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Spunti di riflessione A cura dellEducatore Luca Roveda Riunione P.A.T. - ITC Benini Melegnano – 27 ottobre 2009.

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1 Spunti di riflessione A cura dellEducatore Luca Roveda Riunione P.A.T. - ITC Benini Melegnano – 27 ottobre 2009

2 IL CAMMINO FORMATIVO Di solito si dice che va praticato in due (alunno+docente/i); credo che sia vero solo in parte. Per riuscire a cercare d'ottenere dei risultati positivi il cammino formativo dovrebbe essere svolto in tre (alunno+docente/i+famiglia). Di solito si dice che va praticato in due (alunno+docente/i); credo che sia vero solo in parte. Per riuscire a cercare d'ottenere dei risultati positivi il cammino formativo dovrebbe essere svolto in tre (alunno+docente/i+famiglia). Ogni studente ha inevitabilmente come proprio punto di riferimento la famiglia d'origine da questa si traggono sia le risorse, dove la famiglia è presente, sia purtroppo i comportamenti "devianti", laddove la famiglia è debole. Ogni studente ha inevitabilmente come proprio punto di riferimento la famiglia d'origine da questa si traggono sia le risorse, dove la famiglia è presente, sia purtroppo i comportamenti "devianti", laddove la famiglia è debole. La scuola nel suo piccolo dovrebbe provare a coinvolgere le famiglie il più possibile anche se rispetto a qualche tempo fa è molto più complicato; spesso i genitori lavorano entrambi, tornano a casa tardi ecc, questo in situazioni diffuse. In altre, purtroppo, può mancare uno dei due genitori, o vi sono altri problemi correlati magari a una situazione di disagio non emersa esplicitamente. La scuola nel suo piccolo dovrebbe provare a coinvolgere le famiglie il più possibile anche se rispetto a qualche tempo fa è molto più complicato; spesso i genitori lavorano entrambi, tornano a casa tardi ecc, questo in situazioni diffuse. In altre, purtroppo, può mancare uno dei due genitori, o vi sono altri problemi correlati magari a una situazione di disagio non emersa esplicitamente. La scuola deve avere qualcosa da proporre rispetto alle varie situazioni. Deve porsi come mezzo di un percorso formativo comune.

3 Le situazioni di difficoltà. Limportanza di un messaggio positivo Spesso le famiglie non colgono la positività del progetto educativo perché non sono esse stesse, per svariati motivi, portatrici di positività; questo chiaramente si riflette subito sui figli, che se non hanno dentro di loro la voglia di togliersi per primi da certe situazioni rimangono poi invischiati in dinamiche che non riescono a gestire. Così abbiamo episodi di bullismo e maleducazione, scarso rispetto per le regole e per le persone. Spesso le famiglie non colgono la positività del progetto educativo perché non sono esse stesse, per svariati motivi, portatrici di positività; questo chiaramente si riflette subito sui figli, che se non hanno dentro di loro la voglia di togliersi per primi da certe situazioni rimangono poi invischiati in dinamiche che non riescono a gestire. Così abbiamo episodi di bullismo e maleducazione, scarso rispetto per le regole e per le persone.

4 Centralità dell educare Certo un ragazzo di 14/15 anni, che sta entrando in un'età critica, lasciato a se stesso, se non è riuscito per doti sue a formarsi un certo tipo di carattere, molto probabilmente farà fatica. Certo un ragazzo di 14/15 anni, che sta entrando in un'età critica, lasciato a se stesso, se non è riuscito per doti sue a formarsi un certo tipo di carattere, molto probabilmente farà fatica. A scuola gli insegnanti hanno il compito di insegnare ma, soprattutto, anche educare i ragazzi; spesso questo non è possibile, primo perché non tutti gli insegnanti ritengono di doverlo fare, poi perché spesso su alcuni alunni permangono o si formano dei preconcetti che difficilmente cadono (per cui alcuni ragazzi vengono bollati da subito e bollati rimangono). A scuola gli insegnanti hanno il compito di insegnare ma, soprattutto, anche educare i ragazzi; spesso questo non è possibile, primo perché non tutti gli insegnanti ritengono di doverlo fare, poi perché spesso su alcuni alunni permangono o si formano dei preconcetti che difficilmente cadono (per cui alcuni ragazzi vengono bollati da subito e bollati rimangono). La cosa più immediata da fare sarebbe ridare spazio alla educazione totalmente intesa della persona dellalunno.

5 I ripetenti I ripetenti Di solito i più bistrattati; i docenti che l'anno prima hanno deciso per la bocciatura e se li ritrovano in classe l'anno successivo non si attendono cose diverse dall'anno precedente. Ci sperano più che altro, ma non se le aspettano. Di solito i più bistrattati; i docenti che l'anno prima hanno deciso per la bocciatura e se li ritrovano in classe l'anno successivo non si attendono cose diverse dall'anno precedente. Ci sperano più che altro, ma non se le aspettano. Dall'altra parte l'alunno ripetente, nonostante sia in possesso di buone capacità, fatica a mostrarle perché crede che ormai a lui si riconoscano solo comportamenti negativi, e perché pensa che comunque lo sforzo non produrrà il risultato atteso: ciò crea un profondo senso di frustrazione. Dall'altra parte l'alunno ripetente, nonostante sia in possesso di buone capacità, fatica a mostrarle perché crede che ormai a lui si riconoscano solo comportamenti negativi, e perché pensa che comunque lo sforzo non produrrà il risultato atteso: ciò crea un profondo senso di frustrazione. Fondamentalmente è più facile per questi andare male, perché l'andare bene presupporrebbe un cambiamento e il cambiamento spesso è fonte di sofferenza. Fondamentalmente è più facile per questi andare male, perché l'andare bene presupporrebbe un cambiamento e il cambiamento spesso è fonte di sofferenza. In questo andrebbero attuate strategie per interrompere dinamiche in negativo.

6 Infine…il lavoro déquipe E fondamentale che vi sia alla base di tutto un ottimo lavoro d'équipe, dove tutte le forze in campo agiscano e pensino nella stessa direzione. E fondamentale che vi sia alla base di tutto un ottimo lavoro d'équipe, dove tutte le forze in campo agiscano e pensino nella stessa direzione. Un buon gruppo di lavoro dà un segnale forte, fa vedere che gli intenti sono comuni e le forze vengono messe in campo per raggiungere uno scopo comune e non personale. Se ognuno invece va nella propria direzione si dà un segnale di debolezza, che verrà sicuramente percepito, e laddove vi sono delle debolezze è molto difficile poi avere dei riscontri positivi. Un buon gruppo di lavoro dà un segnale forte, fa vedere che gli intenti sono comuni e le forze vengono messe in campo per raggiungere uno scopo comune e non personale. Se ognuno invece va nella propria direzione si dà un segnale di debolezza, che verrà sicuramente percepito, e laddove vi sono delle debolezze è molto difficile poi avere dei riscontri positivi.


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