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Corso di Formazione RSPP

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Presentazione sul tema: "Corso di Formazione RSPP"— Transcript della presentazione:

1 Corso di Formazione RSPP
Modulo “ C “ Comunicazione Miglioramento continuo Gestione “La qualità della vita è data dalla differenza soggettiva che esiste tra le richieste di adattamento che l’ambiente ci impone e la quantità di energia che riteniamo di avere” Informazione Relazioni Analisi rischi Ergonomia Rischi di natura Psico-Sociale Realizzato da: Cav. Rag. MARCELLO SANTOPIETRO Funzionario Vigilanza Ispettiva I.N.A.I.L. – Caserta

2 Igiene e sicurezza sul di lavoro
La normativa italiana in materia di Igiene e sicurezza sul di lavoro ha subito, negli anni, una profonda evoluzione, passando da una concezione impositiva dei tradizionali metodi di prevenzione tecnica, delineati nei D.P.R. n. 547 /55 e n. 303/56, ad un sistema di sicurezza globale che pone l’uomo, anziché la macchina, al centro della nuova organizzazione della sicurezza aziendale, con il conseguente coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate al processo prevenzionale, identificato nel D. Lgs. n Alle norme che disciplinano il singolo rischio specifico si affiancano disposizioni che puntano sulla prevenzione globale dei rischi connessi allo svolgimento di un insieme di attività produttive. Il recepimento delle direttive comunitarie, intese ad armonizzare le varie leggi degli Stati membri dell’EU ha portato in parte a compimento la dolorosa gestione della sicurezza. <<< << >>

3 Il miglioramento della qualità della vita
ci ha portato ad una crescente attenzione nei confronti della sicurezza che, grazie al recepimento di Direttive Europee, si cerca oggi di interpretare nella sua più ampia definizione e non limitatamente ai luoghi comuni del lavoro. Sul lavoro è nata una collaborazione non soltanto dettata per legge, ma frutto di un confronto a tutto campo, aperto e leale tra le parti: datore di lavoro lavoratore Non basta infatti rispettare le leggi, occorre arrivare a condividere gli stessi obiettivi, concordare i percorsi da fare, dimostrare a tutti i livelli comportamenti coerenti con essi, verificare continuamente i risultati e aggiornare i programmi. <<< << >>

4 Il lavoro in condizioni di sicurezza e benessere
è un obiettivo perseguibile solo sulla base di una collaborazione reale tra i vari soggetti dell’impresa. Datore Lavoro Staff S.P.P svolgono bene il proprio ruolo solo se si rapportano effettivamente tra loro RSU Preposti RLS Lavoratori <<< << >>

5 Troppi si occupano o investono in : Sicurezza
Il Legislatore (norme: 303 – 547 – 626 – ) I Nuovi Soggetti (RSPP,RSL,…) L’Azienda (DPI,Formazione...) Sistemi Gestionali (SGQ, SGA, SGSL, ... ) Enti preposti (ISPESL, ASL, INAIL,...) Le Assicurazioni I Sindacati I Comitati Paritetici e allora perché tanti infortuni ? Anno 2005: infortuni mortali, ai quali vanno aggiunti circa casi appartenenti al lavoro sommerso o incidenti lievi non denunciati all’Inail e gestiti differentemente. Necessita migliorare i nostri comportamenti pericolosi sui luoghi di lavoro trasmettendo la “ cultura della sicurezza e prevenzione “ <<< << >>

6 Le tecniche di controllo hanno un limite
Livello di controllo "misura" dei parametri di rischio Minaccia Top Event Danno Deviazioni Vulnerabilità Rischio limite di tolleranza area di rischio <<< << >>

7 Le tecniche di controllo non sempre raggiungono l’obiettivo
Sistema gestionali SGQ – SGA – SGS SGI - SGSL Analisi procedurali controlli Buona tecnica Partecipazione Cultura Comportamenti responsabili <<< << >>

8 Comportamenti e sicurezza sul lavoro
“ La comunità scientifica internazionale concorda sul fatto che oltre l’80% degli incidenti sul lavoro si verifica a causa di comportamenti insicuri piuttosto che per carenze dei dispositivi di sicurezza “. Necessita ridurre gli incidenti adottando comportamenti di sicurezza Ottenere risultati concreti in termini di sicurezza è dunque funzione della capacità di insegnare, attivare e mantenere i comportamenti di sicurezza sul luogo di lavoro, attraverso un nuovo modo di intervenire sul “ Fattore umano ”. <<< << >>

9 Proviamo a gestire i nostri comportamenti con la conoscenza
Motivazione (management) Comunicazione Informazione SICUREZZA Formazione (training) Necessita, per la riduzione degli infortuni sul lavoro, far emergere: “ una coscienza collettiva “ <<< << >>

10 … proviamo a gestire i nostri comportamenti con la conoscenza
Motivazione: è il processo mediante il quale viene creato (o si crea) un motivo che possa spingerci all'azione. E’fondamentale perchè è uno degli ingredienti indispensabili per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo. E’ un costrutto usato per spiegare l'inizio, la direzione, l'intensità e la persistenza del comportamento diretto verso un obiettivo. Informazione Formazione fornire, mediante un’appropriata disciplina, i requisiti necessari ad una attività fornire notizie utili o funzionali rendere idoneo ad una determinata funzione o ad un comportamento specifico Addestramento <<< << >>

11 Scopi della comunicazione
Informativi Formativi Decisionali Psicologici Facilitare l’interpretazione del messaggio e la comprensione tra i soggetti Sviluppare procedure per la risoluzione dei problemi o conflitti legati al rischio e alle misure per ridurlo Indirizzare le attitudini delle persone e indurre cambiamenti nei loro comportamenti Ridurre i margini di indecisione/incertezza <<< << >>

12 Trasmettere informazioni o comunicare
Nell’informazione l’Emittente si limita a trasmettere un messaggio (es. volantino, cartello, audiovisivo, radio, ecc.) Nella comunicazione è contenuto il messaggio ma anche la verifica del suo effetto Quello che viene comunicato non rappresenta quello espresso, ma quello che viene capito Quello che non viene capito non è stato comunicato Se si desidera comunicare efficacemente e’ importante Ciò che viene detto L’espressione del viso Il tono della voce Il comportamento nel quotidiano La capacità di ascoltare e capire le persone con le quali si comunica La capacità-possibilità di avere un rapporto di collaborazione con gli interlocutori <<< << >>

13 Emittente - Ricevente L’Emittente Il Ricevente Si comunica bene se:
ha ben chiaro cosa vuol dire lo mette in evidenza punta su poche idee (fondamentali) adatta il proprio stile al ricevente non parla velocemente tiene conto della differenza tra tempo di parola e di ascolto non è prolisso (noioso) valorizza l’interlocutore (ricevente) guarda negli occhi ascolta, osserva attentamente verifica se ha capito quanto l’emittente vuole trasmettere evita valutazioni affrettate pone domande esce dal proprio quadro di riferimento presta attenzione alla comunicazione non verbale <<< << >>

14 Circolazione della comunicazione
dall’alto in basso Dal basso in alto trasversale Nelle aziende dove vige un sistema burocratico la comunicazione funziona prevalentemente dall’alto in basso - comunicazione ad una via - La cosiddetta comunicazione a due vie consente invece un flusso nei due sensi, non solo dal vertice alla base, ma anche dalla base al vertice. <<< << >>

15 … circolazione della comunicazione
A UNA VIA E’ sottoposta, più facilmente, ad equivoci e malintesi. Non è possibile variare o correggere il messaggio in base alle reazioni del destinatario A DUE VIE Relazione di tipo circolare tra gli interlocutori. E’ possibile verificare subito le reazioni e quindi l’efficacia del messaggio. Genera interdipendenza tra gli interlocutori – Provoca un feed-back (informazione di ritorno) ovvero il controllo della corretta percezione e decodificazione del messaggio. <<< << >>

16 Che cosa e’ la comunicazione interpersonale
Rendere noto-diffondere Essere in rapporto-contatto con qualcuno Un messaggio Partecipare-trasmettere personalmente Far parte ad altri di qualcosa Ciò che viene scambiato, sotto forma di informazione, tra l’emittente ed il ricevente <<< << >>

17 Comunicazione e relazione sociale
A - Emittente Comunicazione: Codifica F e d b a c k Messaggio comprensione del messaggio Relazione: Decodifica B - Ricevente Codifica Interpretazione Decodifica Decodifica Interpretazione Codifica ritorno coordinamento dei comportamenti Emittente e ricevente si scambiano i ruoli A B <<< << >>

18 La comunicazione persuasiva
Soggetti Sicurezza Emittente Persuadere Catturare l’ATTENZIONE Farsi capire “ COMPRENSIONE “ Modificare il modo di pensare “ INFLUENZAMENTO “ Essere ricordati “ RITENZIONE “ Ottenere un COMPORTAMENTO diverso Messaggio: Comunicazione + contenuto chiaro Operatore ricevente Promuovere il senso di Responsabilità e il clima di Sicurezza tra i lavoratori. <<< << >>

19 Comunicazione efficace
Costante controllo coerenza di: contenuti comportamenti strumenti linguaggi continuità feedback (ritorno) Obiettivi Migliorare e valorizzare trasparenza dei messaggi Stimolare il flusso per favorire adesione alla mission Creare clima di condivisione ed integrazione Promuovere atteggiamenti dedicati all’ascolto e all’apertura Facilitare lo sviluppo di gruppi per il miglioramento delle pratiche quotidiane promuovendo la creatività e l’innovazione <<< << >>

20 Riusciamo infatti a ricordare …
La facilità di ricezione di un messaggio è maggiore quanto maggiore è la sua ridondanza e quanto differenti sono i modi attraverso cui viene trasmessa Messaggio Riusciamo infatti a ricordare … Il 20 % di ciò che vediamo Il 30 % di ciò che udiamo + Il 50 % di ciò che vediamo e udiamo + + L’ 80 % di ciò che vediamo, udiamo e facciamo <<< << >>

21 La comunicazione funzionale La comunicazione formativa
La comunicazione funzionale - essenzialmente operativa, necessaria a supportare i processi informativi, decisionali e realizzativi delle diverse aree aziendali; utilizzando documenti tecnici, colloqui e riunioni di lavoro, manuali tecnici, bacheche. senso di appartenenza Condivisione di valori, di obiettivi comuni e responsabilità La comunicazione funzionale La comunicazione formativa gioco di squadra La comunicazione formativa - relativa all’attività formativa e a tutte quelle modalità di supporto nella diffusione di conoscenze e competenze nella struttura (addestramento, auto-formazione, convegni e riunioni aziendali); utilizzando gli strumenti formativi, i colloqui, le modalità e le dinamiche di apprendimento della singola persona o del gruppo. <<< << >>

22 Da Gruppo di Persone a Squadra
? ? ? ? ? ? ? ? Quando si parla di Comunicazione non si intendono solo le informazioni aziendali relative a cifre, dati, grafici, ecc., ma soprattutto il processo attraverso il quale si trasferiscono valori, anonimati immagine, emozioni, ovvero gli elementi base per sviluppare: Lo spirito di gruppo, cioè la creazione di un’identità chiara di un gruppo di persone con dati obiettivi, risorse e vincoli; Il Senso di appartenenza, dunque l’adesione personale all’identità riconosciuta e condivisa; Per creare il Senso di Appartenenza devo arrivare a far condividere i legami. La condivisione dei legami crea l’appartenenza ! Il gioco di squadra, L’attivazione di tutte le competenze e energie disponibili per raggiungere il miglior risultato possibile ruoli <<< << >>

23 Le informazioni Comprensibilità: i criteri adottati nell’espressione
dei parametri che compongono il rischio devono essere trasparenti e comprensibili. Le informazioni Condivisione: i valori attribuiti alle informazioni devono essere condivisi tra le funzioni aziendali interessate. Coerenza: i valori attribuiti alle informazioni devono essere coerenti con quanto stabilito dalle politiche di sicurezza di alto livello, essendo in genere la definizione delle politiche di alto livello a monte dell’operazione di analisi dei rischi. Attinenza al dominio: la definizione del dominio di applicazione del sistema di gestione della sicurezza delle informazioni deve essere coerente con il dominio definito per l’analisi dei rischi. Adeguatezza al livello di consapevolezza in azienda: la complessità di una metodologia per l’analisi dei rischi deve essere adeguata al livello di consapevolezza esistente in azienda sui temi relativi alla sicurezza delle informazioni. Ciò per evitare gli insuccessi derivanti dall’introduzione di sistemi di gestione e processi non recepiti e lasciati allo statodi elementi avulsi dalla cultura aziendale, attuati solo perché la norma lo richiede. <<< << >>

24 Motivazione (management)
Ciclo produttivo – progetto lavoro un insieme organizzato di risorse umane e materiali riunite temporaneamente per raggiungere obiettivi innovativi mediante attività spesso inconsuete e/o interdisciplinari in presenza di vincoli di tempo, costo, risorse e risultati tecnici. Ruolo del Manager: Pianificazione: scadenzare le cosa da fare Organizzare: predisporre le attività da compiere Staffing: selezionare il personale da impegnare Dirigere: fornire le istruzioni da eseguire (strade da percorrere) Controllare: prendere le decisioni per “risolvere” i problemi Monitorare: verificare (osservare) l’avanzamento Innovare: suggerire le soluzioni innovative e gestire il Rischio: valutare e governare possibili rischi consente di ottenere una forte motivazione delle persone a raggiungere obiettivi (… sicurezza) la possibilità di anticipare gli eventi, controllarli, avviare azioni correttive la diffusione dell’innovazione e dell’apprendimento continuo <<< << >>

25 La formazione per acquisire responsabilità sul lavoro
Abbattimento del Rischio residuo SAPERE (conoscenza) SAPERE FARE (addestramento) adozione da parte dei lavoratori di atteggiamenti e comportamenti sicuri SAPERE ESSERE (atteggiamento) SAPERE AGIRE (comportamento) Il lavoratore attento alla sua protezione, perché adeguatamente informato e formato sui rischi aziendali e professionali, è la migliore garanzia di sicurezza <<< << >>

26 Nonostante l’utilizzo di contromisure adeguate il rischio non può essere eliminato del tutto
I risultati prodotti dal processo di analisi dei rischi devono essere sintetici e facilmente accessibili Essenziali per una “ Comunicazione condivisa “ nel mettere le informazioni (o le classi di informazioni) e le risorse con il livello di rischio associabile ad esse. in relazione Necessarie per ottenere “ Comportamenti sicuri “ La sicurezza non è mai statica, perciò deve essere tenuta sotto controllo durante tutto il ciclo di vita del sistema, ne consegue che anche la relativa documentazione deve essere rivista periodicamente (cambiamenti nelle tecnologie, un incidente, ecc.). <<< << >>

27 Negatività che condizionano i comportamenti in sicurezza
Collusione raggirare procedure la cui efficacia dipende dalla separazione delle responsabilità Incomprensione delle istruzioni Errori di valutazioni Abusi di potere possono nascondere o insabbiare procedure Stanchezza: fisica, psicologica ambientale Equilibrio tra Costi/Ricavi Investire in sicurezza è un beneficio Distrazione Negligenza <<< << >>

28 La comunicazione scadente porta all’insuccesso
Carenza nella regia Difetti di comunicazione Inconsistenza degli obiettivi Carenza di progettualità Carenze di integrità organizzativa Difetti nei controlli dei sistemi Incapacità di reagire al cambiamento Insuccesso <<< << >>

29 Ma tutto ciò sarà inutile se …
È essenziale che “ il Soggetto ” capisca che : Deve saper scegliere i suoi collaboratori (professionisti – imprese – lavoratori) Deve saper controllare il loro operato Deve saper collaborare con loro nelle scelte Deve saperli assecondare nella “ gestione “ dei lavori È indispensabile che il Soggetto assuma un “ruolo” nella esecuzione dei lavori che non sia solo quello che “esegue” ma soprattutto che “partecipa ” <<< << >>

30 Le Fonti e gli Strumenti di informazione
Sicurezza sul lavoro Fonti Strumenti il documento di cui all,art.4, c.2; le schede dei dati di sicurezza delle sostanze e/o preparati; le schede di sicurezza di macchine e/o impianti; il registro dei dati ambientali; il registro dei dati sanitari; il registro degli infortuni; il registro degli esposti; le indicazioni dei servizi di vigilanza; le ” banche dati “ sulle bonifiche. Opuscoli; Avvisi in bacheca/busta paga; Riunioni (anche di piccoli gruppi); Colloqui individuali (es. medico competente); Audiovisivi; Circolari; Cartellonistica, segnaletica; Sistemi in rete. <<< << >>

31 Flusso comportamenti per
nuovi lavoratori Datore lavoro dati informativi Servizio Prevenzione e Protezione Informazioni sull’attività lavorativa Informazione su rischi e formazione Servizio Personale scheda Lista DPI destinazione lavorativa Medico competente Magazzino <<< << >>

32 nuove tecnologie – materie prime
Flusso comportamenti per Datore lavoro nuove tecnologie – materie prime ordini procedure Scambio informazioni Ufficio Valutazione rischi Servizio Prevenzione e Protezione Amm.vo - tecnico Eventuali prescrizionj Arrivo nuove merci e/o partenza muovo ciclo produttivo Magazzino e/o produzione Arrivo nuove merci e/o partenza muovo ciclo produttivo <<< << >>

33 L’ambiente di lavoro influisce notevolmente sulle condizioni di lavoro ed è un fattore determinante per il benessere, la stanchezza, la sicurezza sul lavoro, la soddisfazione, la salute e non da ultimo per il rendimento. L’ambiente lavorativo si compone di: condizioni che possono essere considerate i presupposti essenziali per lo svolgimento del lavoro condizioni createsi e modificatesi durante lo svolgimento del lavoro condizioni associate a fattori esterni, ossia determinate da posti di lavoro vicini. Tra i presupposti fondamentali va considerato il clima adattato all’attività da svolgere, l’illuminazione corretta, pulizia e l’ordine <<< << >>

34 Il Lavoratore necessita di:
… l’ambiente di lavoro Il Lavoratore necessita di: clima e luce adeguati alla mansione che è chiamato a svolgere colore come punto di riferimento, segnali d’avvertimento, caratteristiche sensoriali buone condizioni igieniche clima sociale buono I mezzi di lavoro e il lavoro creano: calore circolazione e umidità dell’aria abbagliamento rumore vibrazioni radiazioni sostanze nocive odori sporcizia polvere clima Questi fattori influiscono sia su colui che li causa sia sui vicini posti di lavoro <<< << >>

35 Clima è determinato dalla temperatura, dalla circolazione dell’aria, dall’umidità e dalla temperatura superficiale di locali e impianti. Il cosiddetto «clima del benessere» dipende anche dall’intensità dei movimenti del corpo e dall’impegno muscolare ed è in funzione di una serie di fattori quali età, sesso, costituzione, salute, alimentazione e abbigliamento. Esistono parametri per garantire condizioni ambientali di benessere microclimatico : I parametri fisici sono : Il confort climatico è un importante fattore di benessere negli ambienti di lavoro umidità relativa temperatura dell’aria movimentazione dell’aria temperatura radiante aria non inquinata giusto grado di umidità temperatura adeguata E’ importante valutare il carico calorico durante il lavoro, interagisce con i fattori climatici ambientali altro parametro da valutare è il vestiario che ci protegge dal freddo, permette di compensare situazioni di scambi termici con l’ambiente. <<< << >>

36 Illuminazione Illuminazione
L’illuminazione contribuisce a creare quelle condizioni di benessere che devono essere assicurate sia agli ambienti abitativi che lavorativi. Condizioni sub-ottimali di luce non ingenerano effetti di disturbo immediato bensì a lungo termine, data la grande capacità dell’occhio di adattarsi a condizioni più o meno disagevoli di visione. Nel caso di illuminazione scarsa si è istintivamente portati a diminuire la distanza ottimale tra l’occhio e l’oggetto da osservare, stabilita intorno ai cm. Nel caso di illuminazione intensa, cioè emessa da sorgenti di notevole intensità e che colpisce direttamente l’occhio, si verifica il fenomeno dell’abbagliamento. Illuminazione I locali di lavoro devono disporre di luce naturale o artificiale. L’illuminazione deve essere sufficiente in ragione del lavoro che viene svolto. I vetri e i corpi illuminanti devono essere mantenuti puliti. Una efficiente manutenzione è una buona norma di prevenzione. <<< << >>

37 Pulizia e l’ordine La pulizia e l’ordine nell’ambiente
D.Lgs , art c) i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare pulitura, onde assicurare condizioni igieniche adeguate; La pulizia e l’ordine nell’ambiente di lavoro si ripercuotono sulla pulizia e sull’ordine sul posto di lavoro e contribuiscono in modo determinante alla qualità del lavoro, al rendimento, alla sicurezza e alla salute. Sensazione personale Esigenze associate al lavoro Sicurezza La pulizia delle macchine e l’ordine nell’ambiente di lavoro sono i presupposti di tutte le attività, perché permettono di identificare con la massima rapidità malfunzionamenti, perdite e anomalie. <<< << >>

38 Benessere organizzativo
Relazioni aziendali Il contesto nel quale si esplicano i processi lavorativi e le dinamiche relazionali fra gli individui entro l'Azienda costituisce il clima aziendale. Un buon clima viene generato da un equilibrato rapporto fra cultura e valori guida, comportamenti quotidiani del management ed aspettative dei dipendenti. Benessere organizzativo La capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori in ogni tipo di occupazione <<< << >>

39 Come si presenta una buona organizzazione
Ambiente di lavoro salubre e confortevole Obiettivi espliciti e chiari Coerenza tra enunciati e prassi operative Valorizzazione competenze Stimola nuove potenzialità Ascolta istanze dipendenti Modalità di comunicazione efficace Scorrevolezza operativa e rapidità di decisione Equità di retribuzione, di assegnazione responsabilità e promozione del personale Stimola il senso di utilità sociale Apertura ambiente esterno, innovazione tecnologica e culturale <<< << >>

40 ERGONOMIA L’interazione fra le capacità umane,
l’ambiente di vita e di lavoro, ed i suoi strumenti All’interno dell’ergonomia la medicina del lavoro ha collocato alcune patologie: Compare nell’ambito delle misure generali di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori D.Lgs. n. 626/94 PATOLOGIE MUSCOLO - SCHELETRICHE connesse a posture incongrue, gesti ripetitivi DISTURBI DELL’APPARTATO OCULARE connessi con un notevole impegno visivo ALTERAZIONI DELLO STATO PSICO - MENTALE legate a condizioni inadeguate del sistema cognitivo e relazionale ALTERAZIONI DEL SISTEMA Cardio - Circolatorio riconducibili a condizioni di sovraccarico fisico ed emozionale <<< << >>

41 … ERGONOMIA <<< << >> SI SI
Se si lavora a lungo alla stessa postazione, l’arredo dell’ufficio deve consentire di cambiare spesso posizione. Occorre evitare il più possibile di assumere posture forzate. SI Inoltre, è raccomandabile alternare la posizione seduta con quella in piedi. NO SI Lavoro di precisione leggero pesante Gli esercizi di stretching o di ginnastica svolti occasionalmente durante l’orario di lavoro dovrebbero non solo essere tollerati, ma anche incentivati. <<< << >>

42 ERGONOMIA – spazio di lavoro/posture
Seduto / in piedi Allungamento orizzontale o verticale Altezza dello spazio di lavoro Altezza e forma delle gambe Postura delle spalle e del tronco Posture Inclinarsi, rannichiarsi Angolo testa e collo Angolo spalla e braccio Angolo mano e polso Posizione statica <<< << >>

43 ERGONOMIA – Displays/controlli
Quadrante / design indicatore Organizzazione displays Definizione segnale Simboli, lettere, colori Distanza dall’utente Controlli Distanza Identificazione Layout displays Aspettativa delle operazioni Relazione display / controllo <<< << >>

44 ERGONOMIA – movimentazione/manipolazione
Movimentazione manuale materiali Misura, peso, presa Punto di partenza / arrivo Rotazione Frequenza, durata Spostamento, spazio confinato Manipolazione Postura del polso Uso della forza Dimensione del Grip Ripetizione operazioni Presa statica <<< << >>

45 ERGONOMIA – strumenti manuali/fattori ambientali
Misura Grip, impugnatura, design Angolo polso Peso e bilanciamento Pressione e vibrazioni Fattori Ambientali Temperatura, umidità Abbigliamento Illuminazione, abbagliamento, contrasto Rumore, vibrazioni <<< << >>

46 Movimentazione manuale dei carichi
titolo V del D.Lgs Evitare di sollevare o posare laterizi: mantenendo la schiena flessa o i ginocchi diritti; tenendo il carico lontano dal corpo no Evitare di compiere torsioni del tronco nello spostare un carico: è assai pericoloso effettuare il movimento se il peso è elevato o se il tronco è flesso in avanti no si Quando si esegue la posa consecutiva Per effettuare correttamente l’operazione: avvicinare prima Il carico al corpo, poi, utilizzandole gambe compiere lo spostamento si di più laterizi,utilizzare la posizione accucciata, anche appoggiando alternativamente uno dei ginocchi al suolo. mantenendo la schiena flessa a lungo; posando gli elementi molto lontano dal corpo compiendo torsioni a schiena flessa Evitare di effettuare la posa: si no Le posizioni più corrette per la posa degli elementi di copertura (tegole, coppi, lastre, ecc.) sono quelle: accucciata o a ginocchi entrambi appoggiati o con un solo ginocchio appoggiato no <<< << >>

47 Lavoro manuale con attrezzi ed utensili
Consigli per la prevenzione dei disturbi da sforzi Per rendere meno gravoso il lavoro, è necessario che gli attrezzi impiegati siano: in buono stato di conservazione (punte non usurate, lame non piegate, ecc.); i più maneggevoli e adatti al lavoro da eseguire (pale e badili con lame in lega di alluminio e manici in legno leggero). L’uso prolungato della pala e del piccone, oltre a richiedere un notevole sforzo fisico, comporta un alto rischio per la schiena e per alcune strutture del braccio. no Anche quando si usa il martello pneumatico è bene non stare sempre a schiena flessa, si ma qualche volta piegare anche i ginocchi Per non creare danni agli arti superiori l’utensile deve trasmettere poche vibrazioni alle braccia <<< << >>

48 Il trasporto manuale Il secchio, si no si no <<< <<
Consigli per la prevenzione dei disturbi agli arti Il secchio, per non creare disturbi alle mani, deve avere l’impugnatura rotonda, o cilindrica, priva di spigolo, di diametro di circa 3 cm. e larga almeno 12 cm. si Quando il trasporto manuale è inevitabile, è meglio dividere il carico in due contenitori, portandoli, se mai, contemporaneamente. Manico secchio Si consiglia di non trasportare manualmente secchi di peso superiore ai 10 Kg. no Transpallet manuale fino a 600 Kg. circa 4 ruote:fino a 250 Kg. circa Quando è necessario spingere una carriola, soprattutto in salita, evitare di inarcare la schiena all’indietro si 2 ruote no Fare invece leva sulle gambe, mantenendo il più possibile la schiena diritta Per il trasporto in piano fare uso di specifici carrelli da 50 a 100 Kg. Per evitare il trasporto su scale, è bene usare elevatori (piattaformi, carrelli elevatori, montacarichi). <<< << >>

49 Lavoro ai VTD, catene di montaggio, assemblaggio, confezioni, cassiera, ecc.
Impegno che richiede l’assunzione di una posizione di lavoro fissa,cioè con poche possibilità di cambiamento e spesso associata a movimenti ripetitivi degli arti superiori I principali disturbi che possono comparire sono: senso di peso, senso di fastidio, dolore, intorpidimento, rigidità al collo e alla schiena (da posizione scorretta e/o troppo fissa); formicolii, intorpidimento, perdita di forza, impaccio ai movimenti, dolori agli arti superiori (da movimenti ripetitivi); caduta spontanea di piccoli oggetti dalle mani, perdita di forza, ecc. Essi sono spesso la conseguenza della degenerazione dei dischi della colonna vertebrale, dell’affaticamento muscolare o dell’infiammazione delle strutture tendinee e nervose degli arti superiori. Nelle pause di lavoro (ufficiali e non) evitare di rimanere seduti, impegnando la vista, cambiare spesso posizione: alzarsi e fare qualche passo, sgranchirsi collo, spalle e schiena <<< << >>

50 BURN-OUT – STRESS - MOBBING
Culture organizzative caratterizzate da forte gerarchia, stile di leadership autoritario, focalizzate sulla competizione e poco sensibili alla gestione delle risorse umane, sono da considerarsi maggiormente a rischio per l'insorgenza di conflitti aziendali disagio lavorativo con la possibile insorgenza di rischi di natura Psico-Sociale quali: BURN-OUT – STRESS - MOBBING BURN-OUT : progressiva perdita di idealismo, energia e scopi, vissuta come risultato delle condizioni in cui lavorano operatori sociali, professionali e non. STRESS : è una risposta non specifica dell'organismo davanti ad una qualsiasi sollecitazione si presenti, che innesta una normale reazione di adattamento che può arrivare ad essere patologica in situazioni estreme Caratteristiche stressanti del lavoro MOBBING: è una forma di terrore psicologico che viene esercitato sul posto di lavoro attraverso attacchi ripetuti da parte dei colleghi o dei datori di lavoro. <<< << >>

51 Burn-out Sintomi psichici Crollo delle energie psichiche
Sindrome di esaurimento psico-emotivo Il processo stressogeno si trasforma in un meccanismo di difesa , con conseguente comportamento di distacco emozionale - Insieme di sintomi che testimoniano una patologia del comportamento ed … tipica delle professioni ad elevato investimento relazionale (le cosidette ” professioni di aiuto “) Sintomi psichici Crollo delle energie psichiche Apatia, fatica ad alzarsi ed a recarsi al lavoro, apatia, demoralizzazione sensi di colpa e fallimento, mancanza di concentrazione.... Crollo della motivazione Perdita di sentimenti verso l’utenza, prestazione solo tecnica senza coinvolgimento emotivo, distacco Dalle relazioni.... Caduta dell’autostima Tendenza alla svalutazione, mancanza di realizzazione sul lavoro, sfiducia nei propri mezzi sul piano professionale, ... Perdita di controllo Incapacità a circoscrivere lo spazio di lavoro, i problemi sul lavoro invadono la sfera privata, il malessere e sempre presente ... <<< <<< >>

52 Cause - Fattori di base organizzativi:
… Burnout Cause - Fattori di base organizzativi: Mancanza di autonomia nel lavoro, Richieste eccessive di produttività, Bassa retribuzione con prestazioni elevate, Difficile comunicazione fra colleghi e/o superiori, Risorse insufficienti, basso coinvolgimento nelle decisioni, Isolamento lavorativo con orari prolungati Conseguenza Sul piano comportamentale Intervento organizzativo Assenteismo, non volontà di interazione con utenti e/o colleghi, presenza anonima alle riunioni, difficoltà a scherzare. Intervento individuale Eventi autodistruttivi con aumento del consumo (sigarette, alcol, droghe, psicofarmaci, propensione ad incidenti e infortuni Comportamenti eterodistruttivi allontanamento fisico degli utenti e/o colleghi, aggressività verbale con reazioni impulsive e violenti <<< <<< <<

53 e sempre difficile scoprirla
STRESS ” una risposta non specifica dell’organismo ad ogni richiesta fatta dall’ambiente esterno e/o interno “ (Hans Seyle) Non essendo lineare (causa-effetto) e sempre difficile scoprirla La relazione fra stress lavorativo e modificazione del benessere è sempre multifattoriale Più specificamente si realizza in tre fasi: reazione d’allarme l’organismo, trovandosi di fronte ad una situazione nuova, si attiva fisiologicamente per prepararsi ad affrontare lo stimolo; fase di resistenza l’organismo mobilita le proprie energie per affrontare la situazione “stressante” e contrastarla. Se, nonostante tutto, l’individuo non riesce a ritrovare il proprio equilibrio, si passa dalla fase di resistenza a quella di esaurimento. fase di esaurimento caratterizzata da un abbassamento delle difese generali. E’, questa, la fase in cui ci si rende più vulnerabili alle malattie. <<< <<< >>

54 Effetti dello Stress Fisiologici Psicologici Comportamentali
Stress acuto: Rilascio di adrenalina e noradrenalina Energia per consumo immediato Lotta - fuga Stress cronico: Rilascio cortisolo e cortisone “ormoni dello stress” Riserva di energia, mantenimento Resistenza Fisiologici Le emozioni negative associate allo stress stimolano abitudini e comportamenti che possono incrementare malattie mentali: Tabagismo e alcolismo Dipendenza da farmaci Umore depresso Insoddisfazione lavorativa Riduzione livelli di aspirazione Psicologici Comportamentali <<< <<< <<

55 Il termine deriva dall’inglese “ vittima è chi si sente tale “
MOBBING Il termine deriva dall’inglese “ To mob > aggredire tumultuando” Forma intenzionale sistemica e duratura di violenza psicologica in ambiente di lavoro, volta alla estromissione del soggetto/i dal processo lavorativo o dall’azienda (Ispesl). Gli attori del mobbing Mobber o esecutore Mobbed o vittima colui che perpetra l’attacco; può essere un attore individuale o collettivo chi subisce gli attacchi; è un singolo individuo “ vittima è chi si sente tale “ coloro che assistono o partecipano passivamente al mobbing; possono essere side-mobber, indifferenti o oppositori Spettatori <<< <<< >>

56 Classificazioni del Mobbing:
Mobbing verticale: posto in essere dai superiori gerarchici. Bossing: variante del mobbing verticale finalizzata all’espulsione del lavoratore dal contesto lavorativo in attuazione di una precisa politica aziendale. Mobbing orizzontale: posto in essere dai colleghi di lavoro. Mobbing ascendente: attuato dai prestatori di lavoro nei confronti dei superiori gerarchici. Prova del Mobbing e del Danno: Lavoratore: reiterata e sistematica adozione di atti o comportamenti persecutori o vessatori; eventuale danno patrimoniale o biologico; sussistenza del nesso causale tra l’evento lesivo e il comportamento del datore di lavoro. Datore: proporzionalità tra il fatto del lavoratore e la reazione causale datoriale; esistenza delle circostanze oggettive che giustificano i comportamenti o i provve- dimenti adottati, nonché l’adozione di tutte le misure necessarie per tutelare l’integrità psicofisica del lavoratore. <<< <<< << >>

57 Parametri per l’individuazione del Mobbing:
Ambiente di lavoro. Frequenza: almeno alcune volte al mese. Durata: sei mesi o tre mesi se la frequenza è quotidiana. Categorie di azioni: almeno due tra: attacchi ai contatti umani e alla possibilità di comunicare; isolamento sistematico; cambiamenti delle mansioni lavorative; attacchi alla reputazione; violenze e minacce di violenza. Dislivello tra antagonisti: non gerarchico, ma di potere (il mobbizzato non ha le stesse capacità di difendersi dell’aggressore, è confinato nella posizione più debole). Andamento secondo fasi successive: fasi precise cronologicamente successive. Intento persecutorio: scopo politico (fine ultimo), obiettivo conflittuale (obiettivo a corto raggio), carica emotiva (conferisce la carica distruttiva agli obiettivi). Risultati delle azioni Mobbizzanti La vittima perde la salute: la sua dignità, la fiducia in se stesso, il rispetto degli altri, gli Amici, il potere decisionale, l’entusiasmo nel lavoro/vita <<< <<< <<

58 CONDIZIONI CHE DETERMINANO PERICOLO
Caratteristiche stressanti del lavoro (Fonte: Agenzia Europea Per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro) CATEGORIA CONDIZIONI CHE DETERMINANO PERICOLO CONTESTO DI LAVORO Cultura e funzione organizzativa Scarsa comunicazione, bassi livelli di sostegno per la risoluzione dei problemi e la crescita personale, mancanza di definizione di obiettivi aziendali Ruolo nell’organizzazione Ambiguità del ruolo e conflitti di ruolo, responsabilità di persone Sviluppo di carriera Stagnazione e incertezza della carriera, bassa retribuzione, precarietà del posto di lavoro, basso valore sociale del lavoro Autonomia decisionale - controllo Scarsa partecipazione al processo decisionale, mancanza di controllo sul lavoro Rapporti interpersonali sul lavoro Isolamento sociale o fisico, rapporti scadenti con i superiori, conflitto interpersonale, mancanza di sostegno sociale Interfaccia casa-lavoro Esigenze conflittuali, scarso sostegno a casa, problemi di doppia carriera <<< <<< >>

59 ... Caratteristiche stressanti del lavoro
CATEGORIA CONDIZIONI CHE DETERMINANO PERICOLO CONTENUTO DEL LAVORO Ambiente di lavoro e attrezzature di lavoro Problemi riguardanti l’affidabilità, la disponibilità, l’idoneità e la manutenzione o riparazione di attrezzature e impianti Progettazione dei compiti Mancanza di varietà o cicli di lavoro brevi, lavoro frammentario o privo di significato, sottoutilizzo di abilità, alta incertezza Carico di lavoro - ritmo di lavoro Carico di lavoro eccessivo o scarso, mancanza di controllo sui ritmi, alti livelli di pressione in termini di tempo Orario di lavoro Lavoro per turni, orari di lavoro non flessibili, orari imprevedibili, orari lunghi o impossibili ” La salute è lo stato di completo benessere fisico, sociale e mentale ” (O.M.S.) <<< <<< <<

60 Valutazione dei rischi
“ Valutazione globale della probabilità e della gravita di possibili lesioni in una situazione pericolosa per scegliere le adeguate misure di Sicurezza “ (Norma UNI EN 292 Parte I/1991). Obiettivo “ Consentire al datore di lavoro di prendere i provvedimenti che sono effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori “. <<< << >>

61 … Valutazione dei rischi
Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni Rischio : probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di un danno nelle condizioni di impiego, ovvero, di esposizione,di un determinato fattore Valutazione del rischio: procedimento di valutazione della possibile entità del danno, quale conseguenza del rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori nell’espletamento delle loro mansioni, derivante dal verificarsi di un pericolo sul luogo di lavoro Elementi costitutivi Identificazione dei pericoli (fattori di rischio) Identificazione dei lavoratori esposti Stima delle entità delle esposizioni e valutazione dell’entità dei rischi Individuazione e programmazione di misure atte ad eliminare o ridurre l’esposizione e/o il numero degli esposti Redazione del documento Revisione-aggiornamento della valutazione <<< << >>

62 Gestione dell’emergenza
Gestione del rischio Insieme delle azioni che devono, essere messe in atto per cercare di attenuare il rischio. La ricerca di condizioni di minor rischio ® (con maggior grado di sicurezza) comporta interventi mirati a diminuire l’entità della conseguenza “ protezione “ o la frequenza degli eventi pericolosi “ prevenzione “ o di entrambe F r e q u n z a Protezione r1 Prevenzione r2 r3 Gestione dell’emergenza Insieme delle azioni da mettere in atto per cercare di attenuare le conseguenze di un incidente rilevante Emergenza interna Piano di emergenza interno “ Gestore Stabilimento “ Emergenza esterna Piano di emergenza esterno “ Prefettura – Sindaco “ <<< << >>

63 Indice del rischio Scala Improbabile - Possibile delle probabilità P
Incidente: Evento dovuto a causa fortuita che ha potenzialità di condurre ad un infortunio o di provocare danni alle cose. Rischio: Probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego e/o di esposizione; dimensioni possibili del danno stesso (orientamenti CEE). Combinazione di probabilità e di gravità di possibili lesioni o danni alla salute in una situazione pericolosa (Norma UNI EN 292/1991). Scala delle probabilità P Improbabile - Possibile Probabile - Molto probabile Il rischio in funzione della probabilità che si manifesti con possibile danno lesivo viene valutato con una scala di valori/significati Gradualità numerica Trascurabile Medio Alto Molto alto Rischio R = P x D Scala dell’entità del danno D Lieve - Modesta Grave - Gravissima <<< << >>

64 … Valutazione del Rischio: Risk Analysis - Risk Assessment
acquisizione dati e studio dell'impianto individuazione dei rischi potenziali e quindi delle unità interessate e delle sostanze pericolose c) identificazione degli eventi primari e delle sequenze che possono portare all'incidente d) valutazione della probabilità del manifestarsi dell'incidente valutazione delle conseguenze valutazione quantitativa del rischio analisi e presentazione dei risultati Risk Assessment <<< << >>

65 Risk Analysis Documentazione necessaria Planimetria dell'installazione
con l'indicazione della posizione degli impianti, dei depositi, degli uffici e di tutti gli altri elementi fisici che compongono l'installazione stessa Planimetria dell'area circostante lo stabilimento con l'indicazione del sistema viario, della destinazione d'uso delle aree limitrofe, della ubicazione dei centri abitati,della localizzazione di siti vulnerabili quali scuole, ospedali, case di riposo, e di tutti gli altri elementi atti a mostrare come l'installazione si inserisce nel contesto territoriale Descrizione dello scenario ambientale meteorologico e delle perturbazioni geofisiche, meteomarine,… <<< <<< >>

66 Risk Analysis - Documentazione necessaria
Descrizione dettagliata dell'installazione nei suoi aspetti impiantistici e processuali, comprendente: descrizione contenente la natura e la quantità dei beni prodotti, i processi e le apparecchiature impiegate, le condizioni fisiche di operazione, le modalità di stoccaggio, la natura e la quantità dei consumi e delle emissioni nell'ambiente; schema a blocchi, per ogni impianto di produzione all'interno dello stabilimento, le funzioni fondamentali dello schema produttivo e le loro interconnessioni logiche; schema di processo quantificato, che è la rappresentazione grafica simbolica dei depositi, dei macchinari, delle tubazioni e condotte di interconnessione con i relativi organi di sezionamento e la strumentazione di controllo e sicurezza; bilancio di materia ed energia che riporti la contabilità dei materiali in ingresso ed in uscita e della energia consumata e prodotta nella installazione. <<< <<< << >>

67 Rappresentazione del rischio
Rischio Locale e Rischio Individuale espressi dal valore della frequenza con cui, in un certo punto di un'area geografica, si può verificare il danno di riferimento, ovvero la morte di un individuo Rischio locale si riferisce ad un individuo presente in modo permanente in un determinato punto e privato delle possibilità di fuga o di protezione nel punto considerato. Rischio individuale tiene conto della probabilità che l'individuo si trovi realmente in quel punto, e della sua capacità di mettere in atto misure di protezione per la sua incolumità (rischio individuale è in ogni punto non superiore al rischio locale). La rappresentazione di questi due valori è fatta tracciando sulla mappa della zona delle curve a rischio costante dette curve di isorischio, oppure disegnando le superfici di rischio <<< <<< <<

68 Risk Assessment è un'analisi
approfondita che individua analiticamente le aree e gli aspetti di maggiore criticità, le aree di vulnerabilità e di non conformità agli standard di sicurezza, analizzando l'adeguatezza del piano di sicurezza, consiste essenzialmente in due parti: Un piano d’azione Identificare i pericoli e associarli ai relativi rischi al fine di preparare una serie di provvedimenti (piano d'azione) che dovrebbero ridurre i rischi e ogni effettivo dannoso. Verifica e adattamenti Risk Assessment Circolo Deming “Miglioramento continuo” Un ciclo di miglioramento Le condizioni di un sistema cambiano continuamente e perciò il risk assessment è un processo di continuo monitoraggio e ottimizzazione. Questo processo assicura che i livelli di salute e sicurezza siano mantenuti elevati. Cambiamenti sul lavoro Migliorare salute e sicurezza Prevenire attivamente i problemi di salute e gli incidenti fa parte del buon management <<< <<< >>

69 Risk Assessment Elementi del processo
Identificazione del pericolo Controllo del rischio 1 5 Percezione del rischio Processo di gestione del rischio 2 6 Rischio Comunicazione del rischio 3 7 Valutazione del rischio Analisi rischi/benefici o costi/benefici 4 8 Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio Le problematiche che scaturiscono da un basso livello di controllo oltre a far soffrire le vittime e le loro famiglie, producono un serie di costi aggiuntivi non sottovalutabili, sia diretti e immediati che indiretti (quelli di maggiore entità). <<< <<< <<

70 Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio.
Risk Assessment Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio. Identificazione del pericolo - Riconoscimento dell'esistenza di un pericolo e definizione delle sue caratteristiche. Percezione del rischio - Consapevolezza che si sta verificando un effetto negativo per influenza di fattori esterni. Rischio - Misura della probabilità e della gravità di un effetto negativo per la salute, la proprietà, l'ambiente. Valutazione del rischio - Fase del processo di gestione del rischio in cui entrano in gioco valori e giudizi, per cui si devono prendere in considerazione l'importanza relativa di più rischi presenti contemporaneamente e le conseguenze correlate alle azioni adottate, comprese l'accettazione di un rischio e l'analisi di opinioni. Controllo del rischio - L'applicazione del processo decisionale per la gestione del rischio al fine di ridurlo o eliminarlo. Tale processo si avvale di strumenti come il “ risk assessment “ e comprende l'implementazione di misure, la verifica dell'applicazione e la misura dell'efficacia. <<< <<< <<

71 Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio.
Risk Assessment Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio. Processo di gestione del rischio - L'intero processo di identificazione del fattore di rischio, stima del rischio, valutazione del rischio e controllo del rischio. Comunicazione del rischio - Scambiare o fornire informazioni al fine di informare, persuadere o mettere in guardia qualcuno su rischi per la salute. Si tratta della trasmissione di informazioni tra parti interessate circa i livelli di rischio per la salute, il significato di tali rischi, le decisioni, le azioni o le politiche per la loro gestione o controllo. Parti interessate sono enti o amministrazioni pubbliche, politici, imprese e gruppi industriali, sindacati, mezzi di comunicazione di massa, studiosi, associazioni professionali, gruppi di interesse pubblico e singoli cittadini. Analisi rischi/benefici o costi/benefici - Confronto tra le probabili conseguenze negative derivanti dalla accettazione di un certo livello di rischio e i vantaggi, per singoli individui o per una comunità, di tipo sociale, economico, per la salute o di altro genere che si ritiene ne derivino. Tali benefici possono essere espressi sia in termini quantitativi (monetari o di salute), sia in termini qualitativi (qualità di vita). Anche i rischi possono essere espressi in termini monetari e in questo caso il confronto viene definito come analisi costi/benefici. Questi tipi di confronti sono finalizzati all'adozione di decisioni. <<< <<< <<

72 Igiene – Sicurezza - Prevenzione
1 Inserirsi nel sistema organizzativo della sicurezza nell’ambiente di lavoro 2 Adottare comportamenti di prevenzione e sicurezza nell’attività lavorativa Il soggetto è in grado di: 3 Praticare procedure di emergenza 4 Collaborare al mantenimento delle condizioni di sicurezza del luogo di lavoro <<< << >>

73 Per inserirsi nel sistema organizzativo della sicurezza dell’ambito lavorativo
1 Riconoscere i rischi per la salute e la sicurezza connessi alle attività del settore e dell’impresa Identificare le misure strutturali ed ergonomiche relative alla salute, all’igiene e sicurezza dei lavoratori nell’ambiente di lavoro 2 3 Rapportarsi alle figure preposte alla sicurezza secondo le specifiche funzioni da esse svolte Il soggetto ha bisogno di sapere come: Interpretare e applicare norme e regolamenti che prescrivono i doveri generali e specifici dei lavoratori in materia di sicurezza e prevenzione 4 5 Fornire e/o elaborare dati eventualmente richiesti in materia di sicurezza <<< <<< >>

74 Per inserirsi nel sistema organizzativo della sicurezza dell’ambito lavorativo
Descrivere e motivare le misure strutturali di sicurezza adottate nell’ambiente di lavoro, indicare le funzioni delle diverse figure aziendali preposte alla sicurezza e i doveri dei lavoratori in materia di sicurezza. deve: 1 Il soggetto Le principali misure strutturali adottate dall’azienda ai fini della sicurezza sono identificate ed sono correttamente collegate alla funzione specifica svolta in funzione della sicurezza dei lavoratori 2 Tutte le figure preposte alla sicurezza sono identificate e sono descritte le loro principali funzioni 3 I principali doveri dei lavoratori sono identificati <<< <<< <<

75 Per adottare comportamenti di prevenzione, sicurezza e antinquinamento nell’attività lavorativa
1 Riconoscere i rischi, i pericoli e i danni connessi alle specifiche attività direttamente svolte Interpretare i segnali di comunicazione in materia di sicurezza utilizzati negli ambienti di lavoro 2 3 Utilizzare adeguatamente le misure e i dispositivi di protezione individuali. Il soggetto ha bisogno di sapere come: Applicare le norme di sicurezza, le norme di buona tecnica e le misure antinquinamento nell’espletamento delle diverse fasi dell’attività lavorativa 4 <<< <<< >>

76 Per adottare comportamenti di prevenzione, sicurezza e antinquinamento nell’attività lavorativa
Collegare comportamenti lavorativi preventivi definiti da norme tecniche e di buona prassi ai rischi e pericoli dell’attività lavorativa svolta deve: Il soggetto 1 I principali rischi sono indicati I principali comportamenti preventivi e tutti i dispositivi di protezione sono indicati e sono identificate le loro funzioni 2 3 Le relazioni fra rischi e comportamenti preventivi sono coerenti <<< <<< <<

77 Per praticare procedure di emergenza
1 Applicare le procedure previste in caso di infortunio e incidente Il soggetto ha bisogno di sapere come: 2 Realizzare interventi di primo soccorso 3 4 Applicare i comportamenti previsti nelle procedure di evacuazione Applicare i comportamenti previsti nelle procedure antincendio <<< <<< >>

78 Per praticare procedure di emergenza
Praticare/simulare correttamente procedure di emergenza (es. intervento di un primo soccorso, procedura di evacuazione, antincendio, ecc.) deve: Le procedure devono essere applicate in modo corretto e preciso in tutte le fasi Il soggetto Segnali antincendio Segnali di esodo <<< <<< <<

79 Per collaborare al mantenimento delle condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro
Monitorare i fattori ambientali di rischio nel proprio ambito di lavoro e segnalare tempestivamente criticità e difettosità 1 Monitorare i fattori individuali di rischio propri e dei collaboratori e segnalare tempestivamente criticità e situazioni problematiche 2 Il soggetto ha bisogno di sapere come: Rilevare fabbisogni di informazione e formazione propri e dei collaboratori e collaborare ad azioni di sensibilizzazione alla sicurezza 3 <<< <<< >>

80 Per collaborare al mantenimento delle condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro
Descrivere i rischi connessi ad un cattivo stato di manutenzione o mal funzionamento di macchine, strumenti o attrezzature di lavoro I principali casi di malfunzionamento degli strumenti comportanti pericolo per i lavoratori vengono correttamente indicati Il soggetto deve: Il collegamento fra i difetti di funzionamento e i rischi per i lavoratori è correttamente individuato <<< <<< <<

81 Il fenomeno infortunistico
L’incidente non è mai dovuto al caso … eliminare le cause per eliminare l’incidente Il fenomeno infortunistico Infortuni dovuti a cause soggettive (fattore umano) infortuni in cui il comportamento del singolo è risultato difforme da quello consolidato della grandissima maggioranza dei lavoratori del gruppo di appartenenza Infortuni dovuti a cause oggettive (non dipendenti dal fattore umano) infortuni in cui il comportamento è risultato conforme a quello consolidato della grandissima maggioranza dei lavoratori del gruppo di appartenenza <<< << >>

82 INFORTUNI: fattori/concause
Scarsa padronanza della macchina Assuefazione ai rischi (abitudine dei gesti) Banalizzazione dei comportamenti di fronte al pericolo Sottostima dei rischi (neutralizzazione delle protezioni) Diminuzione dell’attenzione nel lavoro di sorveglianza (stanchezza) Mancato rispetto delle procedure Aumento dello stress (rumore, ritmo, ecc..) Precarietà del lavoro che conduce ad una formazione insufficiente Manutenzione poco o male eseguita (rischi insospettati) Dispositivi di protezione inadatti Sistemi di comando e controllo sofisticati Rischi propri della macchina (movimenti alternati, avviamento imprevisto, arresto precario) Macchine non adatte allo scopo o all’ambiente (allarme sonoro mascherato dal rumore del parco macchine) Circolazione di persone (linee automatiche) Assemblaggio di macchine di provenienze e tecnologie differenti Flusso di materiale o di prodotti tra le macchine <<< << >>

83 - conseguenze - misure di prevenzione
INFORTUNI: Danno più o meno grave all’integrità fisica del lavoratore • Arresto della produzione della macchina interessata • Immobilizzazione del parco macchine similari per perizie (es. ispezione ispettorato del lavoro) • Se necessario, messa in conformità delle macchine • Sostituzione di personale e formazione sul posto di lavoro • Rischi sociali • Degradazione dell’immagine dell’azienda Formazione ed addestramento per ottenere comprensione (dei problemi) e condivisione (sulle modalità di tutela) • Seguire ordini, divieti ed indicazioni • Corretto uso dei dispositivi di protezione individuale • Ordine e pulizia • Rigido rispetto delle procedure nei casi in cui la sicurezza tecnica non basta La riduzione degli incidenti sul lavoro si impone a tutti, per ragioni etiche (rispetto della risorsa umana), economiche (costi degli incidenti sul lavoro), giuridiche (rispetto della legislazione). <<< << >>

84 Considerazioni economiche sui costi per la prevenzione e sicurezza sul lavoro
Morte – Invalidità Arresto del processo di formazione della ricchezza Perdita di produzione Oneri sanitari Riduzione capacità lavorative Assistenza sanitaria Danni alle risorse Danni ecologici Danni economici per la collettività Perdita diretta Aumento premio ass.vo Inail Retribuzione giorni di carenza Integrazione C.N.L.. Rivalsa Inail Costi diretti Costi aziendali Danni agli impianti Riduzione rendimento Aumento assenteismo Crescita microconflittualità Oneri vari Costi indiretti <<< << >>

85 Costi e Responsabilità
RESPONSABILITA’ CIVILE AUMENTANO gli INFORTUNI nell’Azienda ? L’assicurazione esonera il datore di lavoro dalla responsabilità civile per infortuni sul lavoro Nonostante l’assicurazione permane la responsabilità civile a carico di coloro che abbiano riportato condanna penale per il fatto dal quale l’infortunio è derivato SI NO AZIONE di SURROGA Aumento del tasso di rischio L’Istituto può esercitare diritto di regresso: per somme pagate a titolo di indennità; per la somma corrisp.te al valore capitale rendita Riduzione del Tasso di rischio La sentenza che accerta la responsabilità civile è sufficiente a costituire l’Inail in credito verso la persona civilmente obbligata <<< << >>

86 Classificazione e definizione dei rischi
I Rischi lavorativi presenti negli ambienti di lavoro, in conseguenza dello svolgimento delle attività lavorative, possono essere divisi in tre grandi categorie: a Rischi per la salute dovuti a: (rischi di natura infortunistica) strutture macchine impianti elettrici sostanze pericolose incendio-esplosioni b (rischi di natura igienico ambientale) agenti chimici agenti fisici agenti biologici c Rischi per la sicurezza e la salute dovuti a: (rischi di tipo trasversale) organizzazione del lavoro attori psicologici fattori ergonomici condizioni lavori difficili Criteri procedurali per la valutazione del rischio <<< <<

87 A – Rischi per la sicurezza
I Rischi per la Sicurezza, o Rischi di natura infortunistica, sono quelli responsabili del potenziale verificarsi di incidenti o infortuni, ovvero di danni o menomazioni fisiche (più o meno gravi) subite dalle persone addette alle varie attività lavorative, in conseguenza di un impatto fisico-traumatico di diversa natura (meccanica, elettrica, chimica, termica, etc.). Le cause di tali rischi sono da ricercare almeno nella maggioranza dei casi, in un Non idoneo assetto delle caratteristiche di sicurezza inerenti: l’ambiente di lavoro; le macchine e/o le apparecchiature utilizzate; l’organizzazione del lavoro, le modalità operative; etc. Lo studio delle cause e dei relativi interventi di prevenzione e/o protezione nei confronti di tali tipi di rischi deve mirare alla ricerca di un “ Idoneo equilibrio bio-meccanico tra UOMO e STRUTTURA, MACCHINA, IMPIANTO ” sulla base dei più moderni concetti ergonomici. <<< <<<

88 B – Rischi per la salute I Rischi per la salute, o Rischi igienico-ambientali, sono quelli responsabili della potenziale compromissione dell’equilibrio biologico del personale addetto ad operazioni o a lavorazioni che comportano l’emissione nell’ambiente di fattori ambientali di rischio, di natura chimica, fisica e biologica, con seguente esposizione del personale addetto. Le cause di tali rischi sono da ricercare nella insorgenza di non idonee condizioni igienico-ambientali dovute alla presenza di fattori ambientali di rischio generati dalle lavorazioni, (caratteristiche del processo e/o delle apparecchiature) e da modalità operative. Lo studio delle cause e dei relativi interventi di prevenzione e/o di protezione nei confronti di tali tipi di rischio deve mirare alla ricerca di un "Idoneo equilibrio bio-ambientale tra UOMO E AMBIENTE DI LAVORO". <<< <<<

89 C – Rischi trasversali o organizzativi
Tali rischi, sono individuabili all’interno della complessa articolazione che caratterizza il rapporto tra ‘l’ operatore’ e "l’organizzazione del lavoro" in cui è inserito. Il rapporto in parola è peraltro immerso in un "quadro" di compatibilità ed interazioni che è di tipo oltre che ergonomico anche psicologico ed organizzativo. La coerenza di tale "quadro", pertanto può essere analizzata anche all’interno di possibili trasversalità tra rischi per la sicurezza e rischi per la salute. <<< <<<

90 Criteri procedurali per la valutazione del rischio
fase linee guida I Identificazione delle Sorgenti di Rischio II Individuazione dei Rischi di Esposizione III ‘STIMA’ dei Rischi di Esposizione Protezioni Al termine di questa III FASE di "STIMA" del rischio di esposizione, sulla base dei dati ottenuti, desunti o misurati, si potrà procedere alla definizione del PROGRAMMA DI PREVENZIONE INTEGRATA (Tecnica - Organizzativa - Procedurale), Riepilogo secondo le priorità indicate dall’art. 3 del D. L. gs. 626/94 e tali da non comportare rischi per la salute della popolazione o il deterioramento dell’ambiente esterno. <<< <<

91 Identificazione delle Sorgenti di Rischio
Tale fase viene eseguita attraverso una breve, ma accurata descrizione del ciclo lavorativo che viene condotto nell’ambiente di lavoro preso in esame. A supporto della descrizione dell’attività lavorativa svolta, dovranno essere riportate: la finalità della lavorazione o dell’operazione, con la descrizione del processo tecnologico, delle macchine, impianti e apparecchiature utilizzate, delle sostanze impiegate e/o prodotte e di eventuali intermedi; nella descrizione del ciclo tecnologico delle lavorazioni, devono essere considerate le operazioni di pulizia, manutenzione, trattamento e smaltimento rifiuti ed eventuali lavorazioni concomitanti; la destinazione dell’ambiente di lavoro (reparto di lavoro, laboratorio, studio, etc.); le caratteristiche strutturali dell’ambiente di lavoro (superficie, volume, porte, finestre, rapporto tra superficie pavimento e superficie finestre, etc.); il numero degli operatori addetti alle lavorazioni e/o operazioni svolte in quell’ambiente di lavoro; le informazioni provenienti dalla sorveglianza sanitaria se presente; la presenza di movimentazione manuale dei carichi. <<< <<<

92 La individuazione dei Rischi di Esposizione
costituisce una operazione, generalmente non semplice, che deve portare a definire se la presenza di sorgenti di rischio e/o di pericolo, identificate nella fase precedente, possa comportare nello svolgimento della specifica attività un reale rischio di esposizione per quanto attiene la Sicurezza e la Salute del personale addetto. Al riguardo si dovranno esaminare: le modalità operative seguite nell’espletamento dell’attività (es. manuale, automatica, strumentale) ovvero dell’operazione (a ciclo chiuso, in modo segregato o comunque protetto); l’entità delle lavorazioni in funzione dei tempi impiegati e delle quantità di materiali utilizzati nell’arco della giornata lavorativa; l’organizzazione dell’attività: tempi di permanenza nell’ambiente di lavoro; contemporanea presenza di altre lavorazioni; la presenza di misure di sicurezza e/o di sistemi di prevenzione - protezione, previste per lo svolgimento delle lavorazioni. In conclusione si deve individuare ogni rischio di esposizione per il quale le modalità operative non ne consentano una gestione ‘controllata’: Rischi Residui. <<< <<<

93 La “ STIMA “ dei Rischi di Esposizione
ai fattori di pericolo residui ovvero ai rischi che permangono dall’esame delle fasi precedenti (Fase I, Fase II) può essere eseguita attraverso: una verifica del rispetto dell’applicazione delle norme di sicurezza alle macchine durante il loro funzionamento; una verifica dell’accettabilità delle condizioni di lavoro, in relazione ad esame oggettivo della entità dei Rischi e della durata delle lavorazioni, delle modalità operative svolte e di tutti i fattori che influenzano le modalità e l’entità dell’esposizione, in analogia con i dati di condizioni di esposizione similari riscontrati nello stesso settore operativo, in considerazione di consolidate esperienze. una verifica delle condizioni di sicurezza ed igiene anche mediante acquisizione di documentazioni e certificazioni esistenti agli atti dell’azienda; una vera e propria "misura" dei parametri di rischio (Fattori Ambientali di Rischio) che porti ad una loro quantificazione oggettiva ed alla conseguente valutazione attraverso il confronto con indici di riferimento (ad esempio: Indici di riferimento igienico-ambientale e norme di buona tecnica). Tale misura è indispensabile nei casi previsti dalle specifiche normative (es.: rumore, amianto, piombo, cancerogeni, radiazioni ionizzanti, agenti biologici, etc.). <<< <<<

94 A - Esempi di interventi di Prevenzione e Misure di Sicurezza in caso di rischio
A) Interventi di prevenzione e misure di sicurezza in caso di Rischio Chimico a. Interventi di protezione dell’ambiente cappe aspiranti ventilazione amb. (R/h) aspirazioni localizzate lavorazioni a ciclo chiuso automazione - Robot sistemi di allarme corretto impiego di sistemi di produzione b. Interventi di protezione personali guanti maschere cappe di aspirazione; corretto impiego delle apparecchiature e strumentazioni di laboratorio; propipette; pipettatrici automatiche; materiali a perdere; disponibilità di recipienti per deposito provvisorio dei rifiuti; c. Misure di sicurezza e organizzazione del lavoro ▪ divieto di fumare; ▪ operazioni lontano da fiamme, da sorgenti di calore, da scintille; ▪ formazione - informazione; ▪ etichettatura; ▪ scheda di sicurezza; ▪ segnaletica di sicurezza; ▪ servizi di sicurezza (docce di emergenza, lavaocchi, note di intervento di primo soccorso per le sostanze adoperate) <<< <<< >>

95 B - Esempi di interventi di Prevenzione e Misure di Sicurezza in caso di rischio
B) Interventi di prevenzione e misure di sicurezza in caso di Rischio Fisico a. Interventi di protezione dell’ambiente controllo del microclima; corretto funzionamento del sistema di condizionamento; corretto funzionamento del sistema di insonorizzazione; schermatura macchine; controllo condizioni di emissione; corretto funzionamento dell’avvisatore di miscele infiammabili (se necessario); corretto funzionamento dell’impianto antincendio. b. Interventi di protezione personale occhiali schermi protettivi; maschere per polveri; cuffie insonorizzanti; guanti; caschi. <<< <<< << >>

96 Comportamenti responsabili
D. Lgs Art Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. La valutazione soggettiva del rischio dipende da un insieme di fattori sociali, individuali e culturali, che insieme determinano quella che si chiama necessità di contestualità. Tutte le persone sono portate ad inscrivere il rischio all’interno della propria esperienza personale, annullandone così la sua dimensione oggettiva. La valutazione che il lavoratore fa della propria esperienza lavorativa determina un innalzamento del rischio, palesa sicurezza che in molti casi porta all’evento infortunio. - comportamento errato - Rischio oggettivo è quanto viene razionalmente determinato dall’esame attento delle procedure di lavoro e dei materiali usati. Ciò significa che è tecnicamente possibile determinare tipologia e qualità del rischio e mettere a punto , quindi, azioni preventive possibili per ogni singola fase lavorativa. Il rischio oggettivo, dunque, deriva dallo studio attento delle operazioni lavorative e dalle variabili oggettivamente determinabili attraverso l’osservazione e il loro ordinamento. - comportamento corretto - <<< <<< << >>

97 Accrescere la sicurezza nel comportamento
Ponteggi metallici Accrescere la sicurezza nel comportamento Tutti gli elementi metallici che compongono il ponteggio devono portare impresso il marchio del fabbricante. Ancoraggio Il ponteggio all’acquisto deve essere provvisto di autorizzazione all’impiego del Ministero del lavoro e di relazione tecnica cavalletto Il ponteggio deve essere ancorato efficacemente alla costruzione in maniera conforme alle istruzioni fornite dal fabbricante. Il ponteggio viene assemblato a terra e poi ciascuna sezione viene posizionata con una gru sulle staffe. I ponteggi possono collassare o cadere provocando gravi lesioni ai lavoratori. diagonale Ancoraggio corrente Il ponteggio viene poi smontato allo stesso modo. corrente (volta testa) quando si smontano i ponteggi … La buona tecnica … Basetta <<< <<< << >>

98 I comportamenti secondo la norma
Sono al secondo piano, devo lavorare su un trabattello e quindi mi devo assicurare che le ruote siano bloccate saldamente. Quando le ruote sono saldamente bloccate e il trabattello è stabile, è più difficile scivolare e cadere in male modo. Le ruote del ponte in opera devono essere saldamente bloccate con cunei dalle due parti. I ponti su ruote devono essere ancorati alla costruzione almeno ogni due piani. La verticalità dei ponti su ruote deve essere controllata con livello o con pendolino. (art. 52 D.P.R ) Evitiamo di piangere quando il danno è stato già causato <<< <<< << >>

99 Saper gestire le emergenze - comportamenti
Comportamenti in sicurezza per ogni tipo di emergenza vie di fuga appropriatamente segnalate, sgombre da ostacoli e con illuminazione di emergenza autonoma gli estintori e gli interruttori di emergenza devono essere facilmente raggiungibili e segnalati in modo idoneo. punti di soccorso medico dotati di attrezzature minime di pronto soccorso. esercitazioni periodiche che devono riguardare l'utilizzo dei mezzi di emergenza e l’evacuazione dei locali. Le modalità di gestione delle emergenze devono prevedere il mantenimento del controllo delle protezioni di Sicurezza <<< <<< <<

100 fasi <<< <<<


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