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LA GESTIONE INTEGRATA DEL DIABETE MELLITO DI TIPO 2 NON COMPLICATO

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Presentazione sul tema: "LA GESTIONE INTEGRATA DEL DIABETE MELLITO DI TIPO 2 NON COMPLICATO"— Transcript della presentazione:

1 LA GESTIONE INTEGRATA DEL DIABETE MELLITO DI TIPO 2 NON COMPLICATO
Il contributo del Medico di Assistenza Primaria Dottoressa Lina Bianconi ASL di Reggio Emilia Membro del Centro Regionale per la Formazione della ASR

2 IL PUNTO DI VISTA DEL PAZIENTE
Il paziente con diabete mellito di tipo 2 necessita prima di tutto di una DIAGNOSI il più precoce possibile, Per evitare che la prima diagnosi sia già gravata di complicanze

3 GESTIONE INTEGRATA QUALE VANTAGGIO ?
Il primo punto del protocollo della Gestione Integrata del Diabete Mellito di tipo 2 non complicato prevede la sorveglianza attiva della popolazione a rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2 da parte del Medico di famiglia, Cosa comporta per il medico? FOCALIZZARE L’ATTENZIONE e soprattutto REGISTRARE I DATI

4 IMPORTANZA DELLA RELAZIONE DI LUNGA DURATA
Se in questa situazione è abbastanza chiaro, anche al paziente, la diagnosi di diabete mellito di tipo 2, Non altrettanto lo è per glicemie a digiuno >126 mg/dl ed è allora che è utile far vedere la progressione nel tempo

5 DALLA PARTE DEL PAZIENTE: GESTIRE I PREGIUDIZI
La prima cosa da scalfire è la convinzione che il Diabete è una cosa (con lo spauracchio della terapia insulinica) e valori di glicemia in fondo solo di poco superiori alla media, siano un’altra cosa, Poi una volta che iniziano una terapia dietetica e interventi volti ad aumentare l’attività fisica, la reazione classica è: visto dottore, la glicemia adesso è normale quindi non sono diabetico e non ho bisogno di niente, figuriamoci se vado al Centro Diabetologico: lì ci vanno i diabetici !!

6 GESTIRE IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE GLOBALE
Conoscere elementi importanti come la familiarità per diabete mellito, ma anche per cardiopatia ischemica e ipertensione arteriosa è un buon alleato nella educazione sanitaria, Ma lo è soprattutto ragionare in termini di rischio cardiovascolare globale e prevenzione primaria

7 TORNANDO AL PAZIENTE Guardando l’andamento della Pressione Arteriosa,
Oltre alla familiarità sicuramente si hanno elementi in più per informare correttamente il paziente

8 MA NON SOLO LA GLICEMIA .. Il Colesterolo che pur non avendo valori drammatici si mantiene nel tempo, Aggiunge un tassello in più alla informazione da dare al paziente perché non sottovaluti la sua situazione

9 E SOPRATTUTTO IL CALCOLO DEL RISCHIO …
Abbiamo un sicuro sovrappeso (anche se si è riusciti a farlo dimagrire) Ma soprattutto fuma E questo gli dà un calcolo del rischio cardiovascolare globale di 51%

10 disporre di tutti questi elementi, del loro andamento temporale, e inquadrandoli nel rischio cardiovascolare globale E’ UNA BUONA STRATEGIA PER COMUNICARE AL PAZIENTE IN MANIERA EFFICACE LA DIAGNOSI DI DIABETE MELLITO DI TIPO 2

11 TANTI PROGETTI … UN SOLO PAZIENTE
PROGETTO CUORE RISCHIO E PREVENZIONE DIAGNOSI PRECOCE DEL DIABETE MELLITO DI TIPO 2 NELL’AMBITO DELLA GESTIONE INTEGRATA Hanno un unico target: Individuare una popolazione a rischio, fare sorveglianza attiva, Fare interventi che favoriscano stili di vita salutari con interventi sulla alimentazione, attività fisica e cessazione del fumo

12 NON SOLO CURARE, MA PREVENZIONE E MANTENIMENTO DELLA SALUTE
Con strumenti condivisi, strategie comuni e integrate con il territorio. Il DIPARTIMENTO DI CURE PRIMARIE luogo privilegiato per interventi che tengano conto delle realtà presenti sul territorio e con una prospettiva di lunga durata e di continuità

13 (1999) ACCORDO Prende corpo l’idea di sperimentare una
AZIENDALE AUSL – FIMMG REGGIO EMILIA Prende corpo l’idea di sperimentare una “GESTIONE INTEGRATA CON IL MMG DEL DIABETE DI TIPO 2 NON COMPLICATO”

14 Gestione Integrata del Diabete Tipo 2 un principio fondamentale
Il progetto si basa su un principio di adesione volontaria dei: 1. Medici di Medicina Generale 2. Diabetici 3. Specialisti diabetologi

15 alcuni obiettivi di salute comuni:
Gestione Integrata del Diabete Tipo 2 alcuni obiettivi di salute comuni: Obiettivi a breve termine: aumentare la sensibilità e l’attenzione ad una diagnosi precoce dei casi di diabete non noto (ricerca della malattia nella popolazione a rischio), per attuare una terapia non aggressiva ed agire tempestivamente azioni di prevenzione. Obiettivi a lungo termine: ridurre le complicanze tardive del Diabete attraverso una assistenza più qualificata e attenta

16 I dati dimostrano l’efficacia dello screening sui soggetti a rischio
Diabetici di nuova diagnosi (casi/anno) I dati dimostrano l’efficacia dello screening sui soggetti a rischio

17 Diabetici di tipo 2 non complicati in gestione integrata

18 M.M.G. che partecipano alla gestione integrata
Alta adesione dei MMG

19 MOMENTI CRUCIALI INDIVIDUATI NELL’AREA VASTA
NELLA FASE DI AVVIO/ATTIVAZIONE DELLA GESTIONE INTEGRATA il punto cruciale è la eleggibilità del paziente e la racconta del consenso, soprattutto in questa prima fase di avvio del percorso occorre affrontare il problema dei diabetici noti e seguiti dal medico di medicina generale e non noti al Servizio di Diabetologia

20 IL PAZIENTE CHE VIENE RIAFFIDATO IN GESTIONE INTEGRATA …
Dottore come mai adesso che mi hanno detto che il mio diabete va bene mi hanno proposto di venire a fare i controlli anche qui ? Non bastava un controllo all’anno al centro Diabetologico? Se hanno troppi pazienti e quelli che vanno bene li vedono anche ogni due anni non cambia molto. O no ?

21 ANCORA UNA VOLTA COMUNICARE …
Ancora una volta in una prospettiva di prevenzione questa volta delle complicanze, diventa più facile far comprendere la opportunità fornita dalla gestione integrata di un controllo più stretto e più completo Per aiutare il paziente a mantenere un buon compenso nel tempo

22 STRADA ANCORA LUNGA … MA CON BUONE PROSPETTIVE
Ci sono ancora aspetti da migliorare sia come comunicazione informatica, che come sinergia e continuità degli interventi di educazione, Sia come miglioramento gestionale nelle cure primarie (personale amministrativo e infermieristico non solo per le medicine di gruppo) MA E’ UNA SFIDA CHE OCCORRE VINCERE

23 LA FORMAZIONE: STRUMENTO DI CONDIVISIONE DI UN PERCORSO
La formazione è ovviamente fondamentale per la riuscita di ogni percorso di cura, ma è essenziale che sia condivisa da tutti: medici di medicina generale diabetologi dietiste infermieri e che abbia continuità nel tempo

24 COMUNICAZIONE Se l’obiettivo è sicuramente la condivisione informatica di una unica scheda del paziente, Gli ostacoli sono ancora molti, anche se lo sviluppo del progetto SOLE va in questa direzione, Ma attualmente in molti distretti siamo ancora al cartaceo

25 CONTINUITA’ E SINERGIA DEGLI INTERVENTI EDUCAZIONALI
Naturalmente tutti gli interventi possono essere utili alla educazione terapeutica dei nostri pazienti, Ma proprio perché è difficile ottenere risultati e mantenerli nel tempo, Occorre agire in sinergia tra Centri Diabetologici e Cure Primarie e con continuità nel tempo

26 MOMENTI CRUCIALI INDIVIDUATI NELL’AREA VASTA
CONTROLLI ANNUALI DELLE COMPLICANZE aspetto organizzativo all’interno dei Centri Diabetologici: disponibilità di ambulatori polispecialistici percorsi con agende dedicate ovviamente la informatizzazione delle cartelle e la definizione dei team specialistici è un elemento cruciale.

27 ASPETTI GESTIONALI NELLE CURE PRIMARIE
Nelle Medicine di Gruppo la disponibilità di personale amministrativo e infermieristico rende la gestione integrata più facile, Occorre che anche nei NCP vengano studiate delle modalità organizzative adeguate

28 PERCHE’ COMUNQUE E’ UNA SFIDA
E IL MEDICO SINGLE ? Sicuramente è molto più difficile perché l’elemento tempo è cruciale, Il personale amministrativo per gestire l’agenda degli appuntamenti è essenziale per questo lo sviluppo anche organizzativo dei NCP è importante. PERCHE’ COMUNQUE E’ UNA SFIDA CHE OCCORRE VINCERE

29 PER VEDERE NEI PROSSIMI ANNI UNA RIDUZIONE DELLE COMPLICANZE DEL DIABETE E DELLA MORTALITA’ CARDIOVASCOLARE


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