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PLAUTO. Plauto è il primo autore della letteratura latina di cui leggiamo opere intere È autore di commedie palliate Una sintesi originalissima della.

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Presentazione sul tema: "PLAUTO. Plauto è il primo autore della letteratura latina di cui leggiamo opere intere È autore di commedie palliate Una sintesi originalissima della."— Transcript della presentazione:

1 PLAUTO

2 Plauto è il primo autore della letteratura latina di cui leggiamo opere intere È autore di commedie palliate Una sintesi originalissima della commedia greca di età ellenistica e di elementi attinti dalla tradizione popolare della farsa italica Successo straordinario È uno dei più grandi geni comici di tutti i tempi È uno dei più grandi geni comici di tutti i tempi Comicità irruente e gioiosa a cui si sono ispirati tanti autori nel corso dei secoli

3 La vita Muore nel 184 a.C. Le notizie biografiche in nostro possesso sono estremamente scarne: Tito Maccio Plauto nasce a Sarsina in Umbria (attuale Emilia Romagna) tra il 255 e il 250 a.C la sua condizione servile potrebbe essere un’invenzione derivata dall’importanza dello schiavo nelle sue commedie anche il nome potrebbe essere falso MACCUS era una maschera dell’atellana PLAUTUS, secondo gli antichi = «dai piedi piatti» o «dalle orecchie lunghe e penzoloni»

4 Il modello greco LA COMMEDIA GRECA Archàia (V sec a.C.) ARISTOFANE Mése frammentaria Néa (IV-III sec. a.C.) MENANDRO Argomenti: l’attualità politica e culturale ateniese, la guerra, la corruzione e il malcostume  Vicende private  Storie di innamorati  Trame romanzesche  Equivoci  Ripetitività  Psicologismo

5 La fabula palliata Più tardi, dalla metà del II secolo a.C., si diffuse anche una commedia latina d’ambientazione romana o italica, che prese il nome di togata dall’abito nazionale dei Romani. Fabula Palliata è il termine con cui i Romani designavano la commedia deriva dal sostantivo pallium, un pezzo di stoffa quadrangolare portato sulla veste a mo’ di mantello, tipico dei Greci, che gli attori indossavano durante la rappresentazione Togata METÀ DEL II SECOLO A.C.

6 Caratteristiche della commedia È un genere poetico L'intreccio si sviluppa attraverso le battute, recitate, cantate o cantilenate; La performance dell'attore comprende anche gesti e movimenti L'intreccio abbraccia un arco di tempo ristretto e si svolge in un unico luogo, spesso uno spazio aperto su cui si affacciano le abitazioni dei personaggi principali.

7 Sfrutta procedimenti che suscitano il divertimento degli spettatori Si conclude sempre con un lieto fine I personaggi e le vicende rispecchiano la vita reale e comune Lo stile è "umile", perché affine al linguaggio quotidiano, e il registro può abbassarsi sino al livello più basso del turpiloquio e dell'oscenità; a un elevarsi dello stile corrisponde in genere un' intenzione parodica (si fa, ad esempio, la caricatura di un personaggio facendolo esprimere con i modi della tragedia o dell'epica) Caratteristiche della commedia

8 Le commedie varroniane Marco Terenzio Varrone Marco Terenzio Varrone (erudito I sec. a.C.), occupandosi del problema dell’autenticità delle sue opere, contò 130 commedie che circolavano sotto il suo nome: l’attribuzione a Plauto era una garanzia di successo che spingeva commediografi e capocomici a false attribuzioni. Egli individuò 21 commedie, definite “varroniane”

9 Le trame Intrecci complicati e ripetitivi, in cui ricorrono costantemente situazioni e personaggi convenzionali in posizione più o meno centrale all’interno dell’intreccio troviamo un giovane innamorato di una donna e ostacolato nel suo amore. L’ostacolo è rappresentato, se la ragazza - come avviene spesso - è una cortigiana, dalla mancanza del denaro, se la ragazza è onesta: l’opposizione della famiglia di lui o di lei al matrimonio e/o la condizione troppo umile della fanciulla ADULESCENS OSTACOLO

10 SCONTRO GENERAZIONALE SERVUS LIETO FINE L’adulescens, squattrinato, economicamente dipendente dal padre, lotta per far valere i diritti della gioventù e dell’amore, sostenuto da uno o più aiutanti : un giovane amico, un vecchio comprensivo, un parassita (cioè uno squattrinato che si mette al servizio di qualcuno chiedendo in cambio ospitalità alla sua mensa) o, più spesso, un servo intelligente e audace. Espedienti, trovate ingegnose, finzioni e inganni del servo per raggirare, gli antagonisti: il padre avaro e severo, il lenone (mercante e sfruttatore di prostitute) cinico e arrogante, il soldato (un mercenario al servizio di re orientali, figura tipica del mondo greco, che non aveva corrispondenti a Roma) ricco e borioso, prepotente e stupido, e perciò bersaglio ideale del servus callidus (“servo scaltro”) Nell’immancabile lieto il giovane e i suoi aiutanti hanno la meglio sugli antagonisti, talora conquistando semplicemente la cortigiana, in altri casi coronando nel matrimonio il suo amore per una ragazza libera, o che alla fine della commedia si rivela tale grazie all’ “agnizione”.

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14 Pseudolus, Bacchides, Mostellaria, Miles Gloriosus Aulularia Casina Menaechmi Amphitruo

15 Contaminatio I modelli di Plauto sono i testi della Commedia nuova, cui il commediografo attinge attraverso due procedimenti: la contaminatio, cioè la combinazione di elementi desunti da modelli diversi il vertere, Ossia un’operazione di traduzione-adattamento con ampi margini di libertà Dei modelli Plauto mantiene : l’ambientazione grecala tipologia di intrecci e i personaggi

16 Metateatro ;. Un ingrediente della comicità plautina è costituito dalla violazione consapevole di alcune norme teatrali, che portano a effetti di sospensione dell’illusione scenica, con una serie di espedienti: gli “a parte”, ossia battute che i personaggi sulla scena indirizzano al pubblico o a se stessi senza essere uditi dagli altri personaggi; con l’intrusione di elementi romani con spunti di metateatro, ossia portando l’attenzione sui meccanismi della rappresentazione, come accade:  con il servo, regista interno allo spettacolo  con le battute che svelano trucchi teatrali Non c’è immedesimazione né intento morale. Unica finalità è divertire il pubblico

17 La lingua  l’uso di stilemi affettivi (ripetizioni, ridondanze, esclamazioni) per coinvolgere emotivamente l’interlocutore;  la presenza di grecismi appartenenti a varie lingue settoriali;  il ricorso a una sintassi piana e paratattica, con frequenti ellissi del soggetto e del verbo;  arcaismi fonetici e morfologici che testimoniano la fase di evoluzione in cui si trova il latino nel III/II sec. a.C. La lingua delle commedie plautine è un documento del sermo cotidianus, ossia della lingua d’uso dei romani colti. Dal punto di vista stilistico si riscontra:


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