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DOTT. ANGELICO BRUGNOLI “LE METEOROPATIE NELLA GENESI

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Presentazione sul tema: "DOTT. ANGELICO BRUGNOLI “LE METEOROPATIE NELLA GENESI"— Transcript della presentazione:

1 DOTT. ANGELICO BRUGNOLI “LE METEOROPATIE NELLA GENESI
DEL DOLORE MUSCOLOSCHELETRICO E CEFALALGICO”

2 Sindromi meteoropatiche principali
CLASSIFICAZIONE DELLE METEOROPATIE Sindromi meteoropatiche principali Sindromi meteoropatiche secondarie Sindromi meteoropatiche stagionali

3 SINDROMI METEOROPATICHE PRINCIPALI
"quel complesso di reazioni morbose, per lo più localizzate, più raramente a forma di sindromi di tipo clinico definito, che si dimostrano in stretta correlazione cronologica e causale con brusche variazioni dei fattori meteorologici, intesi come la somma dei vari eventi atmosferici nel loro continuo variare ed evolvere su di una data località".

4 Le sindromi meteoropatiche principali
si possono individuare clinicamente per quattro tipi di criteri: 1) l'insorgenza acuta in corrispondenza di bruschi cambiamenti delle condizioni atmosferiche ed il ripresentarsi ad ogni ritorno della stessa o simile variazione dei fattori meteorologici. 2) Il miglioramento o la guarigione rapida con il cessare delle condizioni meteorologiche scatenanti, o con il subentrare di condizioni meteorologiche di natura opposta.

5 delle condizioni atmosferiche.
3) Nel colpire allo stesso tempo, ad es. nello stesso giorno, gruppi di persone, anche in regioni lontane, ma sottoposte alle stesse variazioni in toto delle condizioni atmosferiche. 4) Di solito nel cogliere impreparati i soggetti colpiti, interessati però insieme da una speciale sensibilità costituzionale od acquisita (soggetti meteorolabili o meteoropatici )".

6 Tra le sindromi meteoropatiche principali
molto studiato è il vento di caduta, sottovento alle catene montuose, come il ben conosciuto Foehn in Valpadana che scende dalle Alpi impetuoso e molto secco.

7 Ma oggi a noi interessa la presentazione delle
SINDROMI METEOROPATICHE SECONDARIE che sono provocate da aggravamenti o riacutizzazioni di malattie croniche, infiammatorie o degenerative, a carico di vari organi, sistemi ed apparati dell'organismo umano. Esse presentano un’insorgenza acuta, in seguito al passaggio di fronti di perturbazione oppure al persistere di vortici d'aria fredda in quota. Ritornano non solamente con il ripetersi di situazioni simili, ma anche se esiste ad esempio, la medesima situazione meteorologica al suolo ma non in quota e viceversa.

8 Le sindromi meteoropatiche secondarie agiscono
più in profondità quando nel soggetto si riscontrano Neurolabilita’, Termolabilita’, Vasculolabilita’ e conseguente Meteorolabilita’ per diminuzione delle difese organiche e della resistenza alla variazione degli elementi atmosferici, specie se violenti ed improvvisi, con conseguente diminuzione della soglia del dolore o sensibilità dolorifica.

9 Come prima conseguenza di tutto ciò
possiamo dunque notare che il sintomo più frequente e più appariscente delle sindromi meteoropatiche secondarie è certamente la riacutizzazione di forme dolorose acute e croniche in molti distretti dell'organismo, come quelli osteoarticolari, muscolari, tendinei, vascolari e nervosi, già provati da infiammazioni e/o da degenerazioni.

10 E così entriamo nel vivo dell’argomento dell’incontro di oggi.
Quale ruolo possono avere le meteoropatie, specie quelle secondarie, nella genesi del dolore muscolo-scheletrico e cefalalgico? In parte dipende appunto dalla diminuzione della soglia dolorifica, dovuta alla variazione di vari fattori meteorologici, ma anche dalla sensibilità del soggetto esposto a queste variazioni, sensibilità accentuata da fattori fisici, psicologici e neuroormonali.

11 Nella grande maggioranza dei casi il soggetto con alterazioni fisiche,
di tipo infiammatorio o degenerativo, vive già in una situazione caratterizzata da una connotazione altamente spiacevole, sia nel campo fisico che psicologico. Associata al sintomo dolore, appare poi sempre anche l'ansia, specie del tipo anticipatorio, tipica dell'aspettativa del dolore.

12 L’ansia si presenta come
uno stato d'animo molto difficile da valutare, nello stesso tempo molto complesso e strettamente individuale, avvertito come una sensazione reale ma indefinibile di pericolo anche imminente, del quale sfugge però l'intima essenza. Diversamente dal dolore, perfettamente localizzato nel presente, l'ansia è di solito proiettata nel futuro (ansia anticipatoria).

13 I soggetti meteoropatici che risentono maggiormente
del mutamento delle condizioni atmosferiche sono quelli affetti da dolore cronico persistente, cioè quel tipo di dolore che determina una sofferenza continua ed a volte insopportabile, anche se la causa non e’ sempre di origine neoplastica. Importanti i dolori cronici legati ad artropatie croniche degenerative, ernie discali di vecchia data, dolori dell’arto fantasma, causalgia, cefalee autonome specie di tipo tensivo, dolore post erpetico, dolore psicogeno.

14 A questo punto è importante conoscere,
anche in campo biometeorologico, per avvicinarsi meglio ad una possibile terapia, il lavoro di Melzack e Loeser apparso su LANCET nel Settembre 1999 che affronta una originale ipotesi detta della “Neuromatrice”. Essa ci offre del resto spunti importanti per tentare nuove vie terapeutiche non farmacologiche. La neuromatrice potrebbe essere composta da una fitta rete di neuroni che genera, nel corso del tempo, autonomamente, in una mappa corticale, una immagine mentale del corpo.

15 Su di essa il cervello proietta i vari segnali che
danno forma e consistenza al dolore. Questo modello potrebbe dunque essere in grado di spiegare più efficacemente perché la sensazione di dolore sia strettamente e squisitamente individuale. Con questa nuova ed originale ipotesi anche la diversa azione dei FANS viene interpretata in modo migliore, non solamente per il grado di assorbimento a livello gastrico, sempre individuale, ma anche e soprattutto per una specifica azione diversificata a livello della “neuromatrice”.

16 Sembra pertanto che la zona cerebrale interessata,
deputata alla raccolta degli stimoli dolorosi, invece di informarsi, come sembrerebbe più logico, di quello che sta accadendo in periferia, “legga” la mappa che si era precedentemente costruita, in qualche zona della corteccia cerebrale, dal momento che in ultima analisi la mappa costituisce sicuramente la “via più breve” per interpretare gli impulsi nervosi.

17 Quindi il cervello continua ad interpretare
in modo completamente errato gli impulsi in arrivo dalla periferia come stimoli o sensazioni dolorose, anche se le fibre centripete non inviano più, in quel dato momento o da un certo periodo di tempo, alcun segnale nocicettivo; oppure mandano informazioni attenuate che di norma non raggiungono la “soglia fisiologica del dolore”.

18 L’ipotesi si rivela valida per tentare “nuove vie”
non solo per interpretare molti dolori “sine causa”, ma anche per nuovi orientamenti nella terapia non farmacologica del dolore cronico. Già i primi tentativi di approccio sembrano validi e promettenti per ottenere remissioni significative di molti tipi di “dolore cronico persistente”, in modo particolare quello muscolo scheletrico o cefalalgico, di origine meteoropatica e non.

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21 alle terapie non convenzionali per il dolore cronico persistente
Un breve cenno ora alle terapie non convenzionali per il dolore cronico persistente riacutizzato da stimoli ambientali, come l’arrivo di perturbazioni atmosferiche, in modo particolare il dolore muscolo scheletrico causato da artropatie croniche degenerative, oppure le cefalalgie, in modo particolare quelle di tipo tensivo, accompagnate da notevole stato di ansia anticipatoria, tutte condizioni altamente significative nei neurolabili e nei meteoropatici.

22 Nei dolori cronici di lunga durata l’ipnosi mascherata
si presenta molto valida come terapia di supporto ed appoggio intercomunicazionale nelle artropatie croniche di tipo degenerativo, in modo particolare quelle di vecchia data, nelle forme nevritiche persistenti “sine causa”, nei dolori continui dell’arto fantasma, nei dolori cronici posterpetici, nelle “cefalee autonome e tensive” espressione di dolore patologico centrale, legato ad un disordine dei neuroregolatori che controllano “la nocicezione” a livello centrale.

23 Altre vie non farmacologiche da utilizzare nei
dolori cronici persistenti, specie di vecchia data, quando i presidi farmacologici iniziano ad essere più di danno che di sollievo, sono: agopuntura tradizionale agopuntura associata ad agoreflessoterapia agopuntura e/o agoreflessoterapia con induzione mascherata variabile da soggetto a soggetto

24 Agopuntura e agoreflessoterapia con induzione mascherata
durante la “Tens” agopuntura e agoreflessoterapia con tecniche di rilassamento di vario tipo accompagnate a cure fitoterapiche agopuntura e agoreflessoterapia accompagnate a cure omeopatiche

25 come si può capire quando i malati meteoropatici,
Da ultimo come si può capire quando i malati meteoropatici, affetti da dolore cronico persistente, specie muscolo scheletrico e cefalalgico, vanno posti in terapia non convenzionale preventiva? Alcune foto da satellite di perturbazioni in arrivo possono essere utili per la loro interpretazione e per conoscere meglio l’eventuale evoluzione delle condizioni atmosferiche in modo da decidere come comportarsi in simili situazioni.

26 Da 72 a 48 ore prima dell’arrivo del fronte perturbato
I malati cronici iniziano ad accusare i primi disturbi con riacutizzazione della sintomatologia dolorosa

27 La sintomatologia dolorosa aumenta ancora fino
Da 48 a 24 ore prima La sintomatologia dolorosa aumenta ancora fino a divenire, in alcuni casi, insopportabile

28 La sintomatologia dolorosa, specie quella a carattere
Da 24 a 12 ore prima La sintomatologia dolorosa, specie quella a carattere infiammatorio, se non preventivamente curata, diviene difficile da sopportare, specie nelle ore notturne

29 La sintomatologia dolorosa accenna a diminuire,
Sulla verticale La sintomatologia dolorosa accenna a diminuire, pur rimanendo ancora piuttosto intensa

30 Il malato si sente molto meglio e può riprendere,
Dopo il suo passaggio Il malato si sente molto meglio e può riprendere, almeno in parte, le sue normali abitudini

31 Sindromi meteoropatiche stagionali
Esistono anche le Sindromi meteoropatiche stagionali ma di esse tratteremo in un prossimo incontro Passaggio dall’inverno alla primavera Passaggio dalla primavera all’estate Passaggio dall’estate all’autunno Passaggio dall’autunno all’inverno

32 Grazie per la cortese attenzione
Cumulonembi temporaleschi forieri di riacutizzazioni delle malattie croniche degenerative


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