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Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano

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Presentazione sul tema: "Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano"— Transcript della presentazione:

1 Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano
2. L’azienda Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano

2 L’AZIENDA UN ISTITUTO: organismo composto da sistemi coordinati e complementari di persone (organizzazione), beni (patrimonio) e operazioni (gestione) ECONOMICO: si prendono decisioni per adattare mezzi scarsi a fini molteplici DURATURO: l’azienda sopravvive oltre la vita fisica delle persone e dei beni CHE PRODUCE BENI E SERVIZI: crea utilità per la soddisfazione dei bisogni umani Attraverso la trasformazione fisica beni e la produzione di servizi destinati alla vendita (aziende industriali e di servizi) Attraverso il trasferimento dei beni nel tempo e nello spazio (azienda mercantile) a.a 2010/2011

3 schema del comportamento umano
L’AZIENDA E I BISOGNI UMANI FINALITA’ GENERALE DELL’AZIENDA SODDISFARE BISOGNI UMANI persone fini bisogni attività economica schema del comportamento umano ATTIVITA’ ECONOMICA (produzione e consumo di beni economici) FINI BISOGNI La gestione d’azienda deve tenere conto sia dei bisogni espressi dai soggetti inseriti nell’organizzazione (personale) che dei bisogni espressi dagli utilizzatori dei prodotti realizzati (clientela) Comportamenti irrazionali e meccanismi ingannatori (aggressività diretta o dislocata, compensazione, razionalizzazione) Impostazione del comportamento aziendale: Orientamento al marketing Orientamento alla produzione … a.a 2010/2011

4 Bisogni umani e attività economica
BENI ECONOMICI PROCACCIAMENTO DI BENI ECONOMICI ATTIVITA’ DI CONSUMO ATTIVITA’ CREATIVA PRODUZIONE DI BENI ECONOMICI ATTIVITA’ ECONOMICA Attività umana finalizzata al soddisfacimento dei bisogni richiedenti consumo, e quindi produzione, di beni economici Reciproci condizionamenti Nessi consequenziali a.a 2010/2011

5 LA SCALA GERARCHICA DEI BISOGNI DI ABRAM MASLOW
Importanza dello studio dei bisogni per comprendere i fini alla base dei comportamenti umani AUTOREALIZAZZIONE capacità di svilupparsi autonomamente STIMA DEGLI ALTRI status, prestigio, potere STIMA DI SE’ conoscenza, successo, indipendenza SOCIALI appartenenza al gruppo SICUREZZA protezione vita fisica FISIOLOGICI bere, mangiare Bisogni in tensione Bisogni ragionevolmente soddisfatti a.a 2010/2011

6 Studio dell’ ATTIVITA’ ECONOMICA svolta dalle aziende
L’Economia Aziendale ha per oggetto l’azienda Studio dell’ ATTIVITA’ ECONOMICA svolta dalle aziende Gran parte dell’attività economica si svolge all’interno di Istituti = organismi composti da più sistemi coordinati fra loro all’interno dei quali gli elementi agiscono secondo linee di interrelazione = somma di più sistemi tra essi coordinati. tre sotto-sistemi principali: Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE) * Vedi slide 15 l’oggetto proprio dell’Economia Aziendale è l’ORDINE STRETTAMENTE ECONOMICO DI UN ISTITUTO (ossia il sistema degli accadimenti economici) a.a 2010/2011

7 L’AZIENDA: DIFFERENTI TEORIE INTERPRETATIVE
LA TEORIA ORGANICISTICA L’azienda è vista, rappresentata, studiata come essere vivente (Ceccherelli distingue “organismi” che regolano la produzione (aziende produzione) e “organismi” che regolano il soddisfacimento dei bisogni (aziende di erogazione) L’azienda è vista, rappresentata, studiata come insieme di elementi interrelati e coordinati verso il raggiungimento di un medesimo risultato (Von Bertalanffy,’40; Bertini, 1990) LA TEORIA SISTEMICA LA TEORIA CONTRATTUALISTICA L’azienda è vista, rappresentata, studiata come insieme di contratti (filone istituzionalista, Commons, Coase, ‘30): nexus of contracts. a.a 2010/2011

8 L’azienda è un sistema:
LA TEORIA SISTEMICA L’azienda è un sistema: APERTO Interazioni con l’esterno e con l’interno: Interazione dinamica di parti (sistema sociale) Omeostasi: attitudine a mantenere condizioni di equilibrio dinamico Processi e Strutture (“statiche” nel breve, dinamiche nel tempo e nello spazio DINAMICO Molteplicità degli elementi che lo compongono Molteplicità delle relazioni tra gli elementi (sub-sistemi del sistema azienda) Il valore del sistema è > del valore della somma degli elementi COMPLESSO La gestione si basa su ipotesi esterne ed interne di funzionamento e sulla correlata fissazione di obiettivi. Il sistema aziendale è sottoposto a rischi particolari e generali PROBABILISITICO (non deterministico) FINALIZZATO Perseguimento dell’equilibrio economico a valere nel tempo (Giannessi E.) a.a 2010/2011

9 RELAZIONI TRA AZIENDA E MERCATI
MERCATO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA MERCATO DEI CAPITALI MERCATO DEGLI APPROVVIGIONA-MENTI MERCATO DELLE VENDITE AZIENDA STATO ENTI PUBBLICI MERCATO DEL LAVORO a.a 2010/2011

10 Ambiente socio-culturale
Relazioni tra AZIENDA e AMBIENTE SOCIO-ECONOMICO Associazioni di categoria Religione Vincoli ambientali Ambiente socio-culturale Tecnologia Mercati di acquisizione Mercati di sbocco Azienda Sistema economico Legislazione Sindacati Sistema politico a.a 2010/2011

11 i mercati (dei capitali, dei fattori produttivi, di sbocco)
La scomposizione del sistema ambiente, quindi, può condurre all’individuazione di sub-sistemi che interagiscono con l’azienda: i mercati (dei capitali, dei fattori produttivi, di sbocco) la scienza e il progresso tecnologico; l’ambiente sociale. Tale sub-sistema stimola l’azienda ad adottare tecniche produttive sempre più avanzate ed innovative per accrescere la competitività sul mercato. Tale sub-sistema condiziona l’azienda in base al regime politico, all’ordinamento giuridico e alla condizione socio-economica del paese all’interno del quale è collocata. a.a 2010/2011

12 Amministrazione finanziaria
Principali categorie di soggetti legati all’AZIENDA Fornitori Organi politici Sindacati Dipendenti Azienda Finanziatori Consumatori Amministrazione finanziaria Clienti a.a 2010/2011

13 LA TEORIA CONTRATTUALISTICA
Acency Cost Theory Commons, Coase, 1930; Jensen, Meckling, 1976 Filone istituzionalista. Si privilegia il ruolo dell’azienda come strumento e struttura di governo. L’azienda è il “luogo” di attività a carattere intenzionale, ossia riconducibile a determinati soggetti (agent e principal). Ciascuna persona è portatrice di fattori produttivi e si confronta con i mercati nei quali si negoziano le condizioni di produzione di sua competenza (teoria della proprietà). Il filone dell’economia neoclassica rappresenta invece la funzione dell’azienda come funzione di produzione tesa a massimizzare la differenza tra costi-ricavi e “astraendo” rispetto ai profili strutturali, organizzativi dell’impresa ed evidenziando gli aspetti impersonali, traducibili in equazioni economiche (gestione oggettiva). L’economia aziendale italiana distingue tra: Gestione oggettiva (riferibile ai fatti) Gestione soggettiva (riferibile ai soggetti) Quindi recupera sia il filone istituzionalista che quello dell’economia neoclassica. Con Zappa l’approccio istituzionalista è rafforzato: l’azienda è concepita come istituto atto a perdurare e come coordinazione economica in atto, istituita e retta dall’uomo. La teoria contrattualistica è però in parziale conflitto con il tipo di approccio istituzionalistico italiano: l’approccio contrattualistico, mentre insiste sul carattere soggettivo dell’azienda ne svuota però la sostanza, riconoscendo come unico ruolo quello degli individui, e non considerando l’impresa come soggetto, poiché il nexus of contracts è in definitiva una “finzione contarattuale”, utile per identificare una trama di rapporti contrattuali tra individui . a.a 2010/2011

14 DEFINIZIONE E CONCETTO DI AZIENDA
Enfasi sull’aspetto oggettivo Definizione giuridica (art c.c.): “L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa” Definizione di IMPRESA tratta dalla nozione di IMPRENDITORE (art c.c.): “E’ imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi” Definizione parziale e derivata Enfasi sull’aspetto soggettivo La dottrina aziendalistica ha evidenziato differenti che caratterizzano l’azienda: Aspetti strutturali Aspetti dinamici Aspetti strutturali e dinamici TRE FILONI DI STUDIO a.a 2010/2011

15 (G. Zappa, Le produzioni nell’economia delle imprese, 1957)
1) Primo FILONE (ORGANICO-STRUTTURALE) Si focalizza sulla struttura materiale del sistema azienda, e quindi sull’aspetto statico (persone e beni), trascurando l’aspetto dinamico. 2) Secondo FILONE (INTERPRETAZIONE DINAMICA) Si concentra sugli aspetti dinamici (operazioni) delle operazioni aziendali La concezione dinamica è elaborata da Zappa G. e ripresa dagli aziendalisti aderenti alla sua teoria (Amaduzzi A., 1978, 1978; Bertini U., 1990, Ferrero G., 1980; Onida, 1971; Zanda G, 1974) 3) Terzo FILONE (INTERPRETAZIONE COMPLESSA) Considera congiuntamente gli aspetti strutturali e dinamici delle operazioni aziendali (Ceccherelli, 1966; Giannessi, 1979) “L’azienda è un istituto economico destinato a perdurare, che, per il soddisfacimento dei bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la produzione o il procacciamento o il consumo della ricchezza” (G. Zappa, Le produzioni nell’economia delle imprese, 1957) “L’azienda è un complesso economico che sotto il nome di un soggetto giuridico (titolare) ed il controllo di un soggetto economico ha vita in un sistema continuamente rinnovantesi e mutevole di operazioni attuabili mercè una duratura, sebbene rigida, organizzazione del lavoro, per la soddisfazione di bisogni umani, in quanto questa richieda produzione o acquisizione e consumo di beni economici” (ONIDA P., 1954) a.a 2010/2011

16 “un sistema dinamico di operazioni” (T. D’Ippolito, 1953).
1) “Organizzazione di persone e di beni economici, indispensabile per il raggiungimento del fine o di più fini dell’ente” (V. Vianello, 1935) “… organizzazione di beni (persone e cose materiali) che svolgono una determinata attività umana, in vista di uno o più bisogni da soddisfare” (U. De Dominicis, 1950). 2) “… somma di fenomeni o negozi o rapporti da amministrare relativi ad un cumulo di capitali che formi un tutto a sé, o a una persona singola, o a una famiglia, o ad un’unione qualsivoglia, od anche soltanto una calasse distinta di quei fenomeni, negozi, rapporti” (F. Besta, 1922). “un sistema dinamico di operazioni” (T. D’Ippolito, 1953). “… un sistema di forze economiche che sviluppa, nell’ambiente di cui è parte complementare, un processo di produzione o di consumo, o di produzione e consumo insieme …” (Aldo Amaduzzi, 1953). “ sistema generale di accadimenti economici” (C. Masini, 1970). 3) “Strutturalmente … mezzi economici e forze di lavoro costituite n rapporto alla quantità di mezzi disponibili ed alla particolare attività che intendono svolgere; dinamicamente … complessi operanti nei quali l’attività di lavoro deliberativa ed esecutiva di una o più persone si applica ai beni che formano la dotazione dell’azienda per aumentarne l’utilità o il rendimento, per ottenere cioè un risultato economicamente utile” (A. Ceccherelli, 1955). “ … può essere intesa come una unità elementare dell’ordine economico generale, dotata di vita propria e riflessa, costituita da un sistema di operazioni, promanante dalla combinazione di particolari fattori e dalla composizione di forze interne ed esterne, nel quale i fenomeni della produzione, della distribuzione e del consumo vengono predisposti per il conseguimento di un determinato equilibrio economico, a valere nel tempo, suscettibile di offrire una rimunerazione adeguata ai fattori utilizzati e un compenso, proporzionale ai risultati raggiunti, al soggetto economico per conto del quale l’attività si svolge” (E. Giannessi, 1960, p. 46). a.a 2010/2011

17 La vita delle persone nella società umana è caratterizzata dal sorgere e dall’evolversi di ISTITUZIONI di varia natura, ossia di regole e strutture di comportamento relativamente stabili per i singoli e per i gruppi. Le società umane che assumono i caratteri di istituzioni sono denominate ISTITUTI * ISTITUTO Vedi slide 46-58 “Un istituto si presenta come un complesso di elementi e di fattori, di energie e di risorse personali e materiali. L’attività economica si svolge tipicamente in istituti e per relazioni tra istituti” (Airoldi, Brunetti, Coda, 1989, p. 37). Tre grandi classi di istituti: le famiglie, le imprese, gli istituti pubblici territoriali. Delle tre classi di istituti, l’ordine economico è rappresentato dall’azienda. Si parla di: aziende di consumo e patrimoniali familiari, di aziende di produzione e di aziende composte pubbliche. Queste tre classi di aziende sono accomunate dal fine generale del soddisfacimento dei bisogni umani e dal mezzo costituito dall’attività economica. Le tre classi si differenziano per i fini immediati e quindi per le strutture caratteristiche in termini di assetto istituzionale, combinazioni produttive, organismo personale e assetto tecnico e organizzativo e di patrimonio (Airoldi, Brunetti, Coda, 1989, p. 37). a.a 2010/2011

18 Differenza tra istituto e azienda
L’istituto si configura come “complesso di elementi e di fattori, di energie e di risorse personali e materiali rivolti ad un insieme di fini comune” (C. Masini, Lavoro e risparmio, 1970, p. 13) L’azienda si configura come “l’ordine economico di qualsivoglia istituto sociale” (C. Masini, Lavoro e risparmio, 1970, p. 13) a.a 2010/2011

19 IL SISTEMA DELLE PERSONE (ORGANIZZAZIONE)
tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE) L’ORGANIZZAZIONE è un sistema coordinato di persone che si prefigge dir aggiungere un più razionale impiego del lavoro umano in relazione agli obiettivi aziendali. Essa si realizza attraverso • SUDDIVISIONE e SPECIALIZZAZIONE delle attività; • COORDINAZIONE delle attività in un sistema integrato di obiettivi, poteri e responsabilità definizione degli obiettivi e delle funzioni da svolgere, per raggiungere gli obiettivi programmati scomposizione/ricomposizione delle funzioni da svolgere per creare ruoli da assegnare alle persone specificazione per ogni ruolo dei compiti e delle responsabilità definizione delle linee di influenza AUTORITARIO e NON AUTORITARIA per indirizzare le persone definizione delle PROCEDURE operative (modalità di funzionamento delle funzioni) Fasi del Processo organizzativo a.a 2010/2011

20 definizione della struttura organizzativa
criteri di divisione del lavoro tra le persone, presenti all’interno dell’azienda delibera degli organi, delle funzioni e delle relazioni o linee di influenza tra gli organi definizione della struttura organizzativa cioè l’insieme dei ruoli (o comportamenti attesi) e delle linee di influenza Gli organi aziendali possono essere suddivisi su tre livelli: organo volitivo organo direttivo organo esecutivo soggetto che prende le decisioni aziendali e definisce le linee strategiche da seguire traduce in direttive operative le linee strategiche dettate dell’organo volitivo è composto da tutti coloro che, materialmente, eseguono quanto definito dall’organo direttivo a.a 2010/2011

21 SCOMPOSIZIONE E RICOMPOSIZIONE FUNZIONI
Ogni organo svolge una determinata funzione, all’interno della quale vi saranno differenti ruoli e compiti assegnati alle persone. Come creare una struttura organizzativa efficiente? è necessario stabilire le relazioni, che collegano i diversi organi, per definire con chiarezza come e con chi comunicare all’interno del proprio reparto, della propria funzione e dell’intera azienda. SCOMPOSIZIONE E RICOMPOSIZIONE FUNZIONI A B C D Produzione (da scomporre e ricomporre tra 4 ruoli) Vendita (da scomporre in modo da avere 2 ruoli) Acquisti (da ricomporre in modo da avere 2 ruoli) Amministrazione a.a 2010/2011

22 Linea di influenza strettamente gerarchica
Dal processo organizzativo la struttura organizzativa, rappresentabile graficamente mediante organigrammi collegamento funzionale, basato sul grado di specializzazione, che differenzia gli organi, anche appartenenti allo stesso livello Gli organi si collegano tra loro secondo due direzioni principali: direzione verticale e direzione orizzontale Linea di influenza strettamente gerarchica INFLUENZA AUTORITARIA INFLUENZA NON AUTORITARIA a.a 2010/2011

23 Possibili STRUTTURE ORGANIZZATIVE
struttura gerarchica di tipo piramidale: il potere decisionale è accentrato nella mano di un solo soggetto/organo e ciascun membro dell’organizzazione riceve ordini da un solo diretto superiore e allo stesso deve rispondere per il suo operato. struttura funzionale: il potere decisionale e i compiti relativi alla direzione vengono suddivisi tra più organi di pari grado, ognuno specializzato in una determinata funzione ciascuno dei quali dipende dall’organo volitivo. struttura gerarchico-funzionale (line e staff): suddivisione tra due tipi di organi. Gli organi di line, svolgono attività direttive ed hanno potere decisionale; gli organi di staff sono organi consultivi di assistenza agli organi di line. struttura multi divisionale: la responsabilità di direzione viene ripartita in divisioni ciascuna delle quali gestita da un suo dirigente. struttura a matrice adatta soprattutto per quelle aziende che lavorano su commessa o per progetto. In questa struttura troviamo due tipi di dirigenti entrambi dipendenti dall’organo volitivo: i manager di funzione e i manager di progetto. a.a 2010/2011

24 struttura gerarchico-funzionale
a.a 2010/2011

25 struttura multi divisionale
a.a 2010/2011

26 struttura a matrice a.a 2010/2011

27 problema organizzativo: quale stile di direzione?
Modalità di comportamento che gli organi direttivi assumono verso i subordinati Di tipo AUTORITARIO basato sull’accentramento del potere decisionale attuato mediante il comando Di tipo PARTECIPATIVO fondato sul consenso e sulla delega di potere decisionale a.a 2010/2011

28 IL SISTEMA DEI BENI (PATRIMONIO/CAPITALE)
tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE) Rappresenta l’insieme dei mezzi funzionali all’attività svolta dall’azienda e che sono organizzati secondo un rapporto di interrelazione per il comune scopo della produzione. Ha caratteristiche qualitative e quantitative in continuo mutamento. Il patrimonio può essere esaminato secondo due aspetti inventario bilancio Tecniche di stima ASPETTO QUALITATIVO ASPETTO QUANTITATIVO “Il capitale, quale entità astratta è una grandezza variamente configurabile nel suo valore, in relazione alle diverse finalità che ne ispirano la valutazione”. (Onida P., Economia d’azienda, 1971). a.a 2010/2011

29 CAPITALE O PATRIMONIO Insieme coordinato dei mezzi economici che sono a disposizione del soggetto aziendale in un determinato istante per il conseguimento dei fini istituzionali dell’azienda. Complesso di beni a disposizione dell’azienda in un determinato momento. Impossibilità di definire in modo universale ed esaustivo il capitale o patrimonio Nozione poliedrica e complessa Diversi aspetti attraverso i quali deve essere esaminato il capitale a.a 2010/2011

30 INVENTARIO Elenca gli elementi del patrimonio secondo le caratteristiche fisiche e funzionali (kg, euro, colli, ..), per cui essi non possono essere sommati Evidenzia l’ ASPETTO QUALITATIVO del patrimonio: come complesso coordinato di beni (materiali, persone, macchinari, denaro, ecc..) espressi in quantità eterogenee BILANCIO In particolare, il prospetto di STATO PATRIMONIALE contenuto nel documento di bilancio riporta il valore di ogni elemento del patrimonio (prodotti 20 euro, impianti 300 euro, debiti, 30 euro, ecc..) Evidenzia l’ ASPETTO QUANTITATIVO del patrimonio: come fondo omogeneo di valori finanziari ed economici, attivi e passivi, espressi nella moneta contabile e sommabili fra loro. a.a 2010/2011

31 dell’attività aziendale
Coloro che devono intraprendere un’attività economica devono impiegare nell’iniziativa (nell’impresa) mezzi commisurati alle esigenze dell’attività svolta. I mezzi impiegati nell’impresa possono essere insufficienti, per cui è necessario il ricorso a prestiti erogati da finanziatori esterni. Sono impiegati per lo svolgimento dell’attività aziendale mezzi apportati dal proprietario o dai soci CAPITALE PROPRIO mezzi apportati da finanziatori esterni CAPITALE DI CREDITO Impieghi Mezzi disponibili Denaro in cassa Beni apportati dall’imprenditore o dai soci - Capitale proprio conferito dall’imprenditore o dai soci a.a 2010/2011

32 Gli impieghi si modificano per effetto delle operazioni di gestione …
Mezzi disponibili Denaro in cassa o in c/c bancario Beni in natura Capitale proprio Capitale di credito Mediante lo svolgimento delle operazioni di gestione sono impiegati per l’acquisto di fattori produttivi produttivi di tipo strutturale e a fecondità semplice Gli impieghi si modificano per effetto delle operazioni di gestione … Investimenti o attività Finanziamenti, fonti o passività Impieghi Mezzi disponibili Disponibilità liquide Cassa Banca c/c Magazzino Materie prime Merci e prodotti Immobilizzazioni Terreni Fabbricati Macchine Attrezzature Capitale di credito Debiti a breve verso banche o fornitori Debiti a medio e lungo per finanziamenti da parte di terzi Capitale proprio Capitale conferito dall’imprenditore o dai soci Struttura “mezzi disponibili – impieghi che si rinnova continuamente a.a 2010/2011 L’ammontare dei mezzi disponibili = ammontare degli impieghi

33 Gli elementi del patrimonio
Impieghi di risorse finanziarie o investimenti Fonti di risorse finanziarie o finanziamenti IMPIEGHI FONTI fattori produttivi specifici (es. materie prime) Capitale di terzi fattori produttivi generici (es. denaro) Capitale proprio a.a 2010/2011

34 IMPIEGHI o INVESTIMENTI:
Sono impieghi di risorse finanziarie in fattori produttivi generici (denaro o crediti) e specifici (immobilizzazioni, a lento ciclo di utilizzo o materie prime a rapido ciclo di utilizzo) Si parla di ATTIVITA’ in quanto valori attribuiti ai beni, servizi e diritti a disposizione dell’impresa nel momento della determinazione del capitale (es. crediti, magazzino, impianti, ecc.) FINANZIAMENTI: Sono fonti finanziarie di terzi (capitale con vincolo di credito) o proprie (con vincolo di capitale di rischio) Si parla di PASSIVITA’ in quanto valori attribuiti ai debiti liquidi (debiti verso fornitori), in corso di formazione (debiti per TFR), potenziali (fondi rischi) e alle partite rettificative dell’attivo (fondi svalutazione crediti e fondi ammortamento). a.a 2010/2011

35 ASPETTO QUALITATIVO Sotto l’aspetto qualitativo il patrimonio è considerato un complesso coordinato di elementi eterogenei espressi in quantità eterogenee. “L’insieme dei beni economici (ricchezze) materiali o immateriali, a disposizione dell’azienda in un dato momento” (Onida P., 1970). Il capitale dell’impresa può essere definito come l’insieme complementare di beni materiali e immateriali di diritto o di fatto a disposizione dell’impresa, per lo svolgimento dell’attività economica di produzione (Onida P, 1970). Ciascun bene ha proprie caratteristiche fisiche e funzionali, ma tutti i beni sono legati da un rapporto di complementarietà per lo svolgimento dell’attività economica Art. 810 c.c. ‘Sono beni tutto ciò che può formare oggetto di diritti: beni materiali e immateriali sia di proprietà sia utilizzati in virtù di un diritto di godimento, come uso ed usufrutto).’ a.a 2010/2011

36 l’entità complessiva del capitale
INVENTARIO DELL’AZIENDA “X” AL 31/12/N Elementi attivi (dare) Elementi passivi (avere) Cassa Prodotti: Macchine: Fabbricati: € 10 T. 100 ferro T. 20 ghisa T. 50 acciaio 1 convertitore 2 laminatori mq. 200 capann. mq. 400 appart. Debiti cambiari Mutui passivi €. 200 €. 300 Analisi qualitativa: gli elementi del patrimonio sono classificati in base a caratteristiche funzionali e non in base al loro valore Ciascun elemento è misurato con parametri che ne contraddistinguono la natura. I vari elementi non si possono sommare per ottenere un valore sintetico che indichi l’entità complessiva del capitale Si possono rappresentare nel prospetto di inventario a quantità eterogenee o inventario a quantità non monetarie a.a 2010/2011

37 L’inventario (Cap. III volume Cedam)
Rilevazione in un dato istante di tutti i componenti attivi e passivi del capitale o del patrimonio o di una parte di tali componenti o di un aggregato di beni economici, che debba considerarsi riunito in un tutto (Besta). Finalità: Dimostrare la consistenza quali-quantitativa del patrimonio aziendale (inventari costituzione, cessione, di esercizio, di trasformazione, fusione, liquidazione) Controllo (verifica e riscontro del magazzino, di ammanchi, cali, di consegna/riconsegna beni in deposito o dati a custodia, per funzioni di ispettorato aziendale–auditing interno/esterno) TIPI DI INVENTARIO In base all’oggetto: Inventari patrimoniali, di beni altrui, di cose qualsiasi In base all’estensione: -Inventari generali, parziali In base alla natura dei dati: Inventari a non monetarie; a quantità monetarie o a valore Rispetto alla fonte dei dati: -Inventari di fatto; contabili Rispetto alla periodicità: -Inventari ordinari (annuali/rotativi); inventari straordinari Rispetto all’analisi del prospetto: - Inventari analitici; sintetici FASI Scelta elementi da inventariare Ricerca degli elementi Descrizione quali-quantitativa Classificazione Valutazione in termini monetari Rappresentazione a.a 2010/2011

38 Ripartizioni e suddivisioni del patrimonio dal punto di vista qualitativo
In base al legame temporale con l’impresa: – Attivo immobilizzato: beni o attività che cedono la loro utilità per più anni • Immobilizzazioni materiali • Immobilizzazioni immateriali • Immobilizzazioni finanziarie • Magazzino immobilizzato – Attivo circolante: beni o attività che cedono la loro utilità entro l’anno o che sono già in forma liquida (come il denaro) • Magazzino a breve • Liquidità differite • Liquidità immediate • Dal punto di vista giuridico: – Beni di proprietà – Beni di terzi (es. beni in leasing o in conto lavorazioni) • A seconda del legame con l’attività tipica dell’impresa: – Beni principali: senza i quali non è possibile svolgere l’attività caratteristica (es. macchinari e impianti) – Beni accessori: non indispensabili, ma utili, presenti in azienda a seguito di scelte gestionali (es. immobili civili) a.a 2010/2011

39 ASPETTO QUANTITATIVO “Sotto l’aspetto quantitativo il capitale viene considerato come fondo omogeneo di valori, la cui entità è espressa sinteticamente da un solo valore rendendo possibili eventuali comparazioni nel tempo e nello spazio” (D’Amodeo D., 1965). I componenti del patrimonio rilevati sotto l’aspetto qualitativo non sono sommabili perché di natura eterogenea. È tuttavia possibile operare una omogeneizzazione mediante la valutazione, cioè l’attribuzione a ciascun bene di un valore monetario (a seconda dei casi, valore nominale, valore di mercato, costo di acquisto, costo di produzione ecc.). I beni così espressi possono essere sommati e fornire quindi una misura sintetica del Capitale. Il prospetto nel quale i valori monetari dei beni vengono esposti è denominato Stato Patrimoniale (S.P.) o Stato dei Capitali. Utilizzando il prospetto di Stato Patrimoniale è possibile effettuare: un’analisi, sia patrimoniale (relativa al complesso dei beni che compongono l’azienda espressi in valori monetari) un’analisi finanziaria (attenta al rapporto tra i flussi in entrata e quelli in uscita). a.a 2010/2011

40 scopo per il quale viene effettuata natura dei beni da valutare
Il patrimonio in termini quantitativi: il concetto di valutazione del capitale Per quantificare il patrimonio dell’azienda occorre attribuire un valore agli elementi del capitale: la determinazione è soggettiva poiché influenzata da: scopo per il quale viene effettuata natura dei beni da valutare la particolare situazione in cui si trova l’azienda a.a 2010/2011

41 Crescente importanza degli elementi intangibili del capitale
Per quanto riguarda la valutazione quantitativa, il capitale può assumere configurazioni diverse, ognuna di esse capace di soddisfare una capacità conoscitiva differente: capitale di costituzione (misurazione del capitale iniziale) capitale di funzionamento (valore attribuito al patrimonio aziendale in funzione della determinazione del reddito da assegnare all’esercizio) capitale economico (o capitale di cessione: valore di sintesi valore di sintesi che esprime la capacità dell’impresa di produrre redditi in futuro: stima del valore dell’azienda in funzione della sua capacità di produrre redditi in futuro) capitale di liquidazione (valore del patrimonio aziendale risultante dalla vendita per stralcio dei beni dell’azienda, ceduti separatamente; valori di presunto realizzo per le attività e valori di presunta estinzione per le passività, allo scopo di determinare, in via preventiva, l’attivo netto realizzabile) Crescente importanza degli elementi intangibili del capitale a.a 2010/2011

42 Lo Stato Patrimoniale elenca tutti gli elementi del patrimonio.
Il patrimonio in termini quantitativi: il prospetto di Stato Patrimoniale Lo Stato Patrimoniale elenca tutti gli elementi del patrimonio. Tale prospetto è articolato in sezioni divise e contrapposte Totale ATTIVITA’ - Totale Passività = PATRIMONIO NETTO (o capitale netto) a.a 2010/2011

43 STATO PATRIMONIALE ATTIVITA’ (DARE) Cassa E 100 Prodotti E 200
Macchine E Fabbricati E Totale attiv. E 1.000 PASSIVITA’ (AVERE) Debiti cambiari E Totale passiv E Cap. netto E Tot.a pareggio E 1.000 a.a 2010/2011

44 Capitale di funzionamento Capitale di bilancio
Gli elementi che formano il capitale sono resi omogenei tramite la valutazione. Il valore del capitale che risulta dallo stato patrimoniale e che viene determinato effettuando le valutazioni secondo quando disposto dal codice civile viene indicato come: Capitale di gestione Capitale di funzionamento Capitale di bilancio Il patrimonio rappresenta quindi l’ammontare delle risorse a disposizione del soggetto aziendale in un determinato istante, relative all’azienda in normale funzionamento, la cui entità varia in conseguenza: della gestione dei criteri di valutazione applicati a.a 2010/2011

45 Patrimonio Lordo o Attività Lorde
Il Patrimonio Netto La somma algebrica tra ATTIVITA’ E PASSIVITA’ consente la determinazione del CAPITALE PROPRIO o PATRIMONIO NETTO Data la relazione: Attività - Passività= Patrimonio Netto allora se: A = PN: l’azienda si è finanziata solo con mezzi propri (no debiti) A = P: l’azienda ha un patrimonio netto = 0 (è finanziata totalmente con capitale di rischio) A < P: non solo il patrimonio è nullo, ma le attività sono insufficienti a far fronte ai debiti A > P: l’azienda è finanziata sia da capitale di rischio che capitale proprio Patrimonio Lordo o Attività Lorde a.a 2010/2011

46 Il Patrimonio Netto e le sue parti ideali
Il PN è la misura contabile dei capitali apportati in azienda a titolo di capitale di rischio. L’origine è duplice: • interna (utili e riserve provenienti dalla mancata distribuzione di utili) • esterna (raccolta sul mercato di capitale di rischio e riserve provenienti da conferimenti di capitale -riserva sovrapprezzo azioni-) Le quote ideali del PN : CAPITALE SOCIALE: valore nominale delle azioni o quote RISERVE: accantonamenti di utili (obbligatorie e facoltative) o di capitale (contributi di soci o di terzi distinti dal capitale sociale) o di rivalutazione (rivalutazione monetaria di elementi dell’attivo) PERDITE PREGRESSE: perdite di anni precedenti in attesa di sistemazione (da coprire con utili di futuri esercizi, riducendo il capitale sociale o con versamenti di soci a fondo perduto) UTILE DI ESERCIZIO: reddito in attesa di destinazione ovvero da distribuire agli azionisti/soci o da portare ad incremento delle riserve a.a 2010/2011

47 Le variazioni del patrimonio
V. pp Volume Cedam tempo STATO PATRIMONIALE 31/12/2008 STATO PATRIMONIALE 31/12/2009 CAPITALE NETTO INIZIALE CAPITALE NETTO FINALE La variazione subita dal patrimonio è imputabile: • Alla gestione: è stato prodotto un utile (variazione in aumento) oppure si è rilevata una perdita (variazione in diminuzione) • Conferimenti e decisioni prese dai soci: si è deciso di incrementare il capitale sociale conferendo altri beni o denaro (aumento) oppure si è deciso di ridurre il capitale sociale con restituzione del denaro ai soci (variazione in diminuzione) a.a 2010/2011

48 A – P = Deficit Patrimoniale (o Passivo Netto o Passivo Scoperto)
Il capitale proprio o capitale netto (CP) rappresenta il capitale messo a disposizione dal soggetto aziendale al momento della costituzione ed incrementato o diminuito dal risultato dell’andamento aziendale. Il capitale di credito (CC) rappresenta tutti i debiti che l’azienda ha nei confronti dei creditori. Il totale Attività è uguale al totale INVESTIMENTI Il totale Passività e Netto è uguale al totale delle FONTI DI FINANZIAMENTO (CC + CP) Se le Attività sono superiori alle Passività: A – P = Capitale Netto Se le Attività sono inferiori alle Passività: A – P = Deficit Patrimoniale (o Passivo Netto o Passivo Scoperto) a.a 2010/2011

49 INDICE DI INDEBITAMENTO
È possibile analizzare la struttura delle singole sezioni (Attività e Passività) mediante appositi indici INDICE DI INDEBITAMENTO LEVERAGE RATIO CAPITALE DI CREDITO CC = CAPITALE PROPRIO CP esprime il grado di indebitamento dell’azienda mediante il rapporto tra capitale di credito e capitale proprio: 200 0,25 800 a.a 2010/2011

50 Alcuni indicatori della solidità aziendale
MARGINE DI STRUTTURA: differenza tra capitale proprio e totale immobilizzazioni (indica la capacità dell’Alta Direzione di soddisfare il fabbisogno finanziario generato dagli impieghi durevoli senza far ricorso al capitale di terzi) MARGINE DI TESORERIA: differenza tra le disponibilità finanziarie (liquidità immediate+differite) e i debiti a breve termine CAPITALE CIRCOLANTE NETTO: differenza tra attivo circolante (liquidità immediate+differite+scorte) e i debiti a breve termine oppure differenza tra capitale permanente (proprio+debiti consolidati) e totale immobilizzazioni a.a 2010/2011

51 (magazzino+crediti+banca)
Per quanto concerne la struttura finanziaria, è possibile, mediante un apposita riclassificazione delle voci dello Stato Patrimoniale, ricavare altri indici (tecnica dei quozienti) rendere coerenti i criteri di classificazione del bilancio con le esigenze di analisi economiche e finanziare; facilitare la lettura dei dati contenuti nel bilancio agevolando la formulazione di giudizi riguardo allo svolgimento dei fatti di gestione ed ai valori da essa prodotti. CURRENT RATIO (indice di solvibilità) ATTIVITA’ CORRENTI PASSIVITA’ CORRENTI QUICK RATIO (indice di liquidità) ATTIVITA’ CORRENTI - MAGAZZINO (magazzino+crediti+banca) Passività correnti Crediti + banca e cassa Passività correnti a.a 2010/2011

52 STATO PATRIMONIALE AL 31/12/n
I valori dello Stato Patrimoniale sono stati ordinati: per le Passività, in base al tempo di rimborso; per le Attività, in base alla liquidità (l’attitudine del bene a trasformarsi in denaro). criterio di riclassificazione finanziario, basato sulla riconversione dei valori in forma liquida STATO PATRIMONIALE AL 31/12/n Attività (dare) Passività (avere) 1. Liquidità 1. Passività correnti Cassa 100 Debiti a breve Crediti a breve 2. Disponibilità 2. Redimibilità Prodotti 200 Mutui a M/L ATT. CORRENTI 400 TOT. PASSIVITÀ 3. Immobilizzazioni 3. Capitale proprio Macchine 500 Cap. Sociale 600 Credito a medio Riserve TOT. ATTIVITÀ 1.000 TOT. A PAREGGIO a.a 2010/2011

53 IL REDDITO V. pp Libro Cedam REDDITO DI ESERCIZIO: l’accrescimento del patrimonio di un’impresa verificatosi in un certo periodo di tempo, come conseguenza della gestione (Zappa G.)  P.N. 31/12 - P.N. 01/01 = Reddito di esercizio  P.N. 31/12 > P.N. 01/01 = UTILE (la gestione ha prodotto ricchezza)  P.N. 31/12 < P.N. 01/01 = PERDITA (la gestione ha assorbito ricchezza) Somma Ricavi - Somma Costi = Reddito di esercizio La formula vale solo se nel periodo considerato non ci sono stati apporti di capitale da parte dei soci, distribuzione di utili o altre modifiche patrimoniali METODO SINTETICO O INDIRETTO METODO ANALITICO O DIRETTO Componenti positivi Componenti negativi Le operazioni aziendali sono considerate di volta in volta in base al loro verificarsi e il reddito è ottenuto come risultato della combinazione di queste operazioni analiticamente contabilizzate. I componenti che hanno rilevanza sono individuati a prescindere dalla manifestazione finanziaria, tenendo conto della loro competenza economica a.a 2010/2011

54 Variazione subita dal patrimonio netto per effetto della gestione;
Risultato della gestione secondo l’aspetto economico Reddito totale o globale: Rtot = PNtn – PNto PNtn = patrimonio netto al termine della vita dell’azienda PNt0 = patrimonio netto all’inizio dell’azienda to/tn = arco temporale in cui si sviluppa la vita dell’azienda Necessità di determinare il reddito alla fine di ognuno dei periodi amministrativi in cui è fittiziamente ripartita la gestione a.a 2010/2011

55 Il riepilogo di costi e ricavi dell’esercizio
Il prospetto di Conto Economico contenuto nel documento di Bilancio, riepiloga i componenti positivi e negativi di reddito e determina il risultato di esercizio: Conto Economico al 31/12/2004 a.a 2010/2011

56 L’attività aziendale può essere suddivisa in diverse gestioni:
Il reddito di esercizio come risultato delle diverse gestioni aziendali L’attività aziendale può essere suddivisa in diverse gestioni: Caratteristica: connesse all’attività principale (acquisto e vendita) Patrimoniale/accessoria: impiego di liquidità eccedente il fabbisogno della gestione caratteristica (investimenti in titoli e finanziamenti a terzi) Finanziaria: accensione prestiti e pagamento interessi (operazioni per acquisire finanziamenti) Straordinaria: eccezionali sotto il profilo aziendale o temporale Tributaria: oneri fiscali a.a 2010/2011

57 Reddito sul quale vengono calcolate le imposte
REDDITO CIVILISTICO Reddito di fine esercizio rilevato al fine di comunicare l’andamento dell’azienda a soggetti esterni Tale valore (reddito d’esercizio) risulta dall’andamento della gestione REDDITO FISCALE Reddito sul quale vengono calcolate le imposte Tale valore è ricavato dall’utile di esercizio rettificato in base alle disposizioni del T.U.I.R. a.a 2010/2011

58 CAPITALE DI FUNZIONAMENTO
Riepilogando: REDDITO DI ESERCIZIO è un valore di flusso CAPITALE DI FUNZIONAMENTO è un valore stock a.a 2010/2011

59 La gestione: intera vita dell’impresa
IL SISTEMA DELLE OPERAZIONI (GESTIONE) tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE) La gestione è il sistema delle operazioni successive e simultanee svolte durante la vita dell’impresa finalizzate al raggiungimento degli obiettivi prefissati La gestione: intera vita dell’impresa anno di costituzione 1998 fine dell’attività aziendale 2009 La gestione: intera vita dell’impresa a.a 2010/2011

60 concetto economico (insieme delle operazioni).
Tutte le operazioni di gestione si svolgono succedendosi senza soluzione di continuità dalla costituzione alla cessazione dell’azienda. Tuttavia, la programmazione ed il controllo della gestione riguardano generalmente lassi di tempo più brevi denominati periodi amministrativi (generalmente coincidenti con l’anno solare). L’insieme/il sistema delle operazioni, e quindi di gestione, svolte all’interno di un periodo amministrativo viene denominato esercizio, anch’esso coincidente con l’anno solare. concetto economico (insieme delle operazioni). concetto temporale (parte della vita aziendale dalla durata di dodici mesi) a.a 2010/2011

61 all’intera attività aziendale
I comportamenti di gestione possono essere studiati facendo riferimento: all’intera attività aziendale oppure, nell’ambito del quadro globale di lungo periodo, a particolari aree decisionali nel breve periodo. • Un solo periodo amministrativo (un anno) SINGOLE AREE AZIENDALI • Più periodi amministrativi (medio-lungo periodo) L’INTERA AZIENDA La gestione investe il piano strategico (le strategie di sviluppo dell’impresa) Si avvale di funzioni di tipo Direzionale: di organizzazione, di programmazione, di controllo e di leadership La gestione opera a livello di sub-strategie (relative ai vari campi gestionali) Si avvale di funzioni di tipo Operativo: tecnologica, commerciale, di produzione, del personale, ricerca e sviluppo finanziaria, di contabilità, di sicurezza a.a 2010/2011

62 MODELLI GESTIONALI IN CAMPO STRATEGICO
Modello RIPETITIVO: le azioni come conseguenza di variazioni ambientali Modello DIFENSIVO: le azioni come risposta anticipata ai mutamenti dell’ambiente esterno Modello di SVILUPPO: l’innovazione è perseguita come sforzo autonomo a.a 2010/2011

63 A LIVELLO STRATEGICO – FUNZIONI DIREZIONALI:
Di quali funzioni si avvale la gestione? POLITICHE REALIZZATE NEI VARI SETTORI GESTIONALI A LIVELLO STRATEGICO – FUNZIONI DIREZIONALI: ORGANIZZAZIONE (definizione dei livelli gerarchici, dei ruoli, delle linee di influenza) PROGRAMMAZIONE (sistema delle decisioni) CONTROLLO (tra quanto preventivato e quanto ottenuto e individuazione delle cause) LEADERSHIP (guida del sistema di persone nei processi di decisione, esecuzione, controllo) A LIVELLO DI SUB-STRATEGIE – FUNZIONI OPERATIVE: COMMERCIALE PRODUZIONE FINANZIARIA CONTABILE PERSONALE RICERCA E SVILUPPO Funzioni: tecnologiche, commerciali, finanziarie, contabilità, sicurezza) a.a 2010/2011

64 FEED-BACK (meccanismo di correzione)
LEADERSHIP Sovraintende a tutto il comportamento dell’azienda CONTROLLO DECISIONE ESECUZIONE FEED-BACK (meccanismo di correzione) a.a 2010/2011

65 Rispetto all’area cui ci si riferisce, si possono individuare:
Se analizziamo i comportamenti di gestione con riferimento a particolari aree decisionali nel breve periodo, rientriamo nel campo delle sub-strategie o, meglio, delle politiche realizzate nei vari settori gestionali (produzione, vendita, finanza, ecc.). Rispetto all’area cui ci si riferisce, si possono individuare: La gestione commerciale e di marketing La gestione della produzione La gestione finanziaria La gestione contabile La gestione del personale La gestione della ricerca e sviluppo a.a 2010/2011

66 La gestione è svolta attraverso funzioni aziendali

67 La gestione è riferita ad un determinato periodo amministrativo.
La gestione è un insieme di operazioni aventi diversa natura. Per la presenza di operazioni complementari, ma diverse tra loro, è possibile analizzare la gestione sotto tre aspetti: Aspetto tecnico Aspetto finanziario Aspetto economico Sono complementari tra loro; rappresentano il risultato di analisi diverse effettuate sullo stesso fenomeno a.a 2010/2011

68 Le tre dimensioni di analisi della gestione
Il processo di gestione ovvero le operazioni possono essere analizzate sotto tre aspetti: tecnico: si concretizza nelle operazioni volte all’utilizzo dei fattori produttivi acquistati e alla loro o trasformazione (fisica ed economica); Fatti di gestione interni Fatti di gestione esterni (trasformazione fattori produttivi in prodotti finiti) finanziario o monetario: reperimento ed utilizzo di mezzi finanziari espresso come alternarsi di entrate (E) ed uscite (U) di denaro; economico o reddituale: alternarsi di costi (C) per l’acquisto di fattori produttivi e di ricavi (R) conseguenti alla vendita di prodotti finiti sul mercato, che determinano il reddito di esercizio dell’impresa (R-C=RE) a.a 2010/2011

69 Aspetti complementari
L’aspetto monetario evidenzia le entrate e le uscite per operazioni tipiche d’esercizio: entrate per la vendita di prodotti/servizi e uscite per l’acquisto di fattori produttivi L’aspetto finanziario evidenzia le entrate e le uscite per la provvista o il rimborso di capitale proprio o di capitale di credito Aspetti complementari L’alternanza delle entrate e delle uscite per operazioni di esercizio crea disequilibrio monetario che viene coperto col ricorso al capitale proprio e di credito. Questo disequilibrio genera un fabbisogno finanziario, che scaturisce dalla differenza e dall’avvicendarsi delle entrate e delle uscite, effetto di operazioni che assumono diverso significato secondo le cause che le hanno determinate. V. pp volume Cedam a.a 2010/2011

70 I flussi finanziari sono determinati da:
Debiti di finanziamento: costituiscono prestiti erogati da banche, enti finanziari, altri soggetti (obbligazionisti nelle spa) al fine di finanziare la struttura degli impieghi Debiti di funzionamento: sono originati dal pagamento dilazionato per l’acquisto di beni/servizi e quindi da una mancata uscita di denaro (es fornitori) Accensione di finanziamenti: a)Incremento di capitale proprio tramite apporto di mezzi monetari b)Incremento di capitale proprio mediante conferimento di beni in natura c)Accensione di debiti di finanziamento d)Accensione di debiti di funzionamento Casi a; c: si ha una vera e propria Entrata di mezzi finanziari Casi: b; d: si ha in contropartita un aumento di investimenti rappresentato dall’acquisizione di fattori produttivi Rimborso di finanziamenti: a)Decremento di capitale proprio mediante rimborso di mezzi monetari b) Decremento di capitale proprio mediante assegnazione di beni ai soci c)Estinzione di debiti di finanziamento d)Estinzione di debiti di funzionamento Casi a; c; d: si ha Uscita di mezzi finanziari Caso b: si ha in contropartita uno smobilizzo di beni di proprietà dell’azienda 3. Effettuazione di un investimento: a)Acquisto di fattori produttivi (beni/servizi) con pagamento simultaneo b)Acquisto di fattori produttivi (beni/servizi) con pagamento dilazionato c)Erogazione di prestiti con conseguente registrazione di crediti di finanziamento (concessi) Casi a; c: si ha Uscita di mezzi finanziari Caso b: si ha in contropartita l’accensione di un debito di funzionamento 4. Smobilizzo di un investimento: a)Vendita di beni/servizi con pagamento simultaneo b)Vendita di beni/servizi con pagamento dilazionato c)Incasso di crediti di funzionamento (accesi per la vendita con pagamento dilazionato) d)Incasso di crediti di finanziamento (precedentemente concessi dall’azienda) Casi a; c; d: si ha Entrata di mezzi finanziari Caso b: ad un investimento se ne sostituisce un altro, con caratteristiche differenti a.a 2010/2011

71 giustificazione economica
L’aspetto economico della gestione riguarda la successioni dei costi e dei ricavi e la determinazione del reddito di esercizio Il verificarsi di costi e ricavi ha rilevanza dal punto di vista economico, ma non produce necessariamente un simultaneo effetto dal punto di vista finanziario: Acquisto materie Vendita prodotti La manifestazione economica e finanziaria dei fatti di gestione non coincide: sfasamento temporale costi e ricavi si intrecciano nel corso dell’esercizio, ma per avere rilevanza nella determinazione del reddito devono essere di competenza giustificazione economica UN COSTO è di competenza economica dell’esercizio quando nell’esercizio ha trovato il correlativo ricavo o ragionevolmente non potrà trovarlo UN RICAVO è di competenza economica dell’esercizio quando nell’esercizio ha trovato il correlativo costo o ragionevolmente non potrà più trovarlo. a.a 2010/2011

72 Merci pagate al momento acquisto
In diversi casi la manifestazione economica coincide con quella finanziaria: pagamento o riscossione si verificano nel momento in cui il fatto viene iscritto nel conto economico: Costi del personale Merci pagate al momento acquisto In altri casi le due manifestazione non coincidono: -perché la manifestazione finanziaria non è contemporanea a quella economica (es. acquisto merci e pagamento a 60 gg.) -perché entrate e uscite verificatesi in un dato periodo amministrativo possono essere relative a costi e ricavi di competenza di quell’esercizio es: costi pluriennali, ratei, risconti, accantonamenti a fondi spese e rischi a.a 2010/2011

73 In cui si sono verificati, ossia: di esercizi precedenti
Costi e Ricavi possono essere di competenza di un esercizio diverso da quello In cui si sono verificati, ossia: di esercizi precedenti di esercizi successivi in parte dell’esercizio in cui si sono verificati e in parte degli esercizi precedenti e successivi. Costi pluriennali Costi per l’acquisto di merci da parte di un’azienda commerciale, quando parte delle merci non è venduta nel periodo amministrativo Per contribuire alla determinazione dell’esercizio, non basta che si siano verificati Occorre una giustificazione economica: stabilita a priori: es. ammortamento in base ad un principio sistematico desumibile dall’esercizio stesso: es: costo acquisto merci, di competenza se si è verificato il relativo ricavo a.a 2010/2011

74 Il reddito di esercizio si determina con l’ausilio di scritture di assestamento
Scritture di integrazione: per imputare all’esercizio costi o ricavi per i quali non si è ancora avuta la manifestazione finanziaria, che avrà luogo in esercizi futuri (ratei) Scritture di rettifica: per sospendere dall’esercizio quote di entrate o di uscite finanziaria di competenza non dell’esercizio in corso, ma di esercizi futuri (risconto) Scritture di ammortamento: per ripartire fra i diversi esercizi il costo di un bene ad utilità pluriennale Scritture di accantonamento ai fondi: per imputare componenti negativi di reddito per fronteggiare eventi sfavorevoli che possono verificarsi in futuro, in modo da ripartire gli effetti negativi fra più esercizi a.a 2010/2011

75 quantitativo-monetaria di un atto di scambio (acquisto di fattori o
Reperimento di mezzi finanziari (ENTRATA) Trasformazione fisico-tecnica t Utilizzo dei mezzi finanziari (USCITA) per l’acquisto di fattori produttivi (COSTI) Vendita di prodotti finiti (RICAVI) e conseguente ENTRATA di denaro COSTI e RICAVI sono un’espressione quantitativo-monetaria di un atto di scambio (acquisto di fattori o vendita di beni) misurati da ENTRATE ed USCITE MONETARIE a.a 2010/2011

76 Tipologie di costi e ricavi
– costi pluriennali: per l’acquisto di beni pluriennali come gli immobili – costi delle materie prime o merci: per l’acquisto dei fattori da sottoporre a trasformazione – costi del personale: remunerazione della forza lavoro – costi per servizi: per forza motrice, ma anche per consulenze – costi finanziari: interessi passivi – costi fiscali: imposte e tasse da pagare allo Stato RICAVI ricavi di vendita: per la vendita di prodotti finiti ricavi finanziari: interessi attivi ricavi per disinvestimenti: per la vendita di beni pluriennali ricavi diversi: ricavi straordinari o di natura patrimoniale (fitti) a.a 2010/2011

77 L’interconnessione tra ciclo tecnico, finanziario ed economico
ESEMPIO Supponiamo che 1/1 si acquistano materie prime con pagamento a 30gg (31/1). Le materie restano in magazzino per 40gg fino al 10/2. Il processo di trasformazione delle materie prime in prodotti finiti dura 10 g. Dopo la lavorazione i prodotti finiti restano in magazzino per 8 g (dal 21/2 al 1/3). L’1/3 si vendono i prodotti finiti, incassando a 10 g. Quanto dura il ciclo tecnico, quello reddituale e quello monetario? Ciclo tecnico: 10 g Ciclo reddituale: 59 g Ciclo monetario: 39 g (l’intervallo di tempo per il quale l’impresa deve disporre di finanziamenti) Il ciclo tecnico, finanziario ed economico sono fra loro interconnessi e temporalmente sovrapposti a.a 2010/2011

78 Il sistema delle operazioni (GESTIONE)
Tipi di operazioni: finanziamenti: permettono di avere a disposizione mezzi monetari investimenti: permettono di acquisire i fattori produttivi (es. materie prime e impianti) e finanziari (es. partecipazioni e crediti di finanziamento) a fecondità semplice o fecondità ripetuta trasformazioni: operazioni tecniche di trasformazione fisica disinvestimenti: cessazione di prodotti o servizi e incasso di crediti di finanziamento rimborsi e remunerazioni: erogazione di dividendi (capitale di rischio) e di interessi (capitale di credito) e rimborso del capitale sociale esuberante e estinzione di mutui a.a 2010/2011

79 Effetti finanziari ed economici delle operazioni di gestione
Fase gestionale Operazioni Effetti FINANZIAMENTO IMPIEGO TRASFORMAZIONE REALIZZO Acquisizione capitale pieno rischio (capitale sociale) Acquisizione capitale di rischio limitato (debiti di finanziamento) Acquisto di fattori specifici della produzione Utilizzo dei fattori specifici ed ottenimento dei prodotti Vendita prodotti Remunerazione debiti di finanziamento (interessi) Rimborso debiti di finanziamento Remunerazione capitale pieno rischio Rimborso capitale di rischio + denaro +denaro -denaro - denaro +debiti di funzionamento +crediti Costo per acquisto/utilizzo fattore denaro Costi acquisto fattori produttivi Ricavi di vendita Costi utilizzazione fattori a.a 2010/2011

80 I documenti riassuntivi della gestione
Il ciclo economico è riepilogato e rappresentato nel CONTO ECONOMICO in cui sono riepilogati i costi e ricavi di esercizio Il ciclo finanziario si riferisce alle entrate ed uscite derivanti dalla gestione. I valori numerari o finanziari sono iscritti, insieme a costi e ricavi non di competenza economica nello STATO PATRIMONIALE STATO PATIMONIALE 01/01/2000 CONTO ECONOMICO anno 2000 STATO PATIMONIALE 31/12/2000 Capitale netto iniziale Gestione avvenuta nel periodo amministrativo Capitale netto finale REDDITO DI ESERCIZIO Ricavi-Costi= RE CN31/12/2000-CN01/01/2000= RE La differenza fra RICAVI/proventi e COSTI/oneri costituisce il REDDITO DI ESERCIZIO se C = R: pareggio economico (equilibrio) se C > R: Disavanzo economico (squilibrio) se C > R: Avanzo economico (squilibrio positivo) a.a 2010/2011

81 Schema sintetico della struttura delle aziende
L’assetto istituzionale è sovraordinato agli altri elementi e le combinazioni economiche sono l’elemento centrale ASSETTO ISTITUZIONALE Lettura diagonale: relazioni organismo personale /assetto organizzativo e patrimonio/assetto tecnico Organismo personale Combinazioni economiche Assetto organizzativo Assetto tecnico Lettura orizzontale: le combinazioni economiche viste negli assetti organizzativo e tecnico Patrimonio Lettura verticale: lavoro e capitale a.a 2010/2011

82 Le combinazioni economiche
Riguarda l’insieme delle operazioni economiche svolte dalle persone che operano nelle aziende Le operazioni • Si aggregano in processi e in coordinazioni e combinazioni parziali; • Si dividono in operazioni della gestione caratteristica, patrimoniale, finanziaria e dei tributi; • Sono analizzabili in termini di unitarietà, estensione e dinamicità a.a 2010/2011

83 Il PATRIMONIO è l’insieme delle condizioni di
produzione e di consumo di pertinenza dell’azienda in un dato momento. • Il lavoro non fa parte del patrimonio • Il patrimonio è composto da elementi passivi e attivi • Anche se osservato “in un dato momento” il patrimonio è un’entità dinamica, frutto delle combinazioni economiche passate e condizione di svolgimento dei processi economici futuri a.a 2010/2011

84 L’ORGANISMO PERSONALE rappresenta l’insieme
Il personale L’ORGANISMO PERSONALE rappresenta l’insieme delle persone che con il proprio lavoro partecipano direttamente allo svolgimento dell’attività aziendale. Ogni azienda si presenta con un organismo personale vario e mutevole per: • Composizione e struttura • Dimensioni (assolute e relative) • Livello di dinamicità (numero di ingressi e uscite, trasferimenti, progressioni di carriera, ecc.) a.a 2010/2011

85 E’ la configurazione fisico-tecnica dell’azienda relativa cioè:
L’assetto tecnico E’ la configurazione fisico-tecnica dell’azienda relativa cioè: • Agli elementi materiali del patrimonio = impianti, fabbricati, merci, attrezzature, ecc. • Ai processi produttivi = a seconda delle caratteristiche del processo produttivo diversi sono i risultati aziendali (in termini di flessibilità, costi, qualità delle condizioni di lavoro, ecc.) a.a 2010/2011

86 L’assetto organizzativo
E’ la configurazione risultante dal combinarsi di: • Struttura organizzativa = modalità di distribuzione tra i vari organismi aziendali, in insieme coordinato, dei compiti e delle responsabilità Deriva dalle scelte di configurazione delle relazioni tra gli organi + • Sistemi operativi = meccanismi che governano la dinamica e la remunerazione dei prestatori di lavoro e l’assegnazione ai vari organi aziendali degli obiettivi e delle risorse Sono sistemi operativi i sistemi di pianificazione e controllo, i sistemi di ricerca e selezione del personale, i sistemi di valutazione e di retribuzione, ecc. a.a 2010/2011

87 Informativo o del controllo
IL SISTEMA AZIENDALE Il Sistema-Azienda è composto di tre subsistemi tra loro interdipendenti e influenzabili: (Paolone, D’amico) Organizzazione Gestione Rilevazione Sottosistema operativo Economia Aziendale Sottosistema Informativo o del controllo Scienza delle Rilevazioni aziendali specializzata per tipi di procedure di controllo e di analisi Ragioneria a.a 2010/2011

88 Uno schema di analisi del SISTEMA AZIENDA
(U. Bertini, 1990, ripreso da Marchi, 2006) Scuola Torinese (G. Ferrero, 1980). Sintesi tra l’approccio classico zappiano (approccio oggettivo) e l’approccio anglosassone (approccio soggettivo): L’impresa nel suo aspetto oggettivo, quale la gestione, ha manifestazione e realizzazione nell’organizzazione (il management), l’aspetto soggettivo, e ciò avviene all’interno di aree funzionali (approvvigionamento/magazzinaggio, produzione/logistica; marketing, ricerca e sviluppo; amministrazione e finanza; pianificazione/programmazione; controllo. Il sistema d’azienda può essere scomposto in quattro elementi, a loro volta sistemi Subsistema impianti e utilità pluriennali Subsistema materiali e servizi d’input Subsistema prodotti e servizi d’output Subsistema denaro Subsistema lavoro e conoscenze Subsistema della produzione Subsistema azienda-fornitori Subsistema azienda-clienti Subsistema azienda-concorrenti Subsistema azienda-comunità Subsistema azienda-finanziatori Subsistema azienda-capitalisti Subsistema azienda-ambiente Subsistema delle informazioni Necessarie al management per definire razionalmente gli schemi di pianificazione e controllo. La Contabilità Generale come momento centrale del sistema delle informazioni Sottosistemi informativi (della produzione, del marketing, della finanza, del personale) Subsistema del management Subsistema pianificazione obiettivi-risorse Subsistema organizzazione e gestione attività Subsistema controllo risultati su obiettivi a.a 2010/2011

89 Testi/Parti del Programma di riferimento
M. Paoloni, P. Paoloni, Introduzione ed orientamento allo studio delle Aziende, Giappichelli, To, 2009, Cap. 2. 2) M. Paoloni (a cura di), Introduzione alla contabilità generale e al bilancio di esercizio, Cedam, Padova, 1997, Cap. 1 p. 1-6; Cap. II, IV, V. Testi Programma di approfondimento Airoldi G., Brunetti G., Coda V., Lezioni di Economia Aziendale, Il Mulino, Bo, Cap.2, 3, 4. 2) Marchi L. (a cura di), Introduzione all’Economia Aziendale, Giappichelli, Torino, 2006, Cap. 1, p 4) Bertini U., Il sistema d’azienda. Schema di analisi, Giappichelli, Torino, 1990. a.a 2010/2011


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