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Regione Sicilia LA VALUTAZIONE INTERMEDIA DEL PROGRAMMA LEADER+ BASILICATA Comitato di Sorveglianza delle forme di intervento comunitario in Basilicata.

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Presentazione sul tema: "Regione Sicilia LA VALUTAZIONE INTERMEDIA DEL PROGRAMMA LEADER+ BASILICATA Comitato di Sorveglianza delle forme di intervento comunitario in Basilicata."— Transcript della presentazione:

1 Regione Sicilia LA VALUTAZIONE INTERMEDIA DEL PROGRAMMA LEADER+ BASILICATA Comitato di Sorveglianza delle forme di intervento comunitario in Basilicata Matera, 30 Giugno 2004 Regione Basilicata

2 2 I.Il processo di Valutazione del Programma Leader+ III.I principali risultati II.La metodologia utilizzata

3 3 I.Il processo di Valutazione indipendente del Programma Leader+ III.I principali risultati II.La metodologia utilizzata

4 4 Rapporto di Valutazione Intermedia L’attività di valutazione intermedia del Programma Leader+ si è avviata con la verifica delle condizioni di valutabilità, i cui esiti sono stati compendiati in uno specifico Rapporto, completato a fine Ottobre 2003. Nel Dicembre 2003, è stato redatto il Rapporto di Valutazione Intermedia, che ha preso in considerazione i seguenti aspetti: 1.evoluzione del contesto regionale, con riferimento al quadro demografico e a quello economico; 2.coerenza e validità della strategia del Programma, in relazione al contesto di policy ed alle scelte attuative sinora effettuate; 3.sistema di attuazione del Programma, analizzato dalla fase di elaborazione della strategia a quella di definizione del sistema di monitoraggio e di sorveglianza; 4.conclusioni e raccomandazioni. I contenuti del Rapporto e il livello di approfondimento delle analisi condotte sono state influenzati fortemente dallo stato di attuazione iniziale del Programma. Rapporto di Valutazione Intermedia L’attività di valutazione intermedia del Programma Leader+ si è avviata con la verifica delle condizioni di valutabilità, i cui esiti sono stati compendiati in uno specifico Rapporto, completato a fine Ottobre 2003. Nel Dicembre 2003, è stato redatto il Rapporto di Valutazione Intermedia, che ha preso in considerazione i seguenti aspetti: 1.evoluzione del contesto regionale, con riferimento al quadro demografico e a quello economico; 2.coerenza e validità della strategia del Programma, in relazione al contesto di policy ed alle scelte attuative sinora effettuate; 3.sistema di attuazione del Programma, analizzato dalla fase di elaborazione della strategia a quella di definizione del sistema di monitoraggio e di sorveglianza; 4.conclusioni e raccomandazioni. I contenuti del Rapporto e il livello di approfondimento delle analisi condotte sono state influenzati fortemente dallo stato di attuazione iniziale del Programma. II. Il processo di Valutazione indipendente del Programma Leader+

5 5 I.Il processo di Valutazione indipendente del Programma Leader+ III.I principali risultati II.La metodologia utilizzata

6 6 Il processo valutativo è stato condotto alla luce delle “ Linee guida per la valutazione del programma Leader+ ” ed ha visto:  uno stretto raccordo con la Regione Basilicata per la condivisione delle metodologie di analisi previste;  l’utilizzo di un mix di fonti informative (dati statistici, dati di monitoraggio procedurale finanziario e fisico, dati primari, ecc.);  l’adozione di tecniche ad hoc, sia di carattere “desk” (quali il ricorso ad analisi quantitative dei suddetti dati nonché la somministrazione di un questionario valutativo), sia di carattere “field” ( come lo svolgimento sia di focus group sia di interviste ai testimoni privilegiati). Il processo valutativo è stato condotto alla luce delle “ Linee guida per la valutazione del programma Leader+ ” ed ha visto:  uno stretto raccordo con la Regione Basilicata per la condivisione delle metodologie di analisi previste;  l’utilizzo di un mix di fonti informative (dati statistici, dati di monitoraggio procedurale finanziario e fisico, dati primari, ecc.);  l’adozione di tecniche ad hoc, sia di carattere “desk” (quali il ricorso ad analisi quantitative dei suddetti dati nonché la somministrazione di un questionario valutativo), sia di carattere “field” ( come lo svolgimento sia di focus group sia di interviste ai testimoni privilegiati).

7 7 I.Il ruolo della Valutazione indipendente del Programma Leader+ III.I principali risultati II.La metodologia utilizzata

8 8 Il POR Sicilia 2000-2006La Programmazione Comunitaria 2000-2006 III. I principali risultati - L’analisi della validità della strategia del Programma Leader+ L’architettura definita nel Programma Leader+ appare sostanzialmente coerente con l’articolazione degli obiettivi che sottendono alla strategia di sviluppo complessiva. Si rileva una sostanziale polarizzazione delle iniziative previste rispetto agli obiettivi di recupero e valorizzazione delle risorse naturali e culturali delle aree interessate e del miglioramento della competitività aziendale e territoriale e una minore attenzione verso l’obiettivo di miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni rurali e di valorizzazione del ruolo multifunzionale dell’agricoltura. L’architettura definita nel Programma Leader+ appare sostanzialmente coerente con l’articolazione degli obiettivi che sottendono alla strategia di sviluppo complessiva. Si rileva una sostanziale polarizzazione delle iniziative previste rispetto agli obiettivi di recupero e valorizzazione delle risorse naturali e culturali delle aree interessate e del miglioramento della competitività aziendale e territoriale e una minore attenzione verso l’obiettivo di miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni rurali e di valorizzazione del ruolo multifunzionale dell’agricoltura.

9 9 III. I principali risultati - L’attuazione del Programma Leader+ Lo stato di avanzamento ancora sostanzialmente “embrioniale” del PLR a fine 2003 non ha consentito di svolgere analisi sugli effetti derivanti dall’attuazione. Si può già sottolineare che il lavoro “preparatorio” svolto dalla Regione e dagli stessi soggetti potenziali beneficiari – con riferimento al processo di concertazione nella fase di redazione del PLR e alla definizione della territorializzazione delle aree Leader, ma anche l’attività di assistenza e gli indirizzi forniti per la stesura del PSL, sembrano costituire un valido punto di partenza. I ritardi comunque accumulati rispetto alla tempistica inizialmente prevista, sono essenzialmente riconducibili a due cause: vischiosità del processo di negoziazione tra la Commissione, il MIPAF, e la Regione le vischiosità del processo di negoziazione tra la Commissione, il MIPAF, e la Regione ; l’articolato e complesso processo di concertazione sia a livello regionale sia subregionale che ha portato alla definizione dei criteri per la selezione dei PSL,. l’articolato e complesso processo di concertazione sia a livello regionale sia subregionale che ha portato alla definizione dei criteri per la selezione dei PSL, attribuibile tanto alla necessità di operare scelte strategiche “congiunte” tra il POR ed il PIC Leader in relazione all’attuazione dei PIT, quanto alle difficoltà gestionali legate all’avvio di questi ultimi. Lo stato di avanzamento ancora sostanzialmente “embrioniale” del PLR a fine 2003 non ha consentito di svolgere analisi sugli effetti derivanti dall’attuazione. Si può già sottolineare che il lavoro “preparatorio” svolto dalla Regione e dagli stessi soggetti potenziali beneficiari – con riferimento al processo di concertazione nella fase di redazione del PLR e alla definizione della territorializzazione delle aree Leader, ma anche l’attività di assistenza e gli indirizzi forniti per la stesura del PSL, sembrano costituire un valido punto di partenza. I ritardi comunque accumulati rispetto alla tempistica inizialmente prevista, sono essenzialmente riconducibili a due cause: vischiosità del processo di negoziazione tra la Commissione, il MIPAF, e la Regione le vischiosità del processo di negoziazione tra la Commissione, il MIPAF, e la Regione ; l’articolato e complesso processo di concertazione sia a livello regionale sia subregionale che ha portato alla definizione dei criteri per la selezione dei PSL,. l’articolato e complesso processo di concertazione sia a livello regionale sia subregionale che ha portato alla definizione dei criteri per la selezione dei PSL, attribuibile tanto alla necessità di operare scelte strategiche “congiunte” tra il POR ed il PIC Leader in relazione all’attuazione dei PIT, quanto alle difficoltà gestionali legate all’avvio di questi ultimi.

10 10 III. I principali risultati - Conclusioni e raccomandazioni ( 1 di 2). Rispetto all’esigenza di complementarietà tra i Programma Leader+ e gli interventi più generali applicati nella Regione e nel territorio di riferimento, può essere valutata positivamente la decisione di puntare in maniera decisa sull’integrazione tra il Programma Leader+ e la progettazione integrata territoriale prevista dal POR, cercando di sfruttare le sinergie attivabili in relazione ai diversi progetti di sviluppo guidati dal basso. L’indagine di campo realizzata ha d’altra parte evidenziato che la presenza del PIT è stata percepita da una parte degli attori locali come un elemento vincolante che ha limitato la possibilità di definire strategie di sviluppo basate sulle esigenze del territorio, così come previsto dalle specificità dell’approccio Leader. In quest’ottica, il rischio di potenziale depauperamento delle potenzialità dell’approccio bottom-up del Leader+ dovrebbe essere limitato in fase di attuazione avendo cura di puntare sulla realizzazione di: interventi innovativi e trasferibili; iniziative di cooperazione inter-regionale e transnazionale. Rispetto all’esigenza di complementarietà tra i Programma Leader+ e gli interventi più generali applicati nella Regione e nel territorio di riferimento, può essere valutata positivamente la decisione di puntare in maniera decisa sull’integrazione tra il Programma Leader+ e la progettazione integrata territoriale prevista dal POR, cercando di sfruttare le sinergie attivabili in relazione ai diversi progetti di sviluppo guidati dal basso. L’indagine di campo realizzata ha d’altra parte evidenziato che la presenza del PIT è stata percepita da una parte degli attori locali come un elemento vincolante che ha limitato la possibilità di definire strategie di sviluppo basate sulle esigenze del territorio, così come previsto dalle specificità dell’approccio Leader. In quest’ottica, il rischio di potenziale depauperamento delle potenzialità dell’approccio bottom-up del Leader+ dovrebbe essere limitato in fase di attuazione avendo cura di puntare sulla realizzazione di: interventi innovativi e trasferibili; iniziative di cooperazione inter-regionale e transnazionale.

11 11 III. I principali risultati - Conclusioni e raccomandazioni ( 2 di 2 ) La scelta di ridurre il numero delle aree Leader appare coerente con la necessità di evitare una polverizzazione degli interventi e di favorire il raggiungimento di una massa critica di interventi, in grado di innescare processi di sviluppo endogeni nelle aree interessate e, in senso allargato, sull’insieme delle aree rurali della regione. Non ancora pienamente soddisfacente appare il grado di consapevolezza della rilevanza assunta dalla cooperazione nazionale ed internazionale. Appare pertanto opportuno attivare azioni di “tutoraggio” e affiancamento ai GAL, per supportarli operativamente nella definizione ed implementazione delle possibili iniziative di cooperazione. Considerevole valore sembra essere stato attribuito, in fase di programmazione, agli insegnamenti derivanti dall’esperienza dei GAL che hanno preso parte all’iniziativa Leader II. In tal senso, sembra opportuno che nelle fasi di attuazione del PLR si prevedano incontri o seminari tra i diversi GAL, soprattutto finalizzati a diffondere il patrimonio di conoscenze e competenze da essi accumulati anche grazie alla partecipazione all’iniziativa Leader II. La scelta di ridurre il numero delle aree Leader appare coerente con la necessità di evitare una polverizzazione degli interventi e di favorire il raggiungimento di una massa critica di interventi, in grado di innescare processi di sviluppo endogeni nelle aree interessate e, in senso allargato, sull’insieme delle aree rurali della regione. Non ancora pienamente soddisfacente appare il grado di consapevolezza della rilevanza assunta dalla cooperazione nazionale ed internazionale. Appare pertanto opportuno attivare azioni di “tutoraggio” e affiancamento ai GAL, per supportarli operativamente nella definizione ed implementazione delle possibili iniziative di cooperazione. Considerevole valore sembra essere stato attribuito, in fase di programmazione, agli insegnamenti derivanti dall’esperienza dei GAL che hanno preso parte all’iniziativa Leader II. In tal senso, sembra opportuno che nelle fasi di attuazione del PLR si prevedano incontri o seminari tra i diversi GAL, soprattutto finalizzati a diffondere il patrimonio di conoscenze e competenze da essi accumulati anche grazie alla partecipazione all’iniziativa Leader II.


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