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Biotecnologie e percezione pubblica

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Presentazione sul tema: "Biotecnologie e percezione pubblica"— Transcript della presentazione:

1 Biotecnologie e percezione pubblica Andrea Cerroni Università di Milano-Bicocca e Università di Firenze

2 Programma 0. La percezione pubblica 1. Credenze e idee
2. Il rischio nella vita quotidiana 3. Rischi sociali 4. Il rischio simbolico 5. La comunicazione della S&T

3 0. Percezione pubblica europea
prendere sul serio il pubblico

4 effetti socio-culturali

5 Informazione e atteggiamenti
Quando sono in gioco atteggiamenti radicati una maggiore informazione genera una diminuzione del numero degli incerti, più che uno spostamento da un atteggiamento all'altro: L'informazione stessa e la sua fonte sono valutate proprio alla luce dell'atteggiamento più radicato (pro o contro). L’informazione è pre-giudicata, e, dunque, rafforza proprio l'atteggiamento iniziale (pregiudizio di conferma). superare il “pregiudizio del tecnico”

6 Credenze e idee IDEE CREDENZE
Le valutazioni sono condotte attraverso le IDEE con le quali esprimiamo le informazioni disponibili e articoliamo pensieri (più o meno logici). Gli atteggiamenti sono costruiti dalle CREDENZE con le quali costruiamo i significati (più o meno adeguati) che le informazioni hanno per noi, cioè la nostra conoscenza personale.

7 Oltre razionalismo irrazionalismo
Credenze come conoscenza falsa (razionalismo!) Non sono semplici pregiudizi dettati da ignoranza, emotività, particolari tradizioni popolari, contrapposti a conoscenza vera, dimostrata, perché alcune fondano anche le idee scientifiche. Credenze come accettazione (razionalismo!) Non sono conoscenze che il soggetto accetta sulla base di buone ragioni che formula soggettivamente, perché di molte credenze non abbiamo alcuna prova, alcune sono in contraddizione fra loro senza che ciò disturbi, per altre non si pone neppure un problema di scelta, le abbiamo e basta. Esistono, probabilmente, delle “ragioni oggettive” per le “buone ragioni soggettive”, e dunque il credere non è questione di libera scelta, ma anche di intervento di cause extra-razionali. Il fondamento della Ragione non può essere nella ragione stessa, ma nella storia specifica dei fenomeni che l’hanno resa tal quale è. Idee come illuminazione (irrazionalità!) Le nostre idee (soprattutto scientifiche) non sono frutto di libera fantasia, se alcune poche funzionano molto meglio di tante altre. Non sono un prodotto soggettivo casuale, ma vi sono strategie di ragionamento piuttosto regolari, che danno l’idea di un processo (“naturalistico”) complesso piuttosto che di un atto spontaneo.

8 CREDENZE conoscenza dell’intimità socializzata
usi cognitivi o abitudini della mente su cui siamo soliti contare in maniera irriflessa ed emotiva per fondare i nostri comportamenti, le scelte e gli stessi ragionamenti TIPOLOGIA teorie ingenue: repertorio di analogie, modelli, prototipi & stereotipi, ecc.; routine epistemiche: organizzazione & fonti della conoscenza, criteri di rilevanza, intersoggettività e controllo, valori ed euristiche, schemi prefigurativi; archetipi: immagini integrate nella mente dell’individuo per il tramite di forti emozioni (illusioni, fantasie, forme di pensiero arcaiche, istinti fondamentali); esperienze stenografate: pratiche, abilità e routine sensoriali sia recepite sia prodotte in maniera più o meno irriflessa che difficilmente possono essere espresse linguisticamente (conoscenza tacita).

9 IDEE la conoscenza della ragion pubblica
pensieri che formuliamo, discutiamo, accettiamo, rifiutiamo attraverso un ragionamento più o meno consapevole compiuto in confronto aperto con altri TIPOLOGIA conoscenza dichiarativa: entità teoriche, definizioni esplicite di concetti, mitologie, ideologie, codici normativi espliciti, teorie scientifiche; conoscenza procedurale: algoritmi, tassonomie esplicite, modelli interpretativi espliciti; idee dormienti: idee latenti nella memoria di lavoro che vengono formate nel corso del pensare ed espresse soltanto al suo termine; idee stenografate: parole o segni o segmenti di teorie sia recepiti sia ripetuti in maniera più o meno irriflessa.

10 2. Il rischio nella vita quotidiana
Salute e responsabilità Terra biosfera animali successori contemporanei consociati CORPO

11 consumatore ma anche cittadino: capire le nuove RESPONSABILITÀ
% Salute individuale: neominacce Consociati: responsabilità affettive Contemporanei: distribuzioni rischi-benefici Successori: sviluppo sostenibile Animali: antieccezionalismo modulato Biosfera: doveri oltre esenzionalismo Terra: “ipotesi Gaia” & “sindrome Hiroshima” consumatore ma anche cittadino: capire le nuove RESPONSABILITÀ

12 2. Rischi sociali: scelte e deleghe
Prendere scelte informazione: cittadino bene/meta informato effetto perverso di etichettamento: appiattimento & punta d’iceberg rischio imposto/scelto: vaccino vs. malattia prospect: risk seeking vs. risk averse consenso informato: un ALIBI

13 bisogno di delegare: assicurare FIDUCIA
% Affidare deleghe conoscenza: fare assegnamento su agenzie esperte valutazione del pericolo: impegni anonimi credibilità del delegato: obiettività, competenza, partecipazione bisogno di delegare: assicurare FIDUCIA

14 3. Il rischio simbolico: le paure
Cosmologia intuitiva Mito della Natura: natura-buona (teleologismo) natura-sapiente (vs. fretta tecnica) natura-organismo (vs. meccano) natura-madre (sacralità) natura-tollerante, ma perversa (vendetta) natura-giusta (ricompensa i sacrifici) smitizzare la natura

15 superare l’essenzialismo e i riduzionismi
% Ontologia intuitiva persona-corpo: trapianti, clonazione, genomania riduzionistica folkbiology: ibridazioni come inquinamento simbolico artificiale-naturale: umano vs. naturale Chimera: violazione  paura della punizione superare l’essenzialismo e i riduzionismi

16 innovazione culturale, trasparenza e partecipazione
% Sociologia intuitiva Il progresso: da una mitica età dell’oro a un pendio scivoloso fuori controllo (effetto retrospettivo “Mulino Bianco”) La paura: da fini a cause (effetto Darwin), da cause a interessi (effetto Prometeo) innovazione culturale, trasparenza e partecipazione

17 5. La comunicazione della S&T
DEFICIT MODEL: concezione ingenua della comunicazione della conoscenza Modello “idraulico” verità ignoranza

18 Comunicazione scientifica
accento su: INFORMAZIONE ==> divulgazione scienza = informazioni vere La volgarizzazione fornisce notizie sui concetti, ma non muta gli atteggiamenti fondamentali. FORMAZIONE ==> alfabetizzazione scienza = conoscenza vera La coltivazione fa comprendere i concetti, ma non coinvolge i soggetti. COMUNICAZIONE ==> condivisione scienza = risorsa critico-riflessiva comune Il coinvolgimento spinge la progettualità sociale e diffonde lo spirito scientifico. scienza & democrazia

19 Riferimenti Cerroni A., Sociologia del vivente, FrancoAngeli, 2003 (in stampa). Cerroni A., Biotecnologie e opinione pubblica. Una ricerca sulla percezione della scienza in Italia, Sociologia e Ricerca Sociale 23 (67), 2002 (con M.D’Addario, A.Pozzali, P.Truglia). Cerroni A., Libertà e pregiudizio. Comunicazione e socializzazione alla conoscenza, FrancoAngeli 2002.


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