AFRICA, CONTRASTARE LA POVERTA’ ESTREMA  Bruno Soro, Università di Genova  Roberto Nani, ICS di Alessandria Genova, 9 novembre 2012.

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AFRICA, CONTRASTARE LA POVERTA’ ESTREMA  Bruno Soro, Università di Genova  Roberto Nani, ICS di Alessandria Genova, 9 novembre 2012

Foto : World Bank, Africa Development Indicators (ADI), 2010 Parte prima I mille volti della povertà

I primi studi sulla povertà nel mondo  Banca Mondiale, World Development Report on Poverty, 1990  United Nations Development Programme (UNDP), Human development Report, N. 1, Gli studi più recenti:  Banca Mondiale, “Poverty”,  Banca Mondiale, “Africa Development Indicators”, 2007  Banca Mondiale, “World Development Indicators”, 2010

 di chi ha fame  di chi è senza alcuna protezione sociale  di chi è ammalato senza potersi curare  di chi non ha accesso all’acqua potabile  di chi è analfabeta  di chi non ha lavoro, né prospettive per il futuro  di chi è privo di potere e di libertà personale La povertà come «condizione» : Banca Mondiale, Poverty, 2004

 Nella prospettiva del reddito, è povero chi vive al di sotto di una certa soglia detta «soglia di povertà». Essa varia nel tempo e tra paesi e società. Con riguardo ai paesi in via di sviluppo, la «soglia di povertà» è di due dollari al giorno in PPP del 2005 (pari a 60$ al mese ovvero 720$ all’anno). Un dollaro al giorno (pari a 30$ al mese pari a 360$ all’anno) è invece la soglia cosiddetta della «povertà estrema». Fonte: UNDP, Sradicare la povertà, Rosenberg & Sellier, 1998 La povertà ha molte facce:  Nella prospettiva della qualità della vita, invece, è povero chi, congiuntamente, è privo di beni materiali, non ha accesso ai servizi sanitari ed ha una speranza di vita breve.  Nella prospettiva della libertà di scelta, infine, è povero chi non ha accesso alle conoscenze, alle risorse, e alla tutela dei diritti.

 La povertà assoluta: fa riferimento ad uno standard di fabbisogno minimo (che definisce la «soglia di povertà»). Le manifestazioni della povertà:  La povertà relativa: indica una posizione di svantaggio rispetto alla maggior parte della popolazione. Esempio: chi appartiene al gruppo con il reddito più basso.  La povertà di genere: attiene alla condizione femminile, ossia al fatto che le donne siano o meno escluse dalla partecipazione attiva alla vita politica e sociale.  La povertà umana: riguarda l’ampiezza delle alternative di cui un individuo dispone congiuntamente alla minore o maggiore libertà di scegliere l’alternativa che preferisce. In sintesi, «povero» è chi non è libero di disporre della propria vita anche se apparentemente ha disponibilità di reddito.

 Nella prospettiva del reddito, la povertà assoluta fa riferimento ad un valore fisso (coloro che vivono con meno di 720$ all’anno);  la povertà relativa si riferisce invece ad un valore mediano (coloro che vivono con un reddito pari o inferiore al 30% del valore mediano);  Il tasso di povertà (Poverty rate) è la proporzione di individui poveri sul totale della popolazione;  Il Poverty Gap, misura la profondità della povertà, è la distanza totale dalla soglia di povertà. Misurare la povertà  La povertà è un fenomeno dinamico: nel tempo, si può passare da una condizione di non povertà ad una di povertà e viceversa (ad esempio, chi possiede un lavoro e lo perde, oppure chi era disoccupato e trova lavoro).  La povertà si acuisce nei momenti di crisi.  Per superare i limiti della misurazione della povertà nella prospettiva del reddito è stato costruito un indicatore della povertà umana: l’ISU (Indice di Sviluppo Umano) che tiene conto di tre diversi indicatori:  l’indice della speranza di vita (lunghezze e sanità);  L’indice di istruzione (alfabetizzazione e scolarità):  L’indice dello standard di vita (il PIL pro capite in PPS)

Poveri si nasce Fonte: World Bank, WDI dei 20 paesi più poveri al mondo sono nel Continente Africano Ma nei restanti paesi si vive all’incirca con tre dollari al giorno! Gli abitanti di questi paesi vivono al di sotto della soglia di povertà estrema I tassi di crescita degli ultimi sono, tranne qualche eccezione, impressionanti I tassi di crescita demografici degli ultimi sono, sempre tranne qualche eccezione, altrettanto molto elevati Gli abitanti di questi paesi vivono al di sotto della soglia di povertà

Cosa significa povertà estrema  In questa presentazione tratteremo esclusivamente della povertà nella prospettiva del reddito, vale a dire, la situazione di chi dispone di meno di uno o due dollari al giorno.  Se per le organizzazioni internazionali 2$ al giorno costituiscono la «soglia di povertà» e 1$ al giorno la soglia della «povertà estrema» … Ma quanti e dove sono i poveri del mondo?  Di tutta la popolazione mondiale, stimata alla fine del 2009 in 6 miliardi e 700 milioni, oltre l’84% vive mediamente con meno di sei dollari al giorno.  2,5 miliardi di esseri umani (pari al 53% della popolazione mondiale) vivevano nel 2006 in condizioni di povertà, ossia con meno di 2$ al giorno.  1 miliardo di esseri umani (pari a circa un sesto della popolazione mondiale) viveva nello stesso anno in condizioni di povertà estrema, vale a dire con meno di 1$ al giorno. Fonte: Banca Mondiale, WDI 2008

Povera Africa La povertà estrema nell’Africa Sub Sahariana è il 30% di quella mondiale. Con un tasso di crescita annuo medio di 2,6% all’anno, la popolazione africana cresce ogni anno di 22 milioni di esseri umani. Di essi il 75% (pari a 16,5 milioni) nasce povero. 20 paesi su 54 (per un totale di 332 milioni) hanno un reddito pro capite inferiore a 1 $ al giorno (condizione di povertà estrema). In media, la popolazione nell’Africa Sub Sahariana vive con meno di 2 $ al giorno(condizione di povertà). La media UE (a 25 paesi) è di circa 72 $ al giorno e quella degli USA è di circa 111 $ al giorno. Fonte: Banca Mondiale, African Development Indicators, 2006

Povero Mozambico Il reddito pro capite della popolazione del Mozambico (pari a 270 $) corrisponde a 184 euro, vale a dire cinquanta centesimi al giorno. E’ meno della metà rispetto alla media dei paesi dell’Africa Sub Sahariana, mentre la media UE (pari a circa 50 euro al dì) è 98 volte quella del Mozambico (quella degli USA è 150 volte). 152 bambini mozambicani su mille non arrivano a 5 anni di età (contro 7 della media UE). La speranza di vita media di un mozambicano è di soli 42 anni (contro i 78 della media UE). Fonte: Banca Mondiale, African Development Indicators, 2006

1.Sradicare la fame e la povertà estrema 2.Diffondere l’educazione primaria 3.Rimuovere la povertà di genere 4.Ridurre la mortalità infantile 5.Promuovere l’assistenza alla maternità 6.Combattere l’AIDS e le altre malattie 7.Migliorare la qualità dell’ambiente 8.Sviluppare la partecipazione allo sviluppo Fonte: Banca Mondiale, Poverty, 2004 Le priorità delle Istituzioni mondiali: gli otto obiettivi della Millennium Declaration per sconfiggere la povertà estrema entro il 2015

1.Promuovere una crescita a livello mondiale stabile e sostenuta 2.Dare attuazione agli impegni presi 3.Fornire più aiuti e in forme più efficaci 4.Favorire politiche coerenti per lo sviluppo Le priorità dei paesi sviluppati: aiutare i paesi poveri conviene Fonte: Banca Mondiale, Poverty, 2004

 Creando un clima favorevole all’intrapresa del settore privato  Migliorando l’efficienza e la governance del settore pubblico  Promuovendo investimenti in infrastrutture e assicurandone l’attuazione  Accrescendo l’efficacia degli aiuti umanitari Le priorità dei paesi poveri: ai paesi poveri conviene collaborare Fonte: Banca Mondiale, Poverty, 2004

Contrastare la povertà “La sfida fondamentale del ventunesimo secolo sarà prendere atto che l’umanità condivide un destino comune in un pianeta affollato.” Jeffrey Sachs, “Il bene comune. Economia per un pianeta affollato”, Mondadori, Milano Essendo consapevoli che … “Contrariamente a quanto si è ritenuto in passato, il miglioramento della produttività nell’agricoltura di sussistenza, dell’alimentazione, della salute pubblica, del livello medio di istruzione, delle infrastrutture di base non è la naturale conseguenza della crescita economica, ma lo strumento fondamentale per realizzarla.” Perché “oggi esistono le condizioni perché i paesi ricchi finanzino lo sviluppo di quelli poveri con investimenti mirati proprio in quei settori cruciali.” Jeffrey Sachs, “La fine della povertà”, Mondadori, Milano 2005

“La pace, la fiducia, l’armonico equilibrio economico fra tutti i paesi del mondo, strettamente interconnessi, è il solo obiettivo a cui valga la pena di puntare.” E’ raggiungibile l’obiettivo di sconfiggere la povertà? Scriveva John Maynard Keynes ( ) nel 1931 : J.M. Keynes, Esortazioni e profezie, Garzanti, Milano … il mondo occidentale dispone già delle risorse ove sapesse creare l’organizzazione per utilizzarle, capaci di relegare in una posizione di secondaria importanza il «problema economico» che assorbe oggi le nostre energie morali e materiali.” Sottolineando che …

Foto : World Bank, Africa Development Indicators (ADI), 2010 Fine della prima parte I mille volti della povertà