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Corso di Economia delle Istituzioni prof. Vincenzo Visco Comandini Università di Roma “Tor Vergata” anno accademico 2015-2016 Slides no. 3 La teoria dei.

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1 Corso di Economia delle Istituzioni prof. Vincenzo Visco Comandini Università di Roma “Tor Vergata” anno accademico 2015-2016 Slides no. 3 La teoria dei Costi di Transazione

2 le principali questioni su cui l’economia dei costi di transazione (Transaction Cost Economics, TCE) fornisce un contributo positivo alla disciplina economica: 1) la descrizione degli attori umani, ovvero la teoria della razionalità limitata 2) il processo di trasformazione che avviene nella transazione economica 3) il processo di adattamento evolutivo delle organizzazioni economiche e delle istituzioni 4) l’unità elementare di analisi 5) l’approccio comparato e il criterio di rimediabilità 6) la dicotomia formale - informale nelle organizzazioni 7) la sensitività del presente da fatti passati: la path dependence Transaction Cost Economics

3 1. La razionalità limitata degli attori umani L’assunzione di comportamento iper-razionale degli individui dell’economia neoclassica ortodossa va sostituita da condizioni cognitive meno stringenti concetto di razionalità limitata: gli attori umani sono intenzionalmente razionali (credono di essere razionali), ma in pratica lo sono solo in modo limitato. Il premio Nobel Herbert Simon propose di sostituire il criterio di massimizzazione dell’utilità con quello di massimizzazione della soddisfazione: l’individuo cerca solo di trovare un corso di azioni per lui sufficientemente buono. L’individuo si comporta in modo da massimizzare non la propria utilità “oggettiva” (che spesso non conosce), ma solo la probabilità di trovare un corso di azioni accettabile. Nel mondo aziendale si dice spesso che “vincere è meglio che stravincere”

4 . Infatti, la combinazione di incompletezza contrattuale e trasmissione non affidabile delle informazioni durante la contrattazione falsifica l’ipotesi che in un contesto contrattuale la comune conoscenza fra due parti delle informazioni note sia elemento di per sé sufficiente a risolvere o a rendere non rilevanti i problemi connessi alla sua applicazione. In altre parole, l’asimmetria informativa è certamente fattore rilevante nella relazione di scambio, ma la sua assenza non garantisce affatto che lo scambio riesca ad aver luogo in modo efficiente. La combinazione fra incompletezza contrattuale e trasmissione inaffidabile di informazioni (generata dall’opportunismo e dal fenomeno dell’empatia, vedi successivo 1.6) non risolve infatti i problemi ex post di enforcement (applicazione) contrattuale. Recenti studi di psicologia applicata all’economia (per un rassegna della letteratura vedi Rabin, 1998) mostrano che le preferenze, cioè le scelte degli individui, variano in relazione ai modi in cui uno stesso problema viene presentato. Si dice che, in relazione ad un certo fenomeno, si ha effetto framing (ovvero inquadramento) se modalità diverse con esso cui viene presentato spingono i decisori a cambiare comportamento anche quando il set delle informazioni e le opzioni di scelte sono sostanzialmente le stesse in entrambe le modalità. Tale effetto può essere a sua volta suddiviso in due componenti, peraltro non perfettamente distinguibili sotto il profilo concettuale: a) valenza, quando le stesse informazioni vengono diffuse sotto luce positiva o negativa; b) effetto inquadramento puro, quando i soggetti sono posti di fronte a due alternative, presentate come diverse anche se sono essenzialmente la stessa. In questo contesto, se si è in presenza di due diverse definizioni di uno stesso problema, queste ultime sono dette equivalenti sotto il profilo logico ma non equivalenti dal punto di vista della trasparenza. Test di economia sperimentale hanno dimostrato che rappresentazioni diverse di uno stesso problema possono dare luogo a risultati diversi: uno stesso gioco di dilemma del prigioniero con identiche istruzioni e pagamenti produce esiti differenti a seconda che venga chiamato “gioco di comunità” oppure “gioco di Wall Street”, ovvero che l’altro giocatore venga definito come “partner” oppure “avversario”: il tasso di cooperazione risulta costantemente più alto nei giochi che utilizzano la prima definizione rispetto a quelli che definiscono il contesto con la seconda. Un famoso studio empirico sperimentale di Tversky e Kahneman (1981) era basato su entrambi gli effetti. Ad alcuni soggetti veniva presentato un ipotetico programma per combattere una malattia di origine asiatica; ad un gruppo l’obiettivo veniva espresso in termini positivi (numero di vite salvate) e all’altro in termini negativi (numero di decessi). Ad entrambi veniva poi chiesto di scegliere fra due alternative con identici valori attesi ma con diverso grado di rischiosità. L’esperimento mostrava senza ambiguità che la maggioranza dei soggetti a cui il problema era stato presentato in termini positivi risultava avversa al rischio, mentre la maggioranza di coloro a cui lo stesso problema era mostrato in luce negativa risultava optare per la scelta più rischiosa. La TCE critica l’approccio economico normativo e si discosta da esso quando questo studia le condizioni teoriche di un astratto mercato concorrenziale che prescinda dalla sua realtà effettiva. Sostenere che la teoria dell’utilità attesa è valida perché, partendo da come le persone dovrebbero comportarsi in teoria, descrive come esse si comportano di fatto, equivale a sostenere che, poiché esiste una regola morale che ci ricorda che le tasse vanno pagate, tutti pagano le tasse. Se la teoria fosse sottoposta a verifica verrebbe continuamente falsificata dalle evidenze empiriche dei paesi i cui governi, con impressionante regolarità, si orientano a concedere condoni fiscali. La teoria della razionalità limitata nasce da Simon che aveva osservato i comportamenti dei manager che commettevano errori diffusi e, soprattutto, sistematici. L’assunzione di comportamento sempre razionale è stata falsificata empiricamente, sono stati cioè condotti esperimenti che hanno mostrato la sua erroneità. L’economia può allora essere considerata una scienza come quelle “esatte” (medicina, biologia, matematica, fisica, ecc.)? O invece presenta caratteri peculiari sotto il profilo epistemologico (dal greco episteme, verità: il termine denota oggi le questioni di filosofia della scienza)? Il filosofo della scienza Karl Popper ha proposto il criterio di falsificabilità quale prova della scientificità di una teoria, ovvero questa può essere vera o falsa, ma deve sempre consentire di farsi sottomettere ad una prova empirica che verifichi la sua verità. Molte teorie sono ambigue su questo punto, comprese quelle economiche Un esempio recente di irrazionalità viene dall’economia cognitiva (Camerer, 2000; D. Kahneman e A. Tversky, 2000) che descrive il caso dei tassisti, che tendono spesso a non massimizzare il profitto: hanno in mente un certo target di guadagno giornaliero, raggiunto il quale si fermano anche quando potrebbero guadagnare di più. La razionalità limitata II

5 Recenti studi di psicologia applicata all’economia (Rabin, 1998) mostrano che le preferenze, cioè le scelte degli individui, variano in relazione ai modi in cui uno stesso problema viene presentato Modalità diverse con cui viene presentato uno stesso problema spingono i decisori a cambiare comportamento anche quando il set delle informazioni e le opzioni di scelte sono medesime: in questo caso si ha effetto framing (o inquadramento). L’effetto inquadramento è a sua volta suddiviso in due componenti, peraltro non perfettamente distinguibili sotto il profilo concettuale: a) valenza, quando le stesse informazioni vengono diffuse sotto luce positiva o negativa; b) effetto inquadramento puro, quando i soggetti sono posti di fronte a due alternative, presentate come diverse anche se sono di fatto la stessa. In questo contesto, se si è in presenza di due diverse definizioni di uno stesso problema, queste ultime sono dette equivalenti sotto il profilo logico ma non equivalenti sotto il profilo della trasparenza psicologica. La razionalità limitata III

6 Test di economia sperimentale hanno dimostrato che rappresentazioni diverse di uno stesso problema danno luogo a risultati diversi Due giochi di dilemma del prigioniero con identiche istruzioni e pagamenti producono risultati differenti a seconda che la loro definizione sia “un gioco di comunità” oppure “gioco di Wall Street”, oppure se l’altro giocatore venga definito come “partner” oppure “avversario”: il tasso di cooperazione risulta costantemente più alto nel primo rispetto al secondo In uno studio sperimentale di Tversky e Kahneman (1981) ad alcuni soggetti veniva presentato un ipotetico programma per combattere una malattia di origine asiatica; ad un gruppo l’obiettivo veniva espresso in termini positivi (numero di vite salvate) e all’altro in termini negativi (numero di decessi). Ad entrambi veniva poi chiesto di scegliere fra due alternative con identici valori attesi ma con diverso grado di rischiosità. L’esperimento mostrava che la maggioranza dei soggetti a cui il problema era stato presentato in termini positivi risultava avversa al rischio, mentre la maggioranza di coloro a cui lo stesso problema era mostrato in luce negativa risultava optare per la scelta più rischiosa. La razionalità limitata IV

7 Valore soggettivo +500€ -500€ L’avversione al rischio (Kahneman) Il valore di una perdita di 500 € viene percepito come maggiore rispetto al valore di un guadagno di 500 €. ovvero, l’intensità del dispiacere per la perdita di 500 € è maggiore dell’intensità del piacere per la vincita di 500 €. utilità UgUg UpUp

8 La razionalità limitata V Distinzione fra economia sperimentale ed economia comportamentale: la prima usa gli esperimenti per studiare il comportamento umano nei contesti decisionali. Gli esperimenti consentono al ricercatore la loro riproducibilità grazie ad un controllo stretto dei fattori ambientali (tecnologia, reddito iniziale, spazio d’azione, tempo, informazioni disponibili, preferenze) che influenzano le scelte della gente l’economia comportamentale non abbandona l’approccio formalizzato di quella tradizionale, non cerca modelli nuovi ma solo modelli parsimoniosi applicabili in contesti diversi Esperimento degli snack: in 2 diverse drogherie, un campione di consumatori sceglie fra 6 possibili marche lo snack preferito, offerto gratuitamente. Nella drogheria 1, consumatori scelgono marca preferita all’inizio di ogni settimana, nella drogheria 2 possono scegliere più volte nel corso della settimana. Nella drogheria 1 solo il 9% cambia marca, nella drogheria 2, il 64%. E’ violata l’assunzione di preferenze coerenti e stabili

9 La Nuge theory, ovvero la teoria dell’orientamento (“aiutino” occulto) La teoria Nudge [R. Thaler and C. Sunstein, Nudge: Improving Decisions About Health, Wealth, and Happiness, 2008] sostiene che applicazioni semplificate e suggerimenti indiretti (anche occulti) riescono ad influenzare motivazioni, incentivi e decisioni di gruppi e individui che debbono adeguarsi a determinate norme “Il nudge [..] riguarda qualsiasi aspetto di un certo set di scelte che altera in modo prevedibile i comportamenti degli individui senza porre vincoli o divieti o cambiamenti ai loro incentivi economici. Per essere realmente nudge, l’intervento deve essere facile, poco costoso e non obbligatorio” Esempi di nudge: In un programma di educazione alimentare finalizzato a ridurre l’assunzione di calorie, ai consumatori in fila in un supermercato che attendono di pagare viene posta all’altezza dei loro occhi frutta fresca anziché il cosiddetto junk food (dolci, merendine grasse, caramelle, cioccolata) Anziché appendere cartelli vessatori e sgrammaticati (lasciare i bagni puliti come sono), disegnare l’immagine di una mosca all’interno degli urinatoi degli uomini (Schipol Airport ad Amsterdam) la razionalità limitata VI 9

10 La razionalità limitata VII 10 Facilitare il pagamento delle tasse (Behavioural Insights Team, UK Government). Una lettera dell’ufficio delle imposte di sollecito di pagamento mostra il link ad un sito dove il contribuente può scaricare il modulo per pagare l’arretrato. L’efficacia della lettera è stata aumentata del 33,6% consentendo al contribuente di cliccare direttamente sul link del modulo e inserendo nel testo uno dei seguenti messaggi fra loro alternativi:  “nove cittadini su dieci pagano la tassa nei tempi previsti (35,1%)  “nove cittadini su dieci della tua città pagano la tassa nei tempi previsti” (35,9%)  “nove cittadini su dieci con un debito simile al tuo pagano la tassa nei tempi previsti, ma tu non l’hai fatto” (37.2%) (n=51.086) Effetto Zero per il 5% dei contribuenti più ricchi Nudge può essere più efficace delle istruzioni e delle leggi applicate in modo tradizionale, ma è indubitabilmente una manipolazione Esempi di nudge:

11 La razionalità limitata VI Gioco del prendere o lasciare: Pietro riceve 10 € da dividersi con Rita, e le fa un’offerta; Rita decide se accettare o rifiutare, nel qual caso nessuno prende nulla per semplicità ipotizziamo Pietro formuli solo due possibili proposte: 1° Pietro 8€, Rita 2€ 2° Pietro 5€, Rita 5€ Teoria economica predice che Rita accetterà qualsiasi proposta, perché 2€ è meglio che nulla Realtà mostra che non è vero: se proposta 2° è accettata al 100%, proposta 1° è accettata al 59,2% (sale a 80% se la regola è spiegata prima del gioco) Perché? Invidia, frustrazione, senso di equità (fairness) incidono sulle scelte di Rita (preferisco non avere nulla pur di punire il mio partner che si è comportato male (grievance) Biblio: A. Riedl, Behavioral and Experimental Economics Can Inform Public Policy: Some Thoughts, CESIFO Working Papers, december 2009

12 La razionalità limitata VII Gioco del prendere o lasciare: evidenze di neuroeconomia 1 Un gioco simile è stato riproposto in laboratorio dal gruppo di ricerca di de Quervain (2004) in cui i giocatori venivano monitorati con strumenti di rilevazione delle attività celebrali Pietro e Rita ricevono ciascuno 10 € con possibilità di aumentarli se si fidano l’uno dell’altra e hanno una dotazione generale da cui possono attingere Se Pietro si fida e dà a Rita 10 € resta senza nulla, ma Rita quadruplica (10 x 4 = 50€) il suo guadagno Rita ora può decidere se smezzare (25€) il suo guadagno con Pietro La sua è una scelta fra egoismo e reciprocazione Pietro, nel caso Rita non sia reciprocatrice, può assegnarle una penalità al turno successivo del gioco, prendendo a prestito 1 €, ma ogni € di penalità che le infligge gli costa il doppio (2 €) per il turno successivo

13 La razionalità limitata VIII Gioco del prendere o lasciare: evidenze di neuroeconomia 2 Al secondo turno, se non c’è stata reciprocazione, la dotazione è quindi Pietro 8 € e Rita 9 € Ovvero Pietro perde di più ma ha la soddisfazione di punire Rita A questo punto il cervello di Pietro viene monitorato con la tecnica della tomografia a emissione di positroni, in particolare l’area del nucleo caudato, che si attiva nei soggetti che manifestano forte desiderio di punire La punizione diventa fonte di soddisfazione Kosfeld e colleghi (2006) hanno osservato che facendo inalare ossitocina a Pietro e Rita, si facilita la relazione, ma mentre il primo aumenta sempre la fiducia nei confronti della seconda, la seconda non fa sempre altrettanto (non garantisce quindi il risultato)

14 La razionalità limitata IX Gioco del prendere o lasciare: evidenze di neuroeconomia 3 Knoch e colleghi (2007) ha utilizzato la tecnica della stimolazione magnetica transcranica per colpire la corteccia prefrontale dorsolaterale (inibendola con impercettibili onde magnetiche) Knoch ha osservato che la metà dei soggetti inibiti accettava sempre l’offerta minima, mentre un’elevata percentuale dei non inibiti tendeva sistematicamente a rifiutare l’offerta bassa I primi passavano molto tempo a valutare pro e contro delle offerte, ma alla fine accettavano quella bassa. Ammettevano di sapere di venire imbrogliati, ma non sapevano resistere alla tentazione di fare soldi facili. Quindi in questo esperimento il senso della giustizia rimane intatto, ma sono lesi i comportamenti che servono al rafforzamento sociale dell’equità

15 La razionalità limitata X Gioco del prendere o lasciare: evidenze di neuroeconomia 4 Dagli esperimenti, anche grazie alla scoperta di Rizzolatti e Gallese dei neuroni specchio che si attivano sia quando si compie una certa azione sia quando la si osserva compiuta da altri, sta emergendo che Esiste una correlazione funzionale fra punizione e gratificazione. Quest’ultima non è il frutto di un’oscura disposizione mentale, ma un comportamento motivante, ossia un incentivo La decisione di punire gli individui antisociali è dunque comportamento socialmente vantaggioso, profondamente radicato nei circuiti celebrali del piacere, è impegno morale e affettivo verso la giustizia Per realizzare la giustizia va trovata una sintesi fra: Emozioni Decisioni razionali Decisioni viscerali

16 La razionalità limitata XI Gioco del prendere o lasciare: evidenze di neuroeconomia 5 Sta quindi emergendo una specializzazione della neuroeconomia: L’economia cerca di cogliere i comportamenti osservabili, preceduti e predeterminati dal coordinamento/competizione esistente nelle diverse zone del cervello La neuroeconomia cerca di scoprire i meccanismi di lotta/armonia che precedono i comportamenti osservabili

17 Un gruppo di soggetti volontari viene suddiviso fra imprenditori (acquirenti) e lavoratori (venditori) Ipotizziamo che un imprenditore assuma un lavoratore che fa uno sforzo e in cambio di un salario w, e che il suo profitto sia π = 30 + 10 e – w 1<e<10 e 1<w<100 Il guadagno (beneficio netto) del lavoratore è U = w – c (e) + 4 dove c(e) è il costo dello sforzo Il gioco prevede che il lavoratore riceva prima w e poi decida liberamente lo sforzo e da profondere, ed è ad un solo colpo, non ci sono effetti di reputazione né alcuna possibilità di punizione Teoria neoclassica predice che il lavoratore a prescindere da w sceglierà e = 1 e che l’imprenditore, prevedendo tale comportamento, fisserà w = 5, ovvero quello minimo necessario a far accettare l’assunzione al lavoratore. Ma è così nella realtà? Il gioco dei lavoratori e degli imprenditori 1 La razionalità limitata XII

18 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1 1-2021-40 61-80 41-60 81-100 salario medio ricevuto Sforzo medio profuso Comportamento predetto dalla teoria neoclassica Comportamento verificato dagli esperimenti Differenze fra teoria neoclassica e realtà La razionalità limitata XIII

19 Nella realtà avviene uno scambio di regali fra soggetti a cui piace aderire all’accordo, anche quando potrebbero abusare o violarlo Nella Pubblica Amministrazione italiana, invece, si conferma la teoria neoclassica: bassi salari per sforzi minimi (anche perché non ci sono rischi di licenziamento) Il gioco dei lavoratori e degli imprenditori 2 La razionalità limitata XIV

20 La teoria dei costi di transazione (TCE) distinguere le due fasi fondamentali dello scambio, la fase ex ante in cui le parti si confrontano fra loro e con il mercato, cercando in quest’ultimo verifiche esterne della transazione che si intende portare a termine, e quella ex post, successiva alla stipula del contratto di scambio, in cui le parti sono ormai vincolate al rispetto dell’accordo sottoscritto  Fase ex-ante del contratto: valgono gli incentivi di mercato (high-powered incentives) le parti non sono ancora legate fra loro, confrontano i vantaggi attesi dallo scambio che si apprestano ad effettuare con i prezzi osservati sul mercato in questa fase si raccolgono le informazioni necessarie a prendere le decisioni, a ideare e redigere il contratto e le relative clausole. Le parti non si sono ancora vincolate in alcun modo, e possono sempre interrompere relativamente senza costi la relazione 2. Il processo di trasformazione

21  Fase ex-post del contratto: gli incentivi di mercato non valgono più entrano in gioco altre modalità di conduzione della relazione contrattuale: il suo enforcement (applicazione) attraverso controlli procedurali e amministrativi, guidati da clausole previste dal contratto Gli incentivi per le parti cambiano se c’è presenza di risorse specifiche asimmetricamente immesse nella relazione contrattuale Un investimento è definito specifico quando il suo valore è maggiore all’interno della relazione contrattuale rispetto ad un suo qualsiasi uso alternativo. Se in una relazione contrattuale si osserva la presenza di investimenti specifici effettuati in modo asimmetrico dalle parti, si creano spazi per comportamenti opportunistici, perché chi ha effettuato tali investimenti è bloccato (locked-in) all’interno della relazione ed e quindi non può far valere la minaccia di abbandonarla. Il processo di trasformazione II

22 Il concetto di risorsa specifica è simile, ma non identico, a quello di costo sommerso o irrecuperabile. Entrambi fanno riferimento all’esistenza di un differenziale fra uso attuale e uso alternativo, ma mentre il costo sommerso o affondato (sunk cost) ha come orizzonte il mercato in cui opera l’impresa che lo ha sostenuto, la risorsa specifica si riferisce alla specifica transazione effettuata dal soggetto Nei contratti in cui vengono utilizzate risorse specifiche si osservano clausole disegnate proprio al fine di prevenire o di limitare l’opportunismo. Quanto più tali clausole sono vincolanti, tanto più la relazione contrattuale si allontana dallo scambio classico di mercato per avvicinarsi ad un rapporto di natura gerarchico-organizzativa, che può al limite sfociare in un’integrazione verticale finale dei soggetti coinvolti La TCE ricorda il caso General Motors-Fisher Body, in cui quest’ultima impresa forniva in outsourcing a GM le scocche di alcuni modelli di auto. Entrambi i soggetti temevano di dipendere troppo dal partner e di finirne ostaggio: continue tensioni portarono alla fine GM ad acquisire FB verticalizzando così la catena produttiva Il processo di trasformazione III

23 Secondo la TCE, le modalità di governance, cioè di governo delle transazioni economiche, costituiscono la risposta del loro adattamento agli attributi (caratteristiche) delle transazioni Fra i diversi attributi delle transazioni, tre risultano gli elementi determinanti: a) la specificità delle risorse b) l’opportunismo degli agenti c) la frequenza In una transazione, all’aumentare della presenza delle due prime caratteristiche cresce proporzionalmente il rischio di violazione dell’integrità delle organizzazioni incaricate di gestirle, mentre maggiore è la frequenza temporale della transazione, minori i problemi di gestione contrattuale 3. Il processo di adattamento

24 Secondo Williamson e la TCE (ma Milgrom e Roberts non concordano), le organizzazioni economiche si evolvono verso soluzioni sempre più efficienti, perché si adattano in risposta al problema della specificità delle risorse e dell’opportunismo. Le organizzazioni tenderebbero a modificarsi in direzione di una piena armonizzazione con i caratteri delle transazioni da loro svolte come reazione a disturbi non preventivabili Poiché il contratto non può sempre tenere conto di evenienze impreviste (i cosiddetti stati del mondo), e quindi risulta sempre e comunque inevitabilmente incompleto, le parti sono spesso spinte fuori della curva delle contrattazioni, ovvero domanda ed offerta potrebbero non incontrarsi Così le organizzazioni economiche modificherebbero nel tempo il proprio sistema di governance per armonizzarlo con le transazioni, cercando di ridurre i costi di transazione. Tale processo sarebbe continuo nei bisogni di cambiamento, ma discontinuo nelle risposte istituzionali, favorite da situazioni di crisi, inversioni di tendenza (in greco kairòs ovvero il momento propizio per far avvenire un mutamento rilevante) Il processo di adattamento II

25 La storia sarebbe piena di esempi di evoluzione graduale verso la maggiore efficienza, ma anche di momenti di crisi o blocco del processo Il caso della macchina per filare i tessuti nell’età moderna. Fu inventata da un polacco, non dagli olandesi. La potente corporazione dei filatori di Danzica, una volta venuta a conoscenza dell’invenzione e ritenendola pericolosa per l’occupazione nell’industria, decise di sopprimere l’inventore, che venne affogato nella Vistola. Il progetto della nuova macchina rimase chiusa in un cassetto, e solo ottant’anni dopo un’altra macchina, pressoché simile a quella dello sfortunato inventore polacco, venne costruita in Olanda, dove però ricevette un ben diverso riconoscimento. Questo, sostiene Williamson, è probabilmente uno di quegli accadimenti che contribuì a bloccare lo sviluppo economico della Polonia, mentre favorì quello delle Fiandre olandesi. Altri esempi meno drammatici: 1.la corporazione francese degli scribi, che riuscì a ritardare di venti anni l’introduzione della stampa in Francia 2.la corporazione dei contabili fiorentini, pur geniali nell’invenzione della partita doppia, c per anni si oppose all’introduzione della numerazione araba Il processo di adattamento III

26 MERCATOIBRIDOGERARCHIA INTENSITA’ DEGLI INCENTIVI CONCORRENZIALI +++0 NECESSITA’ DI CONTROLLI AMMINISTRATIVI 0+++ CAPACITA’ DI ADATTAMENTO AUTONOMO +++0 CAPACITA’ DI ADATTAMENTO COOPERATIVO 0+++ ATTRIBUTI DELLE STRUTTURE DI GOVERNANCE Attributi delle transazioni Dimensione coasiana mercato-impresa (grado di internalizzazione delle transazione Il processo di adattamento IV

27 Gli incentivi della disciplina dei prezzi, forti nel mercato, si affievoliscono all’aumentare del livello di strutturazione gerarchica in cui avviene lo scambio, per sparire del tutto nelle gerarchie, indipendentemente dalla loro natura pubblica o privata I controlli amministrativi sono efficaci nelle organizzazioni gerarchiche in quanto basati sul principio d’autorità (conformità a regole definite dal controllore dell’organizzazione). Assenti o quasi nelle transizioni di mercato, diventano fondamentali nelle organizzazioni complesse di grandi dimensioni. Le imprese, specie quelle bancarie, dispongono al loro interno di manuali che prescrivono le regole di comportamento interno, da cui non è possibile derogare. Il mercato ha grande capacità di adattamento autonomo, perché il sistema dei prezzi fa conciliare le relazioni fra le parti, che però diventa meno incisiva all’emergere di strutture organizzative complesse. L’adattamento cooperativo è invece una necessità per qualsiasi struttura gerarchica. Senza coordinamento cooperativo fra i soggetti che operano all’interno di un’organizzazione, non c’è alcuna possibilità di realizzare prestazioni efficienti Il processo di adattamento V

28 Una delle prerogative fondamentali della TCE è considerare il contratto quale l’unità elementare d’analisi, a partire dal quale si ricostruiscono le caratteristiche e i comportamenti dei soggetti. La transazione contiene in sé i principi di conflitto, mutualità e ordine (Commons, 1932) Uno stesso soggetto economico non agisce sempre con le medesime modalità, ma può tenere comportamenti diversi (selettivi) a seconda dei caratteri della transazione che sta effettuando. Per la TCE l’identità dei soggetti è sempre e comunque rilevante. Se si è in presenza di investimenti specifici, i meccanismi di salvaguardia vanno adattati alle caratteristiche proprie delle parti. La capacità di adattamento diventa critica quando gli investimenti specifici vengono effettuati da entrambe le parti, creando una situazione di monopolio bilaterale dove le parti, dopo la stipula contrattuale, diventano reciprocamente dipendenti l’una dall’altra. Se la macroeconomia studia le grandezze economiche aggregate dei sistemi economici, la microeconomia i comportamenti delle imprese e dei mercati, la TCE focalizza l’attenzione sulla nanoeconomia, ovvero le caratteristiche delle singole transazioni di specifici soggetti nell’ambito di determinate istituzioni. 4. L’unità di analisi

29 La TCE è l’equivalente dell’analisi subatomica in fisica, e mostra l’utilità dei contratti come materiale empirico fondamentale per comprendere i fenomeni economici. What’s going on out there? L’unità di analisi II A.TRANSAZIONE IDEALE DI MERCATO i prezzi sono concorrenziali K = 0 S = 0 S > 0 K  S B. TRANSAZIONE CON INVESTI MENTO SPECIALIZZATO ASIMMETRICO: i prezzi includono un premio per il rischio C. TRANSAZIONE CON SALVAGUARDIA CONTRATTUALE: il prezzo non è l’elemento rilevante D. TRANSAZIONE BASATA SULLA FIDUCIA O SULL’AUTORITA’ : il prezzo è irrilevante K >0 Se K = livello degli investimenti specifici e S = l’entità dei meccanismi di salvaguardia posti in essere dalle parti, quando:

30 Se K=0 non ci sono problemi. Questi nascono nelle transazioni di tipo B, quando K>0 ma S=0: i prezzi non sono più concorrenziali, perché richiedono l’inclusione di un certo premio per il rischio asimmetricamente distribuito fra le parti, in cui quella in condizioni più favorevoli potrebbe approfittare della situazione di vantaggio e abusarne. Promesse generiche senza alcun supporto sostanziale, senza la presenza di S, espongono le parti soltanto al rischio. Nella tipologia di transazione C, si riduce l’asimmetria fra K ed S, perché a valori positivi della prima corrispondono ora valori positivi anche della seconda. Il prezzo non è unico elemento rilevante per le decisioni di scambio: decisivi sono i meccanismi di salvaguardia (security features) posti in essere dalle parti – tipicamente nei contratti, ma anche attraverso altri strumenti - per tenere conto dei rischi e delle asimmetrie esistenti La tipologia D è chiamata transazione sovrana, dove la probabilità che non vada in porto deve essere vicina a zero. S deve avere valore simile o uguale a K perché il mancato buon fine produce alle parti danni superiori alle perdite che si avrebbero rinunziando alla contrattazione di mercato. Qui la transazione si allontana dallo scambio di mercato, per diventare relazione basata su fiducia o autorità L’unità di analisi III

31 Un esempio di promesse generiche sono le esortazioni dei commercianti nei mercati del medio oriente, che invitano i turisti ad acquistare chiamandoli amici, anche se a tale affermazione non corrisponde alcun impegno credibile. Esempio di funzione strategica pubblica (in cui le transazione possono essere definite come sovrane) che richiede assoluta probità ed integrità è quella diplomatica, in cui lo Stato non può assolutamente correre il rischio di fallimento nelle relazioni internazionali, perché il suo agente chiamato a trattare – l’ambasciatore, il diplomatico di professione – ha tenuto un comportamento soggettivamente opportunistico. Questa è un’eventualità che deve essere esclusa per definizione in questo particolare mercato. L’unità di analisi IV Caso di applicazione della teoria: le relazioni sentimentali fra gli esseri umani La tipologia A sono i rapporti fra single, puro scambio paritario di mercato: breve durata, frequenti nello spazio e nel tempo, assenza di coinvolgimento affettivo (che gioca il ruolo di investimento specifico). La reiterazione dello scambio non è considerata elemento rilevante, e non avvicina di per sé la relazione verso scelte organizzative comuni.

32 La tipologia B sono le relazioni più o meno clandestine, in cui una delle due parti, la più debole, è soggetta al rischio di comportamenti opportunistici da parte del partner. Ad esempio, un partner sposato che intrattiene una relazione con una persona non sposata, quest’ultima più coinvolta della prima nella relazione ma senza alcuna garanzia circa l’esito o la durata della relazione. Il rapporto è continuamente esposto al rischio di conclusione, e il partner sposato deve pagare un extraprezzo – viaggi, cene, gioielli, regali, attenzioni – per compensare il partner svantaggiato dall’asimmetria di investimenti specifici. Nella tipologia C vengono creati meccanismi di salvaguardia, che un tempo potevano essere il matrimonio (oggi tale strumento in quanto clausola di salvaguardia, è indebolito dalla possibilità di divorziare), oggi principalmente…. i figli, su cui per definizione non ci si comporta (o non ci di dovrebbe comportare) in modo opportunistico. La prole è l’unico vero ostaggio fra i due soggetti, l’investimento specifico, fattore capace di compensare rinunce di partner di tipo personale o professionale. L’unità di analisi V

33 La relazione D è assente nelle società occidentali industriali, perché i valori etici condivisi richiedono comunque un consenso fra le parti, che può comunque essere interrotto senza rischi eccessivi, a meno di non violare le norme del codice civile. D è presente nelle società dove il legame ufficiale (il matrimonio) non può essere interrotto se non dalla morte, e qualsiasi violazione alla sua integrità viene asimmetricamente fatto gravare sulla parte più debole (la donna) con penalità gravissime, come la fustigazione o la lapidazione in caso di adulterio L’unità di analisi VI

34 5. L’approccio comparato e il criterio della rimediabilità i costi di transazione non sono quantificabili in termini assoluti, perché non costituiscono una categoria di costo a se stante isolabile dalle altre voci, ma possono essere misurati in termini relativi, attraverso un confronto fra soluzioni o modelli alternativi di governance. I costi di transazione rappresentano un buon indicatore di valutazione dell’analisi economica delle istituzioni, specie fra più alternative ad esempio si può valutare quale fra due proposte politiche di riforma sia economicamente preferibile dal punto di vista della TCE fra riforma B dell’istituzione X proposta dalla coalizione politica VERDE vs riforma C dell’istituzione X proposta dalla coalizione politica GIALLA misurando (o stimando) in modo differenziale di ciascuna di queste rispetto allo status quo

35 L’approccio comparato e il criterio della rimediabilità II In altri termini dobbiamo sempre domandarci: quale delle due proposte B e C di riforma dell’istituzione X riduce (o aumenta) di più i costi di transazione per ciascuno stakeholder rilevante? Vanno naturalmente inclusi gli investimenti specifici effettuati dalle parti, nonché i rischi di opportunismo e di abuso (valutare sempre i profili concorrenziali di una certa politica) Quella fra le due proposte che presenti i più bassi costi di transazione negli scambi è socialmente da preferirsi, perché la maggiore facilità di contrattazione fra le parti condurrà a livelli di benessere più elevati di quelli realizzabili con la proposta alternativa, dove le stesse parti, sopportando costi di transazione relativamente più alti, riescono ad effettuare un numero di transazioni (ad es. utilizzo di un servizio pubblico) inferiore alla prima.

36 L’approccio comparato e il criterio della rimediabilità III Williamson (1993) nel discutere l’applicazione della teoria dei costi di transazione alle politiche pubbliche, ha ulteriormente sviluppato il concetto di rimediabilità: “La soluzione istituzionale osservata nella realtà deve essere considerata come la più efficiente fino a che non possa essere confrontata con un’alternativa superiore fattibile”. Una politica alternativa per essere superiore a quella esistente, deve essere rimediabile, ossia realizzabile nella pratica. L’adozione del criterio di rimediabilità invita alla prudenza nella valutazione degli assetti istituzionali osservati nella realtà, che si sospetta operino in condizioni di inefficienza. Comportamenti definiti in astratto come inefficienti, potrebbero infatti rivelarsi, una volta individuata la presenza di specificità di risorse interne alle organizzazioni, il risultato di adattamenti non standard, rimedio all’opportunismo o allo sfruttamento di rendite, e non semplici manifestazioni di laziness o slack (pigrizia, fare lo scansafatiche).

37 6. La dicotomia formale – informale nelle organizzazioni La struttura formale di un’organizzazione fa riferimento all’autorità, formalizzata da norme scritte – piante organiche nelle pubbliche amministrazioni, organigrammi e funzionigrammi nelle imprese – che descrivono i compiti formalmente assegnati alle unità operative e ai rispettivi responsabili La struttura informale di un’organizzazione fa invece riferimento al potere, ossia al complesso dei diritti d’uso reali delle risorse all’interno dell’organizzazione che spesso prescindono da quelle formali. Al pari dei contratti, in pratica mai completi, anche la descrizione formale di un’organizzazione è incompleta, soggetta a cambiamenti continui a seconda delle decisioni dei vertici

38 Le due strutture non sono in opposizione l’una con l’altra, bensì strettamente interrelate fra loro, per tre ragioni principali: i)la struttura formale non è quasi mai completamente specificata, e quindi si crea sempre dello spazio per quella informale ii)la struttura formale riflette solo alcune linee dei comportamenti effettivi iii)la struttura informale, a differenza di quella formale, è nutrita e mantenuta in vita da una rete di scambi informali fra i membri dell’organizzazione, che possono o meno colludere a danno dell’interesse generale La dicotomia formale – informale nelle organizzazioni II

39 7. I processi di path dependence Gli economisti e gli storici utilizzano il concetto di path dependence, derivato dai modelli matematici dinamici non lineari complessi, quando vogliono denotare una dipendenza di determinati fenomeni dalle condizioni iniziali. In economia è utilizzato in riferimento a problemi di scelte, prodotti o standard sbagliati o comunque subottimali (Arthur, 1981; Liebowitz e Margolis, 1995) Quando un processo dinamico esibisce dipendenza sensitiva dalle condizioni iniziali, ci sono tre possibili risultati, cui possiamo far corrispondere 3 diversi tipi di path dependence: 1)path dependence di 1° grado. C’è sensitività, ma non è implicata alcuna inefficienza. La sensitività si esplica in una semplice asserzione di relazione intertemporale: Un processo di allocazione di risorse esibisce path dependence se un’azione a 0  al set di scelte A 0, presa al tempo t 0, influenza il set di scelte A n prese al tempo t n. L’azione a 0 è detta path-efficiente se ~  un’azione alternativa a 1  A 0 tale che il valore presente del beneficio di scegliere a 1 > di quello relativo ad a 0

40 I processi di path dependence II 2) path dependence di 2° grado. C’è sensitività associata ad inefficienza dovuta ad imperfetta informazione al tempo t 0. Tale imperfezione impedisce alla scelta a 0 effettuata al tempo t 0 di essere quella migliore, ma la valutazione è effettuata al tempo t n, quando i decisori per qualunque motivo sono venuti in possesso dell’informazione che mancava al tempo t 0. C’è dunque inefficienza, ma questa è solo ex post. L’azione a 0 è detta path-inefficiente ex post se  un’azione alternativa a 1  A 0 tale che il valore presente del beneficio di scegliere a 1 > di quello relativo ad a 0, ma l’informazione necessaria per sceglierla non era disponibile al tempo t 0 3) path dependence di 3° grado. C’è sensitività associata ad inefficienza dovuta non ad imperfetta informazione, ma a scelte sbagliate al tempo t 0. L’errore nella scelta è avvenuto nonostante già al tempo t 0 si disponesse delle informazioni giuste C’è dunque inefficienza, e questa è ex ante inefficiente. L’azione a 0 è detta path-inefficiente ex ante se  al tempo t 0 un’azione alternativa a 1  A 0 tale che il valore presente del beneficio di scegliere a 1 > di quello relativo ad a 0, ma questa scelta efficiente non è stata volutamente effettuata

41 Q W E R T Y Liebowitz e Margolis ritengono che i casi di path dependence del 3° tipo – l’unica di vera inefficienza - siano molto rari e citano il caso di falsa path dependence di I processi di path dependence III E’ la disposizione dei tasti della macchina da scrivere: durante la 2° guerra mondiale un ammiraglio di marina USA, Dvorak, propose una nuova disposizione della tastiera. Furono effettuati test (peraltro assai complessi e dubbi da riprodurre) ma non si pervenne a risultati indubitabilmente favorevoli alla nuova disposizione secondo Arthur però sarebbe un errore cui è possibile rimediare adottando un’altra disposizione più efficiente: per Liebowitz e Margolis si tratta invece di path dependence di 1° grado, al massimo di 2° : forse un’altra disposizione della tastiera poteva essere migliore, ma al momento della definizione dello standard prevaleva l’obiettivo di minimizzare la probabilità di battuta contemporanea di due tasti (ottenuta da QWERTY)

42 I processi di path dependence IV Casi di presunta path dependence possono riguardare scelte iniziali sbagliate cui è difficile o impossibile rimediare, adozione di standard sbagliati. Liebowitz e Margolis ritengono che il mercato sia quasi sempre in grado, una volta scontato l’errore iniziale, di aggiustarsi Es. di discussione la guerra VHS – Betamax degli anni Ottanta per lo standard nelle videocassette In altri casi ciò che rileva sono le esternalità di rete crescenti Tecnologia A > Tecnologia B fino al 30% poi prevale nettamente B, ma è PD di terzo grado se e solo se la tavola è conosciuta prima

43 beneficio di rete = l’utilità del consumatore si accresce all’aumentare del numero dei soggetti che consumano il bene (es. uso del PC collegato in rete dove ci si scambiano files scritti con lo stesso programma) beneficio autarchico = utilità generata per il consumatore dall’utilizzo di un bene isolato dal resto della società (es. uso del PC in un’isola deserta)

44 Non sempre il prezzo è crescente all’aumentare dell’esternalità di rete e della quota di mercato: il caso del limoncello Il limoncello italiano in quanto prodotto venduto sul mercato nasce nei primi anni ’80 nella penisola sorrentina come reazione alla crisi dei limoni italiani, spiazzati dall’arrivo degli agrumi spagnoli e israeliani, con molto più succo per unità di peso. I limoni della costiera hanno infatti una buccia molto spessa e profumata che non serve a chi utilizza il frutto solo per estrarre il succo. Ecco allora nascere l’industria del limoncello, liquore dolce di limone che fino ad allora veniva tradizionalmente prodotto in casa e servito negli incontri pomeridiani di signore anziane. Il limoncello di buona qualità è producibile unicamente con la qualità di limoni della costiera sorrentina e amalfitana, questo spiega perché, nonostante l’enorme successo internazionale, non sia stato prodotto all’estero. Il prezzo, inizialmente molto contenuto, raggiunta la popolarità del prodotto è ovviamente cresciuto, ma rimane ancora competitivo. I processi di path dependence VI

45 Casi di applicazione della teoria dei costi di transazione  Antitrust: un’integrazione verticale potrebbe essere determinata dal bisogno di risparmiare sui costi di transazione, non da volontà di estendere la posizione dominante da un mercato a monte a quello a valle (caso Fisher Body - General Motors)  La finanza aziendale: nell’alternativa fra indebitamento ed emissione di azioni, scelta che il teorema di Modigliani-Miller dimostra essere del tutto indifferente se il mercato è perfettamente competitivo. Per TCE, la strategia finanziaria ottimale deve partire da un’analisi delle implicazioni istituzionali delle due alternative: è molto diverso indebitarsi con banche (in cui i diritti di proprietà servono solo come garanzia) o emettere azioni (in cui si vende una parte dei diritti di proprietà). Se K=0 conviene indebitarsi, perché S=0. Se invece K>0, potrebbe convenire effettuare un aumento di capitale, ovvero una cessione dei diritti di proprietà azionari (S>0), perché questi ultimi costituiscono per l’investitore una buona garanzia che il suo capitale verrà messo bene a frutto.

46 Casi di applicazione della teoria dei costi di transazione II  La concessione di un monopolio naturale: Famoso caso dell’asta competitiva bandita dal Comune di Oakland (California) nel 1975 per aggiudicare la concessione del servizio di TV via cavo, che già allora appariva remunerativo e suscettibile di forte sviluppo. Il metodo scelto per l’aggiudicazione era quello della licitazione privata, in cui si confrontano a busta chiusa offerte diverse basate sui prezzi, in questo caso quelli finali agli utenti. Si presentarono tre concorrenti, ma fu fatta la scelta sbagliata basata sul solo criterio del prezzo e sulla suscettibilità politica (impresa gestita da neri in zona ad alto degrado sociale) Il vincitore, che aveva offerto un prezzo decisamente più basso degli altri, vuoi per incapacità, vuoi per opportunismo, dichiarò dopo pochi mesi di non riuscire ad adempiere al contratto e avvisò l’autorità locale dell’impossibilita di effettuare investimenti causa gravi perdite di gestione

47 Casi di applicazione della teoria dei costi di transazione III  La concessione di un monopolio naturale (continua) L’ente locale, pur di non ammettere di aver preso una decisione errata, proseguì la relazione con l’impresa cercando di aiutarla attraverso deroghe e diluizione degli obblighi previsti dal contratto. Ciò stimolò l’impresa ad assumere strategie sempre più ricattatorie e a tenere comportamenti ancora più inefficienti, e creò le premesse per una risoluzione anticipata del contratto, che alla fine avvenne con la conseguente assegnazione della concessione ad un'altra impresa più affidabile, che ritardò di più di un anno l’entrata in funzione del servizio. La concorrenza ex ante, ossia quella ottenuta attraverso la gara di aggiudicazione, che Demsetz (1967) nel suo famoso articolo “Why regulate utilities?” ritiene capace di condurre a risultati di efficienza simili alla concorrenza nel mercato, non aveva comportato alcun beneficio ex post. Vanno esaminate le caratteristiche della transazione, in primis K. Se K=0 la gara è probabilmente competitiva, ma se K è sostanziale (c’erano obblighi precisi di investimento per il vincitore, ma può anche riguardare know-how o capitale umano), la gara non risolve perché vi saranno problemi in fase di rinnovo della concessione

48 Casi di applicazione della teoria dei costi di transazione IV La concessione di un monopolio naturale (continua) Con l’aggiudicazione della gara la concorrenza ex-ante si è trasformata in una relazione bilaterale fra vincitore della gara di concessione e istituzione concedente. Diventa così rilevante capire il contesto in cui viene effettuata una gara: In che mercato operano le imprese concorrenti? Che caratteristiche ha il mercato del bene o servizio in gara? Chi sono le imprese? E’ già stato riscontrato opportunismo da parte di qualche soggetto? Come lo si può prevenire? Ci stiamo allontanando dalla dimensione delle relazioni impersonali, tipica dei mercati concorrenziali e l’identità delle parti diventa elemento rilevante

49 Casi di applicazione della teoria dei costi di transazione V La concessione di un monopolio naturale (continua) Aspetti da tenere in considerazione quando si deve assegnare tramite gara la concessione di un servizio di monopolio/oligopolio: 1.l’eventuale presenza di investimenti specifici 2.il livello di specificazione delle clausole contrattuali 3.il rischio di comportamenti opportunistici da parte del concessionario o del nuovo entrante 4.l’eventuale presenza di salvaguardie contrattuali o extracontrattuali (security features) 5.l’entità del vantaggio sui potenziali concorrenti acquisito dal concessionario uscente 6.le prospettive di sviluppo della tecnologia e della domanda 7.la sensibilità del settore all’influenza della politica 8.Una precisa analisi costi-opportunità delle alternative

50 Casi di applicazione della teoria dei costi di transazione VI Esempi di gare in Italia con problemi simili: 1.l’aggiudicazione della gara d’appalto per le pulizie delle scuole romane nei primi anni Novanta 2.L’affidamento ai privati del recapito di raccomandate ed espressi (vecchio prioritario più costoso) nei primi anni ‘90 3.Oggi gare per impianti di smaltimento rifiuti e termovalorizzatori (Camorra in Campania) 4.Oggi gare di appalto di grandi clienti per il servizio postale, a seguito della liberalizzazione del mercato europeo (direttiva 6/2008)

51 Il caso della competizione fra piattaforme mobili Le attuali piattaforme mobili Google, Nokia, Microsoft, Apple, Research in Motion, competono fra loro per attrarre sviluppatori di app che accrescono il loro valore per i consumatori


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