I Dauni tra il VII e VI secolo a.C.
I Dauni I Dauni, provenienti dall’Illiria e giunti sul territorio dell’odierna provincia di Foggia nell’Età del Ferro, hanno fondato numerosi villaggi, soprattutto lungo i corsi d’acqua e vicino al mare. Numerose tracce di villaggi dauni sono state trovate su Monte Saraceno, nella piana di Siponto, presso Ascoli Satriano, ma anche a Lucera, Arpi, Ordona e Troia. Uno dei siti dauni più importanti è Monte Saraceno, a pochi chilometri da Mattinata.
Qui sono state ritrovate tracce di un villaggio, di una necropoli e numerosi reperti archeologici,tra cui le stele daune.
Le stele daune Le stele, scoperte intorno agli anni ’60 da Silvio Ferri, sono lastre di pietra calcarea di forma rettangolare realizzate dai Dauni tra il VII e il VI sec. a. C. Molto probabilmente servivano ad indicare la presenza di una sepoltura, erano cioè dei segnacoli funerari. Le stele daune presentano incisioni su tutti i lati, tranne nella parte inferiore, elemento che fa pensare che venivano infilate perpendicolarmente nel terreno.
Le stele riproducono schematicamente figure umane maschili e femminili probabilmente appartenenti ad entità di rango.
L’incisione delle stele Le stele con armi presentano la spada inguainata, un pettorale di forma rettangolare (cardiophilax), un grande scudo circolare. Sulle braccia probabilmente tatuaggi e, a volte, le mani e gli avambracci sono coperti da guanti. Le stele costituiscono un vero e proprio “documento” in quanto raccontano la vita dei Dauni, le attività che praticavano e i loro usi e costumi.
Infatti, compaiono incise scene di vita quotidiana come la pesca, la caccia, la tessitura al telaio verticale, l’attività metallurgica, ma anche sene rituali, animali reali e fantastici.
I dettagli Le stele erano completate da teste di forma ovale o sferica, a colte anche un copricapo. Alcune sono definite iconiche, cioè presentano i tratti anatomici eseguiti ad incisione (sopracciglia, occhi e bocca) ed a rilievo (naso ed orecchie). Possono presentare anche una frangetta o capelli raccolti a chignon o a treccia. Le altre teste sono definite aniconiche.
I colori Le stele presentano tracce di colore rosso, nero e giallo le cui tracce, però, si fondono con il colore caldo della pietra calcarea.
Dove sono conservate Oggi le stele sono conservate nella sala “ Marina Mazzei” (archeologa foggiana scomparsa nel 2004 che studiò la civiltà dei Dauni e direttrice del Museo Archeologico di Manfredonia) nel castello di Manfredonia, sede del Museo Archeologico Nazionale del Gargano.
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