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Pietro Scaglione Chi era? - Pietro Scaglione nasce il 2 marzo 1906 a - Pietro Scaglione nasce il 2 marzo 1906 a Palermo, ove trascorre gran parte della sua Palermo, ove trascorre gran parte della sua vita. vita. - Entra in magistratura nel Entra in magistratura nel Diventa procuratore capo nel Diventa procuratore capo nel Viene ucciso il 5 maggio Viene ucciso il 5 maggio 1971

Nel 1928 entra in magistratura, occupandosi dei principali misteri siciliani: dal banditismo del dopoguerra agli assassini dei sindacalisti Placido Rizzotto (sindacalista italiano ucciso dalla mafia per il suo impegno a favore del movimento contadino per l’occupazione delle terre) e Salvatore Carnevale (bracciante e sindacalista socialista che aveva dato molto fastidio ai proprietari terrieri, perché difendeva i diritti dei braccianti agricoli). Nel 1928 entra in magistratura, occupandosi dei principali misteri siciliani: dal banditismo del dopoguerra agli assassini dei sindacalisti Placido Rizzotto (sindacalista italiano ucciso dalla mafia per il suo impegno a favore del movimento contadino per l’occupazione delle terre) e Salvatore Carnevale (bracciante e sindacalista socialista che aveva dato molto fastidio ai proprietari terrieri, perché difendeva i diritti dei braccianti agricoli). Solo dopo un lungo iter giudiziario, tra assoluzioni e condanne, riesce a condannare all’ergastolo gli assassini di Carnevale e di Rizzotto. Solo dopo un lungo iter giudiziario, tra assoluzioni e condanne, riesce a condannare all’ergastolo gli assassini di Carnevale e di Rizzotto.

La strage di Ciaculli Diventa procurato capo di Palermo nel Nel ’63 indaga sulla strage mafiosa di Ciaculli, una delle più sanguinose stragi mafiose in cui perdono la vita 7 uomini delle forze dell’ordine. Questa strage conclude la prima guerra di mafia della Sicilia del dopoguerra. Nel corso delle indagini inquisisce Salvo Lima (parlamentare siciliano della DC, vicesindaco di Palermo dal ’56 al ’58 e primo cittadino del capoluogo siciliano dal ’59 al ’63 e dal ’65 al ’68) e Vito Ciancimino (politico e criminale italiano, sindaco di Palermo nel 1970 e definito organico dei Corleonesi da Tommaso Buscetta, pentito che si confessa a G. Falcone). Diventa procurato capo di Palermo nel Nel ’63 indaga sulla strage mafiosa di Ciaculli, una delle più sanguinose stragi mafiose in cui perdono la vita 7 uomini delle forze dell’ordine. Questa strage conclude la prima guerra di mafia della Sicilia del dopoguerra. Nel corso delle indagini inquisisce Salvo Lima (parlamentare siciliano della DC, vicesindaco di Palermo dal ’56 al ’58 e primo cittadino del capoluogo siciliano dal ’59 al ’63 e dal ’65 al ’68) e Vito Ciancimino (politico e criminale italiano, sindaco di Palermo nel 1970 e definito organico dei Corleonesi da Tommaso Buscetta, pentito che si confessa a G. Falcone). Pietro Scaglione fu convinto assertore che la mafia aveva origini politiche e che i mafiosi di maggior rilievo bisognava snidarli nelle pubbliche amministrazioni. Pietro Scaglione fu convinto assertore che la mafia aveva origini politiche e che i mafiosi di maggior rilievo bisognava snidarli nelle pubbliche amministrazioni.

In particolare Pietro Scaglione si occupò della famiglia dei Corleonesi con a capo Luciano Liggio, boss allora emergente, che aveva deciso di abbandonare il vecchio regno dell’entroterra palermitano per sbarcare in città dov’era iniziato il grande business degli appalti e del traffico di stupefacenti. Luciano Liggio venne poi assolto al processo di Bari; vennero poi perse le sue tracce per un periodo, ma la guardia di finanza riuscì tuttavia a trovarlo e ad arrestarlo il 16 maggio 1974 a Milano. Liggio fu tra gli imputati del maxi processo di Palermo del ’86-’87 e non tornò mai più in libertà. Morì di infarto nel 1993 nel carcere di Nuoro. In particolare Pietro Scaglione si occupò della famiglia dei Corleonesi con a capo Luciano Liggio, boss allora emergente, che aveva deciso di abbandonare il vecchio regno dell’entroterra palermitano per sbarcare in città dov’era iniziato il grande business degli appalti e del traffico di stupefacenti. Luciano Liggio venne poi assolto al processo di Bari; vennero poi perse le sue tracce per un periodo, ma la guardia di finanza riuscì tuttavia a trovarlo e ad arrestarlo il 16 maggio 1974 a Milano. Liggio fu tra gli imputati del maxi processo di Palermo del ’86-’87 e non tornò mai più in libertà. Morì di infarto nel 1993 nel carcere di Nuoro.

La morte Pietro Scaglione morì la mattina del 5 maggio 1971 in via Cipressi a Palermo a colpi di mitra, dopo la consueta visita nel cimitero dei Cappuccini, dove era sepolta la moglie. Assieme a lui morì anche il suo autista Antonino Lo Russo. La morte di Scaglione è considerata la prima “morte eccellente”. Pietro Scaglione morì la mattina del 5 maggio 1971 in via Cipressi a Palermo a colpi di mitra, dopo la consueta visita nel cimitero dei Cappuccini, dove era sepolta la moglie. Assieme a lui morì anche il suo autista Antonino Lo Russo. La morte di Scaglione è considerata la prima “morte eccellente”. Le motivazioni ed i retroscena dell’uccisione di Scaglione vennero chiariti dal pentito Tommaso Buscetta: il crimine venne deciso da Luciano Liggio ed eseguito da lui stesso insieme a quello che allora era il suo luogotenente: Salvatore Riina (capo di Cosa Nostra dal 1982) che il 15 gennaio 1993 venne arrestato. Condannato in contumacia all’ergastolo, Riina è tutt’ora in un carcere di massima sicurezza. Le motivazioni ed i retroscena dell’uccisione di Scaglione vennero chiariti dal pentito Tommaso Buscetta: il crimine venne deciso da Luciano Liggio ed eseguito da lui stesso insieme a quello che allora era il suo luogotenente: Salvatore Riina (capo di Cosa Nostra dal 1982) che il 15 gennaio 1993 venne arrestato. Condannato in contumacia all’ergastolo, Riina è tutt’ora in un carcere di massima sicurezza. Pietro Scaglione fu definito da Buscetta“Un magistrato integerrimo e spietato persecutore della mafia”. Pietro Scaglione fu definito da Buscetta“Un magistrato integerrimo e spietato persecutore della mafia”. A Palermo è stata intitolata una via a Scaglione, in sua memoria; la stessa cosa si è verificata a Napoli. A Palermo è stata intitolata una via a Scaglione, in sua memoria; la stessa cosa si è verificata a Napoli.

“Ricordo le prime compagne di delegittimazione sulla figura del magistrato. Ricordo che circolarono certe voci per gettare ombre sulle sue attività: calunnie poi categoricamente smentite dalle indagini successive. Scaglione aveva sempre tenuto un atteggiamento coerente e rigoroso nei confronti di una criminalità che allora era ancora difficilmente decifrabile come mafiosa.” “Ricordo le prime compagne di delegittimazione sulla figura del magistrato. Ricordo che circolarono certe voci per gettare ombre sulle sue attività: calunnie poi categoricamente smentite dalle indagini successive. Scaglione aveva sempre tenuto un atteggiamento coerente e rigoroso nei confronti di una criminalità che allora era ancora difficilmente decifrabile come mafiosa.” - Da “La Mafia Invisibile” di Piero Grasso

A cura di Laura Barraco, Francesca Bottura e Dario Toccolini.

Bibliografia: La memoria ritrovata; Associazione nazionale magistrati - Sezione distrettuale di Palermo La memoria ritrovata; Associazione nazionale magistrati - Sezione distrettuale di Palermo colo/scaglione_ aspx colo/scaglione_ aspx colo/scaglione_ aspx colo/scaglione_ aspx