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Comunicazione Teatrale Prof. Fabrizio Deriu a.a. 2015/16.

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Presentazione sul tema: "Comunicazione Teatrale Prof. Fabrizio Deriu a.a. 2015/16."— Transcript della presentazione:

1 Comunicazione Teatrale Prof. Fabrizio Deriu a.a. 2015/16

2 Il tempo, secondo il filosofo Immanuel Kant, è una “categoria trascendentale”, vale a dire un elemento a priori della conoscenza: il tempo è fatto intuitivo della sensibilità (la facoltà per mezzo della quale ogni individuo stabilisce una relazione con il mondo fisico, e ne ha appercezione). La percezione e la consapevolezza del tempo è un momento iniziale e insopprimibile del processo conoscitivo; è condizione stessa della possibilità di avere esperienze, senza la quale non potremo neanche iniziare a pensare, sentire, agire. Noi costruiamo temporalmente (e spazialmente: lo spazio è infatti la seconda e gemella “categoria trascendentale”) la nostra esperienza/conoscenza, dato che non possiamo concepire alcun oggetto se non nel tempo e alcun fatto se non nella dimensione spaziale (senso esterno e senso interno). Comunicazione Teatrale 2015/162

3 1. tempo esterno = il contesto storico in cui lo spettacolo si inscrive 2. tempo interno (o dell’enunciazione) = durata misurabile dello spettacolo 3. tempo rappresentato (o interno) = periodo e durata immaginari della finzione (convenzioni diverse) Comunicazione Teatrale 2015/163

4 1. tempo cronometrico = lineare, uniforme, misurabile; è accordato ai ritmi naturali (giorno/notte, stagioni, ecc.) 2. tempo della performance = accordato all’evento e suscettibile di variazioni e distorsioni creative Comunicazione Teatrale 2015/164

5  tempo generato dall’evento  tempo definito  tempo simbolico Comunicazione Teatrale 2015/165

6 l’attività ha di per sé una sequenza definita, e tutti i passaggi devono essere portati a termine indipendentemente da quanto tempo cronometrico trascorre (esempi: baseball, gare di corsa, rituali che prevedono il raggiungimento di un certo stato – ma anche la messa cattolica; performance teatrali che prevedono una partitura rigida, ecc.) Comunicazione Teatrale 2015/166

7 all’evento è imposta una certa durata arbitraria e non importa il “completamento” dell’attività; competizione tra attività e tempo cronometrico (esempi: calcio; giochi strutturati in base al “quanto” si riesce a fare in un tempo x) Comunicazione Teatrale 2015/167

8 la durata cronometrica dell’evento rappresenta una diversa durata (maggiore/minore) e/o si considera il tempo sotto una speciale qualità distintiva (esempi: teatro e rituali che aboliscono e/o sospendono il tempo cronometrico; giochi di fantasia) Comunicazione Teatrale 2015/168

9 nelle attività performative, quindi anche nel teatro, il tempo cronometrico è trattato come un materiale manipolabile lo strumento della manipolazione è il comportamento stesso dell’attore/performer Comunicazione Teatrale 2015/169

10  frammentazione degli schemi motori  esagerazione di singoli frammenti  ripetizione  combinazione di esagerazione e ripetizione  ri-ordinamento delle sequenze Comunicazione Teatrale 2015/1610

11 Comunicazione Teatrale 2015/1611 tempo sviluppo drammatico ritmo

12  “forma” del tempo (dal greco rhein = scorrere)  elemento fisiologico: battito del cuore, respiro, passo  musica: ritmo regolare (pulsazioni isocrone)  teatro: segmenti non isocroni (accelerazioni/rallentamenti/pause  variazioni ritmiche) Comunicazione Teatrale 2015/1612

13  collegamento di vicende ed eventi che accadono ai personaggi e che i personaggi fanno accadere  fabula / intreccio Comunicazione Teatrale 2015/1613

14  fabula = l’insieme degli avvenimenti nei loro rapporti interni (nella loro successione crono- logica) ovvero considerati e disposti secondo il nesso causale-temporale che li collega (la fabula non esiste materialmente: è una struttura astratta che si ricava mediante analisi)  intreccio = gli avvenimenti della fabula così come effettivamente distribuiti e ordinati nel racconto che ne prende in carico il compito di riferirli, in base a tutte le possibili alterazioni (spostamenti cronologici, inversioni, anticipazioni, ecc.) Comunicazione Teatrale 2015/1614

15  esposizione (prologo)  esordio (scena iniziale)  sviluppo  scioglimento (non coincide necessariamente con il finale)  finale Comunicazione Teatrale 2015/1615

16  a climax  a episodi  a pattern (o rituale) Comunicazione Teatrale 2015/1616

17  l’intreccio inizia tardi rispetto alla fabula  partizioni (scene), luoghi e personaggi limitati in numero  costruzione stringente (catena di cause ed effetti che porta a conclusioni inevitabili)  movimento centripeto Comunicazione Teatrale 2015/1617

18  l’intreccio inizia relativamente presto rispetto alla fabula  partizioni (scene), luoghi e personaggi numerosi  presenza di trame parallele; giustapposizioni e contrasti plurimi; compresenza di serio e comico  movimento centrifugo Comunicazione Teatrale 2015/1618

19  assenza di trame narrative forti e definite  partizione a moduli, assenza di veri e propri personaggi  costruzione per ripetizioni/variazioni  assenza di movimento o movimento ciclico Comunicazione Teatrale 2015/1619

20 il tempo è strutturalmente legato, nel fatto teatrale, alla dimensione del racconto il racconto è «un’operazione sulla durata, un incantesimo che agisce sullo scorrere del tempo, contraendolo o dilatandolo» (Calvino, Lezioni americane, “Rapidità”, p. 36) Comunicazione Teatrale 2015/1620

21 Si intende con narratologia l’insieme di strumenti di studio, analisi e interpretazione dei racconti. Si può suddividere, schematicamente, in due branche principali: Comunicazione Teatrale 2015/1621 o narratologia formale (o modale) analisi delle strutture e dei moduli narrativi o narratologia tematica analisi dei contenuti narrativi

22 Comunicazione Teatrale 2015/1622

23  contenuto  enunciato narrativo  avvenimento Comunicazione Teatrale 2015/1623

24  contenuto  storia  enunciato narrativo  racconto  avvenimento  narrazione Comunicazione Teatrale 2015/1624

25  storia = l’insieme degli avvenimenti raccontati  racconto = il discorso che li racconta  narrazione = l’atto che produce il discorso Comunicazione Teatrale 2015/1625

26  tempo  modo  voce Comunicazione Teatrale 2015/1626

27  regolazione dell’informazione narrativa ◦ rhesis = testo di personaggi ◦ diegesis = testo di narratore  il “sapere” nel racconto: chi sa (e dice) cosa Comunicazione Teatrale 2015/1627

28  il narratore sa più del personaggio  il narratore sa quanto il personaggio  il narratore sa meno del personaggio Comunicazione Teatrale 2015/1628

29  focalizzazione = chi percepisce? (restrizione del “punto di vista/ascolto/percezione”) ◦ interna = un personaggio interno alla storia ◦ esterna = una posizione interna alla storia ma non coincidente con un personaggio ◦ zero = narratore onnisciente Comunicazione Teatrale 2015/1629

30 ◦ interna = un personaggio interno alla storia  fissa  variabile  multipla ◦ esterna = una posizione al di fuori dei personaggi (ma interna alla storia); omissione dei pensieri dei personaggi ◦ zero = nessuna “restrizione”  narratore onnisciente Comunicazione Teatrale 2015/1630

31  chi parla? ◦ narratore extradiegetico = esterno al racconto ◦ narratore intradiegetico = interno al racconto (coincide con un personaggio) Comunicazione Teatrale 2015/1631

32  ordine  durata  frequenza Comunicazione Teatrale 2015/1632

33  esame delle anacronie ◦ analessi (salto indietro) ◦ prolessi (salto in avanti, anticipazione) Comunicazione Teatrale 2015/1633

34  esame della velocità ◦ ellissi[TR = 0 TS = n] ◦ riassunto[TR < TS] ◦ scena[TR = TS] ◦ estensione[TR > TS] ◦ pausa (descrizioni) [TR = n TS = 0] Comunicazione Teatrale 2015/1634 TR = tempo del racconto TS = tempo della storia

35  esame delle ripetizioni ◦ singolativo[1ev = 1R] ◦ ripetitivo[1ev = nR] ◦ iterativo[nEV = 1R] Comunicazione Teatrale 2015/1635

36 Comunicazione Teatrale 2015/1636

37 Comunicazione Teatrale 2015/1637

38  Aristotele, Poetica: esame dei racconti in base al differente grado di levatura dei personaggi  personaggi migliori, peggiori, uguali “a noi”  spoudaios (abile, serio, grave) vs faulos (scarso, leggero, di poco valore)  classificazione non morale, ma secondo le capacità di azione dell’eroe: maggiori, minori o uguali “alle nostre” Comunicazione Teatrale 2015/1638

39 MMito RRomance ((modo) Alto mimetico ((modo) Basso mimetico IIronia Comunicazione Teatrale 2015/1639

40  l’eroe è superiore come tipo sia agli altri esseri umani che all’ambiente  l’eroe è un essere divino Comunicazione Teatrale 2015/1640

41  l’eroe è superiore in grado agli altri esseri umani e all’ambiente  azioni meravigliose e leggi di natura sospese  prodigi, incanti, animali parlanti, streghe, ecc, Comunicazione Teatrale 2015/1641

42  l’eroe è superiore in grado agli altri esseri umani ma non al suo ambiente naturale  l’eroe è un capo  egli/ella possiede autorità, passioni e capacità espressive più grandi della media, ma le sue azioni sono soggette sia alla critica sociale che all’ordine della natura Comunicazione Teatrale 2015/1642

43  l’eroe è uno “come noi”, non superiore agli altri né all’ambiente  umanità comune e leggi di probabilità dell’esperienza ordinaria  eroe, in questo caso, è qualifica in qualche modo impropria Comunicazione Teatrale 2015/1643

44  il protagonista è inferiore agli altri esseri umani per forza e intelligenza  [è sovrastato dall’ambiente]  impedimento, frustrazione, assurdità Comunicazione Teatrale 2015/1644


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