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Metodi di ricerca in psicologia dello sviluppo

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Presentazione sul tema: "Metodi di ricerca in psicologia dello sviluppo"— Transcript della presentazione:

1 Metodi di ricerca in psicologia dello sviluppo
Disegno di ricerca sperimentale Disegno di ricerca quasi sperimentale Disegno di ricerca correlazionale 1 1

2 2 2

3 3 3

4 4 4

5 Metodi di ricerca in psicologia dello sviluppo
Metodi di studio del cambiamento: Disegno di ricerca longitudinale Disegno di ricerca trasversale Disegno di ricerca longitudinale-sequenziale 5 5

6 6 6

7 7 7

8 L’osservazione Importanza dell’ipotesi di ricerca:
Tipi di osservazione: Naturalistica Controllata “Posizione” dell’osservatore rispetto al contesto di osservazione: Osservazione partecipante Osservazione dissimulata 8 8

9 9 9

10 Metodi di ricerca in psicologia dello sviluppo
Tecniche di osservazione / valutazione / misurazione delle variabili dipendenti Osservazione Colloquio Test (es. Q.I.) Tecniche proiettive Questionari Interviste Scale di nomina

11 Metodi di ricerca in psicologia dello sviluppo
Questionari Interviste Scale di nomina Possono essere: Self report Adult report Peer report

12 Esercitazione Di seguito sono esposti i report di alcune ricerche con bambini di diversa età. Dopo averli letti attentamente prova ad individuare i seguenti elementi: Definisci: Ipotesi/domande di ricerca disegno di ricerca variabili (dipendenti e indipendenti) controllo variabili intervenienti strumenti di osservazione/misurazione/valutazione

13 Esercitazione 1 Rosenthal (1982) era interessata a verificare la presenza di una reciprocità interattiva negli scambi vocali tra madre e bambino già nel periodo neonatale. A tale scopo, 63 coppie madre-bambino furono osservate, entro il quarto giorno di vita, durante i normali episodi di allattamento. Un osservatore doveva registrare ogni 5 secondi, su di una griglia temporale già predisposta, la presenza o meno di un effettivo comportamento di suzione da parte del bambino e la presenza di vocalizzazioni da parte del bambino e da parte della madre. I dati mostrarono che già nel periodo neonatale il bambino mostrava comportamenti vocali che, secondo l’autore, potevano essere considerati responsivi nei confronti dei comportamenti messi in atto dalla madre.

14 Esercitazione 2 Per verificare l’ipotesi che una risposta verbale contingente, da parte dell’adulto, alle vocalizzazioni infantili produca una modificazione della qualità delle vocalizzazioni prodotte, Bloom, Russel e Wassnengerb (1987) selezionarono 40 bambini di circa 3 mesi, distribuendoli poi a caso in due gruppi. Il primo riceveva una risposta verbale, nella forma “Ciao (seguiva nome del bambino)”, solo quando produceva una vocalizzazione (gruppo con contingenza), mentre il secondo gruppo riceveva lo stesso tipo e la stessa quantità di stimolazione verbale, ma secondo uno schema prefissato che era temporalmente indipendente dalle vocalizzazioni prodotte (gruppo senza contingenza). Due osservatori classificarono, in un secondo momento, tutte le vocalizzazioni prodotte dai bambini dei due gruppi secondo uno schema di codifica che prevedeva solo due possibilità, mutualmente escludentesi: suoni di tipo vocalico e suoni di tipo sillabico. I risultati confermarono l’ipotesi, dimostrando che il gruppo con contingenza produceva una proporzione maggiore di vocalizzazioni di tipo sillabico.

15 Esercitazione 3 Per analizzare il tipo di relazione esistente tra funzione comunicativa e alcune caratteristiche acustiche (altezza e schema intonazionale) delle vocalizzazioni infantili, Marcos (1987) osservò sei bambini di circa 12 mesi a intervalli regolari, per un periodo di 18 settimane. Le osservazioni, videoregistrate, della durata di 30 minuti, si svolgevano in una stanza dell’asilo abitualmente frequentato dai bambini. Le madri erano informate che lo scopo della ricerca verteva sullo studio della comunicazione infantile nel secondo anno di vita e venivano invitate ad attirare l’interesse del bambino sui giocattoli forniti dallo sperimentatore e a giocare con lui come erano solite fare normalmente, il materiale messo a disposizione consisteva in tre tipi di oggetti: a) oggetti atti a facilitare l’instaurarsi di una situazione comunicativa di richiesta (ad esempio, giocattoli collocati cu di uno scaffale non raggiungibile direttamente dal bambino; b) oggetti atti a facilitare l’instaurarsi di una situazione comunicativa di denominazione (ad esempio, un libro di figure); c) materiale atto a facilitare in generale l’instaurarsi di una interazione di gioco tra madre e bambino (ad esempio, un trenino, una bambola, etc.) …segue….

16 Esercitazione 3 Ad ogni vocalizzazione prodotta dai bambini nelle varie sedute di osservazione fu assegnata una funzione comunicativa, secondo uno schema di codifica che prevedeva le seguenti possibilità: richiedere iniziale, richiedere ripetuto, dare, mostrare, denominare. Inoltre, le caratteristiche ‘prosodiche’ furono analizzate con una tecnica basata sulla percezione del suono da parte di un musicista esperto. I risultati evidenziarono una sistematicità di relazione tra funzione comunicativa del suono e sue caratteristiche acustiche. Ad esempio, l’altezza delle vocalizzazioni di richiesta era maggiore di quelle delle vocalizzazioni uste con funzione di “etichetta”, e queste ultime avevano, più spesso delle precedenti, contorni intonazionali discendenti. .

17 Metodi di ricerca di Piaget
Osservazione: naturalistica di un comportamento introducendo variazioni che hanno lo scopo di provocare un comportamento oggetto di studio Metodo clinico: colloquio con domande predefinite solo in parte Metodo critico: domande su prove standardizzate 17 17

18 Metodi di ricerca di Piaget
Importanza delle risposte nel colloquio clinico Tipi di risposta dei bambini: Fabulata Purchessia Suggerita Provocata Spontanea 18 18

19 La testiminianza infantile
Testimonianza dei bambini nei processi giudiziari Sistema giudiziario italiano: non pone preclusioni alla testimonianza sulla base dell’età del testimone deve essere accertata l’attendibilità del testimone il giudice può richiedere consulenze e perizie 19 19

20 La testiminianza infantile
Testimonianza dei bambini può risultare: Vera negativa Vera positiva Falsa negativa Falsa positiva 20 20

21 La testiminianza infantile
Evento X E’ accaduto Non è accaduto Ricordo Non Ricordo Ricordo Non Ricordo 21 21

22 Ruolo della memoria nella testiminianza infantile
Ruolo del perito: valutare l’attendibilità della testimonianza del bambino Attendibilità: - competenza: - il bambino sa distinguere verità da bugia - il bambino comprende il suo ruolo di testimone - credibilità: - testimonianza logica, coerente, ripetuta nel tempo 22 22

23 Ruolo della memoria nella testiminianza infantile
Sull’attendibilità della testimonianza infantile incidono più variabili che determinano la sua suggestionabilità: Tempo – interferenza Rilevanza soggettiva della situazione Conoscenze pregresse e stereotipi sociali (del bambino e dell’intervistatore) Connotazione emotiva degli eventi Modalità di richiamo: libero vs. domande dirette 23 23

24 Metodi di ricerca di Piaget
Immagina la testimonianza di un bambino di 6 anni per un grave fatto di cronaca. In qualità di perito devi fare delle domande sull’evento Costruisci delle domande ‘buone’ e delle domande ‘cattive’. Per ogni domanda prevedi anche la risposta del bambino (5 tipi) 24 24

25 Esercitazione 4 Costruisci due disegni di ricerca, uno di tipo correlazionale ed un altro di tipo sperimentale, su una dimensione evolutiva a tuo piacere. Definisci: Ipotesi di ricerca Disegno di ricerca Variabili (eventuale controllo delle stesse) Metodo di analisi del cambiamento evolutivo Strumenti di osservazione/misurazione/valutazione Tipo di analisi dei dati che effettueresti

26 Esercitazione 5 Caso 1. Luca ha 4 anni. Ti è stato segnalato dalle insegnanti perchè da un po' di tempo si rifiuta di mangiare a scuola. Interrogata la famiglia risponde che a casa tutto è normale, come sempre. Definisci un piano per raccogliere il maggior numero di informazioni su Luca. Quali sarebbero le tue scelte in merito a: Dimensioni psicologiche da analizzare Luoghi e contesti della raccolta Metodi di raccolta dati Soggetti implicati nella raccolta dati

27 Esercitazione 6 Caso 2. Maria ha 10 anni. Ti è stata segnalata dalle insegnanti perchè negli ultimi mesi il suo rendimento è calato. Oltre ad aver rilevato un rallentamento generale nelle prestazioni scolastiche, Maria da un po' di tempo si isola facilmente e rifiuta di leggere a voce alta in classe. Definisci un piano per raccogliere il maggior numero di informazioni su Maria. Quali sarebbero le tue scelte in merito a: Dimensioni psicologiche da analizzare Luoghi e contesti della raccolta Metodi di raccolta dati Soggetti implicati nella raccolta dati

28 Sperimentale (quasi) Correlazionale
In comune: Definizione delle ipotesi di ricerca Individuazione dei metodi di raccolta Variabili di studio da definire Variabile tempo da analizzare attraverso studi long. vs trasv. Differenze: Sperimentale: le variabili sono definite dipend. e indipen. Correlazionale: le variabili sono definite co-occorrenti Sperimentale: le variabili si manipolano e si controllano Correlazionale: le variabili si osservano Metodi di analisi statistica diversi


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