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2° modulo Analisi organizzativa

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Presentazione sul tema: "2° modulo Analisi organizzativa"— Transcript della presentazione:

1 2° modulo Analisi organizzativa
MASTER DI 1° LIVELLO MANAGEMENT INFERMIERISTICO PER LE FUNZIONI DI COORDINAMENTO 2° modulo Analisi organizzativa

2 TEORIE DELL’ORGANIZZAZIONE MODELLI ORGANIZZATIVI MODELLI ASSISTENZIALI
Argomenti TEORIE DELL’ORGANIZZAZIONE MODELLI ORGANIZZATIVI MODELLI ASSISTENZIALI

3 M. CASELLA master coordinamento
Obiettivi didattici Riconoscere i principali modelli organizzativi del lavoro e le loro caratteristiche descrivere i principali modelli dell’organizzazione dell’assistenza infermieristica Effettuare l’analisi organizzativa di una struttura complessa Riconoscere le variabili legislative che governano il ruolo del coordinatore M. CASELLA master coordinamento

4 M. CASELLA master coordinamento
Contenuti Caratteristiche dei modelli dell’organizzazione del lavoro I modelli dell’organizzazione del lavoro applicati all’assistenza infermieristica Congruenza tra il modello organizzativo e i meccanismi operativi Le funzioni organizzative del coordinatore attraverso una lettura della normativa M. CASELLA master coordinamento

5 M. CASELLA master coordinamento
Strumenti didattici Lezione Discussione Lavoro di gruppo M. CASELLA master coordinamento

6 M. CASELLA master coordinamento
TEORIE ORGANIZZATIVE L’azienda è un’entità complessa Gli studi servono per spiegare le regole che governano l’azienda e elaborare indicazioni per migliorarla Le teorie hanno avuto una evoluzione Vi sono 3 teorie fondamentali: Teoria classica dell’organizzazione La scuola delle relazioni umane Il modello sistemico M. CASELLA master coordinamento

7 Teoria classica dell’organizzazione
F.W. Taylor nel 1911 nell’opera “Scientific management” Rispondeva ai problemi di razionalizzazione delle prime produzioni di massa (industria di armamenti) Ha influenzato le concezioni organizzative del secolo scorso M. CASELLA master coordinamento

8 Principi della teoria classica dell’organizzazione (1)
Viene chiamata “organizzazione scientifica del lavoro” I principi sono molto rigidi , la concezione è quella di poter applicare principi di una razionalità assoluta all’attività di produzione L’organizzazione del lavoro deve avere come oggetto il miglioramento delle diverse azioni di lavoro Migliorare il rapporto uomo-operazioni svolte uomo-macchina M. CASELLA master coordinamento

9 Principi della teoria classica dell’organizzazione (2)
Parcellizzazione del lavoro : stabilite tutte le attività da svolgere ,i scompongono in compiti semplici , si definiscono i posti lavoro che sono la base delle piramide organizzativa Principio di coordinamento : è conseguenza della parcellizzazione M. CASELLA master coordinamento

10 Principi della teoria classica dell’organizzazione (3)
Principio scalare o gerarchico : l’autorità e la responsabilità devono fluire in una linea chiara e continua dal dirigente (livello alto) all’esecutore (livello basso) Principio dell’unità di comando: ciascun membro dell’organizzazione deve dipendere da un solo capo Le eccezioni sono gestite dai superiori M. CASELLA master coordinamento

11 Concetto di uomo Uomo razionale economico
Motivato soprattutto da incentivi economici Agente passivo che deve essere motivato e controllato I sentimenti umani sono essenzialmente irrazionali e non devono interferire, le organizzazioni devono controllare i sentimenti umani La responsabilità di direzione e la gestione deve essere affidata a coloro che riescono a dominare i propri sentimenti M. CASELLA master coordinamento

12 La scuola delle relazioni umane
Il tema centrale non è la struttura organizzativa ma le variabili sociali e individuali che intervengono Le interazioni e i sentimenti umani hanno concrete influenze sul comportamento organizzativo Accanto ad una organizzazione formale esiste sempre una organizzazione informale L’organizzazione non deve darsi solo obiettivi economici di produttività ma anche umani di soddisfazione e sviluppo individuale M. CASELLA master coordinamento

13 Concetto di uomo Uomo sociale
Essere sia razionale che emotivo I processi decisionali sono influenzati da elementi emotivi e razionali Il comportamento umano è determinato non solo da motivi personali ma anche di gruppo L’uomo non è svogliato per natura ma lo diventa per lavoro frustante L’impegno è determinato da incentivi estrinseci premi e punizioni) e intrinseci (soddisfazione per il lavoro, miglioramento delle proprie capacità) M. CASELLA master coordinamento

14 Conseguenze della scuola delle relazioni umane
Un’azienda non è governabile attraverso l’esercizio dell’autorità ma con sistemi partecipativi Gli obiettivi aziendali si devono integrare con quelli degli individui e dei gruppi informali La parcellizzazione non deve essere eccessiva, si deve individuare un lavoro sufficientemente significativo per l’individuo M. CASELLA master coordinamento

15 Caratteristiche del dirigente
Pone attenzione ai bisogni delle persone con cui lavora Accetta i gruppi di lavoro e agisce in termini di incentivi di gruppo e non individuali Facilita e sostiene il lavoro dei suoi collaboratori Specifica al gruppo gli scopi dell’organizzazione e lascia libertà di decidere sui modi migliori per raggiungere tali scopi Gioca un ruolo importante di interfaccia tra gruppi diversi (es . gruppi di direzione e gruppi dell’unità operativa ) M. CASELLA master coordinamento

16 M. CASELLA master coordinamento
Il dirigente TEORIA CLASSICA DELL’ORGANIZZAZIONE Orientati vs. la produzione Tendenza ad essere autoritari , a stare sulla difensiva ed a resistere a tutte le influenze Controllano dettagliatamente tutto Se un lavoro non viene fatto bene tendono a farlo loro SCUOLA DELLE RELAZIONI UMANE Orientati vs. i dipendenti Sono collaboranti, democratici, capaci di essere influenzati Forniscono ai subordinati uno schema generale Pensano che i dipendenti siano responsabili M. CASELLA master coordinamento

17 Dalla scuola delle relazioni umane
discendono studi e teorie . Tra queste: La teoria del tipo stimoli-comportamenti: i comportamenti sono spigabili in relazione ai sistemi premianti o disincetivanti Le teorie dei conflitti di ruolo : tra gruppi o di singoli soggetti La teoria dei bisogni (H.A. Maslow) M. CASELLA master coordinamento

18 La teoria dei bisogni Uomo che si autorealizza
L’uomo è autocontrollato e automotivato Incentivi e controlli imposti dall’esterno possono spingerlo verso tipi di adattamento meno maturo In un ambiente favorevole l’uomo tende ad armonizzare i suoi obiettivi personali con quelli dell’azienda Il dirigente non si preoccuperà di essere umano ma di assegnare un lavoro significativo ed impegnativo Utilizzerà continuamente la delega di responsabilità M. CASELLA master coordinamento

19 MODELLI ORGANIZZATIVI MODELLI ASSISTENZIALI
Teorie dell’organizzazione MODELLI ORGANIZZATIVI MODELLI ASSISTENZIALI

20 Analisi dei modelli assistenziali (1)
Rapporto operatore e utente : rispetto a criteri quali continuità assistenziale , globalità delle cure erogate ,uniformità delle cure da parte degli operatori,ecc Relazioni tra i membri dell’equipe : rispetto a criteri quali suddivisione del carico di lavoro, presenza di conflitti, necessità di riunioni periodiche , ecc. Processi informativi: rapporto tra informazioni scritte e orali , strumenti di passaggio di informazioni sugli utenti M. CASELLA master coordinamento

21 Analisi dei modelli assistenziali (2)
Processi decisionali : distribuzione del potere tra i membri dell’organizzazione , livello di discrezionalità e di responsabilità Processi di pianificazione e programmazione : strumenti scritti di previsione su atti o obiettivi Sistemi di controllo : sugli atti o sui risultati Principi organizzativi : concetti teorici o filosofici che stanno alla base dei modelli organizzativi considerati M. CASELLA master coordinamento

22 M. CASELLA master coordinamento
MODELLI ORGANIZZATIVI di tipo familiare Imprese artigianali a conduzione famigliare MODELLI ASSISTENZIALI per compiti di tipo intuitivo Assegnazione extemporanea di compiti Il coordinatore ha molto potere discrezionale , controlla l’esecuzione dei compiti La routine e le eccezioni sono gestite dal coordinatore Il controllo si basa sulla coscienza individuale di ogni membro dell’organizzazione M. CASELLA master coordinamento

23 MODELLI ORGANIZZATIVI MODELLI ASSISTENZIALI
Teoria classica dell’organizzazione MODELLI ORGANIZZATIVI MODELLI ASSISTENZIALI

24 M. CASELLA master coordinamento
MODELLI ASSISTENZIALI per compiti di tipo routinario La distribuzione dei compiti viene fatta agli operatori in modo discrezionale La caposala coordina l’insieme di compiti La caposala attribuisce attività senza delega di potere Controlla l’esecuzione dei compiti Le eccezioni sono gestite dalla caposala MODELLI ORGANIZZATIVI Organizzazione classica (catena di montaggio) Assegnazione di attività semplici e ripetitive Centralità della gerarchia con massima discrezionalità Il responsabile coordina e controlla tutte le attività M. CASELLA master coordinamento

25 M. CASELLA master coordinamento
MODELLI ASSISTENZIALI rotazione dei compiti di tipo routinario Alternanza programmata degli operatori nell’esecuzione di compiti La caposala ha funzioni di supervisore, vi è meno potere discrezionale Strumento di integrazione è la delega scritta Controlla l’esecuzione dei compiti Le eccezioni sono gestite dalla caposala MODELLI ORGANIZZATIVI Job rotation Rotazione nell’assegnazione di compiti semplici e ripetitivi Centralità della gerarchia ma con maggior equità nella distribuzione dei carichi di lavoro M. CASELLA master coordinamento

26 MODELLI ORGANIZZATIVI MODELLI ASSISTENZIALI
La scuola delle relazioni umane MODELLI ORGANIZZATIVI MODELLI ASSISTENZIALI

27 M. CASELLA master coordinamento
MODELLI ASSISTENZIALI Assistenza individualizzata o primary nursing Assegnazione di un n. ridotto di pazienti ad un operatore che effettua tutte le attività assistenziale Assegnazione ad un operatore della responsabilità della pianificazione assistenziale di un n. di pazienti Il coordinatore ha responsabilità nell’assegnazione dei pazienti e nella supervisione dei risultati dichiarati nella pianificazione assistenziale (MBO) Strumento di integrazione la cartella infermieristica MODELLI ORGANIZZATIVI Job enrichement Senso compiuto del lavoro da parte di un lavoratore Il dirigente assegna una parte di responsabilità Ogni lavoratore è responsabile dei risultati quantitativi e qualitativi La direzione ha funzioni di coordinamento tra vari settori e di rapporto con l’esterno M. CASELLA master coordinamento

28 M. CASELLA master coordinamento
MODELLI ASSISTENZIALI Piccole èquipes Assegnazione di un n. ridotto di pazienti ad un gruppo multiprofessionale di operatori Il capo equipe è responsabile della pianificazione assistenziale dei pazienti assegnati I membri dell’equipe sono responsabili in relazione alle attribuzione di attività La caposala stabilisce obiettivi generali (MBO) Strumento di integrazione la cartella infermieristica MODELLI ORGANIZZATIVI Work group Senso compiuto del lavoro da parte di un gruppo di lavoratori 8isole di produzione) Tutti i lavoratori contribuiscono in base alle proprie capacità Il gruppo è responsabile dei risultati quantitativi e qualitativi La direzione stabilisce gli obiettivi da raggiungere M. CASELLA master coordinamento

29 QUALI MODELLI ORGANIZZATIVI?
PROBLEMI ASSISTENZIALI SENSIBILITA’ SOCIALE EVOLUZIONE CLINICA MODELLI ORGANIZZATIVI CULTURA PROFESSIONALE M. CASELLA master coordinamento

30 IL PROBLEMA DELLA CONGRUENZA
Modello professionale Modello organizzativo Modello inform.tivo Modello formativo M. CASELLA master coordinamento

31 MODELLO ORGANIZZATIVO
modelli per compiti piccole equipes primary nursing equipes pluridisciplinare integrata M. CASELLA master coordinamento

32 FLESSIBILITA’ NELL’UTILIZZO DEI MODELLI ORGANIZZATIVI
PROBLEMI RICORRENTI MODELLI IN SERIE EFFICIENZA PROBLEMI UNICI O ECCEZIONALI MODELLI INDIVIDUALIZZATI EFFICACIA M. CASELLA master coordinamento

33 informazione per i compiti
MODELLO INFORMATIVO da informazione per i compiti per eseguire a informazione per decidere, per la presa in carico e il processo assistenziale M. CASELLA master coordinamento

34 nozionistico/disciplinare/ per problemi/diagnostico/
MODELLO FORMATIVO da nozionistico/disciplinare/ centrato sul docente a per problemi/diagnostico/ centrato sul discente M. CASELLA master coordinamento

35 CRITERI DI PIANIFICAZIONE
Da pianificazione organizzativa di dettaglio A pianificazione organizzativa di sfondo M. CASELLA master coordinamento

36 Critiche alla teoria classica dell’organizzazione
Ad ogni concezione del potere di chi amministra corrisponde per “Effetto predittivo “ (Etzioni) un dato comportamento dei subordinati La partecipazione dei subordinati è di tipo calcolativo (economico) , ostili o indifferenti Impoverimento delle capacità di iniziativa dei singoli Produttività alta a breve scadenza , ostilità verso la dirigenza M. CASELLA master coordinamento

37 Cambiare modello organizzativo
Un aumento di educazione e competenza professionale che spinge gli individui a ricercare situazioni di lavoro più impegnative Devono essere soddisfatti i bisogni di ordine inferiore (sicurezza , socialità) Ostacolo può essere l’abitudine per lungo tempo a non assumere decisioni in modo autonomo Gradualità del cambiamento M. CASELLA master coordinamento


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