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Un veloce ripasso Microeconomia Ferrario Chiara.

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Presentazione sul tema: "Un veloce ripasso Microeconomia Ferrario Chiara."— Transcript della presentazione:

1 Un veloce ripasso Microeconomia Ferrario Chiara

2 Cos’è l’economia? 1 capitolo
Economia = studio del modo in cui le società utilizzano risorse scarse per produrre beni utili e di come tali beni vengono distribuiti tra i diversi soggetti. Due dunque sono i concetti fondamentali che se ne ricavano: • scarsità  i beni sono limitati rispetto ai desideri, altrimenti potendo disporre di tutto quello di cui abbiamo bisogno non dovremmo preoccuparci di amministrare il nostro reddito, le imprese non dovrebbero crucciarsi per il costo de lavoro o l’assistenza sanitaria, i governi non dovrebbero affaccendarsi con le imposte e la spesa pubblica perché tutto ciò non interesserebbe i cittadini. • efficienza = è anche importante che il sistema economico utilizzi al meglio le proprie risorse limitate al fine di soddisfare i bisogni e i desideri degli individui. Si dice che un sistema economico produce in modo efficiente quando non è in grado di migliorare le condizioni economiche di un individuo senza peggiorare quelle di un altro.

3 Tre errori comuni a cui stare attenti
Errore del post hoc  si verifica quando supponiamo che, siccome un fenomeno si è verificato prima di un altro, il primo abbia provocato il secondo. Errore del ceteris paribus  consiste nell’ignorare l’ipotesi di parità delle altre condizioni. Per non commettere errori occorre ricordare che tutti i fattori tranne quello considerato vanno mantenuti uguali o costanti. Errore di aggregazione  consiste nel supporre che ciò che vale per una parte del sistema sia valido anche per l’intero sistema. Ma il tutto ≠ dalla somma delle parti!

4 Microeconomia e macroeconomia
MACROECONOMIA  branca dell’economia che si occupa dell’andamento complessivo di un sistema economico. Non esisteva nella sua forma moderna fino al 1936, anno in cui Keynes pubblicò «General Theory of Employment, Interest and Money». Si occupa oggi di un’ampia gamma di settori: determinazione dell'investimento e del consumo totali, della gestione della moneta, dei tassi d’interesse delle banche centrali, delle cause delle crisi finanziarie internazionali.. MICROECONOMIA  Adam Smith ne è il fondatore E’ la branca della dell’economia che oggi si occupa del comportamento di singole entità, quali i mercati, le imprese e le famiglia Diversi tipi di sistemi economici 1) Economia pianificata = Stato prende la maggior parte delle decisioni economiche e coloro che sono al vertice della gerarchia impartiscono le direttive economiche ai soggetti situati più in basso. 2) Economia di mercato = le decisioni vengono prese dai mercati sui quali gli individui o le imprese accettano di scambiare input e output, di solito tramite pagamenti in denaro. 3) Economia mista = comprendono alcuni elementi delle economie di mercato e altri delle economie pianificate. La maggior parte delle società contemporanee sono caratterizzate da un’economia di questo tipo.

5 I tre problemi dell’organizzazione economica

6 La frontiera delle possibilità produttive
La frontiera delle possibilità produttive (o FPP) indica le quantità massime di produzione ottenibili da un sistema economico, date la conoscenza tecnologica e la quantità di input di cui dispone. Rappresenta dunque le scelte a disposizione della società. Punto U  punto di inefficienza = non si usano tutte le capacità produttive Punto I  punto inattuabile e impossibile Tutti i punti sulla curva  indicano le possibilità di produzione, in base alle quali la società può decidere di sostituire i cannoni al burro, per dato livello di tecnologia e data quantità di input.

7 I costi opportunità Efficienza
La vita comporta numerose scelte. Poiché le risorse sono scarse dobbiamo sempre stabilire come spendere il tempo o i redditi limitati di cui disponiamo. Si definisce dunque costo opportunità il costo della migliore alternativa alla quale abbiamo rinunciato, dunque è un insito nella decisione. Efficienza Quando le risorse dell’economia vengono utilizzate al meglio per soddisfare i bisogni e i desideri degli individui si parla di efficienza. L’efficienza produttiva si ha dunque quando la società NON può aumentare l’output di un bene senza ridurre quello di un altro. Un sistema economico efficiente si trova dunque sulla frontiera delle possibilità produttive.

8 CHE COS’E’ UN MERCATO? 2 capitolo
Economica di mercato = un complesso meccanismo che coordina individui, attività e imprese tramite un sistema di prezzi e mercati e senza alcuna direzione o programmazione centralizzata risolve problemi di produzione e distribuzione. Nessuno ha progettato il mercato, eppure funziona benissimo. In un’economia di mercato nessun singolo individuo o organizzazione è responsabile di produzione, consumo, distribuzione e determinazione dei prezzi. In senso generale, i mercati sono luoghi in cui acquirenti e venditori interagiscono per fissare i prezzi e scambiarsi beni e servizi.

9 I prezzi = coordinano le decisioni dei produttori e dei consumatori in un mercato. Prezzi più elevati  tendono a ridurre gli acquisti dei consumatori e a incoraggiare la produzione Prezzi più bassi  incoraggiano il consumo e frenano la produzione. Fungono dunque anche da segnali per i produttori e consumatori e da equilibranti. L’ equilibrio di mercato E’ il punto in cui la quantità offerta dai venditori = quantità richiesta dai comprati. Il mercato individua il prezzo di equilibrio che soddisfa sia i desideri degli acquirenti sia quelli dei venditori. I prezzi ai quali gli acquirenti desiderano comprare esattamente la quantità che i venditori desiderano offrire assicurano l’equilibrio tra domanda e offerta.

10 La vita economica è un flusso circolare:
i consumatori acquistano beni e vendono fattori di produzione le imprese vendono beni e acquistano fattori di produzione, I consumatori utilizzano il reddito proveniente dalla vendita di lavoro e di altri input per acquistare beni dalle imprese le imprese basano i prezzi dei loro beni sui costi di lavoro e altri fattori I prezzi nei mercati dei prodotti sono fissati in modo da bilanciare la domanda dei consumatori e l’offerta delle imprese ≠ nei mercati dei fattori i prezzi sono invece fissati in modo da bilanciare l’offerta delle famiglie e la domanda delle imprese

11 LA MANO INVISIBILE ( Smith )
L’ordine del sistema di mercato fu individuato per la prima volta da Adam Smith: in uno dei brani più famosi dell’economica, tratto da the Wealth of Nations . L’individuo, dice Smith, agisce esclusivamente per la propria sicurezza e il proprio tornaconto, in questo è guidato da una mano invisibile che lo porta a perseguire un fine estraneo alle proprie intenzioni. Nel fare i propri interessi spesso promuove anche quelli della società in maniera molto più efficace di quando si propone di promuoverli realmente. Smith sosteneva che nel migliore dei mondi possibili l’interferenza dello Stato nel mercato concorrenziale sarebbe stata quasi sicuramente dannosa. In realtà data che la perfezione non è di questo mondo non sempre l’economia funziona in modo ottimale: esistono i cosiddetti “fallimenti di mercato” = quando i mercati non garantiscono risultati ottimali.

12 Un po’ di termini… scambi = un’economia moderna è caratterizzata da una complessa rete di scambi tra individui e Stati, basata su un elevato livello di specializzazione e una complessa divisione del lavoro. L’idea dei vantaggi degli scambi è una delle principali intuizioni dell’economia. Gli scambi arricchiscono tutti gli Stati e migliorano le condizioni di vita di ogni individuo. specializzazione = quando gli individui concentrano i propri sforzi su un particolare insieme di attività affinché ogni individuo o Paese possa utilizzare al meglio le proprie capacità. Anche capitale e terra sono altamente specializzati e spesso richiedono molti anni per raggiungere il libello di specializzazione necessario. divisione del lavoro = è una certezza della vita economica. Invece di far sì che tutti sappiano fare tutto in modo mediocre, è preferibile adottare la divisione del lavoro, ovvero suddividere la produzione in numerose fasi o compiti specializzati.

13 capitale = un’economia industriale avanzata utilizza un’enorme quantità di edifici, macchinari, computer.. Questi sono i fattori di produzione denominati capitale = strumenti di produzione a loro volta prodotti, input durevoli che sono allo stesso tempo un output del sistema economico. E’ uno dei tre principali fattori di produzione, insieme al lavoro e alla terra che sono detti fattori di produzione primari, il che significa che la loro offerta è in gran parte determinata da fattori non economici, come fertilità e geografia del Paese. moneta = è la linfa degli scambi, permette agli individui di scambiare gli output specializzati che producono per ottenere la vasta gamma di beni e servizi prodotti da altri. sacrificio del consumo presente = se gli individui sono pronti a risparmiare, a sacrificare cioè il consumo presente a favore del consumo futuro, la società può destinare le proprie risorse a nuovo capitale. Una riserva di capitale maggiore determina una più rapida crescita dell’economia spingendo la frontiera delle possibilità produttive verso l’esterno.

14 IL RUOLO ECONOMICO DELLO STATO
in sostanza lo Stato in un’economia di mercato esercita 3 funzioni economiche fondamentali: ) aumenta l’efficienza favorendo la concorrenza, limitando esternalità come l’inquinamento e fornendo beni pubblici; ) promuove l’equità utilizzando le imposte e i programmi di spesa per ridistribuire il reddito tra determinate categorie di popolazione ) favorisce la stabilità e la crescita macroeconomica, riducendo la disoccupazione e l’inflazione e incoraggiando contemporaneamente la crescita economica mediante la politica fiscale e la regolamentazione monetaria.

15 LA TEORIA DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA
3 capitolo LA TEORIA DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA La teoria della domanda e dell’offerta = principio di base è che preferenze dei consumatori determinano la domanda di consumo dei beni, mentre i costi sostenuti dalle imprese sono alla base dell’offerta dei beni. Vale per tutti i mercati = variazioni di domanda e offerta determinano variazioni di produzione e prezzi.

16 PRINCIPIO FONDAMENTALE = la quantità acquista di un bene dipende dal suo prezzo A parità di ogni condizione (ceteris paribus) PREZZO >  < DOMANDA PREZZO <  > DOMANDA PREZZO E QUANITA’ = RELAZIONE INVERSA  Q sale quando P scende PREZZO = elemento, meccanismo regolatore. Esiste una precisa relazione tra il prezzo di mercato di un bene e quantità richiesta, a condizione che tutti gli altri elementi siano costanti: tale relazione si dice scheda di domanda o curva di domanda. In particolare la curva di domanda = rappresentazione grafica della scheda di domanda. Importante proprietà = legge di domanda con pendenza negativa e si basa sul senso comune sia sulla teoria economica ed è stata provata e verificata empiricamente pressoché con tutti i beni. SCHEDA DI DOMANDA:

17 DETERMINANTI DELLA DOMANDA: serie di fattori che determinano quale sarà la quantità domandata a un dato prezzo. 1) reddito medio dei consumatori = se reddito aumenta  tendenza ad acquistare maggiori quantità di beni, anche se prezzo non subisce variazioni. 2) dimensioni del mercato = supponendo che esse dipendano dal numero di abitanti. Es i 4 milioni di abitanti dell’Emilia Romagna tendenzialmente comprano un quantità di mele o automobili 10 volte superiore rispetto agli abitanti persone del Molise. 3) i prezzi e la disponibilità di beni correlati o complementari = un relazione particolarmente importante si ha tra i beni sostitutivi= beni cioè che tendenzialmente hanno la stessa funzione e che quindi possono essere sostituiti nell’utilizzo da parte del consumatore. Es. fiocchi di mais e d’avena, penne e matite, macchina grande o piccola, petrolio e gas naturale, treno e aereo. La domanda del bene A tende ad essere limitata se il prezzo del prodotto sostitutivo B è basso e viceversa. 4) elementi soggettivi, come gusti o preferenze = i gusti esprimono una varietà di influenze culturali e storiche; possono riflettere reali bisogni con fondamento psicologico o fisiologico (cibo, acqua, affetto), oppure possono includere desideri creati artificialmente (sigarette, stupefacenti, automobili sportive); infine sono influenzati da elementi tradizionali o religiosi ( consumo di carne di manzo normale in Europa ma sacrilegio in India)

18 5) influenze particolari = domanda di ombrelli più elevata nelle zone o nelle stagioni piovose, quelle di condizionatori d’aria sale se il caldo è torrido, quella di auto ridotta in città i cui trasporti pubblici sono buoni e il parcheggio un incubo. 6) aspettative sulle condizioni economiche = possono avere un notevole influsso sulla domanda SPOSTAMENTI DELLA DOMANDA: - spostamenti di domanda = variazioni di fattori diversi dal presso di un bene che influiscono sulla quantità acquistata che fanno si che la domanda aumenti ( o diminuisca ) quando aumenta (o diminuisce ) la quantità richiesta a ciascun livello di prezzo. - non confondere spostamenti delle curve e spostamenti sulle curve ! cambiamento prezzo = fa muovere lungo la curva, quindi sulla curva altri elementi come il reddito per es = fa muovere la curva, spostamento della curva = si sposta l’intercetta

19 SCHEDA DI OFFERTA -scheda di offerta come la sua rappresentazione grafica, la curva di offerta = mette in relazione la quantità offerta di un bene e il suo prezzo di mercato, mantenendo invariati altri elementi quali costi di produzione, prezzi dei beni correlati e le politiche governative. - grafico = curva di offerta con pendenza positiva, perché sono direttamente proporzionali. - offerta del mercato = somma di tutte le offerte individuali, di ogni impresa a ogni livello di prezzo.

20 DETERMINANTI DELL’OFFERTA: 1) costi di produzione = se i costi di produzione di un bene sono bassi rispetto al suo prezzo di mercato, è vantaggioso produrne in grandi quantità; se invece i costi di produzione sono elevati rispetto al prezzo, le imprese riducono la produzione, si orientano su prodotti diversi semplicemente vengono espulse dal mercato. A loro volta i costi di produzione sono determinati soprattutto dai prezzi dei fattori produttivi (lavoro, energia, macchinari hanno una notevole influenza infatti sul costo sostenuto per produrre un dato livello di output) e dal progresso tecnologico (Includono scoperte scientifiche, migliore applicazione delle tecnologie già esistenti o semplice organizzazione del lavoro) 2) prezzi dei beni correlati = in particolare quei beni che nel processo produttivo rappresentano output facilmente sostituibili l’uno con l’altro. Se cresce la richiesta di un bene, il prezzo del bene aumenta, l’offerta di un suo bene sostitutivo diminuisce. 3) politiche governative = hanno una notevole influenza sulla curva di offerta. Esempio considerazioni di carattere ambientale e sanitario determinano i tipi di tecnologie da utilizzare. Se per esempio si decide di abbassare il livello d’inquinamento, questo riguarda l’autorità pubblica che nella tutela dei cittadini fa regole che ricadono sulle imprese. Se si decide di ridurre le componenti chimiche nelle pitture = aumento costi produzione per le aziende che devono trovare dei componenti non chimici che costano di più.

21 4) influenze particolari = condizioni atmosferiche per esempio esercitano una forte influenza sull’agricoltura e sull’industria degli sport invernali; l’industria informatica influenzata da un forte spirito innovativo che ha determinato un flusso continuo di nuovi prodotti. 5) struttura mercato, aspettative riguardo al futuro andamento dei prezzi = hanno una effetto spesso rilevante sulle decisioni di offerta. SPOSTAMENTI dell’OFFERTA: -variazioni dell’offerta = le variazioni di fattori diversi dal prezzo di un bene che influiscono sulla quantità offerta. Offerta aumenta ( o diminuisce ) quando aumenta ( o diminuisce ) la quantità offerta a ciascun livello di prezzo di mercato. spostamenti sulla curva = prezzo ≠ della curva = variazioni della curva.

22 EQUILIBRIO DI DOMANDA E OFFERTA
Domanda e offerta interagiscono per produrre un prezzo e una quantità di equilibrio, ossia l’equilibrio di mercato. Al prezzo di equilibrio la quantità che i consumatori desiderano acquistare è = alla quantità che i produttori desiderano vendere. Tale situazione è definita di equilibrio in quanto quando la domanda e offerta si eguagliano non vi sono motivi per un rialzo o abbasso dei prezzi, a condizione che gli altri elementi rimangano invariati.

23 ELASTICITA’ DI DOMANDA rispetto AL PREZZO:
Elasticità della domanda rispetto al prezzo = elasticità rispetto al prezzo = variazione percentuale della quantità domandata divisa per la variazione percentuale del prezzo. Δ Q / Δ P = in % Formula = Ed variazione percentuale della quantità domandata variazione percentuale del prezzo elasticità rispetto al prezzo può essere rappresentata anche in forma grafica domanda perfettamente anelastica = curva di domanda verticale - domanda infinitamente elastica = curva di domanda orizzontale calcolo dell’elasticità su grafico = elasticità e pendenza = mentre nei casi estremi di domanda perfettamente elastica e domanda perfettamente anelastica possono essere individuati unicamente dalla pendenza delle curve di domanda, nei casi intermedi, che interessano praticamente tutti i beni per calcolare infatti l’elasticità di una retta in un determinato punto = rapporto tra la lunghezza del segmento sotto il punto e quella del segmento sopra il punto preso in considerazione. Oppure si può tracciare la retta tangente alla curva nel punto desiderato, calcolare Ed della retta in quel punto. Così si ottiene l’elasticità della curva nel punto. ELASTICITA’ DI DOMANDA rispetto AL PREZZO: domanda elastica rispetto al prezzo = Ed > 1 domanda anelastica rispetto al prezzo =. Ed < 1 domanda elastica unitaria = Ed = 1

24 ELASTICITA’ E RICAVO: Un aumento del prezzo aumenta o diminuisce i ricavi? Siccome la spesa per il consumatore rappresenta il ricavo del venditore questa è una domanda di vitale importanza per molte imprese. ricavo totale = prezzo per quantità (PxQ) - se domanda anelastica rispetto al prezzo = diminuzione prezzo riduce il ricavo totale - se domanda elastica rispetto al prezzo = diminuzione prezzo aumenta il ricavo totale - se domanda è elastica unitaria = diminuzione prezzo non modifica il ricavo totale L’elasticità è utile per spiegare uno dei più famosi paradossi dell’economia: il paradosso del raccolto abbondante. Immaginiamo un anno in cui il clima sia particolarmente favorevole per l’agricoltura. Alla fine dell’anno gli agricoltori scopriranno che i loro ricavi sono diminuiti. Come può succedere? La risposta risiede nell’elasticità della domanda dei generi alimentari. I mercati dei generi alimentari di prima necessità come grano e mais tendono a essere anelastici, perché il consumo di tali beni non varia sensibilmente in relazione al prezzo. Questo perché l’aumento dell’offerta tende ad abbassare il prezzo, ma la diminuzione del prezzo non influisce molto sulla quantità domandata: la scarsa elasticità rispetto al prezzo dei generi alimentari significa che raccolti abbondanti (valore elevato di Q) tendono ad essere associati a ricavi modesti ( basso valore di PxQ)

25 ELASTICITA’ dell’OFFERTA RISPETTO AL PREZZO
elasticità dell’offerta rispetto al prezzo = variazione percentuale della quantità offerta divisa per la variazione percentuale del prezzo. ΔQ/ΔP offerta perfettamente anelastica = curva verticale = es la quantità offerta sia fissa come nel caso di beni deperibili come pesce fresco che viene portato al mercato per essere venduto a qualsiasi prezzo si possa ottenere. Curva verticale offerta infinitamente/perfettamente elastica = estremo opposto. Supponiamo che una riduzione minima del prezzo faccia precipitare a zero la quantità offerta e che, al contrario, un aumento minimo determini un’offerta indefinitamente ampia. In questo caso il rapporto tra la variazione percentuale della quantità offerta e la variazione percentuale del prezzo è estremamente elevato e dà origine a una curva di offerta orizzontale. Curva orizzontale offerta a elasticità unitaria = l’elasticità dell’offerta rispetto al prezzo è pari a 1, l’aumento % della quantità offerta è = all’aumento % del prezzo. Linea retta ELASTICITA’ dell’OFFERTA RISPETTO AL PREZZO LE DEFINIZIONI DI ELASTICITA’ DELL’OFFERTA RISPETT OAL PREZZO SONO UGUALI A QUELLE DELL’ELASTICITA’ DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO. L’UNICA DIFFERENZA = per l’offerta la risposta quantitativa alle variazione del prezzo è positiva, mentre per domanda è negativa, anche se poi si considerano entrambi positive per comodità.

26 Fattori che determinano l’elasticità dell’offerta: 1) se input sono facilmente reperibili ai prezzi di mercato correnti (es industria tessile) è possibile incrementare considerevolmente l’output con un aumento limitato dei prezzi. In questo caso l’elasticità dell’offerta è relativamente elevata. Se invece capacità produttiva è strettamente limitata ( es miniere d’oro Sud Africa) anche un aumento rilevante del prezzo dell’ora non produrrà grosse variazioni della produzione. In questo caso offerta è anelastica. 2) il periodo di tempo preso in considerazione. Man mano che tempo aumenta a disposizione dei produttori per far fronte a tale cambiamento = variazione di prezzo tende ad avere un effetto maggiore sulla quantità offerta. In seguito ad un aumento di prezzi nel breve periodo le imprese potrebbero non essere in grado di aumentare gli input di lavoro, materiali e capitali, per cui l’offerta sarà particolarmente anelastica rispetto al prezzo. Con il passare del tempo le imprese potranno invece assumere più personale, costruire nuovi stabilimenti e aumentare la propria capacità produttiva determinando in tal modo un aumento dell’elasticità dell’offerta.

27 UTILITA’ MARGINALE UTILITA’ 4 capitolo
Incremento di utilità per il consumatore = unità aggiuntiva apportata dall’ultima unità consumata di bene. In economia l’espressione marginale viene sempre usata con il significato di “aggiuntivo”. La spiegazione del comportamento del consumatore si basa sulla premessa fondamentale che gli individui tendono a scegliere quei beni e servizi ai quali attribuiscono il valore maggiore. Per descrivere il modo in cui i consumatori scelgono tra diverse possibilità di consumo, un secolo fa gli economisti svilupparono la nozione di utilità, dalla quale sono state derivate le proprietà della curva di domanda. Utilità = soddisfacimento; più precisamente questo termine si riferisce all’intensità con la quale determinati bene e servizi vengono preferiti dai consumatori. Non è una funzione psicologica o una sensazione che si può osservare, ma è un concetto scientifico utilizzato dagli economisti per capire il modo in cui i consumatori razionali ripartiscono le loro risorse limitate tra i beni che consentono di sodisfare i loro bisogni. Legge dell’utilità marginale decrescente = legge che afferma che l’utilità marginale, o aggiuntiva, diminuisce se un individuo consuma quantità sempre maggiori di un determinato bene. In altre parole in base a questa legge se si consumano quantità sempre maggiori di un bene, l’utilità totale cresce sempre più lentamente, perché l’utilità marginale diminuisce all’aumentare del consumo del bene. L’utilità marginale decrescente deriva dal fatto che il soddisfacimento procurato dal consumo del bene diminuisce all’aumentare della quantità consumata. Dunque riassumendo = all’aumentare del consumo di un bene l’utilità marginale di quel bene tende a diminuire.

28 Regola fondamentale del comportamento del consumatore
Nella teoria della domanda si dice che gli individui massimizzano la propria utilità. Ma come spiegare la massimizzazione dell’utilità utilizzando il concetto di utilità marginale? Col principio secondo cui un individuo deve effettuare le proprie scelte di consumo in modo che ogni singolo bene fornisca la stessa utilità marginale per euro di spesa. Se ciò avviene = massimo soddisfacimento, ossia la massima utilità dagli acquisti effettuati. La condizione essenziale per ottenere dunque la massima soddisfazione o utilità è che di fronte ai prezzi di mercato dei beni, un consumatore con un dato reddito ottenga il massimo soddisfacimento quando l’utilità marginale dell’ultimo euro speso per un bene è esattamente uguale all’utilità marginale dell’ultimo euro speso per qualsiasi altro bene.

29 Allocazione ottimale del tempo
Secondo questa teoria ogni individuo deve sapere distribuire il proprio tempo così come ripartisce le proprie finanze. Non si tratta di una scelta economica ma di una legge di scelta razionale. Tale compito non è affatto semplice in quanto tutti noi disponiamo solo di 24 ore al giorno. Quale è il modo migliore di distribuire il tempo? Se per esempio vogliamo massimizzare la nostra conoscenza delle materie studiate all’università, ma disponiate di un tempo limitato, non è consigliabile dedicare lo stesso tempo a tutte le materie, perché ci accorgeremmo che dedicando lo stesso tempo allo studio di economia, storia, linguistica italiana non otterremmo la stessa quantità di conoscenza nell’ultimo minuto di studio di ciascuna delle tre materie. Se l’ultimo minuto produce una maggiore conoscenza marginale in economica piuttosto che in storia, potrete accrescere la vostra conoscenza totale dedicando minuti aggiuntivi allo studio in economia e riducendo i minuti dedicati alla storia, proseguendo in questo modo fino a quando l’ultimo minuto produrrà la medesima conoscenza marginale in ciascuna materia. Perché l’obiettivo è proprio questo = utilità marginale dell’ultimo minuto ( = euro speso ) di una materia (= di una bene ) deve essere uguale a quella della altre materie (= degli altri beni)

30 La curva dell’indifferenza
Un secolo fa l’economista Vilfredo Pareto scoprì che tutti gli elementi importanti della teoria della domanda potevano essere analizzati senza ricorrere al concetto dell’utilità. Pareto sviluppò quelle che oggi vengono definite curve d’indifferenza. Supponiamo che un consumatore acquisti combinazioni diverse di beni, che definiamo paniere (es generi alimentari e vestiario) a prezzi dati e supponiamo gli sia indifferente ottenere il primo o il secondo, e consideriamo ulteriori panieri riguardo ai quali il consumatore è ugualmente indifferente. Le combinazioni generi alimentari-vestiario che procurano lo stello livello di soddisfacimento sono rappresentate da un curva d’indifferenza continua.

31 Supponiamo che il consumatore disponga di un reddito fisso
Supponiamo che il consumatore disponga di un reddito fisso. Supponiamo possa spendere 6 euro al giorno e che il prezzo di ciascuna unità di generi alimentari e 1 euro per il vestiario. E’ chiaro che il consumatore potrebbe spendere il proprio denaro per acquistare una qualsiasi delle numerose combinazioni alternative di generi alimentari e vestiario e la retta di bilancio nel grafico riassume tutte le possibili combinazioni dei due beni che esauriscono il reddito del consumatore. La pendenza della retta è il rapporto tra il prezzo dei generi alimentali e quello del vestiario. La retta è dunque la retta di bilancio o vincolo di bilancio. Vincolo di bilancio

32 Effetto di sostituzione e effetto reddito
Un consumatore infatti acquista meno per due motivi: o prezzi aumentano o il suo reddito reale diminuisce. Gli effetti di reddito e di sostituzione si combinano per determinare le caratteristiche principali dei diversi beni. effetto di sostituzione Se il prezzo del caffè sale la domanda di caffè diminuisce e il consumo di prodotto che possono sostituirlo in qualche modo aumenta: es te. Dunque per l’effetto di sostituzione quando il prezzo di un bene aumenta i consumatori tendono a sostituire il bene diventato più costoso con altri beni, per soddisfare i propri bisogni in modo più economico. effetto di reddito = indica l’impatto di una variazione di prezzo sulla quantità domandata di un bene risultante dall’effetto che si genere sui redditi reali dei consumatori in conseguenza della variazione del prezzo. Poiché il reddito reale inferiore in genere determina una riduzione del consumo, di norma l’effetto reddito rafforza l’effetto di sostituzione, contribuendo a far sì che la curva di domanda abbia pendenza negativa.

33 PICCOLO TEST = collega le definizioni di beni alle immagini giuste
- beni inferiori = il cui consumo può diminuire all’aumentare del reddito in quanto possono essere sostituiti con altri beni più apprezzati e più costosi. - beni sostitutivi = se aumenta il prezzo del bene A questo determina una maggiore domanda e quantità acquistata del bene B. - beni complementari = un aumento del prezzo del ben A provoca una diminuzione della domanda del bene complementare B. - beni indipendenti = una variazione del prezzo di un bene non ha effetti sulla domanda dell’altro bene. E E

34 La funzione di produzione
5 capitolo

35

36 Prodotto marginale = prodotto aggiuntivo o output aggiunto da 1 unità addizionale di quel tipo di input, mentre tutti gli altri input sono mantenuti costanti. Prodotto totale = quantità totale di output prodotto in unità fisiche Prodotto medio = misura l’output totale diviso per le unità totali di input Legge dei rendimenti decrescenti:  Le funzioni di produzione sono utili per capire questa legge  Questa legge afferma che aggiungendo quantità addizionali di un input e mantenendo costanti tutti gli altri si otterranno quantità aggiuntive di output sempre minori. RENDIMENTI DI SCALA EFFETTI DEGLI INCREMENTI DI SCALA DEGLI INPUT SULLA QUANTITA’ PRODOTTA. RIFLETTONO CUNQUE LA REAZIONE DEL PRODOTTO TOTALE QUANDO TUTTI I FATTORI AUMENTANO PROPORZIONALENTE. VI SONON TRE CASI IMPORTANTI - rendimenti di scala costanti = una variazione di tutti gli input porta ad una variazione proporzionale dell’output - rendimenti di scala crescenti (=economie di scala ) = una variazione di tutti gli input produce un aumento più che proporzionale del livello di output -rendimenti di scala decrescenti = un aumento proporzionale di tutti gli input porta ad un incremento meno che proporzionale dell’output totale. -

37 La produzione non richiede solo lavoro e terra, ma anche TEMPO
La produzione non richiede solo lavoro e terra, ma anche TEMPO! Nella produzione si distinguono: - breve periodo = quello in cui le imprese possono variare la produzione modificando i fattori variabili, come materiali e lavoro, ma non i fattori fissi come il capitale - lungo periodo = quello in cui le imprese hanno la possibilità di variare tutti i fattori, incluso il capitale. E PER QUANTO RIGUARDA L’INNOVAZIONE… - innovazione di processo = quando migliorano o vengono introdotte tecniche produttive - innovazioni di prodotto = quando vengono introdotti nuovi prodotti o prodotti migliori sul mercato

38 Per quanto riguarda le imprese vi lascio al video realizzato da alcuni colleghi 

39 6 capitolo I COSTI - Costo totale = costo minimo totale necessario per produrre ciascun livello di output q e aumenta al crescere di q Costo totale = Costo variabile + costo fisso - Costo fisso ( o generale o non recuperabile ) = spesa totale che deve essere sostenuta anche se non viene prodotto nulla e non è influenzato dalle variazioni della quantità di output. E’ costituito da elementi come canoni d’affitto di una fabbrica o di un ufficio, gli oneri contrattuali per le attrezzature, i pagamenti degli interessi sui debiti.. - Costo variabile = spese che variano al variare del livello di output(compresi salari, materie prime, carburante) e include tutti i costi diversi da quelli fissi.

40 costo marginale = costo aggiuntivo sostenuto per produrre 1 unità addizionale di output
Costo totale medio ( o unitario ) = costo totale / output Può essere fisso = costo fisso / output o variabile = costo variabile / output RELAZIONE FRA COSTO MARGINALE E COSTO MEDIO/UNITARIO: - costo marginale < costo totale unitario = il primo spinge il secondo verso il basso - costo marginale = costo totale unitario = quest’ultimo non sale e non scende e si trova al livello minimo - costo marginale > costo totale unitario = il primo spinge il secondo verso l’alto. REGOLA DEL COSTO MINIMO  per produrre un dato livello di output al costo minimo, un’impresa deve acquistare i diversi input fino a quando il prodotto marginale per euro speso per ciascun input è uguale. Una conseguenza delle regola del costo minimo è la REGOLA DELLA SOSTITUZIONE = se il prezzo di un fattore diminuisce e quello degli altri rimangono costanti un’impresa sostituirà il fattore divenuto meno caro con altri fattori.

41 MERCATO PERFETTAMENTE CONCORRENZIALE
7 capitolo MERCATO PERFETTAMENTE CONCORRENZIALE 1) l’impresa concorrenziale massimizza i profitti 2) la concorrenza perfetta è un mondo di imprese atomistiche che accettano i prezzi, dunque le imprese sono talmente piccole che non possono influenzare il prezzo di vendita del prodotto (pricetaker) 3) assenza di barriere all’ingresso dell’industria 4) il mercato è trasparente = informazione libera e gratuita 5) un’impresa perfettamente concorrenziale vende un prodotto omogeneo ovvero un prodotto identico a quello venduto dai suoi concorrenti 6) per l’impresa concorrenziale la curva di domanda (dd) è perfettamente orizzontale 7) il ricavo aggiuntivo derivante dalla vendita di ciascuna unità supplementare è pertanto pari al prezzo di mercato.

42 OFFERTA CONCORRENZIALE
COSTO MARGINALE = PREZZO Regola dell’offerta di un’impresa in concorrenza perfetta = un’impresa che mira a massimizzare i profitti stabilisce un livello di produzione al quale il costo marginale è uguale al prezzo. Questo perché l’impresa può incrementare i profitti fino a quando il prezzo supera il costo marginale dell’ultima unità. Il profitto totale raggiunge il punto massimo quando vendendo quantità aggiuntive di output non si ottengono profitti aggiuntivi. Nel punto di massimo profitto l’ultima unità prodotta garantisce un ricavo uguale al costo di quella unità. Il ricavo aggiuntivo è il prezzo per unità mentre il costo aggiuntivo è il costo marginale. Graficamente questo vuol dire che la curva del costo marginale = curva di offerta Punto di profitto economico zero = livello di produzione al quale i profitti economici dell’impresa sono pari a zero. Punto di chiusura = il livello critico del prezzo di mercato al quale i ricavi corrispondono esattamente al costo variabile (o al quale le perdite sono uguali ai costi fissi). Se i prezzi sono superiori al punto di chiusura, il livello di produzione verrà mantenuto sulla curva del costo marginale, in quanto anche se l’impresa fosse in perdita, tale perdita aumenterebbe se si interrompesse l’attività. Se i prezzi sono inferiori al punto di chiusura, l’impresa cesserà di produrre perché in tal modo perderebbe solo i costi fissi.

43 EQUILIBRIO NEL BREVE E LUNGO PERIODO
Equilibrio nel breve periodo = quando l’aumento o la diminuzione dell’output non comporta variazioni delle quantità fisse di impianti e attrezzature Equilibrio nel lungo periodo = quando tutti i fattori sono variabili, per cui nuove imprese possono entrare nell’industria o vecchie imprese possono uscirne Esiste un punto di pareggio critico al di sotto del quale il prezzo nel lungo periodo non può perdurare senza che le imprese siano costrette a interrompere l’attività. In altre parole il prezzo nel lungo periodo deve coprire i costi vivi ( lavoro, materiali, attrezzature e imposte) e i costi - opportunità. Per poter continuare a produrre un’impresa deve presentare profitti economici pari a zero o positivi che cioè tengano conto sia dei costi monetari sia dei costi – opportunità. Il prezzo nel lungo periodo deve dunque essere uguale o maggiore del costo totale unitario. P=CM=CU nel lungo periodo = prezzo di pareggio

44 CONCORRENZA IMPERFETTA e MONOPOLIO
8 capitolo CONCORRENZA IMPERFETTA e MONOPOLIO Concorrenza imperfetta = monopolio + oligopolio + concorrenza monopolistica. Tutte sono situazioni di mercato in cui, con varia intensità, l’impresa riesce a controllare il prezzo di vendita del prodotto sul mercato. Esse di definiscono concorrenza imperfetta e hanno in comune un risultato = dato un certo livello di tecnologia i prezzi sono superiori e l’output è inferiore rispetto alla concorrenza perfetta. La concorrenza imperfetta prevale in un’industria quando i singoli venditori hanno un determinato controllo sul prezzo del loro prodotto. Infine la differenza tra concorrenza imperfetta e perfetta può anche essere analizzata in termini di elasticità rispetto al prezzo= in concorrenza perfetta la domanda per un’impresa è perfettamente elastica, in concorrenza imperfetta essa risente di una elasticità limitata. Monopolio = caso estremo di concorrenza imperfetta, dove un unico venditore ha il totale controllo di un’industria ed è l’unico produttore nella sua industria. Esempi odierni sono rari: società farmaceutica che scopre un nuovo farmaco miracoloso e riceve un brevetto che le garantisce l’esclusiva delle vendite per un determinato numero di anni oppure concessioni di servizio locali come l’acqua, dove il servizio è offerto da un unico venditore. Uno dei rari esempi di monopolio senza concessioni statali è Microsoft Windows

45 Ma perché esiste la concorrenza imperfetta?
Le industrie tendono a essere caratterizzare da pochi venditori in presenza di importanti economie di produzione su vasta scala e di costi decrescenti. I mercati tendono inoltre alla concorrenza imperfetta quando l’ingresso di nuovi concorrenti nell’industria è ostacolato. Le cosiddette barriere all’ingresso. Barriere d’ingresso più comuni  economie di scala  restrizioni legali  elevati costi d’ingresso  pubblicità  differenziazione dei prodotti Ricavo marginale e prezzo = il ricavo marginale (RM) è l’incremento del ricavo totale derivante dalla vendita di un’unità aggiuntiva. Il ricavo marginale può essere sia positivo che negativo. Se è negativo = domanda è anelastica e per vendere unità aggiuntive l’impresa deve diminuire il prezzo delle unità precedenti. Se è positivo = la domanda è elastica Se è nullo = la domanda è a elasticità unitaria

46 OLIGOPOLIO E TEORIA DEI GIOCHI
9 capitolo Oligopolio = mercati composti da un piccolo numero di imprese tra loro concorrenti. Significa «pochi venditori» Da 2 a 15 imprese circa. Ma soprattutto queste imprese possono influire sul prezzo di mercato. Sono abbastanza numerose Potere di mercato = grado di controllo esercitato da una singola impresa o da un numero limitato di imprese sul prezzo e sulle decisioni relative alla produzione in un’industria. Se il controllo è assoluto ci troviamo nel caso del monopolio, se assente in concorrenza perfetta. Rapporto di concentrazione di un’industria = misura più comune del potere di mercato. Quello su quattro imprese viene definito come la percentuale del prodotto totale dell’industria dovuta alle quattro maggiori imprese e analogamente il rapporto di concentrazione su otto imprese è la percentuale di prodotto fornita dalle otto imprese principali. In un monopolio il rapporto sarebbe pari a 100%, mentre in concorrenza perfetta sarebbe vicino allo zero. Alternativa al rapporto di concentrazione di un’industria è l’indice di concentrazione Herfindahl- Hirschman che secondo alcuni economisti rileverebbe meglio il ruolo dominante delle imprese. Esso è data dalla somma del quadrato delle quote di mercato di tutte le imprese operanti sul mercato e in situazione di concorrenza perfetta sarebbe vicino a zero mentre in monopolio assoluto sarebbe

47 Oligopolio collusivo = le imprese possono decidere di cooperare o non cooperare. Le imprese che non cooperano quando agiscono per proprio conto senza alcun accordo con altre imprese spesso iniziano una vera e propria guerra dei prezzi. Le imprese cooperano quando cercano di ridurre al minimo la concorrenza: si parla dunque di collusione. Due o più imprese dunque fissano di comune accordo i livelli di prezzo e di produzione, si suddividono il mercato e prendono congiuntamente altre decisioni. Quando gli oligopolisti possono colludere per massimizzare i profitti comuni generano prezzi, quantità e profitti di monopolio. Il mondo degli affari è ricco di interazioni strategiche tra i concorrenti e per analizzarne i risultati gli economisti si basano su un’affascinante area della teoria economica chiamata teoria dei giochi. Di seguito alcune affermazioni riguardo questa teoria: all’aumentare del numero di oligopolisti non cooperativi il prezzo e la quantità dell’industria tendono ad avvicinarsi alla situazione del mercato perfettamente concorrenziale - se le imprese decidono di colludere piuttosto che competere, il prezzo e la quantità del mercato saranno simili a quelli del monopolio - spesso l’equilibrio nell’oligopolio non è stabile. L’interazione strategica può condurre a risultati instabili quando le imprese minacciano e scatenano guerre dei prezzi, si arrendono di fronte alle imprese più forti, puniscono rivali più deboli, palesano le loro intenzioni o escono dal mercato.

48 La teoria dei giochi Strategia dominante  caso più semplice. Questa situazione si verifica quando un giocatore dispone di una strategia migliore indipendentemente dalla strategia dell’altro. Se tutti i giocatori dispongono di una strategia dominante si ottiene l’equilibrio dominante. Equilibrio di Nash o equilibrio non cooperativo = non si ha una collusione nemmeno una cooperazione e ogni parte sceglie la strategia più adatta alle proprie esigenze senza tener conto degli altri giocatori o del benessere della società. L’equilibrio di Nash è un equilibrio perfettamente concorrenziale in cui ciascuna imprese e ciascun consumatore prendono le proprie decisioni considerando come dati i prezzi fissati da altri, ma può essere inefficiente per entrambi i giocatori. Un esempio evidente lo si ha con il dilemma del prigioniero. Non importa quello che fa l’altro: in questo caso è sempre meglio confessare e agire egoisticamente ottenendo una condanna più lunga di quanto otterrebbero agendo in modo collusivo o altruistico

49 Concorrenza monopolistica
10 capitolo Concorrenza monopolistica MOLTI VENDITORI CHE OFFRONO PRODOTTI DIFFERENZIATI = ALLA CONCORRENZA PERFETTA  venditori sono numerosi nessuno possiede una quota di mercato ≠ DALLA CONCORRENZA PERFETTA  differenziazione dei prodotti ( qualità e posizione dei prodotti) Significa che ciascun venditore può alzare o abbassare i prezzi più di quanto non accada in un mercato perfettamente concorrenziale. - Il modello della concorrenza monopolistica consente di capire meglio un aspetto del capitalismo moderno: il tasso di profitto nel lungo periodo tende a zero man mano che nuove imprese fanno ingresso nell’industria con nuovi prodotto differenziati. In concorrenza monopolistica l’equilibrio di lungo periodo è caratterizzato da prezzi superiori ai costi marginali, ma anche da profitti economici ridotti a zero.

50 DETERMINAZIONE DEI SALARI
12 capitolo DETERMINAZIONE DEI SALARI La misura in genere utilizzata per indicare il «prezzo» del lavoro dagli economisti è il salario medio reale che rappresenta il potere d’acquisto di un’ora di lavoro, ossia Il salario monetario / il costo della vita. DOMANDA DI LAVORO  RIFLETTE LA PRODUZIONE MARGINALE DI QUEL TIPO DI OUTPIUT Dunque … quando aumenta la produttività marginale? 1) quando i lavoratori interagiscono con maggiori quantità o migliori quantità di beni capitali 2) quando i lavoratori sono più esperti o istruiti rispetto a lavoratori con minori quantità di capitale umano 3) maggiore progresso tecnologico 4) qualità di input del lavoro Questo spiega anche perché i livelli salariali sono tanto diversi da Stato a Stato. OFFERTA DI LAVORO = numero di ore che la popolazione desidera dedicare ad attività remunerative in fabbriche, fattorie, imprese, enti pubblici o organizzazioni senza fine di lucro. I tre elementi chiave dell’offerta di lavoro sono le ore lavorative, la partecipazione alla forza lavoro e l’immigrazione.

51 POPOLAZIONE E LIMITAZIONE DELLE RISORSE
16 capitolo Teoria malthusiana della crescita demografica. Si basa sulla legge dei rendimenti decrescenti, in base alla quale Malthus sosteneva che la popolazione sarebbe cresciuta secondo una professione esponenziale, raddoppiando pressappoco ogni generazione, mentre a ciascun membro della popolazione in aumento sarebbero corrisposte quantità sempre minori di terra e risorse naturali. L’output sarebbe diminuito fino a giungere ad un livello di sussistenza vicino alla fame. POPOLAZIONE E LIMITAZIONE DELLE RISORSE Critiche  Ignorava la possibilità del progresso tecnologico e l’importanza del controllo delle nascite quale strumento per ridurre la crescita della popolazione

52 L’economia delle risorse naturali
Le risorse naturali sono non rinnovabili se la loro offerta è essenzialmente fissa e non si rigenerano rapidamente. Le risorse rinnovabili si rigenerano regolarmente e, se gestite adeguatamente, possono produrre servizi utili per un tempo indeterminato. Risorse naturali appropriabili = quando le imprese o i consumatori possono ricavarne la totalità del benefici. Es. petrolio, gas, carbone ≠ inappropriabili = quando i costo o i benefici che ne derivano non si ripercuotono sui proprietari, dunque comportano esternalità.

53 Contenimento delle esternalità: l’economia ambientale
Uno dei principali fallimenti del mercato = l’aumento delle esternalità = quando i costi ( o benefici ) si ripercuotono su altri individui senza che questi ricevano un pagamento (o paghino) per costi(o benefici) sostenuti ( o ricevuti ). Esempio più evidente = beni pubblici come la Difesa nazionale il cui consumo viene ripartito equamente tra gli individui di gruppo, nessuno dei quali può esserne escluso. Altri esempi sono la sanità pubblica, le invenzioni, i parchi, le dighe. Un’economia di mercato non regolamentata invece produce eccessive quantità di inquinamento e riduzioni insufficienti. Lo Stato dispone di vari strumenti con i quali correggere le inefficienze derivanti dalle esternalità, tra cui negoziazioni e regole di responsabilità civile, standard di emissione di sostanze inquinanti e imposte sulle emissioni.

54 LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO
17 capitolo La teoria della distribuzione riguarda la questione essenziale  per chi devono essere prodotti i beni economici. Nell’esaminare come si determinano i prezzi sul mercato dei diversi fattori di produzione la teoria della distribuzione considera in che modo la domanda e l’offerta di tali fattori sono interconnesse e come determinano tutti i tipi di salari, rendite, tassi di interesse e profitti. Reddito = entrate totali incassate da un individuo o famiglia in un determinato periodo di tempo( un anno solitamente) ed è costituito da redditi da lavoro, redditi da capitale e trasferimenti pubblici. Patrimonio = valore monetario netto delle attività possedute in un certo momento. Si accumula mentre il reddito è un flusso per unità temporale. Reddito nazionale = redditi da lavoro e dai redditi da capitale generati da un sistema economico in un anno. Lo Stato riceve una parte del reddito nazionale sotto forma di imposte e restituisce parte dell’incasso tramite i trasferimenti. Reddito personale al netto delle imposte di un individuo = rendimenti di tutti i fattori di produzione di sua proprietà(lavoro e capitale), più i trasferimenti pubblici, meno le imposte La teoria della distribuzione del reddito basata sulla produttività marginale analizza il modo in cui il reddito nazionale viene distribuito tra i diversi fattori. La concorrenza di numerosi proprietari terrieri e lavoratori fa sì che i prezzi dei fattori eguaglino i rispettivi prodotto marginali e tale processo consente di distribuire esattamente il 100% del prodotto. LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO

55 Le fonti di disuguaglianza
La curva di Lorenz = strumento utile per misurare le disparità nella distribuzione del reddito. Essa indica la percentuale del reddito totale destinata al più povero 1% della popolazione, al più povero 10%, al più povero 95% e così via. Il concetto di povertà è relativo. Negli Stati Uniti la povertà è stata definita in termini di spesa adeguata per un consumo di sussistenza; anche il concetto di sussistenza, d’altra parte, è legato al contesto storico-sociale Per spiegare la disuguaglianza nella distribuzione del reddito occorre considerare separatamente il reddito da lavoro, che variano in base alle differenze di capacità, ritmi di lavoro e differenti retribuzioni, e il reddito da capitale, che è distribuito in modo più disuguale rispetto al reddito di lavoro. L’eredità aiuta i figli delle famiglie abbienti a partire avvantaggiati rispetto a un individuo medio.

56 COME AGIRE? POLITICHE CONTRO LA POVERTA’
Tre tipi di equità = uguaglianza di diritti politici, come quello al voto parità di opportunità equità dei risultati L’assistenza sanitaria = è uno dei settori più vasti in rapida evoluzione del sistema economico. Questo settore è caratterizzato da numerosi fallimenti del mercato che rendono necessario il massiccio intervento pubblico. I sistemi sanitari presentano esternalità importanti che includo la prevenzione delle malattie infettive e le scoperte biomediche. Esistono inoltre asimmetrie del mercato come le informazioni asimmetriche tra medici e pazienti e tra pazienti e compagnie assicurative. Data l’importanza della salute per il benessere degli individui e per la produttività di lavoro, i governi si sforzano di garantire alla popolazione un livello minimo di assistenza sanitaria


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