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LA DIGA DEL VAJONT
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Alle ore del giorno 9 ottobre 1963, 260 milioni di metri cubi di roccia, si staccano dal monte Toc e precipitano nel lago, sollevando una enorme massa d’acqua che si abbatte sui comuni di Erto, Casso e Longarone, provocando più di 2000 morti. IL DISASTRO DEL VAJONT
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Sono stati commessi 3 fondamentali errori umani che hanno portato alla strage:
aver costruito la diga in una valle non idonea sotto il profilo geologico aver innalzato la quota del lago artificiale oltre ai margini di sicurezza non aver dato l’allarme la sera del 9 ottobre per attivare l’evacuazione in massa delle popolazioni residenti nelle zone a rischio di inondazione
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I SEGNALI PREMONITORI Poco tempo prima della catastrofe, si hanno i primi segnali premonitori: nel 1959 la frana sulla vicina diga a Pontesei. Sul Monte Toc, sopra la diga del Vajont, si apre una grossa spaccatura (fig sopra). Verso la fine del 1959, Edoardo Semenza, nella sua relazione scopre la presenza di una grossa paleofrana sul Monte Toc che rischiava di franare nel lago se avessero continuato a riempirlo d’acqua, ma non venne ascoltato. Venne invece accettata la relazione di Dal Piaz, molto più ottimistica ma, ovviamente, sbagliata. Il 4 novembre un grosso pezzo di roccia si stacca dal Monte Toc e frana sul lago, suscitando dubbi e inquietudini tra gli abitanti dei paesi vicini.
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IL RUOLO DI TINA MERLIN
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