La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Rivoluzionarie La seconda disputa sul sesso

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Rivoluzionarie La seconda disputa sul sesso"— Transcript della presentazione:

1 Rivoluzionarie La seconda disputa sul sesso

2

3 Le donne nelle rivoluzioni americana e francese
Le due rivoluzioni offrono uno spazio alle donne, e le autorizzano ad un’azione collettiva. Le donne intendono partecipare alla “cittadinanza”. Partecipazione alle agitazioni di piazza, tradizionale, Sono forme nuove i boicottaggi, la raccolta di fondi, le sottoscrizioni, le coccarde, le armi, la presenza dalle tribune, nei club.

4 Le donne nella rivoluzione americana
Le donne sono presenza maggioritaria nelle piazze, ma hanno poca voce nelle assemblee: la loro partecipazione non assume veste “politica, ma piuttosto di compagna dell’uomo: signore che si collegano e si scrivono, e sono soprattutto mogli di militanti e dirigenti. Tuttavia esse svolgono funzioni significative e talvolta determinanti: la partecipazione delle donne al boicottaggio delle merci inglesi. I capi del movimento fanno appello al senso civico delle donne, che sono coloro che fanno la spesa.

5 Le donne nella rivoluzione americana
Sostituiscono gli uomini nella gestione delle imprese familiari; forniscono informazioni alle armate di patrioti, prestano la loro opera come lavandaie e cuciniere- esercito di popolo, che combatte quasi sempre vicino a casa. Sottoscrivono i prestiti per finanziare la ribellione. Ottengono il riconoscimento dei diritti civili, e un ruolo significativo in alcune istanze locali; ma non il voto per quelle di natura politica.

6 Donne nella rivoluzione francese
Nella rivoluzione francese il ruolo pubblico femminile è più evidente ( il 5 ottobre 1789 guidano la marcia su Versailles). I rivoluzionari fanno appello alle donne, riproponendo loro peraltro il ruolo di agitatrici/mediatrici. Ma la rivoltosa non è più la stessa del mob,: brandire la Dichiarazione dei diritti dell’uomo alla testa dei cortei, affermare che il popolo sovrano è “a casa propria” nella Convenzione rappresentano altrettante innovazioni.

7 Donne nella rivoluzione francese
Al di là di un ruolo e di una gestualità tradizionali, le donne fanno irruzione nello spazio politico aperto dalla rivoluzione. Vogliono farsi vedere ed ascoltare come cittadine, La richiesta di essere elette ed eleggibili viene esplicitamente posta dalle rivoluzionarie e dai loro club. Ma le donne non sono armate, non fanno parte della guardia nazionale. Quindi, anche se sono chiamate per vigilare e riaccendere l’ardore degli uomini, sono questi ultimi, perché armati, a dirigere l’azione.

8 Donne nella rivoluzione francese
Nelle prime fasi, dal 1789 al 1793, la sansculotterie femminile assume un significato nazionale: non potendo prendere parte alle deliberazioni, ( sono escluse dal voto attivo e passivo da tutte le successive leggi elettorali), donne affollano le tribune aperte al pubblico. Si formano almeno in una trentina di città club femminili. Le donne attive sono essenzialmente popolane o intellettuali, e cittadine.

9 Teroigne de Mericourt guida le donne che “accompagnano” la famiglia reale alle Tulieries

10 Donne nella rivoluzione francese
La rivoluzione dà un ruolo alle donne, chiamandole cittadine, e chiamandole a far parte di una comunità. Le donne fanno parte della nazione sovrana. Libertè, egalité non possono essere negate a nessun membro della nazione e le femministe dell’800 si riferiranno all’episodio rivoluzionario come fondante la democrazia

11 Donne nella rivoluzione francese
La dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino riconosce ad ogni individuo il diritto insopprimibile alla libertà, alla proprietà, alla sicurezza, alla resistenza, all’oppressione Di conseguenza, ogni donna come ogni uomo è libera delle proprie opinioni e scelte, garantita nell’integrità della persona e dei beni. La legge dà diritto alle figlie di ereditare. La costituzione del settembre 1791 riconosce in modo identico per uomini e donne l’accesso alla maggiore età; la donna viene ammessa a testimoniare in atti di stato civile, e può contrarre liberamente obbligazioni.

12 Donne nella rivoluzione francese
“Pare esserci, dunque un rapporto diretto tra emancipazione politica dell’uomo e subordinazione politica delle donne: la nozione di individuo come soggetto di diritto, previsto dalla cittadinanza, appare così dirompente rispetto alla concezione di ancien regime, che risulta indispensabile bilanciarne l’impatto col mantenimento di alcuni arcaismi, tra cui, essenziale, è la dipendenza delle donne”. Le donne non si rassegnano: club salotti, presenza alle sedute dell’assemblea nazionale, opuscoli e petizioni . A.Buttafuoco, Cittadine italiane al voto, in Il dilemma della cittadinanza, Groppi Bonacchi, Laterza, 1993.

13 Donne nella rivoluzione francese
. Appendono i loro scritti sui muri come faceva De Gouges, e sui muri compaiono inviti all’azione, momenti di ritrovo per manifestare. Nel settembre del Oympe de Gouges scrive la Dichiarazioni dei diritti della donna e della cittadina. Il 6 marzo 1792 Pauline Leon legge alla tribuna dell’Assemblea legislativa una petizione firmata daoltre 300 donne di Parigi, nella quale si chiedono il diritto “naturale” ad organizzarsi in Guardia nazionale.

14

15 Donne nella rivoluzione francese
Le donne soldato esistono già, entrate come volontarie alla spicciolata, ma le firmatarie della petizione chiedono un riconoscimento “formale” del loro diritto di cittadine La reazione a questa istanza è rivelatrice della portata dell’iniziativa: il presidente dell’Assemblea ricorda a quante hanno presentato la petizione la differenza di funzioni a cui ogni sesso è chiamato. “Guardiamoci dall’invertire l’ordine naturale delle cose”.

16 Theroigne de Mericourt
Theroigne de Mericourt costituisce la figura più rappresentativa tra coloro che hanno legato il diritto alla cittadinanza politica alla dimostrazione della capacità delle donne di portare le armi e di difendere la patria. Attraverso la formazione di battaglioni di Amazones, la Mericort vuole offrire, infatti, la dimostrazione del carattere eroico delle donne, ed, attraverso questo, legittimare l’iscrizione alla polis.

17

18 rivoluzionarie La Costituzione votata il 24 giugno 1793: suffragio universale maschile. Solo tre club riprovano l’ineguaglianza politica tra i sessi. Molte più donne rifiutano questa costruzione di una nazione “monosessuata”, e si riuniscono per votare, prestare giuramento, e far conoscere, con invio di resoconti, la propria adesione “all’atto costituzionale” ai rappresentanti del popolo.

19 Guerra delle coccarde Settembre La sans-culotterie femminile avvia una campagna per ottenere una legge che obblighi tutte le donne, come gli uomini a portare la cravatta tricolore. I club discutono il progetto: quello dei Cordiglieri, che ammette uomini e donne, conviene che “le cittadine che sono partecipi dei nostri lavori devono parimenti partecipare di questo privilegio”. Nelle strade e nei mercati si scontrano le donne favorevoli e quelle contrarie. La convenzione, preoccupata dalla portata dell’agitazione, il 21 settembre dà il proprio assenso

20 Coccarde Dal luglio 1789 la coccarda ha costituito una delle designazioni simboliche dello stato di cittadino. Obbligare le donne a portarla vuol dire considerarle cittadine. La decisione viene attaccata da alcuni deputati, compresi montagnardi come Fabre d’Englantine: dopo la coccarda le donne vorranno il berretto frigio, le armi, il diritto di voto. La paura del ribaltamento dei ruoli, della perdita del potere maschile sulle “proprie donne” è il fondamento primo del rifiuto dell’accesso alla politica delle donne

21 rivoluzionarie Nel Comitato di sicurezza generale, il deputato Andrè Amar sostiene che le donne “non debbono uscire dalla famiglia per mischiarsi agli affari di governo”: “ le funzioni private a cui le donne sono destinate dalla natura stessa ineriscono all’ordine generale della società; questo ordine sociale è il risultato della differenza che esiste tra l’uomo e la donna. Ogni sesso è chiamato a un genere di occupazione che gli è propria; la sua azione è circoscritta all’interno di questo ambito, che non può varcare, in quanto la natura, che ha posto questi limiti all’uomo, comanda imperiosamente e non tollera legge alcuna”.

22 La natura femminile L’appello ad una natura femminile intrinsecamente separata da quella maschile è uno degli elementi su cui poggia la costruzione rivoluzionaria della cittadinanza. L’appartenenza alla comunità familiare, soprattutto in quanto mogli e madri, costituisce per i padri teorici della cittadinanza, ma anche per i costruttori rivoluzionari di essa, la causa dell’impossibilità delle donne ad essere cittadine. .

23 L’800 Alcuni riconoscimenti nel Codice civile del 1806
Il codice riconosce alle nubili maggiorenni lo stesso diritto all’eredità, la libera disponibilità dei propri redditi. Mentre le maritate non possono disporre dei propri beni o dei propri salari, senza l’autorizzazione del marito. L’autorizzazione è necessaria per aprire una bottega, commerciare, ma anche per esercitare un mestiere, per accettare un lavoro, per testimoniare in tribunale.

24 La condizione femminile inizio 800
Sono discriminate dal diritto di famiglia: la patria potestà è del padre, il domicilio lo sceglie il marito, i beni dotali sono proprietà del marito, e nei paesi del codice napoleonico ha autorità anche su quelli non dotali della moglie- beni e redditi, anche quelli da lavoro. I codici napoleonici restano in vigore- Francia, Regno di Sardegna, Svezia, Regno delle Due Sicilie- anche dopo la caduta di Napoleone

25 L’800 Avremmo torto a vedere questa epoca soltanto come il tempo di lungo dominio, di un’assoluta sottomissione delle donne. Perché questo secolo segna la nascita del femminismo, parola emblematica che sta a indicare tanto importanti mutamenti strutturali (lavoro salariato diritti civili dell’individuo, diritto all’istruzione) quanto all’apparizione collettiva delle donne sulla scena politica. Storia delle donne in occidente. L’800, a cura di G. Fraisse, M. Pierrot, , Bari-Roma, Laterza, 1991, Introduzione, pp. 3-4.

26 L’800 Sarebbe meglio dire che questo secolo costituisce esattamente il momento storico in cui la vita delle donne cambia, o meglio ancora la prospettiva di vita delle donne tende a cambiare: tempo della modernità dove diventa possibile essere soggetto attivo, individuo a pieno titolo e attrice politica, futura cittadina. Nonostante l’estrema codificazione della vita quotidiana femminile, il campo delle possibilità si allarga, … Storia delle donne in occidente. L’800, a cura di G. Fraisse, M. Pierrot, , Bari-Roma, Laterza, 1991, Introduzione, pp. 3-4.

27 L’800 Le conseguenze dei cambiamenti economici e politici, sociali e culturali, propri del XIX secolo giocano a favore delle donne sia la rivoluzione industriale, come l’avvento progressivo di uno spazio politico democratico, si rivelano, nonostante la violenza con cui le donne sono spesso trattate, dei contesti dove l’individuo, in quanto essere nella sua generalità, è privilegiato, ha spazi d’azione. In questo senso, l’individuo femminile potrà diventare simile all’individuo maschile, al lavoratore e al cittadino, potrà rompere il legami economici e simbolici di dipendenza che la legano al padre e al marito. Storia delle donne in occidente. L’800, a cura di G. Fraisse, M. Pierrot, , Bari-Roma, Laterza, 1991, Introduzione, pp. 3-4.

28 L’800 L’ambivalenza e la contraddizione continuano a segnare il rapporto tra i sessi nello stesso pensiero democratico che pur affermando l’uguaglianza degli individui di fronte ai diritti, dichiara all’inizio di voler escludere le donne, cacciandole dallo spazio pubblico e confinandole in quello privato L’Ottocento si presenta con una netta distinzione tra lavoro produttivo e lavoro riproduttivo. La riproduzione, che ha rappresentato continua a definirle anche nell’età post-rivoluzionaria.

29 Nel lavoro Nel lavoro discriminazioni, differenze ed abusi sono all’ordine del giorno: non possono esercitare le professioni liberali- del resto è loro vietato di frequentare le università pubbliche, e quelle private ugualmente non le accettano- non possono accedere ai gradi superiori delle carriere statali- nell’industria sono relegate in alcuni settori- hanno salari più bassi dei maschi che fanno il medesimo lavoro, non hanno qualifica, non fanno carriera

30 Istruzione Nell’istruzione al massimo- paesi anglosassoni e germanici- ci si cura che imparino a leggere e scrivere. Nei paesi cattolici le ragazze benestanti hanno gli educandati. Nel corso del secolo gli stati si porranno il problema dell’istruzione femminile, per preparare madri “colte”, e per formare insegnanti e istitutrici, per dare un lavoro alle ragazze delle classi medie, che

31 Istruzione come fronte di battaglia
Per le donne l’istruzione è il primo fronte di battaglia, che però per vari decenni coinvolge essenzialmente le “borghesi”, e le donne del popolo come “utenza.” Istruzione superiore per autonomia Istruzione di base e professionale allo stesso scopo, o comunque per lavori migliori Creerà comunque un rapporto forte tra i due gruppi e i risultati futuri notevoli.

32 Legislazione penale La debolezza femminile non è più ammessa per legge, le donne sono responsabili quanto gli uomini In caso di reati avrà la stessa pena In caso di seduzione sarà responsabile di aver ceduto, e non potrà chiedere il matrimonio né un corrispettivo in denaro. Le madri nubili non potranno obbligare il padre naturale a riconoscere il figlio, la legge prevede la ricerca della maternità, e vieta quella della paternità, che non a caso sarà una delle prime richieste dei movimenti femminili- tutti anche quelli confessionali. La donna che abortisce consenziente avrà la stessa pena di chi ha praticato l’aborto, e col tempo pene sempre più pesanti.


Scaricare ppt "Rivoluzionarie La seconda disputa sul sesso"

Presentazioni simili


Annunci Google