il compito di guida, che deve condurre ad una crescita in primo luogo morale (eliminazione di passioni e pregiudizi pericolosi) e quindi anche culturale e professionale. Tale obiettivo è inserito in una cornice moderata e paternalistica: spetta all’intellettuale borghese di “illuminare e perfezionare il popolo”. Uno degli strumenti possibili è la biblioteca, purché contenga buoni libri. Bruni non ha fra i suoi obiettivi quello di adeguare le competenze tecniche e professionali dei lavoratori che invece sarà presente nell’ideologia dei promotori delle biblioteche popolari di fine secolo, in una fase storica cioè caratterizzata dall’industrializzazione.

7 Alcune figure centrali: Antonio Bruni  E’ un’impostazione che Bruni manterrà costante per tutti i suoi venticinque anni di attività.  Proprio in questa staticità delle posizioni di Bruni, mantenuta anche nei momenti di crisi dell’esperienza pratese, sta uno dei limiti della sua proposta e della sua impostazione, fortemente caratterizzata in senso pedagogico, ma carente di un progetto culturale vero e proprio.

8 Alcune figure centrali: Antonio Bruni  La biblioteca proposta dal Bruni è una bibliotechina: lui stesso usa il termine “modesta” e considera un grosso risultato quello registrato nel 1869 (250 biblioteche con 4000 volumi complessivi). Quindi nell’impostazione del Bruni si punta piuttosto alla disseminazione e non alla quantità di libri offerti, senza rendersi conto che tali dotazioni minime (16 libri in media per biblioteca) finivano per lasciare sicuramente insoddisfatte la gran parte di esigenze.  E’ un’impostazione che finirà per emarginare definitivamente il modello proposto e per esaurire l’esperienza, una volta che sia scomparsa la carica ideale che aveva portato alla sua costituzione.

9 Alcune figure centrali: Antonio Bruni  La biblioteca popolare per Bruni ha un carattere privato e volontaristico. Non compare mai nei suoi interventi l’idea che le biblioteche possano collegarsi insieme, né che spettasse piuttosto agli enti amministrativi periferici o centrali provvedere non solo alle risorse necessarie, ma anche a porre le condizioni che favorissero la creazione di una rete di servizi.  E’ chiaro che da un’impostazione del genere non poteva nascere assolutamente un servizio pubblico, ma solo una serie di piccole strutture, ognuna funzionante per proprio conto, disperse sul territorio.

10 Alcune figure centrali: Antonio Bruni Le esperienze di interventi privati nel settore bibliotecario sono frequenti, soprattutto negli Stati Uniti, ma intanto si poggiano su ben altre risorse (il mecenate Andrew Carnegie) e soprattutto si inseriscono all’interno di un quadro istituzionale di riferimento preciso, in cui sono chiari ed evidenti le funzioni peculiari dell’istituzione biblioteca.

11 Alcune figure centrali: Antonio Bruni Alcuni elementi positivi  La sua attività e i risultati conseguiti contribuirono a tenere alta l’attenzione sul problema della necessità di tipologie di biblioteche diverse da quelle tradizionali che sostanzialmente caratterizzavano il panorama italiano;  l’attenzione alle donne, che rientrano a pieno titolo nel suo progetto di acculturazione;  il continuo e saldo rapporto con scuola;  l’intuizione dell’efficacia delle biblioteche circolanti, che sarà ripresa più avanti anche in tempi recenti;  l’importanza da lui data ad esempio alla raccolta dei dati e alle elaborazioni statistiche.

12 Alcune figure centrali: Antonio Bruni Grazie ai dati e alle informazioni che Bruni pubblicava sull’Annuario, siamo in grado di avere un’idea della consistenza e della composizione della biblioteca circolante di Prato (che non esiste più, in quanto dispersa durante la seconda guerra mondiale). Le principali discipline ci sono e c’è un certo equilibrio fra le varie branche del sapere, con alcune caratteristiche che sono tipiche della cultura positivista, ma soprattutto dell’idea che Bruni aveva sulle funzioni della sua biblioteca, ovvero educare il popolo.

13 Alcune figure centrali: Antonio Bruni Per l’area letteraria, pochissime sono le presenze dei romanzi (se si escludono il classico Promessi Sposi, o i romanzi storici), ritenuti dannosi e suscitatori di fantasie e passioni pericolose. Il sospetto nei confronti della narrativa, dei racconti fantastici, etc. non è tipico del Bruni, ma coinvolge un po’ tutte le biblioteche (non è un caso che nei regolamenti delle governative fosse esplicitamente vietato dare in lettura i romanzi, a meno che non ci fossero ragioni di studio).

14 Alcune figure centrali: Antonio Bruni  L’area letteraria è superata quantitativamente dalla storia e dalla geografia;  risultano ben rappresentate le scienze applicate (industria, commercio, agricoltura, igiene, economia domestica, etc.);  altre materie come la filosofia, la religione e le scienze pure sono molto sottodimensionate. Le presenze nella biblioteca pratese corrispondono abbastanza con il panorama editoriale del momento, soprattutto di quello toscano, con cui evidentemente Bruni doveva necessariamente confrontarsi, un panorama caratterizzato da un processo di affrancamento rispetto all’egemonia religiosa, da una solida tradizione di studi economici, soprattutto in campo agricolo e dalla riscoperta della trattazione storica.

15 Alcune figure centrali: Antonio Bruni Le biblioteche sorte nel venticinquennio di attività di Bruni erano destinate a scomparire. Una delle ragioni profonde sta nella sua proposta troppo sbilanciata sul versante pedagogico e formativo, all’interno della quale la funzione affidata alle biblioteche è esclusivamente quella formativa, una specie di appendice e di prolungamento della scuola. Questo non significa che con la scuola e con l’educazione la biblioteca non abbia a che fare, ma la sua funzione è prima di tutto quella informativa e i suoi utenti sono fruitori di un servizio e non soggetti da educare e da formare.

16 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti L’esperienza venticinquennale di Antonio Bruni non riuscì a far attecchire anche in Italia un modello bibliotecario, che altrove era ormai fiorente. Un nuovo tentativo fu fatto ormai alle soglie del nuovo secolo da un altro personaggio chiave della storia delle biblioteche italiane, Ettore Fabietti, ideatore della Federazione delle biblioteche popolari.

17 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti A differenza di Bruni, decisamente inserito da un punto di vista politico all’interno del moderatismo liberale, Fabietti si sposta verso sinistra, accogliendo l’impostazione politica di Filippo Turati e del nascente partito socialista. Mentre Bruni puntava sull’educazione dall’alto, indotta e promossa dalla borghesia illuminata e intellettuale, Fabietti collegandosi all’esperienza anglosassone punta ad un processo di auto-acculturazione, all’interno comunque di un contesto riformista, non certo rivoluzionario

18 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti La biblioteca popolare deve garantire la gratuità dell’accesso e l’assistenza dell’esperto, il bibliotecario, nella scelta del libro con l’obiettivo non di forgiare secondo modelli prevalenti i ceti subalterni, ma appunto di favorire una crescita culturale autonoma. Fabietti non è assolutamente favorevole a strutture connotate politicamente, anzi punta ad un modello di biblioteca autonomo, obiettivo ed equilibrato. In questo senso è evidente il suo richiamo e la sua profonda conoscenza dell’esperienza anglosassone della public library

19 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti Se la spinta di Antonio Bruni derivava da un’impostazione tutta ottocentesca, populistica e patriarcale, per cui il processo educativo era unidirezionale (dall’intellettuale al popolo), il nuovo approccio prevede invece un flusso bidirezionale, per cui l’intellettuale socialista non può prescindere di calarsi nel popolo, di conoscerlo meglio, di apprendere anche.

20 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti Anche l’esperienza di Fabietti e della Federazione delle biblioteche popolari non è priva di forti contraddizioni, dimostrando alla fine una notevole frattura fra intenzioni e realizzazioni. Sul piano ideale la biblioteca viene definita “biblioteca per tutti”; nella scelta dei libri per incrementare le proprie raccolte non si doveva puntare ai libri scritti appositamente per il popolo, definiti “innocui, ma mediocri”, ma a tutta la produzione editoriale. In pratica però ci si preoccupa soprattutto che tali strutture fossero utilizzate dalle classi sociali più basse e si tende a farle gestire preferibilmente da insegnanti.

21 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti La biblioteca milanese (sia quella centrale che le varie sedi rionali) direttamente gestita da Fabietti funzionava effettivamente da biblioteca pubblica, per il profilo delle raccolte e i servizi offerti, ma non era così per le molte altre biblioteche sparse sul territorio e aderenti alla federazione:  biblioteche troppo piccole,  continuità del servizio incerta,  biblioteche in un certo senso di secondo ordine, del tutto inadeguate ad offrire un servizio per tutti, in sostanza biblioteche non molto diverse da quelle che oltre un ventennio prima si erano diffuse sotto la spinta del movimento di Antonio Bruni.

22 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti Sul piano politico Fabietti si inserisce all’interno dell’ala turatiana del Partito socialista, che puntava non ad un’immediata uscita sulla scena politica della classe operaia, ma ad un processo progressivo di crescita culturale in cui coinvolgere elementi intellettuali della borghesia: la biblioteca popolare ideata da Fabietti si inserisce perfettamente in questo disegno.

23 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti Elemento di debolezza: Concentrazione degli sforzi organizzativi nell’Italia settentrionale. E’ vero che la situazione di Milano, ma anche quella del Piemonte è favorevole ad esperienze come quella di Fabietti: inurbamento, alfabetizzazione in crescita, con conseguente crescita dell’osmosi linguistica. Milano,ad esempio, presenta una forte concentrazione di scuole, istituti privati e pubblici di cultura, associazioni politiche, etc. Si registra a Milano anche una crescita esponenziale della produzione libraria, che non è solo quantitativa, ma anche tipologica nel senso che compaiono nuovi generi che rispondono alle potenzialità di un mercato in espansione. L’editoria milanese (solo quella fiorentina in Italia si allinea) si misurano con nuovi generi (divulgazione scientifica, pubblicistica, letteratura di consumo) rivolti al vecchio pubblico, ma in grado di penetrare anche in fasce sempre più ampie delle classi medio-basse, che sono in grado adesso di accostarsi a prodotti editoriali di buon livello anche se divulgativo.

24 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti Il progetto di Fabietti parte comunque su basi serie e scientifiche: ne è prova lo studio preparatorio pubblicato dalla Società Umanitaria nel 1903, che sarà anche il punto di partenza per tutta l’elaborazione di Fabietti. La biblioteca popolare è considerata un’istituzione utile ad un’ordinata crescita non solo culturale e civile, ma anche economica e industriale di un paese. Istituire biblioteche popolari funzionanti non è solo il risultato di un’azione umanitaria e filantropica, ma è una necessità d naturale sociale ed economica, che avrà riflessi positivi per la collettività in termini di crescita generalizzata e di garanzia di pace sociale.

25 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti Per ottenere questo è necessario che la biblioteca abbia precisi requisiti:  deve avere valore educativo. Questo implica due aspetti: il ruolo del bibliotecario, a cui si riconosce la responsabilità intellettuale delle scelte e dell’informazione, e il ruolo della lettura, in particolare della lettura non tecnica o scientifica, ma di svago amena;  deve essere apolitica e non essere condizionata da tendenze religiose.

26 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti Fabietti conosce bene la produzione biblioteconomica di area anglosassone ed è perfettamente consapevole che l’organizzazione di una biblioteca non si improvvisa, ma esige conoscenza, progettualità, capacità tecniche, lavoro. Anche nel rapporto scuola e biblioteca le idee di Fabietti si dimostrano nuove ed originali rispetto ad esempio all’impostazione del Bruni. Fabietti non considera la biblioteca un surrogato della scuola o un servizio subordinato e dipendente. Alla scuola spetta insegnare le competenze di base e gli strumenti fondamentali; alla biblioteca invece il compito di sviluppare le potenzialità intellettuali dell’individuo e di approfondire liberamente la propria conoscenza

27 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti  Questo tipo di approccio fa emergere un’idea di biblioteca molto vicina a quella che attualmente viene proposta per la biblioteca pubblica (unica differenza: l’accento sull’elemento educativo, piuttosto che su quello informativo).  Il problema di fondo resta quello che la concezione della biblioteca popolare è ancora troppo limitata in senso classista. L’utente privilegiato resta l’operaio alfabetizzato (e d’altra parte questo elemento è strettamente connesso al contesto in cui tali biblioteche si diffusero più ampiamente) e le biblioteche popolari sono prevalentemente frequentate da questa categoria, una connotazione che alla fine avrà risvolti negativi.

28 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti  Biblioteca popolare divenne sinonimo di struttura povera, connotata in senso ideologico, ultimo baluardo, esile a dire il vero, contro la cultura del regime.  D’altra parte su questo punto le contraddizioni anche di Fabietti sono evidenti: da una parte rifiuta il concetto di cultura operaia e popolare, dall’altra però il fatto che il pubblico prevalente delle biblioteche popolari fosse operai era considerato un fattore altamente positivo.

29 Alcune figure centrali: Ettore Fabietti Il suo stretto rapporto con il contesto del socialismo riformista di impronta turatiana e il non aver trovato una sponda effettiva in ambito istituzionale saranno elementi determinanti nella fine dell’esperienza travolta dal fascismo.

30 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Chilovi si pone come figura centrale nella storia delle biblioteche italiane della seconda metà dell’Ottocento, per una serie di motivi:  la lunga permanenza all’interno delle biblioteche; il ruolo direttivo ricoperto per molti anni;  la sua attitudine a instaurare rapporti con il mondo professionale internazionale e con gli ambienti della produzione e della commercializzazione del libro;  la sua capacità di interloquire, anche se non sempre con successo, con gli esponenti del governo e dell’amministrazione centrale;  ma soprattutto il suo lucido approccio teorico e tecnico alla biblioteca.

31 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Chilovi è forse il primo bibliotecario italiano “per vocazione e libera scelta”, ma è anche il primo bibliotecario in senso moderno. A differenza di molti altri bibliotecari coevi la scelta della professione bibliotecaria è per così dire totale: il suo impegno, la sua attività, i suoi studi, partono dalla biblioteca e vi convergono. Nato a Taio il 23 maggio 1835, dopo il percorso scolastico tradizionale, interrotto per motivi di salute, si dedica allo studio del commercio librario, prima a Vienna, e quindi a Firenze, dove si trasferisce nel 1856 e dove, prima di approdare alla Magliabechiana nel 1861, lavora presso il Molini e il Barbèra.

32 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Firenze sembra per Chilovi una scelta precisa e definitiva: solo in un’occasione, confesserà ad Atto Vannucci di meditare un ritorno in patria. In seguito invece rifiuterà qualunque occasione di trasferimento, compresa una possibile promozione a prefetto della Nazionale romana. Nel 1865 tenta di tornare nel mondo della produzione libraria, chiedendo un periodo di aspettativa senza stipendio e iniziando a dirigere la tipografia dei Successori Le Monnier, ma il 1° novembre dello stesso anno riprende, e questa volta definitivamente, la sua attività in biblioteca. Per il resto la sua biografia coincide con una progressione lineare nella carriera bibliotecaria fino all’ultimo incarico come prefetto della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, tenuto fino alla morte il 7 giugno 1905

33 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Caratteristiche generali  capacità tecnico-organizzative (direttore di due biblioteche, collaboratore del ministero)  stretto rapporto fra riflessione teorica e proposte organizzative, sempre caratterizzate dalla fattibilità e dalla consapevolezza delle reali condizioni economiche e professionali delle biblioteche italiane  conoscenza del pensiero biblioteconomico internazionale e delle realizzazioni concrete  fitta rete di rapporti professionali, che gli consentono un’informazione immediata sui dibattiti e sui risultati raggiunti in Italia, ma soprattutto all’estero

34 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi  Chilovi ha della biblioteca una concezione decisamente dinamica, moderna, un approccio che non troviamo altrettanto condiviso nel panorama biblioteconomico italiano nella seconda metà dell’Ottocento, per lo meno non con la chiarezza e con l’incisività con cui emerge dalle sue riflessioni.  La biblioteca è concepita come istituzione a cui è affidato un ruolo centrale e insostituibile nello sviluppo complessivo di un paese. La consapevolezza dei profondi mutamenti sociali, politici e culturali lo spinge a riflettere sui nuovi compiti e sulle nuove funzioni dell’istituzione bibliotecaria e sulla necessità di un rapporto organico con altre istituzioni, come la scuola o l’università.

35 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Al tempo stesso essa è concepita in modo unitario: la varietà tipologica è necessaria, ma non presuppone una funzionalità diversa. In altre parole la macchina biblioteca è sempre la stessa e andrà indagata e studiata in modo unitario, anche se poi saranno diversi gli accessori che dovranno essere allestiti in funzione della destinazione e dell’uso. “Si capisce che la destinazione di una biblioteca è cosa principalissima, anzi fondamentale; perché tutto l’ordinamento dipende dalla destinazione prestabilita: la scelta dei libri fra moltissimi; il loro ordinamento; i cataloghi; il servizio; gli orari. Non basta: ai giorni nostri, persino la distribuzione dei locali assegnati a chi studia, e quelli dove si conservano i libri, devono variare, come varia la destinazione della biblioteca” (Per la biblioteca di Torino, 1904)

36 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Il tema centrale della riflessione chiloviana è sicuramente quello del riordinamento delle biblioteche in funzione di un sistema bibliotecario efficace ed efficiente. Anche gli interventi che sembrano toccare temi più specifici, come l’informazione bibliografica o la cooperazione bibliotecaria, partono comunque da qui: la centralità del problema si ripropone anche nei testi rimasti inediti e persino nella sua corrispondenza, anche in quella ufficiale.

37 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Servizio bibliotecario concepito come sistema Questo approccio è presente già nel suo primo intervento pubblico del 1867, ma poi nel corso del tempo si articolerà ulteriormente, acquisendo caratteristiche diverse, a mano a mano che la diretta esperienza lavorativa e la più profonda conoscenza di modelli diversi e alternativi, lo porteranno a dubitare dell’originaria impostazione fortemente centralistica in favore di soluzioni più articolate e flessibili.

38 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Se la biblioteca ha un ruolo centrale e insostituibile nel processo di acculturazione di un paese, è impensabile che una sola tipologia sia sufficiente a rispondere alle esigenze più svariate. Nasce quindi da questa impostazione il disegno di un sistema bibliotecario ricco di articolazioni, in cui ad ogni tipologia bibliotecaria corrispondono precisi ambiti di intervento.

39 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi I due pilastri portanti del servizio bibliotecario erano la biblioteca universitaria e quella locale. Si tratta di due istituti che devono restare separate tra loro, perché diversa è la loro funzione, rivolti a due obiettivi, entrambi di carattere formativo: la diffusione della“cultura generale”, che Chilovi identifica con l’”istruzione ed educazione popolare”, per la biblioteca municipale; la promozione della “cultura letteraria e scientifica speciale per quella universitaria”.

40 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Più volte Chilovi aveva denunciato l’assoluto disinteresse dell’amministrazione centrale verso queste biblioteche, indispensabili invece a sostenere una progressiva crescita della cultura generale della nazione; aveva disapprovato la disseminazione delle raccolte provenienti dalle soppressioni in queste biblioteche, in quanto inutili alla politica culturale che avrebbero dovuto fare e anzi dannose, perché ribadivano in qualche modo vocazioni erudite, estranee alla funzione propria di questa istituzione

41 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi L’occasione per riproporre il tema, anche se non con l’ampiezza che avrebbe desiderato, sarà costituita dal disastro della biblioteca nazionale universitaria di Torino. Contrario all’ipotesi che era stata ventilata di riunire l’Universitaria con la Civica, avanza invece una proposta lucida per la riorganizzazione del sistema bibliotecario cittadino, individuando due livelli.

42 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi La sua proposta prevedeva una vera biblioteca universitaria, liberata da compiti impropri e organizzata esclusivamente per le necessità dell’insegnamento universitario e della cultura specialistica, affiancata da una grande biblioteca civica, destinata invece alla cultura generale e alle esigenze di lettura dei cittadini, indicando anche il modello organizzativo di riferimento, l’ordinamento metropolitano della città di Boston (una sede centrale; 10 succursali; 22 postazioni per il prestito, di cui 7 dotate anche di sale di lettura; un alto numero di officine, scuole e altri istituti, che distribuiscono al loro interno i libri della biblioteca)

43 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Nella sua concezione di sistema bibliotecario trovano posto anche le biblioteche cosiddette «governative», quelle cioè a cui avrebbe dovuto provvedere direttamente l’amministrazione centrale. Questa tipologia chiama in causa l’anomalia del sistema italiano sancito dall’attività legislativa dello stato unitario, attraverso la lunga serie dei regolamenti, che non erano riusciti ad individuare una chiara divisione di compiti e di ambiti di intervento neppure per le biblioteche gestite dall’amministrazione centrale, costrette «a servire a tutto e a tutti», ma soprattutto chiama in causa il concetto di biblioteca nazionale.

44 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi I requisiti essenziali di una biblioteca nazionale, ormai generalmente accettati, investono da una parte il profilo e le caratteristiche bibliografiche delle raccolte (raccolta sistematica della produzione editoriale corrente della nazione; possibilità di un’adeguata documentazione retrospettiva; capacità di sostenere una documentazione apprezzabile anche per aree culturali e linguistiche diverse), dall’altra la duplice funzione di conservazione e di informazione, attraverso l’allestimento di servizi bibliografici. (Archivio della letteratura italiana)

45 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Le intuizioni bibliografiche e bibliotecomiche 1) «Essa non può e non deve restringere la sua efficacia unicamente a dare in lettura allo studioso i libri richiesti: non è e non deve essere solamente la Direzione di un grande magazzino di opere, antiche e moderne, che compera, dà in lettura i libri domandati e poi se li ripiglia: no, deve, entro i limiti del possibile, potere indicare al lettore anche quali altri libri potrebbero essergli vantaggiosi; deve, potendo, abbreviare e agevolare allo studioso le ricerche bibliografiche che continuamente deve fare. Tutto il tempo che la Biblioteca può far risparmiare a lui in queste ricerche è tutto tempo guadagnato alla scienza». (Reference service e quinta legge di Ranganathan)

46 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Le intuizioni bibliografiche e bibliotecomiche 2) Il suo progetto della Sezione delle ricerche bibliografiche da allestire all’interno della più grande biblioteca italiana può configurarsi come un esempio precoce del servizio di informazione e di reference «Di questa sezione, da me ideata, che comprende tutte le Opere bibliografiche, le Notizie biografiche (più di 223000 sono in uso) il Poligrafo Gargani, del quale parla con molta dottrina, l’egregio D.r Fortunato Pintor, ora alla Biblioteca del Senato; della Raccolta di 20000 Cataloghi di librai; di quella degli Avvisi e manifesti, e del grande Catalogo di consultazione, per il quale più di 300,000 schede sono già pronte, credo che fra non molto, mi si offrirà occasione di parlarne»

47 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Le intuizioni bibliografiche e bibliotecomiche 3) La cooperazione in ambito bibliografico «Io vorrei che questa bibliografia nazionale fosse fatta in modo che sia un elemento che concorrerà a formare un giorno la bibliografia o il repertorio universale. Considerata sotto questo aspetto io domando: È utile, è necessario oppure è dannoso che noi italiani facciamo la nostra bibliografia nazionale seguendo gli stessi principi, gli stessi metodi che seguiranno i tedeschi, gli inglesi e i francesi. Oppure è meglio per noi e per tutti che ciascuno faccia a modo suo quello che gli pare e piace? Ma badiamo io accetto la proposta di fare la bibliografia nazionale unicamente come una suddivisione del lavoro, come una pietra di un edifizio ancora più grande al quale noi pure dobbiamo contribuire. Così intendo che possa farsi. Può essere una bella cosa e a noi cara vedere distintamente separatamente dagli altri quello che noi italiani abbiamo fatto nel campo letterario e scientifico, ma tutto ciò se può solleticare l'orgoglio nazionale ha ben poco valore poca importanza se non è messo a contatto e posto in confronto con quello che è stato detto e scritto da altri al di là delle nostre Alpi e al di là dei nostri mari» (UBC = Universal bibliographic control)

48 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Le intuizioni bibliografiche e bibliotecomiche 4) Favore nei confronti dell’adozione della CDD, consapevolmente accettata in quanto «classificazione bibliografica fatta con intendimenti e fini pratici», utilizzabile essenzialmente a fini di indicizzazione bibliografica, non necessariamente in funzione dell’allestimento di cataloghi sistematici o per l’ordinamento fisico dei libri. “La mia predilizione per il sistema decimale riposa, più che altro in questo, che in esso vedo un sistema, che può essere facilmente e prontamente inteso da tutti, bibliotecari e non bibliotecari, un simbolo intellegibile a tutti. E questa cosa è importantissima per una cooperazione bibliografica che a me sembra ogni giorno non solo più necessaria ma indispensabile”

49 Alcune figure centrali: Desiderio Chilovi Le intuizioni bibliografiche e bibliotecomiche 5) La cooperazione fra biblioteche in campo catalografico:  Stampa e diffusione delle schede del “Bollettino”  Catalogo collettivo dei periodici


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