L’imprenditore è colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi Elementi.

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L’imprenditore è colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi Elementi essenziali perché un’attività possa essere considerata Impresa, si ricava dalla norma,sono la economicità,l’organizzazione, la professionalità e il fine dello scambio.

1. Il requisito della economicità sussiste se l’attività svolta è obbiettivamente idonea a coprire almeno le spese con i ricavi 2. Il requisito della organizzazione consiste nel coordinamento dei fattori produttivi. 3. Il requisito della professionalità è ritenuto presente se l’attività è svolta in modo abituale e non occasionale. 4. Il fine della produzione o dello scambio di beni e servizi comporta che è imprenditore solo chi produce per il mercato e non per il solo autoconsumo

Ci sono diverse tipi di azienda: L’impresa commerciale L’impresa agricola Piccola impresa (sia essa commerciale o agricola) L’impresa familiare

È imprenditore commerciale chi esercita professionalmente una o più delle seguenti attività: un'attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi; un' attività intermediaria nella circolazione dei beni; un' attività di trasporto per terra, o per acqua o per aria; un' attività bancaria o assicurativa; altre attività ausiliarie delle precedenti.

L' imprenditore agricolo è quel tipo di imprenditore che per la legge italiana svolge un'attività d' impresa agricola, precisamente colui che esercita un'attività d'impresa elencata dall'art.2135 c.c., ovvero: coltivatore del fondo allevamento di animali

Le piccole e medie imprese o PMI sono aziende le cui dimensioni rientrano entro certi limiti occupazionali e finanziari prefissati. Per questa ragione, e anche per le oggettive difficoltà di attrarre capitali, Stati e Regioni di solito mettono in atto politiche di sostegno verso la PMI. È importante considerare che le piccole e medie imprese si comportano talvolta in modo decisamente diverso da quelle di dimensioni maggiori, vuoi per la diversa tipologia di organizzazione (talvolta le PMI sono ancora gestite direttamente dal proprietario), vuoi per la limitata disponibilità di capitali e le conseguentemente differenti politiche gestionali.

L' impresa familiare è un istituto giuridico nell'ordinamento italiano, disciplinato dall'art. 230 bis del codice civile. Esso regola i rapporti che nascono in seno ad una impresa ogni qualvolta un familiare dell'imprenditore presti la sua opera in maniera continuativa nella famiglia o nella stessa impresa. L'impresa familiare riceve per la prima volta tutela nel 1975 con la riforma del diritto di famiglia. L'esigenza sottesa alla creazione di tale istituto era di tutela nei confronti di quei familiari che pur lavorando all'interno di una impresa familiare non erano protetti nei confronti dell'imprenditore. Situazione iniqua che trovava larga applicazione nel mondo della piccola impresa italiana, in cui spesso il padre assumeva la qualifica di imprenditore, e la moglie ed i figli non ricevevano nulla in cambio del proprio lavoro.

Gli obblighi dell’imprenditore cambia a secondo delle imprese:

L’imprenditore commerciale: è obbligato a iscriversi nel registro delle imprese al fine di rendere noti ai terzi alcune fondamentali notizie relative alla sua attività; È obbligato a tenere le scritture contabili indicati dalla legge È soggetto ai fallimenti e alle altre procedure concorsuali

Il registro delle imprese, per la legge italiana, è un registro in cui le imprese italiane sono tenute all'iscrizione, e che costituisce la fonte primaria di certificazione dei loro dati costitutivi, così come le anagrafi comunali lo sono per i dati dei cittadini. Chi svolge in Italia un’attività economica sotto forma di impresa deve iscriversi al registro delle imprese tenuto dalle camere di commercio italiane (una per ogni provincia), interconnesse tramite la loro società di informatica Info Camere S.c.p. A.

Le Scritture contabili sono un sistema coordinato di annotazioni della cui lettera è possibile determinare il reddito,il patrimonio e la situazione finanziaria dell’impresa.

Il fallimento è sicuramente la più grave tra queste procedure perché comporta l’eliminazione dell’impresa e la distruzione del ricavato ai creditori.

L’imprenditore agricolo e il piccolo imprenditore: Non sono obbligati a tenere le scritture contabili, a eccezione di quelle richieste per i controlli fiscali; Non sono soggetti al fallimento né alle altre procedure concorsuali.