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L’avvento del Fascismo

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Presentazione sul tema: "L’avvento del Fascismo"— Transcript della presentazione:

1 L’avvento del Fascismo 1919-1922
CLASSE V

2 Il dopoguerra La crisi del dopoguerra fu dura anche in Italia per differenti motivi Motivi economici Motivi sociali Motivi politici interni Motivi di politica estera

3 Motivi economici La situazione economica italiana nel 1918 è molto critica Troppe spese per la guerra Aumento debito pubblico Necessità di stampare moneta - svalutazione Difficoltà nella riconversione industriale Disoccupazione Forte divario economico: rottura degli equilibri sociali

4 I problemi sociali A questi problemi economici si legano anche molti problemi sociali La difficoltà nella riconversione industriale porta disoccupazione e occupazione di terre Nascita e sviluppo dei sindacati

5 I sindacati La situazione provoca una grande crescita sindacale
dati x 1000 La situazione provoca una grande crescita sindacale Nascono nuovi sindacati Aumentano gli iscritti (v.grafico) Aumentano soprattutto le giornate di sciopero

6 Scioperi e scioperanti

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8 I successi degli scioperi
Notevoli aumenti salariali (anche se non tali da coprire l’inflazione) Revisione dei patti di mezzadria Giornata lavorativa di 8 ore Solo il ceto medio non trae vantaggi

9 Riassumendo…

10 Il ceto medio Militari, impiegati, studenti, commercianti furono i + danneggiati dall’inflazione I troppi scioperi facevano temere una svolta bolscevica Da qui il risentimento verso i socialisti accusati di disfattismo Delusione per la “Vittoria mutilata”

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12 La “Vittoria mutilata”
Fu il cavallo di battaglia del Nazionalismo Orlando venne accusato di debolezza per non aver preso la Dalmazia Nel 19 D’Annunzio occupa Fiume L’anno dopo Giolitti firma il Trattato di Rapallo che consegna all’Italia solo Zara Fiume diviene Stato libero e D’Annunzio è scacciato con la forza

13 La situazione politica*
Il 1919 è un anno cruciale per la politica Nasce il Partito Polare di Don Sturzo I cattolici rientrano così sulla scena politica dopo 50 anni In marzo nasce anche a Milano il Movimento Fascista di Benito Mussolini Il Partito polare nasce per volere del Vaticano che vedeva in crisi il liberalismo e temeva l’avanzata del socialismo. Il piano politico, oltre alla difesa dei valori propriamente cattolici chiedeva anche un avanzato piano riformista: 1-eliminazione del latifondo 2-elezioni con sistema proporzionale 3-voto alle donne 4-leva volontaria 5-autonomie locali e regionali Era assente invece un’analisi approfondita dei problemi del proletariato industriale. La sua vera forza fu l’interclassismo Il movimento fascista fu agli inizi confuso e demagogico: “Noi ci permettiamo il lusso di essere aristocratici e democratici, conservatori e progressisti, legalitari e illegalitari a seconda delle circostanze”

14 Le elezioni del 19* Nel 19 si tengono anche le prime elezioni del dopoguerra Viene adottato il sistema proporzionale Grosso successo dei Popolari (100 deputati) e dei socialisti (156) Insuccesso totale dei fascisti Si forma una coalizione governativa debole guidata dal democratico Nitti Il sistema proporzionale agevola i partiti rigidi e dove conta di + l’organizzazione di partito che la personalità del candidato e pertanto agevola il PSI contro i liberali La dimostrazione di ciò viene dal fatto che, se nel 13 si fosse votato con il proporzionale, i socialisti avrebbero avuto 89 deputati invece di 52 e i liberali 242 invece di 270 In questo caso a trarne vantaggio è anche il partito Popolare. Bisogna comunque considerare i numeri: nel 13 il PSI ottiene voti nel 19 invece un successo enorme se si pensa che il PSI è il partito che si era opposto alla guerra poi vinta e che dopo Caporetto incitava il popolo a chiudere subito la guerra e che venne accusato di sabotaggio Con la vittoria alle amministrative del 20 (1/4 dei comuni) e + di 2 milioni di iscritti alla CGL il PSI sembra fortissimo, in crescita e invincibile

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17 La crisi del Partito Socialista
I successi dei movimenti operai e l’afferma zione elettorale non possono essere sfruttati al meglio dal PSI Esso è infatti diviso al suo interno tra 1921: nasce il partito comunista di Gramsci e Bordiga

18 Gli scioperi del 1920 Preoccupati dal successo elettorale del PSI gli industriali non fecero + concessioni La lotta si indurisce con la serrata del 20 La FIOM risponde con l’occupazione delle fabbriche Giolitti rifiutò di intervenire con la forza e il movimento si spense. Momento chiave La rivolta servì solo ad acuire i conflitti sociali

19 Gli interventi in campo economico
I conflitti sociali si acuiscono anche a causa della crisi economica Per uscire dalla crisi Giolitti propone

20 Conseguenze Qs. interventi non vennero accettati tranquillamente
Le classi colpite fecero ricadere la colpa sui movimenti operai Approfitta del malcontento Mussolini che comincia a proporre una svolta autoritaria

21 Il movimento fascista Autunno 1920: nascono le squadre d’azione fasciste (le “squadracce”) Operano nelle campagne del Nord Italia Sono finanziate dai proprietari terrieri per piegare i sindacati che avevano ottenuto grossi successi Hanno come obbiettivo le sedi e le personalità del PSI e dei sindacati E’ soprattutto dopo le occupazioni delle fabbriche che i fascisti si fanno + violenti e ciò dimostra che dietro le squadracce c’erano agrari e industriali esasperati dagli scioperi. I fascisti infatti con le minacce e le botte costringono i braccianti e gli operai ad accettare salari + bassi e per questo vengono pagati dai padroni. E’ un fatto che proprio quando la rivoluzione sembra scongiurata la crescita del fascismo si fa rapidissima Anche la piccola borghesia sostiene i Fascisti, non perchè vogliono la rivoluzione, ma perchè vogliono l’ordine e vogliono ridare all’Italia la dignità offesa dai trattati di pace

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23 Le reazioni del governo*
L’appoggio ai fascisti fu dapprima solo degli agrari e della piccola borghesia Col tempo le azioni si fecero + numerose e anche clamorose (occupaz.di Bologna) Il governo non intervenne mai con la forza Anche Giolitti in fondo sperava di piegare così il movimento socialista Questo fu l’errore storico del liberalismo Anzi Giolitti come vedremo non si accorse mai del pericolo fascista, ma cercò addirittura di portarlo al governo così come fece col PSI ad inizio secolo. Pensava: “Darò a Mussolini 2-3 ministeri e così rientrerà nella legalità” Quanto si pentirà di questa cecità quando resterà negli anni 20 uno degli ultimi avversari parlamentari del regime fascista.

24 Consuntivo del governo Giolitti

25 Le elezioni del ‘21 Il piano di Giolitti di far scontrare gli opposti estremismi per trarne vantaggio fu bocciato dagli elettori Popolari e socialisti mantengono i seggi Compaiono per la1°volta 35 deputati fascisti, eletti nelle liste liberali I liberali hanno un forte calo

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27 Il nuovo quadro politico*
In 1 anno si susseguono 3 governi di coalizione debolissimi: Bonomi e Facta (1-2) Giolitti tenta di allargare la maggioranza ai fascisti Turati cerca invece un patto storico che unisse Popolari e socialisti che insieme avevano la maggioranza in Parlamento I Popolari rifiutano e il PSI si divide Bonomi cadde per il fallimento della Banca di Sconto e la ricandidatura forte di un Giolitti non fu accettata dai popolari che lo accusavano di eccessivo laicismo e temevano che proponesse di nuovo la nominatività dei titoli di stato. Molti ordini religiosi sarebbero stati così costretti a pagare tasse In realtà le basi dei 2 partiti erano contrarie al patto. I popolari avevano terrore dei socialisti e tra questi c’erano ancora molti “mangiapreti” Mussolini però fu molto spaventato dall’iniziativa di Turati e dopo aver messo in Parlamento l’abito grigio, riprese alla grande con il terrorismo squadrista. Turati organizzò anche uno sciopero contro le violenze fasciste lo “Sciopero Legalitario” che fu un fiasco e anzi aumentò le reazioni delle squadracce Al Congresso del 1922 i massimalisti rimasti ebbero ancora la maggioranza e Turati viene espulso dal partito. Insieme a Matteotti dide vita ad un altro partito il PSU. Era la seconda scissione in un anno e mezzo. Quello che era stato il 1° partito in Italia era ora ridotto in briciole. Ma Popolari e Massimalisti persero un’altra occasione storica per fermare il Fascismo Bonomi Turati Facta

28 Il Partito Fascista Vista la crisi politica Mussolini decide di trasformare il movimento in partito Il programma era di chiara matrice conservatrice:

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30 La Marcia su Roma Con un programma così conservatore Musso lini potè trattare il suo ingresso al Governo Mentre trattava con Giolitti pensava al golpe Nel congresso di Napoli del 22 si forma il quadriunvirato (Balbo, De Bono, De Vecchi e Bianchi) con compiti insurrezionali Il 28 ottobre del 22, le Camicie Nere armate marciano su Roma

31 Il governo fascista* Il 1° ministro Facta propone al re lo stato d’assedio Vittorio Emanuele III temendo spargi- menti di sangue lo nega Anzi dà l’incarico a Mussolini di formare il governo Nasce il 1°governo Mussolini frutto di una coalizione di nazionalisti, fascisti, liberali e popolari I Popolari avevano un’ala sinistra filo-sindacale che si era sempre opposta al fascismo, mentre il centro guidato da Don Sturzo e De Gasperi, ma soprattutto la destra erano fortemente antisocialisti. Molti popolari accettarono di sostenere il governo Mussolini, anche se ottenuto con la forza, perchè pensavano che ciò avrebbe condotto alla normalizzazione il fascismo. Eppure già dal discorso di presentazione alle Camere si capiva qual era l’indirizzo del nuovo 1°ministro: “Potevo fare di quest’aula sorda e grigia...” La fiducia venne data coi voti contrari di socilaisti, comunisti e sardi 306 contro 116

32 Riassumendo…

33 Mussolini e i suoi “alleati”
Chi sostiene per i primi anni il governo di Mussolini?

34 Chi ha sbagliato? Secondo lo storico Chabod in diversi
Giolitti che pensava di riportare nella legalità i picchiatori di Mussolini Il re che non pose lo stato d’assedio I popolari che sostennero il 1° governo Mussolini I massimalisti del PSI che impedirono l’unica alleanza che avrebbe potuto fermare il Fascismo, quella coi popolari

35 The end


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