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Beato Zynovij Kovalyk Copyright © by Padre Pietro Sulkowski CSsR.

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1 Beato Zynovij Kovalyk Copyright © by Padre Pietro Sulkowski CSsR

2 Introduzione Il 29 giugno 1941 l’avanzata dell’esercito tedesco costrinse i sovietici a scappare precipitosamente lasciando Lviv. I tedeschi aprirono le porte delle prigioni per liberare i detenuti. Nel famigerato carcere «Bryghidky» trovarono mucchi di cadaveri con i segni evidenti delle torture. Numerosi testimoni diretti raccontano di aver visto «un sacerdote crocifisso» ad una parete. Quel sacerdote era Padre Zynovij Kovalyk, religioso redentorista. Aveva 38 anni. Era stato arrestato sei mesi prima.

3 Introduzione Le testimonianze sono precise, circostanziate, impressionanti nella loro essenzialità. C’è un documento sovietico – dunque di attendibilità assai precaria – che conferma sì la morte del religioso in carcere, ma per fucilazione. Dunque con un sistema… migliore!

4 Introduzione È certo che Padre Zynovij sia stato ammazzato in carcere dai comunisti anche se non si può essere sicuri in quale modo. Comunque le parole di quanti affermano di averlo visto crocifisso, «come Gesù», in quel carcere sono terrificanti. Sono le testimonianze di prigionieri sopravvisuti e di persone che, una volta aperti i cancelli, sono corse dentro il carcere per sperare di ritrovare parenti ed amici inghiottiti da quel vergognoso sistema.

5 Famiglia e Studi Padre Zynovij era nato il 18 agosto 1903 in una povera famiglia di contadini a Ivachiv Horisnyj, un villaggio della regione di Ternopil. Prima di abbracciare la vita religiosa era stato insegnante in una scuola elementare di campagna. Era straordinariamente aperto come persona, aveva una carattere forte e non cedeva mai a compromessi in questioni di fede.

6 Sacerdote di Cristo Entrò nella Congregazione dei Redentoristi e il 28 agosto 1926 emise i voti religiosi. Venne mandato a completare gli studi teologici e filosofici in Belgio. Tornato in Ucraina, venne ordinato sacerdote il 9 agosto 1932.

7 Sacerdote di Cristo Il 4 settembre successivo celebrò la Divina Liturgia nel suo villaggio natale. Scrisse in quella occasione: «O Gesù, accettami col Sacrificio del Tuo Corpo e del Tuo Sangue. Accetta questa mia offerta per la Tua Santa Chiesa, per la Congregazione e per la patria. Benedici i miei genitori, la mia famiglia, gli amici e tutti i cari… O Maria, cara Madre, proteggi il mio sacerdozio. E voi, miei cari, quando vedete quest’immagine, pensate per un attimo a colui che Dio ha reso degno di essere suo sacerdote, pregate per lui ed egli vi ricorderà ogni giorno della Santissima Liturgia».

8 Un predicatore appassionato
Terminati gli studi nel 1932, si recò a Volyn, insieme al vescovo Mykola Čarneckyj, per lavorare tra gli ortodossi nell’intento di costruire un dialogo fraterno, nella verità e nella carità, che contribuisse all’unità tra i cristiani.

9 Un predicatore appassionato
Il giovane sacerdote aveva un carattere particolarmente gioioso. I suoi confratelli hanno ricordato lo spirito di allegria che sempre egli sapeva suscitare.

10 Un predicatore appassionato
Era considerato insuperabile come predicatore nelle missioni popolari. Con il suo linguaggio semplice ed efficace sapeva letteralmente trascinare quanti lo ascoltavano. Nel suo necrologio possiamo leggere: «Quel nostro confratello che brillava d’amore verso il prossimo usava la sua conoscenza della lingua russa, moltiplicata dal nobile desiderio ed aspirazione al bene, allo scopo di aiutare il maggior numero possibile delle persone, e di salvare tutto quanto è più caro all’anima cattolica…». (Analecta CSsR 1948)

11 Un predicatore appassionato
Aveva una venerazione fortissima per la Madre di Dio, fin da bambino. Celebrava con particolare passione tutte le feste mariane. Quando gli capitava di guidare le missioni, ogni volta cercava di celebrare la novena alla Madonna del Perpetuo Soccorso e le altre devozioni verso la Madre di Dio.

12 Un predicatore appassionato
Le sue missioni ebbero grandissimo successo. Dopo Volyn si trasferì a Stanislaviv (attuale Ivano-Frankivsk) e, insieme con i Padri Porodko e Antonyscyn, svolse lavori apostolici nei tantissimi villaggi dell’Eparchia.

13 Un predicatore appassionato
Immediatamente prima dell’occupazione sovietica di quella regione, si trasferì a Lviv e per un po’ di tempo visse nella casa redentorista di san Clemente in via Zyblykevyč (oggi via Ivana Franka).

14 Amministratore e confessore
Padre Zynovij aveva un grande talento come economo. Per questa ragione il Metropolita Šeptyckyj spesso gli affidava incarichi di questo genere. Ma, pur svolgendo accuratamente questa delicata missione, «non cessò mai di prestare servizio sacerdotale, perciò ogni domenica, anche durante l’occupazione bolscevica, continuava a predicare la parola di Dio», come ha ricordato la sua Congregazione.

15 Amministratore e confessore
Un suo campo di apostolato molto intenso fu il confessionale. A lui si rivolgevano sempre tantissime persone alle quali cercava di offrire un conforto e una direzione spirituale. Sapeva trovare l’approccio giusto per entrare in sintonia con ciascuno e in questo lo aiutava senza dubbio il suo carattere aperto.

16 Davanti all’invasore Quando Lviv venne invasa dalle truppe sovietiche, nel 1939, il primo piano del convento dove abitava Padre Zynovij venne occupato dalla polizia. Lui non si fece prendere dalla paura. Un testimone di quei giorni ha ricordato che le omelie del sacerdote erano impressionanti per schiettezza. Però il sistema sovietico non poteva tollerare che un religioso smascherasse apertamente le loro menzogne. Già dichiararsi prete era pericoloso, ma parlare pubblicamente e in maniera chiara contro il regime ateista equivaleva ad una «dichiarazione di guerra» per i comunisti.

17 Davanti all’invasore Mentre la maggior parte degli ucraini galizi sono annientati dal terrore, P. Zynovij dimostra un coraggio ammirevole. Molti predicatori sono diventati ormai estrenamente cauti nei loro sermoni. Cercano di evitare gli argomenti spinosi del giorno e si concentrano nell’esortare il popolo ad essere fedele a Dio. P. Kovalyk, al contario, non teme mai di condannare apertamente i costumi atei introdotti dal regime sovietico. I suoi sermoni hanno un forte impatto sugli ascoltatori, ma allo stesso tempo sono un pericolo di non poco contro per il predicatore.

18 Davanti all’invasore A molti che gli raccomandavano di avere prudenza altrimenti c’era il rischio dell’arresto, il sacerdote rispondeva: «Se questa sarà la volontà di Dio, io con gioia accetterò anche la morte, però come predicatore non farò mai il conformista, deviando dalla via della verità. La gente semplice non ha bisogno di alta teologia, le è invece necessaria la verità sulla vita, quella di questo mondo e quella della realtà di lassù».

19 Davanti all’invasore Il suo ultimo discorso pubblico lo tenne a Ternopil dove venne mandato dai superiori per predicare durante la festa dell’Assunta nel C’erano oltre persone ad ascoltare la sua omelia. Nello stesso giorno venne fatta una solenne processione che culminò con la benedizione della «croce della missione».

20 L’arresto Nella notte tra il 20 e il 21 dicembre 1940 gli agenti della polizia sovietica, verso le 22, bussarono alla porta del convento che stava, in pratica, al piano sopra dei loro uffici. Gli agenti penetrarono nel monastero per arrestare P. Kovalyk per i suoi sermoni sulla Novena dell’Immacolata, che aveva tenuti nella chiesa del monastero.

21 L’arresto Il Vice Provinciale, Padre De Vocht, testimone dell’arresto, ha raccontato: «Ho aperto la porta e subito la muta di circa dieci poliziotti con la baionetta, passando per il corridoio buio, si è avvicinato a me gridando di accendere la luce. Poichè dalla mia camera aperta si vedeva un po’ di luce, tutti si sono avvicinati, mi hanno preso e condotto nella mia stanza… Mi hanno costretto a fare l’elenco dei confratelli presenti… Sul momento non mi veniva in mente il cognome di tutti… II capo dei poliziotti mi ha ordinato di dargli l’elenco ufficiale degli abitanti della casa… Tutti i poliziotti sono venuti come me a cercare questo elenco dal padre economo… Mi hanno costretto davanto ad ogni porta a nominare chi abitava nella stanza. Davanti alla stanza di Padre Kovalyk, quando il capo ha sentito il nome, ho capito che il rapinatore aveva trovato la sua vittima. Bussando con forza alla porta hanno svegliato il povero padre. Anche lui, quando ha aperto la porta, ha capito subito la situazione: è impallidito, ma presto si è ripreso. Il Capo gli ha ordinato di vestirsi e mettendosi alla scrivania ha cominciato a porre delle domande e a scrivere il protocollo, mentre altri due poliziotti cercavano dappertutto per trovare qualcosa di compromettente.

22 L’arresto «Hanno messo sul tavolo i vecchi passaporti che hanno trovato nel cassetto, poi l’autentica di alcune reliquie, l’attestato dell’ordinazione sacerdotale, ecc. Qualche medaglia trovata nella scrivania ha suscitato in loro un sorriso ironico. Il quaderno nel quale il padre scriveva le prediche tenute durante la Novena dell’Immacolata Concezione ha attirato l’interesse specialmente del capo dei poliziotti. Queste cose e anche il protocollo firmato da padre Zynovij e da me, come mi ha detto il capo dei poliziotti, riguardano l’equivoco dei passaporti. Questa era la frase spesso usata nei casi simili e tutti lo sapevano. Il capo ha spiegato che avevano fermato alla frontiera una persona che voleva scappare con il passaporto di Zynovij Kovalyk. Per questo motivo volevano verificare se il padre avesse qualche relazione con questa persona. Più tardi, quasi urlando, mi ha detto che stesse attento a non provocare il popolo, facendo di questo la causa della persecuzione religiosa, poiché ciò poteva costare l’arresto». In realtà P. Zynovij venne portato via. Uscendo chiese la benedizione e l’assoluzione al superiore che lo vide salire sulla macchina dei poliziotti.

23 Apostolato in prigione
Per molto tempo i Redentoristi tentano di sapere quale sia stata la sorte del loro confratello arrestato. Ma gli sforzi compiuti per avere notizie del confratello furono vani. I religiosi affermano che i comunisti rispondevano con rabbia e con informazioni chiaramente false. Soltanto nel mese di aprile del 1941 si è saputo che era nel carcere «Bryghidky».

24 Apostolato in prigione
Durante la sua prigionia, durante sei mesi, Padre Kovalyk subisce 28 interrogatori penosi; ben tre volte viene condotto in altre prigioni per esservi interrogato. Dopo uno di questi interrogatori, accompagnato da torture particolarmente crudeli, Padre Kovalyk si ammala a causa di una cospicua perdita di sangue.

25 Apostolato in prigione
Secondo quanto riferito dai suoi compagni di prigionia scampati alla strage, Padre Zynovij non ha mai tralasciato la sua attività sacerdotale. Uno dei prigionieri ha testimoniato di essersi trovato nella stessa cella con il sacerdote fino al 17 giugno, giorno in cui è stato mandato in un’altra prigione. Nella cella numero 71, grande 4 metri e 20 centimetri per 3 metri e mezzo, erano chiuse ben 32 persone. Tra queste il sacerdote.

26 Apostolato in prigione
Ovviamente non c’era spazio per una sedia o per un letto. Ogni giorno egli guidava la preghiera comune dei detenuti: recitavano il Rosario. Ma in privato Padre Zynovij pregava continuamente. Di continuo faceva catechesi e amministrava il Sacramento della confessione. Riusciva anche a sostenere i suoi compagni di carcere con storielle allegre e in questo modo poteva infondere speranza a persone che vivevano in condizioni indicibili.

27 Un sacerdote crocifisso
Nel 1941, quando le truppe tedesche cominciano la loro offensiva, i guardiani della prigione, smaniosi di fuggire, non potendo portare con loro i prigionieri, cominciano a sparare sui suoi compagni. Ma non basta loro l'idea di uccidere Padre Kovalyk, sparando: ricordandogli i suoi sermoni sul Cristo crocifisso, inchiodano Padre Kovalyk al muro della prigione in piena vista dei suoi compagni prigionieri.

28 Un sacerdote crocifisso
Quando le truppe tedesche entrano a Lviv, aprono immediatamente le prigioni per ripulire il luogo dalle pile di corpi ormai già putrefatti. La gente corre ad invadere le prigioni nella speranza di ritrovarvi qualche parente. E tutti testimonieranno l'orribile veduta di quel prete crocifisso contro la parete della prigione, il suo addome tagliato netto e dentro la ferita un feto umano.

29 Un sacerdote crocifisso
Per descrivere il Padre Zynovij possiamo giustamente adoperare le parole dei vespri dei Martiri che parlano del guerriero glorioso ed invincibile che, armato della Croce, distrugge il nemico e riceve la corona della vittoria dall'unico Vincitore e Signore che regna per sempre. Il beato martirio di Padre Zynovij Kovalyk può servire come rappresentazione grafica delle seguenti parole delle Scritture: "Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. … Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità. Per una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé" (Sap 3, 1.4-5).

30 Fama di santità e di martirio
Tenuto conto delle testimonianze sulla vita virtuosa di P. Kovalyk, e soprattutto della sua perseveranza, del suo coraggio e della sua fedeltà alla Chiesa di Cristo durante il periodo di persecuzione, viene dato inizio al processo di beatificazione con l'occasione dell'Anno Giubilare. Completato il processo a livello dell'eparchia, il 2 marzo il caso viene trasmesso alla Sede Apostolica.

31 Fama di santità e di martirio
Il 6 aprile il comitato teologico riconosce del martirio di Padre Kovalyk; il 23 aprile il suo martirio viene verificato dall'Assemblea dei Cardinali ed il 24 aprile 2001 il Santo Padre Giovanni Paolo II firma il decreto di beatificazione di P. Zynovij Kovalyk, beato martire della fede cristiana. Giovanni Paolo II lo ha beatificato a Lviv, il 27 giugno 2001.

32 Fama di santità e di martirio
Lviv, 27 giugno Beatificazione

33 Fama di santità e di martirio

34 Fama di santità e di martirio

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