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CORSO DI PEDAGOGIA SPECIALE A.A. 2014/15

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Presentazione sul tema: "CORSO DI PEDAGOGIA SPECIALE A.A. 2014/15"— Transcript della presentazione:

1 CORSO DI PEDAGOGIA SPECIALE A.A. 2014/15
Università degli Studi di Salerno CORSO DI PEDAGOGIA SPECIALE A.A. 2014/15 Prof. Felice Corona Università degli Studi di Salerno,

2 CORSO DI PEDAGOGIA SPECIALE A.A. 2014/15
Università degli Studi di Salerno CORSO DI PEDAGOGIA SPECIALE A.A. 2014/15 Prof. Felice Corona Università degli Studi di Salerno,

3 Project work BILANCIO delle competenze in ingresso. CONTENUTI:
Evoluzione storica della disciplina. Strategie Metodologiche di didattica inclusiva: Presentazione di strumenti mediali: blendspace Applicazione della Flipped Classroom attraverso un sistema di rete integrato. “Special Educational Needs”: panorama internazionale Disturbi dello spettro autistico Mutismo selettivo ADHD Difficoltà di Apprendimento ATTIVITA’ Brainstorming Situazione- Stimolo Discussioni guidate Simulazione su esperienze Role play Circle time cooperative learning Peer education Flipped learning Project Based Learning ●Apprendimento in gruppo / Discussioni ●Casi di studio /attività in laboratorio / Dibattiti ●Video creati dagli studenti VALUTAZIONE Griglie di osservazione ed analisi Revisioni tra pari Prodotti finali

4 CORSO DI PEDAGOGIA SPECIALE PARTE PRIMA
Università degli Studi di Salerno CORSO DI PEDAGOGIA SPECIALE PARTE PRIMA Prof. Felice Corona Università degli Studi di Salerno,

5 LA PEDAGOGIA Il termine pedagogia è, dunque, di derivazione greca (παιδαγογια, da παιδος (paidos) «il bambino» e αγω «guidare, condurre, accompagnare») e significa “guida del fanciullo”. La Pedagogia, scienza come scienza della persona- costruzione di una persona = “non come astratta entità teorica ma come realtà vivente e incarnata, assoluto tra i valori”(Mounier). . valori culturali, valori civili valori esistenziali UNA PROGETTAZIONE ESISTENZIALE PER UNA PERSONA in grado di combattere i processi di omologazione massificante generati da una società consumistica e da una cultura mediatica che espropriano la sua singolarità

6 PARLARE DI PEDAGOGIA SPECIALE ?
“La pedagogia o è speciale o non è (Montessori). Il fine della pedagogia speciale è è una attività scientifica : come ricerca teoretica e di sperimentazione applicativa . … tenere alto IL LIVELLO DI PROBLEMATICITÀ che è connesso alla moltitudine di esigenze non comuni di cui tutte le persone – e non solo i disabili – di cui sono portatrici nel fluire della propria esistenza (Bocci, 2005). LA PROMOZIONE DELL'INDIVIDUO in modo da salvaguardare /valorizzare la dignità dell'uomo l’ IMPLEMENTARE LA CONOSCENZA sull'educativo MIGLIORARE LA REALTÀ.

7 Dall’ Esclusione all’ Inclusione Fasi storiche del processo di INTEGRAZIONE/INCLUSIONE
Separazione Esclusione (fino al 1960) Integrazione ( ) Inclusione (1994 ad oggi) Inserimento ( ) Medicalizzazione ( )

8 CAMBIAMENTI TERMINOLOGICI
deficiente, INSUFFICIENTE MENTALE- pedagogia curativa minorati, irregolari o anormali- pedagogia emandativa inadattato, disadatto, disadattato handicappato e vantaggiato (1975 commissione Falcucci -Pedagogia dell’ inserimento disabile e con Bisogni Educativi Speciali, oggi pedagogia dell’ integrazione/inslcusione

9 CAMBIAMENTI TERMINOLOGICI
LA MENOMAZIONE è caratterizzata da perdite o anormalità DISABILITÀ qualsiasi restrizione o carenza, rappresenta l’oggettivazione della menomazione e come tale riflette disturbi a livello della persona. HANDICAP una condizione di svantaggio vissuta da una determinata persona in conseguenza di una Lo svantaggio proviene dalla diminuzione o dalla perdita della capacità di conformarsi alle aspettative menomazione IL RITARDO MENTALE/DEFICIT INTELLETTIVO non costituisce una conseguenza diretta e inevitabile del deficit organico.

10 Separazione/Esclusione
1908 – Nascita delle prime classi differenziali Pedagogia emendativa e curativa azione educativa “correttiva e curativa” posizione recettiva “malata, distorta e deficitaria” Nel suo complesso e nella sua accezione di rieducazione, tale impostazione pedagogica ha assunto un significato e finalità prevalentemente negative: colmare carenze, correggere storture

11 Medicalizzazione= «La diversità
viene intesa come “malattia sociale” e l’approccio è “eminentemente medico” (Meazzini,1984) stigmatizzazione= L’etichetta consente di riordinare lo stato delle cose, dando rilievo ai comportamenti che rientrano entro le categorie prestabilite dall’etichetta stessa Deresponsabilizzazione= Rafforzamento dell’atteggiamento di delega agli specialisti «(…)situazione di diffusa emarginazione e istituzionalizzazione» (Cottini, 2008,p.17)»

12 “La prospettiva dell’inserimento
(…) presidi, professionisti e azioni deputati a rendere sostenibile la presenza di minori con disabilità negli ambienti scolastici ordinari, così da far diventare reale il diritto soggettivo all’istruzione”. “la quantità dei presidi erogati non può riassumere in sé, né da sola assicurare la qualità del percorso e del risultato”. PAVONE, M. 2012

13 riconoscimento del principio di educabilità
AL riconoscimento del principio di educabilità Medicalizzazione Educazione Non c’è educazione se non si afferma IL «PRINCIPIO DELL’EDUCABILITA’» che si esplicita nella: Umanizzazione dell’educando “Apertura verso una propria meta” “Qualità nel contesto di vita”

14 Il concetto di integrazione
(dal lat. Integer: rendere qualcosa completo, aggiungendovi ulteriori elementi; inserire una persona in un ambiente, in modo che ne diventi parte organica) Ha alla base «la tensione verso una visione ecologico-sistemica» (Pavone M. , 2012) La Legge 517/77, è il punto di svolta: introduce il concetto di integrazione (in luogo di inserimento) abolisce le classi differenziali ed ogni forma di ghettizzazione. MA è un concetto di tipo «assimilazionista», fondato sull’adattamento dell’alunno disabile a un’organizzazione scolastica che è strutturata in funzione degli alunni «normali

15 LIMITE DELL’INTEGRAZIONE
è un concetto di tipo «assimilazionista», fondato sull’adattamento dell’alunno disabile a un’organizzazione scolastica strutturata in funzione degli alunni «normali Interviene senza mai mettere in discussione il paradigma della normalizzazione, che continua a rimanere il modello di riferimento indiscusso (Ainscow, 1999; Ainscow, Barrs e Martin, 1998).

16 Si basa Inclusione Non sulla misurazione della distanza
da un preteso standard di adeguatezza Si basa “La sfida posta dall’inclusione […] implica non semplicemente «fare posto» alle differenze in nome di un astratto principio di tolleranza della diversità — ma piuttosto affermarle, metterle al centro dell’azione educativa in quanto nucleo generativo dei processi vitali che si sviluppano proprio attraverso lo scarto di prospettiva derivante dalle molteplici differenze di cultura, abilità, genere e sensibilità che attraversano il contesto scolastico” (Dovigo, 2008) MA sul riconoscimento della rilevanza della piena partecipazione alla vita scolastica

17 Didattica inclusiva e CAMBIO DI PARADIGMA
Il MIUR riconosce «…..complessità nelle nostre classi, dove si intrecciano (...) disabilità, disturbi evolutivi specifici, disagio sociale, dell’inclusione degli alunni stranieri. Per questo è sempre più urgente adottare […] una didattica inclusiva più che una didattica speciale». IL SISTEMA DELL’ISTRUZIONE IN ITALIA sta andando incontro ad un importante cambio di paradigma, dalla didattica dell’integrazione alla didattica dell’inclusione.

18 -BES- BISOGNI EMERGENTI- INCLUSIONE rischi.
Tradursi in «etichette elastiche», stigmatizzanti, medicalizzanti in un percorso a ritroso nel tempo con in sé l’ implicito assenso di un agire in deroga ai criteri valutativi Senza un reale avvio di processi inclusivi il progetto che ci accingiamo a presentare si inquadra in uno studio di più ampio respiro che il gruppo di ricerca coordinato dal Prof. Sibilio sta conducendo sul design di strumenti software per l’assessment e il training delle abilità di lettoscrittura. L’obiettivo globale è quello di sviluppare una batteria di strumenti che affrontino l’apprendimento della lettoscrittura a tutti i livelli cui esso appare collegato.

19 L’ambiente di vita= la prospettiva ecologica dello sviluppo
Macrosistema: scelte politiche, sociali occupazionali Microsistema (ambiente familiare) M Esosistema (ad es. condizioni di lavoro dei genitori Microsistema (ambiente scolastico) Mesosistema (relazione tra i vari microsistemi) Microsistema (ambiente ricreativo extrascolastico Bronfenbrenner

20 Comportamento e sviluppo cognitivo
Lo sviluppo cognitivo e metacognitivo deve essere ricondotto alle interazioni con l’ambiente Interiorizzazione: processo dall’interno all’esterno Il comportamento deve esistere prima socialmente per poi divenire parte del comportamento individuale La pratica educativa valorizzare l’ aspetto interattivo l’ interattività La reciprocità

21 (W. Winnicott “Dalla pediatria alla psicoanalisi,
LA PERSONALITÀ è il frutto di continui e complessi interscambi tra realtà esterna e mondo interno i disturbi gravi, ad eccezione delle nevrosi, rimandano a gradi diversi di deficit ambientale. (W. Winnicott “Dalla pediatria alla psicoanalisi, Martinelli, Firenze, 1975)

22 Formazione Docente e ricerca
INCENTRATA SULLE «DIFFERENZE/ INDIVIDUALITA’», che attengono alla sfera della «persona», nella sua Speciale Unicità. Nuova prospettiva person-centrica, che nasce nel suo complesso dall’ interazione con l’ alterità. Basate su RICERCHE SCIENTIFICHE che forniscano: strumenti per l’osservazione strategie di intervento didattico per gestire la relazione educativa superare misconception logica della delega proporre una cooperazione sistemica ALLA QUALITÀ DELLA VITA DI TUTTI E PER CIASCUNO

23 Proposte: dalla delega all’inclusione
La via istituzionale (sensibilizzazione MIUR) La via sperimentale (ricerca-azione) adottando una logica “additiva”= docente affiancato,, dall’esperto nella pratica didattica quotidiana, con il dichiarato obiettivo di promuovere una reale osmosi di competenze. abbandonando la logica della delega, Con professionalità esterne e alternative alla scuola il progetto che ci accingiamo a presentare si inquadra in uno studio di più ampio respiro che il gruppo di ricerca coordinato dal Prof. Sibilio sta conducendo sul design di strumenti software per l’assessment e il training delle abilità di lettoscrittura. L’obiettivo globale è quello di sviluppare una batteria di strumenti che affrontino l’apprendimento della lettoscrittura a tutti i livelli cui esso appare collegato. Organizzando un SISTEMA RETICOLARE “VICARIANTE” = COMUNITA’ EDUCANTE

24 PER RIFLETTERE… Quello che è normale per altre persone
Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non desidero essere guarito da me stesso. Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo diversi l'uno dall'altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione del vostro. Interrogatevi sulle vostre convinzioni, definite le vostre posizioni. Lavorate con me per costruire ponti tra noi." Jim Sinclair, ragazzo con disturbi dello spettro autistico. Quello che è normale per altre persone non è normale per me e quello che io ritengo normale non lo è per gli altri. In un certo senso sono mal equipaggiato per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta. La mia individualità non è danneggiata.

25 Grazie per l’attenzione


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