Disabilità ed integrazione E’ il lavoro comune che fa la differenza
Introduzione DOCENTE S.Morricone - L. MARFELLA Tempi: 30 minuti Difficoltà: media Sistema competenze: Conoscere l’esigenza di integrazione sociale e di apprendimento scolastico degli alunni con disabilità per rapportarsi al meglio con loro Sistema valutazione: 1 test a risposta unica
Panoramica Le persone con disabilità sono diverse: ma diverse da chi? Vogliono vivere insieme agli altri, non separati, e in ambienti adatti ad accoglierli. (1) Occorre cambiare il punto di vista nel rapportarci con loro, iniziando dal nostro modo d esprimerci. (2) La scuola deve porsi come rete sociale che sostenga l’alunno insieme alla famiglia e alle istituzioni. (3) La legge prevede un team di sostegno che lavori per l’alunno (4) e strumenti normativi come la diagnosi funzionale, il profilo dinamico funzionale (5) e il Pei, piano educativo funzionale (6) che seguono l’alunno in tutta la sua carriera scolastica, strumenti flessibili di analisi e interventi riguardanti il Progetto di Vita dell’alunno. La frequenza nelle scuole italiane di alunni con disabilità ha avuto un incremento del 40% negli ultimi anni e questo è un successo importante.(7) Si è fatto cenno alla disabilità intellettiva (autismo, sindrome di Down) a quella fisica, a quella sensoriale (disabilità visiva, uditiva) nella consapevolezza che conoscere le difficoltà specifiche aiuta ad averne meno paura, a trovare più facilmente il modo migliore per aiutare ed accogliere l’altro.
Vocabolario Congenito: presente fin dalla nascita Contesto: sfondo della situazione di cui si sta parlando Disabilità: non possibilità di adempiere a funzioni o compiti determinati Deficit : insufficienza o mancanza Genetico: relativo ai geni, caratteri ereditari degli esseri viventi Interazione: influenza reciproca fra due elementi, persone. Menomazioni: perdita di efficienza fisica, danno fisico o morale Terapeutico: efficace per curare
1 - La persona con disabilità Le persone con disabilità sono “diverse”: ma diverse da chi? La disabilita' è una caratteristica fisica che diventa svantaggio quando non c'e' l' ambiente adatto per accoglierla: Convenzione Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (30/3/2007) Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri. Poiché la disabilità risulta lontana dai canoni di bellezza e perfezione proposti dalla cultura dominante, la si rifiuta, se ne ha paura : eppure è un’esperienza che tutti nell’arco della vita potremmo trovarci a vivere.
E se non riuscite a lavorare con amore, ma solo con disgusto, è meglio per voi lasciarlo e, seduti alla porta del tempio, accettare l’elemosina di chi lavora con gioia. Perché se cuocete il pane con indifferenza, voi cuocete un pane amaro, che non potrà sfamare l’uomo del tutto. E se spremete l’uva controvoglia, la vostra riluttanza distillerà veleno nel vino. da Il Lavoro di Khalil Gibran.
2 – Le parole giuste per la disabilità Molti termini definiti in ambito scientifico vengono trasferite nel linguaggio comune come strumenti di offesa personale. Invece di dire: “Invalido, handicappato, diversamente abile, disabile,” diciamo: “persona con disabilità”, invece di : “ ritardato, mentalmente handicappato” diciamo: “persona con disabilità intellettiva “, invece di “mongoloide, ragazzo down, persona affetta dalla sindrome di down” diciamo: “persona con sindrome di down”, invece di “autistico, persona affetta da autismo” diciamo: “persona con autismo”. Cosa cambia? Molto, è pensare all’altro sempre come “persona” e l’approccio iniziale genererà un moto di accoglienza che rimarrà nel tempo e che può fare la differenza anche rispetto a coloro che sono più competenti ma meno accoglienti.
3 - La disabilità a scuola L’Italia è il paese in Europa con la maggiore integrazione: gli alunni con disabilità hanno cominciato a frequentare la scuola comune dal 1972 e oggi hanno diritto a frequentarla anche se con gravi patologie. Negli anni 70 furono smantellati gli istituti speciali anche se all’inizio mancavano i più elementari presupposti per l’inserimento nelle scuole comuni: personale di assistenza, eliminazione delle barriere architettoniche, formazione degli insegnanti, supporto specialistico. Gli alunni con disabilità sono individuati da un apposito organismo collegiale attivato presso le ASL e tutte le procedure richiedono non solo il consenso ma anche il coinvolgimento attivo della famiglia. Anche se la scuola e i servizi dell’ASL sono d’accordo, un alunno NON può essere individuato in condizioni di disabilità se i genitori sono contrari.
Nota MIUR 3390 del 30/11/2001 L'assistenza di base, di competenza della scuola, va intesa come il primo segmento della più articolata assistenza all'autonomia e alla comunicazione personale prevista dall'art.13, c 3, della legge 104/92. Nel sistema vigente l'assistenza di base gestita dalle scuole è attività interconnessa con quella educativa e didattica: queste tre tipologie di azioni devono concorrere tutte insieme alla integrazione della persona disabile secondo un progetto unitario che vede coinvolti tutti gli operatori (dirigenti scolastici, docenti, collaboratori scolastici, genitori, tecnici della riabilitazione ecc.) in un unico disegno formativo che la norma definisce come Piano Educativo Individualizzato Il collaboratore scolastico quindi partecipa al progetto educativo e collabora con gli insegnanti e la famiglia per favorire l’integrazione scolastica.
4 - Il team di sostegno Ponendosi come obiettivo l’indipendenza dell’alunno per l’integrazione sociale occorre favorire il raggiungimento dell’autonomia nella cura della sua persona, nell’alimentazione, nelle attività di vita quotidiana e il miglioramento della comunicazione; occorre creare un team di sostegno, scambiare informazioni tra scuola, famiglia e esperti, programmare obiettivi educativi comuni e coerenti a casa e a scuola, formulare interventi per piccoli passi, graduali, usare più strategie possibili, mettersi in discussione, curare il rapporto tra il bambino e i coetanei, fornire esempi positivi, usare regole semplici, chiare, coerenti, usare rinforzi positivi, punire comportamenti gravi, agire prevenendo i comportamenti gravi, educare a gestire le emozioni, soprattutto la rabbia, e se possibile deviare le energie fisiche verso attività sportive.
5 - La Diagnosi Funzionale e il Profilo Dinamico Funzionale Diagnosi Funzionale Descrizione analitica dello stato psico - fisico dell’alunno. Viene redatta dall’ Asl e fornisce un quadro clinico per orientare decisioni sia terapeutiche che didattiche. Profilo Dinamico Funzionale Definisce la situazione di partenza e le tappe di sviluppo conseguite o da conseguire dall’alunno. Lo redige il gruppo GLH (gruppo di lavoro per handicap) composto da docenti, operatori sanitari e familiari e serve a condividere le informazioni che delineano il funzionamento della persona osservate dagli insegnanti e confrontate con la famiglia.
6 - Il PEI : Piano educativo individualizzato Il PEI è parte integrante della programmazione di classe e contiene in particolare gli obiettivi educativi e di socializzazione, le attività specifiche, i metodi, i sussidi, i criteri e i metodi di valutazione e le forme di integrazione tra scuola ed extra-scuola. Viene redatto all’inizio dell’anno scolastico sia dalla scuola che dall’equipe psico-sociosanitaria con la collaborazione della famiglia, ed è soggetto poi a verifica annuale. Il PEI propone interventi considerando sia il presente che il futuro, perciò deve essere visto come Progetto di Vita dell’alunno
7 – La Direttiva Ministeriale del 27/12/12 La DM del 27/12/12 in relazione allo svantaggio scolastico ha individuato un’area chiamata dei Bisogni Educativi Speciali (BES). Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: la disabilità; i disturbi specifici di apprendimento (DSA) e lo svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale. Nella prima sottocategoria rientrano gli alunni con disabilità certificata ai sensi della L. 104/92. Solo in questo caso è prevista la presenza del docente di sostegno, per un numero di ore commisurato al bisogno, e l’assistenza di base a carico della scuola. Dati statistici a.s. 2014/2015: Rispetto a dieci anni fa la frequenza di alunni con disabilità è aumentata del 40% soprattutto nella scuola primaria. I maschi sono il 68,8% del totale. Il 95,8% degli alunni con disabilità è con disabilità psicofisica.
8 - La disabilità intellettiva La disabilità intellettiva e relazionale è una condizione di salute irreversibile e le sue cause possono essere di natura genetica o acquisita. Nel primo caso sono presenti anomalie dei cromosomi (la sindrome di Down). Le cause non genetiche, invece, possono originarsi in diversi momenti della vita di un individuo: prima della nascita (rosolia), durante il parto (prematurità ed asfissia), oppure per patologie sopravvenute dopo il parto (ad esempio meningiti) La persona manifesta quindi (prima dei 18 anni )sia un deficit delle funzioni intellettive (ragionamento, soluzione dei problemi, apprendimento scolastico) sia un deficit del funzionamento sociale (mancata indipendenza personale e responsabilità sociale). L’ autismo ha cause ancora sconosciute: è caratterizzato da difficoltà di comunicazione e di rapporti sociali.
9 - La disabilità fisica La disabilità fisica congenita è prevalentemente in conseguenza di un’anomalia genetica, già presente quasi sempre alla nascita, o comunque nei primi anni di vita. Comporta problemi quando il bambino deve diventare autonomo e staccarsi dalla madre. La disabilità fisica acquisita è quasi sempre conseguenza di un danno provocato da un trauma o da malattie (sclerosi multipla). Talvolta la persona disabile può lamentarsi di non riuscire a fare questo o quello, anche se in realtà il deficit non costituisce assolutamente un impedimento fisico, ma si è più probabilmente in presenza di un blocco psicologico. Riconoscere questo tipo di atteggiamento permette a chi lo assiste di uscire da un atteggiamento di vittimismo che può solo danneggiarlo.
10 - La disabilità sensoriale La perdita, totale o parziale, del senso dell'udito può derivare da diverse cause talora presenti anche prima della nascita, e altre volte da fattori che colpiscono la madre durante la gravidanza, come ad esempio alcune infezioni (rosolia, ecc. ) oppure anche cause di tipo tossico (alcuni farmaci) Se nel caso di sordità congenita grave e ad entrambe le orecchie non si interviene precocemente con una protesi e con una riabilitazione, il bambino oltre a non poter percepire i suoni e le parole, non apprende il linguaggio e diviene così un sordomuto. Se, al contrario, la sordità si sviluppa dopo l'apprendimento del linguaggio, i suoi effetti potranno essere corretti da una protesi acustica. La perdita del senso della vista può derivare da diverse cause presenti prima della nascita, oppure si può avere anche dopo a seguito di malattie ( come il diabete), di infezioni virali o di traumi.
Riepilogo Nella lezione di formazione si è iniziato il discorso riguardanti l’ inclusione e l’autonomia dell’alunno con disabilità, nella convinzione che il lavoro dei collaboratori scolastici sia indispensabile. Indipendentemente dalla diagnosi è importante relazionarsi con l’alunno e stabilire un’efficace relazione d’aiuto: conoscere le caratteristiche della malattia che lo affligge, è condizione indispensabile per tenere sempre presente i rischi a cui può essere esposto. L’ assistenza, attenta e consapevole, può denunciare eventuali problemi e supportare il lavoro dei docenti, anche nella considerazione del limitato numero di ore settimanali previsto per il docente di sostegno. E’ insomma qui che entra in gioco lo sforzo individuale e la determinazione forte di contribuire con i propri mezzi al conseguimento dei risultati.
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