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Prometeo « Divino etere e voi venti dalle ali veloci, sorgenti dei fiumi e tu delle onde marine infinito sorriso; grande madre terra, e cerchio del sole.

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Presentazione sul tema: "Prometeo « Divino etere e voi venti dalle ali veloci, sorgenti dei fiumi e tu delle onde marine infinito sorriso; grande madre terra, e cerchio del sole."— Transcript della presentazione:

1 Prometeo « Divino etere e voi venti dalle ali veloci, sorgenti dei fiumi e tu delle onde marine infinito sorriso; grande madre terra, e cerchio del sole che tutto abbraccia, io vi invoco: vedete quali pene io, un dio, patisco per mano di dei. »

2 Il mito in breve… Prometeo, figlio del titano Giapeto e della ninfa Climene, nella lotta fra Zeus e i Titani si schiera dalla parte di Zeus. Inoltre prende in simpatia l’umanità, alla quale dona l’intelligenza e la memoria, custodite nello scrigno di Atena, nonché il fuoco. Ma, a causa dell’iniqua distribuzione delle parti durante un sacrificio, Zeus, a cui sono toccate le ossa del toro, nascoste in uno strato di grasso lucente, decide di sottrarre il fuoco agli uomini: Prometeo lo restituisce loro e, di conseguenza, il Padre degli Dei si infuria al punto di condannare il Titano ad un terribile supplizio, e giura sullo Stige di non liberarlo mai.

3 Etimologia e interpretazioni Il nome “Prometeo” deriva da Προμηθεύς, “colui che pensa prima”. Secondo la tradizione più accreditata, è figlio del titano Giapeto e della ninfa Climene, ma ci sono diverse interpretazioni a proposito del nome della madre. Oltre a Climene, ninfa oceanina, viene citata Asia, anch’essa figlia di Oceano. Una leggenda più antica rende Prometeo figlio di un Gigante, chiamato Eurimedonte, il quale lo aveva generato violentando Era. Prometeo ha vari fratelli: Epimeteo (“colui che pensa dopo”), Atlante (condannato al supplizio di sorreggere il mondo sulle spalle), Menezio. Ad Epimeteo andò in sposa Pandora, origine dei mali del mondo; anche Prometeo si sposò. Il nome di sua moglie varia secondo gli autori: il più delle volte è Celeno. Fra i suoi figli spicca in particolar modo Deucalione, creatore degli uomini (secondo il mito di Deucalione e Pirra), ruolo che Esopo attribuisce allo stesso Prometeo.

4 Prometeo benefattore dell’umanità Prometeo ha in sé una duplice natura: è il mediatore tra mondo umano e mondo divino, l’amico degli uomini (pur essendo figlio di un Titano) il protettore dell’artigianato, il demiurgo. Ma, nel contempo, è l’antagonista degli dei, il ribelle, l’imbroglione. (Piero di Cosimo, Mito di Prometeo: Prometeo plasma l’uomo)

5 Nella Teogonia Prometeo assolve a tre funzioni fondamentali: Inventa il sacrificio ( mito con funzione eziologica) Per punirlo delle sue azioni gli dèi plasmano la prima donna, Pandora, causa della diffusione dei mali nel mondo Dona agli uomini il fuoco Prometeo, quindi, appare come il vero fondatore della cultura umana, poiché consente l’esistenza delle tre funzioni fondamentali su cui si fonda la società: la cultura materiale, la famiglia, il sacrificio.

6 Origine di una tradizione “Infatti, quando la loro contesa dirimevano dei e uomini mortali a Mecone, allora un grande bue, con animo consapevole, spartì, dopo averlo diviso, volendo ingannare la mente di Zeus; da una parte, infatti, carne e interiora ricche di grasso pose in una pelle, nascoste nel ventre del bue, dall’altra ossa bianche di bue, per perfido inganno, con arte disposte, nascose nel bianco grasso.” (Teogonia, VV. 535-542)

7 Si tratta di un mito di fondazione o eziologico: esso spiega, cioè, la nascita di un’istituzione (in questo caso il sacrificio). “… è da allora che agli immortali la stirpe degli uomini sulla terra brucia ossa bianche sugli altari odorosi”. (Teogonia, VV.556-557)

8 Il “furto” del fuoco Nel pensiero mitico un’invenzione non è attribuita alla mente umana: è un’operazione magica, che diventa possibile solo esercitando una violenza sulla natura. Il mito del passaggio del fuoco agli uomini è presente in molteplici culture ancestrali, e in molte leggende riguardanti questo argomento c’è il tema del furto da parte di un benefattore dell’umanità. Heinrich Friedrich Füger, Prometeo ruba il fuoco

9 Secondo il mito greco, Prometeo ruba il fuoco agli dei e lo porta agli uomini: per far ciò, risale l’Olimpo fino alla dimora degli dei e qui ruba il seme del fuoco, lo sperma pyros, nascondendolo in un particolare tipo di canna, la ferola (umida e verde all’esterno, ma cava all’interno). Secondo altre versioni: Prometeo si reca da Atena affinché lo faccia entrare di notte nell'Olimpo; una volta lì, accende una torcia dal carro del Sole e si dilegua senza che nessuno lo veda. Prometeo ritrova il fuoco nella fucina di Efesto, ne ruba qualche favilla e, incurante delle conseguenze, lo riporta agli uomini.

10 La punizione divina Prometeo continua a sfidare Zeus: dopo l’inganno del sacrificio e il furto del fuoco, il Padre degli Dei decide di punire gli uomini in modo esemplare e, per questo, offre Pandora, la prima donna, in sposa a Epimeteo: quest’ultimo, pur precedentemente istruito dal fratello, accetta il dono. Quasi a compensare il vantaggio che avevano ricevuto dal dono del fuoco, gli uomini risultano così puniti.

11 Zeus punisce poi Prometeoe lo costringe fra cielo e terra, imprigionandolo su una montagna, incatenato saldamente a una colonna. Qui, ogni giorno, l’aquila di Zeus gli divora il fegato, che ricresce ogni notte. E così accade fino a quando, tremila anni dopo, Eracle, con il consenso di Zeus, lo libera. A questo punto, grazie al Centauro Chirone (che aveva insegnato ad Achille e altri eroi ad essere invincibili), Prometeo conquista l’immortalità.

12 Oltre la leggenda: il sacrificio ETIMOLOGIA Il termine deriva dal latino sacrum facere, ovvero “compiere un atto sacro”. Il corrispettivo greco è thysía, che, a sua volta, deriva dal verbo thùo (far fumo). Marco Aurelio e la sua famiglia, altorilievo romano

13 Per i Greci il sacrificio rappresentava il momento fondamentale del rito religioso e, nel contempo, rivestiva un’importante valore politico e sociale: infatti, essendo compiuto pubblicamente, suggellava il legame tra i membri della comunità umana e di quella divina. Esso consisteva nell’uccisione di un animale che veniva offerto alle divinità o agli spiriti: una parte era destinata agli uomini, che ne mangiavano la carne; l’altra parte (ossa o fumo) veniva donata agli dei. Questa offerta aveva lo scopo di nutrirli simbolicamente, di placarli e di condividere la mensa con loro.

14 Le origini Il sacrificio era praticato già all’epoca dell’uomo di Neanderthal, e rimase insito nella tradizione dei popoli arcaici. In Grecia, in particolare, esso assume un marcato carattere politico. Esso si svolgeva secondo norme prestabilite, che ci vengono documentate da Omero (almeno per quanto riguarda il rito classico, ovvero quello tributato agli dei olimpici). Rito sacrificale, immagine di un pynax greco

15 Il sacrificio si componeva di diversi momenti: Fase preliminare o di lustratio (purificazione) Processione dei fedeli verso il luogo del sacrificio, dove veniva condotto anche l’animale da sacrificare Sgozzamento e ὀλολυγή Smembramento

16 Ambiguità del sacrificio La pratica sacrificale sembra avere una duplice valenza simbolica: da un lato crea un vincolo tra la comunità dei fedeli e il mondo divino; dall’altro ricorda il primo sacrificio, quello di Prometeo, che comportò il definitivo allontanamento degli uomini dagli dei. Inoltre esso è caratterizzato da un duplice statuto sociale: è strumento di coesione sociale e, nel contempo, canalizza e normalizza le pulsioni primitive irrazionali. Scena di sacrificio, vaso apulo

17 Prometeo per Esopo Zeus, Prometeo, Atena e Momo Zeus, Prometeo e Atena, avendo plasmato l'uno il toro, Prometeo l'uomo e Atena una casa, scelsero Momo come giudice. E questi, invidioso delle loro creazioni, prendendo a parlare disse che Zeus aveva sbagliato, perché non aveva posizionato in punta alle corna gli occhi del toro, affinché potesse guardare dove colpire; criticò Prometeo perché non aveva appeso all'esterno dell'uomo i suoi pensieri, affinché i malvagi non restassero sconosciuti e fosse inoltre palese che cosa ognuno ha nella mente; e in terzo luogo affermò che Atena avrebbe dovuto munire di ruote la casa, perché, se qualche disonesto fosse venuto ad abitare vicino, essa potesse facilmente trasferirsi. Zeus allora, sdegnatosi contro di lui per il suo malanimo, lo cacciò dall'Olimpo. La favola dimostra che niente è così perfetto da non ammettere una sia pur piccola riprensione.

18 Prometeo e gli uomini Per ordine di Zeus, Prometeo plasmò gli uomini e gli animali. Ma Zeus, avendo notato che le bestie erano molto più numerose, gli ordinò, guastando alcuni animali, di trasformarli in uomini. Dopo che egli ebbe eseguito quanto gli era stato comandato, si determinò il fatto che coloro che non erano stati plasmati come uomini fin dal principio abbiano l'aspetto di uomini e l'animo di bestie. La favola è adatta per l'uomo rozzo e bestiale.

19 Prometeo l’astuto Il mondo divino e quello umano devono necessariamente essere divisi: ciò non può avvenire né con la violenza, né con un accordo alla pari. Zeus, quindi, deve compiere questa operazione in modo subdolo, con mezzi ibridi e distorti. A questo scopo, si serve di un essere ambiguo: Prometeo. Prometeo e Era, pynax greco

20 Prometeo, infatti, gode di uno statuto particolare fra gli dèi. Viene chiamato Titano, ma in realtà non lo è (è soltanto un discendente); d’altro canto, non è nemmeno una divinità olimpica. Inoltre, nella lotta fra dèi olimpici e Titani, egli, secondo alcune versioni, rimane neutrale, senza schierarsi apertamente con qualcuno. Secondo altre versioni, invece, Prometeo, in questa lotta, pur essendo inizialmente schierato, per ragioni di appartenenza etnica, con i Titani, comprende che questi non potrebbero mai vincere, perché la loro organizzazione intorno al concetto di forza è troppo primitiva (basata sulla violenza come arma di supremazia), troppo estranea al concetto di astuzia intelligente (metis), per cui sceglie di stare dalla parte di Zeus.

21 In ogni caso, Prometeo costituisce una sorta di “arma a doppio taglio” per Zeus, in quanto ha in comune con lui una dote fondamentale: l’astuzia. Proprio il rapporto ambiguo con il sovrano degli dei (che dapprima lo incatena e lo sottopone a un supplizio, poi lo libera) fa luce su uno degli aspetti più controversi della figura di Prometeo: egli, in quest’universo ordinato, esprime la contestazione interna. Non vuole prendere il posto di Zeus, ma, nell’ordine stabilito da quest’ultimo, rappresenta una piccola voce di contestazione all’interno del mondo divino.

22 La separazione fra uomini e dei Zeus, di fronte all’inganno perpetrato da Prometeo con la divisione dei cibo, si rende conto del fatto che egli deve aver tramato qualche inganno, ma accetta le regole del gioco e compie la propria scelta. Di fronte alla scoperta delle ossa racchiuse nel grasso, l’ira di Zeus esplode. Ma veramente Prometeo ha destinato agli uomini la parte migliore? Anche in questo caso è presente l’ambiguità che sembra costitutiva del personaggio stesso.

23 Nel quadro di una spartizione fra dei e umani, Zeus vuole togliere agli uomini ciò che in precedenza era a loro completa disposizione. Prima potevano disporre liberamente del fuoco, e grazie a esso avevano a disposizione i cibi già pronti e cucinati; la sua mancanza costituisce una vera e propria sventura per l’umanità, che viene privata della possibilità di mangiare. Infatti Zeus toglie loro anche i cereali, che prima nascevano spontaneamente. Prometeo riporta il fuoco agli uomini, ma esso, come il grano, non è più quello di un tempo: esso non è eterno, va acceso e alimentato; allo stesso modo, per ottenere il grano l’uomo deve lavorare e faticare. Il fuoco rubato da Prometeo è un “processo intellettuale”, differenzia gli uomini dalle bestie, ma, nel contempo, ricorda l’insaziabilità di una belva quando si espande negli incendi.

24 L’ambiguità della pena Prometeo è punito con le stesse armi con cui ha peccato. Ha offerto agli uomini la carne e il fegato, e ora il suo fegato viene divorato dall’aquila di Zeus, simbolo del fulmine divino (e quindi del fuoco): in un certo senso il fuoco rubato da Prometeo fa ritorno. Dirck Van Baburen, Vulcano incatena Prometeo

25 La storia del fegato che ricresce mostra la presenza di almeno tre tipi di tempo e vitalità: Il tempo degli dei (eternità in cui nulla accade, tutto è già presente, nulla scompare) Il tempo degli uomini (tempo lineare che scorre sempre nella stessa direzione) Il tempo circolare (ad esempio il ciclo della luna) Prometeo è a metà fra terra e cielo, fra il tempo lineare e quello degli dèi: rappresenta la cerniera fra l’età in cui dei e uomini vivevano mescolati (regnava l’immortalità) e l’età della loro separazione (regna la mortalità).

26 Prometeo è il simbolo di una condizione umana: la dissociazione esistente fra l’apparenza di ciò che si lascia vedere e udire e la realtà. Ecco la condizione umana così come Zeus l’ha lentamente macchinata in risposta alle astuzie di Prometeo. Jean-Simon Berthélemy e Jean-Baptiste Mauzaisse, Prometeo dà vita all'uomo

27 Bibliografia J-P. VERNANT, L’universo, gli dei, gli uomini, Milano 2003 G. GUIDORIZZI, La letteratura greca – Testi, Autori, Società – L’età arcaica, Milano 1996 R. CAPORALI, D.FORCONI, I miti greci, 2005 Wikipedia www. einaudiscuola.it/enciclopedia_antico A cura di Giulia Bragonzoni e Beatrice Mazzavillani


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