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DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E SOCIALI CdLM in SOCIOLOGIA (LM-88) A.A. 2013-2014 Sociologia e politiche del lavoro La STRATEGIA EUROPEA PERL’OCCUPAZIONE.

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1 DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E SOCIALI CdLM in SOCIOLOGIA (LM-88) A.A. 2013-2014 Sociologia e politiche del lavoro La STRATEGIA EUROPEA PERL’OCCUPAZIONE e l’obbiettivo della FLEXICURITY Schede didattiche a cura di A. Cortese (2)

2 La strategia europea per l’occupazione Processo di coordinamento delle politiche del lavoro perseguite dagli stati membri attorno a comuni orientamenti di policy definiti a livello europeo

3 ASSUNTO FONDATIVO Il lavoro come fattore di inclusione sociale Il nesso Lavoro/Welfare diversamente declinato: -Workfare -Welfare to work -Learnfare (lifelong learning)

4 METODI 1. Il coordinamento aperto (MAC) implica: definizione di linee-guida per le politiche da parte di comitati che si rapportano alla commissione; valutazione delle politiche da parte di peer review, sulla base di alcuni principi: sussidiarietà convergenza apprendimento reciproco approccio integrato gestione per obiettivi

5 METODI 2. Governance multilivello e decentramento valorizzazione della dimensione locale approccio bottom up pluralità degli attori responsabili 3. Integrazione delle politiche e personalizzazione degli interventi

6 Procedure processo di Lussemburgo 1997  Relazione congiunta annuale del Consiglio e della Commissione sulla situazione occupazionale e gli orientamenti  Elaborazione di linee-guida per i paesi membri, adottate a maggioranza qualificata su proposta della commissione e previa consultazione del Parlamento, del comitato economico e sociale, del comitato delle regioni e del comitato per l’occupazione  Elaborazione dei Piani nazionale per l’occupazione e trasmissione al Consiglio e alla Commissione  Deliberazioni del Consiglio con eventuali raccomandazioni agli stati membri

7 Le tappe della costruzione  Consiglio europeo di Essen del 1994 (avvio della procedura di monitoraggio delle politiche del lavoro);  Trattato di Amsterdam giugno 1997,(istituzionalizzazione, riconoscimento nel titolo sull’occupazione);  Vertice straordinario di Lussemburgo del 1997 (definizione dei quattro pilastri; processo di Lussemburgo)  Consiglio di Lisbona del 2000 (obiettivi quantitativi e qualitativi in materia di mdl)  Consiglio di Barcellona del 2002 (riorganizzazione delle priorità e degli obiettivi)  Rapporto KOK 2003  Consiglio di Bruxelles, 2005 (rilancio della strategia di Lisbona e flexicurity)  Libro verde 2006  Consiglio di Bruxelles,2007 (Principi comuni di flexicurity)  Consiglio di Bruxelles,2010 (Europa 2020)

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9 Indirizzi complessivi 1997-2000 Disoccupazione del Sud e politiche del Nord Obbiettivi trasversali (4 pilastri) Primato delle politiche attive Scarsa attenzione agli squilibri territoriali e alla disoccupazione strutturale Mancata integrazione fra politiche del lavoro e politiche economiche (ad es. per lo sviluppo locale).

10 I QUATTRO PILASTRI  occupabilità, (servizi per l’impiego, formazione, rete con le altre strutture di intervento sociale)  imprenditorialità (ridurre i costi burocratici e fiscali, culture imprenditoriali, rafforzare l’economia sociale, favorire l’emersione)  adattabilità/flessibilità (strategie di innovazione nell’organizzazione dell’impresa e nell’utilizzo del lavoro attraverso la concertazione fra imprese e lavoratori)  pari opportunità (conciliazione, consulenza, formazione, accompagnamento). Questo obiettivo viene poi eliminato perché considerato parte integrante degli altri (mainstreaming)

11 Obbiettivi di Lisbona 2000 Occupazione per tutti entro il 2010: tasso di occupazione complessivo al 70%; tasso di occupazione femminile al 60%; tasso di occupazione di anziani (55-64 anni) al 50%. Attraverso l'ampliamento della occupazione ci si propone di rafforzare la sostenibilità dei sistemi di protezione sociale.

12 La svolta del Consiglio europeo di Barcellona (2002) Fine strategico: fare dell'Unione europea l' economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro.  Semplificazione delle linee guida con la definizione di 10 priorità intorno a tre obiettivi primari;  Semplificazione degli indicatori da prendere in considerazione;  Definizione di un ciclo temporale di tre anni per la valutazione dei risultati  Raccordo con gli indirizzi di massima delle politiche economiche

13 I tre obbiettivi primari  piena occupazione  miglioramento della qualità e della produttività del lavoro  rafforzamento della coesione sociale

14 La stagione della Flexicurity (2005-2010) Obiettivi generali: -conciliare sicurezza e flessibilità, -coniugare un’elevata produttività del lavoro con un buon livello di retribuzione e protezione sociale Stakeholder Conference April 20th, 2007, Brussels

15 “A policy strategy that attempts, synchronically and in a deliberate way, to enhance the flexibility of labour markets, work organization and labour relations- on the one hand- and to enhance security (employment security and social security) notably for weaker groups in and outside the labour market- on the other hand” Wilthagen, Tros, 2004

16 La costruzione della strategia di flexicurity: le origini del concetto Il concetto di flexicurity appartiene al dibattito politico più che a quello scientifico nasce nell’ambito della discussione sulle politiche di riforma del m. d. l., per rispondere all’esigenza degli attori politici europei di superare le prospettive neoliberiste di de-regolazione, contrapposte al modello sociale europeo Si sviluppa attraverso un confronto serrato fra mondo accademico e istituzioni europee (da Supiot a Wiltagen)

17 La costruzione della strategia di flexicurity: Ragioni e valenze politiche e sociali Lo scenario di sfondo: Le nuove forme di regolazione del lavoro in Europa degli anni ’90 hanno accentuato il trade-off fra flessibilità e sicurezza. Le ragioni della strategia: La strategia di flexicurity risponde all’esigenza di sottrarsi al trade-off fra flessibilità e sicurezza, ampliando le opzioni a disposizione del “regolatore nazionale” grazie alla possibilità di calibrare diversamente le molteplici dimensioni di flessibilità e sicurezza Le valenze politiche: la Flexicurity rappresenta la sfida del modello sociale europeo al modello liberista statunitense

18 Il contributo del dibattito scientifico alla strategia della flexicurity L’analisi delle diverse dimensioni di flessibilità e sicurezza L’analisi comparata dei sistemi nazionali di flessibilità e sicurezza

19 Flexicurity: le dimensioni della sicurezza 1.dell’occupazione: Continuità del lavoro e non del rapporto di impiego; tutela del lavoratore sul mercato e non del “posto”, favorendo la mobilità job to job, con interventi volti a migliorare l’occupabilità del lavoratore (orientamento/formazione) e la fluidità del mdl (servizi per l’impiego, politiche attive); 2.del reddito: sussidi adeguati, non particolaristici; 3.della conciliazione fra lavoro e altre dimensioni di vita (servizi e prassi di conciliazione)

20 Flexicurity: le dimensioni della flessibilità 1.Flessibilità numerica esterna 2.Flessibilità numerica interna (orario) 3.Flessibilità salariale 4.Flessibilità funzionale

21 Lo strumentario delle strategie di Flexicurity Modelli contrattuali flessibili (per soddisfare le esigenze sia delle imprese sia dei lavoratori): riforma del Diritto del lavoro e innovazione organizzativa; Politiche attive del lavoro (ALMP) per aiutare i lavoratori ad affrontare i cambiamenti rapidi, i periodi di disoccupazione e le transizioni ai nuovi lavori; Un sistema di apprendimento lungo l’intero arco della vita (lifelong learning (LLL) systems) che assicuri la continua adattabilità e occupabilità Un moderno sistema di sicurezza sociale che assicuri un adeguato supporto del reddito e faciliti la mobilità nel mercato del lavoro e la conciliazione del lavoro con altre sfere di vita (responsabilità di cura, formazione, attività socialmente utili).

22 Regolazione del lavoro e formazione Enfasi all'interno del dibattito comunitario sulla rilevanza delle politiche formative, la formazione come fulcro della strategia di flessicurezza Nel corso degli anni duemila la formazione assorbe la % maggiore della spesa in politiche attive in tutti i paesi europei ed è l'oggetto privilegiato dei più recenti tentativi di riforma nei vari contesti nazionali, oltre che del dialogo sociale

23 Il “posto” della formazione continua le dimensioni di differenziazione Dal Lifelong learning al lifewide learning - Obiettivi: strumento di protezione dal rischio di disoccupazione strumento di valorizzazione della persona -Competenze: Competenze (tecnico-professionali/traversali/trasferibili) Capacità (formazione come fattore di empowerment individuale) -Modelli di regolazione (attori e canali di finanziamento): statale (Francia) di mercato Associativo -Livelli di partecipazione e distribuzione delle opportunità: disuguaglianze per età, genere, livello di istruzione, posizione occupazionale

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29 Oltre la flexicurity: Europa 2020 La questione dello sviluppo http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/eu2020/em0028_it.htm La Commissione presenta la strategia (Com.3.3.2010) che consentirà all'Unione europea (UE) di raggiungere una crescita: intelligente, attraverso lo sviluppo delle conoscenze e dell'innovazione; sostenibile, basata su un'economia più verde, più efficiente nella gestione delle risorse e più competitiva; inclusiva, volta a promuovere l'occupazione, la coesione sociale e territoriale.

30 Europa 2020: gli obbiettivi Obiettivi da raggiungere entro il 2020: portare al 75 % il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni; investire il 3 % del prodotto interno lordo (PIL) in ricerca e sviluppo; promuovere una crescita ecosostenibile,riducendo le emissioni di carbonio al 20 -30 %, aumentando del 20 % la quota di energie rinnovabili e l'efficienza energetica; innalzare i livelli di istruzione, riducendo il tasso di abbandono scolastico a meno del 10 % e portando al 40 % il tasso dei giovani laureati; ridurre di 20 milioni il numero delle persone a rischio di povertà

31 La flexicurity nel lessico comunitario Da … idea guida per le politiche dell’occupazione che coniuga - la sincronia fra pol.di flessibilità e pol. per la sicurezza; - la riduzione della segmentazione; - il partenariato sociale. Flessibilità e sicurezza restano disgiunte, presuppongono politiche diverse da condurre “simultaneamente”.

32 La flexicurity nel lessico comunitario A… Ricetta generale di riforme olistiche dei modelli di capitalismo e delle strategie competitive, dei regimi di welfare, dei mercati del lavoro e dei sistemi nazionali di diritto del lavoro. Libro verde sulla modernizzazione del diritto del lavoro-2006; Stakeolder Conference on Flexicurity-2007 e adozione dei “Principi comuni di Flexicurity; Europa 2020.


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