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La moda Il termine Moda viene dal latino “modus” che significa misura giusta, appropriata. Ad ogni indumento dunque che si tratti di regole rispettate.

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Presentazione sul tema: "La moda Il termine Moda viene dal latino “modus” che significa misura giusta, appropriata. Ad ogni indumento dunque che si tratti di regole rispettate."— Transcript della presentazione:

1 Costumi tra vita di corte e definizione del personaggio: Marie Antoniette di Sofia Coppola

2 La moda Il termine Moda viene dal latino “modus” che significa misura giusta, appropriata. Ad ogni indumento dunque che si tratti di regole rispettate o regole infrante, di cose opportune o di cose inopportune, corrisponde sempre qualcosa di prestabilito e non c’è spazio di mediazione o di autonomia.

3 La moda al cinema Nel momento in cui la moda si interseca con il cinema anche quando sembra cedere alla tentazione del gusto e dell’oggetto propriamente “di moda” sotto sotto c’è sempre uno scopo da raggiungere una strumentalità nel rapporto con la cosa che appare tutto sommato rassicurante. Infatti al cinema compito della moda è trovare la giusta misura ovvero l’habitus adatto a donne o uomini soggetto.

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5 Marie Antoniette di Sofia Coppola (2006)
La donna soggetto di cui ci occupiamo è la regina di Francia moglie di Luigi XVI Maria Antonietta così come la racconta Sofia Coppola nel suo”Marie Antoniette” film del 2006. In questo film la moda è vista solo in parte come ricostruzione attendibile di un determinato periodo storico ed è invece soprattutto creazione figurativa che mostra codici sociali prescritti e un fine determinato a priori.

6 Marie Antoniette di Sofia Coppola (2006)
Poiché la natura effimera degli stili di vestiario li rende emblema di determinati momenti storici e questi finiscono per coincidere inevitabilmente con una fase precisa della vita degli individui in “Marie Antoniette” la Storia si trasforma in psicologia e l’ancien regime diviene emblema dell’adolescenza.

7 Marie Antoniette di Sofia Coppola (2006)
“Marie Antoniette” pur vivendo di un apparato scenografico in cui la cura filologica è tutt’altro che indifferente (il film è girato a Versailles cercando la mimesis tra luoghi mobili acconciature e abiti d’epoca) è soprattutto la storia di una adolescente che prende le misure di sé e del mondo dando vita a una sorta di romanzo di formazione.

8 Marie Antoniette di Sofia Coppola (2006)
L’epoca la scenografia e il costume non servono al racconto della Storia ma invece a smascherare questa piccola donna che è Maria Antonietta piccola star di fine Settecento e che il Settecento prima di viverlo lo indossa. Nelle mani della Coppola ogni vestito e ogni scenografia rappresentano una faccia della femminilità.

9 Marie Antoniette di Sofia Coppola (2006)
I saloni le scalinate e gli abiti che si vedono nella Versailles della Coppola servono dunque alla regista per raccontare la crescita e poi la discesa della sua regina. Maria Antonietta è la fanciulla che le cose intorno a lei fanno avanzare verso la fine.

10 Marie Antoniette di Sofia Coppola (2006)
In foggia settecentesca dunque Sofia Coppola mette in scena uno straordinario ritratto di disagio femminile e lo fa mettendo in campo il peso della Storia e della Politica pur lasciandole tuttavia fuori campo fuori scena anche se poi sono proprio la Storia e il Potere a determinare il destino di questa ragazza interrotta.

11 Il rito di passaggio Una delle lenti per leggere “Marie Antoniette” al di là della “grandeur” che Sofia Coppola insuffla nella sua prima produzione ad alto budget è il rito del passaggio l’incosciente approccio alla vita di una adolescente. E’ un passaggio fittizio però perché da quando Maria Antonietta diviene la promessa sposa di Luigi XVI le è in realtà proibito cambiare e così immobilizzata nella recita di corte in quel passaggio muore in lei la donna che l’adolescente ha in potenza di essere.

12 Il rito di passaggio Paradossalmente dal rito di iniziazione la Delfina non seguirà più il suo naturale percorso di crescita rimanendo bloccata e intrappolata in un mondo che non comprende e da cui non è compresa. La donna che Maria Antonietta avrebbe potuto diventare viene eliminata costantemente subordinata e forzatamente accantonata per la rappresentazione del ruolo ufficiale di sovrana. Un ruolo chiaramente impostole e in cui non si riconosce.

13 Il rito di passaggio Maria Antonietta dunque non diventerà mai una donna ed è allora l’abito ciò che le consentirà di creare se stessa diventando la Delfina di Francia prendendo commiato da tutto ciò che apparteneva alla sua vita precedente nel simbolico rito della vestizione nel padiglione che la accoglie al passaggio dall’Impero austriaco al Regno di Francia.

14 Il rito di passaggio L’inquadratura che la ritrae sola mentre esce dal padiglione è la prima a rappresentare la successiva e sempre presente solitudine della protagonista. Questo rito di iniziazione diventa una celebrazione dalla forte connotazione teatrale in quanto codificato da regole precise come una scena di teatro ma la serietà e l’ufficialità del momento sono annullate agli occhi dello spettatore dal dolore di Maria Antonietta che trova ingiusto e crudele abbandonare il suo piccolo carlino Mops.

15 Il rito della vestizione

16 Le Petit Trianon In seguito il trasferimento dalla reggia di Versailles alla piccola residenza di “le Petit Trianon” fatta costruire nel parco della reggia è nella vita della regina e all’interno del film un altro momento di passaggio. In questa piccola residenza Maria Antonietta può dedicarsi realmente a se stessa abbandonando le ampie gonne i comprimenti bustini e le vertiginose capigliature.

17 Le Petit Trianon

18 Le petit Trianon La luce in queste riprese è più naturale ed è quella solare che investe il volto della giovane sovrana mentre passeggia nel prato. Connotativo diventa anche in queste sequenze l’uso della steadycam per restituire la naturalezza di determinate scene.

19 Le Petit Trianon Nella reggia l’impressione è quella del soffocamento della mancanza d’aria l’unica atmosfera è quella opprimente del pettegolezzo dei nobili e del protocollo di corte. A le Petit Trianon al contrario una brezza leggera e piacevole accarezza i fili d’erba e i corpi dei personaggi.

20 Le scarpe L’ossessione calzaturiera di regina e regista (le inquadrature di scarpe costituiscono una buona percentuale del minutaggio del film) richiama Andy Warhol e insieme al rito di passaggio è un altro elemento che consente a Sofia Coppola di allontanarsi dal XVIII secolo in favore di un evidente elemento pop che caratterizza il Settecento di questo film.

21 Le scarpe

22 Le scarpe Le scarpette ossessivamente inquadrate nell’episodio in cui la regina e le sue dame scelgono abiti e accessori sono simili almeno dal punto di vista concettuale all’opera “Scarpe Diamond dust” del 1980 di Andy Warhol e sono una chance di riscatto concessa al sistema delle cose rispetto alla trappola in cui le invischia la corte di Versailles e la moda del Settecento.

23 Le scarpe

24 Le scarpe Tra le scarpe anche un paio di scarpe da ginnastica azzurre Converse All Star intervengono fortemente a marcare l’episodio che vede la regina e le sue dame di compagnia scegliere abiti e accessori in una sorta di shopping maniacale.

25 Le scarpe

26 Le scarpe Escludendo il contesto cortigiano e settecentesco questo episodio ben si adatterebbe a qualunque altro film di ambientazione contemporanea con protagonista una adolescente. Ancora una volta dunque Sofia Coppola tradisce il ‘700 in favore della costruzione della sua protagonista adolescente e di sentimenti disagi e reazioni che sono sempre gli stessi a prescindere da spazio e tempo perché non hanno età.

27 Abiti e accessori All’interno del film i costumi e gli accessori hanno il ruolo di scandire i diversi momenti della vita di corte e dunque siamo in presenza di quella che gli studiosi sono soliti chiamare “narrativizzazione dell’abito” che introduce abiti e accessori nel circuito della narrazione filmica ponendoli in relazione con tutti gli altri elementi di cui una narrazione si compone innanzi tutto al tempo da cui abiti e accessori ricevono la possibilità di allineare e di accumulare significati e di articolare quindi una narrazione propria.

28 Abiti e accessori Ogni giorno è uguale a un altro per Maria Antonietta e questa ritualità è la rappresentazione stessa del potere. A fronte di questa ripetitività gli abiti della regina sono sempre diversi ogni giorno e in certi casi più volte al giorno. E’ il cambio d’abito a indicare allo spettatore lo scorrere del tempo che altrimenti non verrebbe compreso a causa della somiglianza tra alcune scene.

29 Abiti e accessori

30 Abiti e accessori

31 Abiti e accessori Anche nella relazione extraconiugale con il conte Fersen l’abito o meglio la mancanza dell’abito delinea il cambiamento del personaggio nell’approccio all’atto sessuale e all’amore. La regina prende coscienza del proprio corpo e della propria carica seduttiva e così abbandona le camicie da notte lunghe fino ai piedi per indossare solo un paio di calze e agitare nel suo gioco erotico un ventaglio.

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33 Abiti e accessori

34 Abiti e accessori Il ruolo di Maria Antonietta dunque fin dall’incipit emerge e si definisce attraverso le numerose scene di vestizione della regina per essere interpretato sul palcoscenico rappresentato dai saloni della reggia e nei vari luoghi di rappresentanza.

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37 Abiti e accessori L’abito di Maria Antonietta è anche una immensa bolla color pastello capace di dare immediatamente l’idea della sua freschezza della sua vitalità e anche di ricordare i dolci e i pasticcini di cui era golosa ed ecco allora il verde dei pistacchi, il rosa della glassa, il giallo della crema.

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39 Versailles come lo star system
Attraverso una ricca trama di inserimenti anacronistici si sottolineano numerose analogie con il presente: Versailles somiglia così al mondo dello star system e al jet set internazionale in cui vige la regola dell’apparire (che coincide in fondo con il desiderio di una giovane regina che si è appena affacciata all’età adulta) in una continua ricerca di nuove mode a discapito della presenza di valori umani.

40 La regina di Francia come una diva
Maria Antonietta diventa così una giovane diva che ha conosciuto molto presto le luci della ribalta ma è già in declino a causa di un pubblico capriccioso che non l’apprezza. Dunque la regista sembra declinare il percorso di ascesa e rapida discesa di una diva oltre a quello della regina di Francia.

41 La decadenza Alla fine del film la fiducia nell’alta sartoria nella messa in scena nella favola e nello splendore del racconto decade e il travestimento si rivela infine gretto e imbarazzante: mentre in sottofondo infuria la rivolta popolare la regina è diventata ridicola e così quel che resta è la camera reale saccheggiata e distrutta dopo l’incursione dei rivoluzionari a indicare la fine di un personaggio ma anche metafora del suo stato d’animo dal punto di vista psicologico.

42 La fine

43 Bibliografia Di Giammatteo F., Cinema e costume, Rai-ERI, Torino 1960
Verdone M., Scena e costume, Bulzoni, Roma 1986 Volli U., Contro la moda, Feltrinelli, Milano 1988 Volli U., Fascini, feticismi e altre idolatrie, Feltrinelli, Milano 1997

44 Bibliografia Moda e cinema, a cura di P. Calefato, Costa & Nolan, Jesi (Ancona) 1999 Esposito L., Il segno astratto della morte, in “Filmcritica”, n. 509, novembre 2000, pp Termenini A., Ritratto di una borghesia in nero, in “Cineforum”, n. 9, novembre 2000, pp

45 Bibliografia Fraser A., Maria Antonietta, Mondatori, Milano 2003
Come ridurre l’universo al “proprio” universo, a cura di Canova G., in “Duellanti”, marzo 2004, pp Siamo autoreferenziali perché piccoli e provinciali, a cura di Canova G., in “Duellanti”, marzo 2004, pp

46 Bibliografia Barisone L., Marie Antoinette, in “Duellanti”, novembre 2006, p. 13 Bocchi P.M., Il turismo e lo spazio, in “Cineforum”, n. 460, novembre 2006, pp Chatrian C., Riti di passaggio, in “Duellanti”, novembre 2006, p. 12

47 Bibliografia Emiliani S., Marie Antoinette, in “Film Critica”, n. 570, p. 576 Fornara B., Cannes in minore, in “Cineforum”, n. 455, giugno 2006, pp. 2-4 AA.VV. Francia chiama Europa, in “Rivista del Cinematografo”, maggio 2006, pp

48 Bibliografia Kirsten Dunst : da vergine a regina, a cura di M. Serenellini, in “Duellanti”, maggio 2006, p. 29 C. Ceretti, I costumi in “Marie Antoniette” di Sofia Coppola. Una lettura critica, Università di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Cultura e Tecnologia della Moda, relatore Prof. Roberto Zemignan, a.a

49 Filmografia “Marie Antoniette”, 2006, regia di Sofia Coppola


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