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DIVERSITÀ CULTURALI VERSO UNA DIVERGENZA REGIONALE

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Presentazione sul tema: "DIVERSITÀ CULTURALI VERSO UNA DIVERGENZA REGIONALE"— Transcript della presentazione:

1 DIVERSITÀ CULTURALI VERSO UNA DIVERGENZA REGIONALE

2 LA CULTURA Le enormi differenze culturali frantumano la popolazione terrestre in un mosaico regionale enormemente complesso ed intricato. Definizioni in negativo del concetto di cultura: non significa interesse per le produzioni artistiche; non significa razza; non significa specie. Definizione in positivo: la cultura descrive quei modelli di comportamento umano attraverso cui diventa possibile tramandare concetti ed immagini da una generazione all’altra o da un gruppo ad un altro.

3 Il processo di trasmissione di sapere e conoscenza da una generazione all’altra non ha luogo attraverso canali biologici. Un ruolo particolarmente importante viene giocato dal c.d. imprinting ovverosia le modalità di espressione verbale e di comportamento acquisite nei primi anni di vita. La cultura è caratterizzata da una complessità e persistenza tali da renderla completamente diversa dai canali di apprendimento delle altre specie animali diverse dall’uomo. La cultura del gruppo è sempre molto più estesa rispetto alla cultura del singolo individuo.

4 IL MODELLO DI HUXLEY Il biologo Julian Huxley ha proposto un semplice modello capace di categorizzare la cultura attraverso un confronto fra l’evoluzione culturale e quella biologica. il modello presenta tre componenti: i prodotti mentali ovvero gli elementi più durevoli e centrali di una cultura (linguaggio, religione, tradizioni); i prodotti sociali cioè gli aspetti di una cultura in grado di identificare i legami fra gli individui ed i gruppi (famiglia, comportamento sessuale, sistemi politici); i prodotti materiali ovverosia le manifestazioni materiali della cultura (il c.d. bagaglio culturale).

5 GEOGRAFIA DEL LINGUAGGIO
Il linguaggio rappresenta una delle più importanti peculiarità culturali, in quanto costituisce l’elemento di connessione fondamentale tra le culture umane. Per altri aspetti, il linguaggio può considerarsi una barriera alla circolazione del sapere e della conoscenza, un grande ostacolo alla comunicazione. I linguaggi vengono classificati in lingue mondiali e lingue locali a seconda della scala di grandezza delle popolazioni che le impiegano. L’inglese rappresenta la lingua più diffusa sul territorio mondiale ma è il cinese mandarino la lingua più utilizzata nel pianeta.

6 LA DISPERSIONE DELLE LINGUE
Ricerche linguistiche su vasta scala hanno dimostrato che molte lingue diverse hanno avuto origine da un unico ceppo. Quasi la metà della popolazione terrestre parla lingue appartenenti alla famiglia indo-europea; ne è una prova la comunanza in ogni linguaggio di certi termini: madre (italiano), mother (inglese), mutter (tedesco), meter (greco), mat (russo), mata (sanscrito). Le lingue rappresentano anche un fattore utile al fine dello studio del periodo coloniale ed imperialistico oltre che per la comprensione della storia dei flussi migratori.

7 MUTAMENTI SPAZIALI DELLE LINGUE
I modelli culturali non rimangono statici né nel tempo né nello spazio. Le dimensioni delle popolazioni che parlano una determinata lingua sono in continuo mutamento. Le distribuzioni spaziali dei vari linguaggi si modifica e, addirittura, a volte scompaiono. Tali mutamenti sono causati anche dalla prepotente diffusione delle c.d. seconde lingue. Parallelamente alla diffusione delle lingue mondiali, si verifica una lenta ed inesorabile scomparsa di alcune lingue minori.

8 BARRIERE LINGUISTICHE
I linguaggi, a volte, agiscono da barriera o da filtro all’interazione spaziale tra i vari territori. In Canada, ad esempio, esiste una netta divisione tra la provincia del Quebec, francofona, e quella dell’Ontario, anglofona. Mentre la vallata di Ottawa risulta essere la principale area bilingue. Le barriere linguistiche possono essere anche unidirezionali. Ad esempio, molti uomini d’affari giapponesi parlano correntemente la lingua inglese, mentre solo pochissimi uomini d’affari statunitensi padroneggiano in eguale misura la lingua giapponese.

9 GEOGRAFIA DELLE RELIGIONI
Ciascuna delle principali credenze religiose possiede una propria geografia peculiare. I seguaci del cristianesimo sono diffusi soprattutto in Europa, nel Vicino Oriente, nelle Americhe e nell’Australasia. L’islam è diffuso nella penisola arabica, nell’Africa settentrionale, nell’Asia centrale, in India ed in Indonesia. L’induismo è in gran parte confinato nella penisola indiana. Il buddismo è professato soprattutto nell’Asia orientale.

10 Ciascuna delle principali religioni può essere suddivisa nei rispettivi sottogruppi (ad esempio: cattolici, ortodossi, anglicani, protestanti). Le differenze di religione possono essere rappresentate anche all’interno di un’area geografica metropolitana (ad esempio: negli Stati Uniti, le chiese cristiane protestanti contano un maggior numero di adepti nelle zone suburbane abitate dai ceti più abbienti). Lo studio della geografia delle credenze risulta fondamentale se si considerano gli stretti legami esistenti tra politica e religione, etica e diritto, fede e scienza.

11 RELIGIONE E RISORSE AGRICOLE
Le credenze religiose influiscono indirettamente sullo sviluppo agricolo attraverso restrizioni della dieta e mediante il significato simbolico attribuito alla vita animale. La maggior parte dei buddisti si dichiarano vegetariani, gli induisti non si cibano di carne bovina, gli ebrei non possono mangiare carne suina. In India il bestiame viene allevato solo al fine di un loro impiego per i lavori di fatica, mentre l’uccisione delle mucche è proibita nella maggior parte degli Stati indiani. Tra i Pakot del Kenya, il numero di mucche possedute da un uomo è direttamente collegato al suo prestigio. Il bestiame viene utilizzato come merce di scambio e, soprattutto, per la ricerca delle mogli.

12 RELIGIONE E MODERNIZZAZIONE
La maggior parte delle religioni sottolinea con enfasi la continuità delle tradizione e la stretta osservanza di modelli di comportamento codificati nel passato. Le religioni fungono, pertanto, da fattore stabilizzante, ma possono essere anche intese come ostacolo al cambiamento ed alla modernizzazione. Quasi tutte le religioni costituiscono il principale fattore che inibisce la diffusione delle pratiche di controllo delle nascite. In Italia, i lavori che hanno portato all’emanazione della legge sul divorzio e di quella sull’aborto costituiscono validi esempi in grado di dimostrare l’influenza delle credenze religiose sull’accettazione dei cambiamenti sociali.

13 RELIGIONE E VISIONI DEL MONDO
Tutte le credenze religiose condizionano la visione che ciascun soggetto ha del mondo. Le immagini del mondo hanno giocato un ruolo importante nella forma assunta dalle abitazioni individuali, dagli insediamenti rurali e urbani. Molte città sono state progettate come repliche, su scala ridotta, dall’immagine del mondo. In Cina, le strutture pubbliche vengono progettate in modo da potersi mescolare, in piena armonia, con il paesaggio naturale circostante senza per questo dominarlo.

14 RELIGIONE E DIFFUSIONE DELLE MALATTIE
Le concezioni religiose spesso modellano il pattern spaziale di diffusione delle malattie. Il viaggio dei pellegrini musulmani, dall’India alla Mecca in Arabia, è causa principale della diffusione del colera. Gli amish sono una comunità mennonite stanziata negli Stati Uniti orientali e soprattutto nella Pennsylvania rurale. Il loro credo religioso ha originato uno stile di vita talmente isolato e una diffidenza verso le vaccinazioni tale da generare un’estesa epidemia di morbillo che ha interessato altre comunità amish stanziate nel Michigan, nel Ohio, Nel Kentuky.

15 I CONFINI DELLE REGIONI GEOGRAFICHE
I geografi utilizzano vari criteri alternativi al fine di procedere alle delimitazioni delle principali regioni geografiche. Le discrepanze esistenti tra le diverse ipotesi di delimitazione regionale sono collegate al differente peso che viene attribuito dai geografi ad una stessa caratteristica territoriale o culturale. In geografia esiste una “teoria” in grado di ben rappresentare la questione relativa alla definizione dei confini geografici: “il numero di confini diversi per ciascuna regione è uguale al quadrato del numero di geografi consultati”.

16 TIPI DI REGIONE Nonostante i geografi appaiano in disaccordo circa la definizione dei confini regionali, essi dimostrano un sufficiente accordo per quel che concerne il concetto di area nucleare ovverosia i nuclei centrali di una regione. Ogni regione può venire definita in relazione ad un’unica caratteristica peculiare o ad un insieme di caratteristiche. Altra distinzione è quella fra regioni uniformi, caratterizzate per la presenza o l’assenza su tutto il territorio di un particolare tratto distintivo, e regioni nodali o funzionali, caratterizzate per la presenza nell’area nucleare di una ben definita peculiarità la quale progressivamente va indebolendosi man mano che ci si sposta verso la periferia.

17 REGIONI CULTURALI La regione rappresenta un qualsiasi tratto della superficie terrestre dotato di caratteristiche, naturali o antropiche, che lo differenziano dalle aree circostanti. Se si prendessero in considerazione i tre principali elementi culturali distintivi, ovvero linguaggio, religione ed etnia, si potrebbe facilmente individuare un insieme di regioni culturali. Il geografo Paul Vidal de la Blanche utilizzava il termine francese pays per indicare piccole regioni specifiche all’interno del territorio francese. I confini di tali regioni culturali non vengono definiti solo sulla base di importanti differenze fisiche o culturali ma anche in relazione a determinati prodotti mentali.

18 LE MAPPE MENTALI I geografi Peter Gould e Rodney White tentarono di definire le carte geografiche mentali delle differenti parti del territorio della Gran Bretagna. La nozione di percezione regionale è stata applicata anche agli Stati Uniti attraverso gli studi del geografo Kevin Cox. Sulla scorta di tali studi è stato possibile distinguere le principali differenze regionali all’interno di uno stesso territorio. Ogni mappa mentale sorge da un’insieme di elementi strettamente collegati con quella che è la diversa visione del mondo di ciascun individuo.

19 IL MODELLO DI MEINIG Donald Meinig ha analizzato un certo numero di casi in cui le aree occupate da una cultura si sono sviluppate in successione a partire dalla località d’origine (nucleo centrale). Uno dei casi più semplici analizzati dal modello di Meinig è quello relativo alla regione culturale dei mormoni, le cui origini nel tempo e nello spazio risultano entrambe definibili con esattezza in quanto si tratta di una cultura molto specifica. Tale regione culturale situata nella parte occidentale degli Stati Uniti presenta una struttura spaziale quadripartita.

20 Nucleo centrale: punto in cui la popolazione mormone presenta la maggiore densità, la religione è più dominante e la storia dell’occupazione risale a tempi più lontani. Tale nucleo è costituito dal Wasatch Oasis e dalla città di Salt Lake City. Dominio: area in cui la cultura mormone risulta dominante ed in cui compaiono con evidenza le differenze locali relative all’organizzazione sociale. Il dominio si estende al di fuori dello Stato dell’Utah. Sfera d’influenza: area esterna e di contatto periferico, nelle quali i mormoni costituiscono importanti minoranze locali. Tale sfera si estende dall’Oregon orientale al Messico settentrionale. Appendici: aree discontinue che ospitano la restante frazione della popolazione mormone. Le maggiori appendici sono situate in corrispondenza dalla costa del Pacifico mentre di più recente origini sono quelle presenti in Inghilterra, Svizzera e Nuova Zelanda.


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