La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Il giardino delle farfalle

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Il giardino delle farfalle"— Transcript della presentazione:

1 Il giardino delle farfalle

2 I lepidotteri Lepidottero è termine che deriva dal greco antico lepis, che significa "squama", e pteron, "ala". Indica, tutti quegli insetti ( specie) che possiedono quattro ali membranose fittamente ricoperte da minute squame ( 276 specie in italia). Anche se artificiosamente, è tradizione suddividere i lepidotteri in due grandi raggruppamenti: farfalle diurne e farfalle notturne, o falene. Thecla quercus squame, scansione elettronica 750x

3 Le farfalle Volano durante il giorno, presentano antenne che terminano con un ingrossamento a forma di clava (da cui il nome di ropaloceri), mantengono collegate le due ali dello stesso lato del corpo grazie ad un irrobustimento delle nervature alla base delle posteriori e, a riposo, richiudono generalmente le ali a libro sopra il torace Anthocharis damone

4 Le falene Sono attive generalmente nelle ore crepuscolari e notturne, hanno antenne dalle forme più svariate ma mai clavate (da cui il nome eteroceri), sono munite di ciuffi di forti setole che mantengono unite le ali di ciascun lato del corpo che, a riposo, vengono ripiegate, generalmente, a tetto, in modo da formare un caratteristico triangolo. Lemonia taraxaci

5 Il volo Il volo delle farfalle avviene grazie alla potente contrazione dei muscoli del torace, attività dipendente dalla temperatura. E’ infatti stato chiarito che durante il volo le ali dei lepidotteri non si muovono solo dall’alto in basso e viceversa, ma disegnano una traiettoria più complessa, a forma di otto.

6 La velocità Per quanto riguarda la velocità, essa dipende dalla forma delle ali e dalla potenza della muscolatura. Il record è detenuto dagli sfingidi, che possono raggiungere i 50 km orari.

7 migrazioni Vanessa cardui
Prima di tutto: cosa si intende per migrazione? Gli etologi la definiscono come un movimento attivo e di massa, orientato, ciclico, che comporta un cambiamento temporaneo dell’habitat della specie. Sono molti gli animali, che mostrano uno spiccato comportamento migratorio: pesci, uccelli, mammiferi… e anche insetti. Meno note, ma non meno spettacolari, sono le migrazioni di molti lepidotteri, sia diurni sia notturni. Le famiglie ove questo fenomeno è più comune sono, tra i ropaloceri, i pieridi, i danaidi, i ninfalidi, i licenidi e gli esperidi, e, tra gli eteroceri, gli sfingidi e i nottuidi. Una ninfalide migratrice, cosmopolita e comune anche alle nostre latitudini, è la vanessa del cardo (Vanessa cardui). Vanessa cardui

8 mimetismo Spesso gli animali, per proteggersi dai predatori, imitano nei colori l’ambiente in cui vivono o si rendono simili nell’aspetto ad un altro animale. Questo fenomeno generale prende il nome di mimetismo. Tra i lepidotteri sono assai comuni i casi di mimetismo criptico, batesiano, mulleriano e di atteggiamenti terrifici.

9 Mimetismo criptico Tra i lepidotteri sono assai comuni i casi di mimetismo criptico: le larve, le pupe o le farfalle adulte hanno cioè la capacità di essere "invisibili" ai predatori possedendo colorazioni simili a quelle dominanti nell’ambiente o una forma del corpo che possa confondersi con strutture naturali come pietre, steli di piante o foglie, escrementi di uccelli, e così via. Anthocharis euphenoides - pupa

10 Mimetismo batesiano Esistono specie che, pur essendo prive di sostanze repulsive, imitano in tutto e per tutto livrea, aspetto e comportamenti dei modelli protetti. Sono dunque dei veri e propri mimi che sfruttano le difese chimiche altrui per sfuggire alla predazione. Questo tipo di mimetismo è detto batesiano, a ricordo di Bates che, nel 1862, per primo studiò il mimetismo negli insetti.E’ il caso, ad esempio, dei lepidotteri sesidi (mimo) che imitano tanto nei colori che nelle forme generali del corpo api, vespe, calabroni (modello), cioè altri insetti con difese antipredatorie molto potenti. Paranthrene tabaniformis (mimo) che imita l'aspetto di una vespa (modello).

11 Mimetismo mulleriano Zygaena filipendulae
Appare chiaro il vantaggio, per le diverse specie velenose, di possedere tutte gli stessi disegni e colori: è capitato così che nel corso dell’evoluzione siano stati selezionati alcuni "modelli" principali a cui le specie difese chimicamente si sono rifatte. Questo fenomeno prende il nome di mimetismo mulleriano, in onore dello zoologo Muller che per primo, nel 1878, ne ipotizzò la spiegazione. Di solito le specie non commestibili presentano livree dai colori accesi e vistosi, detti aposematici o di avvertimento. Un esempio può essere fornito dalle zigene (genere Zygaena) che, capaci di liberare acido cianidrico, istamina e acetilcolina in quantità, risultando così immangiabili agli uccelli, segnalano il pericolo con la sgargiante colorazione rossa e nera delle ali Zygaena filipendulae

12 Atteggiamenti terrifici
Zerynthia polyxena larva in atteggiamento intimidatorio A volte vengono imitati altri animali di per sé pericolosi: così alcuni bruchi presentano forma e colorazioni tali da ricordare dei piccoli serpenti, e se disturbati ne imitano addirittura le posture d’attacco. Oppure, sono moltissime le specie di farfalle sia diurne (ad esempio i satiridi) sia notturne con ali ornate di grossi ocelli colorati. Gli ocelli vengono mostrati all’improvviso in caso di pericolo: Si pensa che i disegni imitino i grandi occhi degli uccelli rapaci, riuscendo in tal modo a spaventare e mettere in fuga l’aggressore Saturnia pyri

13 La vita della farfalla: uovo
Le farfalle, durante lo sviluppo, subiscono un processo di metamorfosi che comprende, oltre all'uovo, tre stadi: larva, pupa e immagine o insetto adulto. Questi stadi sono tra loro profondamente diversi, dato che il passaggio dall’uno all’altro presuppone un totale riarrangiamento del corpo dell’individuo. La metamorfosi è detta quindi completa e le farfalle sono annoverate tra gli insetti olometaboli. Papilio machaon

14 La larva o bruco La larva o bruco è una fase del ciclo vitale dei lepidotteri essenzialmente deputata alla nutrizione e all’accrescimento. Comunemente lo stadio larvale si protrae per giorni. Particolare è il caso di quelle specie adattate a superare i periodi critici (rigori invernali, siccità estive, scarsità di nutrimento) in diapausa allo stadio di bruco: l’attività e la crescita cessano, e in questo stato di vita latente la larva può trascorrere anche parecchi mesi. si riconoscono un capo e un tronco, costituito a sua volta da torace e addome Papilio machaon

15 La vita della farfalla: Pupa
In generale si può dire che la pupa è uno stadio del ciclo vitale delle farfalle caratterizzato dalla immobilità esteriore e, nel contempo, da complessi fenomeni di riarrangiamento interno, che sostituiscono e trasformano i tessuti e gli organi larvali nelle strutture tipiche dell’insetto adulto, pronto allo sfarfallamento. Solo dopo aver scelto un luogo ben riparato ove impuparsi (la fenditura di una corteccia, una piccola nicchia sotto un sasso, una foglia accartocciata) il bruco maturo effettua l’ultima muta, che lo condurrà allo stadio di pupa o crisalide, dalla caratteristica anatomia. il bruco può costruirsi un bozzolo in cui trascorrere la ninfosi oppure cingersi a livello del torace con vere e proprie cinture per ancorarsi agli steli d’erba, o ancòra filare dei piccoli batuffoli da fissare ad un supporto a cui poi appendersi a testa in giù mediante il cremaster, una particolare struttura dell’estremità addominale della crisalide dotata di spine e minutissimi uncini Papilio machaon

16 Immagine o adulto Non possedendo uno scheletro interno, il corpo dei lepidotteri è sorretto da un robusto rivestimento esterno (l’esoscheletro) costituito da una cuticola chitinosa pluristratificata. L'anatomia interna è in genere simile. Le farfalle, come tutti gli insetti, sono organismi metamerici, cioè con il corpo formato da una successione di segmenti simili tra loro, detti metameri. Essi possono essere riuniti in tre differenti regioni anatomiche: il capo, il torace e l’addome Papilio machaon

17 Apparato boccale la spiritromba
L’apparato boccale dei lepidotteri adulti è di tipo succhiatore, a differenza delle larve che ne posseggono uno di tipo masticatorio. Assumono invece grande importanza le galee, cioè i lobi distali delle mascelle, che si allungano e si accollano l’un l’altro a formare una sorta di tubicino, la spiritromba o proboscide Con questa vera e propria "cannuccia", che a riposo viene tenuta avvolta a spirale sotto il capo, i lepidotteri suggono il nettare dei fiori, il succo della frutta matura, l’acqua, i liquidi prodotti da sostanze in decomposizione, la linfa di molte piante. In alcune famiglie di falene la spiritromba può modificarsi o ridursi sino all’atrofia: e in questo caso l’adulto non si alimenta, la sua vita riducendosi a poche ore. Viceversa, gli sfingidi sono noti per possedere una proboscide lunghissima (in alcune specie può arrivare a 30 cm.!), con la quale sono in grado di raggiungere il nettare nel fondo dei calici dei fiori. la spiritromba

18 Jacques Henry Fabre Jacques Henry Fabre, , entomologo dilettante, osservatore inimitabile secondo Charles Darwin, premiato dall'Accademia di Francia solo all'ottantasettesimo anno.... "La Pavonia è farfalla solo per prolificare. La nutrizione le è sconosciuta. Mentre tanti altri suoi giocondi conviventi volano di fiore in fiore, agitando il loro succhiatoio e immergendolo nelle dolci corolle, essa - incomparabile digiunatrice - libera completamente dalla servitù dello stomaco, non si ristora mai. I suoi organi orali sono appena abbozzati, dei veri simulacri e non degli utensili che possano funzionare. Nemmeno una succhiata entra nel suo stomaco; prerogativa magnifica, se non implicasse una vita breve. Per evitare che la lampada si estingua, è pure necessario aggiungervi una goccia d'olio. La Pavonia vi rinuncia, ma deve rinunciare anche a una lunga esistenza. Due o tre sere, il tempo necessario ad un convegno d'amore, e poi basta: il farfallone ha vissuto." ... Fabre, J. H I costumi degli insetti. Ricordi entomologici, seconda edizione, R. Bempord & F.° Editori, Firenze, pag. 173.

19 Macaone Papilio machaonLinné Lunghezza ala anteriore mm.Maschio - Ibrido - Femmina - Rovescio - Ibrido - Distribuzione in Italia: tutta Italia comprese le isole. Habitat: Specie termofila si rinviene nei prati dal livello del mare al piano montano fino a circa 2500 metri s.l.m. Generazioni annuali: Tre con sfarfallamenti in aprile-maggio, giugno-luglio e agosto-settembre. Piante nutrici Daucus carota- Foeniculum vulgare – Pastinaca sativa – Ruta graveolens

20 Podalirio Iphiclides podaliriusLinné – 1758
Lunghezza ala anteriore mm.Maschio - Femmina - Distribuzione in Italia: tutta Italia esclusa la Sardegna. Habitat: Specie mesofila, si rinviene nei prati e nelle radure dal livello del mare al piano montano fino a circa 1600 metri s.l.m. Generazioni annuali: Tre con sfarfallamenti in aprile-maggio, giugno-luglio e agosto-settembre maschio femmina Piante nutrici Prunusspinosa Crataegus monogyna Pyrus pyraster Prunus mahaleb

21 Polissena Zerynthia polyxenaDenis & Schiffermüller Lunghezza ala anteriore mm. Distribuzione in Italia: tutta Italia tranne la Sardegna e l'isola d'Elba. Habitat: Specie mesofila si rinviene nei prati e nelle radure del piano basale fino a circa 1000 metri s.l.m. Generazioni annuali: Una sola con sfarfallamenti in aprile-maggio. Piante nutrici Aristolochia rotunda Aristolochia pallida Aristolochia longa Note: inserita nell’elenco delle specie europee minacciate di estinzione (dir CEE 92/43)

22 Vanessa io - occhio di pavone
Inachis io Linné – 1758 Lunghezza ala anteriore mm Distribuzione in Italia: Tutta Italia isole comprese. Habitat: Specie euricora con tendenze migratrici, frequenta ogni tipo di ambiente dal piano basale a quello montano fino a circa 2500 metri s.l.m. Generazioni annuali: Una sola con sfarfallamento degli adulti in giugno-luglio. Piante nutrici Urtica dioica Humulus lupulus

23 Vanessa atalanta Vanessa atalanta Linné – 1758
Lunghezza ala anteriore mm. Distribuzione in Italia: Tutta Italia isole comprese. Habitat: Specie euricora con tendenze migratrici, frequenta ogni tipo di ambiente dal piano basale a quello montano fino a circa 2000 metri s.l.m. Generazioni annuali: Due, con sfarfallamento degli adulti in giugno-luglio e settembre-ottobre. Piante nutrici Urtica dioicaParietaria officinalisParietaria diffusa

24 Vanessa del cardo Vanessa cardui Linné – 1758
Lunghezza ala anteriore mm. Distribuzione in Italia: Tutta Italia isole comprese. Habitat: Specie migratrice, frequenta ogni tipo di ambiente dal piano basale a quello montano fino a oltre 2000 metri s.l.m. Generazioni annuali: Gli individui migranti che raggiungono la nostra regione si riproducono in genere due volte, dando luogo ad adulti in giugno-luglio e settembre-ottobre Piante nutrici Cirsium vulgare Urtica dioica Symphytum tuberosum

25 Vanessa dell’Ortica Aglais urticae Linné – 1758
Lunghezza ala anteriore mm. – Distribuzione in Italia: Tutta Italia esclusa la Sardegna. Habitat: Specie euricora con tendenze migratorie si rinviene in diversi ambienti dal piano basale a quello montano fino a oltre 3000 metri s.l.m. Generazioni annuali: Una sola con sfarfallamento degli adulti da giugno ad agosto. Piante nutrici Urtica dioica

26 Pafia Argynnis paphia Linné – 1758 Lunghezza ala anteriore 30-36 mm
Distribuzione in Italia: Tutta Italia isole comprese. Habitat: Specie sciafila, frequenta i margini dei boschi e le radure dal piano basale a quello montano fino a circa 1800 metri s.l.m. Generazioni annuali: Una sola con sfarfallamento degli adulti in giugno-luglio. Piante nutrici Viola reichenbachiana Viola canina

27 Icaro Polyommatus icarus Rottemburg – 1775
Lunghezza ala anteriore mm. Distribuzione in Italia: Tutta Italia isole comprese. Habitat: Specie euricora, si rinviene in ogni tipo di ambiente dalla pianura al piano montano fino a circa 2200 metri s.l.m. Generazioni annuali: Due con sfarfallamento degli adulti in maggio-giugno e agosto-settembre. Piante nutrici Medicago sativa Lotus corniculatus Melilotus officinalis Ononis spinosa Trifolium repens

28 Cedronella Gonepteryx rhamni Linné – 1758
Lunghezza ala anteriore mm. Distribuzione in Italia: Tutta Italia, isole comprese. Habitat: Margini dei boschi, radure e cespuglieti dal livello del mare al piano montano fino a oltre 2000 metri s.l.m. Generazioni annuali: Una con sfarfallamento degli adulti in giugno-luglio e una seconda parziale in agosto-settembre. Piante nutrici Rhamnus catharticus Rhamnus alaternus Frangula alnus


Scaricare ppt "Il giardino delle farfalle"

Presentazioni simili


Annunci Google