A. Albertini, F. Celenza, M. Sardo Cardalano UO NUTRIZIONE –DSP- AUSLBOLOGNA COUNSELING ED EMPOWERMENT NUTRIZIONALE Focus.

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Transcript della presentazione:

A. Albertini, F. Celenza, M. Sardo Cardalano UO NUTRIZIONE –DSP- AUSLBOLOGNA COUNSELING ED EMPOWERMENT NUTRIZIONALE Focus sulle famiglie migrate

L’obesita’ - dai dati ISTAT, 5% della popolazione infantile immigrata - e’ un problema emergente anche se non e’ semplice per le famiglie affrontarlo come priorita’. Le madri straniere, se non accompagnate, rischiano di porre in secondo piano le proprie tradizioni culturali e di adeguarsi alle abitudini alimentari della popolazione italiana per quanto riguarda le modalita’ di allattamento, svezzamento e tipologia di prodotti alimentari introdotti

PREVALENZA DI OBESITÀ IN BAMBINI <5 ANNI IN BACINI MIGRATORI Fonte IOTF – Obesity Reviews 2006 (per confronto)

L’urbanizzazione in paesi “poveri” costituisce oggi determinante di malnutrizione per eccesso, la migrazione rischia di essere assimilata a tale processo Prevalenza di sovrappeso in base all’area di residenza (6-18 anni) Fonte IOTF – Obesity Reviews 2006

Evoluzione nel tempo di sottopeso e sovrappeso (6-18 anni) Paesi che subiscono veloci cambiamenti nel livello socio-economico e dunque nelle abitudini alimentari stanno avvertendo uno spostamento dai problemi di denutrizione a quelli di iperalimentazione e compresenza di malnutrizione ed obesità. Soltanto la Russia mostra un'inversione di tendenza attribuibile al peggioramento della situazione economica dall'inizio degli anni ‘90. Fonte IOTF – Obesity Reviews 2006

Obesità e fattori socioeconomici L’esperienza degli Stati Uniti dimostra che la combinazione di fattori genetici, culturali, ma soprattutto economico sociali determinano un rischio doppio di diventare obesi nei bambini di lontane origini africane e latino–americane rispetto ai bambini di origine europea. Fonte IOTF – Obesity Reviews 2006

FONTE: OMS 2006

L’obesità, oggi, viene posta nel contesto della cronicità, paradossalmente presente in situazioni di disuguaglianza economica, emergente nella popolazione migrante del nostro paese; la sfida della nostra società è la capacità di prevenirla, accogliendo sensibilmente altre realtà e altre culture nel rispetto delle loro tradizioni. “….tale processo di empowerment diventa significativo nell’accoglienza dei bambini immigrati con i loro genitori. Proposte alimentari incongrue possono acuire o favorire lo sviluppo di problematiche di malnutrizione dovute a eccesso e /o difetto. Un conflitto intenso, disempowerment, può impadronirsi dei genitori in bilico tra passato e presente…”

La contaminazione alimentare, “meltin’ pot”, non è semplice da attuare per coppie di immigrati per i quali la proposta di elementi culturali d’origine rappresenta un modo per non far perdere completamente la propria identità ai bambini facilmente attratti, attraverso i Media, dai modelli occidentali. A RISCHIO DI OBESITÀ BAMBINI E ADOLESCENTI STRANIERI Lo rileva l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma che registra un 10% di ricoverati l’anno per patologie legate alla nutrizione come appunto l’obesità, ma anche la Sindrome Metabolica insorta precocemente.

Le famiglie portano con sè gli elementi della loro cultura d’origine e sono sottoposte ad un processo di integrazione non privo di scogli e diffidenze. Il momento di maggior rischio si rileva nella primissima infanzia, dopo le fasi di allattamento e svezzamento, nel passaggio- transizione ad una alimentazione autonoma di tipo occidentale. Nell’ottica della prevenzione la nostra strategia sarà di mettere in campo capacità di accoglienza e attenzione a conoscere le altre realtà e le altre culture.

“LA MADRE NUTRICE” Una madre confusa ed iperansiosa che si affida ad “esperti”, frequentemente confonde il tipo di richiesta del bambino e maschera la sua insicurezza offrendo cibo in maniera indiscriminata. Questo comportamento produce un bambino confuso che non è in grado di differenziare la fame da altre sensazioni sgradevoli. Consensus su prevenzione, diagnosi, terapia 2005 OBESITA’ ESSENZIALE DEL BAMBINO E DELL’ADOLESCENTE:

Predisposizione al diabete tipo 1 Abitudini alimentari della prima infanzia quali: assunzione precoce di glutine, introduzione precoce di di proteine del latte vaccino, assunzione di cibi ricchi in proteine e nitrosamine, inadeguata assunzione di vitamina D della madre scatenano precoce autoimmunità verso le  cellule pancreatiche. NUOVE EVIDENZE CLINICHE NELLA PRIMA INFANZIA Nei bambini stranieri, dal punto di vista epidemiologico, sembra emergere la prevalenza di intolleranze alimentari e celiachia. Il diabete 1 che presenta un incremento d’incidenza in tutti i paesi industrializzati sembrerebbe accentuarsi in particolare nella popolazione pediatrica di origine straniera, dove insorge più precocemente nei bambini nati in Italia da genitori immigrati rispetto a quelli nati nei paesi in via di sviluppo Giovannini 2006

DALL’INFANZIA ALL’ADOLESCENZA Per la nostra esperienza, i bambini e gli adolescenti stranieri risultano a rischio di obesità e diabete nel coniugare cucina etnica, proposte italiane ma soprattutto cibi confezionati a basso costo, ad alta densità calorica e bassa densità nutrizionale. Le nuove generazioni si trovano, infatti, a crescere in una nuova società tra la spinta occidentale ai consumi fuori casa ed il legame alle proprie abitudini alimentari difeso in famiglia. Le famiglie, immigrate nel nostro paese, portano con sè gli elementi della loro cultura d’origine e sono sottoposte ad un processo di integrazione non privo di scogli e differenza, non cosi semplice da attuare per quelle coppie di immigrati con figli nati nel loro Paese d’origine o ancora di più nel nostro paese, per i quali la proposta di elementi culturali d’origine rappresenta un modo per non far perdere completamente la propria identità ai ragazzi facilmente attratti, attraverso la Scuola, i Media, lo sport, dai modelli occidentali.

Nella nostra esperienza osserviamo una sensibilizzazione sempre maggiore dei genitori stranieri nei confronti di problematiche che negli anni passati venivano sottostimate o non considerate come potenziali fattori di rischio per lo sviluppo di patologie. Questo mostra come essi siano “in ascolto”. I nostri interlocutori genitori che hanno già le loro convinzioni ma che non hanno ancora preso decisioni

METODOLOGIA Non giudicare Controllare i pregiudizi Chiedersi cosa rende possibile il comportamento dell’altro Chiedersi cosa migliorerebbe la relazioneSTRUMENTI Ascolto attivo, domande narrative Comunicazione efficace Verifica della comprensione Miglioramento del clima relazionale G.Bert e S.Quadrino Change

DA AFFERMARE …. ….A ESPLORARE E CONDIVIDERE Accumulare informazioni Chiedere che informazioni hanno già Chiedere che cosa hanno pensato di fare Valorizzare le loro ipotesi Chiedere quali timori hanno Dare indicazioni e consigli Sostenere le nostre proposte Rassicurare Prima di G.Bert e S.Quadrino Change

VERSO L’INTEGRAZIONE PER UNA VERA PREVENZIONE L’integrazione consiste nella composizione di due esigenze: il mantenimento della propria identità culturale e l’inserimento partecipativo nella rete di altre identità. La logica dell’integrazione accetta la dialettica “identità- accoglienza” nel senso di interscambio e integrazione reciproca. La diversità non è solo tollerata, ma valorizzata, apprezzata, considerata un valore arricchente. Solo un atteggiamento dinamico, evolutivo, aperto alla ricerca di valori comuni ma non chiuso alla differenza può favorire il processo di promozione della salute. Si tratta di un valore trans-culturale, comune a ogni cultura, ritenuto basilare e costitutivo di ogni codice culturale: impegno a migliorare la qualità della vita; rispetto della persona e delle sue convinzioni; atteggiamento di dialogo e di accoglienza; solidarietà tra gli uomini; rispetto del lavoro altrui.