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IMPRESE E LAVORATORI IMMIGRATI NELL’UNIONE EUROPEA

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Presentazione sul tema: "IMPRESE E LAVORATORI IMMIGRATI NELL’UNIONE EUROPEA"— Transcript della presentazione:

1 IMPRESE E LAVORATORI IMMIGRATI NELL’UNIONE EUROPEA
05-ESP01-S2G ITA01-S2G GR Luglio 2006

2 III. PANORAMICA SULL’IMMIGRAZIONE A VARI LIVELLI
INDICE I. PROGRAMMA SOCRATES II. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “IMPRESE E LAVORATORI IMMIGRATI NELL’UE” III. PANORAMICA SULL’IMMIGRAZIONE A VARI LIVELLI IV.    INDAGINE: INTRODUZIONE E RISULTATI V. PAESI DI ORIGINE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN SPAGNA, ITALIA E SVEZIA VI. LEGISTLAZIONE IN MATERIA D’IMMIGRAZIONE A LIVELLO NAZIONALE, EUROPEO E INTERNAZIONALE VII: BIBLIOGRAFIA

3 I PROGRAMMA SOCRATES

4 PROGRAMMA SOCRATES GRUNDTVIG II: Partenariati di Apprendimento
La seconda fase del programma Socrates per la formazione a livello europeo ha avuto inizio il 1 gennaio 2000 per una durata di sette anni. I sistemi e le attività formative variano enormemente da paese a paese. Questa è una caratteristica dell’Europa in cui viviamo. In questo ambito, la cooperazione a livello europeo offre notevoli vantaggi. Fornisce terreno fertile per l’innovazione, la ricerca della qualità e la realizzazione di nuove idee. Grundtvig II è un’iniziativa del programma Socrates volta alla promozione di Gruppi di ricerca (Learning Partnership) all’interno di organizzazioni di piccole dimensioni, al fine di permettere una loro collaborazione su scala ridotta. Il progetto “Imprese e lavoratori immigrati nell’UE” viene attualmente implementato all’interno del programma Socrates, attraverso un Gruppo di ricerca composto dagli enti indicati a seguire: INSTITUTO DE FORMACIÓN INTEGRAL (Madrid, Spagna): CARPIFORMAZIONE (Carpi, Italia): EUROPAHUSET (Axvall, Svezia):

5 PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “IMPRESE E LAVORATORI IMMIGRATI NELL’UE”

6 ABSTRACT DEL PROGETTO Il progetto “Imprese e lavoratori immigrati nell’UE” ha lo scopo di supportare lavoratori e datori di lavoro a comprendere meglio le differenze culturali presenti sul posto di lavoro. Prende in considerazione l’origine e il background culturale dei paesi di provenienza dei lavoratori immigrati. La filosofia del progetto è "diffondere la conoscenza per combattere l’ignoranza" per dare un contributo importante al mantenimento della pace in Europa e per combattere le ideologie razziste e xenofobe.     Obiettivo del progetto è migliorare l’integrazione degli immigrati nell’ambiente di lavoro del paese ospitante. Come? Sviluppando all’interno delle aziende la consapevolezza di lavorare in un ambiente multiculturale.

7 OBIETTIVI DELLA GUIDA Scopo prioritario del progetto è rendere le aziende consapevoli di operare in un ambiente multiculturale. A tale scopo, la guida raggrupperà i principali risultati ottenuti dal Gruppo di ricerca: Analisi dell’attuale situazione dei lavoratori immigrati in Spagna, Italia e Svezia. Indagine generale condotta in Italia, Spagna e Svezia: questionari compilati da lavoratori/immigrati e datori di lavoro. Alcuni dati relativi ai principali paesi di provenienza degli immigrati che vivono in Spagna, Italia e Svezia. Studio della legislazione in materia d’immigrazione a livello nazionale, europeo e internazionale.

8 DIFFUSIONE DELLA GUIDA
In ogni paese che partecipa all’iniziativa (Spagna, Italia e Svezia) verranno distribuite 200 guide. Modalità di distribuzione della guida: Sito web del progetto: dove sarà disponibile la guida in formato elettronico Reti locali presenti in Spagna, Italia e Svezia Siti web dei partners: INSTITUTO DE FORMACIÓN INTEGRAL (Madrid, Spain): CARPIFORMAZIONE (Carpi, Italy): EUROPAHUSET (Axvall, Sweden):

9 QUADRO GENERALE RELATIVO ALL’ IMMIGRAZIONE A VARI LIVELLI
III QUADRO GENERALE RELATIVO ALL’ IMMIGRAZIONE A VARI LIVELLI

10 SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI NEL MONDO
“I lavoratori immigrati sono un patrimonio importante di ogni paese a cui offrono il proprio lavoro. Facciamo in modo di dare loro la dignità che meritano come esseri umani e il rispetto che meritano come lavoratori” (Juan Somavia. Direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro) Dinamiche attuali dell’immigrazione di lavoratori a livello internazionale secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro: Il tasso di crescita della popolazione immigrata, a livello mondiale, è più che raddoppiato tra gli anni 60 e gli anni 90, raggiungendo il 2,6% nel periodo compreso tra il 1985 e il 1990. Ci sono tutti i presupposti per ritenere che questo sia solo l’inizio di una tendenza che andrà via via aumentando nel corso del XXI secolo. Ad oggi l’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, stima che il numero di immigranti e dei membri delle loro famiglie raggiunge circa i 20 milioni in Africa, 18 milioni nel Nord America, 12 milioni nell’America Centrale e Meridionale, 7 milioni nell’Asia Meridionale e Orientale, 9 milioni in Medio Oriente e 30 milioni in Europa.

11 SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI NEL MONDO
I vantaggi dell’immigrazione di lavoratori a livello internazionale: L’immigrazione internazionale ha contribuito alla crescita e alla prosperità sia del paese ospitante che del paese di origine. L’invio di denaro da parte dei lavoratori immigrati rappresenta il secondo maggiore flusso monetario a livello internazionale, superato solo dal petrolio. I lavoratori immigrati sono una fonte preziosa di manodopera non specializzata o semi-specializzata per numerosi paesi industrializzati e rappresentano una fonte di manodopera altamente specializzata nei paesi più avanzati.

12 SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI NEL MONDO
l problemi connessi all’immigrazione: Immigrazione irregolare e sfruttamento della manodopera: il problema principale a livello globale nell’ambito dell’immigrazione della manodopera internazionale è l’incremento delle forme irregolari di immigrazione registratesi negli ultimi anni. Perdita di manodopera altamente specializzata: un numero significativo di immigrati con qualifiche professionali viene sempre più spesso reclutato nei paesi più sviluppati, nei quali è richiesta una manodopera specializzata per far fronte alla crescita delle industrie. Forza negativa della globalizzazione: i paesi in via di sviluppo devono ora sfruttare i vantaggi del processo di globalizzazione in termini di riduzione del divario nel reddito pro capite tra Nord e Sud. “Una politica di gestione del movimento migratorio, basata su accordi siglati con i paesi di origine, potrebbe creare un clima più rilassato a livello regionale. In un primo momento, contribuirebbe all’aumento dei flussi migratori senza influenzare, tuttavia, l’attuale percentuale d’immigrazione clandestina. D’altra parte, ciò costituirebbe un potente strumento per la lotta a questa forma di immigrazione, eliminando un numero considerevole di potenziali clandestini. Questo potrebbe poi essere utilizzato come strumento di tipo pedagogico per combattere i fenomeni di xenofobia e razzismo (…) Se si intende ridurre l’immigrazione dei lavoratori clandestini come pure quella dei rifugiati, è necessario mettere a punto programmi di mobilità organizzati e cercare di incentivare l’immigrazione legale”*. *(“Y vendrán migraciones en tiempos hostiles” Sami Naïr)

13 SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN EUROPA
Libro verde L’approccio dell’Unione Europea alla gestione dell’immigrazione   “… se l’immigrazione in sè non costituisce una soluzione al problema dell’invecchiamento della popolazione, flussi migratori più consistenti potrebbero essere richiesti per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro nell’Unione Europea e garantire il benessere economico dell’Europa. Inoltre, l’immigrazione ha un impatto sempre maggiore sull’imprenditorialità. L’UE deve poi considerare il fatto che le principali regioni del mondo sono già in competizione tra loro per attirare immigrati al fine di soddisfare le proprie necessità economiche. Questo fatto sottolinea l’importanza di una politica economica sull’immigrazione nell’Unione Europea che garantisca una condizione di legalità e sicurezza oltre a una serie di diritti che favoriscano l’integrazione di coloro che vengono accettati nei diversi paesi …”

14 SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN EUROPA
Nuove caratteristiche dell’immigrazione in Europa: Negli ultimi dieci anni in Europa, i flussi migratori, legali e illegali, sono aumentati considerevolmente. Questa tendenza si è amplificata negli ultimi cinque anni e ciò non indica soltanto l’entità della “frattura economica e demografica” presente nel Mediterraneo ma anche la pressione del fenomeno immigratorio nell’Europa Meridionale e Orientale. L’evoluzione di questi flussi migratori presenta caratteri similari ed è caratterizzata dall’aumento dell’immigrazione femminile, da lavoratori maggiormente qualificati, dall’aumento del numero delle richieste d’asilo, dalla tendenza alla formazione di movimenti anarchici e clandestini”. (*) “Attualmente, Portogallo, Spagna sembrano essere le principali porte d’ingresso per gli immigrati, sia legali sia illegali, provenienti dall’Africa. Il rapporto SOPEMI del 2004 riporta: “Si può prevedere un aumento degli immigrati provenienti dall’Africa fintanto che le dinamiche geografiche del continente rimarranno sostenibili e le differenze di reddito tra i paesi OECD rimarranno così grandi”. (OCDE, Tendenze delle migrazioni internazionali, SOPEMI 2004). Le rotte preferite dagli immigranti sono lo Stretto di Gibilterra come pure le coste della Tunisia e della Libia che si affacciano sull’Italia”. (*) I paesi dell’Europa meridionale – Italia, Grecia, Portogallo e Spagna - devono affrontare situazioni similari: in pochi anni si sono trasformati in paesi ad alto tasso d’immigrazione. Tuttavia, ci sono alcune differenze. Spagna e Italia sono passate dalla condizione di paese d’emigranti a quella di paese d’immigrazione. (*) (*) “Y vendrán migraciones en tiempos hostiles” Sami Naïr

15 SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN EUROPA
La bozza del Trattato Costituzionale stabilisce che: “il presente articolo (III-267) non pregiudicherà il diritto degli Stati Membri di determinare il volume degli ingressi nel proprio territorio di cittadini provenienti da paesi terzi alla ricerca di un lavoro dipendente o autonomo”. Nel 1999, il Trattato di Amsterdam ha assegnato all’UE la competenza in materia di immigrazione. Pertanto, l’immigrazione non è più una questione gestita dalla cooperazione intergovernativa ma prevede l’adozione di regolamenti comunitari a cura del Consiglio. In occasione del Consiglio Europeo di Tampere nell’ottobre 1999, i leader degli Stati Membri dell’Unione Europea hanno concordato gli elementi di base necessari per una politica dell’immigrazione a livello europeo.  Nel novembre 2000, la Commissione ha sottoposto un comunicato al Consiglio in materia di politica dell’immigrazione. La politica dell’Unione in materia di immigrazione non trova applicazione in paesi quali Regno Unito, Irlanda e Danimarca che non hanno recepito il Titolo IV del Trattato costitutivo della Comunità Europea. Nel corso degli ultimi vent’anni, il ricongiungimento familiare ha costituito una delle principali fonti d’immigrazione verso i paesi dell’Unione Europea. Le misure di ricongiungimento familiare non solo consentono la riunificazione dei nuclei familiari, ma sono indispensabili pure per favorire l’integrazione dei cittadini di paesi terzi all’interno dell’UE.

16 SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN EUROPA
Il ricongiungimento familiare costituisce il fattore principale correlato all’immigrazione legale in Europa ed è ancora più importante dell’immigrazione legata a motivi di lavoro (una delle sue conseguenze). Interessa centinaia di migliaia di persone ogni anno (almeno , vale a dire la metà degli ingressi legali in Europa che raggiunge quota 1,4 milioni di persone). Negli Stati Uniti è considerato un diritto fondamentale, tuttavia è quantitativo (un numero fisso ogni anno) e diversificato (l’Amministrazione ha il diritto/la facoltà di stabilirne i beneficiari). In Europa, è il frutto di una concezione diversa: è un diritto fondamentale e qualitativo e interessa tutti coloro che godono di tale diritto. Tuttavia, è in aumento la tendenza verso una sua limitazione: esso è subordinato alla disponibilità di un alloggio, alla presenza di un reddito regolare, ecc. della persona che presenta la domanda. Nonostante il ricongiungimento familiare sia regolamentato dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che tutela “il diritto alla vita privata e familiare”, questo è soggetto a condizioni specifiche in ogni paese. (*) Di conseguenza, la politica della gestione dei flussi migratori deve affiancarsi ad una vera e propria strategia d’integrazione degli immigrati nel paese ospitante, essendo questo il modo per ottenere la cittadinanza. Tuttavia, al momento, la politica della cittadinanza non è predominante nella gestione dei flussi migratori verso l’Europa. (*) (*)“Y vendrán migraciones en tiempos hostiles” Sami Naïr.

17 DEFINIZIONE DI IMMIGRATO USATO NELLA PRESENTE GUIDA
Ø      Persona che si trasferisce in un paese, diverso dal proprio paese d’origine, alla ricerca di un lavoro / per ragioni economiche. Ø     Immigrato di prima generazione – tenendo conto del fatto che la seconda generazione è più integrata rispetto alla prima arrivata nel nuovo paese . Ø      Persona proveniente da un paese terzo, esterno all’Unione Europea. Ø   termine "lavoratore immigrato" fa riferimento ad una persona che verrà assunta, è assunta o è stata assunta per svolgere un’attività retribuita in uno stato di cui non è cittadino/a. Definizione tratta dalla Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite sulla salvaguardia dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie.

18 IMMIGRAZIONE - INTEGRAZIONE
“Le istituzioni ufficiali classificano l’immigrazione in varie categorie: Immigrazione legale, immigrazione per motivi di lavoro, di studio, di ricerca, immigrazione di dirigenti; immigrazione illegale e clandestina e, infine, immigrazione di rifugiati e richiedenti asilo” (*) “Il concetto storicamente indicato come “immigrazione” tende in generale a definire la condizione di una persona in cerca di lavoro tramite uno spostamento temporaneo che termina nel momento in cui l’immigrante fa rientro nel proprio paese. Anche se ciò continua a verificarsi, alcuni aspetti non sono più gli stessi. Gli immigranti che lasciano il proprio paese senza intenzione di farvi rientro sono sempre più numerosi, in particolare quelli provenienti dall’Africa, dall’America Latina e dall’Asia, di conseguenza si tratta per loro di un “viaggio di sola andata”. (*) “E’ possibile definire l’integrazione in due modi: dal punto di vista sociale, una persona si ritiene integrata se la sua posizione è essenziale per l’avanzamento del sistema sociale. Tuttavia, si può affermare che una persona è pienamente integrata a livello umano quando viene riconosciuta dagli altri simili e si sente riconosciuta dalla comunità in cui vive, vale a dire nel momento in cui questa persona si sente a proprio agio all’interno della comunità, in considerazione dei propri diritti e dei propri doveri.” (*) (*)“Y vendrán migraciones en tiempos hostiles” Sami Naïr.

19 SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE IN SPAGNA
o   Fino a pochi anni fa la Spagna era un paese di emigranti. E’ stato alla fine degli anni Ottanta che la Spagna si è trasformata in paese ospitante; inoltre, questa tendenza è andata aumentando negli ultimi quattro anni. o    Lo stereotipo dell’emigrante (uomo, giovane, proveniente da un paese del Nord Africa) nonsi adatta all’attuale realtà spagnola dato che sono sempre più numerose le donne immigrate. o  Principali settori di impiego degli emigranti: edilizia, collaborazione domestica, settorealberghiero, agricolo, alimentare, pulizie, ecc. o   La legislazione spagnola sugli stranieri prevede più modalità per l’ingresso degli immigrati:      -Contingente -Regime generale -Lavoratori stagionali o  La Spagna ha siglato accordi sull’immigrazione con i seguenti paesi: Marocco, Ecuador,Colombia, Repubblica Dominicana, Romania, Polonia.

20 12,53% da Paesi Europei non comunitari 23,40% dall’ Africa
SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE IN SPAGNA - Report del Ministero del Lavoro e Affari Sociali ,Aprile        2006, Marzo : foreign people with a card or authorization of residence in force. Paesi d’origine degli stranieri a quella data: 20,85% da UE 12,53% da Paesi Europei non comunitari 23,40% dall’ Africa 36,11% dall’ America Latina 0,61% dal Nord America 6,45% dall’ Asia 0,06% dall’ Oceania. Per quanto riguarda la nazionalità specifica, i gruppi più numerosi, alla fine del marzo 2006, erano quelli provenienti da Marocco, Ecuador, Colombia, Romania e Regno Unito. Per quanto concerne il genere, il 54,33% degli stranieri erano uomini e il 45,67% donne. L’ età media degli stranieri nel primo trimestre del 2006 era di 34 anni .

21 SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE A MADRID
Ø    Nella regione, il flusso migratorio aumenta ogni mese di circa stranieri. Nel maggio 2005, nell’area di Madrid, sono stati registrati stranieri, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente, gli stranieri registrati erano ; vale a dire un aumento di stranieri in un anno. Ø      Per quanto riguarda la popolazione lavorativa, nel 1991 Madrid contava lavoratori stranieri. Attualmente questo numero è aumentato raggiungendo quota , il 13,3% della popolazione che versa i contributi all’Istituto Nazionale di Previdenza. Madrid è la regione spagnola con la maggior presenza di lavoratori immigrati. Ø     Per quanto riguarda le nazionalità maggiormente presenti a Madrid, le cifre mostrano una notevole variazione negli ultimi anni. Nel 2005, secondo il Governo Regionale di Madrid, la comunità più numerosa era quella ecuadoriana che nel maggio 2005 ha raggiunto quota persone.

22 SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE A MADRID
Il numero di rumeni poi è triplicato negli ultimi tre anni. Al terzo posto, troviamo i colombiani che contano residenti e al quarto i marocchini con residenti. I peruviani sono al quinto posto con residenti, seguiti dai boliviani ( residenti). Infine, al settimo posto, i cinesi con residenti.        Secondo i dati dell’indagine condotta sulla popolazione attiva (INE) nel 2004, i settori di attività che concentrano il maggior numero di lavoratori immigrati sono: il settore edilizio per gli uomini (41,9%) e le collaborazioni domestiche per le donne (46%).      L’attività professionale degli immigrati varia a seconda del paese d’origine, i marocchini lavorano prevalentemente nel settore dell’edilizia come pure i rumeni, i polacchi e gli ucraini.

23 SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE A MADRID
Nel 2004, gli immigrati ispano-americani, provenienti specialmente da Ecuador, Perù e Colombia lavoravano principalmente nei settori alberghiero e dei servizi per le imprese (manutenzione, pulizia, corrieri e vendita di proprietà…). - Queste tre nazionalità, inoltre, sono quelle maggiormente rappresentate nell’ambito delle collaborazioni domestiche in cui si è registrato un aumento dei posti di lavoro dovuto soprattutto al processo di regolarizzazione intrapreso dal Governo Centrale nel Questo processo ha fatto emergere numerosi posti di lavoro sommerso (mercato nero).         - Alla fine del 2005 i lavoratori impiegati nel settore delle collaborazioni domestiche erano il 22% dei contribuenti stranieri ( su un totale di lavoratori stranieri).

24 DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE DI IMMIGRATI A MADRID
Fonte: informazioni pubblicate sul quotidiano El País” ( ) 2003 2004 2005 Ecuador Colombia 69.128 71.410 80.847 Romania 67.647 95.644 11.669 Marocco 60.684 67.716 78.395 Perù 33.527 38.827 44.160 Repubblica Dominicana 20.502 23.203 26.651 Argentina 19.126 21.163 23.980 Bulgaria 17.594 21.646 24.143 Cina 16.762 23.342 28.244 Bolivia 15.886 17.707 31.291

25 SITUAZIONE FORZA LAVORO IMMIGRATA IN ITALIA
1° gennaio 2005: stranieri ( uomini e donne) in possesso di carta o permesso di soggiorno valida/o.         Paesi d’origine degli stranieri a quella data:         -8,7% dall’UE         -38,5% da un paese non comunitario.         -26,5% dall’Africa       -8,6% dall’America Centrale e dall’America Latina         -0,68% dal Nord America        -16,9% dall’Asia        -0,12% dall’Oceania Per quanto riguarda la nazionalità, i gruppi più numerosi, nel dicembre 2004, erano quelli provenienti da Albania, Marocco, Romania, Cina, Ucraina, Filippine e Tunisia. Per quanto concerne il genere, il 54,33% degli stranieri erano uomini e il 45,67% donne. L’ età media degli stranieri nel dicembre 2004 era di 30 anni.

26 SITUAZIONE FORZA LAVORO IMMIGRATA IN ITALIA
In Italia, l’immigrazione è un fenomeno recente. Infatti, ha avuto inizio alla fine degli anni Ottanta. Attualmente è in aumento e si prevede che continuerà ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione e all’internazionalizzazione del mercato del lavoro. Da un punto di vista qualitativo, il fenomeno dell’immigrazione da assunto implicazioni diverse rispetto al “boom” dell’immigrazione degli anni Novanta. Ad esempio, la massiccia presenza tra gli immigrati di donne e giovani, legata soprattutto al ricongiungimento familiare, apre scenari complessi. Non è semplice descrivere un fenomeno come quello dell’immigrazione, caratterizzato da una grande mobilità e da una grossa fetta di “lavoro nero”, occorre, però, ricordare che i dati riportati si riferiscono alle registrazioni presso gli uffici delle anagrafi comunali (dove non tutti gli immigrati sono iscritti). E’ necessario sottolineare inoltre che in Italia i poli d’attrazione per gli immigrati non sono solo le grandi metropoli ma anche le piccole città o i distretti industriali che richiamano lavoratori immigrati con la promessa di un lavoro facile da trovare e sicuro.

27 SITUAZIONE FORZA LAVORO IMMIGRATA IN ITALIA
Secondo i dati nazionali, l’immigrazione dall’Europa (paesi comunitari e non comunitari) (45,2%) equivale circa all’immigrazione da tutti i paesi del resto del mondo (54,8%). L’Italia, fino agli anni Sessanta, è stato un paese di emigranti. E’ solo alla fine degli anni Ottanta (soprattutto dai paesi limitrofi) che ha inizio l’immigrazione di stranieri e l’Italia diventa un paese ospitante; questa tendenza è andata sempre aumentando negli ultimi 15 anni (alla fine del 2006 si prevedono oltre 3 milioni di stranieri). Lo stereotipo dell’immigrante (uomo, giovane, proveniente dai paesi nordafricani o asiatici) non si adatta più alla realtà italiana; il numero di donne immigrate è in aumento data la richiesta di personale destinato all’assistenza di anziani e disabili. Generalmente, i datori di lavoro italiani offrono posti di lavoro che richiedono una qualifica di livello medio-basso (il 52% svolge lavori non qualificati). Nel Nord del paese, sono richiesti pure lavoratori qualificati, specialmente nel settore industriale. I settori in cui lavorano solitamente gli immigrati sono: industria (in particolare settore metalmeccanico e metallurgico), edilizia, collaborazioni domestiche e assistenza domiciliare, agricoltura (ad oggi l’8%, una percentuale che non comprende i lavoratori non in regola).

28 SITUAZIONE FORZA LAVORO IMMIGRATA IN ITALIA
Secondo i dati ISTAT, nel marzo 2006, i lavoratori stranieri assunti sono il 5,4% della forza lavoro totale; si tratta di 1,2 milioni di persone, il 66% delle quali vive nel Nord Italia . Fino all’ultimo decennio degli anni Novanta, l’immigrazione dai paesi dell’Africa era quella prevalente; negli ultimi anni, al contrario, si è registrata un’inversione di tendenza con un significativo movimento migratorio proveniente dall’Asia (in particolare da Pakistan e Cina). Più recentemente, ha assunto sempre maggiore importanza l’immigrazione dai paesi dell’Europa Orientale, dovuta in particolare alla regolarizzazione delle donne che prestano servizio di assistenza domiciliare ad anziani e disabili . Negli ultimi anni, i flussi migratori provengono soprattutto dall’Asia, in particolare dal Pakistan, anche se significativa è pure l’immigrazione dai paesi dell’Europa Orientale e dall’Africa. Rispetto ai dati nazionali, la distribuzione degli immigrati a Carpi, in base al paese d’origine, mostra dati estremamente diversi; viene confermata la tendenza degli ultimi anni e si nota un costante aumento degli immigrati provenienti dalla regione asiatica (38%), seguiti dagli immigrati africani (34%), dell’Unione Europea (4%), del resto d’Europa (21%) e dell’America (3%).

29 SITUAZIONE IMMIGRAZIONE A CARPI
L’Italia è divisa in regioni, province e comuni. Il distretto di Carpi appartiene alla Provincia di Modena, in Emilia Romagna; i dati presentati fanno riferimento all’Associazione intercomunale, comprendente i Comuni di Carpi, Campogalliano, Novi di Modena e Soliera). Da un punto di vista qualitativo il distretto, con una popolazione id abitanti ha, nel Dicembre 2004, una percentuale di immigranti del 6,7% sulla popolazione totale (la media nazionale è del 4,3%). L’incremento, comparato con i dati dell’anno precedente è di persone; la crescita, dovuta anche alla Legge 189/2002 relativa alla legalizzazione degli immigrati clandestini, conferme le tendenze degli anni precedenti . Area Foreign Population % on the total of population Distretto di Carpi 6.401 6,7 Provincia di Modena 41.674 6,4 Regione Emilia Romana 3,7 Italia (immigrati alla fine del 2003) 2,6 Italia: stima del numero totale di stranieri, legali e illegali- anno2003 4,3

30 SITUAZIONE IMMIGRAZIONE A CARPI
Nel giugno 2005, sul totale degli immigrati presenti nel distretto (7.270), i più numerosi erano quelli di origine pakistana (19,8% del totale della popolazione di immigrati) seguiti dai nordafricani: marocchini e tunisini (25,3%) e dai cinesi (20,8%). Nella prima metà del 2005, la popolazione degli immigrati è aumentata del 13,6% in seguito al processo di regolarizzazione avviatosi nel 2002 che ha permesso la regolarizzazione di immigrati . Nel 2005, la percentuale di donne immigrate era il 44,5% della popolazione totale. L’aumento dell’immigrazione femminile, dovuta in particolare al ricongiungimento familiare, richiederà un rafforzamento delle politiche sociali e occupazionali Secondo i dati forniti dai Centri per l’Impiego, nel 2003, la situazione è la seguente : 11,9% degli immigrati sono impiegati nel settore dell’agricoltura. . 37,8% degli immigrati sono impiegati nell’industria 50,3% degli immigrati sono impiegati nel settore dei servizi .

31 NAZIONALITA’ DEGLI STRANIERI NEL DISTRETTO DI CARPI (2004-2005)
NAZIONALITA’ DEGLI STRANIERI NEL DISTRETTO DI CARPI ( ). I DIECI PAESI PIU RILEVANTI Paese 2005 2004 Variazione % Variazione Pakistan 1574 1314 260 19,8 Marocco 1035 910 125 13,7 Tunisia 945 847 98 11,6 Cina 587 486 101 20,8 India 512 458 54 11,8 Albania 307 273 34 12,5 Turchia 272 228 44 19,3 Romania 244 195 49 25,1 Ucraina 217 172 45 26,2 Ghana 188 154 22,1

32 SITUAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN SVEZIA
Le donne immigrate, in particolare quelle provenienti dai paesi del Nord Europa, svolgono la propria attività professionale nell’ambito delle collaborazioni domestiche e dell’assistenza domiciliare. Al contrario, la maggior parte delle donne immigrate di origine asiatica non lavora o lavora nel settore tessile. Gli uomini immigrati, in particolare quelli provenienti dal Nord Africa e dall’Asia, lavorano nell’industria. Gli immigrati di origine asiatica sono impiegati, inoltre, nel settore tessile mentre quelli provenienti dall’Europa Orientale nell’edilizia e nell’agricoltura . Le caratteristiche dell’immigrazione in Svezia sono cambiate dal 1800 ad oggi. Storicamente, la Svezia è sempre stata un “paese di emigranti”. Dal 1850 al 1930 circa svedesi emigrarono negli Stati Uniti, dei quali ha fatto, in seguito, ritorno in patria Subito dopo la seconda Guerra mondiale, il fenomeno dell’immigrazione in Svezia è cambiato drasticamente. Nel 1945, il numero delle nascite di stranieri in Svezia si aggirava attorno a Oggi questo numero supera il milione Nel 2003, la popolazione totale della Svezia era di abitanti, dei quali erano stranieri (circa il 12 %)

33 SITUAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN SVEZIA
Le ragioni dell’emigrazione verso la Svezia si sono modificate nel corso degli ultimi 50 anni: Negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta l’emigrazione era legata a motivazioni di tipo economico come pure alle esigenze del mercato del lavoro in seguito allo sviluppo dell’industria e all’assenza di manodopera locale. Questa situazione spingeva le autorità nazionali e le imprese svedesi a ricercare manodopera straniera. Dagli anni Settanta ad oggi, le ragioni alla base dell’emigrazione sono da ricercarsi nella situazione politica del paese d’origine degli immigrati. Pertanto, i gruppi predominanti di immigrati in Svezia sono costituiti dai rifugiati e dalle loro famiglie come pure dagli immigrati per motivi umanitari

34 SITUAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN SVEZIA
Sulla destra, dati del 2004 relativi alla popolazione svedese divisa per Paese di origine. Il numero di immigrati registrati dal 1985 è di , dei quali hanno ottenuto il permesso di soggiorni per motivi umanitari o asili politico. Svezia Finlandia Yugoslavia 74.559 Iraq 70.117 Bosnia-Herzegovina 54.514 Iran 53.982 Norvegia 45.000 Polonia 43.452 Danimarca 41.663

35 SITUAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN SVEZIA
Nel passato, la Svezia è stato un “paese di emigranti”; tuttavia lo sviluppo industriale successivo alla Seconda Guerra mondiale ha trasformato la Svezia in un paese ospitante per lavoratori stranieri provenienti soprattutto dai paesi nordici e dalla ex-Yugoslavia . Il mercato del lavoro svedese è cambiato negli ultimi decenni e oggi il settore industriale non è in grado di offrire impiego ad un elevato numero di lavoratori al di fuori del mercato del lavoro nazionale. Negli anni Novanta, la Svezia ha affrontato una crisi economica che è coincisa con l’ingresso nel paese di numerosi immigrati e rifugiati Principali comunità di immigrati in Svezia: stranieri provenienti dall’area dei Balcani e dall’Iraq

36 INDAGINE: INTRODUZIONE E RISULTATI
IV INDAGINE: INTRODUZIONE E RISULTATI

37 INTRODUZIONE L’indagine si prefiggeva di conoscere più a fondo chi sono gli immigrati, da dove vengono, cosa pensano dei nostri costumi e della nostra cultura, quale è la loro condizione personale e professionale. Inoltre, l’obiettivo era quello di conoscere l’opinione dei lavoratori e dei datori di lavoro nazionali riguardo alla convivenza con gli immigrati. Per svolgere la presente indagine, il Gruppo di ricerca (Learning Partnership) ha messo a punto tre tipologie di questionario rivolte a: Imprenditori Lavoratori locali e Lavoratori immigrati. L’indagine condotta è stata una sorta di esperienza pilota; il quadro ottenuto, pertanto, non è molto ampio, seppur significativo, dato che si è focalizzata l’attenzione sulle nazionalità precedentemente identificate come le più rilevanti in ciascuno dei paesi interessati.

38 INDAGINE IN SPAGNA IMMIGRATI: Situazione personale
L’ indagine in Spagna si è concentrata sui cittadini latino americani provenienti da Perù, Ecuador e Colombia, dalla zona del Magreb e dalla Romania per il fatto che, da uno studio precedente, queste risultavano essere le nazionalità più rappresentative tra la popolazione di immigrati a Madrid. Le percentuali degli immigrati uomini e donne si avvicinano molto. L’età dei lavoratori immigrati, uomini e donne, è compresa tra i 26 e i 44 anni. Gli immigrati che si trasferiscono nel paese per lavoro sono principalmente rumeni e marocchini. Questi rappresentano rispettivamente il 37,14% e il 20,00% del totale dei lavoratori immigrati . I rumeni e i marocchini sono quelli che hanno la peggiore conoscenza della lingua, mentre gli ecuadoriani e gli uruguaiani hanno il vantaggio di essere di madre lingua spagnola. La maggior parte dei lavoratori immigrati vive con il proprio partner o con moglie/marito e figli, solo il 17, 14% vive solo e l’8,57% con altri parenti Il 40% dei lavoratori immigrati ha ottenuto il ricongiungimento familiare contro il 42,86% che non ha considerato tale opportunità Per quanto riguarda l’istruzione, il 34,29% dei lavoratori immigrati ha frequentato la scuola media inferiore; il 22,86% corsi di formazione professionale e il 20,00% possiede un diploma di laurea .

39 INDAGINE IN SPAGNA IMMIGRATI: Condizione professionale
Poco più del 50,00% dei lavoratori immigrati lavora in Spagna da oltre 5 anni. Poco più del 60,00% dei lavoratori immigrati lavora nell’attuale posto di lavoro da meno di 2 anni . Sebbene il 20,00% dei lavoratori immigrati abbia trovato il proprio impiego tramite offerte di lavoro, il 60,00% ha trovato lavoro grazie a conoscenze. Solo il 2,86% ha trovato lavoro tramite Agenzie di Lavoro Temporaneo/Interinale Gradualmente le società spagnole stanno cominciando ad assumere sempre più lavoratori immigrati, che a volte costituiscono il 40% dell’organico totale. Ciò avviene soprattutto nelle società di piccole dimensioni Il 74,29% si dichiara soddisfatto del proprio lavoro .

40 INDAGINE IN SPAGNA Opinioni degli immigrati sul Paese ospitante
I lavoratori immigrati affermano di abbandonare il proprio paese d’origine per trovare condizioni di vita migliori . Il 40,00% dei lavoratori immigrati è in possesso di una qualifica mentre il 45,71% non ne ha. I contratti di lavoro temporaneo sono i più diffusi e vengono offerti al 54,29% dei lavoratori immigrati, mentre i contratti a lungo termine vengono offerti al 42,86% dei lavoratori immigrati . La maggior parte dei lavoratori stranieri è ben integrato nell’azienda per cui lavora. . La maggior parte dei lavoratori immigrati ritiene che nel futuro potrà aspirare ad una posizione migliore all’interno dell’azienda. Alla maggior parte dei lavoratori immigrati viene offerta la possibilità di frequentare corsi di formazione; almeno il 30% di loro non ha questa opportunità. . I lavoratori immigrati ritengono di essere considerati dai loro colleghi spagnoli grandi lavoratori che intendono adattarsi ai costumi e alle tradizioni spagnole . Il 94% degli immigrati dichiara di apprezzare lo stile di vita spagnolo

41 INDAGINE IN SPAGNA Questionari rivolti ai Lavoratori Spagnoli: analisi dei dati
Apparentemente, tra lavoratori locali e stranieri si respira un’atmosfera amichevole nella maggior parte delle aziende, tuttavia il 37,50% degli intervistati ritiene di aver perso alcuni diritti di lavoratore o cittadino a causa della presenza di stranieri nella propria città o sul luogo di lavoro . Il 75,00% dei lavoratori locali ritiene che i colleghi stranieri siano ben integrati all’interno delle rispettive aziende. Solo il 37,50 % di loro hanno assistito a incidenti tra lavoratori locali e stranieri. . D’altra parte, ritengono che la scarsa conoscenza della lingua costituisca un problema per l’integrazione dei lavoratori stranieri nelle aziende . Sono tutti d’accordo sul fatto che è necessario fare uno sforzo per rendere più semplice l’integrazione ma, allo stesso tempo, poco più del 40,00% dei lavoratori locali considera l’aumento dell’immigrazione una possibile minaccia per l’occupazione.

42 INDAGINE IN SPAGNA Punti di vista dei lavoratori immigrati e locali –domande comuni :
Oltre la metà dei lavoratori stranieri ritiene di ricevere la stessa retribuzione di un lavoratore locale a parità di tipologia di lavoro e categoria professionale, mentre il 37,14% è convinta del contrario.  I lavoratori stranieri mostrano rispetto per la cultura e i costumi spagnoli . La maggior parte degli immigrati ritiene che gli spagnoli rispettino la loro cultura e le loro usanze e che vorrebbero addirittura conoscerle di più La maggior parte dei lavoratori immigrati può esprimere liberamente i propri costumi e la propria religione . I lavoratori stranieri svolgono lavori che i lavoratori locali non vogliono svolgere e circa il 35,00% ritiene di contribuire al miglioramento del Sistema Previdenziale e al suo funzionamento. Un’elevata percentuale, tra il 20,00% e il 30,00%, ritiene che la loro presenza contribuisca ad un taglio/riduzione dei costi di retribuzione e che questi lavoratori offrano esperienza e qualifiche professionali.

43 INDAGINE IN SPAGNA Punti di vista dei lavoratori immigrati e locali –domande comuni
La maggior parte dei lavoratori sostiene di essersi adattato facilmente al posto di lavoro e, inoltre, che l’integrazione potrebbe essere più semplice se i colleghi conoscessero alcune parole della loro lingua madre. La maggior parte dei lavoratori immigrati è informato sui propri doveri e propri diritti sul posto di lavoro . Modalità che potrebbero facilitare l’integrazione sul lavoro degli stranieri: migliore conoscenza della cultura del paese tramite organizzazione di eventi quali conferenze, congressi o attività rivolte ai lavoratori immigrati al fine di agevolare la loro conoscenza della cultura e delle usanze del paese

44 INDAGINE IN SPAGNA Profili dei Lavoratori Stranieri
ROMANIA: Uomo di età compresa tra i 16 e i 44 anni Vive in Spagna da oltre cinque anni Livello intermedio di conoscenza della lingua spagnola Vive con marito/moglie e figli ; ha presentato richiesta e ottenuto il ricongiungimento familiare Nella maggior parte dei casi, la formazione professionale sostituisce quella universitaria MAGREB: Uomo e donna di età compresa tra i 26 e i 44 anni Livello avanzato di conoscenza della lingua spagnola Vive con marito/moglie e figli; ha presentato richiesta e ottenuto il ricongiungimento familiare Il livello di istruzione varia da una formazione di base agli studi universitari SUD AMERICA : Spagnolo come madrelingua La maggior parte di loro vive solo/a; non considerano l’ipotesi del ricongiungimento familiare Studi di scuola media inferiore

45 INDAGINE IN SPAGNA Questionari rivolti agli imprenditori spagnoli- Analisi dei Dati:
Nessun datore di lavoro ritiene che i contributi versati dai lavoratori stranieri migliorino il Sistema di Previdenza sociale né lo sostengano . Nessuna impresa dispone di un protocollo di accoglienza per i lavoratori stranieri che vengono assunti dall’azienda. Tuttavia, la metà delle aziende, prima dell’assunzione, fornisce ai lavoratori nozioni base sul lavoro. Solo il 12, 50% delle aziende dichiara che i lavoratori locali hanno maggiori opportunità di avanzamento professionale rispetto all’87,50% che ritiene che tutti i lavoratori abbiano le stesse opportunità . La metà delle imprese afferma che i lavoratori stranieri non sono sufficientemente qualificati per svolgere le mansioni previste dal proprio lavoro. Questa è una delle ragioni che per cui si tende a non assumere lavoratori stranieri. Un altro motivo che spinge a non assumere stranieri è il possibile aumento dei conflitti sul posto di lavoro, la scarsa conoscenza della lingua, come specificato in precedenza, e la diminuzione della domanda nel proprio settore d’attività. La maggior parte delle aziende non ha mai ricevuto alcuna lamentela da parte dei lavoratori locali nei confronti dei costumi e delle usanze degli stranieri.

46 INDAGINE IN SPAGNA Questionari rivolti agli imprenditori spagnoli- Analisi dei Dati
Alcuni aspetti positivi indicati dai datori di lavoro circa l’assunzione di immigrati : Migliore qualifica professionale Migliore immagine dell’impresa Salari e costi per la previdenza sociale inferiori . Tuttavia, molti datori di lavoro indicano alcuni aspetti negativi relativi allo stesso tema: Difficoltà di comunicazione con gli altri lavoratori Difficoltà di comunicazione con clienti/fornitori Aumento dei conflitti sul lavoro Minore qualifica professionale

47 INDAGINE IN ITALIA Situazione personale degli immigrati
L’indagine è stata condotta su cittadini pakistani, indiani e nordafricani per il fatto che, dai dati rilevati, queste risultano essere le nazionalità più rappresentative tra la popolazione degli immigrati nel distretto di Carpi. . Occorre sottolineare innanzitutto che la quasi totalità degli immigrati che hanno completato il questionario erano uomini (90%); ciò è dovuto essenzialmente al fatto che i principali gruppi etnici che lavorano nel distretto di Carpi sono originari del Pakistan (30%) e dell’Africa del Nord (23%) e le donne appartenenti a tali etnie raramente lavorano sia per motivi religiosi sia perché l’immigrazione femminile dai paesi asiatici è un fenomeno estremamente recente. La forbice di età degli intervistati va dai 26 ai 44 anni (57%). Pakistani e Nord africani (Tunisia e Marocco) sono i più numerosi tra gli stranieri che vengono a lavorare nel nostro paese. Essi rappresentano una percentuale rispettivamente del 30% e del 23% del totale dei lavoratori immigrati.

48 INDAGINE IN ITALIA Situazione personale degli immigrati
La maggior parte degli immigrati compilatori vive (47%) e lavora (40%) in Italia da oltre cinque anni; nonostante ciò quello della lingua rimane un problema grave: infatti, anche se il 45% dichiara di avere un livello intermedio di conoscenza della lingua italiana, il 31% ha una conoscenza di base, vale a dire una scarsa padronanza della lingua parlata La maggior parte dei lavoratori vive ancora con parenti o amici (45%); tuttavia il 31% ha ottenuto l’autorizzazione al ricongiungimento familiare e vive con moglie/marito e figli e questo è un dato in costante aumento. Per quanto riguarda il livello d’istruzione, i risultati indicano che circa un terzo degli immigrati presi in esame ha una licenza di scuola elementare, un terzo di scuola media inferiore e un terzo di scuola media superiore. I dati relativi alla formazione professionale (0%) e agli studi universitari (7%) non sono significativi

49 INDAGINE IN ITALIA Condizione professionale degli immigrati
Nessuno degli intervistati ha specificato il nome e l’indirizzo dell’azienda presso cui lavora; ciò probabilmente è dovuto al fatto che non vogliono rendere note le proprie opinioni all’impresa in cui lavorano. Il 70% degli immigrati lavora nell’industria (in particolare nel settore metalmeccanico, tessile e dell’abbigliamento); gli altri settori non sono molti significativi; edilizia (13%), settore alberghiero (7%) e quello delle pulizie (3%). Questo dato conferma che gli immigrati, una volta regolarizzati, preferiscono lavorare nel settore industriale, in particolare nelle aziende in cui i turni di lavoro sono suddivisi tra notte, mattino e pomeriggio; ciò consente loro di avere un secondo lavoro, solitamente in nero, per integrare le entrate

50 INDAGINE IN ITALIA Condizione professionale degli immigrati
Come indicato in precedenza, il 40% degli immigrati lavora in Italia da oltre 5 anni (il 22% nella stessa azienda da più di 5 anni), anche se il 38% non lavora in un settore direttamente collegato al proprio titolo di studio o abilità. Per quanto riguarda la modalità di ricerca del lavoro, circa la metà di loro (47%) ha trovato un impiego tramite contatti personali; solo il 17% si è affidato ai canali tradizionali, quali ad esempio i centri per l’impiego ed è diffusa l’abitudine del “passaparola” tra le persone appartenenti allo stesso gruppo etnico. Circa il 63% lavora in piccole e medie imprese la cui dimensione varia da 1 a 50 dipendenti; nonostante la scarsa presenza di aziende di grandi dimensioni nel territorio, il 20% di loro lavora in aziende che contano oltre 250 dipendenti . Per quanto concerne la presenza di lavoratori immigrati all’interno delle aziende, il dato è estremamente interessate: di fatto, nelle piccole imprese (meno di 5 dipendenti) la presenza di immigrati è del 43% e la percentuale diminuisce all’aumentare della dimensione aziendale (nelle società con oltre 50 dipendenti la percentuale scende al 10%).

51 INDAGINE IN ITALIA Opinioni degli immigrati sul Paese ospitante
Il 73% dichiara di essere soddisfatto dell’attuale lavoro Relativamente alle ragioni alla base dell’immigrazione, il 57% dichiara che la decisione è legata alle condizioni economiche del proprio paese d’origine; il 20% al desiderio di un salario più elevato . Per quanto riguarda la tipologia dei contratti, il 53% dei lavoratori immigrati ha un contratto a tempo indeterminato, il 40% un contratto temporaneo; con ogni probabilità, ciò è dovuto al fatto che i datori di lavoro temono di perdere risorse umane impiegate in attività non qualificate. Infatti il 63% di loro svolge lavori non qualificati e il 37% lavori con una bassa qualifica; nessuno svolge mansioni di tipo amministrativo, tecnico o gestionale. La maggior parte dei lavoratori immigrati (83%) dichiara di essere stato accolto bene dai colleghi italiani; la stessa percentuale ritiene di essere ben integrata nell’azienda in cui lavora, anche se il 60% è consapevole che le opportunità di carriera sono estremamente limitate La stessa percentuale del 60% dichiara di non aver accesso a programmi di formazione, tuttavia si tratta di una situazione diffusa anche tra i lavoratori locali delle aziende del distretto.

52 INDAGINE IN ITALIA Opinioni degli immigrati sul Paese ospitante
Per quanto riguarda la retribuzione, il 67% dei lavoratori immigrati ritiene che il proprio salario corrisponda a quella dei lavoratori locali. Per quanto concerne il proprio contributo al mercato del lavoro italiano, il 43% degli intervistati dichiara di svolgere lavori che i locali non vogliono più svolgere; il 30% sostiene che il lavoro degli immigrati contribuisce a mantenere il Sistema di Previdenza Sociale italiano e solo il 16% afferma di offrire un contributo grazie alla propria esperienza/qualifica La maggior parte degli immigrati (84%) sostiene di rispettare la nostra cultura e i nostri costumi, il 7% li apprezza e solo il 6% afferma di non apprezzare e di non comprendere le nostre usanze. Per di più, l’83% dichiara di poter esprimere liberamente le proprie opinioni e il proprio credo religioso/politico sul posto di lavoro Il 68% dei lavoratori immigrati ritiene di essere considerato dai colleghi italiani un gran lavoratore che cerca di integrarsi nella realtà italiana; è diffusa, tuttavia, la consapevolezza che il 16% dei colleghi italiani ritiene che gli immigrati non siano interessati ad impegnarsi per raggiungere l’integrazione ma preferiscano rimanere con le persone appartenenti allo stesso gruppo etnico.

53 INDAGINE IN ITALIA Opinioni degli immigrati sul Paese ospitante
Parlando d’integrazione, l’83% si sente integrato sul posto di lavoro anche se l’84% degli intervistati è conscio del fatto che la mancata conoscenza della lingua costituisce un grave ostacolo alla completa integrazione con i colleghi italiani; gli immigrati sostengono, inoltre, che l’opportunità di poter scambiare qualche parola nella propria lingua potrebbe sicuramente facilitare l’integrazione insieme ad una migliore conoscenza da parte dei colleghi italiani della situazione politica, economica e sociale del loro paese d’origine. Tra i vari aspetti che potrebbero facilitare l’integrazione, la maggior parte degli intervistati (64%) indica una migliore conoscenza della lingua come il più importante, insieme ad attività sociali sul posto di lavoro e conferenze/incontri rivolti sia ai lavoratori immigrati sia italiani allo scopo di scambiare informazioni e conoscenze sulle diverse culture e usanze Infine, il 77% dichiara di conoscere i propri diritti e doveri sul lavoro; su questo argomento, abbiamo trovato un unico commento scritto nell’ultima parte dei questionari: uno degli intervistati, infatti, ritiene che i lavoratori immigrati abbiano molti doveri e pochi diritti. .

54 INDAGINE IN ITALIA Questionari rivolti ai lavoratori nazionali
II. - QUESTIONNAIRES ADDRESSED TO ITALIAN WORKERS: DATA ANALYSIS: I lavoratori italiani che hanno completato il questionario lavorano prevalentemente nel settore industriale, il 38% in aziende con dipendenti e il 38% in aziende con oltre 250 dipendenti. Per quanto concerne il contributo che i lavoratori immigrati apportano al mercato del lavoro, il 44% dei lavoratori italiani dichiara che questo è un modo che consente alle aziende di risparmiare denaro dato che i salari e i costi sostenuti per gli immigrati sono inferiori rispetto a quelli per i lavoratori italiani. Il 22% sostiene che gli immigrati ricoprono posizioni che gli italiani non vogliono più ricoprire e solo l’11% riconosce il contributo che l’esperienza/qualifica di un lavoratore immigrato può apportare all’azienda. Peraltro, il 38% ritiene che l’aumento del numero di immigrati possa costituire un rischio sia per l’economia italiana, dato che si assisterà ad un aumento del lavoro nero, sia per i lavoratori italiani stessi in termini di perdita di diritti (ad esempio, nei commenti viene indicata la diminuzione di posti disponibili negli asili, la carenza di alloggi pubblici e l’indebolimento delle organizzazioni sindacali dei lavoratori).

55 INDAGINE IN ITALIA Questionari rivolti ai lavoratori nazionali
Per quanto riguarda la possibilità per gli immigrati di esprimere liberamente la propria opinione, l’88% dei lavoratori italiani ritiene che questo sia loro consentito anche se lo stesso 88% sostiene che la mancata conoscenza della lingua costituisca un grave problema sia per la possibilità di esprimere le proprie opinioni sia ai fini di una buona integrazione. La maggior parte degli intervistati (75%) dichiara che la convivenza sul posto di lavoro è buona e l’88% ritiene che gli immigrati siano ben integrati sul lavoro. In un commento, uno degli intervistati ha scritto di sperare in una migliore integrazione dato che crede in un società multi-etnica . Gli intervistati concordano pure sul fatto che il Governo dovrebbe fare degli sforzi per facilitare l’integrazione degli immigrati anche se (si veda sopra) gli stessi ritengono che un aumento del numero degli immigrati nel distretto possa costituire una minaccia.

56 INDAGINE IN ITALIA Questionari rivolti ai lavoratori nazionali
Essi suggeriscono di organizzare incontri/conferenze rivolte ai lavoratori immigrati allo scopo di fornire informazioni in merito alla cultura e alle usanze del paese ospitante. Il 75% degli intervistati, inoltre, dichiara di essere interessato a conoscere la cultura e i costumi degli immigrati. Metà dei lavoratori italiani afferma con certezza che il salario degli immigrati è uguale al proprio; tuttavia, l’88% di loro ritiene che i lavoratori immigrati non conoscano i loro diritti e doveri sul posto di lavoro Infine, solo il 25% ha assistito ad incidenti e problemi di convivenza tra lavoratori immigrati e locali

57 INDAGINE IN ITALIA Questionari rivolti agli imprenditori
– Analisi dei dati: I datori di lavoro italiani sono titolari di piccole imprese operanti principalmente nei settori tessile e dell’abbigliamento e meccanico Il 100% di loro afferma che gli immigrati ricoprono posizioni che gli italiani non vogliono più ricoprire; il 50%, inoltre, dichiara che i lavoratori immigrati forniscono un utile contributo grazie alla loro qualifica e alla loro esperienza . Circa la possibilità da parte degli immigrati di esprimere liberamente le proprie opinioni non sono concordi; infatti, alcuni di loro ritengono che lo possano fare mentre altri sostengono di no; tuttavia, si trovano d’accordo sul fatto che la mancata conoscenza della lingua costituisce un problema sul lavoro sia a livello di comunicazione con i colleghi italiani, sia a livello di scambio di informazioni sulle mansioni da svolgere.

58 INDAGINE IN ITALIA Questionari rivolti agli imprenditori
La maggior parte dei datori di lavoro ritiene che i dipendenti italiani e stranieri convivano tranquillamente, tuttavia solo in pochi sostengono che ci sia una buona integrazione e pensano che il proprio paese debba fare più sforzi per facilitare il processo d’integrazione. and think his Country should do some more efforts to facilitate the integration. Essi sostengono di non aver mai ricevuto lamentele sugli usi e costumi degli immigrati sottolineando, allo stesso tempo, il fatto che, nonostante la buona integrazione, sia i lavoratori immigrati sia quelli italiani tendono a relazionarsi con persone del proprio paese, formando in questo modo gruppi separati. Il 100% dei datori di lavoro crede fermamente che una migliore conoscenza della lingua del paese ospitante possa facilitare l’integrazione degli immigrati sul posto di lavoro congiuntamente, ad esempio, a incontri e conferenze rivolte agli stranieri volte a fornire informazioni sui costumi e la cultura del paese ospitante. E’ interessante notare che nessuno degli intervistati ritiene che i lavoratori italiani dovrebbero conoscere la cultura dei lavoratori immigrati.

59 INDAGINE IN ITALIA Questionari rivolti agli imprenditori
Relativamente alla presenza in azienda di protocolli o attività di accoglienza e inserimento degli immigrati, essi affermano che al momento non sono presenti né sono previsti per il futuro dato che, a loro avviso, non sono necessari; in ogni caso, dichiarano che ai lavoratori immigrati vengono fornite informazioni relative al lavoro, ai processi e all’organizzazione. Per quanto concerne la qualifica/formazione dei lavoratori immigrati, i datori di lavoro affermano che la loro qualifica equivale a quella dei lavoratori locali; pertanto, i lavoratori immigrati hanno le stesse opportunità di promozione e avanzamento professionale. Alla domanda “Perché alcune aziende non assumono stranieri?”, gli imprenditori rispondono che è ancora diffuso un senso di diffidenza e sfiducia nei confronti dell’esperienza/formazione degli immigrati; essi affermano, inoltre, che in alcuni settori produttivi non occorre assumere immigrati dato che vi è ancora un’ottima offerta di lavoratori locali. Infine, alla domanda sugli aspetti positivi e negativi connessi alla presenza di lavoratori immigrati, i datori di lavoro indicano esclusivamente gli aspetti negativi; di fatto, sottolineano le difficoltà legate alla mancata conoscenza della lingua, alla ridotta stabilità lavorativa e, infine, ma non meno importante, alla scarsa qualifica professionale.

60 INDAGINE IN SVEZIA Questionario rivolto agli imprenditori svedesi
Un punto di vista generale: “In termini generali, si può affermare che non esiste una definizione precisa del termine “immigrato”; per quanto tempo una persona viene ritenuta un “immigrato”; qual è la differenza tra essere un “immigrato” ed avere un “passato da immigrato”; il problema della cittadinanza; quali sono le basi per la definizione del concetto di immigrato: lingua, etnicità, ecc.“ Commenti ai questionari rivolti agli imprenditori: √ Tutti hanno un’immagine positiva degli immigrati e, in generale, non sembrano fare alcuna differenza tra Svedesi e immigrati. √ Per quanto riguarda la domanda relativa alla condizione degli immigrati nel mercato del lavoro, tutti gli intervistati affermano che gli immigrati offrono la loro competenza e cercano di integrarsi nella società svedese

61 INDAGINE IN SVEZIA Questionario rivolto agli imprenditori svedesi
√ Il quadro positivo che risulta dalle prime domande si riflette nelle risposte alle altre domande sulla libertà d’espressione delle proprie opinioni, come pure dei propri costumi e delle proprie idee √ I datori di lavoro confermano l’importanza della conoscenza della lingua quale principale fattore d’integrazione, per capire e farsi capire. √ Tutti gli intervistati ritengono, dal loro punto di vista, che la convivenza tra lavoratori locali e immigrati funzioni bene e questo dato differisce parzialmente dall’opinione dei lavoratori svedesi. √ La risposta alla domanda “Ritiene che il paese dovrebbe fare uno sforzo per facilitare l’integrazione degli immigrati?” non è unanime: il 60% è favorevole mentre il resto è contrario. Ciò è dovuto ad una diversa interpretazione di cosa la società è in grado di fare. Con ogni probabilità, in questo tipo di domande, si riflette una certa opinione negativa circa le azioni portate avanti dallo Stato.

62 INDAGINE IN SVEZIA Questionario rivolto agli imprenditori svedesi
Conferenze, incontri etc. rivolti sia ai lavoratori immigrati che agli svedesi allo scopo di conoscere le reciproche tradizioni e culture, così come la conoscenza della lingua (svedese in questo caso) sono considerate azioni positive per migliorare l’integrazione. Svedesi e immigrati sono trattati allo stesso modo, dal punto di vista degli imprenditori. Secondo loro infatti, i lavoratori immigrati operano nelle imprese da tempo, per cui non necessitano di specifici programmi di informazione/formazione. Gli imprenditori pensano che i loro dipendenti immigrati possiedano competenze adeguate al ruolo ricoperto; ritengono però che i lavoratori immigrati abbiano meno possibilità di carriera dei loro colleghi nazionali

63 INDAGINE IN SVEZIA Questionario rivolto agli imprenditori svedesi
Il 40% afferma di essere a conoscenza di lamentele sia da parte degli svedesi sia degli immigrati relativamente ai rispettivi usi e costumi. Queste lamentele non vengono riportate e, con ogni probabilità, variano in base al grado di serietà/gravità. La maggior parte (60%) degli imprenditori ritiene che le imprese abbiano una particolare responsabilità nel processo di integrazione degli immigrati. Sebbene le risposte ad altre domande mettano in evidenza il bisogno di una maggiore conoscenza del background e della cultura degli immigrati, non ci sono attività speciali a supporto dell’integrazione sul posto di lavoro I datori di lavoro ritengono che gli immigrati forniscono un contributo positivo all’azienda, in particolare in termini di lealtà, buona volontà ed elevato livello di competenza. . L’84% degli intervistati ritiene che gli immigrati possano incontrare delle difficoltà nella comunicazione con gli altri dipendenti/clienti e solo il 17% di loro menziona il rischio di conflitto sul posto di lavoro.

64 INDAGINE IN SVEZIA Questionario rivolto ai lavoratori svedesi
Il 64% degli intervistati dichiara che gli immigrati contribuiscono con competenza allo sviluppo dell’impresa e al benessere della società. Essi affermano, inoltre, che gli immigrati sono gran lavoratori e fanno del loro meglio per integrarsi nella società svedese. La maggior parte dei lavoratori svedesi ritiene che gli immigrati possano esprimere liberamente la propria opinione sul posto di lavoro. Tuttavia, l’86% di loro afferma che gli immigrati non possono esprimere le proprie usanze e il proprio credo sul posto di lavoro, probabilmente per il fatto che gli svedesi ritengono che la religione debba essere praticata in appositi luoghi. Il 100% dei lavoratori svedesi sottolinea l’importanza della conoscenza della lingua quale principale fattore a sostegno dell’integrazione sul posto di lavoro. In generale, la maggioranza dei lavoratori svedesi ritiene esistere una buona convivenza tra lavoratori locali e stranieri.

65 INDAGINE IN SVEZIA Questionario rivolto ai lavoratori svedesi
Tutti gli intervistati ritengono che gli immigrati sono ben integrati sul posto di lavoro. Alla domanda “Il popolo svedese dovrebbe fare uno sforzo per facilitare l’integrazione degli immigrati?”, le risposte sono state varie (il 57% dice sí) probabilmente per il fatto che la domanda è molto generica e include un ampio spettro di possibili azioni politiche da intraprendere a livello di società. Il 42% degli intervistati ritiene che la lingua sia un fattore chiave per l’integrazione. Tuttavia, circa il 20% indica la necessità di una maggiore conoscenza degli immigrati/immigrazione e della loro situazione da parte della maggioranza della popolazione. I lavoratori locali ritengono che le principali cause dell’immigrazione sono di natura politica (33%) ed economica (28%). Il 57% dei lavoratori locali ritiene che l’immigrazione possa costituire una minaccia. (il termine “minaccia” deve essere interpretato, con ogni probabilità, come minaccia di perdita del lavoro, del benessere, ecc.).

66 INDAGINE IN SVEZIA Questionario rivolto ai lavoratori svedesi
Un limitato numero di lavoratori svedesi ritiene che gli immigrati percepiscano il loro stesso stipendio e il 71% sostiene che gli immigrati sono ben informati circa i propri diritti e doveri sul posto di lavoro. Una grande maggioranza non sente affatto il bisogno di imparare qualche parola nella lingua madre degli immigrati. Questo dato differisce in modo significativo rispetto alla risposta degli immigrati alla stessa domanda. D’altra parte il 71% ritiene che potrebbe essere interessante imparare qualcosa relativamente ad usi e cultura degli immigrati Oltre il 75% dei lavoratori svedesi ritiene che i rapporti con gli immigrati siano buoni. Tuttavia, circa il 20% ha un’opinione negativa rispetto agli immigrati a causa del precedente concetto di “minaccia”. Per di più, la stessa percentuale di lavoratori locali ritiene che gli immigrati non rispettino le usanze e la cultura svedese. Il 42% degli intervistati ha assistito a incidenti tra immigrati e lavoratori svedesi.

67 INDAGINE IN SVEZIA Situazione personale degli immigrati
L’ indagine è stata condotta su cittadini iracheni, curdi iracheni, bosniaci, croati, serbi, montenegrini e iraniani per il semplice fatto che, da uno studio precedente, queste risultano essere le nazionalità più rappresentative tra la popolazione degli immigrati nella regione della Vastra Götaland. SITUAZIONE PERSONALE: La maggior parte degli intervistati è di età compresa tra i 26 e i 44 anni; ciò si spiega col fatto che questo gruppo di immigrati è molto presente nel settore industriale e, proprio per motivi d’età, può ottenere più facilmente un lavoro. La maggior parte degli intervistati vive in Svezia da molti anni. Rispetto alle abilità linguistiche, è presente un’elevata percentuale di soggetti bilingui e ciò grazie al fatto che la maggior parte degli intervistati ha vissuto a lungo nel paese e ha partecipato al progetto “Swedish for foreigners” (Svedese per stranieri).

68 INDAGINE IN SVEZIA Condizione professionale degli immigrati
La percentuale di lavoratori che vive in famiglia è più elevata tra gli immigrati rispetto alla popolazione svedese in generale. Ciò è legato, con ogni probabilità, alle tradizioni e alla cultura del paese d’origine. Il 40% degli intervistati non ha risposto alla domanda relativa al “ricongiungimento familiare”. In generale, gli immigrati non svolgono un lavoro equivalente al proprio livello d’istruzione. La maggior parte degli intervistati ha svolto studi universitari e lavora nel settore industriale.

69 INDAGINE IN SVEZIA Condizione professionale degli immigrati
SITUAZIONE PROFESSIONALE: Il 100 % degli intervistati lavora nel settore industriale (settore metalmeccanico). A livello nazionale, gli immigrati lavorano nell’ambito dei servizi, del commercio e nel settore alberghiero. La maggior parte di loro (63%) ha ottenuto il lavoro tramite contatti personali (con ogni probabilità amici, altri dipendenti o parenti) con una raccomandazione per un determinato impiego. Solo il 25% degli intervistati ha ottenuto il lavoro tramite un’agenzia d’impiego. La maggior parte di loro lavora da oltre cinque anni per l’azienda in cui è attualmente impiegato. La maggior parte degli immigrati lavora in aziende di medie o grandi dimensioni. Le piccole imprese sono meno rappresentate. Le imprese di piccolissime dimensioni non sono rappresentate per il fatto che solitamente non assumono immigrati. Il 43% degli intervistati lavora in aziende con meno di 50 immigrati.

70 INDAGINE IN SVEZIA Condizione professionale degli immigrati
La maggior parte di loro si dichiara soddisfatta del proprio impiego, probabilmente perché svolgono lo stesso lavoro da parecchio tempo, si sono adattati alle condizioni svedesi e sono consci delle difficoltà che comporta cambiare lavoro e dell’elevato tasso di disoccupazione presente nella società in generale e non solo tra gli immigrati. Una minoranza (2%) indica che le motivazioni che lo hanno spinto ad emigrare in Svezia sono di tipo economico. La causa principale è rappresentata dalla situazione politica (guerra, conflitti e oppressione) nel paese d’origine. La maggioranza si definisce “lavoratore” e non “lavoratore qualificato”. Tuttavia la risposta riflette molto probabilmente il modo in cui i lavoratori svedesi considerano la loro posizione. Il 97% degli intervistati ha un lavoro a tempo indeterminato. La lingua non costituisce un ostacolo per la maggior parte degli intervistati in quanto ritengono di avere una buona padronanza della lingua svedese. Il 46% degli immigrati ritiene di avere possibilità di carriera all’interno dell’azienda per la quale lavora.

71 INDAGINE IN SVEZIA Condizione professionale degli immigrati
La possibilità di accedere a programmi formativi è vista come una realtà riservata a pochi. Ad una grossa fetta degli intervistati (49%) è preclusa l’opportunità di ampliare la propria formazione/sviluppare le proprie competenze. La conoscenza dell’ammontare del salario dovuto, nella propria mansione di lavoro, è buona. Questo è probabilmente il risultato delle attività svolte dai sindacati. Il 90% degli intervistati afferma di rispettare e apprezzare le usanze e la cultura svedese . Il 56 % di loro ritiene che i propri colleghi svedesi non rispettino le loro usanze e la loro cultura ma solo in pochi affermano di essere discriminati. Il 71% degli immigrati, relativamente all’integrazione, ha scelto la seguente risposta: “Cerco di integrarmi e sono un gran lavoratore”.

72 INDAGINE IN SVEZIA Condizione professionale degli immigrati
Il diritto svedese alla libera espressione delle proprie opinioni pare aver influito sulle risposte. Naturalmente, ciò che non è stato preso in esame sono quegli argomenti che possono urtare la sensibilità/risultare indiscreti Sul posto di lavoro, molti immigrati si adeguano alle condizioni svedesi. Con ogni probabilità, permangono differenze nella sfera privata dove le persone possono esprimere le proprie usanze, la propria cultura e le proprie idee senza alcuna pressione esterna. Un elevato numero di intervistati ritiene di contribuire allo sviluppo della società e al benessere della Svezia e ciò è positivo e costituisce un segnale di autostima. Una significativa maggioranza di loro si ritiene integrata sul posto di lavoro, tuttavia sarebbe interessante esaminare la loro integrazione all’interno della società in generale La maggior parte degli immigrati (74%) ritiene che i lavoratori locali non conoscano affatto la situazione degli immigrati

73 INDAGINE IN SVEZIA Condizione professionale degli immigrati
L’86% degli immigrati conosce bene i propri diritti e doveri. Probabilmente questo è il risultato delle attività svolte dai sindacati. Dal punto di vista degli immigrati, interventi formativi volti all’apprendimento della lingua svedese associati alla conoscenza di altre culture potrebbero essere la strada migliore verso l’integrazione .

74 V INFORMAZIONI RELATIVE AI PRINCIPALI PAESI DA CUI GLI IMMIGRATI PROVENGONO

75 INFORMAZIONI SUI PRINCIPALI PAESI DA CUI PROVENGONO GLI IMMIGRATI
“Gli immigrati provenienti da Magreb, Africa, Medioriente e Asia, a maggioranza musulmana, hanno sostituito quelli originari di Spagna, Portogallo, Italia e Polonia di religione cattolica. (...). La presenza di una popolazione musulmana così massiccia crea una serie di domande a cui tutti gli stati dovranno dare una risposta nel futuro: Come gestire l’Islam?, Quale tipo di rapporto potrà avere con la tradizione secolare dello stato in Europa? E con le altre religioni? ….” “Y vendrán migraciones en tiempos hostiles”. Sami Naïr.

76 MAGREB MAROCCO: POSIZIONE: Africa del Nord, confina a nord con l’Oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo ed è compreso tra l’Algeria e il Sahara Occidentale. CAPITALE: Rabat AREA: km² (posizione nella classifica mondiale 56º) POPOLAZIONE: (posizione nella classifica mondiale 36º) LINGUE: Arabo (ufficiale), tre dialetti berberi, Francese MONETA: Dirham (tasso cambio:100 dirham = 9,05 €) FORMA DI GOVERNO: Regno

77 SISTEMA DI GOVERNO: Monarchia costituzionale.
MAGREB MAROCCO:: SISTEMA DI GOVERNO: Monarchia costituzionale. CAPO DELLO STATO: Re MOHAMED VI (Luglio 1999). PRIMO MINISTRO: Driss Jettu (Ottobre 2002). Reddito pro capite: US $ FORZA LAVORO: Agricoltura: 40% Industria : 15% Servizi: 45% (stima 2003)

78 MAGREB MAROCCO: GRUPPI ETNICI: Arabi-Berberi 99.1 %, altri 0.7 %, Ebrei 0.2 % RELIGIONE: maggioranza Musulmana (98.3%; sunniti). Minoranza Cristiana (0,6%), Ebrei (0,4%), altri (1,8%). FESTA NAZIONALE: Incoronazione (ascesa al trono di Re MOHAMED VI), 30 Luglio (1999)

79 Romani, vandali, greci bizantini e, infine, controllo arabo
MAGREB MAROCCO: STORIA: Romani, vandali, greci bizantini e, infine, controllo arabo 1912 (Trattato di Protettorato tra Francia e Spagna) : l’Impero viene suddiviso in 3 protettorati: spagnolo, francese e internazionale. Nel 1956, la Francia è obbligata a riconoscere l’indipendenza del protettorato francese. In Aprile, il governo spagnolo riconosce l’indipendenza del protettorato spagnolo . 1957, l’antica denominazione viene sostituita da quella attuale, Regno del Marocco, e il sultano prende il nome di re Mohamed V. Nel 1961 succede a Mohamed V il figlio Hassan II. Nel gennaio 1969 la Spagna restituisce al Marocco il territorio di Ifni : anche la regione del Sahara Occidentale viene annessa al Regno.

80 MAGREB TUNISIA: POSIZIONE: Africa del Nord, confina con il Mar Mediterraneo ed è situata tra l’Algeria e la Libia. CAPITALE: Tunisi AREA: km² (posiz. classif. mondiale 89º) POPOLAZIONE: (posiz. nella classifica mondiale 81º) LINGUE: Arabo (ufficiale), Francese. MONETA: Dinar ( tasso di cambio: 1 dinar = €) FORMA DI GOVERNO: Repubblica

81 MAGREB TUNISIA: SISTEMA DI GOVERNO: Repubblica presidenziale con forti poteri. CAPO DELLO STATO: Zine-el-Abidin Ben Ali (dal 7 Novembre 1987) PRIMO MINISTRO: Mohamed Ghannuchi (dal 17 Novembre 1999). Reddito pro capite: US $ OCCUPAZIONE: Agricoltura: 55% Industria: 23% Servizi: % TASSO DISOCCUPAZIONE: % (stima 2005.)

82 AREA: 381 740 km² (posizione nella classifica mondiale 11º)
MAGREB ALGERIA: POSIZIONE: Africa del Nord, confina con il Mar Mediterraneo ed è situata tra il Marocco e la Tunisia. CAPITALE: Algeria AREA: km² (posizione nella classifica mondiale 11º) POPOLAZIONE: (posiz. nella classifica mondiale 35º) LINGUE: Arabo (ufficiale) tamazight, Francese (secondo Paese Francofono nel mondo) MONETA: Dinar (tasso di cambio: 100 dinars = 1.08 €) TIPO DI GOVERNO:Republic, Islam is the State’s religion.

83 MAGREB ALGERIA: SISTEMA DI GOVERNO: Presidenziale. Altrettanto importante è il ruolo del Dipartimento di informazione e sicurezza (DRS). CAPO DELLO STATO: Abdelaziz Buteflika, presidente (8/04/2004) PRIMO MINISTRO: Ahmed Uyahya (dal 5 Maggio 2003). Reddito pro capite: US $. OCCUPAZIONE: Agricoltura 14%; industria 13.4%; costruzioni 10%; commercio 6 %; pubblico impiego 32%; altro 16% TASSO DISOCCUPAZIONE: 22.5% (stima 2005.)

84 MAGREB ALGERIA: GRUPPI ETNICI: Arabi-Berberi 99%, meno dell’ 1% di europei RELIGIONE: Maggioranza musulmana (religione ufficiale) 99%; Cristiani ed Ebrei, 1%. FESTA NAZIONALE: Revolution Day, 1 November (1954)

85 MAGREB ALGERIA: STORIA: Occupazione da parte di popoli Berberi, Cartaginesi, Arabi e Turchi. 14° secolo: Algeri viene trasformata in un covo di predatori. Carlo V (1541 . 1830: la Francia dà il via alla conquista del paese che si conclude nel 1844 Seconda Guerra mondiale ( ): il territorio algerino è teatro dello sbarco 1945: delle truppe nordamericane e viene istituito un governo francese in Algeria. 1945: inizio della guerra d’indipendenza. Luglio 1962: l’Algeria viene dichiarata una Repubblica 1976: Repubblica Democratica Popolare d’Algeria

86 ALCUNE PAROLE IN ARABO:
MAGREB ALCUNE PAROLE IN ARABO: Ciao: Marhaba PER FAVORE: min faDlik BUON GIORNO: sabaH ul-khayri GRAZIE: Shukran SI’: Na’am   NO: Laa COME STAI ? kayfa haal-louk?

87 AMERICA LATINA ECUADOR: POSIZIONE: Sud America occidentale, confina con l’Oceano Pacifico all’equatore, è situata tra Colombia e Perù. CAPITALE: Quito AREA: km² (Posizione classifica mondiale 71º) POPOLAZIONE: km² (Posizione classifica mondiale 62º) LINGUE: Spagnolo (ufficiale), quechua, shuar e altre lingue amerinde.

88 AMERICA LATINA ECUADOR: MONETA: Dollaro americano (currency rate:1 dollar = 0,79 €) TIPO DI GOVERNO: Repubblica SISTEMA DI GOVERNO: Repubblica presidenziale. CAPO DELLO STATO: Alfredo Palacio, presidente (20 Aprile 2005). REDDITO PRO-CAPITE: $ americani Occupazione: Agricoltura: 7,4% Industria: 31,8% Servizi: 60,8% ( stima 2003.)

89 ECUADOR: AMERICA LATINA Tasso disoccupazione: 9.7% (stima 2005.)
GRUPPI ETNICI: Meticci 65%, Amerindi 25%, Spagnoli e altri 7%, neri 3% RELIGION: Cattolica 95%, altre 5% FESTA NAZIONALE: Giorno dell’indipendenza (indipendenza di Quito), Agosto (1809)

90 grazie ad un referendum viene istituita una costituzione democratica
AMERICA LATINA ECUADOR: Storia: Fu originariamente abitata dall’etnia dei Quitus, seguiti dai Caras, conquistati poi dagli Incas che tentarono di annettere l’intero paese all’Impero. Durante il periodo della conquista spagnola, l’Ecuador venne annesso al Viceregno del Perù. 1563: l’intero paese forma la Reale Udienza di Quito durata fino al 1822, quando il paese ottiene l’indipendenza e viene annesso alla Repubblica della Grande Colombia insieme a Venezuela e Colombia 1830: dopo la sua dissoluzione, diventa una Repubblica estremamente instabi . grazie ad un referendum viene istituita una costituzione democratica

91 AMERICA LATINA COLOMBIA: POSIZIONE: America Latina settentrionale, confina con il Mar dei Caraibi, è situata tra Panama e Venezuela, è lambita dall’Oceano Pacifico settentrionale e è situata tra Ecuador e Panama. CAPITALE: Bogotá AREA: km² (World ranking: 25º) POPOLAZIONE: (World ranking 28º) LINGUA: Spagnolo

92 AMERICA LATINA COLOMBIA:
MONETA: Peso (tasso di cambio: pesos = 0,30 € ) TIPO GOVERNO: Repubblica. SISTEMA DI GOVERNO: Repubblica presidenziale. CAPO DELLO STATO: Álvaro Uribe Vélez (Maggio2006). REDDITO PRO-CAPITE: $ americani OCCUPAZIONE: Agricoltura: 22.7% Industria: 18.7% Servizi: 58.5% TASSO DISOCCUPAZIONE: % (STIMA )

93 AMERICA LATINA COLOMBIA: GRUPPI ETNICI: meticci/ispano-americani 58%, bianchi 20%, mulatti 14%, neri 4%, neri 3%, amerindi 1% RELIGIONE: cattolica 90%, altre 10% FESTA NAZIONALE: Giorno dell’indipendenza, 20 luglio (1810). STORIA: La storia di questo paese viene spesso confusa con quella della maggior parte degli stati dell’America Latina . Il nome del paese viene scelto da Amerigo Vespucci in onore di Cristoforo Colombo. 1538: Quesada nomina il paese Nuovo Regno di Granata che rimane sotto il controllo del vice re peruviano 1654: la colonia di Nuova Granada diviene una provincia autonoma poi proclamata Vicereame nel 1718.

94 AMERICA LATINA 1810: inizio della Guerra d’Indipendenza, proclamazione della Repubblica di Colombia nel 1819 La Gran Colombia viene suddivisa in tre repubbliche ad opera di Bolivar 1858: viene nominata Confederazione Granadina per diventare, nel 1863, Stati Uniti di Colombia, nome che rimarrà invariato fino al 1886, anno in cui viene assunto il nome di Repubblica di Colombia La Guerra civile del 1899 consente al paese di conquistare la propria indipendenza 1953: con un colpo di stato, la presidenza del paese viene assunta dal generale Rojas Pinilla, la cui dittatura durerà fino al maggio del Alla guida del paese si alternano per 16 anni i rappresentanti del partito liberale e conservatore Il governo del paese adotta infine un sistema democratico costituzionale .

95 AMERICA LATINA PERU: POSIZIONE: America Latina occidentale, confina con l’Oceano Pacifico meridionale, è compreso tra Cile ed Ecuador. CAPITALE: Lima AREA: km² (Posizione mondiale 19º) POPOLAZIONE: (Posizione mondiale 39º) LINGUE: Spagnolo (ufficiale), quechua, aymara. MONETA: Nuevo sol (tasso cambio: 0,24 €)

96 TIPO DI GOVERNO: Repubblica.
AMERICA LATINA PERU: TIPO DI GOVERNO: Repubblica. SISTEMA DI GOVERNO: Repubblica presidenziale. CAPO DELLO STATO: Alejandro Toledo (July 2001) CAPO DEL GOVERNO: Alan García Pérez (June 2006). REDDITO PRO-CAPITE: $ americani OCCUPAZIONE: Agricoltura: 9 %; industria: 18 %; servizi: 73 % (stima 2003.) TASSO DISOCCUPAZIONE : 8.7% (stima 2005.)

97 Buon giorno: Buenos días Grazie: Gracias Sì: Sí No: No
AMERICA LATINA Alcune parole spagnole: Ciao: Hola Per favore: Por favor Buon giorno: Buenos días Grazie: Gracias Sì: Sí No: No Come stai? ¿Qué tal?

98 ASIA PAKISTAN: POSIZIONE: Asia meridionale, confina con il Mar Arabico, situato tra India a est, Iran e Afghanistan a ovest e Cina a nord. CAPITALE: Islamabad AREA: 803,940 km²(posizione classifica mondiale 34º) POPOLAZIONE: 165,803,560 (posizione classifica mondiale 6º) MONETA: rupia pakistana (currency rate:100 rupees = €) TIPO DI GOVERNO: Repubblica federale CAPO DELLO STATO: Presidente e capo dell’esercito Staff Pervez Musharraf PRIMO MINISTRO: Shaukat Aziz PIL : $ 404,6 Billion (26th) (2005 estimate)

99 PAKISTAN PAKISTAN: ETHNIC GROUPS: Punjabi, Sindhi, Pashtun (Pathan), Baloch, Muhajir (immigrati dall’India al tempo della scissione e relativi discendenti) RELIGION: Musulmani 97% (Sunniti 77%, Sciiti 20%), Cristiani, induisti e altri 3% OFFICIAL LANGUAGE: Urdu, Inglese SOME WORDS IN URDU: Ciao: Adaab Per favore: Merher-bani seh Buon Giorno: Aadaab Grazie: Shukriya Sì: Haan No: Nahin Come stai?: Ap kaise hain?

100 PAKISTAN La Repubblica Islamica del Pakistan è situata in quell’area dell’Asia meridionale che corrisponde al Grande Medio Oriente. Confina a ovest con l’Afghanistan e l’Iran, a est con l’India e con la Repubblica Popolare Cinese nell’estremo nord-est. Il Pakistan conta 150 milioni di abitanti, la maggior parte dei quali è di religione mussulmana essendo l’Islam la religione ufficiale. Il nome Pakistan è stato coniato nel 1933 da Choudhary Rahmat Ali come acronimo delle cinque province mussulmane dell’India del Nord: P per Punjab, A per Afghania, K per Kashmir, S per Sindh e tan per Baluchistan. Il Pakistan è il sesto paese al mondo per numero di abitanti e il secondo paese musulmano più popoloso. Il Pakistan è stato fondato, nella sua forma attuale, nel 1947, ma la regione vanta una lunga storia di colonizzazione e civilizzazione che include alcune delle culture più antiche. La regione è stata invasa da greci, persiani e arabi e, nel diciannovesimo secolo, è stata annessa all’India Britannica. Dalla proclamazione della sua indipendenza, il Pakistan ha vissuto periodi di instabilità, con la perdita del Pakistan orientale, e periodi di rilevante crescita economica e militare. Nel 2005 è stato dichiarato il secondo paese con la maggiore crescita economica tra i dieci paesi più popolosi al mondo e ha raggiunto il venticinquesimo posto nella classifica relativa alla parità del potere d’acquisto.

101 PAKISTAN Dal punto di vista climatico, il Pakistan presenta una grande varietà. La zona delle alte catene montuose a nord e nord-ovest è caratterizzata da inverni estremamente rigidi e temperature più miti nei mesi estivi da aprile a settembre. Le pianure della valle dell’Indo presentano estati molto calde e inverni freddi e asciutti. La fascia costiera a sud presenta un clima moderato. In generale, le precipitazioni sono scarse. Le piogge sono d’origine monsonica e si registrano verso la fine dell’estate. Il paese si basa su un’economia agricola con un’estesa rete di canali di irrigazione che raggiungono la maggior parte delle terre coltivate. Frumento, cotone, riso, miglio e canna da zucchero sono le principali colture. Tra i frutti: mango, arance, banane e mele crescono in abbondanza in diverse zone del paese. Le principali risorse sono gas naturale, carbone, sale e ferro. . Il settore industriale è in espansione. Cotone, tessuti, zucchero, cemento e prodotti chimici giocano un ruolo importante nell’economia. Le industrie vengono alimentate con energia idroelettrica. Un’ampia area del paese è considerata la culla delle più antiche civiltà del mondo. I suoi siti archeologici, dall’età della pietra fino al ventesimo secolo d.C., rispecchiano la vita della popolazione che li ha abitati, per natura semplice, forte, ospitale e dedita al lavoro. I siti archeologici di Taxila, Harappa, e Moenjodaro testimoniano il ricco contesto culturale del Pakistan, che risale al A.C.

102 ASIA INDIA: POSIZIONE: India has a coastline of over seven thousand kilometres, and borders Pakistan to the west, Nepal, the People’s Republic of China and Buthan to the north-east, and Bangladesh and Myanmar to the east. CAPITALE: New Delhi (largest city Mumbay –Bombay) AREA: (posizione mondiale7°) POPOLAZIONE: (posizione mondiale 2°) MONETA: Rupia TIPO DI GOVERNO: Repubblica federale CAPO DELLO STATO: APJ Abdul Kalam

103 INDIA INDIA: PRIMO MINISTRO: Manmohan Singh
PIL: $ trillion (posizione mondiale 4°) REDDITO PRP-CAPITE: $ (posizione mondiale 122°) LINGUE UFFICIALI: I gruppi linguistici più importanti sono due: indo-ariano (parlato da circa il 74% della popolazione) e dravidico (parlato da circa il 24% della popolazione). Altre lingue parlate in India derivano dal gruppo austro-asiatico e tibetano-birmano. La costituzione indiana riconosce 23 lingue ufficiali. L’indi e l’inglese vengono utilizzate dal governo per scopi ufficiali. Le lingue classiche native del paese sono il sanscrito e il tamil. I dialetti in India sono RELIGIONE: induisti 80,5%, musulmani 13.4%. Altri gruppi religiosi sono i sikh (2%), cristiani, buddisti, giainisti e altri.

104 INDIA INDIA: L’India, ufficialmente Repubblica Indiana, è un paese dell’Asia meridionale. E’ il settimo paese per estensione geografica, il secondo paese più popoloso al mondo e la democrazia più popolosa al mondo. . Le coste dell’India si estendono per oltre settemila chilometri, confina a ovest con il Pakistan, a nord-est con il Nepal, la Repubblica Popolare Cinese e il Bhutan mentre a est con il Bangladesh e il Myanmar. Sull’Oceano Indiano, è vicina allo Sri Lanka, alle Maldive e all’Indonesia. Culla della civiltà della Valle dell’Indo, interessata da importanti tratte commerciali e vasti imperi, a lungo l’India ha giocato un ruolo di prestigio nella storia dell’umanità . Induismo, Sikhismo, Buddhismo e Giainismo hanno origine in India, mentre l’Islam e il Cristianesimo godono di un forte patrimonio culturale. Colonizzata come parte dell’Impero Britannico nel diciannovesimo secolo, l’India ha ottenuto l’indipendenza, come nazione unificata, nel 1947 dopo una lotta estenuante. Il paese è caratterizzato da un’estrema varietà di popolazione, natura, morfologia del territorio e clima

105 INDIA INDIA: Si parla dell’India come della più grande democrazia del mondo, in virtù del fatto che possiede la popolazione votante più numerosa tra i paesi democratici. Il paese ha un governo federale e un parlamento bicamerale sul modello di quello di Westminster. Il sistema di governo è suddiviso in tre rami: legislativo, esecutivo e giudiziario. Il Presidente è il capo dello Stato, sebbene il ruolo che detiene sia principalmente formale. Ricopre anche il ruolo di Comandante Supremo delle Forze Armate indiane. Il consenso del Presidente è necessario affinché una legge o un’ordinanza approvata dal Parlamento entri in vigore. Il Primo Ministro è di fatto il capo del governo e detiene ampi poteri esecutivi. Egli viene eletto dal Presidente e deve avere il supporto della maggioranza del partito o della coalizione con il maggior numero di seggi alla Camera bassa del Parlamento. Il Consiglio dei Ministri, presieduto dal Primo Ministro, supporta e consiglia il Presidente sulle questioni di interesse governativo.

106 INDIA INDIA: L’India ha un patrimonio culturale unico al mondo. Nel corso della storia è riuscita a conservare le proprie tradizioni pur assorbendo allo stesso tempo le usanze e i costumi di colonizzatori e immigrati. Le diverse tradizioni culturali, lingue, usanze e monumenti sono testimonianza di questa fusione avvenuta nel corso dei secoli. Alcuni famosi monumenti come il Taj Mahal e altri esempi di architettura di ispirazione islamica sono eredità della dinastia dei Mughal e testimonianza di una tradizione che combina elementi provenienti da ogni parte del paese. L’economia indiana è al quarto posto nella classifica mondiale per parità di potere d’acquisto (PPP), con un PIL di 3,63 trilioni di dollari. Calcolato al tasso di cambio del dollaro statunitense, il PIL dell’India è pari a 775 miliardi (nel 2005) e occupa la dodicesima posizione nella classifica mondiale. L’India è il secondo paese al mondo per crescita economica.

107 INDIA INDIA: Per gran parte della sua storia come nazione indipendente, l’India ha adottato un approccio semisocialista, con un rigido controllo da parte dello stato sul settore privato, sul commercio estero e sugli investimenti. A partire dal 1991, l’India ha gradualmente aperto i propri mercati grazie a riforme economiche che hanno limitato il controllo dello stato sul commercio estero e sugli investimenti . L’India dispone di una forza lavoro di 496,4 milioni di persone, il 60% delle quali è impiegata nell’agricoltura o nell’attività industriale legata all’agricoltura, il 17% nell’industria tradizionale e il 23% nell’industria dei servizi. La produzione agricola indiana include riso, cereali, semi oleiferi, cotone, iuta, tè, canna da zucchero e patate. I maggiori settori industriali sono il tessile, il chimico, l’alimentare, la metallurgia, il settore dei mezzi di trasporti, quello cementizio, minerario, petrolifico e metalmeccanico. La classe media indiana di lingua inglese ha contribuito alla crescita del paese nel Business Process Outsourcing (BPO). L’India è anche un importante esportatore di software, ricerca finanziaria e servizi tecnologici.

108 EUROPE EUROPA ROMANIA:
POSIZIONE: Europa sud-orientale, confina con il Mar Nero, situata tra Bulgaria e Ucraina. CAPITALE: Bucarest. AREA: km² (posizione classifica mondiale 78º) POPOLAZIONE: (posizione classifica mondiale 47º) LINGUE: Rumeno; numerose minoranze parlano anche l’ungherese, il tedesco e la lingua rom. MONETA: Leu, plurale lei TIPO DI GOVERNO :Repubblica BOSNIA ERZEGOVINA: LOCATION: Southeastern Europe, bordering the Adriatic Sea and Croatia CAPITAL: Sarajevo AREA: ,197 km²(world ranking 128º) POPULATION: 4,498,9762 (world ranking 127º) CURRENCY: Convertible Marka (currency rate: €) GOVERNMENT TYPE: Emerging federal democratic republic HEAD OF STATE: Sulejman Tihić,rotating Presidency of Bosnia-Hergegovina, representing that nation's Bosniak community. PRIME MINISTER: dnan Terzic

109 EUROPE EUROPA SISTEMA DI GOVERNO: Parlamento con orientamento presidenziale . CAPO DELLO STATO: Raian Basescu (Dicembre 2004). PRIMO MINISTRO: Calin Popescu (Dicembre 2004). REDDITO PRO CAPITE: US $ FORZA LAVORO – per occupazione: agricoltura: 31.6 % industria: 30.7 % servizi: 37.7 % ( stima 2003.) Tasso disoccupazione: 5.5% (stima 2005.) Ethnic groups: rumeni 89,5%, ungheresi 6,6%, rom 2,5 %, ucraini 0,3%, tedeschi 0,3%, russi 0,2%, turchi 0,2%, altre 0,4% Religion: ortodossi 86,8%, protestanti 7,5%, cattolici romani 4,7%, altre (principalmente musulmani) e non specificati 0,9%, atei 0,1% National holiday: Unification Day (of Romania and Transylvania), 1 December (1918) BOSNIA ERZEGOVINA: LOCATION: Southeastern Europe, bordering the Adriatic Sea and Croatia CAPITAL: Sarajevo AREA: ,197 km²(world ranking 128º) POPULATION: 4,498,9762 (world ranking 127º) CURRENCY: Convertible Marka (currency rate: €) GOVERNMENT TYPE: Emerging federal democratic republic HEAD OF STATE: Sulejman Tihić,rotating Presidency of Bosnia-Hergegovina, representing that nation's Bosniak community. PRIME MINISTER: dnan Terzic

110 EUROPE EUROPA ROMANIA:
STORIA: Territorio della Dacia colonizzato dai Romani e annesso all’Impero Romano dall’imperatore Traiano. Occupata dai Barbari e dai Turchi Trattato del 1856: Moldavia e Valacchia sotto il controllo delle potenze firmatarie 1861: unione di Moldavia e Valacchia a formare il Principato di Romania . Indipendenza riconosciuta con il trattato di Berlino del 1878 1881: diventa un regno. Carlo I di Hohenzollern sale al trono. 1913: interviene nella guerra tra la Bulgaria e i suoi alleati per riportare l’ordine e la spartizione di territori . BOSNIA ERZEGOVINA: LOCATION: Southeastern Europe, bordering the Adriatic Sea and Croatia CAPITAL: Sarajevo AREA: ,197 km²(world ranking 128º) POPULATION: 4,498,9762 (world ranking 127º) CURRENCY: Convertible Marka (currency rate: €) GOVERNMENT TYPE: Emerging federal democratic republic HEAD OF STATE: Sulejman Tihić,rotating Presidency of Bosnia-Hergegovina, representing that nation's Bosniak community. PRIME MINISTER: dnan Terzic

111 EUROPE ROMANIA ROMANIA: 1916: entra in guerra a fianco delle forze occidentali; occupazione del territorio da parte delle forze tedesche e austro-ungariche . 1918: la Romania ottiene l’espansione del proprio territorio. Re Carlo II abdica a favore del figlio Michael I . 1940: ü      la Romania partecipa al Patto Tripartito stipulato tra Germania, Italia e Giappone. 1945: viene istituito il Governo Nazionale, presieduto dal presidente democratico Groza; nel 1946 viene emessa la sentenza di condanna a morte per Antonescu, in seguito giustiziato. dicembre 1947, viene proclamata la Repubblica. : dittatura di Nicolae Ceaucescu BOSNIA ERZEGOVINA: LOCATION: Southeastern Europe, bordering the Adriatic Sea and Croatia CAPITAL: Sarajevo AREA: ,197 km²(world ranking 128º) POPULATION: 4,498,9762 (world ranking 127º) CURRENCY: Convertible Marka (currency rate: €) GOVERNMENT TYPE: Emerging federal democratic republic HEAD OF STATE: Sulejman Tihić,rotating Presidency of Bosnia-Hergegovina, representing that nation's Bosniak community. PRIME MINISTER: dnan Terzic

112 EUROPA BOSNIA ERZEGOVINA: POSIZIONE: Europa sud-orientale, confina con il Mar Adriatico e la Croazia CAPITALE: Sarajevo AREA: ,197 km²(posizione classifica mondiale 128º) POPOLAZIONE: 4,498,9762 (posizione classifica mondiale 127º) MONETA: marco convertibile TIPOI DI GOVERNO: Repubblica democratica federale emergente CAPO DELLO STATO: Sulejman Tihić, attuale capo della presidenza a rotazione della Bosnia Erzegovina, rappresentante della comunità bosniaca. PRIMO MINISTRO: Dnan Terzic

113 EUROPA BOSNIA ERZEGOVINA: GRUPPI ETNICI: bosniaci 48%, serbi 37,1%, croati 14,3%, altri 0,6% (2000) RELIGIONE: musulmani 40%, ortodossi 31%, cattolici romani 15%, altri 14% ALCUNE PAROLE IN BOSNIACO/SERBO/CROATO: Ciao: Zdravo Per favore: Molim Buon giorno: Dobro jutro Grazie: Hvala sì: Da No: Ne Come stai?: Kako ste?

114 EUROPA CROAZIA: POSIZIONE: Si affaccia sul Mar Adriatico e confina con la Slovenia, l’Ungheria, la Serbia e la Bosnia Erzegovina La regione delle Alpi Dinariche è caratterizzata da un territorio arido e roccioso. CAPITALE: Zagabria AREA: Km POPOLAZIONE: MONETA: kuna TIPO DI GOVERNO: Repubblica

115 PRESIDENTE: Stjepan Mesic PRIMO MINISTRO: Ivo Sanader
EUROPA CROAZIA: PRESIDENTE: Stjepan Mesic PRIMO MINISTRO: Ivo Sanader INDIPENDENZA: dalla ex Yugoslavia Giugno 1991 RELIGIONE: cattolici romani, 85 %; cristiani ortodossi, 6 %; musulmani 1 %; ebraici1 %; altri, 4 %; e atei, 2 %.

116 MONETA: Dinaro ( nella provincia del Kosovo-Metohia
EUROPA SERBIA: POSIZIONE: la Serbia si trova nell’Europa sud-orientale, al centro della penisola balcanica e nella parte meridionale della Pianura Pannonica. La Serbia confina a nord con l’Ungheria; a est con Romania e Bulgaria; a sud con la Repubblica di Macedonia e l’Albania; a ovest con il Montenegro, la Croazia, la Repubblica Srpska (parte della Bosnia-Erzegovina). CAPITALE: Belgrado AREA: Km POPOLAZIONE: MONETA: Dinaro ( nella provincia del Kosovo-Metohia è usato l’Euro)

117 EUROPA TIPO DI GOVERNO: Repubblica di Serbia PRESIDENTE: Boris Tadic
PRIMO MINISTRO: Vojislav Kostunica LINGUA UFFICIALE: Serbo (Serbo-Croato secondo la Costituzione serba; nella provincia di Vojvodina sono considerate ufficiali anche le seguenti lingue: rumeno, ruteno, ungherese, slovacco e croato; nel Kosovo-Metohia, l’albanese). RELIGIONE: Cristiano ortodossa INDEPENDENZA: dalla dominazione ottomana, nel luglio 1878; dalla Serbia- Montenegro dal 2006

118 EUROPA MONTENEGRO: POSIZIONE : E’ un paese situato nell’Europa sud-orientale. Si affaccia a sud sul Mar Adriatico e confina a ovest con la Croazia, a nord-ovest con la Bosnia-Erzegovina, a nord-est con la Serbia e a sud-est con l’Albania. CAPITALE: Podgorica AREA: Km POPOLAZIONE :

119 TIPO DI GOVERNO : Repubblica PRESIDENTE : Filip Vujanovic
EUROPA MONTENEGRO: TIPO DI GOVERNO : Repubblica PRESIDENTE : Filip Vujanovic PRIMO MINISTRO: Milo Dukanovic INDEPENDENZA: dallaSerbia - Montenegro giugno 2006 RELIGIONE: La maggior parte della popolazione del Montenegro è, cristiana, tuttavia la minoranza musulmana è significativa. La principale Chiesa cristiana è la Chiesa ortodossa orientale, LINGUA UFFICIALE : Serbo

120 ASIA IRAK: POSIZIONE : Medio Oriente, confina con il Golfo Persico, situato tra l’Iran e il Kuwait CAPITALE: Baghdad AREA: km²(posiz. classifica mondiale 58º) POPOLAZIONE : (posiz. classifica mondiale 40º) MONETA : dinaro iracheno

121 TIPO DI GOVERNO : Governo democratico di transizione
IRAQ IRAK: TIPO DI GOVERNO : Governo democratico di transizione PRESIDENTE : Jalal Talabani PRIMO MINISTRO: Nouri Al-Maliki GRUPPI ETNICI: Arabi 75%-80%, Kurdi 15%-20%, Turcomanni, Assir o altri 5% RELIGIONE: Musulmani 97% (Sciiti 60%-65%, Sunniti 32%-37%), Cristiani o altri 3%

122 Alcune parole in Arabo/Curdo:
IRAQ Alcune parole in Arabo/Curdo: CIAO: Marhaba/Rozhbash PER FAVORE: min fadlik/Fermo BUON GIORNO: sabaH ul-khayri/Sibebash GRAZIE: Shukran/Shukur SI: na’am/Beli NO: laa/Na COME STAI?: kayfa haal-louk?/ Tu chawa yi?

123 VI LEGISLAZION RELATIVA ALLA IMMIGRAZIONE A LIVELLO NAZIONALE, EUROPO E INTERNAZIONALE

124 LEGISLAZIONE SPAGNOLA
Nuovo testo della Legge sugli stranieri (BOE 7/01/05) ) Legge sugli stranieri 14/2003, del 20 novembre . Legge in materia di sicurezza dei cittadini, violenza domestica e integrazione degli stranieri nella società. Legge sui diritti e le libertà degli stranieri in Spagna (Legge sugli stranieri): Immigrati legali: i diritti e le libertà degli immigrati legali sono praticamente quelli dei cittadini spagnoli. L’unica eccezione è il diritto al voto che viene riconosciuto solo per le elezioni comunali. La legge stabilisce inoltre il diritto al ricongiungimento delle famiglie. Immigrati illegali: la legge non modifica la politica restrittiva sui flussi migratori. Tuttavia, apporta modifiche sostanziali alla situazione precedente: gli immigrati possono regolarizzare la propria situazione automaticamente se dimostrano di aver risieduto in Spagna per due anni e di disporre di mezzi di sostentamento.

125 LEGISLAZIONE SPAGNOLA
Nel 2003 sono state introdotte due riforme alla Legge spagnola sugli stranieri. I risultati più rilevanti sono(1): Rafforzamento del regime sanzionistico – allargamento della sanzione di espulsione, riduzione delle garanzie previste e accelerazione dei processi. Blocco di tutti i meccanismi di regolarizzazione per coloro che lavorano e risiedono in Spagna. . Incremento nel numero di impedimenti per l’accesso al diritto d’asilo previsto nella Convenzione di Ginevra sui rifugiati. (1) Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights. Geneva, Switzerland.

126 LEGISLAZIONE SPAGNOLA
“Nella nuova legge sulla condizione degli stranieri, promulgata nel 2005, il governo spagnolo dichiara che il fenomeno immigratorio in Spagna ha sostanzialmente una matrice socio-lavorativa che si fonda su due realtà: le necessità del mercato del lavoro e un’ampia fetta di immigrati non regolari. La Legge stabilisce che gli stranieri che giungono in Spagna devono essere in possesso di un contratto di lavoro e fissa quindi tre possibili modalità di accesso al paese: il regime generico (assunzione di individui dietro compenso), il regime contingente e il regime stagionale. La nuova disposizione modifica l’attuale Legge sugli stranieri che entrerà in vigore a partire dal 7 febbraio 2005” (“Y vendrán tiempos hostiles”. Sami Naïr).

127 LEGISLAZIONE ITALIANA
Legge n. 40/marzo 1998 che regola l’ingresso, la permanenza, il lavoro nonché i diritti e i doveri degli stranieri Decreto legislativo n. 286/98 che stabilisce le norme di legge relative agli stranieri . Legge 189/2002 (Legge Bossi-Fini), la più recente legge sull’immigrazione, che comprende alcune importanti limitazioni alla concessione del permesso di soggiorno. Alcuni articoli della Legge 189/2002 (Legge Bossi-Fini): Permesso di soggiorno: viene concesso agli immigrati già in possesso di un regolare impiego. Le ambasciate e i consolati fungono in questo caso da uffici di collocamento, cercando di far fronte alle richieste di aziende e/o famiglie italiane che necessitano di manodopera. La durata del permesso è di due anni; se il soggetto perde il lavoro, è autorizzato a rimanere in Italia per altri sei mesi, avendo così la possibilità di cercare un nuovo impiego; se questo non avviene, il soggetto è obbligato a rientrare nel proprio paese di origine o assume lo status di immigrato irregolare.

128 LEGISLAZIONE ITALIANA
Quote: il Presidente del Consiglio promulga ogni anno un decreto sui flussi migratori con le relative quote, vale a dire il numero di extra comunitari richiesti. Il decreto è tuttavia opzionale. Ricongiungimento familiare: i cittadini stranieri, una volta in regola, possono richiedere il ricongiungimento familiare. Di recente, il governo ha introdotto la possibilità di far entrare nel paese i genitori degli immigrati, qualora questi non dispongano di mezzi di sussistenza. Irregolare: si definisce “irregolare” lo straniero che dispone di documenti in regola ma non del permesso di soggiorno. Viene “accompagnato al confine” e obbligato a fare rientro al proprio paese . Illegale: gli immigrati illegali (privi di documenti) vengono portati in centri di accoglienza per un periodo massimo di 60 giorni; durante questo periodo la polizia cerca di identificarli per rinviarli al proprio paese di origine. Nel caso la polizia non riesca ad identificarlo, il soggetto viene invitato a lasciare il paese entro 15 giorni.

129 LEGISLAZIONE ITALIANA
Ingresso illegale: un soggetto extra comunitario che rientra in Italia dopo essere stato espulso e commette un crimine punibile con il carcere. . Minori: se soli, vengono inseriti in un progetto di integrazione sociale gestito da un ente pubblico o privato per un periodo di tre anni. Al compimento del 18 anno di età viene assegnato loro il permesso di soggiorno; inoltre, l’organizzazione che si è occupata dell’accoglienza dovrà dichiarare che l’ex minore ha vissuto in Italia per almeno 4 anni, che ha preso parte al progetto per almeno 3 anni, che dispone di un alloggio ecc. Nota sulla Legge Bossi-Fini: un’indagine svolta dalla fondazione ISMU, per conto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, pubblicata il 28 aprile 2006 rivela che, allo scadere del permesso di soggiorno, il 98,5% dei lavoratori regolari ottiene il rinnovo. Il 48,3% di questi continua a lavorare per la stessa azienda, il 40% rinnova il permesso con un nuovo datore di lavoro. Tuttavia, i lavoratori illegali sono ancora più di (il 16%).

130 LEGISLAZIONE SVEDESE Legge svedese sugli stranieri del 29 settembre 2005 Definizioni: Asilo: Nella Legge, il termine ‘asilo’ indica la concessione di un permesso di soggiorno ad uno straniero in quanto rifugiato. Stato EU : Nella Legge, il termine ‘stato UE’ indica uno stato membro dell’Unione Europea (UE Stato EEA e cittadino EEA Nella Legge, il termine ‘stato AEE’ indica uno stato che rientra nell’Area Economica Europea (AEE). ‘Cittadino AEE’ indica uno straniero cittadino di uno stato AEE. Cittadino di un paese terzo Nella Legge, l’espressione ‘cittadino di un paese terzo indica uno straniero che non è cittadino di uno stato UE, di uno stato AEE o della Svizzera .

131 LEGISLAZIONE SVEDESE Convenzione di Schengen e Stato di Schengen In questa Legge, l’espressione ‘Convenzione di Schengen’ indica la convenzione che applica l’accordo di Schengen del 14 giugno ‘Stato di Schengen’ indica uno stato che ha adottato o accettato la Convenzione di Schengen o che ha stipulato un accordo di cooperazione con gli stati della Convenzione. Ingresso In questa Legge, il termine ‘ingresso’ indica il superamento del confine del territorio svedese da parte di uno straniero. Casi di sicurezza Per la legge in questionee, i ‘casi di sicurezza’ sono quei casi per cui il Servizio di Sicurezza Svedese, per motivi legati alla sicurezza nazionale o che influiscono in altro modo sulla sicurezza pubblica, raccomanda di negare l’ingresso o di espellere uno straniero, di rifiutare una richiesta di permesso di soggiorno o di ritirare un permesso di soggiorno. .

132 LEGISLAZIONE EUROPEA Direttiva del Consiglio 2003/86/CE del 22 settembre 2003 sul diritto al ricongiungimento familiare . Direttiva del Consiglio 2003/109/CE del 25 novembre 2003 sullo status dei cittadini di paesi terzi residenti da lungo tempo. Proposta di Direttiva del Consiglio sulle condizioni di ingresso e permanenza di cittadini di paesi terzi per la ricerca di un’occupazione retribuita o l’apertura di attività economiche autonome-COM (2001) 386. Normativa del Consiglio (CEE) nº1612/1968 sulla libera circolazione dei lavoratori. Direttiva del Consiglio 2000/43/CE del 29 giugno 2000 sull’attuazione del principio di parità di trattamento degli individui, indipendentemente da razza o etnia .

133 LEGISLAZIONE EUROPEA Primo rapporto annuale su immigrazione e integrazione – COM(2004) 508 finale. Comunicazione da parte della Commissione sull’immigrazione, l’integrazione e l’occupazione. Comunicazione da parte della Commissione sull’inclusione dei temi legati all’immigrazione nei rapporti tra l’UE e i paesi terzi – COM(2002) 703 finale. Comunicazione da parte della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle Regioni: “Programma comune per l’integrazione: basi per l’integrazione nell’Unione Europea di cittadini provenienti da paesi terzi” COM (2005) 389 finale, Bruxelles, Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea

134 Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea
Premessa: “La popolazione europea, nel tentativo di rafforzare la propria unione, si impegna a condividere un futuro di pace basato su valori comuni. Consapevole del proprio patrimonio spirituale e morale, l’Unione si fonda su valori universali inscindibili di dignità umana, libertà, uguaglianza e solidarietà; si basa pure sui principi della democrazia e sul rispetto delle leggi. Pone l’individuo al centro delle proprie attività, infondendo il senso di appartenenza all’Unione e creando un’area di libertà, sicurezza e giustizia”. L’Unione contribuisce alla salvaguardia e allo sviluppo di questi valori comuni, pur rispettando le diversità culturali e le tradizioni dei popoli d’Europa, nonché le identità nazionali degli Stati Membri e l’organizzazione delle rispettive autorità pubbliche a livello nazionale, regionale e locale; si impegna a promuovere uno sviluppo equo e sostenibile e assicura la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali e la libertà di insediamento.

135 Charter of Fundamental Rights of the European Union
A tale scopo, è necessario rafforzare la tutela dei diritti fondamentali alla luce dei cambiamenti nella società, del progresso sociale, dello sviluppo scientifico e tecnologico, definendo tali diritti su una Carta.(…)” To this end, it is necessary to strengthen the protection of fundamental rights in the light of changes in society, social progress and scientific and technological developments by making those rights more visible in a Charter.(…)”

136 CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE SULLA TUTELA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI IMMIGRANTI E DEI LORO FAMILIARI Questa Convenzione è entrata in vigore il 1 luglio E’ stata approvata nel 1990, ma la sua entrata in vigore ha richiesto la ratifica da parte di 20 stati. Nonostante l’entrata in vigore, il numero di ratifiche è scarso: Nessun paese occidentale che accoglie immigrati ha ratificato la Convenzione, sebbene la maggior parte dei lavoratori immigrati viva in Europa e Nord America. Altri importanti paesi ospitanti, quali ad esempio India, Giappone, Australia e Paesi del Golfo, non hanno ratificato la Convenzione. La Convenzione non è il primo strumento internazionale per la tutela dei diritti dei lavoratori stranieri. Esistono due convenzioni ILO – del 1949 e del che stabiliscono una serie di norme per questa speciale categoria di lavoratori.

137 CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE SULLA TUTELA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI IMMIGRANTI E DEI LORO FAMILIARI Articolo 2 della Convenzione: : 1. Il termine "lavoratore immigrante" si riferisce ad un soggetto che svolgerà, ha svolto o svolge un’attività retribuita in uno stato di cui non è cittadino. 2. (a) Il termine "lavoratore frontaliero" si riferisce ad un lavoratore che mantiene la propria residenza in uno stato confinante, facendovi rientro ogni giorno o almeno una volta alla settimana; (b) Il termine "lavoratore stagionale" si riferisce a un lavoratore emigrante la cui attività ha carattere stagionale e viene svolta solo in una parte dell’anno; (c) Il termine "lavoratore marittimo", che include anche la figura del pescatore, si riferisce a un lavoratore emigrante impiegato a bordo di navi registrate in uno stato di cui non è cittadino; (d) Il termine "lavoratore su piattaforma offshore" si riferisce a un lavoratore emigrante impiegato su una piattaforma offshore che risulta sotto la giurisdizione di uno stato di cui non è cittadino (e) Il termine "lavoratore itinerante” si riferisce a un lavoratore emigrante che, a causa della natura del proprio lavoro, è costretto a spostarsi per brevi periodi in uno o più stati esteri; (f) Il termine "lavoratore a progetto" si riferisce ad un lavoratore emigrante a cui viene concesso l’ingresso in uno stato per un determinato periodo di tempo e unicamente per un progetto specifico sviluppato in quello stato dal datore di lavoro;

138 CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE SULLA TUTELA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI IMMIGRANTI E DEI LORO FAMILIARI (g) Il termine "lavoratore specializzato" si riferisce ad un lavoratore emigrante: inviato dal proprio datore di lavoro in un altro stato per un periodo di tempo limitato e definito, al fine di svolgere una mansione o un incarico specifico; oppure   impiegato per un periodo di tempo limitato e definito in un’occupazione che richiede competenze professionali, commerciali, tecniche specifiche; oppure   che, su richiesta del proprio datore di lavoro nello stato in cui lavora, viene impiegato per un periodo di tempo limitato e definito in un’occupazione a carattere transitorio e al quale viene richiesto di lasciare il paese allo scadere del periodo di soggiorno autorizzato o precedentemente se non più occupato in quella mansione specifica; (h) Il termine "lavoratore autonomo" si riferisce a un lavoratore emigrante che svolge un’attività remunerata o altra occupazione senza contratto di lavoro, il quale svolge abitualmente questa attività da solo o insieme a familiari, nonché ogni altro lavoratore emigrante considerato lavoratore autonomo ai sensi della legge applicabile dello stato in cui esercita la professione oppure di accordi bilaterali o multilaterali.

139 CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE SULLA TUTELA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI IMMIGRANTI E DEI LORO FAMILIARI Articolo 5: q       Ai fini della presente Convenzione, i lavoratori emigranti e i membri delle loro famiglie: si intendono registrati o regolarizzati se autorizzati all’ingresso, alla permanenza e all’impiego in un’attività remunerata nello stato ospitante ai sensi della legge di tale stato e degli accordi internazionali ratificati da tale stato; si intendono privi di documenti o irregolari se non soddisfano le condizioni di cui al comma (a) del presente articolo.

140 CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE SULLA TUTELA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI IMMIGRANTI E DEI LORO FAMILIARI Articolo 25 1. I lavoratori immigrati dovranno godere di un trattamento non meno favorevole di quello applicato ai cittadini dello stato in cui sono assunti relativamente alle condizioni di remunerazione, nonché: Alle altre condizioni di lavoro, vale a dire straordinari, ore di lavoro, riposo settimanale, ferie retribuite, sicurezza, sanità, trattamento di fine rapporto e condizioni di altro tipo che, ai sensi della legge e degli usi nazionali, sono regolate da queste clausole; Altre clausole di impiego, vale a dire età minima, limitazioni sul lavoro a domicilio e qualsiasi altra questione che, sulla base della legge e degli usi nazionali, è considerata un termine di assunzione. 2. Nella stipula di contratti privati d’impiego non è considerato legale 3. Gli stati firmatari dovranno adottare adeguate misure al fine di assicurare che i lavoratori immigrati non siano privati dei diritti previsti da questo principio a causa di irregolarità legate al loro soggiorno o all’impiego. In particolare, i datori di lavoro non dovranno esimersi da alcun obbligo legale o contrattuale, tanto meno potranno limitare in alcun modo detti obblighi a causa di tale irregolarità.

141 CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE SULLA TUTELA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI IMMIGRANTI E DEI LORO FAMILIARI Articolo 86 1. La presente Convenzione è aperta alla sottoscrizione di tutti gli stati. E’ soggetta a ratifica. 2. La presente Convenzione è aperta all’adesione di tutti gli Stati . 3. Gli strumenti di ratifica o adesione saranno depositati presso il Segretario Generale delle Nazioni Unite .

142 VII BIBLIOGRAFIA

143 BIBLIOGRAFIA “El estado del mundo 2006”. AA.VV (Akal) Sito Internet dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro: Sito Internet Wikipedia : Sito Internet del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali spagnolo: Convenzione internazionale delle Nazioni Unite per la tutela dei diritti di tutti i lavoratori immigrati e dei membri delle loro famiglie. Legge spagnola sugli stranieri. 14/2003 del 20 novembre + Normativa (2005) “Y vendrán migraciones en tiempos hostiles”. Sami Naïr. Nazioni Unite. Consiglio Economico e Sociale -E/CN.4/2004/NGO/215 Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea

144 BIBLIOGRAFIA Osservatorio “Cittadini Stranieri nel Distretto di Carpi” – dicembre 2005 Comune di Carpi – Centro servizi immigrazione. Legge italiana n. 40/marzo 1998 che regola l’ingresso, la permanenza e il lavoro degli immigrati, insieme alle disposizioni relative ai diritti e ai doveri degli stranieri.   Decreto legislativo italiano n. 286/98 che fissa le disposizioni di legge per gli stranieri. Legge italiana 189/2002 (Bossi-Fini) ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) – “Demografia in Cifre – Cittadini stranieri: popolazione residente al 1º Gennaio 2005”.


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