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Vanessa Manni vanessa.manni@ispesl.it RISCHIO DA AGENTI BIOLOGICI Vanessa Manni vanessa.manni@ispesl.it.

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1 Vanessa Manni vanessa.manni@ispesl.it
RISCHIO DA AGENTI BIOLOGICI Vanessa Manni

2 CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
RISCHI PER LA SICUREZZA Strutture Macchine Impianti elettrici Incendio - Esplosioni Sostanze e preparati pericolosi dovuti a RISCHI PER LA SALUTE Agenti chimici Agenti biologici Agenti fisici dovuti a RISCHI TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI Organizzazione del lavoro Fattori psicologici Fattori ergonomici dovuti a

3 AGENTI BIOLOGICI I microrganismi sono presenti ovunque nell’ambiente, la maggior parte di essi sono innocui per gli esseri umani e svolgono inoltre molte funzioni importanti. Essi possono essere utilizzati per la produzione di farmaci o per la degradazione di sostanze inquinanti in ambienti contaminati, oltre ad essere responsabili della produzione di circa la metà della quantità di ossigeno che normalmente respiriamo. Alcuni microrganismi possono essere causa di infezioni, allergie, o esplicare effetti tossici, costituendo quindi un problema che coinvolge direttamente il settore occupazionale

4 RISCHIO BIOLOGICO Per lungo tempo il rischio biologico in ambito
lavorativo è stato considerato soprattutto come RISCHIO INFETTIVO per quei gruppi di lavoratori esposti a microorganismi in ambito sanitario e per quelli a rischio di contrarre zoonosi (veterinari, agricoltori ecc.). Successivamente tra i rischi di natura biologica sono stati riconosciuti quelli allergici e tossici. È stato così possibile ricondurre ad esposizioni lavorative a muffe, funghi, endotossine batteriche ed enzimi, sindromi irritative delle mucose e delle prime vie respiratorie ecc.

5 RISCHIO BIOLOGICO E’ possibile individuare 2 diverse tipologie di rischio biologico in ambito occupazionale: • rischio biologico generico: presente in tutti gli ambienti di lavoro; • rischio biologico specifico: proprio della mansione svolta.

6 RISCHIO BIOLOGICO Il rischio biologico specifico è a sua volta distinguibile in: a) rischio biologico deliberato: si manifesta quando una determinata attività prevede l’uso deliberato, intenzionale, di agenti biologici, per es. si usa un microrganismo nella produzione di generi alimentari; in tal caso l’agente biologico è ben noto e viene intenzionalmente introdotto nel ciclo lavorativo per esservi trattato, manipolato, trasformato o per sfruttarne le proprietà biologiche b) rischio biologico potenziale: deriva da una esposizione non intenzionale, potenziale ad agenti biologici; per esempio separazione dei rifiuti o attività agricole.

7 ATTIVITÀ CHE POTENZIALMENTE ESPONGONO AD AGENTI BIOLOGICI (ALL XLIV)
Servizi sanitari (compresi isolamento e post-mortem) Laboratori clinici, veterinari e diagnostici (esclusi i laboratori di microbiologia) Impianti di smaltimento di rifiuti e raccolta di rifiuti speciali potenzialmente infetti Impianti di depurazione delle acque reflue Industrie alimentari Agricoltura Contatto con animali e/o con prodotti di origine animale

8 RISCHIO DA AGENTI BIOLOGICI
Il recepimento a livello nazionale delle direttive comunitarie con la promulgazione del D.Lgs. 626/1994, ha colmato una lacuna nel corpo legislativo italiano in tema di tutela della salute in ambito professionale TITOLO VIII ex D.Lgs. 626/1994 Recepimento della Direttiva Europea 2000/54/CE Titolo X del D.Lgs 9 Aprile 2008, n° 81 (Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro)

9 TITOLO X D.LGS 81/2008 CAPO I Campo di applicazione Definizioni
Classificazione Comunicazione Autorizzazione CAPO II Obblighi del Datore di Lavoro CAPO III Sorveglianza Sanitaria

10 CAMPO DI APPLICAZIONE Le norme del presente titolo si applicano a tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio di esposizione ad agenti biologici

11 AGENTI BIOLOGICI Virus Batteri Funghi Parassiti Colture cellulari Ecc

12 DEFINIZIONI Agente Biologico: Qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni Microrganismo: Qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico Coltura cellulare: Il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari

13 CLASSIFICAZIONE Classificazione analitica dei microrganismi in base alla loro pericolosità per l’uomo (art. 278; All. XLVI)

14 CLASSIFICAZIONE AGENTI BIOLOGICI
Infettività Capacità di sopravvivere alle difese dell’ospite e di moltiplicarsi in esso (penetrazione e moltiplicazione) Patogenicità Capacità di produrre malattia a seguito di infezione (produzione di malattia) Trasmissività Capacità di essere trasmesso da un soggetto portatore o malato ad un soggetto non infetto (contagio di soggetti suscettibili) Neutralizzabilità Disponibilità di efficaci terapie o misure profilattiche (vaccini) per prevenire la malattia

15 CLASSIFICAZIONE AGENTI BIOLOGICI
Gruppo I Agente che presenta poche probabilita' di causare malattie in soggetti umani; Es. Lattobacilli

16 CLASSIFICAZIONE AGENTI BIOLOGICI
Gruppo II Agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche Es. Morbillo, Salmonella, Legionella

17 CLASSIFICAZIONE AGENTI BIOLOGICI
Gruppo III Agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; Esempio: HIV**, antrace, HBV, HCV

18 CLASSIFICAZIONE AGENTI BIOLOGICI
Gruppo IV Agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche Es. Virus Ebola, Lassa, Vaiolo

19 ALLEGATO XLVI Agente biologico Classificazione Rilievi
Bordetella pertussis 2 V Virus del morbillo Virus della poliomielite Virus HIV 3 D Virus Ebola 4 Febbre gialla Aspergillus fumigatus A Candida albicans Clostridium botulinum T Clostridium tetani T,V Escherichia coli Haemophilus influenzae Helicobacter pylori Blastomyces dermatitidis Corynebacterium diphtheriae

20 ALLEGATO XLVI A: possibili effetti allergici
D: l'elenco dei lavoratori che hanno operato con detti agenti deve essere conservato per almeno dieci anni dalla cessazione dell'ultima attività comportante rischio di esposizione T: produzione di tossine V: vaccino efficace disponibile

21 CLASSIFICAZIONE AGENTI BIOLOGICI Allegato XLVI
Comprende un elenco di tutti gli agenti biologici patogeni per l’uomo (Gruppi 2-3-4) E’ costituita in relazione agli effetti sull’individuo sano, non tiene conto degli stati individuali eventualmente predisponenti a determinate patologie: Fattori fisiologici: Es. Gravidanza Fattori patologici: Immunodeficienze, patologie croniche, ipersensibilità E’ il medico competente che sulla base degli accertamenti anamnestici e delle visite terrà conto di tali fattori predisponenti nell’idoneità del lavoratore alla specifica mansione

22 FONTI DI INQUINAMENTO BIOLOGICO
Presenza umana quali personale, pubblico (fonti di peli, pelle, saliva, starnuti, ecc) Ingresso nell’ambiente indoor di aria outdoor variamente contaminata Crescita di microrganismi su idonei substrati indoor (esempio substrati umidi, materiali di costruzione, materiali di arredamento) e successiva dispersione Impianto di condizionamento centralizzato che oltre a contribuire a veicolare bio-aerosol, può esso stesso diventare fonte di inquinamento biologico se non sottoposto a corretta manutenzione

23 Materiale particellare di origine biologica disperso nell’aria
BIOAEROSOL Materiale particellare di origine biologica disperso nell’aria COSTITUENTI: Microrganismi (batteri, funghi, virus, ecc.) Loro parti (tossine) Pollini Parti di animali (peli, scaglie, ecc.)

24 FONTI DI INQUINAMENTO BIOLOGICO
Oltre all’uomo, un’ulteriore sorgente di infezione è rappresentata da animali malati, che hanno contratto un particolare tipo di malattie denominate ZOONOSI salmonellosi, brucellosi, carbonchio, rabbia, ecc.

25 FONTI DI INQUINAMENTO BIOLOGICO
Interazione con pazienti infetti, manovre invasive, raccolta/smaltimento rifiuti Contatto con materiali biologici, strumenti diagnostici e terapeutici Analisi microbiologiche, anatomia patologica Attività di servizio veterinario

26 VALUTAZIONE DEL RISCHIO (Art. 271)
Informazioni disponibili relative alle caratteristiche dell'agente biologico e delle modalità lavorative, ed in particolare: della classificazione degli agenti biologici   dell'informazione sulle malattie che possono essere contratte;  dei potenziali effetti allergici e tossici; della conoscenza di una patologia della quale è affetto un lavoratore, in correlazione all'attività lavorativa svolta; delle eventuali ulteriori situazioni rese note dall'autorità sanitaria competente che possono influire sul rischio; del sinergismo dei diversi gruppi di agenti biologici utilizzati. Ripetuta ogni tre anni oppure in occasione di modifiche dell'attività lavorativa

27 VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Nelle attività, quali quelle riportate a titolo esemplificativo nell'allegato XLIV, che, pur non comportando la deliberata intenzione di operare con agenti biologici, possono implicare il rischio di esposizioni dei lavoratori agli stessi, il datore di lavoro può prescindere dall'applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 273, 274, commi 1 e 2, 275, comma 3, e 279, qualora i risultati della valutazione dimostrano che l'attuazione di tali misure non è necessaria

28 VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Art. 273: Misure Igieniche Art. 274 Misure specifiche per strutture sanitarie e veterinarie, c. 1 e 2: 1.Il DL, in sede di V.R., presta particolare attenzione alla possibile presenza di agenti biologici nell'organismo dei pazienti o degli animali e nei relativi campioni e residui e al rischio che tale presenza comporta in relazione al tipo di attività svolta. 2. Il DL definisce e provvede a che siano applicate procedure che consentono di manipolare, decontaminare ed eliminare senza rischi per l'operatore e per la comunità, i materiali ed i rifiuti contaminati. Art. 275 Misure specifiche per i laboratori e gli stabulari c.3: Nei laboratori comportanti l'uso di materiali con possibile contaminazione da agenti biologici patogeni per l'uomo e nei locali destinati ad animali da esperimento, possibili portatori di tali agenti, il datore di lavoro adotta misure corrispondenti almeno a quelle del secondo livello di contenimento. Art. 279: Sorveglianza Sanitaria: Prevenzione e controllo

29 MISURE GENERALI DI TUTELA
Informazione Formazione (art.278) Sorveglianza Sanitaria (capo III Art.279) Prevenzione e controllo Registro degli esposti e degli eventi accidentali Registro dei casi di malattia e decesso

30 INFORMAZIONI E FORMAZIONE (art.278)
Nelle attività in cui la V.R. evidenzia rischi per la salute dei lavoratori, il datore di lavoro fornisce ai lavoratori, sulla base delle conoscenze disponibili, informazioni ed istruzioni, in particolare per quanto riguarda: a) i rischi per la salute dovuti agli agenti biologici utilizzati; b) le precauzioni da prendere per evitare l'esposizione; c) le misure igieniche da osservare; d) la funzione degli indumenti di lavoro e protettivi e dei DPI ed il loro corretto impiego; e) le procedure da seguire per la manipolazione di agenti biologici del gruppo 4; f) il modo di prevenire il verificarsi di infortuni e le misure da adottare per ridurne al minimo le conseguenze.

31 INFORMAZIONI E FORMAZIONE
Il datore di lavoro assicura ai lavoratori una formazione adeguata in particolare in ordine a quanto indicato per l’informazione. L'informazione e la formazione sono fornite prima che i lavoratori siano adibiti alle attività in questione, e ripetute, con frequenza almeno quinquennale, e comunque ogni qualvolta si verificano nelle lavorazioni cambiamenti che influiscono sulla natura e sul grado dei rischi. Nel luogo di lavoro sono apposti in posizione ben visibile cartelli su cui sono riportate le procedure da seguire in caso di infortunio od incidente.

32 SORVEGLIANZA SANITARIA
Qualora l’esito della valutazione del rischio ne rilevi la necessità, i lavoratori esposti ad agenti biologici sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria Il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente, adotta misure protettive particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari individuali, si richiedono misure speciali di protezione, fra le quali: a) la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all'agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a cura del medico competente; b) l'allontanamento temporaneo del lavoratore

33 MISURE TECNICHE, ORGANIZZATIVE, PROCEDURALI (ART. 272)
Evitare l’uso dell’agente pericoloso, o sostituirlo con uno meno pericoloso (dove possibile) Limitare al minimo il numero di lavoratori esposti Progettare adeguatamente i processi lavorativi anche attraverso l’uso di dispositivi di sicurezza atti a proteggere dall’esposizione accidentale ad agenti biologici Adottare misure di protezione collettiva Adottare dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) Adottare misure igieniche per prevenire la propagazione di un agente fuori dal luogo di lavoro

34 MISURE TECNICHE, ORGANIZZATIVE, PROCEDURALI (ART. 272)
Utilizzare il segnale di rischio biologico rappresentato nell’allegato XLV Definire procedure di emergenza Elaborare idonee procedure per prelevare, manipolare e trattare campioni di origine umana ed animale campioni in sicurezza di agenti biologici nel luogo di lavoro Verificare la presenza di agenti biologici sul luogo di lavoro fuori dal contenimento fisico primario

35 MISURE TECNICHE, ORGANIZZATIVE, PROCEDURALI (ART. 272)
Predisporre i mezzi necessari per la raccolta, lo smaltimento e l’immagazzinamento dei rifiuti mediante l’impiego di contenitori adeguati ed identificabili eventualmente dopo idoneo trattamento dei rifiuti stessi Elaborare idonee procedure per manipolazione e trasporto campioni in sicurezza di agenti biologici nel luogo di lavoro

36 MISURE IGIENICHE (ART. 273)
Servizi sanitari adeguati provvisti di docce con acqua calda e fredda, nonché, se del caso, di lavaggi oculari e antisettici per la pelle;  Indumenti protettivi od altri indumenti idonei, da riporre in posti separati dagli abiti civili, tolti quando il lavoratore lascia la zona di lavoro, disinfettati, puliti e, se necessario, distrutti;  Dispositivi di protezione individuale, ove non siano monouso, controllati, disinfettati e puliti dopo ogni utilizzazione.

37 MISURE IGIENICHE Nelle aree di lavoro in cui c'è rischio di esposizione è vietato assumere cibi e bevande, fumare, conservare cibi, usare pipette a bocca e applicare cosmetici

38 ESEMPI DI INTERVENTI DI PREVENZIONE/PROTEZIONE
Rimozione della causa dell’inquinamento (esempio eliminazione di materiali contaminati, eliminazioni delle sorgenti di incubazione) Manutenzione periodica dei sistemi di condizionamento tramite pulizia e sostituzione dei filtri, pulizia delle condotte, uso di disinfettanti opportuni con particolare attenzione ai punti di raccolta della condensa Adeguato numero di ricambi d’aria

39 ESEMPI DI INTERVENTI DI PREVENZIONE/PROTEZIONE
Adeguata pulizia dei luoghi di lavoro Nei locali aperti al pubblico si dovrà prevedere oltre ad una quotidiana pulizia dei pavimenti, finestre, sportelli per il pubblico, banchi e tavoli da lavoro e assicurare opportuno numero di ricambi d’aria; è opportuno anche provvedere a periodica disinfezione degli ambienti di lavoro

40 ESEMPI DI INTERVENTI DI PREVENZIONE/PROTEZIONE
Analisi su apparecchi e strumenti di lavoro (telefoni, computer) hanno rilevato in percentuali elevate la presenza di agenti biologici, anche potenzialmente patogeni, che possono dar luogo a: dermatiti eruzioni cutanee affezioni del tratto respiratorio infezioni degli occhi ecc.

41 ESEMPI DI INTERVENTI DI PREVENZIONE/PROTEZIONE
Lavarsi frequentemente le mani (asciugandosele con salviette monouso o getti di aria calda) Evitare di sfregarsi gli occhi dopo avere usato la tastiera Evitare di usare sempre lo stesso straccio per le varie operazioni di pulizia Preferire un’opera di sanificazione periodica con disinfettanti specifici persistenti rispetto all’utilizzo dell’alcol etilico (molto volatile) Ricordare che gli schermi a causa delle cariche elettrostatiche tendono ad attirare polveri e microrganismi, richiedono frequenti interventi di pulizia

42 CONTENIMENTO (All. XLVII)
Insieme di misure tecniche organizzative e procedurali da adottare per ridurre al minimo le possibilità di contagio I livelli di contenimento dipendono dalla classe dell’agente biologico e dal tipo di contatto prevedibile

43 CONTENIMENTO Barriere di contenimento primario: misure di protezione collettiva (filtri hepa, aree in depressione, mescolatori di sicurezza, ecc.) Barriere di contenimento secondario: dispositivi di protezione individuale (DPI): guanti, indumenti protettivi, facciali, ecc. Più sono efficaci le barriere primarie, meno sono necessarie quelle secondarie

44 CONTENIMENTO Può essere ottenuto con: Barriere fisiche: isolamento, cappe biologiche, sterilizzazione, ecc. Barriere chimiche: detersivi, disinfettanti Barriere biologiche: vaccinazione

45 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE COLLETTIVA
Filtri Hepa/Ulpa Aree in Depressione Cappa Biologica Disinfezione/ Sterilizzazione Contenitori rigidi per taglienti o pungenti

46 PRECAUZIONI UNIVERSALI
Decreto del Ministero della Sanità del : (Norme di prevenzione del contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie e assistenziali pubbliche e private) Tutti gli operatori sanitari e non, la cui attività può comportare un contatto con i liquidi organici dei pazienti, devono adottare misure di barriera idonee e comportamenti atti a prevenire l’esposizione della cute e delle mucose, nei casi in cui sia prevedibile un contatto accidentale e osservare le norme previste da tale decreto

47 PRECAUZIONI UNIVERSALI
Liquidi organici: tutti i tipi di materiale biologico ed in particolare: Sangue Secrezioni vaginali Liquido pericardico Liquido Amniotico Latte materno Qualsiasi altro liquido contenente sangue Tutti i pazienti, da questo punto di vista, devono considerarsi potenzialmente infetti

48 PRECAUZIONI UNIVERSALI
Guanti Sempre indossati prima di venire a contatto con il paziente o nell’esecuzione di procedure con accesso vascolare. Vanno sostituiti ad ogni paziente Lavaggio Mani Dopo aver rimosso i guanti, occorre lavare accuaratamente le mani con acqua e sapone Mascherine, occhiali, coprifaccia Devono essere indossati durante l’esecuzione di procedure che possono determinare l’emissione di gocce di sangue o altri liquidi biologici

49 DISINFEZIONE SCOPO: La distruzione della flora patogena in un determinato ambiente o substrato, quindi distruzione del microrganismo

50 Principali sostanze disinfettanti disponibili
DISINFEZIONE Principali sostanze disinfettanti disponibili Acqua ossigenata Alcoli Aldeidi Ipoclorito di sodio Cloro Iodio Iodofori Polifenoli Sali di ammonio quaternario Clorexidina

51 CRITERI DI SCELTA PER IL DISINFETTANTE
Efficacia: spettro di azione, grado di attività Utilizzo: facilità d’uso, compatibilità con i substrati, costo contenuto Innocuità per chi lo impiega Efficienza: elevato potere di penetrazione

52 STERILIZZAZIONE Intervento di bonifica ambientale più radicale in quanto rivolto ad uccidere qualsiasi forma vivente Metodo di scelta per tutti i casi nei quali è necessaria la massima sicurezza (materiali e strumenti chirurgici, farmaci che devono essere iniettati, colture di germi patogeni, rifiuti infetti che devono essere eliminati)

53 Fisico Calore – secco o umido – Radiazioni ionizzanti e ultraviolette
PROCEDIMENTI DI STERILIZZAZIONE Fisico Calore – secco o umido – Radiazioni ionizzanti e ultraviolette Chimico Ossido di etilene e aldeide glutarica Meccanico Filtrazione

54 DISINFESTAZIONE Ha come scopo l’eliminazione dei vettori
I mezzi di cui disponiamo per l’attuazione pratica di tale metodica si dividono in: Disinfestanti integrali – (agiscono sia contro gli insetti che contro i ratti) Anidride solforosa e Acido cianidrico. Insetticidi – Piretrine, Composti clorurati organici, Composti organofosforici. Ratticidi – Alfa-naftil-tiourea e Preparati anticumarinici.

55 DPI PER GLI AGENTI BIOLOGICI
Guanti Indumenti di protezione (Camici) Dispositivi di protezione del volto e delle vie respiratorie

56 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
Caratteristiche nel DLG.s 475/92 III categoria Rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente Inquinamento atmosfera respirabile o deficienza di ossigeno Aggressioni chimiche e radiazioni ionizzanti T > 100 °C T< - 50 °C Cadute dall’alto Tensioni elettriche Agenti Biologici

57 http://www.ispesl.it http://www.iss.it http://www.medlav.unimo.it
ENTI ISTITUZIONALI

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70 COMUNICAZIONE (Art. 269) Il datore di lavoro che intende esercitare attività che comportano uso di agenti biologici dei gruppi 2 o 3, comunica all'organo di vigilanza territorialmente competente le seguenti informazioni, almeno 30 giorni prima dell'inizio dei lavori: il nome e l'indirizzo dell'azienda e il suo titolare;  il documento di valutazione del rischio

71 COMUNICAZIONE (Art. 269) Il datore di lavoro che è stato autorizzato all'esercizio di attività che comporta l'utilizzazione di un agente biologico del gruppo 4 è tenuto alla comunicazione I laboratori che forniscono un servizio diagnostico sono tenuti alla comunicazione anche per quanto riguarda gli agenti biologici del gruppo 4.

72 AUTORIZZAZIONE (Art.270) Il datore di lavoro che intende utilizzare, nell'esercizio della propria attività, un agente biologico del gruppo 4 deve munirsi di autorizzazione del Ministero della Salute. La richiesta di autorizzazione è corredata da: le informazioni di cui all‘articolo precedente;  l'elenco degli agenti che si intende utilizzare E’ rilasciata dal Ministero della Salute sentito il parere dell'Istituto Superiore di Sanità. Ha la durata di 5 anni ed è rinnovabile.


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