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SPAZIO LIBERO Giornalino mensile della Fisac/Cgil San Paolo Banco di Napoli SPAZIO LIBERO Numero 13 – Giugno 2005Anno II RUBRICHE: Editoriale Mondo filiali.

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Presentazione sul tema: "SPAZIO LIBERO Giornalino mensile della Fisac/Cgil San Paolo Banco di Napoli SPAZIO LIBERO Numero 13 – Giugno 2005Anno II RUBRICHE: Editoriale Mondo filiali."— Transcript della presentazione:

1 SPAZIO LIBERO Giornalino mensile della Fisac/Cgil San Paolo Banco di Napoli SPAZIO LIBERO Numero 13 – Giugno 2005Anno II RUBRICHE: Editoriale Mondo filiali Attualità Cera una volta Cinema e cultura Flash

2 EDITORIALE IN VISTA DEI CONTRATTI INTEGRATIVI: ALCUNE RIFLESSIONI SULLA DIS/ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO NELLE AZIENDE LOrganizzazione del Lavoro è uno degli argomenti che più appassiona e, anche, divide. Sommariamente le posizioni sono due: luna che ribadisce lassoluta intangibilità dellargomento, in quanto di competenza strettamente aziendale; laltra che, viceversa, sostiene che le O.O.S.S. debbano cominciare a ridiscuterne fosse solo per criticarne e rimuoverne i fattori nocivi. Spesso, poi, più lOrganizzazione del Lavoro (OdL) ci pare assurda, incongruente, dannosa, più fatichiamo a prefigurarne una diversa. In ogni caso, tutti concordano sul fatto che la stessa ha un limite: quando – in qualche modo attraverso una o più delle sue articolazioni – crea, nella persona, perdita della propria identità affettiva o familiare, o mancanza, per esempio, di tempo personale. Lattuale OdL è spinta, eccessivamente, sul versante della vendita e della commercializzazione dei prodotti. In una fase precedente la filosofia era: fare tutto, subito e di più; in quella attuale invece è: essere tutto, subito, di più. La centralità non è più quella del prodotto e del suo venditore: tutto è divenuto un unico prodotto globale, la cui circolazione richiede disponibilità totale, reperibilità continue senza interruzioni tempo vita/tempo lavoro, mobilità e flessibilità in omaggio soprattutto alla FEDELTA e alla completa disponibilità verso le aziende. E questo è evidente nei meccanismi di carriera: per esempio alla donna in età fertile, fra i 25 e i 41 anni, viene posta, in maniera radicale, lalternativa tra la scelta di progressione e carriera professionale e quella privata – familiare – procreativa. Gli stessi meccanismi di salario discrezionale vanno a premiare più la consonanza con le direttive aziendali che le capacità professionali; la pratica di attribuzione degli obiettivi individuali va nella direzione esattamente contraria a quella auspicata: obiettivi collettivi nellottica di una corretta valorizzazione del lavoro di squadra ove emergano le diverse abilità e non le rivalità e gli antagonismi che, spesso e artificiosamente, sono aizzati dalle direzioni aziendali. E necessario comunque denunciare lutilizzo strumentale compiuto dalle aziende dei dati andamentali, qualora esso mascheri un sistema di comparazione nominativo dei risultati conseguiti, che si traducono nellesercizio di forme di pressione denigratorie sugli addetti alla vendita che non abbiano raggiunto gli obiettivi prefissati. Per ora ci fermiamo qua.

3 MONDO FILIALI LIBERTA DI PENSIERO? A volte rifletto sul grado di democrazia esistente nella nostra azienda e, più in generale, nel mondo del credito. Laffermazione che viviamo e lavoriamo con modalità fasciste può sembrare forte e provocatoria, ma cerchiamo di analizzarla. Cè spazio davvero per le idee del popolo e cioè, nel nostro caso, dei lavoratori? Cè davvero libertà di espressione, di manifestare le proprie idee riguardo anche alle strategie aziendali e al modo in cui ci viene richiesto di raggiungere gli obiettivi? Per quanto ovvio, non stiamo parlando di manifestare opinioni o di operare in contrasto con norme contrattuali di lavoro dipendente, ma di avere la possibilità di essere anche in disaccordo con il modo di raggiungere gli obiettivi prefissati (pensiamo al noto problema della convivenza tra letica del vendere e le ripetute campagne di prodotto allordine del giorno), oppure semplicemente di esprimere le proprie opinioni riguardo alle difficoltà oggettive di raggiungere tali obiettivi. O ancora, costruttivamente, di suggerire altre modalità per arrivare agli stessi risultati. Ebbene sempre più spesso le libere manifestazioni di pensiero (che poi tali restano non avendo il potere di cambiare modalità operative) vengono penalizzate in maniera anche pesante. Persino nellambito dei corsi di formazione è consigliabile non evidenziare differenze di pensiero, in quanto origine di potenziali rimproveri ai direttori per responsabilità oggettiva sui pensieri dei propri collaboratori (e pensare che uno dei punti salienti del decalogo della Formazione presente in tutte le aule recita più o meno così: esprimi liberamente il tuo punto di vista: la buona riuscita del corso dipende anche dallinterazione di tutte le opinioni). - CONTINUA

4 MONDO FILIALI CONTINUA: LIBERTA DI PENSIERO? Se anche a qualche scapestrato lavoratore venisse in mente, in barba al bon ton, di esprimersi liberamente, verrebbe ripreso quanto meno per aver fatto fare una cattiva figura alla filiale. Peggio…dovrebbe aspettarsi qualche sottile ritorsione (anche a distanza di tempo e bassa e meschina), come ad esempio il mancato riconoscimento di qualità oggettivamente apprezzate da tutti i colleghi; ritorsioni, queste, la cui responsabilità viene sempre scaricata, ovviamente, su qualcuno ad un livello più alto. Per dirla in breve e chiaramente, quandanche qualche direttore non condividesse le penalizzazioni inflitte ai collaboratori più sinceri, si guarderebbe bene dal difenderne le ragioni, pur oggettive, per timore di incorrere nelle stesse ritorsioni. E così andando, a medio periodo, si realizzerà la completa omogeneizzazione del pensiero: impererà quel pensiero UNICO contro cui hanno lottato, certo ad altri livelli, tanti nostri predecessori. Il pensiero unico, anche in ambito aziendale, è quanto di più pericoloso possa esistere, perché tacita le menti, non stimola a nuove ed importanti sfide, ma tutto appiattisce verso il potere imperante in quel momento. Non mirerà forse volutamente ad avere uno stuolo di collaboratori YES MEN che non creano mai problemi, ma contemporaneamente non stimolano le menti di chi ha il potere di decidere? Beh, se non è fascismo questo!!!!!

5 CAMORRISTI O NAZISTI? Si ritengono superiori agli altri. Hanno una mistica della violenza fine a sé stessa. Ritengono giusto che il più forte debba prevalere, prevaricare, umiliare il più debole. La frequentazione del carcere è un punto donore. Agiscono sempre in squadra, a tutte le ore, controllando militarmente in maniera capillare il territorio che li ha generati. Vivono sempre come se fosse lultimo giorno della loro esistenza o, peggio, lultimo giorno del mondo. Hanno veri e propri riti di iniziazione. I capi, i mandanti, sono soggetti economici potentissimi in grado di gestire, spostare, controllare risorse economiche rilevantissime. La massa è composta da giovani pochissimo istruiti, appartenenti al sottoproletariato urbano, quasi mai inseriti in un circuito produttivo, figli di famiglie disagiate e di una scuola, se mai frequentata, distratta. Lo Stato è spesso impotente, altre volte latitante, qualche volta complice, sempre in ritardo. I cittadini li subiscono, schiacciati dalla loro prepotenza, dalla loro tracotanza e tacciono muti, temendo una reazione per una eventuale denuncia, divenendo così complici. Il terrore tra la gente è palpabile, quasi materialmente percepibile, non cè libertà perché manca la sicurezza. Queste poche righe costituirono il generale commento dei giornali tedeschi allinsorgere del fenomeno nazista. Esse appaiono terribilmente di attualità se applicate, al di là delle ovvie differenze di spazio e di tempo, alla descrizione del fenomeno camorra a Napoli e in Campania. La nostra terra, la nostra tragica terra, è sotto il tallone di una dittatura feroce e spietata, della quale non si vede la fine e che, come per il Nazismo, la gente ormai accetta.

6 Cera una volta La Bibliotecaria di Bassora Cera una volta, e per fortuna cè ancora, Alia. Questa donna faceva la bibliotecaria presso la Biblioteca Nazionale di Bassora (Iraq), sin dai tempi del dittatore Saddam. Come ogni vero bibliotecario, amava i suoi libri sopra ogni cosa, ma con il maggior orgoglio di essere nata nella Terra - la Mesopotamia - culla della scrittura, inventata lì, 200 anni prima che in Egitto. Ancor prima dellultimo Guerra del Golfo, aveva intuito che, per la sua cara biblioteca, non cera molto da star tranquilli sulle capacità di discernimento delle bombe intelligenti. Così, con laiuto di parenti e amici, di nascosto, ha cominciato a portarsi a casa centinaia di volumi. Poi, comprendendo che non ce lavrebbe fatta a trasferire 40.000 volumi, ha organizzato una vera e propria catena umana, come si fa con i secchi dacqua, trasportando i volumi presso un ristorante vicino. La biblioteca è, ovviamente, bruciata (un effetto collaterale della guerra), ma 30.000 volumi, con quel sistema, si sono salvati. Alia, sopraffatta dalla fatica e dal dolore, ha avuto un infarto, ma questa storia finisce bene perché si è salvata… Oggi lavora alla conservazione del patrimonio librario che ha preservato e alla prossima ricostruzione della biblioteca. La grande Storia e fatta di questi, apparentemente piccoli, episodi, ma può ancora raccontarsi perché tali episodi salvano, materialmente, la Storia. Il racconto La Bibliotecaria di Bassora è pubblicato dalla Sperling & Kupfer (pp48- 12).

7 SIN CITY E BATMAN BEGINS Sin dallinizio della loro esistenza, agli albori del novecento, il cinema ed il fumetto hanno sempre avuto un interscambio forte di esperienze creative, di linguaggi narrativi e figurativi, tecniche, trasposizioni di storie e personaggi. Spesso hanno organizzato il loro sviluppo presso il pubblico consumatore di massa fondandolo proprio attraverso questo interscambio. Anche in questo inizio di nuovo millennio siamo testimoni di analoga operazione nel momento in cui sono presenti sui cinema di casa nostra le trasposizioni cinematografiche di due prodotti di Frank Miller (reiventore delle storie di BATMAN creato da Bob Kane) con Batman Begins e Sin City. Frank Miller, nei suoi fumetti, è autore di storie dichiaratamente dark nelle quali la introspezione psicologica dei personaggi, molto forte e netta, è rivelata da una narrazione immediata e semplice con tagli di immagini e flash secchi e aventi ritmo sincopato attraverso i quali la descrizione dellanima scura (appunto dark) dei personaggi, legata sempre a problemi interiori forti, dà la motivazione principale alla azione degli eroi che si sviluppa e si risolve, così, attraverso una classica catarsi psicologica. Sin City è la trasposizione di 4 episodi della saga fumettistica di Miller dove è illustrata una città con una umanità disperata. I due episodi centrali del film (luno con un mascheratissimo Mickey Rourke e laltro interpretato da Clive Owen e dalla magnifica Rosario Dawson ) mantengono le caratteristiche sopra descritte, rispetto alla descrizione dei personaggi e alle situazioni illustrate, tipiche dello stile narrativo di Frank Miller conservando così inalterato il fascino della saga anche perché si vede cinema allo stato puro per la presenza di tutti gli espedienti linguistici/narrativi del cinema moderno (lintervento di Quentin Tarantino come co-regista si percepisce integralmente!). Continua

8 Continua:Sin City e Batman Begings Al contrario, sia lepisodio iniziale che quello finale si attardano su un uso molto verboso dei dialoghi attraverso i quali si esprime ciò che invece limmagine deve suscitare, alterando negativamente così la caratteristica tipica dello stile narrativo di Miller che lascia, come già detto, al montaggio secco e sincopato (cinematografico per eccellenza) delle situazioni la descrizione psicologica dei personaggi e la loro evoluzione. E vero che il cinema ha, in ogni caso, codici narrativi diversi da quelli dei fumetti ma le trasposizioni devono, anche se con un arbitrario tradimento, rispettarne lintima struttura per poter se non altro evocare loriginale prodotto Nel caso di Batman Begins è presente, invece, solo una descrizione superficialmente dark (nel senso proprio di scuro) delle situazioni e del personaggio. Quello che non cè nel film, purtroppo, è la caratteristica fondamentale del personaggio di Batman e cioè la co-esistenza nelleroe di una doppia identità segreta, estremamente produttiva di situazioni e lacerazioni nel personaggio di Batman-Bruce Wayne. Lidentità segreta è sempre stata la condizione che ha reso affascinante il carattere di Batman (ma ciò vale per tutti i super-eroi dei fumetti) per tutte le soluzioni che egli di volta in volta mette in gioco per salvarne la segretezza, perché è solo attraverso la conservazione di questa che può continuamente re-inventare la propria esistenza e la propria ragione dessere. Questo espediente narrativo mancante nel film in visione attualmente nei cinema (tutti i personaggi di contrasto conoscono lidentità segreta di Batman e non lo inducono a lacerazioni profonde per salvaguardarne la segretezza) fa sì che tutto si risolve in un action movie che non ha la profondità poetica tipica del Batman re-inventato da Miller con la sua saga fumettistica del Cavaliere oscuro, nella quale ha raggiunto risultati considerati eccezionali. Per tutto quanto esposto affermiamo, pertanto, che le trasposizioni cinematografiche dei due prodotti Milleriani sullo schermo hanno prodotto un mezzo risultato nel caso di Sin City e un autentico fallimento nel caso di Batman Begins.

9 FLASH Riceviamo e pubblichiamo : Non so se largomento possa essere di interesse sindacale, visto gli altri problemi più impellenti da risolvere, ma volevo segnalare la mia personale insoddisfazione, e credo di altri colleghi, sullutilizzo del quotidiano economico il Denaro, in sostituzione de Il Sole 24 Ore. Linsoddisfazione dipende da due elementi: in primo luogo linsufficiente informazione economico-finanziaria e legale reperibile su Il Denaro; in secondo luogo linsopportabile matrice politica che molti commenti ed articoli connotano. Per quanto riguarda il primo punto è evidente come la qualità dellinformazione sia di fondamentale importanza in un mercato come quello della consulenza agli investimenti e farsi trovare impreparati alle richieste della clientela non mi sembra un buon servizio verso i clienti, verso la banca e anche verso noi stessi. Per il secondo punto segnalo, come esempio emblematico della mancanza di equilibrio politico, il commento al 25 aprile a firma di Gerardo Mazziotti; per non parlare del fatto che, nelle pagine interne, è ospitato un inserto settimanale intitolato Riforme di chiara matrice politica!! Spero che questa segnalazione possa essere uno spunto si riflessione: ecco come rimpiangere il giornale di CONFINDUSTRIA. Saluto affettuosamenteLETTERA FIRMATA

10 La Redazione Giorgio Campo ha collaborato : sas fisac/cgil San Paolo Brescia Alfredo Conte puoi leggerci anche su: Antonio Coppola cgil.it/fisac.sanpaolo/bancodinapoli cgil.it/fisac.sanpaolo/bancodinapoli Mario De Marinis Antonio Forzin Amedeo Frezza Rosalia Lopez Raffaele Meo Italo Nobile Maria Teresa Rimedio Anna Maria Russo


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