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NORMATIVA PER IL DSA CORSO DI ALTA FORMAZIONE REFERENTI DISLESSIA D’ISTITUTO Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati.

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1 NORMATIVA PER IL DSA CORSO DI ALTA FORMAZIONE REFERENTI DISLESSIA D’ISTITUTO Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati

2 “Un vero professore si preoccupa di comprendere il dolore e la solitudine di un bambino che non capisce in un mondo di ragazzi che capiscono” ha spiegato al Festival della letteratura di Mantova lo scrittore francese Daniel Pennac, docente e autore di un libro sulle proprie difficoltà scolastiche, Diario di Scuola. “Solo noi possiamo tirare fuori quel bambino dalla sua prigione, sia che siamo formati per farlo o meno. Gli insegnanti che mi hanno salvato e che hanno fatto di me un insegnante, non erano formati per questo. Non si sono preoccupati delle origini della mia infermità scolastica, non hanno perso tempo a cercare le cause e tanto meno a farmi la predica. Erano adulti di fronte a un adolescente in pericolo. Hanno capito che occorreva agire tempestivamente, si sono buttati, non ce l’hanno fatta. Si sono buttati di nuovo, giorno dopo giorno, alla fine mi hanno tirato fuori. E molti altri con me. Ci hanno letteralmente ripescati. Dobbiamo loro la vita”. Daniel Pennac Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati

3 Un bambino con DSA è prima di tutto un cittadino: normativa a carattere generale Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati NORMATIVA DIAGNOSIDIAGNOSI INTERVENTO DIDATTICO

4 Normativa di carattere generale Art 3 della Costituzione Italiana: … È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana … L 517 /1977 :.. 2. Ferma restando l'unità di ciascuna classe, al fine di agevolare l'attuazione del diritto allo studio e la promozione della piena formazione della personalità degli alunni, la programmazione educativa può comprendere attività scolastiche integrative organizzate per gruppi di alunni della classe oppure di classi diverse anche allo scopo di realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni Legge 15 marzo 1997 n. 59 art 21 comma 10... Nell'esercizio dell'autonomia organizzativa e didattica le istituzioni scolastiche realizzano, sia singolarmente che in forme consorziate, ampliamenti dell'offerta formativa che prevedano anche percorsi formativi per gli adulti, iniziative di prevenzione dell'abbandono e della dispersione scolastica… DPR 275/ 99 “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle Istituzioni Scolastiche”, in particolare art 4 comma 1 DPR 249/98 “Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria” Art. 1 Vita della comunità scolastica … Scuola è luogo di formazione e di educazione, mediante studio, acquisizione di conoscenze, coscienza critica… Scuola comunità di dialogo, ricerca, esperienza sociale, informata ai valori democratici e crescita della persona.. Opera per garantire lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno, il recupero delle situazioni di svantaggio… in armonia con i principi della Costituzione e della Convenzione nternazionale dei Diritti dell’Infanzia Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati

5 DPR 275/99 “ REGOLAMENTO recante norme in materia di AUTONOMIA (ART. 4 comma 1)… Le istituzioni scolastiche concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi alla realizzazione al diritto di apprendere e alla crescita educativa di tutti, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno… LEGGE N. 53/2003 D.Lgs 59/2004 Centralità della persona che apprende anche attraverso percorsi personalizzati e flessibili MPI – Note di indirizzo per l’avvio dell’anno ponte 2006/07 “E’ la persona che apprende, la persona nella sua identità, con i suoi ritmi e le sue peculiarità, ciò a cui la scuola deve guardare per farsi capace di portarla il più vicino possibile alla piena acquisizione delle competenze in uscita…. DM 31/07/2007 INDIAZIONI PER IL CURRICOLO PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA E PER IL PRIMO CICLO D’ISTRUZIONE. Attuare interventi adeguati nei confronti delle diversità, per fare in odo che non diventino disuguaglianze (p.45) Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati Normativa di carattere generale

6 La diagnosi CONSENSUS CONFERENCE Caratteristiche che definiscono il DSA La principale caratteristica di definizione di questa “categoria è quella della “specificità”, intesa come un disturbo che interessa uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. In questo senso, il principale criterio necessario per stabilire la diagnosi di DSA è quello della “discrepanza” tra abilità nel dominio specifico interessato (deficitaria in rapporto alle attese per l’età e/o la classe frequentata) e l’intelligenza generale (adeguata per l’età cronologica). Dal riconoscimento del criterio della “discrepanza” come aspetto cardinale della definizione e della diagnosi di DSA, derivano alcune fondamentali implicazioni sul piano diagnostico: 1)necessità di usare test standardizzati, sia per misurare l’intelligenza generale, che l’abilità specifica; 2)necessità di escludere la presenza di altre condizioni che potrebbero influenzare i risultati di questi test, come: A. menomazioni sensoriali e neurologiche gravi, disturbi significativi della sfera emotiva; B. situazioni ambientali di svantaggio socio-culturale che possono interferire con un’adeguata istruzione. Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati

7 La procedura diagnostica La procedura diagnostica viene qui intesa come un insieme di processi necessari per la diagnosi clinica (classificazione nosografica) e per la diagnosi funzionale. Diagnosi clinica. L’accertamento diagnostico di uno specifico disturbo evolutivo dell’apprendimento avviene in due distinte fasi, rispettivamente finalizzate Nella prima fase si somministrano, insieme alla valutazione del livello intellettivo, quelle prove necessarie per l’accertamento di un disturbo delle abilità comprese nei DSA (decodifica e comprensione in lettura, ortografia e grafia in scrittura, numero e calcolo in aritmetica). Questa fase permette al clinico di formulare o meno una diagnosi provvisoria (nell’accezione utilizzata dal DSM IV) o di orientamento di disturbo specifico evolutivo dell’apprendimento. Una particolare attenzione deve essere posta nella indagine anamnestica che deve indagare, oltre alle classiche aree di raccolta delle informazioni, lo sviluppo visivo e uditivo, tenendo conto del bilancio di salute operato dal pediatra o dal medico curante del bambino. Dai dati acquisiti in questa fase, il clinico è in grado di valutare, dopo la verifica strumentale relativa alla presenza dei sintomi di inclusione, se indicare ulteriori accertamenti relativi ai criteri di esclusione. Nella seconda fase vengono disposte quelle indagini cliniche necessarie per la conferma diagnostica mediante l’esclusione della presenza di patologie o anomalie sensoriali, neurologiche, cognitive e di gravi psicopatologie. Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati La diagnosi CONSENSUS CONFERENCE

8 Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati Diagnosi funzionale L’approfondimento del profilo del disturbo è fondamentale per la qualificazione funzionale del disturbo. L’indagine strumentale e l’osservazione clinica si muovono nell’ottica di completare il quadro diagnostico nelle sue diverse componenti sia per le funzioni deficitarie che per le funzioni integre. La valutazione delle componenti dell’apprendimento si approfondisce e si amplia ad altre abilità fondamentali o complementari (linguistiche, percettive, prassiche, visuomotorie, attentive, mestiche,) ai fattori ambientali e alle condizioni emotive e relazionali per una presa in carico globale. Un ulteriore contributo al completamento del quadro è l’esame delle comorbilità, intesa sia come co- occorrenza di altri disturbi specifici dell’apprendimento sia come compresenza di altri disturbi evolutivi (ADHD, disturbi del comportamento, dell’umore, ecc.). Il professionista sanitario redige un referto scritto sulla valutazione attuata, indicando il motivo d’invio, i risultati delle prove somministrate ed il giudizio clinico sui dati riportati. La predisposizione del profilo funzionale è essenziale per la presa in carico e per un progetto riabilitativo. La diagnosi CONSENSUS CONFERENCE

9 Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati La diagnosi CONSENSUS CONFERENCE Glossario Presa in carico - Si definisce “presa in carico” il processo integrato e continuativo attraverso cui deve essere garantito il governo coordinato degli interventi per favorire la riduzione del disturbo, l’inserimento scolastico, sociale e lavorativo dell’individuo, orientato al più completo sviluppo delle sue potenzialità. Riabilitazione - La Riabilitazione è “un processo di soluzione dei problemi e di educazione nel corso del quale si porta una persona a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minor restrizione possibile delle scelte operative” (LG Riabilitazione Nazionali GU 124 30/05/98 Ministero Sanità). La riabilitazione si pone come obiettivi: a) la promozione dello sviluppo di una competenza non comparsa, rallentata o atipica; b) il recupero di una competenza funzionale che per ragioni patologiche è andata perduta; c) la possibilità di reperire formule facilitanti e/o alternative. Abilitazione - L’Abilitazione è l’insieme degli interventi volti a favorire l’acquisizione ed il normale sviluppo e potenziamento di una funzione. Riferita ai disturbi di apprendimento (difficoltà di lettura, scrittura e calcolo) può essere intesa sia come un insieme di interventi di carattere clinico che pedagogico in senso lato. Trattamento - Si definisce “Trattamento” l’insieme delle azioni dirette ad aumentare l’efficienza di un processo alterato. E’ gestito da un professionista sanitario, ha caratteristiche di specificità sia per gli obiettivi a cui si indirizza, sia per le caratteristiche metodologiche e le modalità di erogazione.

10 Presa in carico e obiettivi del Piano di Intervento La gestione dei Disturbi specifici di apprendimento, necessita di una presa in carico. All’interno di questa viene attuato il progetto riabilitativo. Ogni passo di questo progetto si compie secondo modalità di relazione tra professionisti della salute e famiglia guidate da principi di chiarezza, trasparenza e coinvolgimento. Programma Riabilitativo All’interno del progetto riabilitativo, il programma riabilitativo definisce le aree di intervento specifiche, gli obiettivi, i tempi e le modalità di erogazione degli interventi, gli operatori coinvolti e la verifica degli interventi, in particolare: a) definisce le modalità della presa in carico da parte della struttura riabilitativa; b) definisce gli interventi specifici durante il periodo di presa in carico; c) individua ed include gli obiettivi da raggiungere previsti nel programma e li aggiorna nel tempo; d) definisce modalità e tempi di erogazione delle singole prestazioni previste negli stessi interventi; e) definisce le misure di esito appropriate per la valutazione degli interventi, l’esito atteso in base a tali misure ed il tempo di verifica del raggiungimento di un dato esito; f) individua i singoli operatori coinvolti negli interventi e ne definisce il relativo impegno, nel rispetto delle relative responsabilità professionali; g) viene puntualmente verificato ed aggiornato periodicamente durante il periodo di presa in carico; h) costituisce un elemento di verifica del progetto riabilitativo. Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati La diagnosi CONSENSUS CONFERENCE

11 La normativa specifica per i DSA Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04 “Iniziative relative alla dislessia” …Dato che tali difficoltà si manifestano in persone dotate di quoziente intellettivo nella norma, spesso vengono attribuite ad altri fattori: negligenza, scarso impegno o interesse. Questo può comportare ricadute a livello personale, quali abbassamento dell'autostima, depressione o comportamenti oppositivi, che possono determinare un abbandono scolastico o una scelta di basso profilo rispetto alle potenzialità. Per ovviare a queste conseguenze, esistono strumenti compensativi e dispensativi che si ritiene opportuno possano essere utilizzati dalle scuole in questi casi. Tra gli strumenti compensativi essenziali vengono indicati: - Tabella dei mesi, tabella dell'alfabeto, e dei vari caratteri. - Tavola pitagorica. - Tabella delle misure, tabella delle formule geometriche. - Calcolatrice. - Registratore. - Computer con programmi di video-scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale. Per gli strumenti dispensativi, valutando l'entità e il profilo della difficoltà, in ogni singolo caso, si ritiene essenziale tener conto dei seguenti punti: - Dispensa dalla lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline. - Dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta. - Programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa. - Organizzazione di interrogazioni programmate. - Valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma. Ulteriori strumenti possono essere utilizzati durante il percorso scolastico, in base alle fasi di sviluppo dello studente ed ai risultati acquisiti. Sulla base di quanto precede si ritiene auspicabile che le SS.LL. pongano in essere iniziative di formazione al fine di offrire risposte positive al diritto allo studio e all'apprendimento dei dislessici, nel rispetto dell'autonomia scolastica.

12 Nota MIUR 26/A4 del 5.01.05 “Iniziative relative alla dislessia” Nota MPI 4674 del 10 maggio 2007 “Disturbi di apprendimento – Indicazioni operative” Questo Ministero in diverse occasioni ha avuto modo di richiamare l’attenzione degli insegnanti sui disturbi di apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia). Il tema è attualmente oggetto di proposte di legge sostenute da tutti i gruppi parlamentari. In particolare, con nota del 5 ottobre 2004, prot. n 4099/A/4, richiamata da altra nota del 5 gennaio 2005, questo Ministero ha evidenziato la necessità che nei confronti di alunni con disturbi di apprendimento, certificati da diagnosi specialistica di disturbo specifico, vengano utilizzati strumenti compensativi e attuate misure dispensative. Mentre gli strumenti compensativi, per la loro funzione di ausilio, sono particolarmente suggeriti per la scuola primaria e, in generale, nelle fasi di alfabetizzazione strumentale per i diversi apprendimenti (tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri, tavola pitagorica, tabella delle misure, tabella delle formule geometriche, calcolatrice, registratore, computer con programmi di video-scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale, ecc.), le misure dispensative possono avere un campo di applicazione molto più ampio che si estende anche agli studenti degli istituti di istruzione secondaria superiore. A mero titolo di esempio, si indicano le misure dispensative già richiamate dalle citate note ministeriali: dispensa dalla lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline, dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta, programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa, organizzazione di interrogazioni programmate, valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma. In merito alle misure dispensative, questo ministero ha avuto modo di precisare anche recentemente che in sede di esame di Stato non è possibile dispensare gli alunni dalle prove scritte di lingua straniera, ma che, più opportunamente, è necessario compensare le oggettive difficoltà degli studenti mediante assegnazione di tempi adeguati per l’espletamento delle prove e procedere in valutazioni più attente ai contenuti che alla forma. In particolare si richiama l’attenzione sul fatto che gli specifici disturbi di apprendimento rendono spesso difficile lo svolgimento di prove scritte che non si effettuano nella lingua nativa. Le prove scritte di lingua non italiana, ivi comprese ovviamente anche quelle di latino e di greco, determinano obiettive difficoltà nei soggetti con disturbo specifico di apprendimento, e vanno attentamente considerate e valutate per la loro particolare fattispecie con riferimento alle condizioni dei soggetti coinvolti. In tutti i casi in cui le prove scritte interessino lingue diverse da quella materna e non si possano dispensare gli studenti dalla loro effettuazione, gli insegnanti vorranno riservare maggiore considerazione per le corrispondenti prove orali come misura compensativa dovuta. Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati La normativa specifica per i DSA

13 OM n° 30 del 10.03.2008 - Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore - Esame di Stato 2007/2008 CM n° 32 del 14-03-2008 - Scrutini ed esame di Stato a conclusione del primo ciclo di istruzione - Anno scolastico 2007-2008 Vercelli - 29 gennaio 2010prof.ssa Angela Fossati

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