Comunicazioni di massa e società di massa Sociologia delle comunicazioni 19/3/2012.

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Transcript della presentazione:

Comunicazioni di massa e società di massa Sociologia delle comunicazioni 19/3/2012

La comunicazione di massa ( ) Rivoluzione industriale e società di massa I nuovi media della comunicazione di massa: Fotografia (dalla seconda metà dell’800) Cinema (primi film 1895) Radio (dagli anni ‘20) Televisione (dal 1950)

La comunicazione di massa e la modernità ( ) Economia/società: Industrializzazione, urbanizzazione, società dei consumi e dello spettacolo, semiotizzazione dell’economia Le avanguardie artistiche (surrealismo, dada, futurismo etc) Eventi storici e geopolitici: guerre mondiali, totalitarismi, rivoluzioni Picasso ‘I tre ballerini’ 1925

Scuola di Francoforte Institut für Sozialforschung (1923) Walter Benjamin ( ) Theodor Adorno ( ) Max Horkheimer ( ) Jurgen Habermas (1929-) (Wilhelm Reich, Leo Lowenthal etc)

Walter Benjamin L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (1936)

1. L’opera d’arte è sempre stata riproducibile tecnicamente, ma nella società di massa moderna la riproducibilità tecnica dell’opera d’arte è diventata la modalità principale di produzione e fruizione dell’esperienza estetica (litografia, fotografia, cinema)

2. La riproducibilità tecnica dell’opera d’arte comporta la perdita dell’hic et nunc o aura dell’opera d’arte. “La sua esistenza unica è irripetibile nel luogo in cui si trova.”l’ ’autenticità e l’originalità dell’opera d’arte tradizionale. Nel caso della fotografia e del cinema è proprio è il concetto di ‘autentico’ che viene a mancare’

‘La diffusione ‘di massa’ degli oggetti artistici mette in discussione il valore cultuale dell’arte e ne afferma invece il valore espositivo. Attribuire all’opera d’arte un valore cultuale significa inserirla in una tradizione in cui il fruitore non ha diritto di parola: è l’autorità che ne determina la diffusione, il valore e il significato sono un valore assoluto, un valore religioso e quindi non discutibile.’ (Ricciardi p. 132)

3. Una volta liberatasi da questo legame con l’originale e l’autentico, l’opera d’arte può essere appropriata dalle masse, che possono fruirne dove e come vogliono.

‘Moltiplicando la riproduzione essa pone al posto di un evento unico una serie quantitativa di eventi. E permettendo alla riproduzione di venire incontro a colui che ne fruisce nella sua particolare situazione, attualizza il riprodotto… Il suo significato sociale è.. La liquidazione del valore tradizionale dell’eredità culturale.’ (Benjamin in Ricciardi p. 33)

Un’altra caratteristica importantissima delle nuove tecnologie della riproduzione tecnica dell’opera d’arte è l’aprirsi di un inconscio ottico. Cf Eadweard Muybridge che per la prima volta mostra all’occhio umano la sequenza della corsa del cavallo (Il cavallo in movimento 1878 preannuncia il cinema); e il fucile fotografico del fisiologo Etienne Jules Marey (Il volo degli uccelli del 1890).

Eadward Muybridge ‘Motion Studies’

Etiene Jules Marey

(siti: primo film uscita dalla fabbrica: nVMw&feature=fvsr; arrivo del treno 964&feature=related; Vertov: L’uomo con la macchina da presa (1929) Q8 nVMw&feature=fvsr 964&feature=related Q8

4. Ambivalenza degli esiti politici della riproducibilità: politicizzazione dell’arte o esteticizzazione della politica? (cf Lewis Hine 1910, St Louis, Missouri)

Fortunato Depero ‘Marinetti Temporale Patriottico’, 1925

Pablo Picasso Guernica (1937) Bertolt Brecht ‘La resistibile ascesa di Arturo Ui, 1941

‘Fiat ars – pereat mundus’, dice il fascismo, e, come ammette Marinetti, si aspetta dalla guerra il soddisfacimento artistico della percezione sensoriale modificata dalla tecnica. E’ questo, evidentemente, il compito dell’arte per l’arte… La sua autoestranazione ha raggiunto un grado che le permette di vivere il proprio annientamento come un godimento estetico di prim’ordine. Questo è il senso dell’estetizzazione della politica che il fascismo persegue. Il comunismo gli risponde con la politicizzazione dell’arte.’ (Benjamin L’Opera d’arte nell’epoca..)

Theodor W. Adorno Il carattere di feticcio in musica e la regressione del raccolto (1938) Theodor W. Adorno e Max Horkheimer L’industria culturale. Illuminismo come mistificazione di massa (1947)

1.Le società nazi-fasciste, socialiste e capitaliste sono ugualmente caratterizzate dal dominio della razionalità strumentale: “Adorno è fuggito dalla Germania nazista e viene a contatto diretto con l’altra faccia della società di massa: dal totalitarismo della violenza del nazismo a un’altra forma di totalitarismo quello fondato sull’onnipotenza del mercato. Mentre il primo riduce la società ad una caserma, spinge un’intera nazione all’autodistruzione della guerra totale e insieme progetta l’eliminazione fisica di un intero popolo, il secondo agisce sulle emozioni, gli affetti, gli impulsi, soprattutto quelli latenti, per fare della società un grande supermercato.” (Ricciardi p. 147)

2. La cultura prodotta dall’industria culturale è caratterizzata dall’esportazione dei principi della produzione industriale nell’ambito della cultura (standardizzazione, pseudo-individualità etc)

‘Lo strumento di questo ‘asservimento’ non è il comando politico o la orza repressiva: è quello che Adorno chiama la ratio tecnologica, cioè l’affermazione del valore assoluto e oggettivo della tecnica applicata alla produzione. Essa impone la necessità di un progresso caratterizzato dal continuo aumento dei volumi di produzione delle merci e dall’estensione incontrollata delle dimensioni del mercato e dei consumi. Le parole chiave in negativo sono standardizzazione, tutto uguale.’ (Ricciardi p. 147)

3. Il consumatore dei prodotti dell’industria culturale è alienato, atomizzato e infantilizzato: ‘…ciò che è più conosciuto ha maggior successo e per questo viene continuamente eseguito e dunque sempre meglio conosciuto… L’attuale tipi di ascolto è quello di individui regrediti inchiodati a uno stadio di sviluppo infantile… Ma essi non sono infantili, bensì infantilistici.., […]gli ascoltatori regrediti si comportano come i bambini, e continuano a desiderare ostinatamente sempre la stessa pappa che gli hanno messo davanti una volta.” (Adorno Il carattere di feticcio della musica e il regresso dell’ascolto cit p. 144)

Benjamin contro Adorno

Altri membri della scuola di Francoforte Herbert Marcuse L’uomo a una dimensione (1964) Jurgen Habermas Storia e critica dell’opinione pubblica (1963)