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La stagione dell’urbanistica negoziale

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Presentazione sul tema: "La stagione dell’urbanistica negoziale"— Transcript della presentazione:

1 La stagione dell’urbanistica negoziale

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4 Legge urbanistica 2359/1864 Legge urbanistica 1150/1942 Legge 765/1967 “Ponte” Legge PEEP 167/1968 Legge PdR 457/1978 1864 1942 1967 1978 Piani di sviluppo edilizio e risanamento PTR, PRG PP Piani di settore: PIP, PEEP, PdR DM 1071 e 1072 del 1994 Legge 179/1992 Legge Galasso 1985 1995 2005 Piani di valenza ambientale: di bacino, Parchi, paesistico, put, acustico, energetico, Piani di tipo: pluriattoriale, contratto: contratto quartiere, accordo programma, PR, PISL…

5 PII: Programmi Integrati di Intervento
di tipo regionale Leggi di riferimento: art. 16 L. 179/1992 Obiettivi: riqualificazione urbana e ambientale Soggetti: pubblici e privati Contributo: privato può arrivare al 60% totale (Campania), 85% (Umbria) Scala di intervento: urbana

6 PRU: Programmi di recupero Urbano
Sono stati quelli più diffusi in fase iniziale Leggi di riferimento: art. 11 L. 493/1993 e indirizzi da DM 1071 e 1072 del 1994 Obiettivi: interventi al servizio edilizia residenziale pubblica Soggetti: pubblici e privati (meno) Contributo: pubblico edilizia sovvenzionata Scala di intervento: può essere urbana

7 Contratti di Quartiere
Sono stati promossi dallo Stato ma portati avanti dalle Regioni Leggi di riferimento: DM 1071 e 1072 del 1994; sono gli unici che richiedono la conformità alla strumentazione urbanistica esecutiva Obiettivi: microqualificazione urbana, interventi nei quartieri “difficili” anche dal punto di vista sociale, criminalità.. Soggetti: soggetti pubblici o privati senza fini di lucro (associazioni, volontariato..) Contributo: Statale Scala di intervento: quartiere

8 PRUSST: Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio
Promossi dallo Stato Leggi di riferimento: DM LLPP 8/10/1998 Obiettivi: interventi infrastrutturali e integrati tra diversi livelli di governo (anche europei) Soggetti: ricerca sinergia pubblico-pubblico e pubblico-privato Contributo: pubblico (Ministero per le infrastrutture) e privato Scala di intervento: progetti urbanistici e territoriali di ampia portata

9 Patti Territoriali Promossi dal Cnel e Camere di Commercio Leggi di riferimento: DL 8/2/1995, n. 32 Obiettivi: sviluppo soprattutto economico locale ma di tipo sostenibile (valenza ambientale) Soggetti: pubblici e privati Contributo: europeo (destinato soprattutto al Sud), pubblico e privato Scala di intervento: settore industria, agricoltura, turismo e infrastrutture

10 Urban 1 e 2 Promossi dalla UE (Programmi di Iniziativa Comunitaria) Leggi di riferimento: avviati nel 1994 (Com 94/C; 180/02) Obiettivi: interventi risanamento sociale, occupazione, aree degradate Soggetti: ricerca sinergia pubblico-pubblico e pubblico-privato Contributo: europeo, statale e cofinanziamento privato/pubblico locale Scala di intervento: urbana, soprattutto borgate e centri storici

11 Interreg II Promossi dalla UE (Cooperazione interregionale) Leggi di riferimento: avviati nel 1994 Obiettivi: cooperazione fra regioni transfrontaliere su vari temi, anche ambientali Soggetti: pubblici e privati Contributo: europeo, regionale e locale Scala di intervento: varia, in generale territoriale Progetto Interreg “Realizzazione di procedure per la gestione del territorio in prevenzione, in emergenza e post-evento” Scenario incidentale Galleria Monte Olimpino 2 – Gruppo Politecnico di Milano Bellinzona, 25 Maggio 2005

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13 Aspetti innovativi della pianificazione negoziale
1. Aspetto programmatorio, ovvero dettaglio delle azioni da compiere, delle tempistiche e delle priorità

14 Aspetti innovativi della pianificazione negoziale
2. Attenzione agli aspetti di costo delle iniziative previste dal programma, mediante un’analisi più stringente di chi deve assumere quali costi e per realizzare quali parti.

15 Aspetti innovativi della pianificazione negoziale
3. Concertazione tra pubblico e privato, vedendo nel privato (aziende e associazioni) un potenziale partner dello sviluppo territoriale e non un ostacolo o un soggetto sostanzialmente estraneo al bene pubblico perseguito dall’amministrazione

16 Aspetti innovativi della pianificazione negoziale
4. La natura sostanzialmente contrattuale dei programmi alle varie scale, ovvero la forma del programma che si sostanzia in un contratto tra le parti. Ciò modifica il concetto di “vincolo” dell’azione di piano: all’interno del contratto si prevedono obblighi e penalità nel caso di non rispetto del contratto

17 Aspetti innovativi della pianificazione negoziale
5. La partecipazione del privato e delle associazioni apre concretamente all’”urbanistica partecipata” nel senso che la partecipazione almeno di alcuni soggetti è attiva e non di mero ascolto e avvallamento di scelte

18 Aspetti innovativi della pianificazione negoziale
6. Notevole flessibilità dei programmi e degli strumenti, che consentono una versatilità e un adattamento alle esigenze specifiche locali, superando per alcuni versi le rigidità connesse alla pianificazione omnicomprensiva. Inoltre vi è una grande interazione tra diversi livelli di governo e l’integrazione con le politiche territoriali europee

19 Alcuni limiti e criticità
La grande varietà di programmi e strumenti può al limite diventare un problema, nel senso che non è agevole il controllo delle regole interne ad ogni programma e c’è un rischio di sovraproduzione che non dà poi luogo a esiti concretamente percepibili dai cittadini Necessità di meccanismi di valutazione

20 Alcuni limiti e criticità
2. Tali strumenti non sostituiscono i precedenti piani; vi è quindi un problema di compatibilità, sovrapposizione, che non è sempre semplice risolvere.

21 Il PGT nella Legge regionale Lombardia 11/3/2005
Art Il governo del territorio si attua mediante una pluralità di piani fra lorro coordinati e differenziati che costituiscono la pianificazione

22 Il PGT nella Legge regionale Lombardia 11/3/2005
Attenzione agli aspetti di sostenibilità ambientale molto marcata; esigenza della valutazione dei piani, all’articolo 4.

23 Il PGT nella Legge regionale Lombardia 11/3/2005
Strumenti di pianificazione comunale: PGT piani attuativi e gli atti di programmazione negoziata (rimangono il PTR e il PTCP)

24 Il PGT nella Legge regionale Lombardia 11/3/2005
Composizione del PGT: documento di piano (senza valore sul regime dei suoli) piano dei servizi (sostituisce gli standard, anche se mantiene i 18 mq/ab minimo per popolazione stabilmente residente) piano delle regole (sostituisce le NTA e ha valore sul regime giudirico dei suoli)

25 Il PGT nella Legge regionale Lombardia 11/3/2005
documento di piano (senza valore sul regime dei suoli): obiettivi quantititavi del piano politiche mobilità VRF compatibilità scelte anche a scala sovracomunale ambiti di trasformazione e tutela eventuali criteri compensazione, perequazione etc...

26 Il PGT nella Legge regionale Lombardia 11/3/2005
2. piano dei servizi (sostituisce gli standard, anche se mantiene i 18 mq/ab minimo per popolazione stabilmente residente): riconosce diverse “popolazioni” soprattutto nei comuni attrattori (residente, da insediare, presente) verde e corridoi ecologici prevede possibilità di consorzi tra comuni aree vincolate per i servizi

27 Il PGT nella Legge regionale Lombardia 11/3/2005
Aspetti di rischio considerati: idrogeologici sismici (quelli industriali solo indirettamente)

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